Archivio del Tag ‘Bahrein’
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Ban Ki-Moon: dalla Libia un monito a tutti i dittatori
Tensione al Cairo, dove il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, è stato aggredito in piazza Tahrir da una cinquantina di manifestanti filo-Gheddafi, che lo avrebbero circondato e costretto a ripararsi nella sede della Lega Araba. Nella capitale egiziana, il numero uno dell’Onu ha preso nettamente posizione sull’intervento internazionale in Libia: la missione militare anti-Gheddafi è una scelta «storica» e rappresenta un drammatico avvertimento per tutti i dittatori, nessuno escluso: neppure il Bahrein, “amico” dell’Occidente, che non ha esitato a sparare sulla folla in rivolta. Un messaggio nettissimo, in difesa dei raid in Libia contestati da Russia, Cina e Turchia.
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Rivolta araba, ora s’infiamma anche il Golfo del petrolio
La Libia brucia e di certezze se ne vedono poche. In Egitto e in Tunisia si cerca di costruire il loro nuovo mondo. Tutto ruota, per ora, attorno all’asse del Nord Africa. Il Golfo Persico è attraversato da correnti non meno impetuose e, rispetto all’Europa e al Nord America, i cambiamenti potrebbero avere un impatto anche maggiore di quanto visto fino a ora. L’Arabia Saudita, per esempio. La monarchia di Riad vive la crisi più profonda della sua storia. La casa reale non ha un candidato al trono. O ne ha troppi, che è poi l’altra faccia della stessa medaglia. Oggi è la “giornata della rabbia”, in Arabia Saudita.
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Russia e Iran, nuovi signori dell’energia mondiale
Russia, Iran e Venezuela oggi possiedono le chiavi energetiche del mondo. Quanto basta per spingere le grandi potenze emergenti, Cina e India, sempre più lontano dall’orbita Usa. Così si spiegano le grandi manovre in corso sullo scacchiere internazionale, il “grande gioco” più che mai in corso, dal Mar Nero al Mar Caspio, fino all’Afghanistan. Questa l’analisi di Pepe Escobar, pubblicata su “Asia Times”. «Un Iran nucleare – spiega – metterebbe inevitabilmente il turbo al nuovo emergente mondo multipolare. L’Iran e la Russia stanno di fatto mostrando alla Cina e all’India che non è saggio fare affidamento sulla potenza degli Stati Uniti per controllare il petrolio del Medio Oriente arabo».