Archivio del Tag ‘democrazia’
-
Cittadini d’Europa, uniamoci: non paghiamo il loro debito
Perché pagare noi il disastro creato da altri, a nostra insaputa? Primo obiettivo: fare chiarezza sul passato. E scoprire cosa ne è stato del denaro di un dato prestito, a quali condizioni è stato concesso, quanti interessi sono stati pagati, a che tasso, e in che proporzione sono stati già rimborsati. E poi: come è stato gonfiato il debito, senza che fosse utile alla popolazione? Quali strade hanno seguito i capitali? A chi sono serviti? Quale proporzione è stata indebitamente appropriata, da chi e come? E quindi: come ha fatto lo Stato a trovarsi in così grandi difficoltà? A causa di quali decisioni, prese a che titolo? Per esempio: com’è che sono diventati pubblici i debiti privati? Chi si è impegnato in progetti inadatti? Chi ne ha approfittato ha addirittura commesso crimini, delitti? Perché non vengono stabilite le responsabilità civili, penali e amministrative?
-
Reichlin: schiavi del denaro, nel vuoto della non-politica
L’avatar di Berlusconi che davanti al Parlamento balneare dice che va tutto bene, Bersani che replica che «le banche vanno male perché le aziende vanno male, e il mondo lo sa», e poi Casini, l’unico che propone qualcosa (a parte la sostituzione del premier): tanto vale, dice, bere subito la medicina amara dei super-tagli di Tremonti, imposti da Bruxelles ma assurdamente posticipati al 2013. Un funerale in diretta, a reti unificate: nessuna soluzione per uscire dalla crisi. Nessuna diagnosi, a parte la rituale condanna del Cavaliere ad personam. E soprattutto, nessuna alternativa: stando ai partiti che siedono in Parlamento, domani l’Italia avrà di fronte la stessa non-politica di oggi, al massimo emendata dall’ingombro dell’uomo di Arcore. Più che altrove, a Roma si riflette quello che Alfredo Reichlin chiama «il vuoto mondiale».
-
Israele in rivolta: vogliamo futuro, non guerra e crisi
«Siamo sempre in guerra con qualcuno, ma ora scopriamo che non arriviamo alla fine del mese, non possiamo pagarci gli studi, né comprare casa: è assurdo». Dilaga in Israele la protesta degli “indignados”, partita da Tel Aviv ed estesasi in tutte le maggiori città, compresa Gerusalemme: «Qui, alloggi e affitti hanno prezzi inavvicinabili: il nostro paese non ha più welfare». Una donna: «L’unico posto con assistenza e facilitazioni sono i nuovi insediamenti», le colonie abusive sorte nei territori palestinesi: «Non è giusto». E un ragazzo, reduce dal servizio di leva: «Ho servito nell’esercito per anni, e una volta tornato a casa ho scoperto di non avere abbastanza soldi per iscrivermi all’università».
-
No-Tav, indignados anti-Casta: Torino come Madrid
Il modello è quello degli indignados spagnoli. Giovani, famiglie, pensionati che hanno occupato la Puerta del Sol di Madrid e di altre grandi città iberiche giorno e di notte per rivendicare il diritto ad un futuro certo e protestare contro i Palazzi del potere. E’ questa la forma di protesta con cui il movimento No Tav dovrebbe aprire il fronte metropolitano torinese tra la fine di agosto e i primi di settembre. La protesta si svolgerà in una pizza centrale di Torino dove per almeno un giorno e una notte i No Tav si accamperanno per richiamare l’attenzione dei torinesi sulle ragioni di una battaglia che «non è sicuramente nimby».
-
Maggiani: guai se la val Susa perde il canto dell’acqua
Che cosa significa per una comunità montana perdere il canto dell’acqua? Questo tema credo che dipenda dalla dignità, dalla coscienza che ha di sé una collettività di uomini. Se una comunità montana perde il canto dell’acqua perde la sua dignità. È un po’ come dalle mie parti abbattere un noce, che è l’albero che accoglie tutte le streghe, per farci un posto auto. Ora io mi chiedo se sto davvero comprendendo cosa succede in val di Susa. Quello che c’è di indecente è che ancora una volta si sia usato un metodo fintamente democratico in alcuni casi e non democratico in altri, per paura e disprezzo della democrazia e delle comunità. La guerriglia di questi giorni mi puzza, non ho capito chi abbia mandato quella gente. Al G8 di Genova era chiaro, li ho visti, ma ora non capisco come le comunità montane avrebbero potuto usare questi manganelli umani per risolvere la questione.
-
Massacro sociale: meno democrazia, larghe intese col Pd
Il Senato ha da poco approvato l’ennesima mozione di fiducia posta dal governo Berlusconi. La maggioranza assoluta degli inquilini di Palazzo Madama ha certificato, ancora una volta, la tenuta della compagine che sostiene l’esecutivo in carica. Tuttavia la realtà è diversa dall’apparenza: tra le forze parlamentari, e anche all’interno dello stesso Pdl, è sempre più accreditata l’ipotesi che Berlusconi cada, per essere sostituito da un esecutivo di larghe intese. La finanziaria di Tremonti non è sufficiente a tenere a freno mercati e speculatori. E con l’imperversare della crisi, per garantire la difesa degli interessi dei ceti dominanti, il governo dovrà essere in grado di imporre scelte sempre più dure, in termini di tagli, imposte e privatizzazioni.
-
Anch’io alpino No-Tav a Chiomonte, con la meglio gioventù
Premesso che quanto dirò sono esclusivamente mie riflessioni, in quanto sono un ex alpino non iscritto all’Ana, per formazione culturale e caratteriale da sempre antitetico a qualsiasi forma di struttura militare. Purtuttavia domenica ho messo anch’io con molti altri il cappello con la penna nera davanti al “fortino” della Maddalena. L’ho messo innanzitutto perché il cappello l’ho portato (con la divisa) quasi quarant’anni fa per tredici mesi sulle nostre montagne, condividendo quei momenti non solo con tanti altri ragazzi come me, ma soprattutto con la gente di montagna, che come sempre ci vedeva e ci accoglieva come amici fraterni.
-
«Guai se gli alpini proteggono Tav, mafia e ladri»
Dov’è finito il “sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern? Difficile credere che, oggi, si rassegnerebbe a fare la guardia alle ruspe del “non-cantiere” per la Torino-Lione. E l’amico tenente Nuto Revelli, quello della “guerra dei poveri”? Anche lui sarebbe già passato, come suo figlio Marco, dalla parte dei No-Tav. Due grandi scrittori italiani, entrambi alpini. Due esemplari narrazioni sulla follia della guerra, cui tentò di opporsi – anche sotto i colpi dell’artiglieria, nella steppa russa, a quaranta gradi sotto zero – l’indomita umanità alpina, l’esercito dei soldati montanari. «Ghe rivarèm a baita?», domanda l’alpino disperso nel gelo, senza poter immaginare che un giorno, sui monti valsusini, proprio la “baita”, il rifugio familiare, sarebbe stato assediato: dalla polizia e, nientemeno, dalle penne nere.
-
Schiava della finanza, questa politica ci dichiara guerra
La Tav Torino-Lione? Una truffa: tutti sanno che non si realizzerà mai, ma i pochi cantieri che potrebbero venir aperti basterebbero a tener buoni per un po’ i costruttori amici dei politici, e quindi le banche. Idem il bluff della “Fabbrica Italia” di Marchionne, o gli inceneritori che fanno la gioia di chi li costruisce, o magari gli affari d’oro dei terreni per l’Expo di Milano. Dietro la fiaba della “crescita” c’è un’amara verità: mercati saturi. Quel tipo di produzioni e investimenti non fanno sviluppo e non creano occupazione, ma solo «danni e violenza». Il problema vero? Non è il debito, ma il sistema economico. E i grandi burattinai della finanza giocano al massacro: tanto, loro ci guadagneranno lo stesso, e a rimetterci saremo solo noi, cittadini senza più diritti né sovranità, né veri partiti a cui affidare il voto.
-
Ministro Maroni, venga in val Susa e capirà i No-Tav
Onorevole Ministro, le scrivo a titolo strettamente personale, ma sono convinto che quanto segue potrà essere condiviso da chi, come me, vive da anni in valle di Susa, osservandone impotente il declino, cominciato tanti anni fa e destinato a proseguire chissà per quanto ancora, viste le “attenzioni” che alcuni personaggi molto influenti continuano ad avere sul suo destino di “corridoio strategico”. Perché ormai questa vallata è diventata un corridoio, buona per farci passare di tutto di più, senza alcuna attenzione, né rispetto, per chi ci vive e ci lavora, per il suo territorio, la sua storia. Mi creda, signor Ministro, vivere in un corridoio non è piacevole!
-
Pericolo: l’Europa taglia democrazia, e la politica tace
Le drastiche misure di austerità che i governi europei, incluso il nostro, stanno infliggendo ai loro cittadini non riguardano soltanto l’economia. Pongono questioni cruciali per il futuro della democrazia nella Ue. Prima questione: le organizzazioni cui i governi mostrano di avere ceduto la sovranità economica, quali il Fmi, la Bce, la Commissione europea e le agenzie di valutazione, non godono di alcuna legittimazione politica. Inoltre si sono mostrate incapaci sia di capire le cause reali della crisi, sia di predisporre interventi efficaci per rimediarvi. Come si spiega allora l’atteggiamento di supina deferenza che verso di loro mostrano i governi?
-
Soldati in val Susa? Conoscerete noi, vecchi alpini No-Tav
Buon giorno. Leggo con dispiacere l’uso degli alpini a difesa della recinzione di Chiomonte. Sono un alpino in congedo fino a 10 minuti fa orgoglioso di esserlo, oggi fiero di abbandonare cappello e non rinnovare l’iscrizione all’Ana. Recinzione, perché di recinzione si tratta. Nessun cantiere è partito e nessun cantiere partirà. Leggo sul sito della Taurinense: “La Brigata Alpina Taurinense è una delle grandi unità specializzate per il combattimento in montagna che la forza armata annovera fra le sue fila”. E cosa ci va a fare a Chiomonte? A combattere mamme e bambini che lottano contro un’opera inutile, disastrosa e che metterà a rischio anche le stesse truppe alpine bruciandone i soldi che invece servirebbero per alimentarle e rinnovarle?