Archivio del Tag ‘costi’
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Krugman: falsi tecnocrati crudeli vi hanno tradito con l’Euro
C’è una parola che ultimamente sento di continuo: “tecnocrate”. A volte viene usata come un termine di disprezzo: i creatori dell’euro, ci si dice, erano tecnocrati che non sono riusciti a tenere in conto i fattori umani e culturali. A volte è invece un termine elogiativo: i novelli primi ministri di Grecia e Italia sono descritti come tecnocrati che si eleveranno al di sopra della politica per fare quel che deve essere fatto. Un attimo. Io lo so bene chi sono i tecnocrati; a volte ho ricoperto anch’io quel ruolo. E queste persone – le persone che hanno costretto l’Europa ad adottare una moneta comune, le persone che stanno costringendo sia l’Europa sia gli Stati Uniti all’austerità – non sono affatto tecnocrati. Sono, invece, dei romantici profondamente privi di senso pratico.
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Afghanistan, all’Italia la guerra costa 50 milioni al mese
Una guerra da 50 milioni di euro al mese. Questi i costi della missione italiana in Afghanistan, del cui rifinanziamento si è inziato a ridiscutere alla Camera. Per i primi sei mesi del 2010, osserva “PeaceReporter”, sono stati stanziati 308 milioni di euro (51 milioni al mese) che serviranno per mantenere operativi sul fronte afgano 3.300 soldati, 750 mezzi terrestri (tra carri armati, blindati, camion e ruspe) e 30 velivoli, ossia 4 caccia-bombardieri, 8 elicotteri da attacco, 4 da sostegno al combattimento, 10 da trasporto truppe e 4 droni.
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Stop inceneritori, meglio 200.000 posti di lavoro puliti
Per favore, non inceneriamo anche il nostro futuro. Cambiamo aria, mettiamo al bando gli inceneritori: costano moltissimo, minacciano la salute, non risolvono il problema dei rifiuti. Queste le parole d’ordine della campagna ambientalista contro gli impianti di incenerimento, denominati “termovalorizzatori”. «Una furbesca interpretazione delle direttive europee – accusa Michele Boato – fa credere che gli inceneritori comportino la riutilizzazione dei rifiuti». Niente di più falso. L’alternativa? La raccolta differenziata porta a porta: investendo appena un miliardo di euro, si ottengono 200.000 posti di lavoro. E senza inquinare, né provocare tumori.
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Zanotelli: se l’acqua non sarà più nostra, come in Bolivia
Una volta era la Terra, coltivata da tutti, comunitariamente. La gente apparteneva alla terra, ma la terra non apparteneva alla gente. Poi, nell’Inghilterra dei Tudor, si cominciarono a recintare i terreni e nacque così la proprietà privata. Nei secoli seguenti ci siamo spartiti tutto: prima è stata la volta dei mari, oggi di proprietà di questa o quella nazione, poi è stata la volta dei cieli e dell’aria, divisa in corridoi aerei. Ora, tocca ai beni comuni. È il caso dell’acqua, è il caso dell’Italia.