Archivio del Tag ‘economia’
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Crescita, la festa è finita: il futuro dell’Italia fa paura
Fino agli anni novanta si credé nell’ultimo grande ciclo ritenuto irreversibile e innovatore, autopropulsivo e all’altezza della globalizzazione: l’interminabile ciclo della piccola e media impresa, dei distretti industriali della Terza Italia, fucine di occupazione e di nicchie di mercato aperte al mondo. Quanti politici cercarono di cavalcare l’illusione che i distretti sarebbero entrati in sistema, portando un nuovo capitalismo al centro del mondo? I capannoni vuoti – nel Nordest italiano e non solo – oggi ci raccontano quell’abbaglio. La scala gerarchica chiusa del nostro mercato dei capitali non si è mai schiodata dall’affidare alle sole seconde e terze linee della liquidità la gestione finanziaria delle imprese sottocapitalizzate dei distretti
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Crisi al buio: l’inizio della fine dell’egemonia anglosassone
Di recente un arco di riflessioni molto profonde è stato a più riprese pubblicato da Marino Badiale e Massimo Bontempelli. È uno dei tentativi più interessanti di costruire un pensiero politico all’altezza della grande crisi in corso. Possiamo dire prima di tutto che la vera faccia del capitalismo, non solo italiano, si palesava completamente già nell’arco di tempo ricompreso fra la metà degli anni settanta e la seconda metà degli anni novanta. Perché quel periodo è così importante? Dal punto di vista economico e sociale è proprio in quella fase che si è chiuso il ciclo aperto dalla seconda guerra mondiale.
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Fiat trasloca in Serbia, la Fiom: addio industria italiana
La Fiat produrrà la nuova monovolume “Lo” in Serbia. Il nuovo insediamento partirà subito e prevede un investimento complessivo da un miliardo di euro per una prodrre 190.000 unità l’anno che andranno a sostituire Mirafiori. I sindacati subito sul piede di guerra. «Le affermazioni di Marchionne sono gravissime e confermano tutti i giudizi che abbiamo espresso in questa fase – tuona Giorgio Cremaschi della Fiom – la Fiat in realtà si prepara a chiudere Mirafiori e a dismettere l’Italia». Il nuovo insediamento in Serbia partirà subito e prevede un investimento complessivo da un miliardo di euro, di cui 350 milioni circa dal Lingotto (400 milioni dalla Bei, 250 da Belgrado), per una produzione di 190.000 unità l’anno che sostituirà la Multipla, la Musa e l’Idea che attualmente vengono fatte a Mirafiori.
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Futuro a km zero, contro l’antico impero dei trasporti
La Terra vista dallo spazio, da un comodo cratere lunare, da una luna di Giove, nel suo divenire in questi ultimi cento anni, un fotogramma dopo l’altro, apparirebbe come un insieme di invasati in accelerazione. Un nido di formiche impazzite in corsa in ogni direzione dopo la distruzione del formicaio. Un fatto incomprensibile per un gioviano, ma anche per una qualunque persona dotata di buon senso. Se un tempo le domande sul nostro destino erano: “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?”, ora , nel tempo del Trasporto Obbligatorio di merci e esseri umani, la domanda è diventata unica: “Perché ci muoviamo?”.
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La crisi? Creata a tavolino da chi ora fa affari d’oro
La crisi economica sta imperversando in maniera sempre più drammatica in tutto l’Occidente. Le imprese chiudono o delocalizzano, la disoccupazione sale a ritmo forsennato, i diritti si vaporizzano, le prospettive occupazionali si riducono al lumicino. Sulla scia lasciata dalla manovra “lacrime e sangue” imposta al popolo greco, un po’ dappertutto s’impongono sacrifici ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani. Le mense della Caritas conoscono un sovraffollamento mai sperimentato prima, in strada scendono sempre nuovi senza tetto, con gli Stati Uniti che tirano la cordata.
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Baghdad e Kabul, due guerre e un solo vincitore: la Cina
Dev’essere che nessuno negli Stati Uniti prese sul serio George W. Bush quando nel maggio del 2003, salito sul ponte di comando della portaerei Uss Abraham Lincoln dichiarò che la missione irachena era compiuta. Dev’essere che sette anni dopo e con i marines pronti a tornare a casa i grandi investitori americani valutano l’Iraq un posto altamente insicuro, politicamente instabile e schiavo di una corruzione velenosa che strozza l’iniziativa economica. Sarà, ma non tutti la pensano così e la Cina, fra tutti, è il paese che più sta traendo vantaggi dall’indecisione degli americani.
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Celentano alla Moratti: state uccidendo Milano
Milanesi, svegliatevi. E ribellatevi, fin che siete in tempo, all’assalto finale del cemento. Firmato: Adriano Celentano. Indicato come ideale candidato sindaco da Mario Capanna, il “molleggiato” attacca in modo frontale la giunta di Letizia Moratti, definita “terroristica”: «Pare che Milano abbia perso più di 700.000 abitanti negli ultimi anni», scrive, in una lettera al quotidiano “La Repubblica” il 5 luglio, «perché le condizioni di vita sono troppo costose, non adatte alle coppie giovani con bambini che crescono asmatici e allergici in una città inquinata oltre ogni norma», e allora perché rassegnarsi a «una colata di cemento che non avrà precedenti nella storia», quella in arrivo al Parco Sud?
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Alp Channel: la montagna come risorsa, nell’era del web
Un profilo di Reinhold Messner, lo scalatore più famoso del mondo premiato ai Pilotes d’Or di Coumayeur, ma anche la straordinaria emozione del parapendio per i disabili. Il meteo di Luca Mercalli, che svela il ruolo dei ghiacciai alpini come “spia” dei cambiamenti climatici, e la voce di scrittori come Erri De Luca e Massimo Carlotto, ospiti del Valsusa Filmfest: rispettare la montagna, perché può essere il futuro per tanti giovani. E’ la formula di “Alp Channel”, la prima televisione italiana interamente dedicata alle montagne, finalmente ora anche su web, dopo il lancio settimanale il venerdì sera su Sky.
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Vivere o morire, le civiltà e l’anima dei luoghi
In questi ultimi decenni molti studiosi hanno richiamato l’attenzione sui problemi ecologici e sui limiti e le contraddizioni inerenti al nostro sistema. Tra questi un posto di rilievo merita sicuramente il vincitore del premio Pulitzer Jared Diamond, biologo e evoluzionista americano oggi docente di geografia e scienze ambientali all’Ucla. L’impatto avuto dalle sue opere più note “Armi, acciaio e malattie: breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni” (Einaudi, 1997) e “Collasso: come le società scelgono di morire o di vivere” (Einaudi, 2005), sulla cultura mondiale e in particolare in tutta l’area “verde”, è notevole.
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Paura: perché la crisi greca può far crollare l’Europa
L’Euro continua a indebolirsi sul mercato dei cambi e il 14 maggio, per la prima volta dal marzo del 2009, è calato sotto quota 1,25 dollari. Una tendenza che risente anche delle misure eccezionali di stabilizzazione dei mercati messe in campo dalla Bce per arginare la crisi della Grecia. Il presidente dell’euro-banca, Jean-Claude Trichet, annuncia interventi correttivi per evitare che alcune misure, come gli acquisti di titoli di Stato, possano dare origine e affetti distorsivi sulla politica monetaria, mentre la Deutsche Bank esprime dubbi sulla capacità della Grecia di onorare i debiti contratti.
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Zero sviluppo: politica e affari, la resa alla mafia
Pizzo, pizzi e pizzini. Rifiuti sotto cieli che sembrano davvero dipinti. I bronzi di Riace, la Reggia di Caserta, le colline di Sicilia. Ma è una bellezza che non acceca: la mafia si vede a occhio nudo. David Lane, corrispondente dell’“Economist”, in Italia da più di trent’anni, ha fatto il suo grand tour nella tana del lupo. “Terre profanate”, edito da Laterza, è una guida per nulla turistica al Mezzogiorno d’Italia. Da Gela a Teano, dove Garibaldi “consegnò” il Sud a Vittorio Emanuele nel 1865: viaggio nell’Italia che si è arresa alla mafia, in un intreccio politico-affaristico.
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Bonafi: chiudere la Borsa, che rapina le aziende
Chiudere la Borsa, che razzia l’economia reale in modo parassitario, grazie al sistema capitalistico che favorisce il caos. L’economista Gilles Bonafi sposa la provocazione di Frédéric Lordon, ricercatore del Cnrs, il Consiglio nazionale francese per la ricerca scientifica. Secondo Lordon, per bloccare la crisi bisogna innanzitutto abolire i mercati finanziari: «Numerose voci – rileva Bonafi – cominciano ora a porsi il problema di un sistema economico strutturalmente irrecuperabile, che spinge l’umanità alla catastrofe», puro riflesso della «legge della potenza» teorizzata da Vilfredo Pareto.