Archivio del Tag ‘Burkina Faso’
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Ora basta, aprite gli archivi: chi ha assassinato Sankara?
A quando la verità sul brutale omicidio politico di Thomas Sankara, rivoluzionario presidente del Burkina Faso e apostolo del riscatto dell’Africa? «Se il Burkina Faso sarà solo nel chiedere l’annullamento del debito – disse nell’estate 1987 al vertice africano di Addis Abeba – io l’anno prossimo non sarò più qui a questa conferenza». Meno di tre mesi dopo, fu trucidato mentre era al lavoro nel suo ufficio. Un nuovo appello internazionale ora chiede l’apertura di un’inchiesta indipendente su quello che fu un assassinio annunciato: fu lo stesso Sankara a paventare l’eliminazione fisica dei leader africani decisi a rompere le catene neo-coloniali della schiavitù finanziaria.
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Sankara: rivoluzione, ribellarsi ai vampiri della crisi
Noi pensiamo che il debito si analizza prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci avevano prestato denaro sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri Stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa coi finanziatori internazionali che erano i nostri fratelli e cugini. Noi non c’entravamo niente con questo debito, quindi non possiamo pagare. Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici. Anzi, dovremmo dire: assassini tecnici.
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Sambiiga, reality dall’Africa che soffre ma sorride
«Una delle prime cose che colpiscono in Burkina Faso è come tutti vogliano stringerti la mano. Amici o sconosciuti, bambini o vecchi. Tutti vogliono darti la mano, toccarti. Sentire che, al di là del colore della pelle, siamo molto simili. Questo continuo stringere mani è stato per me un grande privilegio perchè dalle mani di una persona si capiscono molte cose». Entusiasta del viaggio, il milanese Andrea Boretti insieme al romano Daniel Tarozzi ha appena finito di montare il trailer di “Sambiiga, l’altro fratello”, primo reality-verità dal continente nero.
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Giustizia per Sankara, l’ultima speranza dell’Africa
Francia e Usa si decidano ad aprire i loro archivi, 22 anni dopo il crimine più infame organizzato in Africa: l’omicidio del presidente Thomas Sankara, eroe nazionale dell’indipendenza del Burkina Faso, la “terra dei puri” liberata dal giogo coloniale e imperialistico, all’epoca in cui ancora si chiamava Alto Volta. Il missionario italiano Alex Zanotelli è fra le personalità che hanno ora sottoscritto il clamoroso appello internazionale per giungere finalmente alla verità (giudiziaria, storica e politica) sulla tragica fine di Sankara e del suo straordinario esperimento di liberazione.
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L’Altro Fratello, un reality-verità dal cuore dell’Africa
«Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità». Così parlava il capitano Thomas Sankara, il leader comunista che nel 1984 cambiò nome all’Alto Volta, ex colonia francese, facendone l’odierno Burkina Faso, terra di uomini poveri ma liberi, a cui l’eroe della decolonizzazione – poi assassinato perché troppo scomodo – regalò l’indipendenza più preziosa, quella psicologica: pari opportunità, saper fare, niente assistenzialismo né ricatti economici.
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Il sorriso di Sankara e la Decrescita Felice dell’Africa
C’era una volta un presidente come non se n’erano mai visti che fece cose che non s’erano mai viste. Arrivato al potere nell’agosto 1983, anticipò le azioni dei movimenti e di alcuni (solo alcuni) governi di adesso. Era un presidente africano appena 34enne. Si chiamava Thomas Sankara. Il suo saheliano, polveroso, arido, contadino paese si chiamava Haute Volta. Nel primo discorso all’assemblea dell’Onu, il 4 ottobre 1984, lo definì così: «Il concentrato di tutte le disgrazie del mondo». Nello sforzo di dichiarare una vera indipendenza nazionale, la Haute Volta fu ribattezzata in Burkina Faso, ovvero “paese degli integri”.
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OvesFest, notti underground ballando l’Africa
Musica indipendente e gruppi undergroud, ma anche showcase acustici, esposizioni fotografiche, giovani artisti, pittura, cortometraggi e un’intera giornata dedicata all’Africa e all’interculturalità. E’ la formula di “OvesFest”, dal 23 al 28 giugno al parco Le Serre di Grugliasco, rassegna culturale sostenuta dalla Provincia di Torino per promuovere “l’elogio della differenza”, tema trasversale di tutta la manifestazione, organizzata nell’ambito delle politiche giovanili di Grugliasco e Collegno.