Archivio del Tag ‘appello’
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L’università a Napolitano: fermi l’inutile Torino-Lione
“Presidente Napolitano, la Tav Torino-Lione non serve a niente”. Firmato: l’università italiana. E’ un’autentica valanga, quella degli accademici di tutta la Penisola, a firmare l’appello destinato al Quirinale per invitare il Capo dello Stato a prendere nota: i più autorevoli studi dimostrano che la maxi-infrastruttura ferroviaria imposta alla valle di Susa con l’uso della forza, fino a creare problemi di ordine pubblico e senza mai fornire spiegazioni esaurienti ai sindaci e alla popolazione, è un’opera faraonica, devastante per il territorio, costosissima per l’Italia ma soprattutto inutile. Testualmente: non necessaria. Mentre i No-Tav fronteggiano il “fortino” della polizia a Chiomonte, docenti universitari di tutta Italia – di fronte al silenzio assordante della politica – ora si appellano a Napolitano.
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I No-Tav alla polizia: fermiamo insieme la rapina dell’Italia
Il movimento No Tav lancia un appello ai cittadini in divisa che dovrebbero mettere in pratica quanto richiesto dalla politica. Il mondo politico e imprenditoriale auspica con bellicose dichiarazioni una soluzione “militare da parte delle Forze dell’Ordine” per liberare entro il 31 maggio l’area de La Maddalena per non perdere il finanziamento europeo alla nuova, inutile e devastante linea ferroviaria Torino Lione… Invitiamo tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine di qualsiasi corpo e grado a riflettere profondamente sulla situazione e sulle cause che l’hanno originata. Siete chiamati a facilitare con la forza l’avviamento di un progetto voluto dalle lobby politico/imprenditoriali/mafiose al solo scopo di poter mettere le mani su centinaia di milioni di euro di denaro pubblico.
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Gaza, stiamo arrivando: con Vittorio Arrigoni nel cuore
Con l’approssimarsi della manifestazione nazionale del 14 maggio, vogliamo rivolgere un appello a tutte le associazioni, le forze politiche e le personalità che hanno aderito al progetto della Freedom Flotilla per far cessare l’assedio di cui i Palestinesi della Striscia di Gaza sono vittime da anni. Le dichiarazioni del Ministro degli Esteri egiziano sull’ipotesi di un’apertura permanente del valico di Rafah ci incoraggiano ancora di più nel nostro progetto di raggiungere la Striscia via mare, sfidando il blocco israeliano insieme a tutte le organizzazioni della coalizione internazionale della Freedom Flotilla 2 – Stay Human.
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Eritrea, fuga dall’orrore: disperato appello all’Italia
Dopo la Libia, l’Eritrea. Appello al governo italiano: staccate subito la spina alla dittatura di Iseyas Afewerki, a capo del più feroce regime africano. «Se l’Italia continua a sostenerlo, si prepari a subire l’invasione dei profughi, in fuga dalla fame e dal terrore». L’appello è firmato dal “Comitato per la solidarietà con i popoli del nord Africa in rivolta”. Ultimo allarme, i 68 cadaveri di eritrei annegati il 17 aprile sulla rotta di Lampedusa. Con lo scoppio del conflitto in Libia, la situazione è peggiorata: i giovani eritrei cercano scampo in mare, «costretti anche a nascondersi per non essere confusi con le centinaia di mercenari che il regime di Asmara ha effettivamente inviato a sostegno di Gheddafi».
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Il vescovo di Tunisi: non gettate a mare la nostra speranza
State attenti: se la crisi in Libia non si risolve alla svelta, l’Italia sarà letteralmente invasa. Per questo, oltre a tifare per una rapida uscita di scena di Muhammar Gheddafi – contro cui il 29 marzo Usa, Francia e Gran Bretagna hanno annunciato la possibilità di armare massicciamente i ribelli – è necessario che l’Italia rispetti i tunisini che si ammassano a Lampedusa: sono “profughi della fame”, spiazzati dal disordine esploso nel loro paese che ha comunque assistito alle frontiere 120.000 persone in fuga dalla Libia. A parlare è l’arcivescovo di Tunisi, portavoce dei 30.000 cattolici liberi di professare la loro fede in Tunisia: per favore, non rigettate a mare chi oggi chiede aiuto e ha bisogno di tempo per risollevarsi.
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Giulietto Chiesa: voglio 100 volontari della verità
«Noi diremo la verità. Quella che conosciamo. Sappiamo che è in corso la più vasta e drammatica crisi che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Sappiamo che per difendere la sopravvivenza del genere umano bisognerà combattere». Si chiama “Alternativa” l’ultima sfida di Giulietto Chiesa: un appello per costruire un gruppo trasversale che si incarichi di scuotere la politica italiana. «Ho bisogno di 100 persone, uomini e donne», disposti a impegnarsi per colmare «la voragine tra la casta politica e i cittadini».
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Fiorello: appello alla Fiat per salvare Termini Imerese
Ho letto i vostri appelli e, da padre di famiglia, per di più siciliano, sono molto colpito, non solo dalla situazione di Termini Imerese, ma anche dal ruolo che mi state attribuendo, che va oltre, purtroppo, le mie possibilità di artista. Rispondo solo ora perché la questione è seria, e seria e meditata volevo fosse una mia risposta. Volevo essere certo di fare la cosa giusta, evitando anche di prendere posizioni demagogiche che non credo, a questo punto, servano a nessuno. «Fiorello interrompi la pubblicità». A dirsi è semplice, ma anche volendo non potrei farlo. Senza contare che gli spot sono già stati registrati, e sono di proprietà esclusiva della Fiat.
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Primo marzo, giornata senza immigrati anche in Italia
Arriva anche in Italia, nell’Italia di Rosarno, la giornata senza immigrati. Merito di quattro donne, che hanno deciso di aprire una breccia nel muro dell’assuefazione lanciando, in contemporanea alla francese “journe sans immigré, un primo marzo all’italiana. Il movimento è già su internet, dove ha raccolto oltre 20 mila contatti, mentre nei territori sono nati e stanno nascendo i “comitati primo marzo”. L’hanno chiamato «sciopero degli stranieri», astensione dal lavoro per chi potrà farlo, ma anche sciopero dei consumi, degli acquisti o della fame per tutti, italiani e stranieri.
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Gli ergastolani al Papa: siamo già morti, senza speranza
Santo Padre, siamo degli ergastolani, dei condannati a essere colpevoli e prigionieri per sempre, ergastolani con l’ergastolo ostativo ad ogni beneficio. Santo Padre, molti di noi sono in carcere da 20, 30 anni, altri di più, senza mai essere usciti un solo giorno, senza mai un giorno di permesso con la propria famiglia. Molti di noi sono entrati da ragazzi adolescenti e ora sono quarantenni destinati ad invecchiare in carcere, altri erano giovani padri e ora sono nonni con i capelli bianchi.
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Rognoni: guai se i beni confiscati tornano ai mafiosi
Se lo Stato mette in vendita i beni confiscati alla mafia, c’è il rischio che siano i boss a riacquistarli, rendendo vana la legge Rognoni-La Torre che istituì il reato di associazione mafiosa e lo strumento strategico per combattere i cartelli criminali: la confisca dei beni illecitamente acquisiti. Lo afferma l’ex ministro Virginio Rognoni, “padre” di quella storica legge alla base dell’antimafia, costata la vita al dirigente comunista siciliano Pio La Torre, che più di ogni altro l’aveva voluta. La legge passò soltanto grazie all’appoggio di Rognoni, dopo la morte di La Torre e quella del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa.
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Scrittori liberi, Le Monde difende Tabucchi da Schifani
Le democrazie vive hanno bisogno di individui liberi. Di individui coraggiosi, indipendenti, indisciplinati, che osino, che provochino, che disturbino. È così per quegli scrittori per cui la libertà di penna è indissociabile dall’idea stessa di democrazia. Da Voltaire e Victor Hugo a Camus e Sartre, passando per Zola e Mauriac, la Francia e le sue libertà sanno quanto tali libertà debbono al libero esercizio del diritto di osservare e del dovere di dare l’allarme di fronte all’opacità, le menzogne e le imposture di ogni tipo di potere. E l’Europa democratica, da quando è in costruzione, non ha mai cessato di irrobustire la libertà degli scrittori
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Processo breve, l’appello di Saviano trascina la protesta
«Signor Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul “processo breve” e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto». Ha superato in pochi giorni le 230.000 adesioni l’appello con il quale, rivolgendosi direttamente al premier, Silvio Berlusconi, lo scrittore Roberto Saviano chiede il ritiro della “norma del privilegio”. Nelle ultime ore l’appello è stato sottoscritto anche da registi come Giuliano Montaldo, dall’attore Toni Servillo e dal giallista Andrea Camilleri.