Archivio del Tag ‘Colonia Italia’
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L’agenda news e i figli del Capitano Merryl, fedeli a Londra
Abbiamo più volte spiegato come l’attuale dittatura eurocratica produca i suoi malsani effetti al riparo di un sistema mediatico complessivamente addomesticato alla bisogna. Senza inseguire fesserie e complotti non provati, spesso veicolati con l’obiettivo di distogliere l’attenzione dalle porcherie effettivamente verificate e verificabili, è facile notare come il connubio tra grande finanza e grande informazione (con magistratura a traino, pronta cioè ad azzannare i nemici del sistema indicati dalla stampa) influenzi e determini le scelte di indirizzo politico che condizionano poi nei fatti la vita di milioni di persone. Prima domanda: chi seleziona le notizie che il “mainstream” quotidianamente propone? Seconda domanda: chi sceglie il taglio informativo da offrire rispetto ai diversi fatti che giornalmente nel mondo si verificano? Sembrerebbero domande banali e scontate, e invece non lo sono affatto.Rispetto al primo quesito le anime candide sono propense a ritenere che la scelta delle notizie da valorizzare rientri nei poteri di indirizzo esercitati da un qualsiasi direttore responsabile posto a capo di un giornale o di una rete televisiva; sul “taglio” da dare alle notizie, poi, i più pensano altrettanto ingenuamente che dipenda in larga misura dalla specifica sensibilità del singolo giornalista che scrive il pezzo. Entrambe le risposte sono sbagliate. Avete mai notato come i grandi giornali, con sfumature minime, propongano sempre le stesse notizie nonostante la varietà pressoché infinita di fatti ipoteticamente raccontabili? Avete mai notato come l’operato di alcune figure, vedi Mario Draghi, non venga mai criticato neppure per sbaglio da nessuno dei tanti “giornali liberi” che affollano inutilmente le nostre edicole?Di fronte a due premesse certe come quelle appena evidenziate, esistono solo due risposte possibili. Una, irrazionale, così sfacciata da voler far credere ai cittadini che la sostanziale omogeneità di scelte e vedute che accomuna tutta l’informazione sia frutto del caso o del libero convincimento stranamente coincidente dei diversi direttori; la seconda, più verosimile e razionale, spiega come dietro il paravento di un pluralismo informativo che serve solo ad ingannare i tonti, si muovano con perizia alcune note centrali di intelligence che “imboccano” gli editorialisti più prestigiosi, sempre felici di farsi teleguidare dall’esterno nella certezza di ricevere in prospettiva sicuri vantaggi in termini di denaro o di carriera. Fantasie? Calunnie complottiste? Non direi. Se avete la pazienza di leggere l’ottimo libro “Colonia Italia”, scritto da Cereghino e Fasanella per Chiarelettere editore, troverete nomi, cognomi, prassi e documenti che finiranno per insinuare un sacrosanto dubbio perfino nel piddino più incallito.Scoprirete un mondo, fatto di spie e penne compiacenti, che non lascia nulla al caso; un mondo popolato da uomini spregiudicati e senza scrupoli, pronti a scrivere senza pudore che “il bianco è nero” e “il nero è bianco” per difendere i padroni. Fasanella e Cereghino, avendo avuto la bontà di leggere e studiare una serie di documenti di recente desecretati dal governo inglese, si sono imbattuti in una sfilza di nomi, fatti e storie del passato che, rivalutati alla luce di una consapevolezza finalmente matura, assumono ora un significato diverso. Ma le storie di ieri ci parlano dell’Italia e dell’Europa di oggi. Nulla induce a ritenere che le atmosfere e i compromessi raccontati nel libro di Cereghino e Fasanella, precisi nello spiegare ratio e genesi di alcune campagna di stampa così aggressive da deviare dolosamente il corso degli eventi politici (si pensi al “caso Montesi” o alla violenza strumentale e fasulla di alcune inchieste pensate per colpire Enrico Mattei), riguardino soltanto il passato. Perché oggi le cose dovrebbero funzionare diversamente? Magari tra trenta o quaranta anni, spulciando le carte immagazzinate dai diversi servizi di intelligence, capiremo come mai alcuni “illuminati” intellettuali nostrani continuino con sommo sprezzo del ridicolo a proporre analisi già smentite dalla realtà fattuale e dal buon senso.Ieri, in conclusione, ho casualmente ascoltato Mario Monti e Paolo Mieli ospiti negli studi de la7. Paolo Mieli, giorni fa, pubblicò un editoriale sulle pagine del “Corriere della Sera” titolato “Le accuse di troppo all’Europa”. Mieli propone alcune chiavi di lettura palesemente sgangherate che non meriterebbero troppa attenzione. Infatti, alla luce di quanto premesso,più che entrare nel merito delle cose dette e scritte, sarebbe forse più importante capire quali siano i mondi di riferimento di personaggi alla Paolo Mieli, figlio del leggendario “capitano Meryll”– al secolo Renato Mieli – già “press officer” dello “Psychological Warfare Branch” (Divisione per la guerra psicologica, ndm), allestito al tempo della seconda guerra mondiale dal “Comando generale delle forze alleate” per deviare, condizionare e indirizzare le scelte italiane in direzione del raggiungimento degli interessi inglesi. Chi può escludere che anche oggi predominino, mutatis mutandis, le stesse identiche dinamiche? Nessuno onesto intellettualmente, ritengo. E’ arrivato quindi il momento di ricostruire carte alla mano vicende che, pur sembrando antiche, sono quanto mai attuali.(Francesco Maria Toscano, “Ascoltando il figlio Capitano Merryl si capisce come la Divisione per la Guerra Psicologica non abbia mai levato le tende dall’Italia”, dal blog “Il Moralista” del 17 febbraio 2016).Abbiamo più volte spiegato come l’attuale dittatura eurocratica produca i suoi malsani effetti al riparo di un sistema mediatico complessivamente addomesticato alla bisogna. Senza inseguire fesserie e complotti non provati, spesso veicolati con l’obiettivo di distogliere l’attenzione dalle porcherie effettivamente verificate e verificabili, è facile notare come il connubio tra grande finanza e grande informazione (con magistratura a traino, pronta cioè ad azzannare i nemici del sistema indicati dalla stampa) influenzi e determini le scelte di indirizzo politico che condizionano poi nei fatti la vita di milioni di persone. Prima domanda: chi seleziona le notizie che il “mainstream” quotidianamente propone? Seconda domanda: chi sceglie il taglio informativo da offrire rispetto ai diversi fatti che giornalmente nel mondo si verificano? Sembrerebbero domande banali e scontate, e invece non lo sono affatto.
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Colonia Italia, i media pro-austerity controllati da Londra
Un bel libro di Fasanella e Cereghino, “Colonia Italia” edito da Chiarelettere, offre uno squarcio decisivo per comprendere il rapporto che lega politica e informazione. Dietro il paravento di una libertà di stampa brandita a mo’ di slogan si cela sempre una realtà differente e puzzolente, fatta di corruzione, manipolazione e compromessi che nulla hanno a che vedere conl’informazione. Non si tratta, badate bene, di singole devianze ma di un sistema rodato e collaudato: solo chi è disposto a prostituirsi intellettualmente può sperare di entrare nell’empireo del giornalismo. Partendo dallo spaccato preciso e puntuale preparato da Fasanella, offrirò un affresco del panorama informativo italiano, dominato da dinastie di “venduti con la penna” che mentono di generazione in generazione per indole, sport, interesse, malvagità e pavidità. Ma, badate bene di nuovo, non si tratta di storie del passato raccontate solo ora a bocce ferme. Tutt’altro. I metodi svelati nel libro in argomento sono attualissimi e tutt’ora dominanti.Ma per davvero c’è ancora in giro qualcuno che può credere alla buona fede di chi predica il “successo delle politiche di austerità” volute dalla Merkel? Fino a qualche anno fa, prima dello scempio assoluto che oggi è sotto gli occhi di tutti, qualche allocco intimamente convinto del fatto che Monti e quelli come lui lavorassero al “risanamento dei conti nell’interesse dell’Italia e degli italiani” esisteva per davvero. Ora no. Nessuno è così stupido da non accorgersi che il fuoco brucia dopo avere visto per dieci volte di fila qualcuno ustionarsi maneggiando lo stesso braciere. I giornali italiani sono in malafede. Peggio: sono etero-diretti da centrali di intelligence occulte e deviate che tengono a libro paga la gran parte dei principali editorialisti nostrani, lautamente retribuiti in denaro o altre utilità in misura direttamente proporzionale alla mancanza di scrupoli, amore di verità e deontologia professionale ripetutamente dimostrata. I giornali italiani, da destra a sinistra, scrivono tutti le stesse cose.Ricordate i fiumi di bava che accompagnarono nel 2011 l’ascesa al potere di Monti per volontà del divino Napolitano? Ci vuole molto a capire che il nostro sistema informativo, formalmente plurale, si abbevera in realtà nascostamente presso le stesse identiche e velenose fonti? Una volta sedimentata simile ovvietà sarà allora giusto e possibile riconoscere l’esistenza di due categorie principali che separano i maggiori “intellettuali” italiani. Da un lato esistono quelli che scrivono a pagamento sotto dettatura del sistema massonico dominante; dall’altro ci sono quelli che raccontano le stesse cose gratis, per mero servilismo o innata subalternità nei confronti del potere. Mi viene difficile capire quale delle due categorie faccia più schifo. E’ pur vero che è possibile manipolare solo gli ingenui e gli ignoranti. Un popolo colto e fiero non si farà facilmente impressionare dalle tante menzogne scritte solo perché ripetute all’infinito da un manipolo di giullari al servizio dell’oligarchia finanziaria di comando.Paradossalmente, dopo avere aperto gli occhi ai troppi ciechi ancora in circolazione, le manipolazioni pacchiane cucinate nelle redazioni de “Il Corriere della Sera”, “La Stampa”, e “La Repubblica”– solo per citare i manganelli più grossi usati dai padroni – finiranno per agevolare il nostro compito. Quando tutti sapranno che simili quotidiani difendono costitutivamente interessi malvagi e privati, esperti nell’arte della bugia e del raggiro per meglio realizzare i sottesi obiettivi massonici perseguiti nell’ombra, la credibilità di ciascuno di loro finirà necessariamente sottoterra, rendendo automaticamente più forti e preganti le posizioni di tutti quelli che sostengono il contrario, divenuti adesso degni di attenzione e di rispetto per il solo fatto di non condividere – neppure casualmente e sporadicamente – le linee di indirizzo sposate da note centrali di disinformazione finalmente smascherate e offerte al pubblico ludibrio e all’ignominia eterna.La dittatura eurocratica imposta dai vari Merkel, Schaueble e Draghi – quest’ultimo così ridicolo da denunciare la presenza di complotti globali che ne ostacolerebbero l’operato – non potrebbe reggersi senza il sostegno indispensabile dell’informazione corrotta e prezzolata. Nulla viene lasciato al caso. E’ bello tuttavia constatare come oggettivamente aumenti il livello di consapevolezza di tanti cittadini non più disposti ad accettare acriticamente l’interessato punto di vista offerto dalle élite. Siamo dentro un passaggio storico decisivo. Troppi lestofanti cercano disperatamente di salvare uno schema che non regge più. E’ solo questione di tempo, ma la perfida piramide costruita dagli apprendisti stregoni che ancora (per poco) guidano l’Europa è destinata ad affondare. Ognuno di loro raccoglierà quanto seminato e a nulla varranno i cambi di casacca dell’ultima ora. I ripetuti attentati contro le democrazie dei diversi Stati europei costituiscono una prassi pericolosissima da sanzionare con la massima severità a scopo paradigmatico. Cosicché nessuno, nel prossimo futuro, immagini di poter a cuor leggero rispolverare le gesta di Merkel, Schaueble e Draghi, tristi epigoni del reich autentico, finiti anch’essi nella polvere e nel disonore nonostante le maggiori cautele adottate rispetto ai più truci predecessori.(Francesco Maria Toscano, “L’informazione putrida e corrotta tiene in piedi ancora per poco il tecnonazismo di Draghi e Schaeuble”, dal blog “Il Moralista” sel 6 gennaio 2016. Il libro: Mario Cereghino e Giovanni Fasanella, “Colonia Italia. Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano. Le prove nei documenti top secret di Londra”, Chiarelettere, 483 pagine, euro 18,60).Un bel libro di Fasanella e Cereghino, “Colonia Italia” edito da Chiarelettere, offre uno squarcio decisivo per comprendere il rapporto che lega politica e informazione. Dietro il paravento di una libertà di stampa brandita a mo’ di slogan si cela sempre una realtà differente e puzzolente, fatta di corruzione, manipolazione e compromessi che nulla hanno a che vedere conl’informazione. Non si tratta, badate bene, di singole devianze ma di un sistema rodato e collaudato: solo chi è disposto a prostituirsi intellettualmente può sperare di entrare nell’empireo del giornalismo. Partendo dallo spaccato preciso e puntuale preparato da Fasanella, offrirò un affresco del panorama informativo italiano, dominato da dinastie di “venduti con la penna” che mentono di generazione in generazione per indole, sport, interesse, malvagità e pavidità. Ma, badate bene di nuovo, non si tratta di storie del passato raccontate solo ora a bocce ferme. Tutt’altro. I metodi svelati nel libro in argomento sono attualissimi e tutt’ora dominanti.