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Giovagnoli: voi, Signori del Dolore, e il fratello De Donno
E’ ora di cominciare a parlare chiaro: esistono tre soggetti in campo, oggi. Ci sono quelli brutti e cattivi, veramente diversi da noi. Conducono il gioco da millenni: hanno cambiato uniformi e casacche, ma sono sempre loro, e non fanno parte della nostra vita. Saranno i primi a uscire di scena, gli artefici del grande progetto criminale: sono esseri che non sentono. Il loro cuore pompa sangue, ma muove pochissime emozioni, e solo di un certo tipo; emette una frequenza fredda; ha delle punte di cuore, a livello di chakra, che sono veramente agli albori di quella che è l’umanità, e non hanno la facoltà di connettersi con gli altri. Sono esseri che non possono muoversi in quarta dimensione: non provano sentimento, non possono sposare il piano del cuore (che ti sposta, ti scaraventa letteralmente nel passato e nel futuro, ti concede tutta la dotazione dell’arte magica; ti permette di unire le cose, di far vibrare cuori, di far crescere entusiasmi, di far atterrare cose che tu stai creando in un piano parallelo, andando a canalizzare flussi energetici per poi materializzarli, manifestarli).Quella è l’arte del mago: colui che opera in una dimensione parallela, ed è qui solo per far arrivare quello che ha appena finito di creare. Loro invece non hanno questa facoltà, quindi non possono sentire il tuo dolore; sentono soltanto la frequenza che emetti, quando stai male, e di quella si nutrono. Niente di più: non hanno capacità empatica, la tua sofferenza non li sposta di un millimetro; avvertono soltanto la frequenza fredda che emetti, che è la cosa più importante che vogliono, perché è la forma di nutrimento energetico più alta della quale si alimentano. Poi esiste l’umanità, che oggi è divisa letteralmente in due parti, a livello vibrazionale. C’è un’umanità che sta là, e vive lo sconvolgimento odierno come un fenomeno del tutto normale. E’ un’umanità che confida nella normalità, che la auspica, che difende la normalità. E’ quell’umanità che conserva il Mercurio Inferiore, cioè quella forza che mantiene le cose ferme. E’ un’umanità che non ha capacità di salire di livello. Bene: quell’umanità rappresenta il nostro passato. Non sono né brutti né cattivi: solo, rappresentano semplicemente il nostro passato. Noi siamo stati come loro.Quell’umanità confida nel più forte, vuole che il più forte detti le regole, vuole che manifesti forza. Vuole che il più forte mantenga questo livello vibrazionale. Questa umanità, che è il secondo soggetto del grande gioco che viviamo adesso, è l’esercito più grosso (inconsapevole) al servizio del primo soggetto. Questa umanità va compresa: e non è difficile, per te, comprenderla. E’ composta da tanti “te” di tante generazioni fa: eri così, eravamo così. Molti di noi lo sono stati fino a ieri mattina, o fino all’anno scorso. Questi individui vanno ascoltati, osservati, sentiti: loro sono così. Poi c’è il terzo soggetto, che siamo noi. Noi siamo gli esseri solari: siamo il luogo dove la scheggia di sole (l’avanguardia) trova posto, per materializzarsi. E per “scheggia di sole” intendo: necessità di amarci, di prenderci cura di noi e degli altri, di rompere qualunque confine; di vivere nella concordia, nella condivisione della conoscenza e dell’entusiasmo. Noi siamo quelli che hanno la possibilità di far atterrare un livello vibrazionale nuovo, che si contrappone totalmente a quello che su questa Terra è stato creato (e il primo soggetto sta facendo di tutto, per mantenerlo lì).Uno dei più grossi doni che possiamo concederci è la facoltà di scegliere: ed è proprio quello che non ci stanno dando. Tralasciando per ora il primo soggetto (governi, finanza, stampa), intendo aprire la più profonda forma di compassione nei confronti del secondo soggetto: non mi scontrerò più con nessuno. Non muoverò più un grammo di energia, per contrastare chi mi contesta e magari mi augura di morire di fare (in questo, il nostro “passato” è veramente fantastico!). Contrastarli sarebbe un gesto inutile e controproducente: farebbe del male a noi e a loro. Quella parte di umanità non merita il dolore provocato da noi. Ha già una sofferenza, quella che ha scelto di vivere: non dobbiamo, anche noi, dargli modo di soffrire. Quindi, di fronte a loro, io mi pongo come di fronte al mio passato. Li guardo e mi dico: io sono stato quelli là, tanti anni fa. Questa è una grande forma di alchimia, sapete. Ed è un alchimista, che vi parla: appartengo alla stirpe di Giordano Bruno, e quelli come me conoscono le circolazioni energetiche.Abbiamo codici: non cadere nell’inganno della rabbia, un’energia che tu stai sprecando; anzi, te la stai scagliando contro. Chi non ha provato rabbia, davanti a una notizia come la scomparsa del nostro fratello Giuseppe De Donno? Chi non ha pensato, in quel momento, di “mangiarne crudo” qualcuno? Ma a parlare era la parte vecchia, quella del passato, la parte inutile. Quell’energia lì, dallo stomaco – da quell’impulso di volontà marziale – dev’essere trasferita al di sopra, cambiata, trasmutata. Quel piombo deve diventare oro, deve arrivare nel cuore. Devo provare compassione, per questa cosa: devono comprendere che cosa significa. Perché quello che sta succedendo non è il preludio alla grande tragedia: ci stanno apparecchiando il tavolo per la festa. E questa festa ha un costo, e dev’essere un costo di tutti. Trasformiamo la rabbia in compassione, non sprechiamo più un grammo di energia.Farci provare rabbia è una strategia del primo soggetto. Non vedete quanti giornalisti stupidi e mediocri ci fanno infuriare, perché offendono la nostra intelligenza? Offendono la nostra sensibilità, la nostra etica, la nostra bellezza, e sporcano anche l’aria che respiriamo. Lo fanno apposta: perché sanno che adesso noi abbiamo una forza, stiamo assorbendo e manifestando. E se loro ci tolgono energia con la rabbia, noi manifestiamo di meno. Non farti fregare, gioca contro: approfitta della stupidità del male. E’ un assist: il male fa sempre un assist, alla persona di conoscenza. Mi mandi tutta questa rabbia? Vuol dire che mi stai mandando energia. E io quest’energia la trasformo, e la faccio diventare qualcosa di potente. Perché la compassione, la padronanza di ciò che si sta sentendo, è una delle arti più grosse che abbiamo. Quindi, verso di loro non muoverò più rabbia: lascerò che mi insultino, che vivano il loro lamento. Lasciarli lamentare significa rispettare la loro scelta. E soprattutto, per noi, significa fortificarci.Per tanti anni, dall’adolescenza, abbiamo sentito che questo spazio era stretto, per noi. Non serviva tutta la nostra intelligenza, il nostro cuore, la nostra capacità creativa. Non serivano, per vivere una vita come questa. Anche tu te ne sei accorto, da subito, ma allora non erano ancora maturi i tempi: e allora abbiamo bruciato tutte le nostre età, un po’ alla volta. Siamo stati i diversi, facendo finta di essere come loro, tradendo la nostra spontaneità e mettendo a tacere il grande bambino che abbiamo dentro. E invece adesso è tempo di farlo uscire, il bambino: è un tempo meraviglioso, questo. Abbiamo la possibilità di esistere, di dichiararci: facciamo un outing d’amore, finalmente. Noi siamo così: per noi è più importante sapere che stiamo bene in due, anziché pensare di stare bene anche se tu crepi. Siamo il nuovo, il sole inteso come energia siderale che si materializza da altre dimensioni. E’ la forza più grossa che abbiamo.E in questa generazione, il sole sta spazzando via tutta la cloaca di falsi idoli, dalle religioni alle grandi guide. Li riconoscete anche adesso, facilmente: hanno sempre e solo parlato. Adesso invece è il tempo delle opere, e loro non parlano più. Io mi curo di me. E innamorandomi di me, mi innamoro di tutti voi. Per decenni mi sono innamorato solo di una donna, in un dialogo a due. Ora invece siamo entrati in una fase in cui ci stiamo innamorando reciprocamente. E non è più un amore che si muove da un partner all’altro: ci stiamo innamorando del nostro essere speciali, dell’essere qui. Ci guardiamo negli occhi e sappiamo che stiamo custodendo un segreto. Stiamo per partorire una cosa che non è mai stata partorita, su questa Terra. Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri. Quindi in questo periodo dobbiamo stare uniti e solidali, dobbiamo aiutarci. E uniti anche nel creare strumenti perché queste cose possano circolare: l’amore è un torrente in piena, che aspetta solo di diventare fiume.Quanto al primo soggetto, cioè i brutti e cattivi, adesso porto pazienza per un po’. Perché non li convinci spiegandogli che stai soffrendo: quello non si piegano di fronte a niente. Come si sono comportati, con Giuseppe De Donno, che aveva guarito 58 pazienti su 58? Non si sono fatti scrupoli: lo hanno hanno umiliato. Con quella sua cura, avrebbe spazzato via anche la possibilità di ricorrere ai vaccini sperimentali. Non si fanno scrupoli: quindi bisogna fronteggiarli parlando la loro lingua. Non so se mi senti, tu che appartieni al primo gruppo. Io ti vedo, e ti sento freddo. Chi ti parla ha un cuore pieno di lava. Pieno di fuoco, pieno d’amore. Ascolta: sta arrivando qualcosa, su questa Terra. E fra poco, molto poco, quando noi tutti avremo sigillato la più grande alleanza che l’umanità abbia mai sigillato, noi verremo da te, a parlare la tua lingua. Tu hai sistemi finanziari, hai costruito un mondo che si muove sul denaro, sul possesso, sul dolore, sull’avidità, sulla sterilità. E tutto questo si regge su questo filo virtuale, che tu hai creato, che chiami potere sul debole e forza sul povero. Bene, veniamo da te a parlare la tua stessa lingua.Tra poco, quando avremo caricato tutta la forza che ci serve, inizieremo delle campagne mirate proprio su di te. E verremo a colpire proprio te, parlando la tua stessa lingua. Hai un’azienda alla quale tieni tanto? Bene, ci sono 15-20 milioni di persone che te la boicottano dall’oggi al domani. Hai qualcuno dei tuoi ragazzotti che viene in Tv a insultare fratelli come il nostro dottor Giuseppe De Donno? Bene: noi abbiamo un pool di avvocati che, appena muovi la bocca, ti riempiono di querele. Ve lo ricordate quello là, che ha detto che dovevamo restare chiusi in casa “come sorci”, agli arresti domiciliari? Ecco: non abbiamo ancora fatto niente, ma gli è già arrivato un esposto da una realtà come il Codacons, che ha chiesto che venga espulso dall’Ordine dei Medici. Tra breve i nostri legali interverranno ogni qualvolta qualcuno mancherà anche solo di rispetto a quelli come noi. Ci serve solo un po’ di tempo. Usiamolo bene: ogni volta che stringiamo un abbraccio, carichiamo questo grande “cannone d’amore” che stiamo puntando verso il vecchio. Impatterete contro il nostro muro d’amore. E lì, forse, imparerete qualcosa di nuovo.(Michele Giovagnoli, dal messaggio “Un’unmanità nuova”, sulla pagina Facebook di Giovagnoli, 28 luglio 2021. Alchimista e saggista, Giovanoli anima la community “Essere Solare”, che in breve tempo ha aggregato 1.500 persone in tutta Italia).E’ ora di cominciare a parlare chiaro: esistono tre soggetti in campo, oggi. Ci sono quelli brutti e cattivi, veramente diversi da noi. Conducono il gioco da millenni: hanno cambiato uniformi e casacche, ma sono sempre loro, e non fanno parte della nostra vita. Saranno i primi a uscire di scena, gli artefici del grande progetto criminale: sono esseri che non sentono. Il loro cuore pompa sangue, ma muove pochissime emozioni, e solo di un certo tipo; emette una frequenza fredda; ha delle punte di cuore, a livello di chakra, che sono veramente agli albori di quella che è l’umanità, e non hanno la facoltà di connettersi con gli altri. Sono esseri che non possono muoversi in quarta dimensione: non provano sentimento, non possono sposare il piano del cuore (che ti sposta, ti scaraventa letteralmente nel passato e nel futuro, ti concede tutta la dotazione dell’arte magica; ti permette di unire le cose, di far vibrare cuori, di far crescere entusiasmi, di far atterrare cose che tu stai creando in un piano parallelo, andando a canalizzare flussi energetici per poi materializzarli, manifestarli).
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De Donno ucciso dal sistema che ora userà le sue cure
«Io mi sono esposto molto, in prima persona, ovviamente rinunciando ai miei affetti e alla mia vita privata», ha detto Giuseppe De Donno in un recente video, mentre lasciava l’ospedale di Mantova. «Ho ricevuto tantissime critiche, tantissimi attacchi. E capisco anche che, quando uno si espone così, in modo mediaticamente violento, può starci che venga poi attaccato a sua volta. Però, quello che mi interessava era salvare più vite possibile». Come tutti ormai sanno, il dottor De Donno è stato trovato morto nella sua abitazione. Ufficialmente si è trattato di suicidio, ma ci sono moltissime persone – oggi, in rete – che dubitano di questo, e pensano invece che sia stato ammazzato. Il motivo, secondo queste persone, è che De Donno fosse un personaggio scomodo, che dava fastidio al potere perché aveva proposto una cura che le case farmaceutiche, ovviamente, non volevano. Inoltre, dice qualcuno, in un un futuro processo, De Donno sarebbe stato un testimone scomodo, perché aveva tante cose da raccontare.In realtà, per adesso, di processi del genere in vista non ce ne sono. Ma ormai, De Donno non era più una minaccia per nessuno, visto che la sua cura al plasma è stata affossata mediaticamente, e sepolta per sempre, con la complicità dell’intera classe giornalistica. E’ proprio questo, secondo me, il motivo che l’ha ucciso, che l’ha portato a togliersi la vita. De Donno non riusciva a capire, non riusciva ad accettare che, pur avendo trovato una cura valida per il Covid, nessuno fosse interessato a utilizzarla. Io gli avevo parlato, qualche mese fa, in occasione del mio video “Covid, le cure proibite”, e già allora avevo avuto la netta sensazione di parlare con un morto. L’uomo era fisicamente vivo: dalla sua bocca uscivano parole sensate e comprensibili. Ma l’anima era già morta, se n’era già andata: non c’era più fiamma, dentro di lui. De Donno era un uomo spento: distrutto dalla sua incapacità di comprendere perché nessuno fosse interessato ai risultati che aveva ottenuto nel suo ospedale.Me l’avrà ripetuto almeno tre volte, nella telefonata. «Io non capisco», mi diceva: «Ci sono i risultati, ci sono le persone guarite, sono lì da vedere: che cos’altro vogliono?». Io provai a spiegargli che la sua cura in realtà rappresentava un problema, per il grande piano che era in svolgimento, in quel momento. Ma non è facile spiegare certe cose a una persona che crede ciecamente nella medicina e che, fino a quel giorno, ha pensato che lo scopo primario della scienza medica sia quello di salvare vite umane. Se si vuol cercare di capire le origini di un gesto estremo come il suo, provate veramente a pensare a cosa significhi, per una persona che per tutta la vita ha creduto fermamente in qualcosa, se di colpo quella cosa gli sgretola davanti come una statua di pastafrolla. Non rimane niente in cui credere, non rimane niente per cui lottare. E quindi, l’anima se ne va: l’anima si ritira. E poi aspetta, pazientemente, che anche il corpo la raggiunga. In ogni caso, che si sia trattato di omicidio o di suicidio, il succo della questione non cambia: Giuseppe De Donno è stato ucciso da un sistema sanitario e mediatico che ha voluto toglierlo di mezzo perché lui proponeva qualcosa che il sistema, in quel momento, non voleva.E adesso sveliamo perché non lo volevano, visto che proprio oggi abbiamo davanti agli occhi la conferma di questo. Avrete letto tutti che, nel prossimo autunno, saranno autorizzate dall’Unione Europea cinque terapie per curare il Covid. Bene, quattro di queste terapie sono anticorpi monoclonali. Cosa sono, esattamente? Facciamocelo spiegare dall’infettivologo Lorenzo Mondello, intervistato dalla rivista “InSanitas”. «Gli anticorpi monoclonali – spiega – sono la copia, realizzata dall’industria della biologia molecolare, dell’anticorpo presente nel siero iperimmune del guarito da Covid-19». Ma guarda che coincidenza: proprio quello che usava De Donno, il siero iperimmune dei guariti da Covid. C’è una grossa differenza, però, tra il siero dei guariti utilizzato da De Donno e la copia fatta in laboratorio: il siero dei guariti costa 80 euro a sacca e non si può brevettare (perché è una donazione, da un cittadino a un altro cittadino), mentre gli anticorpi monoclonali si possono brevettare e, guardacaso, verranno a costare circa 2.000 euro a dose.Quindi, pensate a De Donno: cornuto, e pure mazziato. Non solo gli hanno negato la possibilità di veder applicata con successo la sua cura, quando l’ha scoperta, ma – dopo che tutti si sono affannati a dire che non funzionava – ha visto la stessa tecnologia replicata in laboratorio, che verrà venduta con grandi profitti in tutto il mondo. Secondo me ti viene voglia di suicidarti non una, ma dieci volte, di fronte a una cosa del genere. E pensate che lo stesso Burioni era stato lungimirante, l’anno scorso: mentre da una parte minimizzava il potenziale della scoperta di De Donno, dall’altra già anticipava l’avvento delle monoclonali prodotte in laboratorio. Era il maggio del 2020, e Burioni diceva: abbiamo già iniziato, ma ci vorrà almeno un annetto, prima di riuscirci; però ci arriveremo. Sentitelo: «Dov’è che questa cosa diventa molto interessante? Diventa interessantissima perché, nel momento in cui riusciremo a stabilire con certezza che utilizzare i sieri dei guariti fa bene, avremo aperto una porta eccezionale per una terapia modernissima: quella che prevede, praticamente, l’utilizzo di un siero artificiale».«Si aprirebbe una porta fantastica per una terapia che avrebbe un’altissima probabilità di essere sicura ed efficace: quella della produzione di anticorpi monoclonali umani (quindi, un siero artificiale) contro il coronavirus. Non è una cosa immediata, perché ci vorrebbe un annetto; ma si è già cominciato, e quindi a questo punto l’orologio sta andando avanti a nostro favore». “L’orologio sta andando avanti a nostro favore”, ma ovviamente bisogna prima togliere di mezzo l’originale: altrimenti la copia non potremo mai venderla a nessuno. E così, togliendo di mezzo l’originale, non solo hanno distrutto l’esistenza di De Donno, ma hanno anche condannato a morte tutte le persone che sono morte da allora ad oggi, e che in molti casi avrebbero potuto essere salvate con il siero naturale. Devo veramente aggiungere altro?(Massimo Mazzucco, estratto dal video “E’ morto Giuseppe De Donno”, su “Contro Tv”, ripreso su “Luogo Comune” il 26 luglio 2021).«Io mi sono esposto molto, in prima persona, ovviamente rinunciando ai miei affetti e alla mia vita privata», ha detto Giuseppe De Donno in un recente video, mentre lasciava l’ospedale di Mantova. «Ho ricevuto tantissime critiche, tantissimi attacchi. E capisco anche che, quando uno si espone così, in modo mediaticamente violento, può starci che venga poi attaccato a sua volta. Però, quello che mi interessava era salvare più vite possibile». Come tutti ormai sanno, il dottor De Donno è stato trovato morto nella sua abitazione. Ufficialmente si è trattato di suicidio, ma ci sono moltissime persone – oggi, in rete – che dubitano di questo, e pensano invece che sia stato ammazzato. Il motivo, secondo queste persone, è che De Donno fosse un personaggio scomodo, che dava fastidio al potere perché aveva proposto una cura che le case farmaceutiche, ovviamente, non volevano. Inoltre, dice qualcuno, in un un futuro processo, De Donno sarebbe stato un testimone scomodo, perché aveva tante cose da raccontare.
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Pass, “vaccini” e niente cure: se l’Italia resta nella follia
Blinda la supercazzola brematurata, con vaccinazione a sinistra. La signora si sta avvicinando agli ottant’anni, ma finora ha evitato l’inoculo. Lo scorso inverno non ha nemmeno avuto un semplice raffreddore stagionale, grazie all’elevato dosaggio di vitamine e zinco. La dottoressa aveva insistito: davvero, non se la sente di ricevere la dose? Davvero. Al che, la sanitaria dell’Asl ha vuotato il sacco: da due mesi, dopo l’iniezione – ha ammesso – soffre per uno stato infiammatorio diffuso. Quanto all’anziana paziente, se ha problemi di salute (solo fastidi, nonostante l’età) si rivolge a un altro medico, in forma privata. Quel dottore ha alle spalle decenni di esperienza ospedaliera, e oggi esplora le nuove frontiere della medicina complementare, che limita al minimo la biochimica farmacologica. Dice il dottore: ho appena ricevuto l’ultimatum dall’Ordine dei Medici, per sottopormi all’inoculo. Il che – aggiunge – significa una sola cosa: che non resterò più a lungo nell’albo, perché non vedo alternative alla inevitabile radiazione. Subire quello che ancora chiamano vaccino? Non se ne parla nemmeno: ci tengo, alla salute, quanto alla mia libertà, che è sacra.Il dottore, naturalmente, cura a domicilio anche l’influenza: quella che nel 2020 è diventata il problema numero uno dell’umanità. Come è riuscita, l’influenza, a compiere la sua storica impresa? Facilissimo: è bastato non curarla, praticamente mai (né a casa, né all’ospedale). Certo il dottore – ancora per poco nell’elenco nazionale dei medici – non si vanta affatto di saperla curare, questa influenza, registrando il 100% delle guarigioni: pur sempre di influenza si tratta, dice, anche se con sintomi particolari, ormai perfettamente trattabili con i farmaci adatti, se prontamente somministrati. Cioè: esattamente quello che anche il governo italiano – quello che impone ai medici di “vaccinarsi” – continua a non fare: ancora non esiste un protocollo nazionale per mettere il medico di famiglia nelle condizioni di curare efficacemente i pazienti, utilizzando i medicinali opportuni (secondo la prassi terapeutica ormai collaudata da centinaia di medici onesti, costretti a operare in semi-clandestinità: come se guarire i pazienti da casa fosse un reato, visto che nessuno di loro necessita del ricovero e recupera la piena salute nel giro di pochi giorni).Non che negli ospedali la situazione sia migliore, racconta un amico. Da qualche anno è alle prese con un tumore, ha già subito un intervento chirurgico e i medici lo seguono con grande attenzione. Uno, in particolare, lo ha avvertito: mi raccomando, se dovessi contrarre l’influenza chiamami. E per favore, ha aggiunto, non sognarti di chiamare il 118. Se poi dovessi stare davvero male, a maggior ragione: chiama me, prima di andare al pronto soccorso, perché nel nostro ospedale – in assenza di un protocollo sanitario – i pazienti colpiti dall’influenza vengono curati “a sentimento”, in base alle impressioni del medico di turno e al quadro clinico del malato. Ha detto proprio così: a sentimento. Come se lavorasse in un’infermeria da campo del Burundi, e non in Italia nel 2021, terzo millennio, in una rinomata struttura ospedaliera del paese la cui nazionale di calcio è appena diventata campione d’Europa.Si cura “a sentimento”, in quell’ospedale: e a essere curati “a sentimento” sono quegli sfortunatissimi pazienti abbandonati per giorni nelle loro case, senza terapie, in compagnia dei loro sintomi. Tachiripina e vigile attesa: è come fare il tifo per l’influenza, sperando che si aggravi al punto da indurre il poveretto a chiamare il 118. A quel punto sarà l’ambulanza a trasportarlo – ormai tardi – nel pronto soccorso dove verrà curato “a sentimento”. E non è tutto: perché in questo Burundi che è diventata l’Italia, con l’avvento dell’influenza 2020 (con quel suo nome sinistro, targato 2019), ora si prova anche a limitare ulteriormente la libertà di movimento, imponendo il cosiddetto pass vaccinale per poter salire su un treno. C’è chi preme per imitare la Francia, che il lasciapassare medievale lo pretende anche per sedersi al bar a prendere un caffè, e chi invece frena e protesta, gridando al liberticidio.Da qualche mese c’è un governo diverso, che sembra voler evitare a tutti i costi le operazioni di macelleria condotte in modo spietato dall’esecutivo che era in carica nel 2020. Però nessuno – né il nuovo governo, né le forze politiche che si oppongono alle discriminazioni che verrebbero introdotte con il pass – accennano alla vera e unica soluzione del problema: l’adozione di un normalissimo protocollo per le cure domiciliari precoci, quelle che dall’influenza guariscono praticamente tutti. Le terapie ormai sono tante, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma sono tutte ferocemente osteggiate. Il ministero della sanità le ha addirittura proibite, facendo appello alla magistratura attraverso cavilli procedurali. Sarebbe un bel guaio, in effetti, se all’ospedale non venisse ricoverato più nessuno: dove finirebbero i titoli dei giornali e le aperture dei telegiornali, da un anno e mezzo impegnati a strombazzare il quotidiano bollettino di guerra?Prima erano esibiti i morti, i ricoveri in terapia intensiva. Poi i tamponi, i cosiddetti “casi”, cioè i contagi (largamente asintomatici). E infine le dosi giornaliere del farmaco genico sperimentale che, se fosse stata ammessa l’esistenza delle normali cure, non sarebbe stato autorizzato prima del 31 dicembre 2023. Quante vittime è costata, questa spaventosa farsa? Quanti pazienti sono stati lasciati morire senza cure, per poter arrivare all’autorizzazione d’emergenza per i farmaci genici sperimentali che solo un cinico impostore (o un ignorante) può ancora continuare a chiamare vaccini? E’ come se i migliori medici italiani – tantissimi – fossero stati presi a ceffoni: avete trovato le cure adatte per guarire i pazienti da casa? Male, malissimo. Non solo non le autorizziamo, le vostre cure (che salvano vite umane), ma vi costringiamo anche a subire un trattamento sanitario obbligatorio illegittimo, visto che si tratta di un farmaco ancora solo sperimentale.Viene da domandarsi dove speri di andare, un paese così. Puoi vincere gli europei di calcio, puoi evitare la catastrofe socio-economica delle chiusure (e non è poco, visti i precedenti recentissimi). Ma non puoi – non vuoi? – guarire nessuno. La malattia, quella vera, non è l’influenza. E’ una patologia ben più temibile: si chiama follia. Ha un nome antico, ma miete vittime a milioni. E viene da lontano: non è certo di oggi. Non è solo italiana, ha contagiato gran parte del pianeta, specie l’Occidente. E’ un male oscuro, psico-politico e mediatico. Impone teoremi, dogmi, superstizioni. E intanto umilia i medici, massacra i malati, terrorizza gli sprovveduti e vessa tutti, nessuno esclsuso, limitando la libertà di ciascuno. Fino a quando? L’unica terapia efficace in questo caso non è clinica, è squisitamente politica: si chiama verità. Più verità sarà somministrata, e più la guarigione farà progressi. Punto cardinale: bonificare il sistema dal cancro della menzogna, diffuso a reti unificate anche censurando la verità e imbavagliando chi la rivela e la pratica.La madre di tutte le menzogne è ancora dominante: il cosiddetto vaccino, come unica possibile soluzione per debellare l’influenza. E dunque la coercizione, la minaccia, l’intimidazione, le ritorsioni contro chi si ribella all’abuso di potere fondato sulla falsità. La sintomatologia è speculare – sia pure sul piano della narrativa sanitaria, stavolta – all’anamnesi socio-religiosa dell’austerity: un problema altrettanto inventato e fasullo (la scarsità di moneta) maneggiato per incutere timore e imporre sottomissione. Il signor Mario Draghi, ieri in prima linea in questa disgustosa specialità, oggi ha palesemente cambiato squadra: lavora per rimediare al disastro trentennale provocato dalla crisi artificiosa del rigore. Quanto all’altro problema (l’influenza, o meglio: la follia criminale): il solo fatto che sia costretto a tenersi lo stesso “ministro della paura” in carica nel governo precedente dimostra quanto sia maledettamente complicato, nel giro di qualche mese, provare a smontare il paradigma universale della menzogna.E’ come se l’adesione (stolida e cieca, in apparenza) alla religione del “vaccino” fosse una sorta di atroce tributo inevitabile, da pagare alla potente holding del terrore globale, sorretta dall’Università delle Frottole e dal Telegiornale del Panico, per poter cominciare a uscire – per gradi – dall’incubo della grande follia. Per questo, probabilmente, l’Italia attenuerà il più possibile la legge del taglione (quella del pass), alleggerendo le conseguenze per i renitenti. Purtroppo, però, il falso vangelo della salvezza tuttora impone il sacrificio umano dei medici e anche degli insegnanti, arrivando a insidiare direttamente i minorenni, già sottoposti a torture devastanti come il vuoto pneumatico della “didattica a distanza” e l’attentato alla salute costituito dall’imposizione della museruola in classe. La grande tristezza consiste nel vedere come, tuttora, nessuna forza politica intenda fare le barricate per smantellarla, la menzogna, pretendendo finalmente l’adozione delle cure. Terapie che renderebbero superflua qualunque profilassi: compresa quella del vaccino (se esistesse realmente, un vero vaccino). Il farmaco salva-vita è un altro: la verità. Senza la quale, è scontato, tutti soffriranno ancora moltissimo, e chissà per quanto.Blinda la supercazzola brematurata, con vaccinazione a sinistra. La signora si sta avvicinando agli ottant’anni, ma finora ha evitato l’inoculo. Lo scorso inverno non ha nemmeno avuto un semplice raffreddore stagionale, grazie all’elevato dosaggio di vitamine e zinco. La dottoressa aveva insistito: davvero, non se la sente di ricevere la dose? Davvero. Al che, la sanitaria dell’Asl ha vuotato il sacco: da due mesi, dopo l’iniezione – ha ammesso – soffre per uno stato di malessere diffuso. Quanto all’anziana paziente, se ha problemi di salute (solo fastidi, nonostante l’età) si rivolge a un altro medico, in forma privata. Quel dottore ha alle spalle decenni di esperienza ospedaliera, e oggi esplora le nuove frontiere della medicina complementare, che limita al minimo la biochimica farmacologica. Dice il dottore: ho appena ricevuto l’ultimatum dall’Ordine dei Medici, per sottopormi all’inoculo. Il che – aggiunge – significa una sola cosa: che non resterò più a lungo nell’albo, perché non vedo alternative alla inevitabile radiazione. Subire quello che ancora chiamano vaccino? Non se ne parla nemmeno: ci tengo, alla salute, quanto alla mia libertà, che è sacra.
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Ipnosi sociale Covid, l’eterna sindrome di Colin Powell
L’intera vicenda del Covid – qualunque cosa questa sigla significhi esattamente, sotto l’aspetto scientifico – ricorda in modo sinistro la storiella di Colin Powell alle Nazioni Unite: platea davanti a cui l’allora segretario di Stato agitò una fialetta, sostenendo che si trattasse di antrace. Un falso favoloso, ma inquietante: serviva a scatenare l’inferno della guerra in Iraq e a insanguinare la sospensione della democrazia occidentale all’alba del terzo millennio, e nel frattempo introduceva – come incubo – il fantasma della guerra biologica, incarnato da agenti tossici invisibili e inafferrabili quanto, secondo la narrazione dell’epoca, i terribili terroristi islamici, che poi si sarebbero reincarnati ininterrottamente fino ad assumere le sembianze dei barbarici tagliagole dell’Isis. A tracciare l’analogia tra il Covid e Colin Powell è Matt Martini, co-autore di “Operazione Corona” (Edizioni Aurora Boreale) nonché voce – con Tom Bosco e Nicola Bizzi – de “L’Orizzonte degli Eventi”, il giovedì sera sul canale YouTube di “Border Nights”.Comunque li si voglia leggere, i drammatici eventi che hanno travolto l’Occidente a partire dal 2020, emergono due dati sovrastanti: da un lato la totale intattendibilità delle fonti ufficiali, e dall’altro l’altrettanto sconfortante remissività della popolazione, che ha dimostrato ai manipolatori di essere pronta a subire qualunque vessazione, anche se non motivata da alcuna ragione credibile e seriamente presentata. A valle di questo doppio assunto, ogni altra considerazione si alleggerisce fatalmente di peso specifico, perdendo rilevanza. Se oggi il mainstream si divide, tra i falchi che vorrebbero proseguire in eterno con il delirio emergenziale e le colombe che hanno invece avviato una sostanziale de-escalation (fondata sull’imposizione propagandistica delle terapie geniche come unica possibile soluzione), dal canto loro i media continuano a recitare un copione surreale, mentre le voci indipendenti riescono a dividersi a loro volta, tra complotti ammissibili e cospirazioni immaginarie.L’enormità dell’accaduto – l’enfatizzazione allarmistica del pericolo, l’arresto dell’economia e della vita sociale, la sospensione delle libertà, l’imbuto stretto attraverso cui far passare la “ripartenza”, verso modelli socio-economici comunque inediti e disegnati dall’alto – non si vede come si possano coltivare qualche forma di ottimismo, quei (pochi) cittadini così ingenui da aver sperato di poter accedere in tempi ragionevoli a una qualche verità effettiva, conquistabile attraverso ordinari procedimenti politici orientati al raggiungimento di una giustizia condivisa, capace di mettere in ordine il prima e il dopo, il come e soprattutto il perché. Al massimo, sotto i riflettori finiranno capri espiatori, insieme alla sensazione – ormai solida – che almeno per il momento il cittadino comune non toccherà palla, essendo il suo destino (in un senso o nell’altro) interamente nelle mani di gestori sottili. Buoni o cattivi, nessuno di loro pare disposto a uscire allo scoperto, mettendo fine al genere di fitcion inaugurato nel 2003 dal vecchio Colin Powell.L’intera vicenda del Covid – qualunque cosa questa sigla significhi esattamente, sotto l’aspetto scientifico – ricorda in modo sinistro la storiella di Colin Powell alle Nazioni Unite: platea davanti a cui l’allora segretario di Stato agitò una fialetta, sostenendo che si trattasse di antrace. Un falso favoloso, ma inquietante: serviva a scatenare l’inferno della guerra in Iraq e a insanguinare la sospensione della democrazia occidentale all’alba del terzo millennio, e nel frattempo introduceva – come incubo – il fantasma della guerra biologica, incarnato da agenti tossici invisibili e inafferrabili quanto, secondo la narrazione dell’epoca, i terribili terroristi islamici, che poi si sarebbero reincarnati ininterrottamente fino ad assumere le sembianze dei barbarici tagliagole dell’Isis. A tracciare l’analogia tra il Covid e Colin Powell è Matt Martini, co-autore di “Operazione Corona” (Edizioni Aurora Boreale) nonché voce – con Tom Bosco e Nicola Bizzi – de “L’Orizzonte degli Eventi”, il giovedì sera sul canale YouTube di “Border Nights”.
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L’Orizzonte degli Eventi: serve un’intelligence popolare
Un bel po’ di anni fa, dal grande Giampaolo Pansa udii queste parole: se avete una notizia, datela. Cioè: non stateci a pensare troppo, non abbiate paura dell’impatto che potrà avere. Certo, le notizie vanno prima controllate, verificate. Ma lo sport nazionale – aggiunse l’autore di “Carte false”, brillante pamphlet sulle troppe cialtronerie del giornalismo italiano – consiste nel non darle quasi mai, le vere notizie, se non in dosi omeopatiche e dopo aver sondato con infinita cautela tutti i potentati, anche politici, che potrebbero non gradire l’articolo in uscita. Il corollario del Pansa-pensiero: meglio una notizia imprecisa, piuttosto che il silenzio. Così almeno la lezione fu recepita, allora, dai giovani aspiranti colleghi, che ancora vedevano nella professione del reporter (proprio grazie alla presenza di fuoriclasse come Pansa) la possibilità di fare davvero i “cani da guardia della democrazia”. Con le dovute proporzioni, certo: al netto delle limitate capacità di ciascuno. E ben sapendo che l’errore, lo svarione e la presbiopia ideologica sono sempre dietro l’angolo.Il mondo di Pansa, come sappiamo, è tramontato con la fine dei grandi partiti, travolti da Mani Pulite, per poi inabissarsi definitivamente dopo l’11 Settembre insieme a tutto il resto (compresi i “cani da guardia” e la stessa democrazia, almeno per come la si era conosciuta e apprezzata negli anni d’oro del libero scrivere e del libero parlare). Dal pianeta delle stragi e delle “guerre al terrorismo” – passando per le tempeste artificiali dello spread – siamo approdati al nuovo universo della Verità Unica Pandemica, nel quale è diventato lecito anche togliere la parola al presidente degli Stati Uniti, sebbene ancora in carica. Banale dirlo, oggi: l’informazione stessa sembra sia stata letteralmente inghiottita da un buco nero, risucchiata nella terra di nessuno che gli astrofisici chiamano “l’orizzonte degli eventi”, oltre il limite misurabile dalla velocità della luce. L’Orizzonte degli Eventi è anche il nome della trasmissione web-streaming condotta il giovedì sera da Tom Bosco con Matt Martini e Nicola Bizzi sul canale YouTube di “Border Nights”. Obiettivo: monitorare gli accadimenti e provare a spiegarli, tentando di decifrarne il significato.Missione rischiosa, naturalmente: si può sempre essere imprecisi, specie in diretta. Ne è consapevole lo stesso Martini, chimico farmaceutico e appassionato studioso dei legami (anche di matrice esoterica) tra passato e presente, con una particolare predilezione per le culture orientali. Martini è anche co-autore e curatore, insieme a Bizzi, dell’instant-book “Operazione Corona”, trasformatosi in bestseller. Un libro editato a tempo di record da Aurora Boreale, con il contributo di personaggi come l’avvocato Marco Della Luna e, tra gli altri, di un medico del calibro di Stefano Scoglio, già candidato al Nobel per la Medicina. Ebbene: di fronte al prevedibile clamore suscitato dalla trasmissione, sempre più seguita, lo stesso Martini si è sentito in dovere di fornire qualche precisazione. Per esempio, questa: non si può pretendere che la nostra diretta del giovedì sera diffonda sempre e solo notizie certificate. A volte si limita, per così dire, a segnalare spunti, indizi, semplici opinioni e possibili tracce di verità eventuali. Siamo una sorta di “intelligence popolare”, dice Martini, spiegando: ve lo immaginate, un servizio segreto che trascurasse qualche pista?Il menù (proprio come quello degli 007) comprende inevitabilmente anche la possibilità di imbattersi nelle cosiddette bufale, quelle che oggi va di moda chiamare fake news. Per verificarle occorre tempo, e dunque ci si trova di fronte al famoso bivio: tacere (che è la scelta più comoda) o parlare comunque, pur sapendo di poter cadere in errore. La risposta del pubblico (decine di migliaia di visualizzazioni) sta premiando la scelta di immediatezza operata dalla trasmissione: parlare, sempre e comunque. Un “collega” come Massimo Mazzucco, anche lui presente nel circuito di “Border Nights”, è più prudente: sceglie di pronunciarsi solo quando è certo di poter documentare quanto afferma, sapendo benissimo che l’avversario (politici, media, debunker) non aspettano altro che un passo falso, magari su un aspetto secondario, per poter attaccare la fonte – screditandola – allo scopo di squalificare l’intero contenuto, scomodo, che ha presentato.Esemplare l’ultimo colpo messo a segno dall’inappuntabile Mazzucco: in un video documentatissimo anticipato sul suo canale (”Contro Tv”, fondato insieme a Giulietto Chiesa) ha dimostrato come l’establishment si sia rifiutato di riconoscere le ormai numerose terapie che contrastano il Covid in modo efficace, senza nemmeno dover ricoverare i pazienti. Perché lo hanno fatto? Perché l’abilitazione di una qualunque terapia – spiega Mazzucco – avrebbe reso impossibile la concessione dell’autorizzazione d’emergenza per i “vaccini genici”, ancora sperimentali, presentati (in modo fraudolento, dunque) come unica soluzione possibile. Si domanda Mazzucco: se le terapie messe a punto dai migliori medici italiani a partire dalla tarda primavera 2020 fossero state prontamente adottate, quante vittime in meno avremmo avuto? La risposta “sta soffiando nel vento”, per dirla con Bob Dylan, o magari è stata inghiottita – anche lei – dal grande buco nero nel quale sono finite le principali verità, riguardo allo spettacolo planetario della cosiddetta pandemia.Il paziente lavoro di Mazzucco – indagini e reportage – è strettamente correlato con quello di molti altri analisti che, a monte, si confrontano ogni giorno con fonti aperte, come ricorda lo stesso Matt Martini: si tratta sempre di notizie (o anche solo di voci e indizi) comunque rintracciabili “in chiaro”, sulla stampa o sul web. Blog, social media, siti ufficiali, web-tv: un “concerto” caotico e contraddittorio, worldwide, dal quale estrarre spunti da approfondire. Il giovedì sera, L’Orizzonte degli Eventi si comporta come una sorta di prima linea: registra dati, selezionandone alcuni. Non sappiamo sempre quanto siano attendibili, ammette Martini, che però spiega: non possiamo permetterci di trascurarne nessuno, di quelli che ci paiono interessanti. E il pubblico – è il caso di ripeterlo – apprezza questa scelta metodologica, che poi (nel caso de L’Orizzonte degli Eventi) viene declinata, legittimamente, in base alla sensibilità culturale degli speaker, alla loro esperienza e alla capacità effettiva di proporre analisi coerenti (in diretta) sulla base dei fatti evidenziati.Possono apparire surreali, queste riflessioni, in un mondo in cui una forte minoranza della popolazione ha ormai raggiunto una radicata convinzione: del mainstream, semplicemente, non ci si può più fidare. Ed è abbastanza illusorio sperare in una sua prossima “redenzione”, tenendo conto di un fatto basilare: le società che controllano i media sono pochissime, un pugno di operatori, strettamente correlati fra loro e al servizio dei massimi poteri. L’autonomia della singola redazione, in pratica, è come se si fosse estinta. Un giorno la situazione cambierà, come in fondo tutto, sulla Terra, finisce sempre per cambiare, prima o poi? D’accordo, ammettiamolo. Ma nel frattempo, chi si incarica di rilanciare informazioni, analisi e ipotesi che il mainstream tace? Certo, il rischio del manierismo cospirazionistico è evidente: si corre il pericolo di finire in un ghetto farneticante, comodissimo per il “potere” che si dichiara di voler contrastare. Vero, ma l’alternativa quale sarebbe? Tacere? Attendere di avere sottomano tutti gli elementi?Questo vale certamente per chi, come Mazzucco, costruisce solidi reportage giornalistici su argomenti precisamente delimitati. Ma il lavoro dei reporter come Mazzucco parte comunque da informazioni rilevate e rilanciate dagli operatori di prima linea, da quelli che Matt Martini chiama “l’intelligence popolare”. In tutto questo, trovo sia dirimente una parola preziosa e oggi infrequente: libertà. Puoi anche diffidare di certi contenuti, ma se non fossero circolanti sarebbe un male. E’ fondamentale dare conto delle idee che vengono espresse, anche quelle che possono apparire stralunate: fotografano benissimo lo stato emotivo, psicologico, cognitivo e politico della platea odierna. Alla censura, del resto, provvede già il mainstream, maestro innanzitutto di autocensura. Se si è liberi, si può sempre valutare serenamente ogni voce: senza averne paura, e anzi apprezzando la polifonia (anche stridente) dell’insieme. E senza mai dimenticare la lezione del vecchio Pansa, che ai cronisti in erba ripeteva: ascoltate tutto e tutti, ma non fidatevi ciecamente di nessuno – beninteso: nemmeno di me.(Giorgio Cattaneo, 11 giugno 2021).Un bel po’ di anni fa, dal grande Giampaolo Pansa udii queste parole: se avete una notizia, datela. Cioè: non stateci a pensare troppo, non abbiate paura dell’impatto che potrà avere. Certo, le notizie vanno prima controllate, verificate. Ma lo sport nazionale – aggiunse l’autore di “Carte false”, brillante pamphlet sulle troppe cialtronerie del giornalismo italiano – consiste nel non darle quasi mai, le vere notizie, se non in dosi omeopatiche e dopo aver sondato con infinita cautela tutti i potentati, anche politici, che potrebbero non gradire l’articolo in uscita. Il corollario del Pansa-pensiero: meglio una notizia imprecisa, piuttosto che il silenzio. Così almeno la lezione fu recepita, allora, dai giovani aspiranti colleghi, che ancora vedevano nella professione del reporter (proprio grazie alla presenza di fuoriclasse come Pansa) la possibilità di fare davvero i “cani da guardia della democrazia”. Con le dovute proporzioni, certo: al netto delle limitate capacità di ciascuno. E ben sapendo che l’errore, lo svarione e la presbiopia ideologica sono sempre dietro l’angolo.
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Magaldi: perché mi fido di Draghi, nonostante i vaccini
Gioele Magaldi continua a scommettere su Mario Draghi: non ha ancora cambiato paradigma, su come affrontare il Covid, però sta facendo da rompighiaccio per uscire, definitivamente, dal tunnel dell’austerity. La prova? Non vuol saperne, di aumentare le tasse. Massone progressista, già iniziato alla superloggia “Thomas Paine”, nel 2014 Magaldi ha arricchito la narrazione sui retroscena del potere con il bestseller “Massoni”, edito da Chiarelettere, che indica – per la prima volta – l’esistenza di un livello decisionale apicale, super-massonico (quello delle Ur-Lodges) che condizionerebbe le stesse strutture “paramassoniche” – Bilderberg, Trilaterale, Davos – che a loro volta orientano notoriamente i media e la politica dei governi, a prescindere dai risultati elettorali. Dello stesso Draghi, Magaldi ha offerto la seguente interpretazione: nato in seno alla tradizione keynesiana (quella di Federico Caffè), assai prima del Britannia (e della sparizione di Caffè, nel 1987) approdò al nascente mainstream neoliberista, dominato dai gruppi massonici neo-conservatori che si sono inventati l’ordoliberismo dell’euro-sistema.Una cavalcata folgorante, quella di Super-Mario: direttore del Tesoro (privatizzazioni), Banca Mondiale, Goldman Sachs, Bankitalia e Bce. Dottrina: agevolare il privato, colpire la capacità di spesa dello Stato e sottoporre la politica all’ipocrita “pilota automatico” della finanza, cioè all’esclusivo interesse privatistico dei gruppi dominanti. Poi, il ravvedimento: l’evocazione della Mmt (il ritorno a Keynes) già prima di lasciare Francoforte, e quindi l’appello del 2020 sul “Financial Times” per il nuovo “whatever it takes”, stavolta giustificato dall’emergenza economica innescata dal Covid. Tradotto: emissione oceanica di denaro, per prestititi non destinati a trasformarsi in debito da ripagare. Cos’è successo, nella testa dell’ex super-banchiere, ancora a capo del Gruppo dei Trenta? Magaldi lo spiega così: dopo trent’anni (in cui ha brillato, come demolitore dell’Italia), Draghi ha disertato dalla corrente supermassonica “neoaristocratica”, cioè oligarchico-reazionaria, per tornare alle origini e offrirsi, alla massoneria sovranazionale progressista, come Grande Pentito, pronto a mettere il suo intatto prestigio a disposizione della causa: il ritorno alla sovranità democratica, dunque al ruolo generoso dello Stato nell’economia.Sta accadendo proprio questo, dice Magaldi, fiducioso nel metodo-Draghi per la “resurrezione” del paese, cominciando dal Recovery Fund nella modalità gestionale inevitabilmente iper-tecnocratica disegnata dall’ex capo della Bce. Solo un peso massimo mondiale come Draghi – è sottinteso – avrebbe potuto puntare a cambiare davvero il paradigma economico, declinato in Italia negli ultimi tre decenni dall’infausta Seconda Repubblica, nata dal golpe bianco di Tangentopoli e sopravvissuta (agonizzante) nella finta alternanza tra centrodestra e centrosinistra: schieramenti entrambi sottomessi ai diktat della massoneria reazionaria che ha sin qui pilotato l’Ue, utilizzando il peso politico-economico dell’élite tedesca per imporre la sanguinosa follia del rigore di bilancio. Poi è arrivato il Covid, e tutto è cambiato: anche nel grande potere. Da una parte la filiera del rigore assoluto, decisa a usare la pandemia (e la Cina) per distruggere l’Occidente soffocando libertà e democrazia, e dall’altra l’élite antagonista, decisa a dare battaglia a tutto campo.Ci crediate o no, insiste Magaldi (già sostenitore di Trump), l’avvento del gruppo che sostiene Joe Biden è stato positivo: nemmeno Trump aveva avuto il coraggio mostrato da Biden (ovvero da Janet Yellen, e da Draghi) nell’ultimo G7, che ha dichiarato guerra ai paradisi fiscali, impegnandosi per un’equa tassazione, finalmente, a carico delle multinazionali. Altri segnali? Sì: dopo la “bastonatura” di Bill Gates, maschera del “terrorismo sanitario” e bio-politico, ora viene ridimensionato anche il sodale Anthony Fauci, fino a ieri intoccabile. E a proposito, si domanda Magaldi: che fine ha fatto il Great Reset nella versione da incubo distopico, risuonato al Forum di Davos? Magaldi rimprovera i “complottisti” disattenti: il loro dogmatismo, dice, è perfettamente speculare a quello del mainstream, che è in malafede quando dipinge il Covid come un male terrificante e quasi incurabile. Bene ha fatto, Michele Santoro, a protestare in televisione: agli italiani, rinchiusi in casa da Conte, non è stato permesso nemmeno di ascoltare voci scientifiche alternative, come quella di Montagnier, Premio Nobel per la Medicina.D’accordo, e Draghi? Sull’approccio al Covid siamo ancora ben lontani dalla soluzione, ammette Magaldi: è grave che non sia stato ancora predisposto un adeguato protocollo per le terapie domiciliari, ed è grave che non sia stata nemmeno riconosciuta ufficialmente la loro efficacia (cosa che avrebbe reso impossibile l’autorizzazione d’emergenza per i vaccini). Magaldi è sempre stato per “lasciar correre” il virus: immunità di gregge. Non è contrario ai vaccini “genici”, purché non li si imponga come unico rimedio. A Draghi, aggiunge, va comunque riconosciuto di aver cambiato i parametri per valutare la gravità della situazione: non più il numero di “casi”, cioè semplici contagi (spesso asintomatici), ma le ospedalizzazioni. E’ però vero che, se ci si cura a casa in modo tempestivo, è difficilissimo finire all’ospedale: meglio sarebbe basarsi, al massimo, sull’affollamento delle terapie intensive. Però intanto l’aria è cambiata, il rigorismo di Speranza è stato stoppato. E le sospirate riaperture, in Italia (al netto dei “ristori” insufficienti) stanno comunque procedendo meglio e più velocemente, rispetto ad altri grandi paesi europei.Va tutto bene, allora? Niente affatto: c’è da temere che, in autunno, il “partito della paura” rialzerà la testa. La notizia, semmai – secondo Magaldi – è un’altra: s’è finalmente messo in moto un insieme di forze, che ieri dormivano o addirittura remavano contro. E’ questa, la novità incarnata da Draghi: un possibile Piano-B di lungo respiro, che avrà bisogno di tempo per potersi esprimere, lottando contro i “neoaristocratici”. Piccolo paradigma italiano: oggi, Draghi invita a non temere l’assenza di “coperture” finanziarie, visto che il debito pubblico può sempre essere virtualmente ripagato. E’ l’esatto contrario di quanto affermava quand’era a capo della Bce, nella Torre dell’Austerity di cui è ancora prigioniero il Pd del “montiano” Enrico Letta, così come la “sinistra” di Speranza (leggasi D’Alema e Bersani) che vorrebbe sempre introdurre una patrimoniale, in ossequio ai grandi padroni del vapore che in questi tre decenni – quando Draghi era ancora con loro – non hanno fatto altro che impoverire la base per arricchire il vertice della piramide sociale.La cattiva notizia, semmai, è che la politica è assente: quelle di cui parla Magaldi sono “guerre” tra élite, mille miglia al di sopra di qualsiasi dibattito parlamentare alla portata del comune cittadino, diligentemente disinformato dai media. I discussi vaccini “genici”? Sono gli italiani – prima ancora del generale Figliuolo – a fare la fila per ottenere il sospirato inoculo. Lega e Fratelli d’Italia? Non hanno mosso un dito, quand’erano all’opposizione, per contrastare la “dittatura sanitaria” del Conte-bis, inclusi lockdown e coprifuoco. Come dire: da un tunnel così buio non si può pretendere di uscire in pochi mesi. E se i media continuano a essere colonizzati in modo pressoché totalitario, seguitando a raccontare l’opposto della verità e censurando ogni voce eretica, non si può nemmeno sperare che gli italiani si rendano conto di quello che sta avvenendo davvero, lassù, nel mondo di cui parla Gioele Magaldi, con le sue frequenti esternazioni – a volte complete, a volte no – riguardo ai complessi disegni delle “aristocrazie massoniche” che si starebbero dando battaglia per disegnare la fisionomia del nuovo mondo, quello del post-Covid.Gioele Magaldi continua a scommettere su Mario Draghi: non ha ancora cambiato paradigma, su come affrontare il Covid, però sta facendo da rompighiaccio per uscire, definitivamente, dal tunnel dell’austerity. La prova? Non vuol saperne, di aumentare le tasse. Massone progressista, già iniziato alla superloggia “Thomas Paine”, nel 2014 Magaldi ha arricchito la narrazione sui retroscena del potere con il bestseller “Massoni”, edito da Chiarelettere, che indica – per la prima volta – l’esistenza di un livello decisionale apicale, super-massonico (quello delle Ur-Lodges) che condizionerebbe le stesse strutture “paramassoniche” – Bilderberg, Trilaterale, Davos – che a loro volta orientano notoriamente i media e la politica dei governi, a prescindere dai risultati elettorali. Dello stesso Draghi, Magaldi ha offerto la seguente interpretazione: nato in seno alla tradizione keynesiana (quella di Federico Caffè), assai prima del Britannia (e della sparizione di Caffè, nel 1987) approdò al nascente mainstream neoliberista, dominato dai gruppi massonici neo-conservatori che si sono inventati l’ordoliberismo dell’euro-sistema.
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Censura annullata: riecco il video MrTv sulle cure precoci
Una buona notizia: YouTube si è rimangiata la censura e ha pubblicato il video sulle terapie domiciliari per il Covid, che aveva bannato prima ancora che venisse messo online. «Lo avevamo appena caricato sul canale, e ci era subito arrivato l’altolà, con minacce precise: un secondo “incidente” ci sarebbe costato la sospensione del canale per una settimana, e una terza contestazione avrebbe comportato addirittura la chiusura del canale», afferma Roberto Hechich, una delle anime di “MrTv”, la web-tv del Movimento Roosevelt. Pietra dello scandalo, la diretta della manifestazione dell’8 maggio a Roma, promossa da Erich Grimaldi con medici e infermieri per rivendicare il diritto alla cure precoci. In piazza, per “MrTv”, la giornalista “rooseveltiana” Monica Soldano. Vietato anche solo parlare di cure vere e proprie, ben oltre il ridicolo protocollo ancora in vigore, che si limita alla Tachipirina e alla “vigile attesa”? Per inciso: proprio il mancato riconoscimento dell’esistenza delle (ormai tante) terapie efficaci – ricorda Massimo Mazzucco in un recente video-reportage – ha consentito di arrivare all’autorizzazione d’emergenza per i vaccini, che lo stesso governo Draghi considera l’unica soluzione per uscire dalla crisi-Covid.E com’è che la censura è stata sconfitta, nel caso del video oscurato preventivamente? «Più che YouTube – spiega Hechich – abbiamo accusato direttamente il governo e in particolare il ministero della sanità, per aver chiesto ai media – già nel 2020 – di ridurre o addirittura eliminare le notizie sgradite». Hechich ringrazia i cittadini che hanno sottoscritto la petizione che il Movimento Roosevelt ha inoltrato all’Agcom, anche attraverso una raccolta di firme su “Change.org”. «La situazione si è poi sbloccata di fronte alla seconda protesta rivolta a YouTube da un nostro attivista, Marco Ludovico: video finalmente pubblicato, con tante scuse da parte di YouTube». Si domanda lo stesso Ludovico: «Perché vengono prese di mira proprio le idee? Se attraggono tanta attenzione, forse non sono così inutili e così ininfluenti, come troppe volte si tende lasciar credere». E poi: «Se esprimo un’opinione (giusta o sbagliata) questo non dovrebbe essere così pericoloso, specie se sono gli stessi grandi media ad aver cambiato idea su tutto, in merito al Covid, nell’arco di appena un anno». E questo, per Marco Ludovico, «dimostra che una verità assoluta non esiste, neppure sul Covid».Roberto Hechich invoca il ritorno all’educazione civica, fin dalla più tenera età: «Bisogna abituare le persone a pensare con la propria testa, a ricostruire l’origine di una notizia e a capire la differenza tra una fake news (una notizia falsa) e una notizia vera». Per Hechich, se è abbastanza facile riconoscere una bufala, è più complicato riconoscere «le notizie più insidiose, cioè quelle manipolate, in parte vere e in parte no». E attenzione: «Proprio la censura preventiva, su idee e interpretazioni come quelle che noi diffondiamo, non fa altro che disabituare le persone a distinguere tra una notizia manipolata e una semplice, legittima interpretazione». Marco Moiso, altro esponente di primo piano del Movimento Roosevelt, condanna la deriva autoritaria (con censure a tappeto sui social) introdotta con la gestione emergenziale del Covid: «Un fortissima stretta, senza precedenti, alla libertà di espressione». Moiso fa notare che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, cui si ispirano i “rooseveltiani”, fu scritta praticamente in contemporanea con la Costituzione italiana nell’immediato dopoguerra, nel momento storico dell’uscita dalle dittature.«Tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero, e la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure: così recita l’articolo 21 della Carta costituzionale italiana». Ancora più esplicito l’articolo 19 della dichiarazione universale promossa all’Onu da Eleanor Roosevelt: «Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo». Moiso rivolge un appello politico agli «amici di una sedicente sinistra, che spesso pretende di parlare da un pulpito di presunta superiorità morale o culturale». Ovvero: «La libertà di esprimere le proprie idee è anche libertà di dire cazzate, incluse le fake news». Tradotto: «La libertà va garantita sempre, a prescindere dal contenuto», sottolinea Moiso. «Vuol dire lasciar parlare proprio tutti: persino chi dice cose antitetiche anche al sistema di diritti nel quale vive la società occidentale».Questo, secondo Moiso, è il grande vizio di oggi: «Il dibattito è polarizzato tra persone convinte di esprimere posizioni nel bene dell’interesse collettivo e posizioni ritenute non legittime. Quindi, chi pensa di essere nel giusto si considera legittimato a censurare chi voglia diffondere un’idea difforme, rispetto a quella del mainstream dominante». Lo stesso Moiso cita l’insigne linguista Noam Chomsky, considerato uno dei massimi referenti politico-culturali del vero progressismo mondiale: è facile parlare di libertà di espressione laddove le persone dicono quello in cui crediamo noi, dice Chomsky; ma se siamo onesti con noi stessi, aggiunge, dobbiamo concludere che non siamo molto lontani dall’Urss o dal nazismo, se arriviamo a censurare, come non legittime, le opinioni che non condividiamo. La storia degli ultimi 15 mesi, che ha sprofondato anche l’Italia in una palude di autoritarismo “sanitario”, è figlia di una lunga torsione post-democratica, collaudata sul terreno dell’economia (con la “religione” del neoliberismo), ora approdata al tema della salute, con la nuovissima “religione” del Covid, che penalizza le terapie per lanciare i vaccini (zittendo anche i sanitari, e le voci come quella di “MrTv”).Una buona notizia: YouTube si è rimangiata la censura e ha pubblicato il video sulle terapie domiciliari per il Covid, che aveva bannato prima ancora che venisse messo online. «Lo avevamo appena caricato sul canale, e ci era subito arrivato l’altolà, con minacce precise: un secondo “incidente” ci sarebbe costato la sospensione del canale per una settimana, e una terza contestazione avrebbe comportato addirittura la chiusura del canale», afferma Roberto Hechich, una delle anime di “MrTv”, la web-tv del Movimento Roosevelt. Pietra dello scandalo, la diretta della manifestazione dell’8 maggio a Roma, promossa da Erich Grimaldi con medici e infermieri per rivendicare il diritto alla cure precoci. In piazza, per “MrTv”, la giornalista “rooseveltiana” Monica Soldano. Vietato anche solo parlare di cure vere e proprie, ben oltre il ridicolo protocollo ancora in vigore, che si limita alla Tachipirina e alla “vigile attesa”? Per inciso: proprio il mancato riconoscimento dell’esistenza delle (ormai tante) terapie efficaci – ricorda Massimo Mazzucco in un recente video-reportage – ha consentito di arrivare all’autorizzazione d’emergenza per i vaccini, che lo stesso governo Draghi considera l’unica soluzione per uscire dalla crisi-Covid.
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Nell’Ombra del Mondo, il potere invisibile degli Arconti
S’era mai visto un “noir” così atipico, nel quale il poliziotto entra in scena solo nel finale? E s’era mai vista – lontano dai testi di Paolo Franceschetti – una tale ridondanza dell’accoppiata formata dalla doppia lettera R? Va da sé che, se di «melma infernale» si tratta, a sbrogliare in caso (se così si può dire) non possa essere che lui, Mikael, «l’arcangelo delle ombre»: dalle tenebre esce per combattere alla luce del sole, fino a tornare poi ad annidarsi lungo la corrente energetica della Linea del Drago, magari sugli scogli irlandesi dell’Isola di Skelling. Elegante e volatile, la dissolvenza con cui Stefano Pica si congeda dal suo strano Viaggiatore, frastornato dai colpi di scena giocati con maestria sul limite friabile che separa il nostro quotidiano dall’Ombra del Mondo. Porte girevoli, pagina dopo pagina, in una successione incalzante e inesorabile di incidenti e sogni, proiezioni mentali e ammazzamenti veri, in un’illusione ottica che centra l’obiettivo di regalare al lettore la felicità di non sapere più dove si trova, esattamente: nel mondo del potere visibile, in mezzo ai suoi crimini, o nella matrice invisibile che forse lo determina, forgiandolo attraverso la sapienza “magica” di spietati Arconti?Giovane psicologo clinico con orientamento junghiano, esperto in criminologia forense, Stefano Pica s’inventa una fiaba senza tempo eppure attualissima, intrisa di simbologie esoteriche. Trama rocambolesca, ambientata nella Roma di oggi e innescata dalla misteriosa comparsa di «un libro non scritto», “Umbra mundi”, che funziona come tramite tra luce e ombra, scaraventando in una dimensione parallela il malcapitato studente universitario Renato Ranucci (prima accoppiata RR: per Franceschetti acronimo di Rossa Rossa, oscura società segreta che sarebbe annidata nel massimo potere, dedita anche alla pratica abominevole dei cosiddetti omicidi rituali). Certo, nel romanzo di Pica il simbolo ricorre: non è un caso, probabilmente, che si chiami Ruber Romero il famoso giudice pronto a insabbiare le indagini, allontanando l’investigatore “angelico”, né che la doppia R sia contenuta anche nel nome del personaggio-chiave, l’enigmatico professor Roman de la Rosa, in cui il fatidico fiore è espresso per intero, senza nemmeno cercare di nasconderlo.“Nell’ombra del mondo – Il Viaggiatore”, conferma l’editore (Terre Sommerse) è un romanzo sul potere, «con una trama psicologica e metafisica nata dal “fango infero” di un percorso iniziatico di tipo massonico dell’autore». Il suo avatar letterario, Renato Ranucci, è un giovane laureando in storia e filosofia, innamorato di Giordano Bruno. Pensando al grande Nolano, lo studente sottolinea l’idea che si possa «influenzare il mondo naturale agendo direttamente sulla sua ombra, attraverso la scienza, l’arte e la magia». Dopo averlo letteralmente rubato da una vestusta biblioteca, Renato (ri-nato, e forse anche Nato Re) scoprirà che quel misterioso libro rivelatore – che poi scatenerà una pericolosa caccia all’uomo – offre a chi lo possiede la tremenda facoltà di viaggiare dentro i sogni, ma in carne e ossa, tra amici che spariscono davvero, apprendisti stregoni, maghe e imperatrici, roghi medievali e fragorose bande di bikers, pronti a materializzarsi al momento giusto, in sella alle loro Harley, per evitare il peggio.«Si tratta di un romanzo che può avere una certa affinità con il periodo difficile che stiamo vivendo», dice l’autore, alludendo a «questa ‘Covid-crazia’ che sembra il tentativo, solo in parte riuscito, di completare l’inscatolamento della nostra coscienza all’interno di uno schema prefissato e gestito da una minoranza dominante che, nel mio romanzo, chiamo Arconti». Se una profetica canzone degli anni Ottanta (”Living in a box”) rendeva bene l’idea della situazione odierna, il “viaggiatore” Renato Ranucci, invece, “le scatole” le rompe, eccome: sbalzato fuori bordo, si troverà catapultato “nell’Ombra del Mondo”. Un viaggio che lo metterà di fronte ai tanti volti del potere, «uno dei quali è rappresentato da un Re che non riesce più a gestire il peso della Corona, che paradossalmente ritroviamo oggi sul capo di un virus (che in greco vuol dire veleno)», dice Stefano Pica. «Un virus incoronato “Re del mondo” che ha trasformato gli uomini in sudditi spaventati e gli ‘scienziati’ nei suoi gran sacerdoti».Spiega ancora Stefano: «Il Viaggiatore (Renato) è un archetipo legato al perdersi e al ritrovarsi, all’essere e al non essere, ma soprattutto al percorso di conoscenza di se stessi e del mondo, dove la meta non è mai delineata». L’Ombra del Mondo invece, ispirata dalla sapienza di Giordano Bruno, di fatto «è una dimensione speculare al mondo naturale: una dimensione onirica, dalla quale è possibile condizionare il mondo reale, come sta avvenendo oggi con il piano di manipolazione “asettica” che sta interessando la nostra vita». Nel romanzo, di fronte allo “spettacolo” di un’esecuzione capitale in epoca medievale, si legge: «La contemplazione del potere da parte delle masse popolari fornisce a queste ultime la sensazione illusoria di essere anche potenti, tanto da diventare sorde e cieche davanti a un potere che agisce contro di loro per soggiogarle». Il potere degli Arconti, appunto: «Una congrega operante nell’Ombra del Mondo, con lo scopo di ottenere energia da utilizzare per condizionare il mondo naturale e la vita delle persone comuni».Sacerdoti oscuri, contro-iniziatici, pronti a utilizzare «una spiritualità ierocratica e cerimoniale, rovesciata nel suo significato originario, per ottemperare ad ambizioni strettamente materialiste e orientate al dominio». Quando finalmente Renato Ranucci finisce in trappola, a tu per tu con uno di loro, scopre che per gli Arconti il potere-dominio consiste nel «superare l’etica attraverso una visione del mondo elitaria, a tratti sacrilega», forte di una «smisurata autocelebrazione titanica». Ecco una delle scoperte del Viaggiatore: «Il sacrificio era anche uno degli strumenti utilizzati dal dominio per legittimare la sua estetica e la sua etica, nel mondo, attraverso una sanguinosa sacralità fatta di guerre e genocidi». Tradotto: «La creazione di conflitti rappresentava la modalità migliore per produrre l’energia necessaria per far girare le ruote dell’occulta macchina del dominio, che gli Arconti gestivano sapientemente all’Ombra del Mondo», in una sorta di «culto cannibale, che utilizzava la conoscenza e il dominio per divorare l’esistenza delle persone fino alle ossa».Stefano Pica (o meglio, Renato Ranucci) sa benissimo che «ogni potere necessita spesso di sacrifici cruenti». Ma sa anche che, «per assurdo, ciò che nel mondo reale può farti ammalare, all’ombra di esso può farti guarire». Non c’è da allarmarsi più di tanto, se nel romanzo un alchimista può trasformarsi addirittura nel più fedele degli animali, o se è un uccello – a un certo punto – a mettere l’ispettore di polizia sulla strada giusta per risalire agli autori di un orrendo triplice omicidio, provocato dalla brama di mettere le mani su quel maledetto libro. «Quel tomo funzionava come un campo di coordinazione energetico, dove ogni situazione e persona incontrata nel viaggio onirico si legava alla realtà del viaggiatore attraverso fili invisibili». Solo esaminando quei fili attraverso le loro ombre, riflette Renato, è possibile comprendere «il nesso che lega ogni esistenza umana alle sue molteplici manifestazioni», e grazie a questa conoscenza diventare infine “Re di stessi”, «costruttori del proprio destino».(Il libro: Stefano Pica, “Nell’Ombra del Mondo – Il Viaggiatore”, Terre Sommerse, 180 pagine, 16 euro).S’era mai visto un “noir” così atipico, nel quale il poliziotto entra in scena solo nel finale? E s’era mai vista – lontano dai testi di Paolo Franceschetti – una tale ridondanza dell’accoppiata formata dalla doppia lettera R? Va da sé che, se di «melma infernale» si tratta, a sbrogliare il caso (se così si può dire) non possa essere che lui, Mikael, «l’arcangelo delle ombre»: dalle tenebre esce per combattere alla luce del sole, fino a tornare poi ad annidarsi lungo la corrente energetica della Linea del Drago, magari sugli scogli irlandesi dell’Isola di Skelling. Elegante e volatile, la dissolvenza con cui Stefano Pica si congeda dal suo strano Viaggiatore, frastornato dai colpi di scena giocati con maestria sul limite friabile che separa il nostro quotidiano dall’Ombra del Mondo. Porte girevoli, pagina dopo pagina, in una successione incalzante e inesorabile di incidenti e sogni, proiezioni mentali e ammazzamenti veri, in un’illusione ottica che centra l’obiettivo di regalare al lettore la felicità di non sapere più dove si trovi, esattamente: nel mondo del potere visibile, in mezzo ai suoi crimini, o nella matrice invisibile che forse lo determina, forgiandolo attraverso la sapienza “magica” di spietati Arconti?
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Montagnier: follia i vaccini mentre la pandemia è in atto
Vaccinare le persone mentre l’epidemia è in corso? Errore madornale, avverte l’invettivologo Pietro Luigi Garavelli, primario a Novara: un rischio dal quale ci aveva messo in guardia lo stesso Albert Sabin, “inventore” del vaccino antiopolio. Il problema? Il vaccino “irrobustisce” il virus, anziché spegnerlo, inducendolo a generare continue varianti. Avvertimento ora rilanciato dallo stesso Jean-Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina dopo aver isolato il virus Hiv, quello dell’Aids. «Vorrei capire come sia possibile che, se parla un Burioni qualsiasi, ciò che dice viene ripreso alla lettera da tutti i media, seppur smentito dai fatti (come molte volte è accaduto con le parole dei virologi che affollano le nostre Tv)». E se parla un Nobel come Luc Montagnier? «Oscurato o bollato come teorico senza fondamento: una cosa, per me, davvero inspiegabile», protesta il blogger Francesco Amodeo, in un video ripreso da “Radio Radio”.«Ricorderete oltretutto quando l’anno scorso Montagnier dichiarò che ci fossero evidenze che il Covid sia stato creato in laboratorio: una tesi che offese così tanto l’establishment che, da quel momento, tentò di screditare in maniera aggressiva la sua dichiarazione». Oggi, afferma Amodeo, gli esperti mondiali stanno facendo marcia indietro sull’origine del coronavirus, e interi paesi chiedono un’inchiesta indipendente. Persino il virologo Anthony Fauci, che all’epoca di Trump smentiva categoricamente questa ipotesi, oggi dice che non la si può più escludere. «Montagnier, dunque, non era pazzo. E perché allora dobbiamo ignorarlo oggi, che dice cose altrettanto gravi, ma che hanno purtroppo riscontro nella realtà dei fatti?». Il Premio Nobel francese ha infatti rilasciato una nuova intervista, in cui ha dichiarato che il programma di vaccinazione contro il coronavirus «è un errore inaccettabile». Secondo Montagnier, infatti, è proprio la vaccinazione che starebbe provocando le varianti.«Gli anticorpi creati dal vaccino costringono il virus a trovare nuove soluzioni, quindi le varianti sarebbero il risultato della vaccinazione stessa», riassume Amodeo. «Secondo Montagnier, gli epidemiologi tacciono su un fenomeno che conoscono bene, noto come “Antibody-Dependent Enhancement”, cioè: potenziamento dipendente dagli anticorpi. Che significa? Che questi anticorpi favoriscono una certa infezione. Per Montagnier, la tendenza sta avvenendo in ogni paese dove la curva della vaccinazione è seguita dalla curva dei decessi». Lo stesso Montagnier annuncia che sta conducendo esperimenti sui pazienti che sono stati infettati dal coronavirus dopo aver ottenuto il vaccino: in questo modo, sostiene, dimostrerà che proprio loro stanno creando varianti resistenti al vaccino. Accuse gravissime, sottolinea Amodeo, che non possiamo certo ritenere infondate. Ovviamente i nostri media non le approfondiscono, «perché i nostri Burioni ci dicono che queste cose non sono vere». E quindi, «restiamo in attesa che la storia torni a smentirli: sulla nostra pelle».Per chi avesse ancora dubbi sulla gestione del Covid, non importa sotto quale governo, vale ricordare che lo stesso Garavelli giudica insensate le stesse misure di distanziamento, utili solo nel caso di “virus da contatto”, come l’Ebola. Altrettanto evidente la sudditanza dell’esecutivo di Mario Draghi rispetto al “paradigma vaccinale” imposto, a livello internazionale, dall’establishment sanitario largamente privatizzato. Anche in Italia, i “vaccini genici” (ancora sperimentali) vengono presentati come unica soluzione possibile, dopo aver oscurato per un anno – in modo criminale, denuncia Massimo Mazzucco – le varie terapie nel frattempo messe a punto per guarire dal Covid: se fossero state riconosciute, i “vaccini genici” non avrebbero mai potuto ottenere l’autorizzazione di emergenza (da parte di entità come l’Ema e l’Aifa, i cui dirigenti provengono da Big Pharma). Vaccinazioni che Draghi non ha esitato a imporre al personale sanitario, e che ora Jean-Luc Montagnier definisce addirittura dannose e pericolose, se somministrate a pandemia ancora in corso.Vaccinare le persone mentre l’epidemia è in corso? Errore madornale, avverte l’infettivologo Pietro Luigi Garavelli, primario a Novara: un rischio dal quale ci aveva messo in guardia lo stesso Albert Sabin, “inventore” del vaccino antiopolio. Il problema? Il vaccino “irrobustisce” il virus, anziché spegnerlo, inducendolo a generare continue varianti. Avvertimento ora rilanciato dallo stesso Jean-Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina dopo aver isolato il virus Hiv, quello dell’Aids. «Vorrei capire come sia possibile che, se parla un Burioni qualsiasi, ciò che dice viene ripreso alla lettera da tutti i media, seppur smentito dai fatti (come molte volte è accaduto con le parole dei virologi che affollano le nostre Tv)». E se parla un Nobel come Luc Montagnier? «Oscurato o bollato come teorico senza fondamento: una cosa, per me, davvero inspiegabile», protesta il blogger Francesco Amodeo, in un video ripreso da “Radio Radio“.
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De Carvalho: ma lo strapotere dell’élite non è imbattibile
Fascista, estremista, nuova destra, razzista, odiatore, omofobo, bigotto: tutti questi termini sono puri insulti e non hanno concetti scientifici descrittivi. La massa di studenti universitari semianalfabeti che si dedica all’uso di questi termini mostra fino a che punto la professione accademica si è prostituita in una specie di sub-giornalismo. Ho parlato di metacapitalismo, e spiego: metacapitalista è l’individuo o il gruppo che ha guadagnato così tanto denaro, nell’economia di mercato, da non accettare più le regole della libera concorrenza e diventare, o desiderare di diventare, un controllore della società, una sorta di sovrano informale (a volte anche formale), il cui potere in molte occasioni trascende quello di qualsiasi governo esistente. Non ho mai detto che 300 famiglie controllano il mondo, ho detto che vorrebbero controllarlo. In senso stretto, il loro sogno di una società completamente gestita (da loro stessi, ovviamente) è impossibile da realizzare.Tuttavia, il fatto che un obiettivo sia impossibile non impedisce a individui e gruppi potenti di cercare di raggiungerlo. Anche l’economia comunista era impossibile, ma la lotta per raggiungerla ha portato alla morte di 100 milioni di persone. Il potere dell’élite globalista è incommensurabile, ma non illimitato. La Russia, da un lato, la ostacola; dall’altro, il mondo islamico e, in parte, la Cina (che fa sempre più parte della truppa globalista). Inoltre, ci sono molte opposizioni che vengono dalla natura pura e semplice delle cose. Il mondo globalizzato è già, nel suo stato attuale, una pura illusione. Quando si vede l’ignoranza reciproca che esiste tra i media americani ed europei, ci si rende conto che i confini nazionali non sono affatto facili da rompere.Date un’occhiata alla lista di prìncipi e duchi che dirigono il gruppo Bilderberg, collegato a migliaia di aziende tra le più potenti del mondo, e convincetemi che la borghesia ha rovesciato l’aristocrazia. Le parole d’ordine su cui si basa la maggior parte delle discussioni pubbliche sono create da giornalisti e opinionisti politici che non sono nemmeno consapevoli dell’adeguatezza scientifica e combattono solo per gli interessi dei loro gruppi. Un dettaglio importante, per valutare il potere dei metacapitalisti, è notare che oggi finanziano e controllano tutto il mondo di sinistra, senza alcuna eccezione visibile. Ora ditemi, in coscienza: pensate che gli opinionisti comunisti siano abbastanza intelligenti da manipolare la grande finanza globale? O al contrario, la finanza globale controlla i comunisti e quelli non se ne rendono nemmeno conto?(Olavo de Carvalho, dichiarazioni rilasciate nell’intervista “Il potere dell’élite globalista è incommensurabile, ma non illimitato”, pubblicata da Mitt Dolcino il 24 maggio 2021. Ideologo anti-globalista e sostenitore del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, Olavo de Carvalho ha pubblicato, con il russo Alexander Dugin, il saggio “Oltre il sipario delle ombre cinesi”, curato da Massimo Pampaloni).Fascista, estremista, nuova destra, razzista, odiatore, omofobo, bigotto: tutti questi termini oggi sono puri insulti e non hanno concetti scientifici descrittivi. La massa di studenti universitari semianalfabeti che si dedica all’uso di questi termini mostra fino a che punto la professione accademica si è prostituita in una specie di sub-giornalismo. Ho parlato di metacapitalismo, e spiego: metacapitalista è l’individuo o il gruppo che ha guadagnato così tanto denaro, nell’economia di mercato, da non accettare più le regole della libera concorrenza e diventare, o desiderare di diventare, un controllore della società, una sorta di sovrano informale (a volte anche formale), il cui potere in molte occasioni trascende quello di qualsiasi governo esistente. Non ho mai detto che 300 famiglie controllano il mondo, ho detto che vorrebbero controllarlo. In senso stretto, il loro sogno di una società completamente gestita (da loro stessi, ovviamente) è impossibile da realizzare.
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Guerra all’infame tiranno Lukashenko, pirata anti-Covid
Alexandr Lukashenko ha tutto, per recitare la parte del cattivo in un filmaccio di Hollywood: al potere ininterrottamente dal 1994, dopo un quarto di secolo ha lanciato il figlio Viktor verso la successione irritando metà dei bielorussi, poco entusiasti della dinastia “sovietica” di un paese che non ha rinunciato a continuare a chiamare Kgb il suo servizio di intelligence. Stavolta pare averla fatta grossa: arrivare a dirottare un volo civile (con 6 agenti segreti a bordo, e un Mig nei cieli per “convincere” il Boeing a fare scalo a Minsk, al solo scopo di arrestare un passeggero, noto oppositore) non ha precedenti, nella storia. Per la precisione, è l’ennesimo incidente senza precedenti, in questi mesi folli, in cui succede – ogni giorno – quello che fino a ieri sarebbe stato impensabile, nel “mondo libero”. Si va dall’imposizione del distanziamento interpersonale a quella del coprifuoco, fino alla libertà vigilata e condizionata dall’inoculo vaccinale a base di farmaci genici ancora sperimentali: sostanze autorizzate solo dopo aver negato l’esistenza delle cure ordinarie, e spacciate come unico possibile rimedio di fronte a una patologia presentata come quasi incurabile, dalla quale invece si guarisce spesso da casa, in pochi giorni, mediante l’assunzione di antinfiammatori e altri farmaci di uso comune.Proprio contro la frode politica mondiale costruita attorno al Covid, il presidente-autocrate bielorusso (vero nome, Aljaksandr Lukašėnka) sparò una denuncia a reti unificate nella primavera 2020, rilanciata in Italia dallo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale: prima l’Oms e poi il Fmi avrebbero offerto alla Bielorussia fino a 900 milioni di dollari per “fare il lockdown, come in Italia”, così da sottoporre all’ipnosi pandemica anche l’Est Europa, che gli Usa contendono alla Russia spostando sempre più in là la sfera d’influenza della Nato, in violazione degli accordi stipulati ai tempi di Gorbaciov come contropartita per la fine della guerra fredda. Immediata la reazione euro-atlantica alla denuncia anti-Covid del “dittatore” Lukashenko: l’Occidente si è accorto di colpo dell’esistenza della Bielorussia, storica alleata di Mosca, e ha sostenuto improvvisamente le opposizioni, che hanno definito “truccate” le elezioni dell’estate 2020, in cui Lukashenko (tanto per cambiare) ha incoronato se stesso per la sesta volta consecutiva. A seguire: “rivoluzione colorata” a cronometro, secondo il modello ucraino, in questo caso con gli oppositori messi in fuga dal governo di Minsk supportato da Putin, a sua volta “assediato” dall’amministrazione Biden dopo essersi fieramente opposto, anch’esso, alle misure dittatoriali anti-Covid.Il seguito è rocambolesco: il giovane Roman Patrosevich, che viaggiava su un volo Atene-Vilnius della Ryanair, è stato arrestato a Misnk dopo l’atterraggio forzato dell’aereo, che era diretto in Lituania. Lukashenko ha così messo le mani sull’oppositore, che attraverso il canale “Telegram Nexta” aveva denunciato i brogli con cui il regime avrebbe manipolato le elezioni dell’estate 2020 (poco prima che ben altri denunciati brogli, quelli statuntitensi, sfrattassero Donald Trump dalla Casa Bianca). Nel frattempo, in Europa orientale la situazione è precipitata: la Russia ha schierato oltre 10.000 soldati alla frontiera con l’Ucraina per difendere il Donbass preso a cannonate dal governo di Kiev sostenuto da Biden. E gli 007 di Mosca nelle scorse settimane hanno dichiarato di aver sventato un complotto golpista che a Minsk prevedeva addirittura l’eliminazione fisica di Lukashenko, il cui “nervosismo” può forse essere così spiegabile. Nulla che traspaia, naturalmente, dalla grancassa del mainstrem, che – come ieri per il concerto-Covid – ora si è gettato con un sol uomo (Ue in testa) per condannare e sanzionare il perfido tiranno di Misk, che osa compiere atti di pirateria aerea dirottando un volo civile, tra lo sconcerto dei passeggeri, dopo aver inventato un inesistente allarme-bomba a bordo del velivolo.L’uomo di Minsk – con il suo plumbeo look da ex ufficiale sovietico – fornisce il più perfetto degli assist, a un regime occidentale che ha sospeso la democrazia e truccato le carte persino nel “paese della libertà”, dove nell’autunno 2020 i media erano arrivati a togliere la parola persino al presidente in carica. E’ il paese delle “extraordinary rendition” dell’era Bush, gli arresti illegali con destinazione Guantanamo, il lager medievale attrezzato per le peggiori torture contro detenuti trattati come oggetti, senza diritti. E’ il sistema che in Russia inventa un oppositore di cartone come Alexej Navalnij, ma continua a tenere in carcere un eroe dell’informazione come Julian Assange, colpevole di aver mostrato al mondo l’infamia degli invasori americani in Iraq. Poteri-ombra, come quelli che hanno “aiutato” l’Isis a devastare la Siria, ora pretendono di mostrarsi ultra-trasparenti nel condannare l’imperdonabile Lukashenko, il nuovo “grande Satana” da detestare, proprio mentre i liberi cittadini del libero Occidente controllano, sul giornale, a che ora della sera potranno rincasare, per gentile concessione di governi che tengono ancora in piedi la favola nera del Covid, venduta al popolo bue come verità di fede dalla quale è severamente proibito allontanarsi.Nella democratica Germania di Angela Merkel, oggi la polizia può penetrare nelle abitazioni senza nemmeno un mandato giudiziario, solo per controllare che nessuno osi infrangere la religione del Covid. La differenza con la Bielorussia (dove basta contestare il sovrano per finire in galera, anche se si viaggia su un volo di linea) si va pericolosamente assottigliando, in un pianeta dove è evidentemente in corso una guerra mondiale che oppone golpisti e resistenza, mobilitando le massime élite in una partita necessariamente opaca, a doppio fondo, lontanissima dai riflettori. Una delle carte sul tavolo è proprio il sogno del “regime change” in Russia, dove c’è chi non perdona a Putin di aver sbaragliato l’Isis in Siria, mettendo fine alla trama del terrore che ha preceduto l’ultima versione del terrorismo, quello sanitario. E’ palese che la Bielorussia dell’impresentabile Lukashenko non è che il possibile antipasto del boccone grosso, sempre che i manovratori non ritengano la Russia il miglior baluardo possibile, in fondo, per arginare l’esuberanza inquietante della Cina. Intanto, l’autocrate di Minsk ha regalato uno splendido diversivo, ai “dittatori” del Covid impegnati nel loro convulso, contraddittorio Grande Reset, che procede a singhiozzo in mezzo a tamponi, mascherine e vaccini, nel paradiso artificiale nelle fake news televisive.(Giorgio Cattaneo, 25 maggio 2021).Alexandr Lukashenko ha tutto, per recitare la parte del cattivo in un filmaccio di Hollywood: al potere ininterrottamente dal 1994, dopo un quarto di secolo ha lanciato il figlio Viktor verso la successione irritando metà dei bielorussi, poco entusiasti della dinastia “sovietica” di un paese che non ha rinunciato a continuare a chiamare Kgb il suo servizio di intelligence. Stavolta pare averla fatta grossa: arrivare a dirottare un volo civile (con 6 agenti segreti a bordo, e un Mig nei cieli per “convincere” il Boeing a fare scalo a Minsk, al solo scopo di arrestare un passeggero, noto oppositore) non ha precedenti, nella storia. Per la precisione, è l’ennesimo incidente senza precedenti, in questi mesi folli, in cui succede – ogni giorno – quello che fino a ieri sarebbe stato impensabile, nel “mondo libero”. Si va dall’imposizione del distanziamento interpersonale a quella del coprifuoco, fino alla libertà vigilata e condizionata dall’inoculo vaccinale a base di farmaci genici ancora sperimentali: sostanze autorizzate solo dopo aver negato l’esistenza delle cure ordinarie, e spacciate come unico possibile rimedio di fronte a una patologia presentata come quasi incurabile, dalla quale invece si guarisce spesso da casa, in pochi giorni, mediante l’assunzione di antinfiammatori e altri farmaci di uso comune.
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Bizzi: guerra invisibile, ingabbiano la nostra anima
Io ho deciso di combattere questa battaglia per la verità e per la giustizia, che mi tiene impegnato notte e giorno. Da massone, e soprattutto da iniziato eleusino quale sono, dico che questa è anche una battaglia per la spiritualità. Veramente, ritengo che oggi siano in campo forze non umane, veramente pericolose: questo è uno dei momenti più bui della storia del genere umano. Le porte dell’inferno si stanno davvero spalancando: e dentro ci finiranno proprio tante persone. Molti ritengono di aver acquisito determinati livelli di consapevolezza, e poi invece vanno a sottoporsi a certe terapie geniche: mi domando che cosa abbiano praticato, finora. Ne parlo anche con “fratelli” come me, anche loro sconcertati dal comportamento di persone con cui abbiamo a che fare, persone che sostengono questa narrazione e, addirittura, si sottopongono volontariamente a certe terapie, che distruggono l’anima. Qui vogliono veramente ingabbiare le nostre anime.Devo proprio dare ragione a Rudolf Steiner, perché aveva capito dove sarebbe andata a parare, questa situazione. L’obiettivo in questo caso non sono i soldi. Questa operazione è partita ufficialmente per motivazioni economiche, e lo sappiamo: il motore economico è stato la spinta per determinare questa operazione. Ma questi sono personaggi che, il denaro, lo creano dal nulla: quello che vogliono veramente è il potere di controllo sulle nostre anime. Da parte di certe élite di potere, che hanno ben poco di umano (e che sicuramente non sono umane), c’è anche la volontà di imprigionare l’umanità in una gabbia “quantica”. Vogliono portare l’intelligenza artificiale a dei livelli tali, da creare qualcosa che è stato già creato, in passato. In un passato molto remoto, queste cose le hanno già fatte. Ve lo posso dire con cognizione di causa: esistono delle dimensioni parallele, che sono reali e fisiche.Intendo dimensioni parallele – create in un passato remoto da intelligenze artificiali, non umane – dove hanno ingabbiato per millenni le anime: e continuano a farlo. Ma chi detiene adesso le chiavi del potere non ha le chiavi di accesso a queste dimensioni. Però sono arrivati al punto da poterne creare, a loro volta: e questa sarebbe veramente la tomba dell’umanità. Perché questi non solo vogliono “depopolare” il pianeta, riducendo l’umanità di qualche miliardo di persone, ma vogliono anche precludere – a quelli che avranno “depopolato” – la possibilità di tornare. Ripeto: vogliono ingabbiare le anime. Quindi è arrivato il momento di prendere coscienza, di dare finalmente una spallata definitiva a questa farsa.Da mesi, vi stiamo invitando a ragionare con la vostra testa, spingendovi a cercare di capire quello che c’è oltre la narrazione. Questa è la battaglia decisiva: l’ultima. Il vento della libertà non soffia da solo: lo dobbiamo alimentare noi, con le nostre azioni. E nemmeno il vento della consapevolezza soffia da solo. Quindi, chi è in grado di prendere consapevolezza dia una spallata definitiva a questa farsa, che in buona parte sta già implodendo da sola, probabilmente, perché non riescono più a portarla avanti. Ma ci sono delle forze, in campo – non umane – che stanno facendo di tutto, per tenerla in piedi.Circola una foto sconcertante di Klaus Schwab (seminudo su una spiaggia, dove si esibisce in indumenti intimi femminili, ndr) che potremmo definire tranquillamente Mister Covid: è il deus ex machina dell’Operazione Corona, del Forum di Davos, colui che pretende di gestire il futuro della Quarta Rivoluzione Industriale, del Grande Reset. Quando vedete in televisione personaggi come Speranza, come Mattarella (che pontifica, da dietro quella sua ipocrita “museruola” che indossa in pubblico), o quando vedete personaggi come Conte, come adesso anche Mario Draghi (e il generale Figliuolo), non dimenticate che stanno tutti sostenendo un’operazione che è partita da gente come lo Schwab che possiamo ammirare in quella fotografia scattata in spiaggia.Ora, non voglio stare a criticare il suo abbigliamento e i suoi gusti: tra le mura domestiche, ognuno fa quello che vuole. Ma un personaggio del genere, che va su una spiaggia in quel modo, e poi pretende di dettare le linee-guida di come dev’essere il futuro dell’umanità, parla da solo. Quando vedete in televisione certi politicanti e certi personaggi che sponsorizzano le terapie geniche, cercate di pensare a Klaus Schwab conciato in quel mondo, sulla spiaggia, e vedrete che vi passerà la voglia, di sottoporvi a certe terapie. Insisto: ribellatevi, resistete. Perché questa è veramente l’ultima battaglia: adesso basta, perché questi personaggi non la devono passare liscia. Dovranno pagare: fisicamente, materialmente e anche spiritualmente.(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate il 20 maggio 2021 nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi” sul canale YouTube di “Border Nights”, con Tom Bosco, Matt Martini e la partecipazione straordinaria di Bhante Dhammasila, monaco buddista della tradizione Theravada. Storico e saggista, editore di Aurora Boreale, Bizzi è co-autore – con Martini e altri – dell’instant-book “Operazione Corona”. Nel passaggio in cui cita l’origine economica dell’emergenza pandemica, Bizzi allude alla crisi dei Repo, le compensazioni interbancarie, che a fine 2019 avrebbero reso “necessario” pensare di fermare l’economia mondiale con i lockdown, nel 2020, al fine di determinare il crollo momentaneo degli investimenti, viste le insufficienti coperture finanziarie disponibili, in quel momento).Io ho deciso di combattere questa battaglia per la verità e per la giustizia, che mi tiene impegnato notte e giorno. Da massone, e soprattutto da iniziato eleusino quale sono, dico che questa è anche una battaglia per la spiritualità. Veramente, ritengo che oggi siano in campo forze non umane, veramente pericolose: questo è uno dei momenti più bui della storia del genere umano. Le porte dell’inferno si stanno davvero spalancando: e dentro ci finiranno proprio tante persone. Molti ritengono di aver acquisito determinati livelli di consapevolezza, e poi invece vanno a sottoporsi a certe terapie geniche: mi domando che cosa abbiano praticato, finora. Ne parlo anche con “fratelli” come me, anche loro sconcertati dal comportamento di persone con cui abbiamo a che fare, persone che sostengono questa narrazione e, addirittura, si sottopongono volontariamente a certe terapie, che distruggono l’anima. Qui vogliono veramente ingabbiare le nostre anime.