Archivio del Tag ‘Antonio Rapisarda’
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Pennacchi: ai vincitori la storia, agli sconfitti la poesia
«Un urrà per il “fasciocomunista”! Sì, siamo davvero contenti per la vittoria di Antonio Pennacchi al premio Strega 2010». Così il web magazine della fondazione FareFuturo saluta il successo di “Canale Mussolini”, romanzo epico sulla bonifica delle Paludi Pontine, dove protagonista assoluto è il popolo dei semplici lavoratori. «Questa vittoria – scrive Antonio Rapisarda – testimonia che nel nostro Paese, e proprio nel settore della cultura che è giudicato (a torto) quello più militarizzato dall’istinto delle fazioni, è possibile che una storia “altra” (scritta da un autore che è “altro” rispetto alla storia che scrive) vinca uno dei più importanti riconoscimenti della cultura italiana», senza fischi né contestazioni.
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Salute, diritto inviolabile: la lezione di Obama
«Ancora capaci di grande cose», ha commentato a caldo Barack Obama. Sì, la riforma sanitaria licenziata dal congresso americano è davvero una svolta storica per gli Stati Uniti. E un punto decisivo nella nuova avventura dei democratici alla Casa Bianca. Non era scontato arrivare a un obiettivo del genere – anzi – ma alla fine, e con una grande operazione di mediazione, la riforma sanitaria è passata. Da oggi, dunque, per più di trenta milioni di americani si aprirà la possibilità di accedere al trattamento sanitario gratuito. Ma soprattutto le compagnie di assicurazione non potranno negare la polizza a chi ha già una malattia.
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Tutti contro Vendola, campione di trasparenza e risultati
La Puglia quest’anno è stata la regione che ha perso meno di tutti Pil, proprio nell’anno nero dell’economia. Il motivo? Proprio perché è stata la regione che dopo tanti anni è riuscita a invertire il flusso di immigrazione, soprattutto quella giovanile, e questo è alla base di un lavoro sulle politiche giovanili di cui il governatore è stato animatore. Un’altra cosa importantissima – che vedo in prima persona anche perché mi occupo di editoria in una casa di produzione cinematografica – è che la Puglia è diventata veramente un Eldorado per questa industria.
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Verità per Stefano Cucchi, massacrato e lasciato morire
Non vi aspettate un politico. Né un artista. Né un premio Nobel o uno sportivo. No, il “personaggio” dell’anno è un ragazzo che non c’è più. Non era un eroe di guerra, né tantomeno un operatore umanitario ostaggio della guerriglia. Non era un ragazzo perfetto, né uno studente modello, né un volto televisivo. Era un ragazzo normale, con i suoi problemi e la sua famiglia a sostenerlo. Con i suoi amici, la palestra e la Lazio allo stadio la domenica. Sì, anche con problemi di droga, è vero. Problema diffuso che tocca trasversalmente la società: vecchi e giovani, agiati e poveri, operai e imprenditori. Del resto anche l’acqua contaminata dei fiumi, come a Firenze, lo testimonia.
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Bianco Natale, via gli stranieri: ennesima trovata leghista
L’ultima boutade della Lega Nord ha per lo meno il beneficio della sincerità: «Forse è una scelta infelice». E, se lo dicono loro stessi, significa che l’idea di cacciare gli immigrati nel giorno di Natale da un anonimo paesino del bresciano di nome Coccaglio con un’operazione chiamata per giunta “White Christmas” è – per usare un eufemismo – un’offesa al gusto e alla sensibilità dei cristiani. Ma soprattutto un’insopportabile speculazione sul significato del Natale. Anche quello declinato laicamente.
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Violenze in carcere, serve un Garante dei detenuti
Rebibbia, Ucciardone, Castrogno, Regina Coeli. Carceri i cui nomi si conoscono bene, perché appartengono all’onomastica delle città. Ma delle quali, al di là del nome che portano e dall’aspetto un po’ tetro che trasmettono, si conosce ben poco. Il mondo dei penitenziari, del resto, è un’isola a parte da sempre. Con le sue regole, i codici non scritti, le sue gerarchie. Capita però che a volte qualcosa fuoriesca. E quasi sempre accade quando si parla di casi di violenza e, purtroppo, di morte.
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Verso un Islam italiano, a scuola nell’ora di religione
La proposta di un’ora di religione islamica nelle scuole italiane non è né una novità né una provocazione. Al contrario. Ma ogni volta che se ne parla sembra che questo sia il pretesto per intromettere nella discussione politica un elemento estraneo. I numeri dell’immigrazione e della presenza di fedeli di religione musulmana nel nostro paese, invece, parlano di altro. Così come il cammino di questa proposta che negli anni ha visto politici, istituzioni e le stesse gerarchie cattoliche cercare di trovare un punto di accordo. Segno che il problema persiste e che non è stato ancora risolto.
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Bonelli: Verdi bipartisan e più europei?
Era ora che anche i Verdi nostrani uscissero una volta per tutte dalla logica dell’arrocco. Fuor di metafora scacchistica, non si può non cogliere la novità che proviene dall’assise del partito, dove l’elezione di Angelo Bonelli come segretario del “sole che ride” apre delle prospettive politiche e culturali inedite per il movimento ambientalista italiano. L’uscita dalla connotazione “di sinistra” rilanciata dal neosegretario e l’apertura alla trasversalità non sembrano essere solo uno scatto di orgoglio autonomista ma segnalano soprattutto un segno positivo di discontinuità che avvicina i Verdi al dibattito sull’ecologia che in Europa è sempre più un tema bipartisan.
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Pd e omofobia, salvate il soldato Binetti
Che qualcuno salvi dal “rogo” il soldato Paola Binetti. Che qualcuno faccia qualcosa per spiegare ai democratici del Pd che l’epoca del “processo politico” è ormai morta e sepolta. Non è possibile insomma che un partito a vocazione maggioritaria, pluralista e moderno come si candida a essere il Pd possa inciampare ancora nel paradigma della disciplina di partito. Fosse anche su un tema sul quale gli animi si accendono come quello sull’omofobia.
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Impastato, quella targa è orgoglio nazionale
Stavolta non è la solita sparata leghista. Perché forse, stavolta, l’hanno sparata davvero grossa. Perché l’idea bizzarra di Cristiano Aldegani, sindaco della Lega Nord di un paesino del bergamasco, non ha più la dimensione linguistica del dialettismo ma tocca la sensibilità civica di un intero popolo. La sua iniziativa di rimuovere il nome di Peppino Impastato – il giovane politico e giornalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1978 – dalla targa della biblioteca comunale per far posto a un sacerdote locale non è una bizzarria neoidentitaria. Ma una scelta infelice, sbagliata e culturalmente pericolosa. Per tanti motivi.