Archivio del Tag ‘bestseller’
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Giulietto Chiesa: svegliamoci, il potere ha paura di noi
Nella vita quotidiana di ognuno di noi la crisi ha assunto i tratti di un personaggio da tragedia antica: il fato, il convitato di pietra, una presenza immanente e ostile, eppure inafferrabile. «Conseguenza inevitabile, quando gli effetti di una congiuntura globale sono ormai alle porte delle nostre case, colpiscono le nostre vite, corrodono la speranza di un futuro per i nostri figli e sgretolano ciò che davamo per scontato: stile di vita, lavoro, salute, istruzione». C’è la sensazione diffusa che tutto ciò sia solo la punta di un iceberg, che queste perdite siano in realtà le estreme propaggini di un enorme buco nero in espansione. «Ma mancano le prove, perché nessuno dice veramente come stanno le cose», accusa Giulietto Chiesa. «C’è un silenzio colpevole, perché interessato, da parte dei pochi che sanno». “Invece della catastrofe”, l’ultimo libro di Chiesa appena edito da Piemme, vuole «svelare le tremende verità che ci vengono nascoste e lanciare un drammatico appello alle coscienze».
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Eugenio Scalfari, il tramonto di un (grande) giornalista
L’Europa? «Procede a singhiozzo». Ed è «un guaio», perché i “mercati” «restano all’erta» e “la speculazione”, «quando può», colpisce. Ma «per fortuna c’è Draghi», che «vigila ed è pronto ad intervenire». La fiaba è firmata da un narratore famoso, Eugenio Scalfari: politico, imprenditore e celebratissimo giornalista. La sua tesi: la demonizzazione della “dittatura dello spread” è pura «demagogia», anche se «i contraccolpi sul sociale» sono «assai duri», al punto che «la rabbia cresce, le piazze protestano, i governi sono in difficoltà, il malumore nei confronti dell’Europa aumenta». Ma perché stupirsene? Forse che solo oggi si è scoperto che dalla “fiducia” dei “mercati” dipende il differenziale italo-tedesco fra i titoli di Stato? Mentre la Merkel è condizionata dalle elezioni nell’autunno 2013 in Germania, anche l’attesa di quelle italiane rappresenta un problema: chi verrà dopo Monti? «Il nostro attuale premier – scrive Scalfari su “Repubblica” il 25 novembre – ha recuperato una credibilità internazionale che era andata totalmente perduta». Ma poi? «Il nuovo Parlamento e il nuovo Capo dello Stato manterranno gli impegni presi con l’Europa?».
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Nel paese dei collusi, rischia il carcere chi canta Bella Ciao
Indagati, inquisiti, processati e condannati dal tribunale di Isernia. Nell’aula gip viene partorito, il bollente 12 luglio, un provvedimento che passa alla storia. Accusati, i sette cittadini-imputati, di collusioni mafiose? Riciclatori incalliti? Maxievasori? No. Nel corso di una manifestazione dell’ottobre 2011, in pieno centro, «gridavano slogan del tipo “Il Molise è antifascista”, intonando la canzone Bella Ciao» (testuale dal dispositivo). I delinquenti hanno però la possibilità di scegliere tra otto giorni di galera e 206 euro di ammenda, oppure una complessiva multa da 1350 euro, pagabile entro 10 giorni presso un comodo ufficio di Equitalia. Sorge a questo punto spontanea la triplice domanda: siamo su scherzi a parte, ai confini della realtà o in un’aula di giustizia di casa nostra?
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Scollochiamoci da soli, prima che a espellerci sia il sistema
Non è uno scherzo. E nemmeno l’ennesima beffa di Elsa Fornero, la temutissima Signora delle Pensioni, matrigna degli “esodati” d’Italia. Si chiama, per davvero, Ufficio di Scollocamento. E’ un libro, ma anche un sito. Un progetto di assistenza integrato, un’uscita di scurezza. Parola d’ordine: «“Scollochiamoci”, prima che sia il sistema a farlo. Del resto, non lo sta già facendo?». Eccome: siamo di fronte alla più grave crisi della storia moderna. I grandi manovratori e i loro trombettieri ostentano fiducia: ce la faremo anche stavolta, dicono, anche se a prezzo di sacrifici atroci. I più deboli in ginocchio, il ceto medio impoverito e terrorizzato dalla recessione, spolpato e tradito dalla politica e dalle banche. I critici denunciano il “golpe” della finanza: oscuri profitti stellari, ricavati proprio dalla speculazione sulla crisi. Un’altra scuola di pensiero avverte: anche se ci liberassimo degli sciacalli, dovremmo prepararci a decrescere, perché un’epoca lunga 200 anni è finita per sempre.
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La guerra democratica: noi ipocriti, i peggiori assassini
Con un profetico bestseller, Giulietto Chiesa la battezzò “la guerra infinita”: era l’incubo che doveva metter fine al breve sogno della pacificazione globale, dopo il lungo inverno della guerra fredda. I Grandi si promisero una pace duratura, ma mentivano: appena l’Urss abbassò le armi, l’America ne approfittò per assediarla e conquistare posizioni in tutto il mondo. «Da quando è crollato il contraltare sovietico – dice oggi Massimo Fini – le democrazie occidentali, Stati Uniti in testa, hanno inanellato otto guerre in vent’anni». Così, la “guerra asimmetrica” di cui parlava Giulietto Chiesa – potenti eserciti super-tecnologici contro sparute armate di miliziani irregolari e vaste stragi di civili – è ora la “guerra democratica”, nella traduzione di Massimo Fini: oggi il boia siamo noi, l’Occidente “umanitario” e ipocrita, che uccide a distanza, rifiutandosi di guardare in faccia le vittime dilaniate, a migliaia, da missili-killer che cadono lontano dalle nostre case.
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Ragazzi, questo mondo fa schifo: indignatevi!
Doveva essere l’ultimo libro di Michel Houellebecq, vincitore del premio Goncourt, a primeggiare nelle vendite natalizie in Francia. E invece è stato battuto da un outsider sorprendente, assai improbabile. Si chiama Stéphane Hessel e ha 93 anni. Partecipò alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale. Ed è stato subito dopo uno dei redattori della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Niente di glamour, insomma. Hessel è un vecchio signore, dall’apparenza (solo quella) stanca e desueta. Ebbene, nei mesi scorsi ha preso carta e penna e ha scritto un opuscolo di 32 pagine dal titolo «Indignez-vous!». Come dire: indignatevi! Abbiate la forza di arrabbiarvi.
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Kinney, la schiappa che sbaraglia anche Dan Brown
Greg Heffley funziona perché è autentico. Pur essendo di carta. Ha dodici anni, pochi peli in testa, è magro che più non si può e ha ribaltato ogni previsione editoriale del mondo dei grandi. Che il suo “Diario di una Schiappa” sarebbe diventato un bestseller appena due settimane dopo l’uscita, che sarebbe restato oltre trenta settimane nella classifica del New York Times e che avrebbe sbaragliato persino la concorrenza dell’ultimo attesissimo romanzo di Dan Brown non l’avrebbe immaginato certo Jeff Kinney, il trentottenne programmatore di giochi online che di Greg è il creatore.
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Shantaram, il potere criminale dietro le guerre
Nel suo travolgente bestseller scritto in carcere, “Shantaram”, l’australiano Gregory David Roberts traccia il mirabile affresco di una megalopoli indiana come Mumbai, brulicante crocevia di traffici, ricchezze miliardarie e autentica disperazione. Figura chiave del monumentale romanzo autobiografico, i cui diritti cinematografici sono stati acquistati da Johhny Depp per il kolossal che uscirà nel 2011, è l’ambiguo e affascinante boss criminale Abdel Khader Khan, padrino-filosofo onnipotente e dai tratti quasi ascetici, che deriva il suo carisma da origini che affondano nel più tormentato e insanguinato dei paesi asiatici: l’Afghanistan.