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Abbandonare l’Italia, oppure resistere alla “dittatura”?
Ormai la stessa voce si rincorre ovunque, anche sui canali web più battuti, come quello di Claudio Messora: abbandonare l’Italia. Per scappare dove? Ovunque i cittadini non siano obbligati a subire il ricatto psico-sanitario, degno di una dittatura. Tutto era cominciato con il grottesco Conte, capace di imporre il lockdown e di invitare a Roma gli “specialisti” cinesi per farsi spiegare (da loro) come gestire la Grande Emergenza, che da noi è letteralmente esplosa dopo aver ignorato il piano pandemico dell’Oms, proibito le autopsie e negato le cure nel frattempo messe a punto dai medici. Poi è arrivato Draghi, con un imperativo categorico: riparire il paese. Ma a una condizione: prima, sottoporre l’intera popolazione alla “timbratura digitale” corporea, presentata come “campagna vaccinale” (mutuando quindi il termine da un presidio sanitario che appartiene alla storia della medicina moderna: il vaccino, ossia l’inoculo dell’agente patogeno depotenziato).Stavolta la faccenda è diversa: niente patogeno. In compenso, nei preparati compare l’ossido magnetico del grafene, virtualmente adatto a “dialogare a distanza” con le antenne 5G nel frattempo installate in tutta la penisola. Chi chiama “no vax” i tanti cittadini che ancora resistono all’imposizione del Tso, magari accusandoli di avere “paura del vaccino”, forse dimentica che a scatenare l’indignazione dei più è semmai il disprezzo che il governo mostra nei loro confronti, calpestando le libertà elementari: fino al punto di arrivare all’ingiunzione ricattatoria più estrema, la perdita del posto di lavoro. Di fronte a questo, cambia l’ordine di grandezza del ragionamento: se oggi mi costringi a questo, sulla base di invenzioni fraudolente (e continuando a ignorare le terapie domiciliari), domani che cosa arriverai a impormi? Ergo: se cedo oggi, non rischio forse di consegnarmi a un futuro da pecorella “cinese”, col suo bravo certificato provvisorio di buona condotta?Questo il sentimento dei tanti milioni di italiani finora restii a cedere: il loro timore è quello di veder archiviato anche l’ultimo residuo scampolo di democrazia. Di qui la tentazione di fare i bagagli, fuggendo all’estero: Spagna, Danimarca, Est Europa, Gran Bretagna. Persino la Russia di Putin, ad alcuni, appare oggi preferibile alla nuova “democratura” italica, dove la marchiatura di massa è potuta procedere (e nemmeno con successo) solo ricorrendo alla menzogna, alla minaccia e all’uso della forza. Si susseguono manifestazioni di piazza contro il Green Pass, c’è chi raccoglie firme per un referendum. Ma il governo Draghi tira dritto, come se gli italiani non esistessero proprio: forse potrebbe fermarlo solo uno sciopero generale, a oltranza. Qualcosa di ultra-utopico, però, se si considera il profilo politico della Cgil di Landini. In compenso, si moltiplicano i fenomeni di resistenza individuale: nuove piattaforme web prenotano bambini e docenti per dribblare la scuola statale, trasformata in gabbia per animaletti domestici dotati di museruola e lasciapassare.Di fronte all’estrema intimazione – quella del trattamento digitale obbligatorio, spacciato per sanitario – rischia davvero di rompersi il patto sociale, come avverte Massimo Cacciari, specie se dalla politica non emerge una sola voce in grado di opporsi a una simile, tenebrosa deriva. Lasciare l’Italia, come ormai si ventila anche dalle parti di “ByoBlu”? Dal canto suo, una voce come quella di Nicola Bizzi si sfoga: perché invece non denunciare l’Italia a livello internazionale, lanciando una sorta di embargo come quelli che colpiscono le dittature? Gli italiani all’estero sono 4 milioni, mentre sono ben 200 milioni i cittadini di origine italiana che abitano i quattro lati del mondo: non è possibile che restino insensibili al grido di dolore che dovessere sorgere dalla madrepadria dei loro antenati. Cosa sta succedendo, in Italia? Se lo domandano un po’ dappertutto: ma da noi ne parla pubblicamente solo “La Verità”, il quotidiano di Maurizio Belpietro, l’unico a svolgere ancora funzioni giornalistiche.Non che il resto del mondo emetta segnali rassicuranti: in Germania molti politici vorrebbero imitare l’Italia, mentre nella Francia di Macron è stato cacciato da Marsiglia un luminare come il professor Didier Raoult, scopritore dell’efficacia dell’idrossiclorochina. Anche da noi i caduti non si contano più: se Giuseppe De Donno è stato trovato appeso a una corda, a Mantova, dopo aver sperimentato con efficacia il plasma iperimmune (e aver vagheggiato l’apertura di un centro clinico speciale, per guarire i malati usando proprio la plasmaferesi), a Novara un medico in prima linea come il primario infettivologo Pietro Luigi Garavelli, con alle spalle brillanti successi nelle terapie-Covid, è arrivato a gettare la spugna: sta valutando la possibilità di abbandonare la professione medica. Uno spettacolo terribile, al quale assistono sgomenti milioni di italiani: quelli che sanno perfettamente quante decine di migliaia di pazienti sono stati guariti, da casa, dai medici coraggiosi come quelli di “Ippocrate”.L’aria che tira, in alcuni paesi leader dell’Occidente, non è equivocabile: negli Usa, 24 Stati sono sul piede di guerra contro Biden, che ha manifestato l’intenzione di rendere obbligatoria la “timbratura”, per tutti. Il che fa pensare a qualcosa di sinistro: nessuna ragione, al mondo (men che meno, il morbo “pandemico” di Wuhan), autorizza la necessità sanitaria di misure così categoriche, evidentemente motivate da ben altre finalità. Colpisce la gran fretta dei “vaccinatori”: come se davvero – ipotizza qualcuno – temessero la scadenza del 2024, astrologicamente propizia ai grandi rivolgimenti sociali, di portata epocale, magari corroborata da possibili interventi “esopolitici” come quelli evocati da chi si interroga sulla curiosa coincidenza della “disclosure aliena”, o almeno sull’apertura – di punto in bianco – dei dossier ufficiali che ammettono l’esistenza degli Ufo, ribattezzati Uap. Fantapolitica? Lo è anche l’agenda del Green New Deal, secondo cui le variazioni climatiche dipenderebbero dalle emissioni umane.L’Italia traccia le strade, diceva Steiner. Nel bene e nel male: è italiano il copyright del fascismo, ma anche quello del Rinascimento (la maggiore rivoluzione culturale del millennio precedente). Era italiano anche il più clamoroso Grande Reset del primo millennio: l’avvento del cristianesimo romano, reso brutalmente obbligatorio da Teodosio. Non è certo la prima volta, che le persone finiscono in trappola. Stavolta la corda potrebbe spezzarsi? Dipende: basta non aspettarsi più niente, dalla politica. E’ la tesi di un alchimista come Michele Giovagnoli, secondo cui l’élite che manovra i governi è addirittura antica, vecchia di migliaia di anni, abituata a impartire ordini disumani. Oggi i dominatori mostrano una gran fretta, come se temessero di avere i giorni contati. Lasciare l’Italia? Giovagnoli suggerisce un Piano-B: resistere. Perché – dice – l’aggressività del potere tradisce la sua debolezza, la sua fragilità.Numeri: è ancora molto consistente, la quota di cittadini decisi a non subire il ricatto. E metà di quelli che hanno ceduto l’hanno fatto per disperazione, maledicendo chi li ha costretti. Non è propriamente un vanto, per un governo che parla di rilancio della nazione: che razza di economia ci si può attendere, da una società post-democratica imbrogliata e letteralmente piegata con l’intimidazione e la coercizione? La partita è aperta, dicono gli ottimisti: oltre metà del mondo non ne vuole più sapere, di quest’incubo fabbricato da pericolosi cialtroni. Nel mirino a quanto pare resta soprattutto l’Occidente: è l’uomo bianco, a essere vessato e colpito. Si era illuso che fosse irreversibile, la sontuosa libertà relativa che gli sembrava di aver raggiunto? Tragico errore di valutazione, se è vero che diversi italiani – scopertisi soli, traditi e abbandonati da qualsiasi organizzazione politica – ora accarezzano davvero l’idea di scappare come profughi, lasciandosi alle spalle il paese più bello del mondo.Ormai la stessa voce si rincorre ovunque, anche sui canali web più battuti, come quello di Claudio Messora: abbandonare l’Italia. Per scappare dove? Ovunque i cittadini non siano obbligati a subire il ricatto psico-sanitario, degno di una dittatura. Tutto era cominciato con il grottesco Conte, capace di imporre il lockdown e di invitare a Roma gli “specialisti” cinesi per farsi spiegare (da loro) come gestire la Grande Emergenza, che da noi è letteralmente esplosa dopo aver ignorato il piano pandemico dell’Oms, proibito le autopsie e negato le cure nel frattempo messe a punto dai medici. Poi è arrivato Draghi, con un imperativo categorico: riaprire il paese. Ma a una condizione: prima, sottoporre l’intera popolazione alla “timbratura digitale” corporea, presentata come “campagna vaccinale” (mutuando quindi il termine da un presidio sanitario che appartiene alla storia della medicina moderna: il vaccino, ossia l’inoculo dell’agente patogeno depotenziato).
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Draghistan, il regime del ricatto: nessuno peggio di noi
Chi è che dà di matto sul Covid, Mario Draghi o Zoran Milanović? Quest’ultimo nome non appare mai, nei media italiani, chiusi nella loro bolla provinciale. Figuriamoci se lo pronunciano i parlamentari, i governanti, prigionieri di questa bolla e pronti a imprigionarvi tutti gli italiani. Milanović è semplicemente il presidente della Croazia, un paese membro dell’Unione Europea, della Nato, del Consiglio d’Europa. E’ un esponente storico del Partito Socialista Europeo, lo stesso di tanti illustri colleghi di questo Parlamento schiacciato dai decreti. Ebbene, il 10 settembre scorso, il signor Milanović ci ha spiegato in modo chiaro quanto di più antitetico si possa immaginare, rispetto al Green Pass nostrano. Pur in un discorso in cui valorizza l’opportunità del vaccino, infatti, il presidente croato dice, testualmente: «Il delirio dei media per il Covid-19 è eccessivo. Dovremmo conoscere lo scopo di tutto questo delirio. Se qualcuno mi dice che l’obiettivo è sradicare completamente il coronavirus, gli dirò che è una follia: è impossibile. Ciò che conta ora è l’adeguamento e la ripresa della vita normale». E aggiunge: «E’ folle sostenere la cultura ossessiva della sicurezza».Sottolineo: la cultura ossessiva della sicurezza. Dice ancora Milanović: «Nessuno può essere assolutamente sicuro e protetto, non c’è vita senza il rischio di malattie». Puntando sui media, Milanović aggiunge: «Quel che fanno equivale a seminare il panico. E sono gli unici a farlo, dall’inizio della pandemia. Semplicemente, non esiste una sicurezza assoluta che escluda ogni possibilità di ammalarsi. Le persone sviluppano migliaia di malattie più gravi, mentre da un anno e mezzo commentiamo soltanto il Covid. Da mesi sento solo pareri senza senso». E chiude così: «Basta, tormentare la gente chiedendo ossessivamente di vaccinarsi a chi non vuole». Molti di voi, chiusi nella bolla tutta italiana della paura, la bolla esclusivamente italiana della paura, si chiederanno: ma è diventato matto, questo presidente? Non è mica saggio come i nostri capi, che ci dicono che dobbiamo avere tanta paura, “paurissima”. E’ stato proprio Draghi, infatti a dire: «Non ti vaccini? Ti ammali e muori, oppure fai morire gli altri. Non ti vaccini, contagi, così lui e lei muoiono». Sembra una vecchia gag.E mentre sillabava questa paura primordiale della morte, senza distinzioni tra gli anziani che rischiano e i ragazzini che non rischiano nulla, ha giustificato il Green Pass più rigido del pianeta, il lasciapassare più opprimente e illogico, la limitazione più vasta e senza precedenti, in tutto l’Occidente, delle libertà personali, del lavoro, della scuola, dell’università, del viaggio. Non contenti, Draghi e gli altri suoi profeti della paura hanno esteso sempre di più un sistema di estorsione, quella che Milanović avrebbe chiamato “cultura ossessiva della sicurezza”. Allora ripeto la domanda, ma stavolta per tutti i paesi europei e tutti i governi del continente: chi è il folle, sul Covid, Mario Draghi o Zoran Milanović? Be’, questo referendum europeo è stato già fatto. Nessun paese si sogna di chiedere, alle persone sane, le cose che chiede – anzi, impone – il governo Draghi. Nessun governo fomenta la paura per far dimenticare, nel mentre, i regali miliardari che i tecnocrati di Draghi fanno agli oligarchi che si mangiano le autostrade e le banche.Nessun governo europeo si è voluto spingere dove si spinge il governo italiano, e nessuno ha gestito le cose in modo peggiore: tutti hanno sostanzialmente meno contagi e meno morti. Forse perché trattano le persone come cittadini, non come sudditi. E forse credono nella normale persuasione, non nel bullismo. Noi de “L’Alternativa” vediamo, già ora, 46 alternative: gli altri 46 membri del Consiglio d’Europa fanno meglio. Il governo Draghi ha ingabbiato, unico al mondo, un’intera Repubblica nata libera, trasformandola in un sistema che ha trasformato ogni casa in una dogana, ogni ufficio in una frontiera, ogni scuola in un check point, ogni aula in un confine, ogni piazza in una succursale della questura, ogni mensa in una segregazione. Mentre i cittadini di mezzo mondo vengono liberati dalle restrizioni, i sudditi del Draghistan sono gravati ogni settimana di nuovi ricatti. E quest’ultimo decreto è l’apoteosi dei ricatti, perché oltre ai cittadini ricatta il “tempio della democrazia”, il Parlamento, che non può più discutere né correggere nulla, bombardato dai voti di fiducia.Viene promessa una cosa impossibile, l’immunità di gregge, mentre quello che si vuole davvero – coi voti di fiducia a raffica, sulla riforma della giustizia – è l’impunità di gregge. Vogliono mettere mano al bilancio dello Stato con la riorganizzazione del Recovery Plan, per consegnare i piani miliardari a degli avventurieri che cianciano di transizioni ecologiche e sanitarie per creare le condizioni della loro impunità, se qualche giudice vorrà mettere becco nelle loro scorribande. Ecco perché a Draghi, e a tutta questa maggioranza irresponsabile, non serve un paese che si riprende davvero: serve un paese impaurito, un paese esausto. Serve un popolo che, per non cadere nell’indigenza, deve credere e obbedire – combattere no, quello mai. Il governo Draghi vuole un popolo passivo che accetti di avere una libertà a rate, che non discuta mai questo stato di emergenza interminabile, mentre altrove è già terminato. Vuole educare una generazione di giovani a essere pronta a terze e quarte dosi, in cambio di briciole di libertà.Se ne parla con una leggerezza che fa venire i brividi: nessun principio di prudenza. Ministri che non saprebbero distinguere un virus da un paracarro sono già certi che tutto sarà sicuro anche per i bambini. Senza nessun criterio scientifico estendono il Green Pass per i vaccinati da 9 a 12 mesi: neanche i pubblicitari della Pfizer sono così spudorati. E almeno, loro fanno il mestiere. Vorrei chiedere a Speranza: ma lei che mestiere fa, signor ministro, oltre a fare il Ministro della Paura? Non sa che contagiamo anche da vaccinati? E allora non ha senso, il Green Pass. In tutta Europa i tamponi sono praticamente gratis: lo volete riconoscere, questo? Si trovano a ogni angolo di strada, e non si assilla la gente. Perciò le adesioni ai vaccini avvengono nel rispetto della dignità umana. Invece, qui in Italia i prezzi dei tamponi sono il paradiso degli speculatori sanitari, oltre ogni giustificazione economica o scientifica. È un ricatto politico da estorsori ed eversori, particolarmente odioso verso i poveri. Ed è anche una forma di austerity mascherata, che dà al governo l’immenso potere di sacrificare interi settori economici. Qualcuno, ai piani alti – con banche compiacenti – comprerà le aziende fallite a prezzo vile.C’è un problema-democrazia: sentiamo una marea di personalità che “scomunicano” con furore ogni forma di dissenso. Quel che proponiamo è un ritorno alla scienza, alla razionalità, al buon senso. Basta, con questo maccartismo fuori tempo. L’Italia ha meno dell’1% della popolazione mondiale, ma crede fortemente che, anche per il rimanente 99% dell’umanità, la questione Covid sia affrontata negli stessi modi, con le stesse “virustar” a dominare gli schermi. Vi diamo una notizia: fuori dalla bolla-Italia, esiste un mondo intero “Burioni free”. Un mondo che ha sì cambiato, com’è giusto, la propria profilassi, ma fa meno drammi: e fa stare meglio la gente. E non si sogna di manomettere le libertà con un Green Pass che può prestarsi a ogni abuso. Ogni tanto l’Italia vuole sperimentare l’originalità di nuove misure autoritarie, con il plauso di un sistema dei media che ormai “vuole i colonnelli”, impedendo al popolo di conoscere le libertà godute da altri paesi. E finisce per sperimentare le solite vecchie catastrofi. Non andrà tutto bene: noi non daremo il Green Pass al governo della catastrofe. Ora più che mai occorre che costruiamo l’Alternativa alla catastrofe.(Pino Cabras, “Noi siamo l’alternativa a questo governo della catastrofe”, discorso pronunciato in una conferenza alla Camera il 22 settembre 2021. Eletto deputato coi 5 Stelle e poi fuoriuscito dal gruppo grillino, Cabras – storico collaboratore di Giulietto Chiesa – è l’animatore del neonato movimento “L’Alternativa c’è”).Chi è che dà di matto sul Covid, Mario Draghi o Zoran Milanović? Quest’ultimo nome non appare mai, nei media italiani, chiusi nella loro bolla provinciale. Figuriamoci se lo pronunciano i parlamentari, i governanti, prigionieri di questa bolla e pronti a imprigionarvi tutti gli italiani. Milanović è semplicemente il presidente della Croazia, un paese membro dell’Unione Europea, della Nato, del Consiglio d’Europa. E’ un esponente storico del Partito Socialista Europeo, lo stesso di tanti illustri colleghi di questo Parlamento schiacciato dai decreti. Ebbene, il 10 settembre scorso, il signor Milanović ci ha spiegato in modo chiaro quanto di più antitetico si possa immaginare, rispetto al Green Pass nostrano. Pur in un discorso in cui valorizza l’opportunità del vaccino, infatti, il presidente croato dice, testualmente: «Il delirio dei media per il Covid-19 è eccessivo. Dovremmo conoscere lo scopo di tutto questo delirio. Se qualcuno mi dice che l’obiettivo è sradicare completamente il coronavirus, gli dirò che è una follia: è impossibile. Ciò che conta ora è l’adeguamento e la ripresa della vita normale». E aggiunge: «E’ folle sostenere la cultura ossessiva della sicurezza».
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Draghi, Greta e l’ultimo delirio: i lockdown “climatici”
Lo storico fiorentino Nicola Bizzi non è certo un futurologo, ma spesso le sue previsioni risuonano poi nella cronaca. L’ultimissima ha preceduto le notizie di oggi, che vedono Mario Draghi in prima linea nel disegnare la nuova emergenza mondiale, quella climatica. E’ destinata a rimpiazzare il sempre più logoro spauracchio del Covid, vale a dire la più grande “pandemia di asintomatici” della storia, per citare la bocconiana eretica Ilaria Bifarini. L’economista è autrice de “Il Grande Reset”, saggio esemplare che mostra come si possa approdare all’orrenda “nuova normalità” dopo aver letteralmente inventato l’apocalisse sanitaria, negando le cure allo scopo di scatenare la crisi ospedaliera e il panico globale, per arrivare dritti al vero risultato atteso, fin dall’inizio, dall’élite di Davos: la digitalizzazione corporea definitiva dell’homo sapiens, a scopo di dominio, usando come alibi la profilassi sanitaria obbligatoria, cioè il Tso che il governo Draghi oggi impone in modo brutale e sfrontato, chiamandolo addirittura “vaccino”.
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Dall’11 Settembre, demolizione controllata dell’umanità
Te la ricordi, quella vecchia storia? Gli aerei che picchiano contro i palazzi? L’America indifesa, il mondo attonito. L’inferno del fumo, le vittime, i soccorritori intossicati e sepolti dalla cenere. Quanto tempo è passato, da allora? Vent’anni. Cioè niente, in teoria, per i tempi della storia. In questo caso, invece, vent’anni sono tutto. Perché ci sono eventi che forgiano il presente, lo rifondano. Sono avvenimenti esiziali, rispetto ai quali esiste un dopo e un prima. Come si viveva, prima? Si era relativamente liberi, mediamente infelici oppure allegri, spensierati, ordinariamente annoiati o magari indignati dalla contabilità delle ingiustizie. La sensazione era che ogni avversità fosse comunque affrontabile, ogni opinione esprimibile e ogni soluzione discutibile, e che le conseguenze non fossero immediatamente globali. Buoni e cattivi recitavano insieme, nell’avanspettacolo della geopolitica, cioè ai piani bassi dove conta davvero il soldo, la paga del mercenario, il cospicuo fatturato occulto dei mandanti.
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Spassosa, l’ultima barzelletta sul conto di Mario Draghi
Una delle più gustose barzellette circolate sul conto di Mario Draghi è la seguente: l’ex banchiere centrale, poverino, non avrebbe nessuna competenza, in materia di sanità. In altre parole: di Covid, non ci capirebbe un tubo. E certo, benedetto figliolo: dopo tutti quegli anni spesi a studiare solo diavolerie finanziarie per fare la felicità dei popoli, come pretendere anche che studiasse, un minimo, il caso della Famosa Emergenza Pandemica? Quella semmai è roba da professoroni, da Premi Nobel, da menti eccelse come quella di Roberto Speranza. Credibile, no? Il problema numero uno – dal 2020 – è esattamente il Covid. O meglio: l’impazzimento generale (normativo, politico, sociale) causato dal Covid. E quindi chi piazzare, a Palazzo Chigi? Ovvio: uno che, con tutto il rispetto, di Covid non capisce una mazza. Non fa una grinza, in effetti. E’ proprio un ragionamento impeccabile, da offrire a quegli italiani che, in questi mesi, hanno seguito con crescente apprensione l’inesorabile avvitarsi degli eventi.Lockdown, coprifuoco, zone rosse. Poi, per fortuna, arriva Draghi. E cosa s’inventa? Il Green Pass. Se ce l’hai, sei libero. Se non ce l’hai, pensi di somigliare agli africani di pelle scura, nel paese di Nelson Mandela, all’epoca in cui la libertà era appannaggio dei soli bianchi. Ma non basta: visto che solo 6 italiani su 10 hanno finora accettato il grazioso ricatto, ora i giornali alzano il volume. E certo, che diamine: bisognarà pure imporlo, l’obbligo, se almeno l’80% del parco zootecnico, tra un mese, non avrà accettato di subire il fatidico inoculo. Che poi la sostanza introdotta nel corpo sia inutile (come parrebbe dimostrare Israele, con gli ospedali pieni di cittadini “vaccinati”) è irrilevante. Così come è irrilevante che gli “inoculati” restino tranquillamente contagiabili, e addirittura contagiosi a loro volta. Questo non ha impedito al Signor Mario di imporre ai medici e agli insegnanti di subire obbligatoriamente l’inoculo. Ma è vero, come dimenticarlo? Il povero Mario, di Covid, non capisce niente. Va scusato: non ha avuto tempo, per prepararsi sulla materia.Non ha avuto tempo, neppure distrattamente, di leggere i nomi dei medici – anche italiani: decine, centinaia – che il mitico Covid lo curano da casa, in pochi giorni. Avrà avuto almeno un minuto per accorgersi della strana morte del dottor Giuseppe De Donno? E’ stata sua l’intuizione – confermata addirittura dal sublime Burioni – della validità della profilassi anticorpale: e infatti si basa proprio sugli anticorpi la nuovissima terapia validata dall’Unione Europea (che notoriamente, proprio come un tempo si diceva del Duce, “ha sempre ragione”). Ora, se tutto questo non è altro che una riedizione del Truman Show, in versione comica, passi. Purché nessuno venga davvero inseguito, braccato dagli “inoculatori”, e magari minacciato – in caso di diniego – di dover rinunciare magari al passaporto, alla patente di guida. Quanto manca, davvero, alla mezzanotte? Resta un’ultima speranza: che almeno, i burloni la smettano di parlare di politica, ostinandosi a distinguere tra progressivi e regressivi. Se non altro, per una questione di estetica: di stomaco.Una delle più gustose barzellette circolate sul conto di Mario Draghi è la seguente: l’ex banchiere centrale, poverino, non avrebbe nessuna competenza, in materia di sanità. In altre parole: di Covid, non ci capirebbe un tubo. E certo, benedetto figliolo: dopo tutti quegli anni spesi a mettere a punto diavolerie finanziarie per fare la felicità dei popoli, come pretendere anche che studiasse, un minimo, il caso della Famosa Emergenza Pandemica? Quella semmai è roba da professoroni, da Premi Nobel, da menti eccelse come quella di Roberto Speranza. Credibile, no? Il problema numero uno – dal 2020 – è esattamente il Covid. O meglio: l’impazzimento generale (normativo, politico, sociale) causato dal Covid. E quindi chi piazzare, a Palazzo Chigi? Ovvio: uno che, con tutto il rispetto, di Covid non capisce una mazza. Non fa una grinza, in effetti. E’ proprio un ragionamento impeccabile, da offrire a quegli italiani che, in questi mesi, hanno seguito con crescente apprensione l’inesorabile avvitarsi degli eventi.
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I pro-vax e il complotto di oggi, annunciato 100 anni fa
Lo ammetto. Essendo un complottista, appena annunciarono il primo lockdown, la prima cosa che pensai è che volevano distruggere l’economia, e che il virus era una scusa. Ma essendo un complottista positivo, mi dicevo che non sarebbero arrivati ad imporre un vaccino a tutta l’umanità, come prevedeva Steiner 100 anni fa, né a imporre lockdown e misure restrittive a vita, come aveva previsto David Icke, il re dei complottisti. Come avrebbero fatto, mi dicevo a marzo dell’anno scorso, ad imporre un vaccino di cui sarebbero stati sconosciuti gli effetti a lungo termine? La gente non ci sarebbe cascata. E invece si sono avverate le peggiori previsioni. Il vaccino lo stanno imponendo a tutti; incuranti dello sfascio economico provocato da queste misure, i vari governi del mondo si preparano a nuovi lockdown, e nuove restrizioni che dureranno ancora anni, a colpi di varianti e di accuse ai non vaccinati di essere i nuovi untori di questa epoca.Insomma, per me la presa per il culo globale in cui stiamo vivendo è un’ovvietà. Non a caso le persone che stimo da anni, quelle con cui condivido idee, esperienze, percorsi, la pensano tutti come me. Una prima osservazione che io trovo decisiva, e addirittura dirimente, nel senso che basterebbe questo per far capire che siamo di fronte ad un immenso complotto globale, è il fatto che la cura per il Covid ci sarebbe, eccome. Attualmente, alcuni scienziati inascoltati, dicono che è sufficiente vitamina D3, vitamina C, vitamina K2, lattoferrina, quercetina, ma anche farmaci come Ivermectina e Idrossiclorochina, per curare senza problemi questo virus, a casa, senza affollare gli ospedali. Queste cure, a bassissimo costo e di efficacia dimostrata, se diffuse, renderebbero questo virus più innocuo di una normale influenza. Non è sufficiente questo dato, per concludere che i vari governi non hanno nessuna intenzione di combattere davvero il virus? Questo a me non sembra un discorso complottista, ma proprio un discorso medico. Scientifico.Le risposte sono varie. Alcuni ammettono candidamente che non ne ne avevano mai sentito parlare. Altri ti dicono che la scienza ufficiale (che dipende dalle case farmaceutiche, che finanziano le ricerche) non ha ancora accettato l’Ivermectina (ma è falso). E se gli fai notare che i 200 medici di Ippocrateorg.org (è solo una delle associazioni che hanno proposto le cure domiciliari) sono, appunto medici, e quindi scienziati (Fabio Burigana, presidente dell’associazione, si adopera per la diffusione di questa terapia, è uno scienziato molto apprezzato anche all’estero per i suoi studi) ti rispondono che queste terapie non sono validate dalla “scienza” (in realtà è falso, perché in altri paesi tali cure sono riconosciute come valide; l’India, ad esempio, vende in farmacia un Covid Kit a base di Zinco, Doxycilina, Ivermectina). Inoltre, è ovvio che nessuno abba testato a livello ufficiale la validità della vitamina C e D3, dato che sono prodotti che esistono da sempre; ma decine di migliaia di casi curati in Italia con questo metodo saranno pur un risultato scientifico. O no? No. Per il pro vax questo discorso non attacca.A questo punto cerco di capire cosa si intende per “scienziato”. Siccome si sono pronunciati contro l’utilità di questo vaccino diversi Premi Nobel e ricercatori di fama internazionale (Rault, Tarro, Montagnier, Massimo Citro, ecc.) la risposta è abbastanza sorprendente. Montagnier si è rincoglionito per l’età; Citro non ha vinto manco un Premio Nobel; Tarro ha ricevuto non so quali denunce, e via discorrendo con attacchi alla persona, non alle teorie che divulgano. Senza contare che anche Burigana, ad esempio, è un ricercatore di fama internazionale, noto nel suo ambiente per gli studi che ha portato avanti. Ma quando cito Fabio Burigana, la risposta è «Chi cazzo è Fabio Burigana?». Ora, quali sono questi scienziati di fama internazionale che promuovono il vaccino, francamente non sono riuscito a capirlo, a meno di non considerare tali Burioni, Fauci e persone famose solo per le comparse in televisione. E devo dire la verità, non sono proprio riuscito a capire il concetto di “scienza” cui fa riferimento il pro vax.Per quale motivo imporre il vaccino a tutti, e perché questo accanimento verso chi non vuole vaccinarsi? Perché solo se si vaccinano tutti, il virus sarà sconfitto, è la risposta. A quel punto fai notare che in Israele (dove erano tutti vaccinati) e in Islanda (dove la percentuale dei vaccinati era il 100 per cento) ci sono stati altri focolai, il che è la prova che il vaccino non funziona come metodo di prevenzione. Qui le risposte sono molto sofisticate, e sono di due tipi: 1) In realtà il problema è che la copertura del vaccino va da 4 ai 6 mesi e i governi dovrebbero imporre la cosiddetta terza dose dopo 4 mesi. Il fallimento della politica vaccinale quindi dipende dal fatto che le dosi dovrebbero essere somministrate con minor intervallo temporale. 2) Ad ogni modo, anche se il virus circola lo stesso, la gente si ammala meno e, se si muore, i morti sono molti meno. E gli effetti collaterali del vaccino? Soprattutto quelli a lungo termine, di cui non sappiamo nulla. Perché, se quelli a breve termine sono già evidenti, e in alcuni casi gravi molto gravi, figuriamoci quelli sul lungo periodo.In questa situazione internazionale, i principali governi del mondo sono allineati sul fronte vaccinista e pro lockdown; ora, considerato che non mi risulta che i singoli governi abbiamo mai pensato veramente al bene della popolazione, non trovate sospetto che per la prima volta nella storia dell’umanità tutti i governanti siano d’accordo per imporre le stesse misure? E che alcuni di quelli non allineati siano morti (come il presidente di Haiti, ucciso addirittura da un commando nella sua abitazione, insieme alla moglie?). Alla mia amica Solange (un tempo straordinaria studiosa di poteri occulti, ma oggi perfettamente allineata al pensiero mainstream) si scalda addirittura il cuore a sentire i discorsi di Mattarella, che invita alla vaccinazione come dovere civico e morale. Ma al centro di tutto il dibattito, al di là delle statistiche con cui si può dimostrare tutto e il contrario di tutto, c’è la scienza. E’ la scienza che ci dice che il vaccino funziona. Ed è la scienza che dice che i metodi restrittivi, come il lockdown, servono a prevenire il contagio. E chi siamo noi per contraddire la scienza?Inutile ricordare, a chi osanna la scienza, che la scienza ai tempi del nazismo spiegava con teorie di illustri scienziati la superiorità della razza ariana, ed è grazie alla scienza che si è perpetrato lo sterminio degli ebrei; che ai tempi dello schiavismo, molti scienziati dimostravano, teorie alla mano, che i neri erano inferiori ai bianchi ed erano nati per lavorare sodo, ed è grazie alla scienza che abbiamo massacrato milioni di africani che morivano durante i viaggi, ammassati nelle stive delle navi, e quelli che sopravvivevano venivano venduti, frustati, umiliati. Inutile ricordare che spesso la scienza ha dichiarato innocui farmaci rivelatisi dannosi se non addirittura mortali (ricordate il caso del Talidomide, tanto per citarne uno? Farmaco dichiarato sicuro, ma che poi, si riuscì a dimostrare, provocava aborti o la nascita di bambini malformati).Anche personaggi noti, nonostante la loro cultura, sostengono che il problema al centro del dibattito è la scienza. Il virus è il problema, e il vaccino la soluzione, scrive Beppe Servegnini in un recente articolo sulla logica del no vax. Mentre Samantha Cristoforetti dichiara beatamente che lei e la sua famiglia si sono vaccinate non perché ha acquisito informazioni che tutt’ora non ha, ma perché si fida delle istituzioni. Il reale problema, secondo lei, è «recuperare la fiducia nelle istituzioni». Mica si è informata su quello che le iniettano in corpo. Lei si fida. La situazione mi ricorda quella ai tempi di Nostradamus e Paracelso; imperversava spesso la peste, a quei tempi, ed entrambi sostenevano un cosa assai banale, ma derisa dal mondo scientifico di allora: che per non ammalarsi di peste bastava lavarsi di più e curare la propria igiene personale e quella del luogo in cui si viveva. Ma siccome la scienza non l’aveva ancora accertato ufficialmente, le loro teorie rivoluzionarie (cioè curare l’igiene) rimasero nel vuoto ancora per molto tempo.In conclusione: la logica del no vax è che il virus non sarebbe un problema (perchè le cure ci sono) e il vaccino non è la soluzione. Anche a me sembra logico affidarmi alla scienza. E infatti, non avendo elementi per capire efficacia e componenti di un vaccino, mi affido a scienziati di cui mi fido, oltre che al mio spirito di osservazione. Quello che trovo senza logica è il ragionamento di molti pro vax; non capisco di quale scienza parlano. Non capisco perché hanno paura di un virus e preferiscano veder distruggere l’economia e rischiare gli effetti collaterali di un vaccino sconosciuto, piuttosto che prendere in considerazione altre cure. Non ho proprio capito il criterio alla base dei loro ragionamenti e non credo che lo capirò mai (dò la mia spiegazione nell’articolo dedicato alle eggregore, le entità e la pandemia).E la mia amica Solange Manfredi, esperta di guerre psicologiche, che sostiene che siamo di fronte alla più grande operazione di guerra psicologica di tutti i tempi? Come si concilia questo con il suo postare continuamente i discorsi di Mattarella sul dovere civico e morale di vaccinarsi? Nulla. Impossibile – almeno per me – capire il suo pensiero, al di fuori dei suoi appelli a vaccinarsi e a rispettare il lockdown. Perché lei è un’esperta, insegna al master di intelligence, e – come consiglia un professore americano da lei citato – non parla con le menti deboli come la mia. Insomma, è la scienza a consigliarle di non parlare con gli idioti come me. E se lo dice la scienza, chi sono io per contraddirla?(Paolo Franceschetti, estratti da “La logica dei pro vax”, post pubblicato sul blog “Petali di Loto” il 22 agosto 2021).Lo ammetto. Essendo un complottista, appena annunciarono il primo lockdown, la prima cosa che pensai è che volevano distruggere l’economia, e che il virus era una scusa. Ma essendo un complottista positivo, mi dicevo che non sarebbero arrivati ad imporre un vaccino a tutta l’umanità, come prevedeva Steiner 100 anni fa, né a imporre lockdown e misure restrittive a vita, come aveva previsto David Icke, il re dei complottisti. Come avrebbero fatto, mi dicevo a marzo dell’anno scorso, ad imporre un vaccino di cui sarebbero stati sconosciuti gli effetti a lungo termine? La gente non ci sarebbe cascata. E invece si sono avverate le peggiori previsioni. Il vaccino lo stanno imponendo a tutti; incuranti dello sfascio economico provocato da queste misure, i vari governi del mondo si preparano a nuovi lockdown, e nuove restrizioni che dureranno ancora anni, a colpi di varianti e di accuse ai non vaccinati di essere i nuovi untori di questa epoca.
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Bizzi: no al regime, appello massonico di Sceusa ai giudici
Il comunicato del 6 agosto con cui l’Aifa autorizza i farmaci a base di anticorpi monoclonali? Di fatto non cambia niente: rappresenta una prima apertura, ma non è sufficiente a far decadere la campagna Covid attualmente in corso. La legge europea parla chiaro: occorre che una delle nazioni Ue adotti questa cosiddetta cura in maniera generalizzata, cioè non limitata a singole fasce della popolazione. Va adottata in modo ufficiale e con un procedimento legislativo, e l’unico paese che si sta apprestando a farlo è la Germania (c’è anche la Svizzera, che però non è nell’Unione Europea). Da Berlino mi è giunta voce che Angela Merkel – che è arrivata a fine corsa, e che mira a poltrone importanti a Bruxelles o all’Onu – starebbe portando avanti una “exit strategy” europea, seguita anche dalla Spagna. La Merkel infatti ha convocato una commissione governativa, che probabilmente terminerà i propri lavori verso metà settembre, per ufficializzare – in Germania – la terapia dei monoclonali. Sarebbe il colpo di grazia, per questa campagna di inoculazioni “eugenetiche”.In Italia quindi per ora non cambia niente, anzi: siamo alla demenza totale, con i bagnanti che, sulle spiagge, portano la “museruola” per compiere il tragitto dall’ombrellone al mare. Moltissimi italiani hanno ormai accettato questa “pseudo-nuova-normalità”. Non molti, purtroppo, hanno il coraggio di opporre una sana resistenza civile: se l’avessero fatta tutti, dall’inizio, i gestori dell’emergenza sarebbero già caduti da un pezzo. La gente vuole tornare alla normalità? Non manca molto: tra poco riavrà la “normalità” degli attentati, quelli del terrorismo cosiddetto islamico. Ve ne sarete accorti: c’è un cambio di narrazione, in corso. Quando certi giochi di potere si fanno difficili, è sempre necessario un cambio di narrativa: per tenere la gente impegnata. Il cambio di narrazione lo stanno servendo su un piatto d’argento, con l’Afghanistan: i possibili nuovi attentati (magari in Germania) serviranno a mantenere lo stato di paura, visto che ormai l’emergenza sanitaria non basta più. Evidentemente si sono accordati per soprassedere, per ora, e allentare la presa.Faranno questa “exit strategy”, che dovrebbe partire da ottobre, e la narrazione verrà semplicemente sostituita con una narrazione terroristica: vedrete che il Green Pass decadrà, perché non verranno convertiti in legge quegli aberranti decreti liberticidi, ma tenteranno di reintrodurlo per questioni di sicurezza. Dal Green Pass sanitario al Green Pass sociale, di sicurezza? Si inventeranno di tutto, pur di tenerci legati, incatenati. Ci tengo però a ricordare l’evento secondo me più significativo degli ultimi giorni. Pensate all’Afghanistan? No: di quello voglio parlare il meno possibile, perché la questione mi fa un po’ ridere. Sono tutti pronti a seguire la nuova narrazione. Gli stessi coglioni che sul loro profilo social avevano messo l’arcobaleno con la scritta “andrà tutto bene”, sono i medesimi che qualche anno fa avevano esibito lo slogan “Je suis Charlie”. Sono quelli sempre pronti a dire “siamo tutti questo, siamo tutti quello”. E adesso, guardacaso, stanno tutti parlando delle donne afghane.Gli italiani, parliamoci chiaro, non sanno nemmeno dov’è, l’Afghanistan: 8 italiani su 10 non hanno la minima cognizione geografica di quel paese. Gli americani anche il peggio: il 98% degli statunitensi non sa dove si trovi, esattamente, l’Afghanistan, cioè il paese del papavero da oppio. Parlando di cose serie: negli ultimi giorni c’è stato un cambio di rotta, sul fronte dei media. Merito dell’intervento di Paolo Sceusa, che è un grandissimo giurista, docente e direttore della Scuola Superiore di Diritto e Protezione dei Minori. E’ stato anche presidente del Tribunale dei Minori di Trieste, e prima ancora, di quello di Trento. Ed è un avvocato, un professore di diritto, nonché consigliere giuridico della Regione Friuli Venezia Giulia. In un video dirompente, che pochi hanno compreso fino in fondo, ha lanciato un affondo mortale alla narrazione Covid, dal punto di vista giuridico. Ha detto che il patto sociale si è spezzato, e ha invitato la magistratura a rientrare nei ranghi.Non so quanto potere abbia, effettivamente, Paolo Sceusa. Mi auguro che abbia una certa influenza, perché il suo è stato un discorso squisitamente massonico (per chi l’ha saputo leggere tra le righe). Ha dato una stoccata molto dura a certi poteri massonici italiani, in primis il Grande Oriente d’Italia, che si sono piegati a questo delirio totalitario snaturando i loro stessi ideali, che praticano ormai solo sulla carta. Sceusa si è definito un sincero libertario, nel senso pieno della parola, e ha detto che è venuto il momento di cambiare strategia. Badate: Sceusa si intende molto, di bambini, e ha capito sicuramente dove vogliono andare a parare certi criminali che già parlano di vaccinare i bambini sotto i 12 anni, e addirittura i neonati. Ebbene: il video di Sceusa ha iniziato a sortire i primi effetti. E infatti Paolo Mieli, personaggio di grande peso mediatico, in televisione ha iniziato subito a “sputtanare” i colleghi giornalisti, accusandoli di non ammettere – in pubblico – i timori e le perplessità che invece condividono, in privato, sulla campagna vaccinale.Anche Marco Travaglio, a modo suo, ha iniziato a tirare bordate contro il governo: ben venga pure Travaglio (che non mi piace) se serve a dare uno scossone. C’è dunque in atto un’incrinatura, sul fronte mediatico: una spaccatura sempre maggiore. Persino la “Repubblica” contribuisce a questa spaccatura: ben venga pure lei. E’ bene che qui cambi radicalmente la situazione, perché siamo a una dittatura conclamata. Vogliamo forse fare la fine dell’Australia? Ha fatto notizia la raccapricciante “convocazione” di 24.000 bambini in un grande centro vaccinale, completamente sottratti al controllo tutelare dei loro genitori. Clover Moore, prima cittadina di Sydney, in un tweet (che poi le hanno subito fatto ritirare) aveva scritto: «Benvenuti del Terzo Reich». E in effetti, oggi in Australia c’è una situazione veramente dittatoriale, che può far impallidire il ricordo della Germania nazista.Rammento una dichiarazione della regina Elisabetta d’Inghilterra, che fra l’altro è a capo del Commonwealth, cui l’Australia appartiene. Cinque anni fa, la sovrana disse: «La Brexit è assolutamente necessaria, perché altrimenti succederà qualcosa, al cui confronto la Seconda Guerra Mondiale vi sembrerà una passeggiata in bicicletta». Credo fosse perfettamente consapevole di quello che stava per arrivare, perché la situazione di oggi deve esser stata pianificata molto tempo fa. E la Brexit, dunque, sarebbe servita all’Inghilterra per potersi smarcare, da tutto questo (come infatti è avvenuto). Immaginate invece i paesi che sono totalmente succubi di certe politiche: quindi, datevi una svegliata e aprite gli occhi. Ora o mai più, perché – veramente – questa è l’ultima battaglia. Gettiamo più sabbia possibile negli ingranaggi di questa deriva dittatoriale. Devono soccombere, devono crollare: dobbiamo dargli la spallata definitiva. Resistenza e disobbedienza civile: informatevi, ragionate. E non fatevi distrarre dalle narrazioni afghane: concentratevi sulla lotta contro questo regime.(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate il 19 agosto 2021 nella trasmissione web-streaming “L’Orizzonte degli Eventi”, condotta su YouTube con Tom Bosco e Matt Martini).Il comunicato del 6 agosto con cui l’Aifa autorizza i farmaci a base di anticorpi monoclonali? Di fatto non cambia niente: rappresenta una prima apertura, ma non è sufficiente a far decadere la campagna Covid attualmente in corso. La legge europea parla chiaro: occorre che una delle nazioni Ue adotti questa cosiddetta cura in maniera generalizzata, cioè non limitata a singole fasce della popolazione. Va adottata in modo ufficiale e con un procedimento legislativo, e l’unico paese che si sta apprestando a farlo è la Germania (c’è anche la Svizzera, che però non è nell’Unione Europea). Da Berlino mi è giunta voce che Angela Merkel – che è arrivata a fine corsa, e che mira a poltrone importanti a Bruxelles o all’Onu – starebbe portando avanti una “exit strategy” europea, seguita anche dalla Spagna. La Merkel infatti ha convocato una commissione governativa, che probabilmente terminerà i propri lavori verso metà settembre, per ufficializzare – in Germania – la terapia dei monoclonali. Sarebbe il colpo di grazia, per questa campagna di inoculazioni “eugenetiche”.
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Fine del mondo: perché proprio adesso, e proprio a noi?
Il grande dolore non viene nemmeno dal potere, ma dal vicino di casa: pensa davvero che tu sia una specie di squilibrato, un mitomane, un esibizionista presuntuoso, un originalone. Non solo non approva il tuo ostinato diniego, di fronte alle imposizioni sempre più surreali e illogiche, soffocanti e dispotiche, ma prova nei tuoi confronti anche una sorta di sordo risentimento, che potrebbe persino sfociare in ostracismo aperto non appena il direttore d’orchestra dovesse alzare nuovamente il volume della sirena d’allarme, facendo correre i topolini a rintanarsi, pieni di paura per la loro sorte (e di veleno, per chi rifiuta di sottomettersi). C’è chi la chiama “speciazione”: è il bivio evolutivo terminale tra due umanità differenti, diverse nel sentire e nell’agire, che il Dominio riesce a separare irrimediabilmente, rompendo tutti i ponti del dialogo e della reciproca, amichevole comprensione. Altra tristezza: insieme alla Francia, l’Italia è l’altro paese europeo che ha imboccato la strada della coercizione violenta.C’è da piangere, appena ci si mette ad ascoltare medici indipendenti, scienziati e liberi ricercatori: non una, di tutte le misure imposte a partire dalla primavera 2020, ha mai avuto il minimo significato, in termini di contenimento di un problema sanitario. Tutto ha avuto sempre un altro sapore: quello della vessazione, dell’arbitrio autoritario, e con un’estetica sinistramente affine a quella dei totalitarismi del Novecento. Tutto vi si è piegato: la burocrazia sanitaria, la medicina ufficiale, la politica, l’industria, il sistema mediatico, il mondo culturale e quello dello spettacolo. Pochissime le voci dissonanti, immediatamente bollate come eretiche e colpite senza pietà: con l’irrisione, la censura, la denuncia e la radiazione, l’esilio, l’esecrazione pubblica. Chi avrebbe mai potuto pensare, seriamente, anche solo un paio d’anni fa, che i presunti non-dormienti avrebbero dovuto far ricorso a parafrasi e sinonimi, sui celebrati social, evitando le parole “Covid” e “vaccino” per non incorrere nell’immediata ghigliottina del censore?Di fronte a questo, è come se l’intera categoria della politica – la politica democratica occidentale, larvatamente affacciatasi alla fine del 1700, poi cresciuta nell’800 e infine fiorita nel “secolo breve”, sia pure con i drammatici contraccolpi delle dittature e delle guerre mondiali – fosse giunta a uno stadio terminale, alla fine di un ciclo storico, riguardo alla sua reale possibilità di riflettere l’umano, nella sua libera vita sociale. La devastazione è antropologica: quando si corre a subire un inoculo di materiale imprecisato, per obbedire a un ordine che si racconta impartito allo scopo di prevenire un malanno curabilissimo in modo ordinario, forse siamo arrivati oltre il civile e il consueto, oltre l’orizzonte conosciuto del ragionevole, del plausibile. Se poi si accetta di subire un simile ricatto per andare in pizzeria o in palestra, o allo stadio, la verità diventa esplosiva: un conto è sottoporsi a un’angheria inquietante per salvare in modo drammatico il proprio stipendio (all’ospedale, a scuola); un altro è apprestarsi anche a strisciare a terra, se richiesti, solo per poter continuare a frequentare un bar, una trattoria, con gli amici di sempre.Il trionfo del Dominio sull’umanità dormiente è totale, apocalittico: lo testimonia splendidamente la vile improntitudine degli imbecilli, i mentalmente devastati, che arrivano ad accusare i renitenti di avere “paura del vaccino”, mostrando così di detestare la loro residua libertà. Gonfi di livore, indifferenti alle notizie verificabili (e alle morti eccellenti, come quella di Giuseppe De Donno), i più miseri utilizzano con disinvoltura quella parola nobile, nella storia della medicina, come se la pozione-Covid fosse davvero un vaccino. Ma soprattutto: dopo un anno e mezzo di eccellenti terapie domiciliari, i poveretti preferiscono fingere di credere (o magari credere davvero, sinceramente) all’obbligatoria necessità di una profilassi di massa, assolutamente fondamentale, per arginare il terribile contagio di un ipotetico virus (mai isolato in laboratorio) la cui letalità è stata definita quasi irrisoria dai più eminenti epidemiologi del pianeta, rigorosamente messi fuori dalla porta (come i luminari della Great Barrington Declaration, pionieri della lotta contro una minaccia ben più temibile, l’Ebola).E’ durata meno di 24 ore, sul web, l’esposizione del filmato in cui il professor Stefano Scoglio (candidato nel 2018 al Nobel per la Medicina) spiegava come lo stesso virus Hiv fosse poco più che immaginario, frutto di un semplice “sequenziamento”, anziché di un “isolamento” biologico vero e proprio. Scoglio era intervenuto alla trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, dopo aver firmato un prezioso contributo nell’esemplare libro-denuncia “Operazione Corona”, edito da Aurora Boreale e curato da Nicola Bizzi e Matt Martini. In particolare, Martini – chimico farmaceutico, esperto in modellazione cellulare – insiste sul punto: persino gli Usa, attraverso il Cdc, hanno ammesso che l’ipotetico virus responsabile della sindrome Covid (quella sì, reale) non è mai stato isolato, in nessuna sede scientifica. Nonostante ciò, una parte dell’informazione – di ogni specie: mainstream, “gatekeeper” e reporter in buona fede – già sta raccontando del “virus manipolato”, sfuggito al laboratorio di Wuhan o addirittura diffuso intenzionalmente dai perfidi cinesi, con i loro complici occidentali.Se poi l’inventore del test Pcr raccomanda di non superare i 20-22 “cicli di amplificazione” del campione biologico, e invece i sanitari sottopongono il tampone anche a 45 “amplificazioni” (andando così a pescare tracce molecolari di virus antichi, residui di influenze stagionali del passato, contrabbandati per Covid), ecco che la “pandemia di asintomatici” supera di gran lunga la follia, entrando in quella che alcuni configurano come una dittatura in piena regola. Una tirannide che manipola la verità per suscitare allarme e imporre comportamenti normalmente inaccettabili, puntando a revocare – per sempre – i diritti umani e le libertà a cui la popolazione (occidentale) era abituata. Vero: davamo per scontati i nostri lussuosi privilegi, frutto in realtà di una precisa “finestra” storica, quella in cui si affermò – faticosamente e sanguinosamente – il tipo di regime politico chiamato democrazia. Un sistema che ovviamente non è il paradiso, ma è decisamente meno peggiore di qualsiasi altro possibile regime.A cosa doveva servire, l’infarto della democrazia? A pervenire infine al Green New Deal, cioè il Grande Reset imposto in modo fraudolento con l’alibi bugiardo dell’emergenza climatica, venduta anch’essa come dogma religioso da un clan di scienziati reclutati dall’Onu e pagati a peso d’oro per fare dichiarazioni a comando? Dove ci vorrebbero portare, i tagliatori seriali di alberi che dal 2019 hanno raso al suolo i parchi pubblici italiani per impedire alle fronde – come documentato dal governo britannico – di ostacolare la trasmissione delle onde 5G, la cui innocuità non è ancora stata dimostrata? Come tutti sanno, un semplice indizio non costituisce una prova; una somma di inidizi, invece, forse sì. Tutto punta verso l’essere umano, o meglio: il corpo umano. Secondo alcuni teorici, siamo di fronte alla cosiddetta biopolitica: archiviato il Giuramento di Ippocrate, dopo aver chiesto agli stessi medici di abdicare alla loro missione, è il nostro organismo – corpo e mente – il vero target della grande operazione in corso, che manifesta la sua intenzione di violare l’integrità dell’habeas corpus, il più sacro dei diritti della persona.Niente di nuovissimo, peraltro: la nostra civiltà proviene da millenni di dispotismo brutale, nudo e crudo. E i lampi migliori della gloriosa democrazia occidentale novecentesca, di marca anglosassone, secondo il memoriale di Giacomo Rumor (pubblicato dal figlio, Paolo Rumor, nel libro “L’altra Europa), provenivano dal cosiddetto “contingente americano”, che l’esoterista e gollista francese Maurice Schumann faceva discendere anch’esso dalla fantomatica Struttura che reggerebbe il mondo ininterrottamente, indossando le maschere più svariate (imperi, religioni) da qualcosa come 12.000 anni. Fantascienza? Fino a ieri, lo erano anche gli Ufo: oggi invece li sdogana il Pentagono, ribattezzandoli Uap, mentre il generale israeliano Haim Eshed parla di basi extraterresti e di alleanze spaziali, tra umani e non, nell’ambito di una Federazione Galattica. E alcuni illustri massoni, improvvisamente loquaci, parlano di storici accordi nel dopoguerra tra la dirigenza degli Usa e imprecisate entità aliene, per la governance condivisa del pianeta.Come sperare di raccontarlo, tutto questo, ai poveri ipnotizzati che – in pieno agosto – vanno ancora in giro, all’aperto, con quella ridicola pezzuola sul volto? Sono la prova vivente del pieno successo del Dominio: aveva ragione, l’ipotetico grande regista, nel ritenere che la gran parte dei sudditi avrebbe creduto proprio a tutto. Come dargli torto, del resto? Siamo riusciti a credere che un solitario fanatico saudita abbia potuto mettere in ginocchio gli Stati Uniti agendo da una grotta afghana, fino a beffare le difese della superpotenza, grazie a un manipolo di pecorai e talebani. Siamo riusciti a credere che due piccoli aerei di linea potessero abbattere due mostri d’acciaio come le Torri Gemelle, per la cui eventuale demolizione controllata era stato reputato (dal Comune di New York) che l’unica soluzione potesse essere il ricorso a mini-atomiche, da collocare in appositi vani predisposti nelle fondamenta. Abbiamo anche creduto che potesse essere autentico, tra le macerie di Ground Zero, il ritrovamento “fortunoso” dei passaporti dei misteriosi, feroci attentatori.Aveva visto giusto Giulietto Chiesa: da quel Rubicone non sarebbe stato facile, tornare indietro. Convalidando una falsità così mostruosa, avremmo finito per credere a qualsiasi frottola. E infatti: abbiamo steso il tappeto rosso al signor Mario Monti, venuto a disastrare l’economia nazionale per produrre crisi e afflizione sociale, dopo aver creduto che il debito pubblico fosse davvero un dramma, e che la Bce fosse una specie di forziere con capacità limitate, da cui la necessità di risparmiare – in modo oculato e parsimonioso, “come un buon padre di famiglia” – il tesoretto dell’euro-moneta, appannaggio di cosche finanziarie privatissime. In parallelo, era sorta la prima contro-narrazione, in Italia splendidamente interpretata da un lottatore come Paolo Barnard, vero pioniere in una trincea che poi si è affollata di illustri compagni di strada, dal sociologo Luciano Gallino all’eurocrate pentito Paolo Savona. E noi dov’eravamo? Al solito posto, davanti al televisore: ipnotizzati dalla finta guerriglia tra pseudo-destra e pseudo-sinistra; un film (comico) aperto dalla Berlusconimachia e proseguito, in un crescendo irresistibile, fino all’epica disfida tra Savini e le Sardine.E ora eccoci qui, dopo un anno e mezzo, ancora a contare “casi” e “contagi”, dentro la narrazione del Grande Male che falcia lo zero-virgola della popolazione mondiale e da noi minaccia gli ottantenni, ma solo a patto che vengano abbandonati per giorni a marcire a casa, da soli, senza cure, in modo che poi possano davvero arrivare all’ospedale fuori tempo massimo, alle prese con problemi respiratori e la compromissione funzionale di vari organi. Eccoci qui, a sputare in faccia a chi non la pensa come noi: a chiamare “no-vax” i renitenti alla follia, a definire “negazionisti” i poveretti che si ostinano inutilmente a pretendere spiegazioni. Siamo maestri, nell’arte della manipolazione spicciola: arriviamo tranquillamente a insultare i dissidenti e a deridere chi dà voce agli incubi, chiamando “complottista” chi vede una cospirazione in atto.Naturalmente ci sono, i visionari: ma difficilmente continuerebbero a esistere, se dall’alto giungessero informazioni precise, corrette e trasparenti. Dall’alto invece piovono solo bugie, insieme alle minacce (ogni giorno più inquietanti); ma noi facciamo finta che i “cospirazionisti” siano dei malati di mente, dei mentecatti in vena di protagonismo, anche se – cent’anni fa – un personaggio come Rudolf Steiner, per primo, aveva profetizzato l’avvento di “vaccini” specialissimi, in grado di “separare il corpo dall’anima”, depotenziando l’emotività. Il chimico Corrado Malanga la chiama “zombizzazione”, osservando il dilagare di persone ormai inebetite dalla paura, rassegnate a non pensare più. Nella sua visione spiritualistica di matrice steineriana, Fausto Carotenuto (già analista d’intelligence) sostiene che l’attacco in corso sia frutto di apprensione: come se il Dominio temesse un grande risveglio, e sapesse di avere le ore contate. Un altro esponente della cultura alternativa italiana, l’alchimista Michele Giovagnoli, preferisce sforzarsi di guardare al bicchiere mezzo pieno: un cittadino su tre si sta letteralmente sottraendo alle grottesche imposizioni quotidiane.Questo stesso blog, che ha ormai esaurito la sua missione (fornire informazioni e analisi non facilmente rintracciabili, dieci anni fa) ormai ha acquisito la piena consapevolezza della fine di un ciclo, e la completa inutilità dell’insistere su determinati temi. E’ vano indugiare nella narrazione politologica, visto che da un lato la maggioranza resta sorda a ogni richiamo alla ragione, e dall’altro la minoranza dispone finalmente di strumenti più adeguati per misurare la realtà. Tra le convinzioni raggiunte, c’è anche la seguente: è perfettamente inutile scommettere ancora sulle possibilità di redenzione della politica, nel momento in cui è irrimediabilmente mutata la stessa antropologia della platea. Per contro, è proprio la brutalità della crescente coercizione ad accelerare l’evoluzione dell’umanità trainante, che giustamente diffida di ogni forma associativa convenzionale, partiti e movimenti, avendo compreso l’essenziale valore della vicinanza tra esseri umani, non più mediata da alcuna struttura, e la necessità di procedere nell’espressione virtualmente contagiosa di onde benefiche, di narrazioni parallele orientate non al presente, ma al futuro prossimo.Il Novecento, severissimo maestro, ha mostrato come può essere facile manipolare milioni di individui, fino a scatenare le peggiori carneficine (mondiali) dell’era industriale. Ha anche allevato schiere di avanguardisti coraggiosi, pronti a rischiare la propria vita pur di resistere alla tirannia. Primo Levi, uno dei massimi scrittori contemporanei, ha spiegato quanto sia sempre invisibile, all’inizio, il recinto che viene silenziosamente steso, giorno per giorno, allo scopo di intrappolare le vittime senza allarmarle. Finestra di Overton, o Teoria della Rana Bollita: la differenza, rispetto a ieri, è che oggi il pentolone è planetario. E vorrà pur dire qualcosa, nei giorni in cui i militari statunitensi pubblicano le prove dei loro incontri ravvicinati con i simpatici Uap. E noi, qui, nel frattempo che si fa? Ce ne stiamo quieti, in attesa dell’Alieno Buono che ci verrà a salvare, come l’Extraterrestre della canzone di Finardi? Ci allineiamo “in fila per tre”, come chiede il governo e come cantava Edoardo Bennato? Continuiamo a credere a Babbo Natale, cioè al Telegiornale, o seguitiamo a torturarci con le atrocità quotidiane che i medici-coraggio denunciano, da ormai un anno?Cari amici, viene da dire, io tolgo il disturbo: qui non resto un attimo di più; perché mi sento soffocare, in questo grappolo di narrazioni e contro-narrazioni. Quello è davvero il nocciolo della questione: in base a decisioni prese chissà quando, qualcuno ha stabilito che – dai primi mesi del 2020 – non si dovesse più parlare d’altro. Il mondo andava semplicemente fermato, rintronato, ipnotizzato, piegato. Non tutto il mondo, in realtà: l’Occidente. Paesi-continente come la Russia e India, per esempio, non si sono lasciati sottomettere. Esiste sempre, una quota considerevole di renitenti: anche se oggi può sembrare difficile accettarlo, la cosiddetta “fine della storia” resta un mito, una suggestione ideologica. Un caposaldo della strategia militare, in ogni tempo, è questo: mai accettare di combattere una battaglia nelle modalità indicate dallo sfidante, che ha scelto il giorno e il luogo. E’ un vantaggio che, per l’aggressore, rappresenta un regalo clamoroso. La domanda di fondo, però, resta inevasa: perché è capitato proprio a noi, oggi, di vivere l’incubo di una tempesta come questa?La grande amarezza non viene nemmeno dal potere, ma è provocata dal vicino di casa: pensa davvero che tu sia una specie di squilibrato, un mitomane, un esibizionista presuntuoso? Non solo non approva il tuo ostinato diniego, di fronte alle imposizioni sempre più surreali e illogiche, soffocanti e dispotiche, ma prova nei tuoi confronti anche una sorta di sordo risentimento, che potrebbe persino sfociare in ostracismo aperto non appena il direttore d’orchestra dovesse alzare nuovamente il volume della sirena d’allarme, facendo correre i topolini a rintanarsi, pieni di paura per la loro sorte (e di veleno, per chi rifiuta di sottomettersi). C’è chi la chiama “speciazione”: è il bivio evolutivo tra due umanità differenti, diverse nel sentire e nell’agire, che il Dominio riesce a separare irrimediabilmente, rompendo tutti i ponti del dialogo e della reciproca, amichevole comprensione. Ulteriore tristezza: insieme alla Francia, l’Italia è l’altro paese europeo che ha imboccato la strada della coercizione violenta.
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Bogre, l’odore della paura: se sei eretico, devi tremare
La Crociata è passata, Montségur è in rovina, ma tu sei vivo: sei sopravvissuto, sei sfuggito al gran carnaio. E sei a casa, tornato alla tua vita quotidiana. E cerchi di dimenticarli, qui giorni bui. Ma quella sera è alla tua porta, che battono. La tua porta viene sfondata. Ti prendono, ti trascinano, ti spingono. Hai un bel gridare, protestare, dire che non hai fatto niente. Ti portano nelle prigioni dell’Inquisizione. Ogni sforzo di immaginazione è vano: la prigione, la miseria, la puzza. Non quella degli escrementi, dei topi, della paglia marcia. No: la puzza della paura. Perché si marcisce in dieci, in venti, in cinquanta per cella. Ogni tanto la porta si apre, allora protesti: non ho fatto nulla, sono innocente! E ne portano via uno, due… Tu no. Poi ti rendi conto che chi viene portato via non lo rivedi più. Ecco da dove viene, l’odore della paura. A un certo punto immagini in peggio: non desideri più essere chiamato, oltrepassare quella porta. Vorresti rimanere lì, nella paglia. Ma quando non si vuole più qualcosa, ecco che accade. La porta si apre, e ti chiamano. Ti trascinano, tra due soldati, lungo un corridoio buio.Già senti, intimamente, che ti uccideranno (non importa come: con la corda, con il ferro, con il fuoco). E invece no: o almeno, non subito. Ti portano davanti a Monsignore l’Inquisitore, un monaco domenicano dalla triste figura. Non osi guardarlo in faccia, perché conosci il potere di quell’uomo. Lui può tutto: può mandarti in prigione, toglierti le tue proprietà. Può distruggere la tua casa e trasformarla in un porcile, in una discarica di immondizia, se per caso hai ospitato un eretico. Può condannarti al rogo, o alla prigione a vita. E allora ti metti in ginocchio, protesti la tua innocenza. E quell’uomo – che avevi immaginato duro, come di pietra e ferro – si mostra empatico: ti tende la mano. Ti dice: «Ragazzo mio, se davvero non hai fatto niente sono desolato, evidentemente c’è stato un errore». E tu, che avevi così tanta paura, ora all’improvviso pensi alla porta che si riapre. Pensi alla tua casa, al tuo bestiame, alla tua pace. Ecco: scampare all’inferno. L’inquisitore intanto ti chiede come ti chiami. Tu rispondi: «Mi chiamo Guilhelm, sono zoccolaio, vivo a…». E lui: «Ah, vivi là? Allora dimmi, amico mio: non è che per caso hai visto, ascoltato, creduto, protetto, guidato, ospitato quei maledetti eretici che, come mele marce, guastano quelle buone?».Ma sì, certo che sì. E’ chiaro che hai frequentato gli eretici, i Catari, i Buoni Uomini, qualunque sia il loro nome. Sono gente della tua famiglia, amici, il notaio, il vecchio parroco. Persone di fiducia: li hai ospitati, guidati fino al villaggio vicino. Non hai mai pensato che fosse male. Del resto, lo stessi si definivano “buoni cristiani”, e anche tu lo sei. Però sai che, se dici questo all’inquisitore, di sicuro non gli piacerà. E allora, menti. Una piccola bugia: «I Catari? Non so, non ricordo… Dovrei domandare a mia moglie, mi spiace…». Ma lui, l’Inquisitore, non è solo. Ha con sé gli archivi: chilometri di archivi. E allora li sfoglia. «Ah, non ricordi? E allora te la rinfresco io, la memoria. Quindici anni fa, all’uscita dalla messa, sono venuti a casa tua, e tu li hai ospitati e nutriti». Così scopri che l’inquisitore sa tutto: il colore degli abiti, le parole pronunciate. Chi c’era, il giorno e l’ora. Sa tutto, fin dall’inizio: significa che qualcuno che conosci gli ha raccontato tutto. E così, oltre alla frequentazione degli eretici, hai appena detto il falso davanti al Tribunale dell’Inquisizione.La pena è il “muro stretto”. Definizione quasi innocente, per dire: una cella senza luce, tu incatenato in ginocchio, le braccia in croce, pane secco, acqua marcia. E l’attesa… L’attesa della morte. Così pensi: tutto è perduto. Ebbene, no: quello è il momento in cui l’inquisitore ti tende la mano. Ti dice: «Guilhelm, ragazzo mio, vedo che sei un bravo ragazzo. Non è colpa tua, se ti sei lasciato convincere: non sei stato attento, non hai ascoltato i nostri consigli. Ma lo so, che sei un bravo ragazzo: non è colpa tua, è colpa loro. E allora io posso fare qualcosa per te: posso far sparire il tuo dossier. Posso aggiustare le cose, Guilhelm. Però tu mi devi aiutare. Dammi un nome: uno solo. Un nome di quelli che hanno ascoltato, ospitato, nutrito, creduto, aiutato, adorato gli eretici. Un nome, Guilhelm: uno solo, e te ne torni a casa. Avanti: parla, collabora». E lì, tocca guardare in fondo all’anima, ognuno la propria. A quel punto, chi riuscirebbe a tacere? Chi? Nessuno, in questa storia, è entrato in resistenza. Certo, i Buoni Uomini, forse. I Perfetti. Ma la piccola gente, trascinata dal vento folle della storia? S’è ritrovata là, all’inferno. E per uscire dall’inferno, la gente ha parlato.Tutti parlano: fanno un nome, poi due, poi dieci. Magari il nome di un vicino che ti aveva rubato una capra, o una fascina di fieno. E poi saltano fuori i nomi dei cugini, dei fratelli. Negli archivi dell’Inquisizione si trovano madri che hanno denunciato i loro figli, capite? Madri che hanno denunciato i figli. Quando anche i legami familiari sono spezzati, cosa resta? E allora si parla, eccome. E si viene liberati: la promessa dell’inquisitore è una promessa certa. «Tuttavia, Guilhelm, tu hai comunque una colpa: e devi espiarla con una pena, una piccola penitenza». Per la maggior parte di coloro che furono condannati, la pena fu quella di cucire un segno di infamia sui propri abiti: una croce gialla. Avrebbe significato l’obbrobrio, la pietra lanciata contro di te dai bambini del villaggio. Gli sputi, la vergogna: giorno dopo giorno. E dire che pensiamo che il nostro secolo abbia inventato tutto. Eppure, nonostante questo, la croce gialla era la più leggera delle pene che ci si potesse attendere, da un Tribunale dell’Inquisizione.(Olivier De Robert, monologo presente nello straordinario film “Bogre”, di Fredo Valla, documentario che rievoca la “grande eresia europea”: quella dei Catari. Dice il regista: «Bogomili e Catari sono ombre del passato, che hanno attraversato in silenzio la storia. Ma la loro memoria affiora dalle parole di chi li ha cacciati, perseguitati, estirpati; di chi ha acceso i roghi, bruciato i loro corpi, i loro libri, e abbattuto le loro case»).La Crociata è passata, Montségur è in rovina, ma tu sei vivo: sei sopravvissuto, sei sfuggito al gran carnaio. E sei a casa, tornato alla tua vita quotidiana. E cerchi di dimenticarli, qui giorni bui. Ma quella sera è alla tua porta, che battono. La tua porta viene sfondata. Ti prendono, ti trascinano, ti spingono. Hai un bel gridare, protestare, dire che non hai fatto niente. Ti portano nelle prigioni dell’Inquisizione. Ogni sforzo di immaginazione è vano: la prigione, la miseria, la puzza. Non quella degli escrementi, dei topi, della paglia marcia. No: la puzza della paura. Perché si marcisce in dieci, in venti, in cinquanta per cella. Ogni tanto la porta si apre, allora protesti: non ho fatto nulla, sono innocente! E ne portano via uno, due… Tu no. Poi ti rendi conto che chi viene portato via non lo rivedi più. Ecco da dove viene, l’odore della paura. A un certo punto immagini il peggio: non desideri più essere chiamato, oltrepassare quella porta. Vorresti rimanere lì, nella paglia. Ma quando non si vuole più qualcosa, ecco che accade. La porta si apre, e ti chiamano. Ti trascinano, tra due soldati, lungo un corridoio buio.
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Carotenuto: non ci piegheremo alle vostre minacce
No, non ci piegheremo alle vostre minacce. Volete sospenderci dal lavoro? Volete bloccare le nostre libertà di movimento? Volete annichilirci con la paura e poi offrirci briciole di libertà esteriore? Noi vediamo chiaramente il vostro gioco, per spingerci a perdere la nostra libertà. Ma noi non ci piegheremo, alle vostre minacce. State premendo l’acceleratore delle falsità e della repressione perché il virus si sta esaurendo, o sta comunque diminuendo il suo impatto sulle persone. Avete visto che già la gente cominciava a non presentarsi più per le vaccinazioni. Avete visto che i reparti di rianimazione si sono svuotati. E avete visto che il vostro bieco, criminale trucco di non curare le persone per mandarle all’ospedale a morire (invece di curarle bene a casa) non funzionava più. E allora avete lasciato che i vostri media schiavi lanciassero un’offensiva isterica, fatta di blandizie e di minacce, contando sulle paure, sulle ansie, sulle debolezze e l’immaturità di tante persone.Tante persone, alle quali siete riusciti – con la paura – a mutilare pezzi importanti dei loro processi di pensiero, a mutilare pezzi importanti di lucidità mentale, pezzi importanti di forze di cuore, instupidendole con la paura o presssandole in modo bieco e perverso con le minacce alla libertà. E siete stati seguiti senza fiatare dal coro ipocrita di un mondo politico e dei media che, mai come in questi mesi, hanno rivelato il loro vero volto di puri esecutori di una democrazia ridotta a finzione, a vera e propria truffa di orribili poteri mondialisti a danno dei popoli. Certo, la vostra azione perversa è pesante e minacciosa, ma noi non ci piegheremo. Volete toglierci delle libertà esteriori? E noi combatteremo per mantenerle. Ma se non sarà possibile, manterremo e rafforzeremo ancora di più la nostra dignità umana e la nostra vera libertà, che è la libertà interiore: quella libertà interiore che è capace di vedere bene le vostre malefatte, senza farsene trascinare.Quella libertà interiore non ce la potrete mai togliere. E più ci perseguiterete, più questa si rafforzerà: e lo farà proprio per fare la differenza con voi, schiavi di subdole menti nascoste nell’ombra. Non ci piegheremo, di fronte alle vostre schiere di omuncoli, burattini del potere. Non ci piegheremo alle vostre schiere di ciechi esecutori di oscure strategie anti-umane, compensati con il basso, vile prezzo di denari e carriere: anime comprate per tradire i loro fratelli, gli altri esseri umani. Noi, serenamente indignati, vi diciamo che manterremo quella libertà interiore che voi non avete mai provato: perché l’avevate già svenduta sull’altare della vostra convenienza, della vostra insipienza, della vostra ignoranza, della vostra supponenza, del vostro gretto e ottuso egoismo. Voi, resi talmente inetti dalle lusinghe del potere da essere tranquillamente capaci di avvelenare l’acqua della vita che voi stessi ed i vostri figli bevete, inconsapevoli.Certo, lo sappiamo, continuerete a metterci l’uno contro l’altro: nei posti di lavoro, nelle amicizie, nelle famiglie, come avete fatto in questo periodo e come state facendo ancora di più. Ma noi cercheremo di mantenere l’armonia ad ogni costo, perché noi comunque amiamo la libertà e, contrariamente a voi, rispettiamo le scelte di chi non la pensa come noi, anche se sono dettate da paure, da immaturità, dalle vostre minacciose pressioni e imposizioni. Noi non ci inginocchieremo: né a voi, né ai vostri idoli neri. Noi non tremeremo, e risponderemo con la forza di una ferma ma quieta indignazione. E con ragionamenti pacati e intelligenti, pieni di amore per quel genere umano innocente, anche se abbondantemente dormiente, che voi massacrate e sacrificate ogni giorno, il nome del potere, del profitto, della corruzione dei vostri cuori e delle vostre menti. E nemmeno ci faremo prendere dall’odio e dalla rabbia, da quel veleno i vostro padroni oscuri tanto amano immettere nei cuori proprio di chi si sta ridestando, per impedirne il risveglio della coscienza.No, non ci costringerete ad odiarli; non ci costringerete a perdere quella libertà interiore che ci fa essere capaci di giudicare con serenità e fermezza proprio le vostre nefandezze. Non vi daremo la soddisfazione di rovinare, di sporcare la nostra anima per voi. Più vorrete limitare la nostra libertà esteriore, più ci sentiremo liberi e capaci di vedere quanto è misera, quanto è meschina la vita che ci offrite, così come la vostra stessa vita. Non spegnerete il tesoro che è nel nostro cuore, e che un giorno sarà capace di trasformare questo mondo in un posto migliore, nel quale voi non conterete più nulla, perché verrete pesati in base la purezza del vostro cuore – a meno che il dolore dell’orribile karma che vi state costruendo non riesca a convertirvi al bene, e non vi faccia finalmente ricongiungere (e lo speriamo) con l’umanità cosciente. Una umanità che continua a crescere, proprio rispondendo alle vostre furbe ma miopi trame. Ce la faremo, ce la stiamo facendo. Basta che non ci facciamo travolgere da quei cattivi sentimenti che ci stanno inoculando se non ci vacciniamo. Rimaniamo liberi, il più possibile: fuori, ma soprattutto dentro.(Fausto Carotenuto, “Non ci piegheremo alle vostre minacce”, video-messaggio sul canale YouTube di “Coscienze in Rete”, 28 luglio 2021).No, non ci piegheremo alle vostre minacce. Volete sospenderci dal lavoro? Volete bloccare le nostre libertà di movimento? Volete annichilirci con la paura e poi offrirci briciole di libertà esteriore? Noi vediamo chiaramente il vostro gioco, per spingerci a perdere la nostra libertà. Ma noi non ci piegheremo, alle vostre minacce. State premendo l’acceleratore delle falsità e della repressione perché il virus si sta esaurendo, o sta comunque diminuendo il suo impatto sulle persone. Avete visto che già la gente cominciava a non presentarsi più per le vaccinazioni. Avete visto che i reparti di rianimazione si sono svuotati. E avete visto che il vostro bieco, criminale trucco di non curare le persone per mandarle all’ospedale a morire (invece di curarle bene a casa) non funzionava più. E allora avete lasciato che i vostri media schiavi lanciassero un’offensiva isterica, fatta di blandizie e di minacce, contando sulle paure, sulle ansie, sulle debolezze e l’immaturità di tante persone.
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Hanno gettato la maschera: resistiamo, e vinceremo noi
Vi sembrerà strano, ma in termini calcistici hanno messo la palla sul dischetto, e a calciare il rigore adesso tocca a noi. E’ un mondo alla rovescia, tutto il contrario di ciò che appare. Quando impari questa legge, riesci a capire che chi ti ha sempre raccontato di un Dio super partes ti mentiva, di un Dio lassù in alto quando invece Dio era dentro di te, che la roba buona è al supermercato quando invece te la produci nell’orto, e che ti dovevi fidare di chi aveva la voce più forte, quando invece scopri che la voce più forte ce l’hai tu. E’ un momento bellissimo: nessuna parola di conforto o di speranza; posso solo gridare la gioia di questo momento, che forse – che me accorgo adesso – aspettavamo da una vita. Sembra di essere schiacciati al muro: dal 6 agosto saremo bollati come diversi. Ma è da una vita, che siamo diversi: dal 6 agosto lo saremo ufficialmente.
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Rumor: restiamo uomini, non subiamo questa dittatura
Negli ultimi decenni, l’Europa è stata effettivamente unita, anche se non sul piano politico. Cos’è avvenuto, dagli anni ‘70 in poi? Il piano europeista iniziale, sia quello dei fondatori nascosti (occulti), sia quello dei realizzatori ufficiali, è stato considerevolmente modificato. Lo stesso politologo Giorgio Galli, che ha scritto insieme a me e a Loris Bagnara il libro “L’altra Europa”, ha offerto una serie di opinioni per interpretare le variazioni di percorso, svolte da quella “struttura interna” dell’Unione, negli ultimi tratti del secolo scorso e nei primi di quello attuale. Io stesso non ho mai smesso di pormi domande, ben sapendo che ci troviamo a che fare con qualcosa di molto elusivo, e a mio parere anche pericoloso, per la civiltà odierna. Sintetizzo: il piano politico di riorganizzazione dell’Occidente, che è la parte centrale della Struttura descritta da Maurice Schumann, sembra aver subito uno spostamento. Vi sono molti motivi per ritenere che quel piano sia stato revisionato, dopo che ha prevalso, nella Struttura, quel cosiddetto Contingente Americano. Il riferimento non è alla nazione statunitense, ma ai fautori dei liberismo.Il liberismo proviene da una certa mentalità anglosassone: è piuttosto aggressivo, pervasivo. Questo ha ampliato e anche trasformato il progetto originario, realizzandone uno più vasto, che chiamerei “l’occidentalizzazione del mondo”. Un obiettivo raggiunto utilizzando il fattore dell’accentramento economico. Il progetto unionista autentico, che mirava solo all’area del Mediterraneo e voleva riprodurre una situazione arcaica, ha fatto un salto di livello: ha abbandonato l’Unione a se stessa. Attualmente non si rivolge più alle nazioni o alla politica: le scavalca, facendo leva espressamente sugli organismi finanziari globali. Il traguardo finale sembra essere una sorta di dittatura planetaria, condotta anche mediante computer “intelligenti”. In questa visione, gli Stati perdono influenza, e ne acquistano invece i super-Stati trasversali, ossia le alleanze capitalistiche mondiali. E’ quel processo che è stato chiamato Quarta Rivoluzione Industriale: consiste nel ridimensionamento della vita politica e sociale, nella centralizzazione del controllo del potere, nello svuotamento della mediazione politica e dei partiti.Il considetto Contingente Americano, nella Struttura segreta di cui Maurice Schumann parlò a mio padre (un network che deterrebbe il potere in modo ininterrotto, da qualcosa come 12.500 anni), ha realizzato l’occidentalizzazione del mondo, ha utilizzato l’accentramento economico. L’ultimo obiettivo sarà realizzare un nuovo modello tecnologico centralizzato. Questa rivoluzione è realmente in corso, da decenni. Di fatto, la personalità di noi uomini è stata ampiamente limitata, negli ultimi decenni: dalla robotica e dall’accettazione passiva che ha livellato sia la conoscenza, sia l’espressione in termini umani. La globalizzazione economica sta ridisegnando il pianeta, e sta prendendo le redini della civiltà. E’ da temere una profonda disumanizzazione, contraria all’etica sociale per com’era uscita dalle Costituzioni moderne, che avevano come scopo l’umanesimo. Questa globalizzazione potrebbe consegnarci una società disgregata e una mera parvenza di democrazia, al servizio del grande capitale che governa il mondo, e non certo dell’uomo comune, dell’espressione umana.Questo è veramente il più grave pericolo che l’umanità abbia incontrato. Ed è ancora più subdolo, perché si presenta con la parvenza del benessere e della sicurezza. E’ un momento di passaggio, in cui le persone dovrebbero stare attente. Sta succedendo qualcosa, dietro le nostre spalle, che non ci piacerà, domani. A me non piace neanche adesso. L’unica cosa che abbiamo è la mente, la nostra intelligenza: non buttiamola via. Ragioniamo con la nostra mente, e seguiamo l’istinto profondo che la natura ci ha dato: quello di capire ciò che accade, e interrogarci. Noi siamo uomini perché ci interroghiamo, perché siamo curiosi di capire. Se la massa perde questa facoltà, per correre dietro allo stipendio, siamo veramente finiti. Se invece rimaniamo attivi, con la nostra intelligenza, non potremo rimproverarci, domani, di essere stati lì a subire passivamente. Siamo uomini proprio perché non subiamo.(Paolo Rumor, dichiarazioni rilasciate il 16 luglio 2021 nella trasmissione “L’altra Europa: organizzazioni segrete antiche”, con Loris Bagnara, sul canale YouTube “Facciamo Finta Che”, di Gianluca Lamberti).Negli ultimi decenni, l’Europa è stata effettivamente unita, anche se non sul piano politico. Cos’è avvenuto, dagli anni ‘70 in poi? Il piano europeista iniziale, sia quello dei fondatori nascosti (occulti), sia quello dei realizzatori ufficiali, è stato considerevolmente modificato. Lo stesso politologo Giorgio Galli, che ha scritto insieme a me e a Loris Bagnara il libro “L’altra Europa”, ha offerto una serie di opinioni per interpretare le variazioni di percorso, svolte da quella “struttura interna” dell’Unione, negli ultimi tratti del secolo scorso e nei primi di quello attuale. Io stesso non ho mai smesso di pormi domande, ben sapendo che ci troviamo a che fare con qualcosa di molto elusivo, e a mio parere anche pericoloso, per la civiltà odierna. Sintetizzo: il piano politico di riorganizzazione dell’Occidente, che è la parte centrale della Struttura descritta da Maurice Schumann, sembra aver subito uno spostamento. Vi sono molti motivi per ritenere che quel piano sia stato revisionato, dopo che ha prevalso, nella Struttura, quel cosiddetto Contingente Americano. Il riferimento non è alla nazione statunitense, ma ai fautori dei liberismo.