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Archivio del Tag ‘capitalismo’

  • Camorra e capitalismo, le domande mai poste a Saviano

    Scritto il 15/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Davanti a quasi tre milioni di telespettatori, ospite l’11 novembre di Fabio Fazio in una puntata speciale di “Che tempo che fa”, Roberto Saviano ha parlato dei libri che ama. del valore della testimonianza e di scrittori perseguitati come Ken Saro-Wiwa, Varlam Salamov e Anna Politkovskaja. «Saviano offre numerosi spunti ai suoi critici», osserva Alessandro Gnocchi sul “Giornale” diretto da Vittorio Feltri. «La difficilissima condizione in cui si trova a vivere a causa della camorra diventa talvolta uno strumento per evitare di rispondere a eventuali osservazioni».

  • Saramago: disoccupazione, crimine contro l’umanità

    Scritto il 14/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    La gravissima crisi economica e finanziaria che sta agitanto il mondo ci porta l’angosciosa sensazione di essere arrivati alla fine di un’epoca senza che si intraveda come e cosa sarà quella che ci aspetta. Cosa facciamo noi che assistiamo, impotenti, all’oppressivo avanzamento dei grandi potentati economici e finanziari, avidi nell’accaparrarsi più denaro possibile, più potere possibile, con tutti i mezzi legali o illegali a loro disposizione, puliti o sporchi, onesti o criminali?

  • Le illusioni del Muro, la crisi e i profeti dell’austerità

    Scritto il 05/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    La cosa che dovrebbe, più d’ogni altra, attirare l’attenzione degli organizzatori delle mille e una manifestazioni celebrative per la caduta del muro di Berlino è il fatto che venti anni fa le aspettative, le ipotesi sul futuro che sarebbe venuto, il cambio della storia che ci si accingeva a sperimentare, erano completamente sbagliate. Nulla di ciò che fu allora scritto, esaltato, immaginato, supposto, elucubrato, sperato o temuto, si è realizzato. Ecco un modo interessante, forse l’unico veramente interessante, di commemorare la caduta del muro.

  • Caccia alle risorse, in arrivo una rivoluzione spietata

    Scritto il 26/10/09 • nella Categoria: idee • (2)

    Un nuovo nemico è stato evocato, che non è possibile sconfiggere perché non combatte con le armi dell’Uomo. E non c’è rivoluzione conservatrice che possa fermarlo. L’ideologia, marxianamente intesa come “falsa coscienza”, ha finito per obnubilare le capacità intellettive del capitalismo trionfante. Pensavano che fosse possibile una crescita infinita, indefinita, perennemente dinamica. E non videro (e noi tutti con loro) che una crescita infinita non è possibile all’interno di un sistema finito di risorse.

  • Scacco al potere, grazie alla Strategia della Lumaca

    Scritto il 26/10/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Partiti? No, grazie. Il sistema non è riformabile. E’ “impazzito”, perché presuppone una crescita infinita, mentre le risorse sono finite. «Non è sufficiente conquistare il potere per cambiare il mondo: abbandoniamo questa illusione». Rassegnarsi, allora? No, tutt’altro. Cambiare è possibile, a patto che si rinunci al potere. Grazie alla “Strategia della Lumaca”, ovvero: attuare subito il cambiamento, anziché delegarlo e, quindi, restare ad attenderlo. E’ la nuova sfida, tutta francese, lanciata dall’Adoc, l’associazione degli “obiettori alla crescita”, protagonista della campagna “Europe-Décroissance”.

  • Vaccinarsi, con Primo Levi, dal cancro del negazionismo

    Scritto il 23/10/09 • nella Categoria: idee • (3)

    Chiedere perdono agli ebrei? Impossibile. Sono arroganti, tracotanti, bugiardi. Pretendono che il mondo chieda loro scusa, all’infinito, per i crimini della Shoah, sicuramente una persecuzione risalente a settant’anni fa, ma non certo un genocidio: non ci sono prove che siano state sterminate sei milioni di persone, men che meno nelle camere a gas. Fantasie, invenzioni. Leggende. E’ la tesi che un ricercatore dell’università La Sapienza di Roma espone ora sui numerosi blog di cui è curatore. L’ennesimo scandalo del delirio negazionista.

  • Hobsbawm: benessere per tutti, o non avremo futuro

    Scritto il 14/10/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Il “secolo breve”, il XX, è stato un periodo contrassegnato da un conflitto religioso tra ideologie laiche. Per ragioni più storiche che logiche è stato dominato dalla contrapposizione di due modelli economici – e soltanto due modelli vicendevolmente esclusivi – il “Socialismo”, identificabile con economie a pianificazione centrale di tipo sovietico, e il “Capitalismo”, che copriva tutto il resto. Tale contrapposizione, apparentemente fondamentale, tra un sistema che ambiva a togliere di mezzo le imprese private interessate agli utili (il mercato, per esempio) e uno che intendeva affrancare il mercato da ogni restrizione ufficiale o di altro tipo, non è mai stata realistica.

  • Gandhi: amore e giustizia, per non morire di capitalismo

    Scritto il 12/10/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    «Da qualche parte c’è un punto dolce, che produce abbastanza senza sfociare nell’iper-individualismo che sospinge la nostra economia insoddisfacente e sbandata. La miscela di regolazione e valori che potrebbe rendere più comune tale autolimitazione è ovviamente altrettanto difficile da creare in Cina che negli Stati Uniti; ben più semplice limitarsi a benedire un’economia ciascuno-per-sé e farsi da parte. Ma creare quei valori, e le leggi e consuetudini che potrebbero lentamente evolverne, può risultare il compito chiave della nostra epoca e in tutto il mondo» (Bill McKibben, “Deep Economy”).

  • Weil: progresso, superstizione che disonora il bene

    Scritto il 27/9/09 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    Il titolo originale di quest’opera è “L’enracinement”, ma si tratta del titolo editoriale con cui l’opera uscì nel 1949, alcuni anni dopo la morte della pensatrice/attivista, probabilmente dovuta ad una scelta volontaria, come “sacrificatio” per la guerra che stava devastando il mondo. Franco Fortini non tradusse “sradicamento”, ma utilizzò un meraviglioso lemma dantesco, “La prima radice”, forte delle suggestioni mistiche presenti nell’opera. Il titolo dato dalla Weil al saggio era, invece, “Preludio ad una dichiarazione dei doveri verso l’essere umano”, tutto carico della polemica antilluminista della pensatrice (ma anche antihegeliana).

  • Fermiamo questo atroce modello di sviluppo

    Scritto il 25/9/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Un modello di sviluppo atroce, sfuggito dal controllo anche di chi pretende di governarlo, ci sta schiacciando tutti, uomini e donne di ogni mondo. Proiettandoci a una velocità sempre crescente, che la maggioranza non riesce più a sostenere, verso un futuro orgiastico che arretra costantemente davanti a noi – perché è lo stesso modello che lo rende irraggiungibile – crea angoscia, depressione, nevrosi, senso di vuoto e inutilità. In occidente questo modello paranoico è riuscito nell’impresa di far star male anche chi sta bene (566 americani su mille fanno uso abituale di psicofarmaci). Esportato ovunque, per la violenza dei nostri interessi

  • Fini: serve finanza etica, capitalismo democratico

    Scritto il 20/9/09 • nella Categoria: idee • (1)

    Finanza etica, economia sociale di mercato. E’ la ricetta del presidente della Camera, Gianfranco Fini, formulata attraverso il webmagazine della fondazione “Farefuturo”. Una lunga riflessione, nella quale il fondatore di An mette a fuoco il rapporto tra capitalismo e società, alla luce della crisi globale. L’anello mancante? L’etica. Da ripristinare ad ogni costo, facendo tesoro della grande esperienza del welfare europeo, modello di mediazione tra profitto e garanzie sociali.  Per Fini, si tratta di utilizzare la crisi per riscrivere le regole, abbandonare l’idologia della crescita illimitata e costruire un capitalismo più equo e democratico.

  • Perché i media non possono dire la verità

    Scritto il 24/8/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    C’è qualcosa di ingenuo in alcune delle critiche che vengono rivolte quotidianamente ai mezzi di comunicazione di massa: che essi non sollevino alcuni problemi; che essi non trattino alcuni temi; che essi utilizzino un determinato linguaggio; che essi sostengano sistematicamente e all’unisono determinati interessi; che essi oscurino giornalisti o politici che contrastino quegli interessi (ma invero, in questo momento storico, di simili politici non se ne vede nemmeno l’ombra). Critiche ingenue, perché hanno ad oggetto profili che non possono essere se non come sono. Sicché si pretendono, diremmo quasi infantilmente, dalla “libera stampa” e dalla “libera televisione”, contegni, scelte, indirizzi

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