Archivio del Tag ‘anarchici’
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Sos democrazia, contro i No-Tav una grottesca crociata
Ancora la Val di Susa. Ancora la resistenza contro il Tav. Il blitz – così lo chiamano giornali e tv – di giovedì all’alba è caduto in un paese segnato dalla crisi e attraversato da ventate di rivolta a cui non si era più abituati, dai “forconi” siciliani agli autisti dei tir. E già prende corpo l’idea di una manovra repressiva ad ampio raggio, che affianchi all’autoesclusione della democrazia parlamentare la chiusura degli spazi di mobilitazione dal basso nel quadro di una modernissima forma di dispotismo della ragione economica e dell’emergenza finanziaria.
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Dal buffone al boia: al governo, gli architetti del disastro
Un nome e un volto ai responsabili materiali della crisi? Lui, Mario Monti: è stato al vertice della piramide ultra-liberista che ha riscritto e attuato le regole del sistema finanziario che hanno portato al disastro. Monti a capo del governo in funzione anti-crisi? «E’ come mettere Totò Riina al ministero della giustizia», protesta il periodico “Umanità Nova”, che spara a zero sul governo tecnico: «Se davvero si fosse voluto combattere la crisi», pur restando all’interno dell’attuale sistema, sarebbe stato meglio un governo di «dilettanti allo sbaraglio»: qualche mossa giusta magari ci sarebbe scappata, mentre i super-esperti di Monti non rischieranno di fare questi “errori”. «La crisi, infatti, è tale solo per noi del cosiddetto “99%”: per i potenti della terra è una meravigliosa occasione di profitto e di disciplinamento del corpo sociale, costruita con cura in tutti questi anni».
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Dovevamo arrenderci: lo decise la Cia già al G8 di Genova
Manovre lacrime e sangue per tutti tranne che per la “casta” mondiale, sovranità limitata o revocata, bavaglio universale all’informazione. Sindacati neutralizzati, banchieri al governo e partiti-fantasma ormai agli ordini dei signori dell’economia. Quello che oggi chiamiamo crisi era stato largamente previsto, dagli stessi super-poteri che, già nel 2001, prima ancora dell’11 Settembre, si preoccuparono di disinnescare sul nascere una potenziale bomba democratica planetaria, quella del movimento no-global. Diritti contro soprusi, cittadinanza contro privatizzazione. In altre parole: anticorpi civili per difendersi dalla globalizzazione selvaggia. Profeticamente, li pretendeva il “popolo di Seattle”. Fu fermato appena in tempo e nel modo più brutale, con il bagno di sangue noto come G8 di Genova.
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Contro Wall Street: Usa, primo sciopero generale dal 1946
«Il mondo è stanco delle diseguaglianze causate da questo sistema, è arrivato il momento di fare qualcosa e lo sciopero generale di Oakland è un colpo d’avvertimento per l’1 per cento: la loro ricchezza esiste solo perché il 99 per cento la crea per loro». Parola dei lavoratori del porto di Oakland, uno dei maggiori scali americani, sulla costa pacifica, epicentro della storica agitazione proclamata il 2 novembre: il primo sciopero generale indetto negli Stati Uniti dal 1946. E’ l’evoluzione radicale della protesta spontanea innescata il 17 settembre dal movimento “Occupy Wall Street”, duramente repressa dalla polizia negli ultimi giorni.
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Stato sociale sovrano, o vinceranno violenti e finanza
Rilevo nei “demolitori” di piazza san Giovanni una qualità superficiale e un limite di fondo. La qualità sta nella rapidità. L’onda di una rivolta distruttiva cresce in Europa ogni giorno, con accelerazioni improvvise. E’ interessante notare che, sul piano strettamente visivo, questi “riots”, queste azioni rivoltose, sembrano le uniche in grado di colpire alla stessa velocità dei famigerati mercati finanziari. In termini puramente simbolici, le fulminee azioni della guerriglia urbana danno cioè l’illusione di essere le uniche capaci di tener testa al ritmo forsennato della speculazione finanziaria, che abbatte i prezzi dei titoli, aumenta i tassi d’interesse e offre un alibi ai governi che colpiscono il welfare e il lavoro. Potremmo dire, insomma, che a un primo sguardo i “demolitori” sembrano i soli in grado di “colpire veloci” come gli speculatori.
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La vita agra di Bianciardi, profeta anarchico a Milano
Abbiamo bisogno, noi occidentali, in questa epoca malata e volgare, di Luciano Bianciardi. Ex-Cogita e Isbn Editore, nella collana L’Antimeridiano, ne pubblicano oggi l’opera completa. Ed è un bene. Così ne potremo maneggiare, in un sol colpo, romanzi, saggi, articoli, diari. Maremmano trapiantato a Milano negli anni Cinquanta, Bianciardi lascia moglie e figli per andare a lavorare come traduttore in una casa editrice della capitale lombarda. Il sottoscritto, che condivide con lo scrittore una parte di cognome e le radici toscane, lo “incontra” casualmente per la prima volta ai tempi del liceo.
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L’eterno bavaglio italiano, dalla Notte della Repubblica
L’esordio della manifestazione contro la legge-bavaglio svoltasi a Roma il 1° luglio non è propriamente stato dei più felici, al suono dell’inno nazionale, invece che con “Bella ciao” come, sommessamente, aveva proposto l’Anpi. Così è iniziata quella che è stata, ambiziosamente, la “giornata di resistenza civile del ventunesimo secolo”, ma che in realtà si è ridotta ad una passerella di politici, giornalisti di professione e personaggi dello spettacolo ad uso e consumo di un’improbabile società civile in difesa di una libertà di informazione morta e sepolta ben prima che si parlasse del disegno di legge sulle intercettazioni. Gli unici frammenti di tragica autenticità l’hanno offerti i familiari di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi a nome dei tanti condannati a morte dallo stato italiano.
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La Hack: «La Sindone è un falso». Torino, anarchici in cella
La Sindone «è un falso», e tutti dovrebbero prenderne atto. La grande astrofisica Margherita Hack critica il turismo religioso collegato all’Ostensione del sudario, che secondo il più famoso test scientifico condotto, quello del “carbonio 14”, risulterebbe di epoca medievale. E mentre Torino è affollata da centinaia di migliaia di pellegrini, le autorità hanno “ripulito” la città dai problematici “antagonisti” dei centri sociali: l’11 maggio una retata ha colpito una quindicina di giovani, secondo le indagini della Digos responsabili dei gravi disordini scatenatisi a dicembre contro lo sgombero di una casa occupata. L’operazione è scattata mentre la città è letteralmente presidiata da fedeli provenienti da mezzo mondo.
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Gli eroi libertari di Kronstadt, traditi dai sovietici
Mercoledì 16 marzo 1921 cadeva Kronstadt. L’armata bolscevica comandata da Lev Trockij, superando il tratto di mare ghiacciato, entrava nella base navale facendo strage dei marinai e degli operai che erano insorti contro l’oppressione dei comunisti. Buffo. Nella marina venivano arruolati operai specializzati, tutti bolscevichi. I marinai di Kronstadt avevano dato il via alla rivoluzione di ottobre; dall’incrociatore Aurora era partito il primo colpo di cannone contro il Palazzo d’Inverno facendo cadere il governo Kerenckj.
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Vanzetti dal carcere: no alla violenza politica
Il gran male che il fascismo ha fatto, o ha rivelato, è la bassezza morale in cui siamo caduti dopo la guerra e la supereccitazione rivoluzionaria degli ultimi anni. Ci sono alcuni, tra coloro che vengono definiti rivoluzionari, che affermano che i fascisti ci insegnano come fare, ed hanno l’intenzione di ispirarsi ai metodi fascisti, esasperandoli. E’ il grosso pericolo, il pericolo di domani dopo che il fascismo sarà caduto, o per dissenso interno, o dopo un attacco esterno.
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Valle di Susa, no alla strategia della tensione
Amnesty International sta «acquisendo informazioni» sui fatti di Coldimosso, la località della valle di Susa dove la sera del 17 febbraio due militanti No-Tav, un ragazzo e una donna, sono finiti all’ospedale in serie condizioni dopo le cariche della polizia decise per interrompere l’assedio alla trivella in azione per i sondaggi della Torino-Lione. Il 19 febbraio, intanto, fiaccolata di protesta del movimento No-Tav e poi, in serata, un dibattito al salone polivalente di Bussoleno contro “mafia e strategia della tensione in valle di Susa”.
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Nuovo agguato incendiario contro i No-Tav in val Susa
Nuovo agguato incendiario contro i No-Tav: dopo il primo attacco il 16 gennaio al “presidio” di Bruzolo contro la Torino-Lione, nella notte fra il 23 e il 24 gennaio è stato distrutto dalle fiamme l’altro storico avamposto presidiario dei militanti della valle di Susa, quello di Borgone, dove ignoti hanno firmato la devastazione con la scritta “Sì Tav”, a poche ore dalla festosa conclusione dell’imponente “marcia dei quarantamila” che nel pomeriggio aveva letteralmente invaso il capoluogo, Susa, per ribadire la vitalità di un’opposizione immutata e popolare contro l’alta velocità.