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Archivio del Tag ‘disinformazione’

  • Noi, vittime quotidiane della Guerra dell’11 Settembre

    Scritto il 24/8/11 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Giulietto Chiesa la chiamò “la guerra infinita”, titolando un bestseller italiano all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle. Dieci anni dopo, un giornalista del “Guardian”, Jason Burke, la ribattezza in modo analogo e ancora più esplicito: la Guerra dell’11 Settembre. Cominciata a Manhattan e proseguita nel resto del mondo: sia in teatri finiti sotto i riflettori dei media, come l’Iraq e l’Afghanistan e ora la Libia, sia in latitudini meno frequentate dai reporter e delle loro narrazioni “embedded”, dai deserti del Sudan alle montagne del Tagikistan, dal mare delle Seychelles alle foreste indonesiane. Il conto delle vittime è spaventoso, ma rivela l’identità degli sconfitti: tutti noi, regolarmente all’oscuro dei piani.

  • Nuova era, le bombe della Nato piegano Tripoli

    Scritto il 22/8/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Si consuma una grande tragedia, in queste ore, sulle altre sponde del nostro mare, tra Tripoli e Gaza. Sono le avvisaglie di un dramma e di un disordine più vasto, che arriverà addosso anche a milioni di cittadini europei inconsapevoli. In Libia, le notizie provengono in prevalenza dalla Nato, nel suo ruolo di armata coloniale. È una fonte interessata, ed è una fonte che finora è stata smaccatamente inattendibile. Pur scontate le sue menzogne, la spallata contro Tripoli registra un successo militare reale, perfino mettendo da parte le notizie esagerate sulle folle festanti. C’è morte e distruzione e c’è la fine di uno stato sovrano.

  • Sfrattare Gheddafi? Non ancora: è l’alibi perfetto per il caos

    Scritto il 21/8/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Contrariamente a una «diffusa leggenda», non sono tanto i ribelli che combattono contro l’esercito libico e i suoi riservisti, quanto semmai la Nato. «Lo schema è ormai ben rodato: gli elicotteri Apache investono una località mitragliando tutto ciò che si muove, la popolazione fugge e l’esercito si ritira. I “ribelli” invadono allora la città, alzano la bandiera monarchica davanti alle telecamere della Cnn e poi saccheggiano le case abbandonate. Ma appena la Nato si ritira, l’esercito libico ritorna e i “ribelli” scappano, lasciandosi alle spalle una città devastata». Ogni giorno il Consiglio nazionale di Bengasi afferma di aver preso una città che perde il giorno successivo: Zwaya e Brega, le raffinerie e la stessa Misurata, di cui i “ribelli” non avrebbero tuttora il pieno controllo.

  • Paolo Barnard: il vero potere mondiale ci vuole schiavi

    Scritto il 15/8/11 • nella Categoria: idee • (27)

    Chi decide il nostro futuro? Quegli «ometti in doppiopetto blu» che in teoria possiamo promuovere o bocciare col voto? No, purtroppo: quelle sono solo «le marionette del vero potere», che risiede lontano, protetto da palazzi inaccessibili, da cui dirama ordini attraverso il più micidiale degli strumenti: la finanza. Il mondo ci sta franando addosso? Non è un caso: era tutto perfettamente previsto. Anzi: organizzato. Da chi è al lavoro da decenni per compiere “il più grande crimine”: lo smantellamento della democrazia, la fine della sovranità, la privatizzazione degli Stati, l’eutanasia della politica. Una piovra elusiva, senza volto, ma pressoché onnipotente e dalle mille sigle: Bilderberg, Wto, Unione Europea e Bce, Fmi, con tanto di lobby e think-tanks, banche centrali, mafie.

  • Facciamo come l’Islanda: niente tagli, banchieri in galera

    Scritto il 10/8/11 • nella Categoria: idee • (21)

    Non sono un economista e faccio fatica a districarmi in questa marea di informazioni e dati che tutto dicono e nulla spiegano. Quando gli economisti e i mass media parlano della crisi sembrano parlare in codice per non farci capire. I mass media hanno il dovere di informarci, ma non lo fanno. So tutto dell’omicidio di Avetrana, della casa di Cogne, del delitto di via Poma, della strage di Erba, eccetera, e non so i nomi degli speculatori, chi comanda il Fondo Monetario Internazionale, cosa sono le agenzie di rating e soprattutto cosa guadagnano le banche centrali e da chi sono governate. Voglio i nomi e voglio conoscere i meccanismi, e voglio che siate voi economisti a spiegarcelo.

  • Addio testimoni: morti i Navy Seals che “uccisero” Bin Laden

    Scritto il 09/8/11 • nella Categoria: segnalazioni • (8)

    Attenti: i mitici Navy Seals, gli incursioni della marina americana protagonisti della spettacolare “uccisione” di Osama Bin Laden saranno eliminati nel corso di un tragico ma «provvidenziale incidente militare». La “profezia” era stata annunciata dal sito “Infowars” subito dopo la clamorosa operazione che le forze Usa avrebbero condotto ad Abbottabad, in Pakistan, dove il 2 maggio 2011 avrebbero localizzato, catturato e ucciso Bin Laden, facendone poi sparire il corpo senza neppure diffonderne una fotografia. Per arrivare all’incidente, “provvidenziale” o meno, sono bastati tre mesi: il 7 agosto è caduto in Afghanistan un elicottero “Chinook” con a bordo una trentina di uomini, 17 dei quali appartenenti all’unità speciale reduce dal “blitz” di Abbottabad. Una “vendetta dei talebani” o il seppellimento definitivo di una colossale menzogna?

  • Fiori, non sassi: la marea No-Tav beffa Maroni

    Scritto il 31/7/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    «Maroni? Dovrebbe fare il sassofonista, non il ministro», scherza dal microfono un alpino in congedo, con in testa il cappello con la penna nera, in mezzo ai 15.000 dimostranti pacifici dell’ultima marcia No-Tav, da Giaglione a Chiomonte, il 30 luglio. Doveva essere «la giornata clou», secondo il titolare del Viminale, il “ministro della paura”: la decisiva battaglia campale in cui «fermare i violenti». Che però non si sono visti: niente sassi, ma fiori agli agenti antisommossa. «Siamo noi a decidere il da farsi, non la polizia», avverte il movimento valsusino, che incassa l’ennesimo trionfo popolare: la partecipazione era stata scoraggiata da inauditi appelli al boicottaggio da parte di media e politici, completamente ignorati. In valle di Susa hanno sfilato in massa cittadini, sindaci e anche una delegazione dall’Aquila.

  • I No-Tav: attenti alle belve dello Zoo di Chiomonte

    Scritto il 26/7/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Continua la campagna mediatica contro i No-Tav, accusati persino di aver rimosso il tricolore dal monumento ai marinai di Susa per “sostituirlo” col vessillo del movimento valsusino: «Siamo al ridicolo», protestano i militanti, che annunciano una causa civile contro “Repubblica”, anche per i ripetuti accostamenti tra gli “anni di piombo” e la rivolta popolare contro la Torino-Lione. «A Susa abbiamo solo aggiunto la bandiera No-Tav al tricolore. E se non basta, sfileranno con noi anche gli ex marinai, dopo gli alpini». La stampa ha anche definito “blitz” il civile, pacato volantinaggio col quale i No-Tav hanno informato gli operai della Italcoge, l’azienda coinvolta nel “non-cantiere” di Chiomonte. Che da un po’, tra un lacrimogeno e l’altro, gli attivisti valsusini hanno ribattezzato beffardamente “lo zoo”.

  • Cia e Wikileaks: nuova Gladio per piegare la Norvegia?

    Scritto il 26/7/11 • nella Categoria: idee • (1)

    False flag, depistaggio: mentre i media inquadrano gli occhi gelidi del “mostro” Breivik, il “killer solitario” di Oslo e Utøya, si sospetta che sull’isola della strage i macellai armati fossero almeno due, e nient’affatto isolati. La polizia norvegese è costretta a fare i conti con una struttura denominata “Simas”, creata dall’intelligence Usa reclutando agenti in congedo, un po’ come la Gladio italiana. La bomba nel centro di Oslo? E’ esplosa 48 dopo una strana esercitazione “antiterrorismo”. E Washington aveva messo la Norvegia in cima a una lista nera, da quando la piccola democrazia scandinava aveva annunciato il ritiro dalla Libia. Prima ancora, la Norvegia aveva rifiutato di enfatizzare l’allarme “Al-Qaeda”, irritando americani e inglesi. Fino ai sinistri avvertimenti di Wikileaks: la Norvegia sottovaluta il terrorismo. Vuoi vedere che prima o poi sarà costretta a cambiare idea?

  • Carlo Giuliani No-Tav, in memoria di “Sole e Baleno”

    Scritto il 25/7/11 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    «Ci vogliono morti perché siamo i loro nemici, e non sanno che farsene di noi perché non siamo i loro schiavi». Parola di Soledad Rosas, giovane anarchica argentina trovata morta in stato di detenzione l’11 luglio 1998, poco dopo il decesso del suo compagno Edoardo Massari, rinvenuto a sua volta impiccato nel carcere torinese delle Vallette. E’ la tragica fine della storia di “Sole e Baleno”, per molti aspetti ancora oscura, come quella dei 12 attentati dinamitardi e incendiari che nei mesi precedenti avevano scosso la valle di Susa. Di quegli attentati, affrettatamente definiti “eco-terroristici”, i due giovani erano stati erroneamente accusati, per poi essere scagionati fuori tempo massimo, post mortem. Tredici anni dopo, quella tragedia pesa ancora. Aggravata dallo strazio per l’anniversario della morte di una terza vittima, anch’essa legata ai primordi della causa No-Tav: Carlo Giuliani.

  • News criminali, Murdoch va arrestato per la guerra in Iraq

    Scritto il 19/7/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    L’impero di Murdoch è nella bufera, ma quanto sarebbe stato meglio se questa bufera si fosse scatenata quando l’editore australiano e le sue tv si trasformarono nel braccio mediatico della invasione dell’Iraq. Fu proprio lui, non solo a sostenere le ragioni di Bush, ma anche  a pianificare e a promuovere una eccezionale campagna di disinformazione, fondata sulla ripetizione ossessiva dei falsi dossier sul presunto arsenale di Saddam e sulla guerra prossima ventura che  il dittatore si sarebbe apprestato a scatenare contro gli Stati Uniti. Quella campagna fu scientificamente programmata, quei dossier erano palesemente  falsi, in realtà si trattava di sostenere gli interessi di ristrette oligarchie.

  • Quale pace? Gli afghani festeggiano quando ci uccidono

    Scritto il 17/7/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Con Roberto Marchini i caduti italiani in Afghanistan sono saliti a 40. Cifra che impressiona ma che, in dieci anni di guerra, non è particolarmente rilevante. I danesi, con un contingente che è un quarto del nostro, ne hanno avuti altrettanti. Gli inglesi 364 su 9500 (stime ad aprile) cioè, proporzionalmente, il quintuplo degli italiani. È la logica e oserei dire anche l’etica, della guerra dove lo speciale diritto di uccidere ha come contraltare la possibilità di essere, altrettanto legittimamente, uccisi. Per questo danno fastidio le consuete e ipocrite geremiadi istituzionali quando un soldato italiano muore in Afghanistan come se si trattasse di qualcosa di inaccettabile, di inesplicabile.

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