Archivio del Tag ‘clima’
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Scie chimiche: qualcuno sta avvelenando il cielo?
Mutazioni climatiche indotte? Esperimenti condotti in cielo sulla pelle dell’umanità? Ci sono argomenti che vanno trattati coi guanti: solo a nominarli si viene guardati strani, considerati dei ciarlatani o dei visionari. Raramente i giornali se ne occupano: la comunità scientifica li considera privi di fondamento. Le “scie chimiche” sono uno di questi. L’opinione pubblica è divisa in due: chi nega a priori, accusando la fazione opposta di cospirazionismo, e chi invece ribadisce a pieni polmoni che è tutto vero: c’è un complotto ai danni dell’intera umanità, anche se scarseggiano dati e ricerche.
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Devastare il Camerun per garantire biofuel all’Europa
Colera, febbre tifoidea e dissenteria: sarebbe il “regalo” alla popolazione del Camerun che subisce la distruzione della foresta per far posto alle piantagioni di palma da olio destinate a produrre biocarburanti. Operazione sostenuta dall’Europa, che punta sul biofuel per sostituire gradualmente il petrolio. Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale sostengono la campagna per il biodiesel in Camerun: 140.000 ettari di superficie, 30.000 dei quali ottenuti a spese della foresta africana, delle popolazioni rurali e della biodiversità: la distruzione di foreste vergini accelera il surriscaldamento terrestre.
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Tutta la mediocrità del 2009 nel fallimento di Copenaghen
Il 2009 era cominciato con l’attacco israeliano a Gaza, avvertimento preventivo al nuovo presidente degli Stati Uniti non ancora insediato, che non esagerasse con le sue aperture multipolari. Ne è seguito un anno mediocre in cui il mondo è sfuggito ad altre guerre disastrose ma ha continuato a impoverirsi. Finché, a chiudere il 2009, è giunto il fallimento della Conferenza mondiale sul clima di Copenhagen, cioè il vertice più atteso sulle sorti del pianeta; dopo che già la diplomazia internazionale aveva dovuto arrendersi alle resistenze del potere finanziario
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Menzogne e follia, sipario sulla farsa di Copenaghen
Centoventi capi di stato, diretta emanazione di banche e multinazionali, chiusi dentro a un fortino a disquisire dei disastri ambientali prossimi venturi, determinati dal modello di sviluppo che loro stessi hanno creato, al fine di garantire sempre maggiori profitti ai propri padroni. Disastri che la maggior parte di loro non vedrà mai, dal momento che per evidenti ragioni di età si sarà accomiatata da questo mondo prima che la barca affondi. Molte migliaia di giovani fuori al gelo, decisi a contestarne l’operato presente e futuro. Giovani che con i disastri ambientali e le loro conseguenze dovranno fare i conti
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Strada: Obama Nobel di pace come la D’Addario di castità
Tempi duri per il presidente americano Barack Obama: come se non bastassero il crac di Wall Street, la crisi economica e industriale degli Usa, l’incerta politica estera e l’immane travaglio per imporre agli Stati Uniti un “rivoluzionario” sistema sanitario pubblico, da quando ha ricevuto il Nobel per la Pace il capo della Casa Bianca è diventato vittima di attacchi durissimi, fino a ieri impensabili. L’ultimo proviene da Gino Strada, fondatore di “Emergency”: il Nobel per la Pace a Obama, ha detto Strada con il consueto sarcasmo, equivale al Nobel per la Castità attribuito a Patrizia D’Addario.
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Cometa denuncia la catastrofe dell’ottimismo
È uscito il secondo numero di “Cometa”- acronimo di Comunicazione, Etica, Ambiente – il trimestrale di critica della comunicazione diretto da Giulietto Chiesa e promosso da Megachip e Pentapolis, in collaborazione con Legambiente. Disponibile nelle librerie Feltrinelli, il nuovo numero approfondisce quella che nel titolo viene definita “la catastrofe dell’ottimismo”, in un’analisi critica e documentata della natura, delle cause, delle cifre, delle vittime e dei carnefici della crisi economica in atto. Presenti tra gli altri saggi di Luciano Gallino e Paolo Cacciari e interviste a Beppe Grillo e Loretta Napoleoni.
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Copenaghen, le potenze emergenti e il futuro del clima
Il countdown è finito. A Copenaghen è partita la quindicesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici: il summit nel corso del quale, secondo le attese, si dovrebbero decidere i destini ambientali del pianeta. Dopo le dichiarazioni politiche dei giorni scorsi e gli incontri bilaterali fra le nazioni si è capito chiaramente che le sorti dei futuri accordi dipendereanno dagli Usa e dal gruppo noto come “Bric” e formato da Brasile, Russia, India e Cina, ovvero i paesi che hanno incrementato il proprio Pil in modo esponenziale dall’inizio del millennio.
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Il Brasile: grazie alla crisi, la salvezza dell’Amazzonia
Dalla crisi finalmente una buona notizia. Secondo il governo brasiliano la deforestazione dell’Amazzonia, il polmone del mondo, è crollata. Tra l’agosto del 2008 e il luglio del 2009 il disboscamento della più grande foresta del mondo si è ridotto del 45%. Livello più basso registrato negli ultimi 21 anni. Lo ha reso noto il governo nel corso di una cerimonia alla quale erano presenti il presidente Lula, vari ministri, nonché governatori e sindaci dei 43 municipi della regione amazzonica.
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Sos Bialowieza, santuario degli ultimi bisonti europei
La Foresta di Białowieża, conosciuta anche col nome di Belovežskaja Pušča in Bielorussia e Puszcza Białowieska in Polonia, è un’antica foresta vergine situata appunto lungo il confine tra la Bielorussia e la Polonia, a 70 chilometri a nord di Brěst. Rappresenta tutto ciò che resta dell’immensa foresta che migliaia di anni fa, prima dell’intervento umano, si estendeva su tutta l’Europa, Gran Bretagna inclusa. Ma la sua esistenza, come quella di altri posti simili nel mondo, è in pericolo. Il governo polacco vuole proteggerla, mentre gli abitanti chiedono strade e il confine bielorusso, eredità della Cortina di Ferro, continua a rappresentare un problema.
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Sos clima: la crisi non ferma le emissioni di gas serra
La crisi economica planetaria non ferma le emissioni di gas serra: foreste e oceani hanno perso la loro capacità di assorbire anidride carbonica e il surriscaldamento del pianeta non accenna a rallentare. «Se non si troverà subito un accordo per stabilizzare e ridurre le emissioni, l’aumento della temperatura globale non sarà di 2-3 gradi come fin qui ipotizzato, ma arriverà anche a 5-6 gradi entro la fine dell’attuale secolo», avverte la studiosa Corinne Le Quere, presentando l’ultimo studio realizzato da 31 ricercatori di sette paesi. La ricerca dimostra per la prima volta, dati alla mano, quello che molti scienziati avevano previsto: la rottura del ciclo della CO2.
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Indonesia, espulsi: vietato filmare la foresta che brucia
Chiara Campione, attivista di Greenpeace, e il giornalista Raimondo Bultrini insieme ad altri reporter e attivisti stranieri sono stati espulsi dall’Indonesia per “attività illegali”, ovvero: documentare la sparizione di ettari di foresta, alla vigilia del vertice di Copenaghen sul clima. L’indonesia è il terzo produttore di Co2 dopo Cina e Stati Uniti. Intensissima l’attività degli ultimi anni: foresta vergine devastata dagli incendi, per impiantare palme da olio e alberi adatti alla produzione della carta, di cui l’Italia è il primo acquirente. I due italiani sono stati fermati dalla polizia, interrogati a lungo e quindi espulsi dal paese.
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Clima: addio Copenaghen, Usa e Cina affossano il vertice
Contrordine, colleghi e compagni: il clima non è una priorità. O per meglio dire: sarebbe una priorità, ma mancano solo ventuno giorni alla Conferenza di Copenhagen e metterci d’accordo ormai è impossibile. Tanto vale sancirlo. Così, in un pragmatico abbraccio, Cina e Stati Uniti afflosciano il fondamentale vertice sul clima di dicembre. Lo fanno in separata sede, a Singapore, durante una colazione di lavoro a margine del vertice dell’Apec, l’organizzazione per la cooperazione economica dei paesi affacciati sul Pacifico.