Archivio del Tag ‘Elohìm’
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Virus, vaccini, clima, 5G, Ufo: perché proprio adesso?
Perché proprio adesso? La domanda può sembrare fuori luogo, ma probabilmente non lo è. Il pianeta è sottoposto a uno stress-test senza precedenti, nella storia contemporanea. Una congiuntura più che allarmante, fatta di eventi concentrici e convergenti, spesso traumatici, comunque sconcertanti. Tutti eventi pressoché contemporanei, a partire dal più problematico: perché l’operazione Covid è scattata proprio adesso? Un piano dal respiro planetario, che tende a instaurare un controllo totale sulle persone, attraverso la gestione ultra-emergenziale di una strana epidemia influenzale. E perché proprio adesso una certa élite spinge per la digitalizzazione sistematica dell’essere umano, utilizzando – come primo passo – proprio la schedatura di massa ottenuta con la leva “vaccinale”? E poi: perché proprio adesso imporre l’inoculo di un preparato genico controverso e ancora sperimentale, ben poco efficace come misura di protezione, nei confronti – oltretutto – di un patologia molto meno pericolosa di tante altre, facilmente curabile nella maggior parte dei casi?Inoltre: perché, proprio adesso, introdurre la prassi “vaccinale” universale, in previsione della ventilata, progressiva diffusione di nanochip corporei? Qualcuno dirà: è il progresso, tutto qui. Altri alzeranno barricate, evocando il Grande Reset annunciato a Davos: non un oscuro complotto, ma – al contrario – un progetto di ingegneria sociale (e bio-politica) apertamente esposto. Colpiscono le concomitanze, piuttosto ridondanti, che fanno da corollario all’avvento dell’Era Pandemica: per esempio l’estensione della copertura Internet in ogni angolo del globo e la capillare diffusione della rete wireless 5G, supportata da milioni di antenne e migliaia di satelliti. Altra domanda: perché proprio adesso – parallelamente – è diventata ormai vistosa l’attività di geoingegneria atmosferica, condotta attraverso il rilascio quotidiano (da parte degli aerei) di scie biancastre e persistenti, fino a velare regolarmente il cielo sereno? Ancora: perché proprio adesso – dopo decenni di “negazionismo” ufficiale – viene improvvisamente sdoganata la presenza, sempre nei cieli, di oggetti volanti definiti “non identificati”, cioè teoricamente non rispondenti ad alcunché di noto, a livello terrestre?In questo mosaico di fenomenologie non ancora del tutto spiegate in modo convincente, c’è chi include anche l’anomalia dell’atteggiamento del Vaticano. Ovvero: perché, in un momento come questo, la Santa Sede ha avallato – senza esitazioni – tutte le ferree imposizioni dei governi, che hanno provocato enormi sofferenze sociali? E infine: perché, proprio adesso, viene imposta ufficialmente la narrazione ecologistica incarnata dal personaggio Greta Thunberg? E’ notorio, purtroppo, l’impatto antropico sull’ecosistema terrestre: le attività industriali e i consumi di massa hanno aggravato in modo drammatico l’inquinamento dell’aria, delle acque e dei terreni. E allora perché non concentrarsi sull’avvelenamento della Terra? Perché puntare il dito sulle variazioni climatiche, storicamente sempre avvenute per effetto dell’attività solare? E’ possibile che nell’alterazione delle temperature vi sia anche il (minimo) concorso dell’umanità; ma perché dichiarare che, invece, sia l’uomo il vero responsabile del riscaldamento? Perché – proprio adesso – lasciare che venga messo in disparte il vero problema (l’inquinamento, l’erosione delle risorse naturali) per collegare il clima alla soluzione preconfezionata dalla finanza, cioè il “reset” globale emblematizzato dall’auto elettrica?Clima, ambiente, virus e obblighi vaccinali, digitalizzazione universale, “scie chimiche” e reti wireless. E poi Ufo, cibernetica, “quarta rivoluzione industriale”. Su ogni singolo aspetto dell’assillante attualità di oggi, l’establishment fornisce risposte reticenti o contraddittorie, censurando volentieri ogni voce critica. Il che, inevitabilmente, alimenta anche i più fantasiosi “complottismi”, che finiscono per intorbidire la corretta percezione delle analisi eterodosse, quelle scomode perché serie e documentate. Il clima? Tutta colpa nostra. Il Covid-19? Uno sfortunato incidente. I “vaccini” genici? L’unica soluzione possibile (scartando quindi le terapie: che invece funzionano benissimo). Il Green Pass? Inevitabile. Le scie nel cielo? Niente di cui preoccuparsi: sciocchezze. Le antenne 5G? Innocue. L’interazione uomo-macchina, tramite nano-tecnologie anche inoculabili, oltre che inseribili nel corpo umano mediante microchip? Tutte straordinarie opportunità. Gli Ufo? E’ vero, esistono: ma si chiamano Uap, e non si ha idea di cosa possano essere. Astronavi aliene? Forse. Dunque esistono, gli alieni? Certo: lo ha dichiarato il generale Haim Eshed, già a capo della sicurezza aerospaziale israeliana.Secondo i teorici della paleoastronautica, gli alieni sono qui da sempre e controllano i destini dell’umanità. Il sumerologo Zecharia Sitchin rileva la presenza della “fabbricazione aliena” dell’Homo Sapiens nei testi mesopotamici. Parallelamente, il biblista Mauro Biglino riscontra nella Genesi una analoga “fabbricazione”, sempre genetica, da parte della comunità degli Elohim. Niente di così strano, osserva Biglino: tutti i “racconti delle origini” alludono al ruolo dei Figli delle Stelle nella nascita dell’umanità, che poi ha voluto chiamare dèi i suoi “padri celesti”, trasformandoli in materia religiosa. Chi segue con attenzione questi contributi culturali sa benissimo che ci staremmo avvicinando a un momento fatidico, l’inizio del 2024: un possibile punto di svolta. Gli studiosi di astrologia confidano nel carattere “rivoluzionario” dell’ingresso di Plutone in Acquario. Tra chi osserva il cielo dal punto di vista astronomico, invece, non manca chi parla dell’avvento di una nuova “era precessionale”, tale da mutare il corso della storia in termini pluri-millenari.Uno degli argomenti più controversi è il presunto avvicinamento del misterioso Pianeta X, il Nibiru dei Sumeri: lo sfioramento orbitale – si teme – potrebbe comportare cataclismi devastanti. Altri ancora sono convinti che dal 2024 potrebbe non essere più occultabile la presenza di nuovi visitatori dallo spazio, probabilmente ostili a quelli che – secondo l’ufologo Roberto Pinotti – sono attualmente presenti sulla Terra (come confermato dallo stesso Eshed) e controllano direttamente l’azione dei governi. Eshed parla addirittura di “basi condivise”, nell’ambito di una Federazione Galattica, localizzate sul nostro pianeta ma anche sulla Luna, su Marte e su altri corpi celesti del Sistema Solare. In ambito mitologico, poi, la tradizione dei Misteri Eleusini (che permeò segretamente anche il Rinascimento italiano, tramite le fratellanze orfiche e pitagoriche) parla in modo esplicito del ritorno dei Titani, le divinità che secondo Esiodo sarebbero state “sfrattate” dagli dèi olimpici dell’antica Grecia, quelli descritti nei poemi omerici.I Titani? Si tratterebbe di “divinità” extraterrestri provenienti da Tau-Ceti. Ebbene: 80.000 anni fa avrebbero dato vita a un particolare progenitore dell’uomo bianco occidentale, il Cro-Magnon, diffusosi a partire dall’Atlantide minuziosamente descritta da Platone nel “Timeo” e nel “Crizia” sulla scorta di precise fonti egizie. Nulla che oggi sia politicamente spendibile, s’intende: l’archeologia ufficiale si rifiuta categoricamente di concorrere a una possibile riscrittura dei nostri esordi, nonostante la scoperta dell’origine americana del rame presente a Creta, proveniente dalle miniere dell’Isle Royale sul Lake Superior (Michigan) fondate nel 3700 avanti Cristo. E’ ancora “archeologia proibita” quella che propone la reale datazione delle piramidi, molto più antiche della civiltà dei faraoni, mentre – per fortuna – alcuni siti emersi recentemente (come quello di Göbekli Tepe in Turchia) costringono anche le università ad arrendersi all’evidenza: sul nostro pianeta era presente una civiltà evolutissima e molto più anziana di quelle mesopotamiche o di quelle della Valle dell’Indo.Proprio l’archeologia non ufficiale, che ha rinvenuto in Bosnia piramidi datate 30.000 anni (e in Sudafrica gli indizi di una possibile “metropoli mineraria” fondata addirittura 200.000 anni fa) sta compiendo passi da gigante, intrecciando le sue scoperte con il lavoro di geologi e climatologi, epigrafisti, astronomi, palentologi. Sta prendendo forma una possibile verità alternativa, sulla nostra vera storia? Parrebbe. E il processo sembra perfettamente speculare rispetto alle tappe della clamorosa “disclosure” aliena, avviata dal Pentagono. Per chi ama divertirsi a “unire i puntini”, nel dubbio che passato e futuro possano arrivare a toccarsi, sembra prossima l’ora di rivelazioni definitive, a una manciata di mesi dal fatidico 2024. Nel frattempo, lo spettacolo di fronte ai nostri occhi non è equivocabile, almeno sotto l’aspetto cronologico. I virus e i “vaccini digitali”, la possibile cyber-umanità. E poi le scie nel cielo, gli Ufo, le treccine di Greta. Perché adesso, tutto insieme, di colpo? Perché tanta fretta? Che bisogno c’è, di far precipitare il mondo in un’emergenza infinita, utilizzata per imporre cambiamenti planetari e immediati?Perché proprio adesso? La domanda può sembrare fuori luogo, ma probabilmente non lo è. Il pianeta è sottoposto a uno stress-test senza precedenti, nella storia contemporanea. Una congiuntura più che allarmante, fatta di eventi concentrici e convergenti, spesso traumatici, comunque sconcertanti. Tutti avvenimenti pressoché contemporanei, a partire dal più problematico. Dunque: perché l’operazione Covid è scattata proprio adesso? Un piano dal respiro planetario, che tende a instaurare un controllo totale sulle persone, attraverso la gestione ultra-emergenziale di una strana epidemia influenzale. E perché proprio adesso una certa élite spinge per la digitalizzazione sistematica dell’essere umano, utilizzando – come primo passo – proprio la schedatura di massa ottenuta con la leva “vaccinale”? E poi: perché proprio adesso imporre l’inoculo di un preparato genico controverso e ancora sperimentale, ben poco efficace come misura di protezione, nei confronti – oltretutto – di un patologia molto meno pericolosa di tante altre, facilmente curabile nella maggior parte dei casi?
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Green Pass, schedatura universale. Prima del fatale 2024
Raccontano gli appassionati di astrologia che il periodo che si aprirebbe il 22 gennaio 2024 potrebbe coincidere con l’inizio di una stagione epocale e liberatoria, per l’umanità, propiziata dallo “storico” ingresso di Plutone in Acquario. Qualcuno può pensare che siano favolette. Altri studiosi precisano: l’astrologia non determina mai cambiamenti così immediati, attorno a una data-spartiacque. Altri ancora, forse più prosaicamente, fanno notare come i portavoce del potere – anche se non lo ammetterebbero mai – siano attentissimi proprio alla simbologia energetica che presumono sia legata al moto degli astri: del governo Draghi non c’è un solo decreto, avverte Nicola Bizzi, che sia stato emanato in un giorno a caso, senza prima aver dato un’occhiata al cielo. A proposito: ha ben poco di astrologico, l’attenzione che Bizzi (e molti altri osservatori) concentrano sul “fatidico” 2024. Secondo alcuni, è vero, coinciderebbe con la nascita di una nuova “era precessionale”. Ma non si esauriscono qui, le voci sull’ipotetico traguardo in calendario. C’è ben altro, che bolle in pentola.
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La Bibbia Nuda: quando finirà l’equivoco del “libro sacro”
Il noto docente e divulgatore scientifico Alessandro Barbero ha ribadito ultimamente un celebre “mantra” universalmente noto, ovvero che la storia la scrivono i vincitori. Da sempre e in ogni senso. La storia dell’umanità è stata scritta, riscritta, trascritta e insegnata, divulgata in tanti modi, certamente affascinanti, ma pur sempre pilotati. I “vincitori” sono coloro che poi impongono la loro politica, i loro usi e costumi e, per scendere nello specifico sono “le caste”, i detentori della publica fides e che nel nostro paese sono rappresentate in modo particolare dalla Chiesa Cattolica Romana e dalle Università. Qualcuno diceva che «la casta è casta e va sì rispettata», ma qui ormai «si è perso il senso e la misura»… è semplicemente una questione di spartizione dei poteri. Non è voler denigrare il meraviglioso Ateneo italiano, il più antico del mondo, se notiamo come spesso, purtroppo, e con vivo rammarico di tanti, esso sia ridotto a mero “esamificio”, puntellato da baronie con la passione dell’immortalità, che si autoperpetuano per nepotismo (e non solo). E così non mancano gli studenti ridotti a polli in batteria, spesso abbandonati a loro stessi, ridotti a macchine di memorizzazione…E quando, pertanto, gli ambienti “certificatori” della conoscenza umana si pongono come i soli detentori della sapienza, non si pongono nemmeno il problema di accettare ciò che si permette di mettere in discussione una tradizione granitica e monolitica, fiera dei suoi secoli. Ammettere che la storia debba essere riscritta proprio non può andare. Troppe cattedre tremerebbero, troppi fiumi di inchiostro sigillati dagli stessi apparati accademici sarebbero da buttare nella raccolta differenziata della carta. Eh no. Decisamente questi signori non gradiranno mai che coloro che non siano “esplicitamente designati” mettano le mani nella loro marmellata! L’allearsi pertanto di atei e bigotti nella comune difesa dogmatica di questa “Tradizione” non concede sconti. Magari alla fine si può anche bonariamente accettare l’idea di un Omero vissuto nel Nord Europa, di un Galileo occultista che praticava arti magiche ma che in fin dei conti era un buon uomo, ma ci sono argomenti tenuti volontariamente tabù. Le Scritture sono uno di questi.Quindi, affermare o solo ipotizzare che la Sacra Scrittura non sia poi così tanto sacra e che da secoli si perpetuano errori madornali di traduzione è anti-scientifico, è da complottisti. È da stupidi. Peccato che chiunque abbia avuto a che fare con il mondo delle traduzioni, in special modo quando si opera con le lingue antiche, saprà troppo bene come esistono termini che sono intraducibili per definitionem; oppure più semplicemente che noi, con gli occhi di chi vive comunque un’altra realtà, non sappiamo rendere quello che volevano dire loro. Sono centinaia gli esempi che vengono insegnati in filologia classica. Ne vorrei citare uno, molto banale ma bello. Nell’Iliade, dire “glaucopide Atena” non significa nulla. Tradotto alla lettera da Rosa Calzecchi Onesti con “Atena dagli occhi azzurri”, è stato proposto di renderlo con “Atena dall’aspetto del color del mare”, un epiteto che meglio rende una divinità. Alla luce di tutto ciò è lecito domandarci se, tutto sommato, il libro “Antico Testamento” doveva divenire qualcosa in più rispetto alle centinaia di poemi epici antichi e che in qualche modo la sua storia, il suo essere tramandato e tradotto, è stato modificato.A dire quindi che «la Bibbia è un libro ispirato da Dio» va bene anche alla scienza, in quanto sono secoli di granitica tradizione che ha dato lavoro e fama a troppe persone. Ma se una supposizione è una deduzione logica sulla base degli argomenti, io ho il diritto di pormi il “se davvero” è così. Nessuno lo ha fatto prima? Almeno non in modo così dichiarato, aperto, trasparente? E’ perché forse nessuno ne ha avuto il coraggio. Il coraggio di alzare la voce e rivendicare che la grammatica è grammatica, e dichiarare che alcuni termini ebraici sono intraducibili. E se ci si ostina a tradurli è per creare una sub-grammatica ad hoc, una grammatica falsa creata per far stare in piedi l’impalcatura Bibbia-Libro Sacro. I cattolici romani sono in evidente malafede (e lo sanno). I protestanti sono dei buonisti (e lo sanno pure loro, e fa comodo soprattutto ai cattolici). Rimangono le frange di Evangelici con movimenti praticamente indipendentisti, chiese acefale di stampo carismatico, lefevriani e integralisti.Poi, se vogliamo dare retta ai teologi e agli esegeti “professionisti”, essi ci rassicurano dicendoci che la Bibbia in fondo è come l’armadio di famiglia, ovvero un luogo dove “c’è un po’ di tutto”, in cui si sono stratificate le cose più e meno importanti. Ma che sollievo (mi viene da dire)! Quindi, chi crede deve basare la sua fede su un’accozzaglia di storie sparpagliate chiaramente mitologiche, allegoriche, mitopoietiche. Non so perché, ma non mi sentirei così tranquillo a sapere che il “mio” libro sacro, da cui dipende la mia vita, la mia condotta morale, il mio destino futuro, è un guazzabuglio di storie e miti! Ma un po’ di buon senso non guasterebbe, se prendessimo effettivamente atto che, se prendi la Bibbia alla lettera, è anacronistica e piena di errori scientifici, storici e geografici. Se interpretata ci dobbiamo porre delle domande: con quale criterio scegliamo cosa interpretare e cosa no? O, se interpretiamo tutto, non rischiamo di farne nascere migliaia di religioni diverse? Se tutto è un simbolo, possiamo dubitare di tutti i personaggi menzionati, no?La Bibbia non è niente altro che un testo mitologico di una delle tante “religioni” che dovrebbero essere studiate antropologicamente, storicamente e culturalmente… stop! Per il resto, non dovrebbe essere in alcun modo presa a riferimento. Quello che nessun detrattore di Mauro Biglino potrà mai dire è che egli si voglia professare ennesimo “nuovo profeta” di una qualche corrente. Nulla di più fuori strada. Il “biglinanesimo” non esiste. Perché non può esistere! Ciò che esiste è invece ragionamento e studio, è l’uso della razionalità, è assenza di pregiudizio. E a me, per natura scettico e libero pensatore, piace molto ragionare usando il criterio, navigare nell’oceano del dubbio, alla ricerca continua e ossessiva di nuove ipotesi e nuove tesi che spighino tanti perché su cui religioni, filosofie e la stessa scienza non hanno ancora dato una risposta. E forse questa risposta non la troveremo. Oppure un domani ci andremo molto vicini. Quante volte è stato detto che la scienza è dovuta tornare indietro sui suoi passi? Perché non era possibile spiegare tutto, o meglio: non bastavano più le spiegazioni tradizionali.Gustavo Rol, a chi gli domandava come facesse a realizzare quei prodigi di cui decine di persone sono state testimoni oculari, diceva: «Ci sono cose che io oggi ho trovato e posso fare. Domani le scoprirà e le potrà fare anche la scienza». Perché in fondo diamo troppo per scontato il principio di Lavoisier, che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma: un concetto che, nella sua semplicità disarmante, è profondamente vero. Certamente siamo ad un passaggio, a un giro di boa storico. Da storico mi emoziono moltissimo quando passeggio per chiese e cimiteri e leggo vecchie e antiche lapidi di religiosi, sacerdoti, membri di confraternite, che hanno scritto la storia nel piccolo e nel grande, hanno creduto in un ideale che non potevano che avere come certezza assoluta; hanno predicato per vite intere, fatto sicuramente del bene, in nome di una elaborazione ben costruita a tavolino. Tanto rispetto per il loro operato, ma tanto sgomento per il fatto che l’essere umano ha, per sua natura, bisogno fisiologico di cercarsi, individuarsi, categorizzarsi in un determinato gregge. E se fra 10, 50 o 100 anni l’Antico Testamento non si leggerà più come testo sacro, cosa succederà? Perché la questione non è se, ma quando.Credo personalmente che, alla luce del libro “La Bibbia nuda” e dei ragionamenti puliti e lineari di Mauro Biglino, ci dobbiamo serenamente preparare. Col ragionamento, con lo studio, con la maturazione di un senso critico giusto, nessuno si meraviglierà se, purtroppo, la Bibbia ha causato milioni di morti. Se si sono imposte delle caste. Se veniamo trattati come vitelli all’interno di recinti ben precisi. Biglino ci insegna in un modo squisitamente “paterno”, razionalmente disarmante, a stimolare il nostro senso critico. Con un metodo che oserei definire kantiano. Elegantemente pulito e lineare. Non posso poi non menzionare, seguendo i ragionamenti condotti da Biglino, curiose coincidenze che mi ritornano alla mente… Ad esempio una filmografia hollywoodiana che, da sempre, si rivela ampiamente informata sui fatti… Chi si ricorda la scena di “Ghostbusters”, di Ivan Reitman, quando un terrorizzato Dan Aykroyd si sente chiedere dal famigerato “Gozer il gozeriano”: «Sei tu un dio?».E tutta la trama sembra perfettamente rispettare l’immagine di questi “esseri con poteri sovrumani”, venerati come divinità pagane nell’antichità, che si risvegliano e pretendono il loro tributo. E allora che dire di cult quali “Cocoon” (1985), ovviamente “Stargate” (1994), “The Arrival” (1996), “Contact” (1999), fino a “Prometheus” (2012)… Sapevano già trent’anni fa che gli antichi Elohim erano degli extraterrestri? Insomma, ancora una volta, da questo libro, uscito nel momento storico giusto, emerge un Biglino vincente. Che “si commenta da solo” con ragionamenti che si offrono al pubblico raziocinio della coscienza. Caro Mauro, ancora una volta “facesti come quei che va di notte, / che porta il lume dietro e sé non giova, / ma dopo sé fa le persone dotte”. E quindi, alla fine, noi “facciamo finta”.(Gianluca D’Elia, recensione a “La Bibbia nuda”, libro-intervista di Giorgio Cattaneo con Mauro Biglino, Tuthi, 345 pagine, 23 euro. D’Elia è bibliotecario all’Augusta di Perugia, prima biblioteca italiana ad aver inserito tra i suoi volumi “La Bibbia Nuda”, ora disponibile anche su “Il Giardino dei Libri”).Il noto docente e divulgatore scientifico Alessandro Barbero ha ribadito ultimamente un celebre “mantra” universalmente noto, ovvero che la storia la scrivono i vincitori. Da sempre e in ogni senso. La storia dell’umanità è stata scritta, riscritta, trascritta e insegnata, divulgata in tanti modi, certamente affascinanti, ma pur sempre pilotati. I “vincitori” sono coloro che poi impongono la loro politica, i loro usi e costumi e, per scendere nello specifico sono “le caste”, i detentori della publica fides e che nel nostro paese sono rappresentate in modo particolare dalla Chiesa Cattolica Romana e dalle Università. Qualcuno diceva che «la casta è casta e va sì rispettata», ma qui ormai «si è perso il senso e la misura»… è semplicemente una questione di spartizione dei poteri. Non è voler denigrare il meraviglioso Ateneo italiano, il più antico del mondo, se notiamo come spesso, purtroppo, e con vivo rammarico di tanti, esso sia ridotto a mero “esamificio”, puntellato da baronie con la passione dell’immortalità, che si autoperpetuano per nepotismo (e non solo). E così non mancano gli studenti ridotti a polli in batteria, spesso abbandonati a loro stessi, ridotti a macchine di memorizzazione…
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Perché ho scritto “La Bibbia Nuda”, con Mauro Biglino
La grande sala congressi ammutolì quando Benazir Bhutto osò denunciare il generale Pervez Musharraf, allora presidente-dittatore del Pakistan. L’accusa: gli uomini dell’Isi, il servizio segreto di Islamabad (agli ordini della Cia), avevano “allevato” i Talebani e protetto Bin Laden, come richiesto dal “terrorista” Bush. Lei, Benazir, di lì a poco si sarebbe candidata per liberare il Pakistan dalla menzogna. Saltò in aria qualche anno dopo, nelle ultime tappe di una campagna elettorale che l’avrebbe incoronata trionfalmente alla guida del suo paese. Ricordo bene quel fugace incontro, a Torino, a margine dell’assise promossa da Gorbaciov insieme ad altri ex leader mondiali, che avevano messo fine alla guerra fredda. In un palazzo del centro, l’indomani, Benazir Bhutto ripeté a beneficio delle telecamere le sue accuse pericolosamente terribili, ma sempre con quel suo sorriso disarmante: quello di chi sa di avere ragione, e ha deciso che bisogna pur metterla in gioco, la vita, se il nemico è così insidioso da saper pervertire integralmente la verità. Pensieri che oggi, tra coprifuochi e pass vaccinali, suonano stranamente familiari.
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Bizzi: Cro-Magnon, l’Uomo di Atlantide venuto dalle stelle
Chi siamo? Da dove veniamo? Sono domande che ci interpellano da sempre. «La maggior parte dell’umanità è predisposta alla sottomissione: gente inconsapevole, gestita completamente». Lo scrive in un libro il biologo Giovanni Cianti, in una considerazione erroneamente attribuita a Carlos Castaneda. «Chi ha capito, ha capito: non ha bisogno di consigli. Chi non ha capito, non capirà mai. Io non biasimo queste persone», scrive Cianti: «Sono strutturate per vivere, e basta: mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione e mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere una partita. Il mondo, per loro, finisce lì: non sono in grado di percepire altro. C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani, che possono essere definiti “difetti di fabbricazione”. Sono sfuggiti al “controllo qualità” della linea di produzione. Sono pochi, sono eretici e sono guerrieri». Mi piace molto, questa frase, forse perché anch’io sento di appartenere a questa minoranza. Ma non è solo questione di rifiutare i dogmi, le imposizioni, e di sentirsi guerrieri. E’ anche una questione di sensibilità. Si tratta di porsi domande, di chiedersi sempre il perché delle cose.
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Alieni, Covid, Atlantide: è la “resurrezione” della verità?
Ora non potranno più raccontarci la solita favoletta: l’ammissione della Us Navy ha la portata storica e definitiva di un cambio d’epoca, preceduta di pochissimo dall’annuncio – da parte di Donald Trump – della creazione di una Space Force, unità militare per la difesa aerospaziale. Roberto Pinotti è uno degli ufologi più prestigiosi che esistano: ha collaborato con autorità militari e, negli Usa, ha partecipato al grande progetto internazionale Seti, che ricerca le eventuali “intelligenze non terrestri”. Ha scritto libri tradotti in tutto il mondo, ha fondato e diretto il Cun (centro ufologico nazionale) che ha spesso cooperato con l’aeronautica militare italiana. Quando si parla di Ufo, Pinotti finisce spesso in televisione: nel 2019, ospite della Rai, ha sottolineato il carattere inequivocabile delle esternazioni della Us Navy sugli incontri (frequenti) con oggetti volanti non identificati. Affermazioni poi confermate ufficialmente dal Pentagono nel 2020, mentre il mondo era già intrappolato nel disastro globale chiamato Covid.
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Carpeoro: massoni e alieni, un patto siglato nel 1946
Gli ufologi la chiamano “disclosure”, disvelamento, lasciando presagire un calendario in rapida evoluzione, verso imminenti annunci. L’ultimo lo ha firmato John Ratcliffe, capo della direzione nazionale dell’intelligence statunitense sotto Trump: preparatevi a tutto, ha detto qualche giorno fa, perché dal 1° giugno saranno desecretati i documenti sugli avvistamenti Ufo, ora ribattezzati Uap, “unidentified aerial phenomena”. Extraterrestri: ne sanno qualcosa, i massoni? «Alcuni esponenti di importanti superlogge sovranazionali sostengono di essere in contatto con entità aliene», ha detto tempo fa Gioele Magaldi, troncando però subito il discorso: «Non intendo dire di più, per ora». Nel saggio “Massoni”, uscito per Chiarelettere nel 2014, Magaldi sostiene che l’intero potere mondiale sia “sovragestito” dalle Ur-Lodges, organismi massonici internazionali. Chi detiene le leve del pianeta, dunque, come potrebbe non maneggiare anche il dossier che riguarda gli alieni? Un altro massone, Gianfranco Carpeoro, dirigente del Movimento Roosevelt fondato da Magaldi, ora si spinge oltre: non solo gli extraterrestri sono tra noi, da sempre, ma interagiscono con l’umanità. E con una certa massoneria (americana) hanno addirittura stretto un accordo, a partire dal 1946.«Io sono assolutamente convinto che le presenze aliene ci siano state sempre, ci saranno e ci sono», premette Carpeoro il 28 marzo 2021, nella diretta web-streaming “Carpeoro Racconta”, condotta su YouTube da Fabio Frabetti di “Border Nights”. Domanda: in passato, la massoneria ha saputo di queste presenze? «Sì, certo». E non solo: «E’ stata anche protagonista di qualche tipo di compromesso, negli anni ‘70-80, e anche nel 1946. Compromesso che, per certi aspetti – sottolinea Carpeoro – prevedeva anche una certa collaborazione». Una dichiarazione che richiama immediatamente quella resa nei mesi scorsi dal generale Haim Eshed, docente universitario e per trent’anni a capo della sicurezza aerospaziale di Israele: «Con alcuni alieni collaboriamo stabilmente da decenni, nell’ambito di un’alleanza chiamata Federazione Galattica». Eshed si rende conto dell’esplosività delle sue affermazioni, e infatti precisa: «So bene che, se queste cose le avessi dette anche solo cinque anni fa, mi avrebbero fatto ricoverare». Cos’è cambiato, nel frattempo? Tutto, si potrebbe dire: a cominciare dalle storiche ammissioni della Us Navy.Nell’autunno 2019, la marina militare degli Stati Uniti – per la prima volta nella storia – ha ammesso: i caccia imbarcati sulle nostre portaerei intercettano frequentemente oggetti volanti non identificati. In pratica, Ufo. Più che eloquenti, le immagini diffuse: astronavi inquadrate nel mirino dei jet, tra le esclamazioni di stupore dei piloti. A stretto giro – primavera 2020 – è arrivata la conferma definitiva del Pentagono: è vero, i nostri aerei incontrano spesso i dischi volanti. Ora, dopo le clamorose dichiazioni di Eshed, ecco l’ultima esternazione, quella di Ratcliffe, ripresa dal “Fatto Quotidiano” il 24 marzo: gli Ufo esistono, e dal 1° giugno 2021 tutto il mondo potrà vederli. A “Fox News”, annunciando la desecratazione di materiale top secret, l’ex dirigente dell’intelligence ha spiegato che piloti e satelliti militari americani hanno registrato una mole elevatissima di immagini, ben oltre la quantità di avvistamenti finora segnalata. Stiamo per essere sommersi da una valanga di foto e video? Fin qui, le fonti ufficiali. E l’altro capitolo? Quello dell’interazione tra noi e loro?Rieleggendo alla lettera l’Antico Testamento, riassume Mauro Biglino nel libro-intervista “La Bibbia Nuda”, uscito da pochi giorni, sembra evidente che quei versetti ebraici siano affollati di velivoli, nonché di esseri umani letteralmente prelevati dalle cosiddette “divinità”, che in realtà il testo biblico chiama Elohim. «Presenze assolutamente determinanti, nella storia dell’umanità: noi stessi saremmo stati “fabbricati” proprio da loro, i nostri dominatori, che poi avrebbero esercitato il pieno controllo sui destini umani attraverso i loro intermediari, leader politici e religiosi». Le ipotesi di Biglino sembrano prendere corpo in modo sempre più evidente, se alla parola Elohim (o “divinità”) si sostituisce quell’altra: alieni. Cioè, tecnicamente: diversi e distinti da noi umani. Extraterrestri? O forse, in origine, esponenti di antichissime civiltà terrestri?Lo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale, propone una tesi estremante suggestiva: l’homo sapiens sarebbe il prodotto dei Titani, “divinità” di origine pleiadiana, insediatesi inizialmente nell’arcipelago atlantico dominato dall’isola-continente di En, poi sommersa dalle acque. In altre parole, l’Atlantide di cui parla Platone: la civiltà atlantidea – primitiva fondatrice della stessa civiltà egizia – secondo Bizzi avrebbe “prodotto” l’Uomo di Cro Magnon, uno dei nostri progenitori preistorici (il ceppo caucasico, corrispondente all’attuale uomo bianco occidentale). Massone, Bizzi è un iniziato appartenente all’antica comunità dei Misteri Eleusini: «Proprio la tradizione eleusina, a cui apparteneva lo stesso John Kennedy – dice Bizzi – sostiene che la Guerra di Troia, rievocata nell’Iliade, sia stata l’ultima battaglia nella guerra (mondiale, prediluviana) tra i Titani e le divinità olimpiche, quelle che da quel momento in poi avrebbero preso il sopravvento, sottoponendo il mondo intero al loro potere, fondato sul più brutale dominio».Alieni buoni e alieni malvagi? Il tema, in qualche modo, lo sfiora anche Carpeoro. Che ci fanno, gli alieni, tra noi? Sono solo osservatori o intervengono nella storia umana, come facevano gli antichi dèi? «Alcuni hanno intenzioni ostili, altri no». Idem: alcuni si limitano a osservarci, altri interagiscono con noi. Nomi? Esempi? «Non voglio dire di più, non sarebbe opportuno», taglia corto il saggista, autore di “Summa Symbolica” e di avvincenti romanzi esoterici sui Rosa+Croce, come “Il volo del pellicano”. Carpeoro era amico personale dell’astronauta Buzz Aldrin, massone e “numero due” della missione Apollo 11 capitanata da Neil Armstrong. Nel documentario “American Moon”, di Massimo Mazzucco, alcuni tra i maggiori fotografi del mondo – da Peter Lindbergh al nostro Oliviero Toscani – dimostrano che le immagini del mitico “allunaggio” del 1969 furono girate in studio: un falso clamoroso. «A me – disse Carpeoro, tempo fa – proprio Aldrin confidò che sulla Luna sbarcarono davvero: solo che incontrarono qualcuno che li convinse a togliere il disturbo immediatamente».C’è chi ipotizza che l’eventuale sceneggiata del 1969 – gli astronauti che saltellano, sotto riflettori (malamente collocati) che tentano di riprodurre la luce del sole – fosse un espediente per non rivelare il vero mezzo con cui gli uomini dell’Apollo 11 possano effettivamente aver raggiunto la Luna. «Nel Libro di Enoch – annota lo stesso Biglino – si racconta che gli esseri umani potevano essere “tirati su”, testualmente, dalle “divinità”». Quanto al nostro satellite naturale, Carpeoro invita a riflettere sul capolavoro musicale dei Pink Floyd, “The dark side of the Moon”: «Pensateci: perché fare un disco così, e per giunta con quella copertina? E poi: qualcuno lo conosce, il “lato oscuro della Luna”, che dalla Terra non si vede?». Altra allusione: è evidente la matrice iniziatica delle conoscenze “esclusive” manifestate dai Pink Floyd, in particolare dal grande Roger Waters.Tornando ai grembiulini, Carpeoro non ha dubbi: «Negli archivi di una certa massoneria ci sono prove, di questa presenza aliena: parlo della massoneria americana». E il nesso tra Ufo e massoneria italiana? «Il rapporto con l’argomento è molto corretto, e privo di compromessi», dice Carpeoro. «Noi abbiamo la fortuna di avere un riferimento, nella ricerca ufologica – Roberto Pinotti – che è un esempio di correttezza, trasparenza e rigore». Pinotti è un personaggio prestigioso, che ha collaborato anche con le autorità militari. Il suo pensiero è noto: i governi non ammetteranno mai di prendere ordini dagli alieni, perché la loro credibilità istituzionale crollerebbe. Storicamente, almeno in epoca contemporanea, il “patto” riguarderebbe innanzitutto gli americani: lo avrebbe sottoscritto nell’immediato dopoguerra il presidente Dwight Einsenhower, che avrebbe avuto contatti diretti con alcuni di loro: nel 2016 lo ha raccontato pubblicamente la pronipote, Laura Einsenhower. Ora sembra che sia scattato una specie di conto alla rovescia: sono in arrivo altre, clamorose ammissioni?Gli ufologi la chiamano “disclosure”, disvelamento, lasciando presagire un calendario in rapida evoluzione, verso imminenti annunci. L’ultimo lo ha firmato John Ratcliffe, capo della direzione nazionale dell’intelligence statunitense sotto Trump: preparatevi a tutto, ha detto qualche giorno fa, perché dal 1° giugno saranno visibili i documenti “declassificati” sugli avvistamenti Ufo, ora ribattezzati Uap, “unidentified aerial phenomena”. Extraterrestri: ne sanno qualcosa, i massoni? «Alcuni esponenti di importanti superlogge sovranazionali sostengono di essere in contatto con entità aliene», ha detto tempo fa Gioele Magaldi, troncando però subito il discorso: «Non intendo dire di più, per ora». Nel saggio “Massoni“, uscito per Chiarelettere nel 2014, Magaldi sostiene che l’intero potere mondiale sia “sovragestito” dalle Ur-Lodges, organismi massonici internazionali. Chi detiene le leve del pianeta, dunque, come potrebbe non maneggiare anche il dossier che riguarda gli alieni? Un altro massone, Gianfranco Carpeoro, dirigente del Movimento Roosevelt fondato da Magaldi, ora si spinge oltre: non solo gli extraterrestri sono tra noi, da sempre, ma interagiscono con l’umanità. E con una certa massoneria (americana) hanno addirittura stretto un accordo, a partire dal 1946.
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La Bibbia Nuda: dietro la nostra storia, una regia occulta
E’ perfettamente lecito domandarsi a chi mai possa importare, oggi, della eventuale veridicità del libro più famoso e più diffuso al mondo, la Bibbia. Un testo sacro, per i religiosi. Un insieme di codici simbolici, per gli esoteristi. Una collezione di fiabe, per gli atei. E se invece – al di là di come la si possa pensare, e nel pieno rispetto delle convinzioni di chiunque – quell’insieme di rotoli antichi contenesse indizi sull’origine della nostra possibile, vera storia? Per cercare una risposta, risulta utilissimo il metodo (pratico, lineare) adottato da Mauro Biglino, singolare figura del panorama culturale italiano. Prima, traduttore dell’Antico Testamento per le Edizioni San Paolo, e poi autore di 14 saggi che indagano tra le pieghe del testo biblico, riletto testualmente e senza filtri, teologici o sapienziali. Dopo oltre dieci anni di studi, la domanda resta invariata: e se la Bibbia riflettesse l’eco dell’origine della nostra specie, letteralmente “fabbricata” da individui non umani? E’ proprio questa, l’angolazione che – volendo – consente di passare, in modo verticale, dalla Genesi alla difficilissima attualità del momento presente, in cui l’umanità sembra in balia di forze ostili e smisuratamente potenti.Forse è utile fare un bel passo indietro, di almeno vent’anni. Per esempio: fino al 10 settembre 2001, era diffusa la sensazione di vivere nel migliore dei mondi possibili. Non esattamente un pianeta-capolavoro, politicamente parlando, ma distante anni luce da quello che sarebbe venuto dopo, a cominciare dall’alba del giorno seguente: due Boeing contro le Torri Gemelle di New York, senza che un solo jet militare – dopo il primo impatto – si fosse levato a presidiare quelli che erano considerati i cieli più sorvegliati del globo, così da scongiurare almeno la seconda, devastante collisione. Un’avvisaglia poco rassicurante la si era avuta due mesi prima, a Genova, in mezzo a strade e piazze improvvisamente preda della follia di una violenza insensata. Wayne Madsen, già dirigente della Nsa, disse che oltre duemila agenti avevano lavorato, per mesi, a “organizzare” la carneficina del G8 genovese, puntando sul caos scatenato dai misteriosi black bloc, in apparenza venuti dal nulla. Risultato: un temporale anomalo e capace di tramortire l’opinione pubblica, spingendo i giornali a parlare di “sospensione della democrazia”, prima ancora che la vicenda vivesse i suoi pesanti strascichi giudiziari.Solo dieci anni prima, si era aperta una stagione che aveva l’aria di essere straordinariamente promettente, per il pianeta. Mikhail Gorbaciov aveva “scongelato” l’Est Europa facendo cadere il Muro di Berlino: a colpi di spettacolari super-vertici con gli Usa, sembravano spalancarsi orizzonti impensabili. Certo, di lì a poco non erano mancati “incidenti”, anche gravissimi, dopo il golpe contro Gorbaciov e l’ascesa di Eltsin, che aprì le porte alla razzia dell’ex Urss. Esplose l’odioso bagno di sangue dell’ex Jugoslavia: la tragedia infinita della guerra civile balcanica, alle porte della civilissima Europa occidentale, finì per mettere in sordina l’opaco conflitto ceceno, mentre in Israele un estremista ebraico sparava alla schiena di Yitzhak Rabin, uccidendo l’uomo che aveva osato firmare una vera pace con i palestinesi. Pur nell’immane complessità dei focolai di morte, però, la situazione sembrava ancora affrontabile su scala regionale, con gli strumenti geopolitici della diplomazia, della politica estera, della pressione militare proporzionata. Poi, appunto, il mondo esplose: tutto insieme, e di colpo.Da allora, il pianeta non ha più smesso di esplodere: Afghanistan e Iraq, le rivoluzioni colorate e le primavere arabe, la brutale esecuzione di Gheddafi, la comparsa dell’Isis e il martirio della Siria, gli attentati stragistici in Europa. Che l’orizzonte si fosse subito richiuso, dopo la finestra di speranze alimentate dalla stagione di Gorbaciov, lo si era capito anche dal peso smisurato della globalizzazione neoliberista: il via libera a Wall Street grazie a Clinton, l’ingresso della Cina nel Wto, le delocalizzazioni spericolate, la sparizione della sicurezza sociale. Tutto vertiginosamente accelerato, in pochissimi anni: la fine dei diritti del lavoro e l’avvento del precariato come condizione permanente, i tagli devastanti al welfare e la demolizione della “mid class” occidentale, in Europa crollata sotto il peso dell’iper-fiscalità imposta dall’Eurozona. Fino ad arrivare alla tempesta perfetta degli spread, agli orrori della Grecia, al commissariamento di interi paesi. Paura e incertezza: la netta percezione di avere sempre meno benessere, meno diritti, meno democrazia, meno futuro.Ora siamo nell’era universale del virus, della pandemia tendenzialmente permanente, del distanziamento sociale obbligatorio, delle campagne vaccinali come unica soluzione (in assenza di terapie domiciliari precoci, che molti medici invece ritengono efficaci). Si sprecano le narrazioni distopiche amplificate dagli strateghi visionari di Davos, che disegnano una riconversione addirittura antropologica di un’umanità che parrebbe condannata a una sorta di sottomissione tecnocratica, psico-sanitaria, quasi zootecnica secondo i più pessimisti. A questo si è arrivati per gradi, mediante l’orchestrazione planetaria di una narrazione mediatica soverchiante, inarrestabile, che è riuscita a proporre come un’esperienza inevitabile la tragedia dell’emigrazione dai paesi poveri, nonché a ridurre a problema climatico lo scempio della Terra avvelenata, e persino a presentare le evoluzioni del clima come frutto esclusivo della cattiva condotta di un’umanità colpevole e incorreggibile.Inutile sperare che i grandi media illuminino davvero la grande notte: tra giornali e televisioni, è come se parlasse una sola voce, capace di spegnere (per la prima volta, nella storia) quella dello stesso presidente degli Stati Uniti, letteralmente espulso dal sistema e silenziato, trattato come un reietto, bruscamente cancellato dall’anagrafe mondiale. Un anno davvero fatale, il 2020: che ad aprile, tra le altre cose, si è portato via anche Giulietto Chiesa. Da grande giornalista, era stato tra i primi – con Seymour Hersh, Noam Chomsky, Gore Vidal – a puntare il dito contro il nuovo mostro orwelliano oggi dilagante, l’impero della disinformazione a reti unificate. In Italia, Giulietto Chiesa (con il saggio “La guerra infinita”, uscito nel 2002) era stato il primo in assoluto a dimostrare che la versione ufficiale sui fatti dell’11 Settembre era totalmente inattendibile. In parallelo, poco dopo, un regista come Massimo Mazzucco (trasformatosi in reporter) si vide trasmettere da Canale 5 in prima serata i suoi documentari critici sul crollo delle Twin Towers: lavori che mettevano in luce il carattere inverosimile delle spiegazioni governative.Da allora, la parola “complottismo” ha preso il volo, toccando vette impensabili fino a qualche anno prima. Brutta parola, in effetti: alla voce “complottismo” viene facilmente derubricata (e quindi liquidata, ridicolizzata) qualsiasi argomentazione che ipotizzi l’esistenza stessa di possibili complotti. Colpa anche dei cosiddetti complottisti: sicuri che ogni cospirazione abbia puntualmente successo, e che qualsiasi evento planetario sia sempre e solo frutto di macchinazioni oscure. E dunque: chi ha progettato davvero l’abbattimento delle Torri Gemelle? «Non sta a noi l’onere della prova», rispondevano prontamente Giulietto Chiesa e Massimo Mazzucco, certi che la loro funzione fosse quella (preziosissima) di verificare l’inconsistenza della versione ufficiale. E’ un problema di metodo, in fondo: limitarsi ad affermare solo quanto si è sicuri di poter davvero dimostrare, dati alla mano. Una questione di serietà, di trasparenza. Dire solo quello che si sa, parlare esclusivamente di ciò che si conosce: ed esibirne le prove, incontrovertibili.Grazie alla diffusione worldwide del web e dei social come fenomeno di massa, negli ultimi anni si è fatta strada un’editoria parallela, che tra mille incertezze è comunque riuscita a proporre una narrazione alternativa degli eventi, convalidata qua e là da voci sempre più autorevoli. All’orizzonte, alcuni importanti studiosi – in ogni campo, da quello storico a quello scientifico – prospettamo una sorta di riscrittura generale della storiografia, in gran parte basata su scoperte anche recenti, come quelle della geofisica (i maremoti che avrebbero ridisegnato la geografia del pianeta, 12.000 anni fa), senza contare l’ormai inarrestabile valanga di acquisizioni archeologiche: dalle città sommerse alle tracce di civiltà di gran lunga antecedenti, rispetto a quelle registrate nei libri scolastici. Il solo sito turco di Göbekli Tepe, per esempio, costringe a retrodatare di millenni la stessa introduzione dell’agricoltura.Chi siamo, davvero? Da dove veniamo? Risale ad appena qualche anno fa la scoperta, in Siberia, dell’Uomo di Denisova, altra “sorpresa” con cui la paleontogia ora si trova a fare i conti, senza avere risposte: se il darwinismo trasformato in dogma quasi religioso sta ormai franando, emergono tracce che sembrano alludere a svariati “esordi” della nostra specie, nei più disparati angoli del pianeta, senza che sia stato ancora trovato il famoso anello mancante, genetico, tra noi e le scimmie antropomorfe. Di questo, precisamente, parla la Genesi: se la si legge alla lettera, dice Mauro Biglino, si scopre che quel testo sembra esser stato scritto, non si sa neppure da chi, per raccontare l’origine di un ceppo particolarissimo dei nostri antenati. Per Biglino, il racconto biblico è chiarissimo: sono stati gli Elohim a innestare il loro Dna sugli ominidi che popolavano la Terra. Che poi l’espressione al plurale (”gli Elohim”) venga impropriamente tradotta al singolare con la parola “Dio”, in modo del tutto arbitrario, non è che la conferma di una manipolazione ricorrente, vecchia di millenni.Dall’Eden all’11 Settembre, certo, il salto è vertiginoso: ma in fondo, perché stupirsi delle manipolazioni di oggi, se la deformazione sistematica della narrazione ufficiale risale a oltre duemila anni fa? Biglino cita un padre della Chiesa, il vescovo Eusebio di Cesarea, il quale accredita gli studi del greco Filone di Byblos, che a sua volta riporta le scoperte del fenicio Sanchuniaton, vissuto nel 1200 avanti Cristo: in Egitto, il fenicio avrebbe scoperto le prove (scritte) della primissima manipolazione operata dalla casta sacerdotale egizia, che avrebbe trasformato in divinità metafisiche i personaggi che invece camminavano tra noi, proprio come gli dèi omerici, ai tempi della mitica Età dell’Oro. Si commenta da solo, il coraggio di Mauro Biglino, per dieci anni impegnato in una generosissima maratona infinita, tra centinaia di conferenze in tutta Italia. Unica bussola, la Bibbia: la fedeltà letterale a quel testo, rinuciando a fargli dire cose che non ha mai detto. Niente spiritualità, onniscienza, onnipotenza, eternità: vocaboli assenti, nozioni che nell’Antico Testamento non conosce. Sconvolgente? Sì, certo. Ma utile, oggi più che mai, per irrobustire domande importanti.Biglino – beninteso – non si nega certo la possibilità dell’esistenza del divino: si limita a registrare che nella Bibbia, semplicemente, non ve ne sia traccia. Quelle pagine, semmai, sono affollate di velivoli meccanici, oltre che di stragi efferate e di svariate “divinità” presenti in carne e ossa. Affascinante, se l’Antico Testamento lo si considera alla stregua di una sorta di libro di storia, pieno di echi provenienti da civiltà precedenti e, in molti passi, mutuato – quasi in fotocopia – dai testi dell’epopea sumerica. E’ questo, in fondo, lo sguardo che l’ultimo lavoro in uscita (”La Bibbia nuda”) offre, a chi è pronto ad affrontare un viaggio fatto di suggestioni, scoperte e interrogativi, sapendo mettere da parte per un attimo le proprie convinzioni consolidate. E non è solo un fatto culturale: in un recente saggio che Biglino ha scritto con la professoressa Lorena Forni dell’università Milano Bicocca, si scopre che sull’errata traduzione della Bibbia sono fondati alcuni presupposti-cardine del nostro patrimonio giuridico; il legislatore, cioè, si è basato su verità in apparenza presenti nell’Antico Testamento, ma in realtà smentite dalla corretta traduzione del testo.Nel panorama mondiale del 2021, con un’umanità letteralmente travolta dall’emergenza pandemica (e in parallelo, dalle soluzioni preconfezionate per un futuro non esattamente libero e felice), le pagine de “La Bibbia nuda” – in cui l’opera pluriennale di Biglino viene messa sistematicamente a confronto con gli scenari di oggi – concorrono ad arricchirre l’interessante bibliografia che si va componendo, anno dopo anno, in un periodo che sta vistosamente sfornando trasformazioni epocali, con risvolti anche molto spiazzanti. Risale all’autunno 2019 la storica ammissione della Us Navy: i nostri aerei si imbattono frequentemente in astronavi e dischi volanti. Un’affermazione confermata nella primavera 2020 dal Pentagono, e poi ulteriormente sviluppata dal generale Chaim Eshed, per decenni a capo della sicurezza areospaziale di Israele: da trent’anni, ha detto, noi terrestri collaborariamo stabilmente con entità non terrestri, raggruppate in una sorta di alleanza che chiamiamo Federazione Galattica.Fantascienza? Non più, a quanto pare. Ma in fondo è roba vecchia, dice Mauro Biglino, se sfogliamo pagine come quelle del Libro di Enoch: tra quei versetti non si parla che di decolli e atterraggi. Domanda persino ovvia: e se le pagine di Enoch, Ezechiele (e tante altre) non contenessero che resoconti, ante litteram, di incontri ravvicinatissimi con quelle che poi i sacerdoti avrebbero chiamato divinità? Tutto è possibile, parrebbe, a patto di tenere la mente aperta. Mauro Biglino peraltro non è un ufologo, né un teorico della paleoastronautica. Si mantiene rigorosamente nel perimetro del suo ruolo precipuo, quello di traduttore biblico. Dice: impariamo a rispettarla, la Bibbia, per quello che racconta davvero. E’ sincero, l’Antico Testamento? Non possiamo saperlo. Ma oggi sappiamo – grazie a Biglino, soprattutto – che quell’insieme di libri, ininterrottamente “corretti” fino all’età di Carlomagno, non dice affatto le cose che gli vengono attribuite. Ne afferma altre, e sono interessantissime: vogliamo deciderci a prenderle finalmente in considerazione? Anche perché, per inciso, sulla traduzione teologica della Bibbia (in troppi punti inesatta, quando non falsa) si è basato per secoli, o meglio per millenni, il governo di una parte considerevole del pianeta. Come dire: vietato stupirsi, se un giorno crollano torri e i media si affrettano a veicolare invenzioni e verità di comodo, che poi non reggono alla prova dei fatti.(Il libro: Giorgio Cattaneo, “Mauro Biglino. La Bibbia Nuda”, Tuthi, 342 pagine, 18 euro).E’ perfettamente lecito domandarsi a chi mai possa importare, oggi, della eventuale veridicità del libro più famoso e più diffuso al mondo, la Bibbia. Un testo sacro, per i religiosi. Un insieme di codici simbolici, per gli esoteristi. Una collezione di fiabe, per gli atei. E se invece – al di là di come la si possa pensare, e nel pieno rispetto delle convinzioni di chiunque – quell’insieme di rotoli antichi contenesse indizi sull’origine della nostra possibile, vera storia? Per cercare una risposta, risulta utilissimo il metodo (pratico, lineare) adottato da Mauro Biglino, singolare figura del panorama culturale italiano. Prima, traduttore dell’Antico Testamento per le Edizioni San Paolo, e poi autore di 14 saggi che indagano tra le pieghe del testo biblico, riletto testualmente e senza filtri, teologici o sapienziali. Dopo oltre dieci anni di studi, la domanda resta invariata: e se la Bibbia riflettesse l’eco dell’origine della nostra specie, letteralmente “fabbricata” da individui non umani? E’ proprio questa, l’angolazione che – volendo – consente di passare, in modo verticale, dalla Genesi alla difficilissima attualità del momento presente, in cui l’umanità sembra in balia di forze ostili e smisuratamente potenti.
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Biglino: la Bibbia (nuda) ci svela cosa ci sta accadendo
“Mauro Biglino. La Bibbia Nuda”: questo lavoro è nuovo, sotto diversi punti di vista. Nuovo, perché è appena uscito. Nuovo, perché è scritto con un giornalista, Giorgio Cattaneo, che segue il mio lavoro da parecchi anni. E’ un giornalista che, nella sua vita, ha vissuto molte esperienze: ha incontrato Gorbaciov e Benazir Bhutto, ha scritto opere teatrali, ha scritto la sceneggiatura di un film insieme a Gabriele Salvatores, ha collaborato con Giulietto Chiesa. E quindi ha un’esperienza, a livello di conoscenza di eventi politici e sociali internazionali, che gli ha consentito di inserire il mio lavoro all’interno di un quadro molto più generale. Ovviamente il libro l’abbiamo fatto assieme: e in queste pagine parlo anche di temi di cui non avevo mai scritto, prima. Quindi è un libro che può essere interessante per coloro che non hanno mai letto nulla, di me. Ma può essere interessante anche per chi, magari, qualche mio libro l’ha letto.E poi è nuovo, “La Bibbia Nuda”, anche perché – di fatto – rappresenta l’inizio di un inedito progetto di comunicazione, che andrà ben oltre i soliti confini, cioè i “recinti” dell’Italia, anche perché lo stanno già traducendo in inglese (sarà pronto per fine mese). La Bibbia “nuda”, perché spogliata di tutti quei paramenti che le mettono addosso per impedirci di capire che cosa veramente dice. Come ripeto spesso, conoscere la Bibbia ci serve per capire che costa sta succedendo, in questo momento, nel mondo: è un momento veramente importante, per l’umanità. Spesso, anche nel passato, si diceva che si stesse vivendo un momento importante. Oggi, per capirlo, basta guardarsi attorno e vedere quello che succede, sia a livello nazionale che internazionale, sul piano politico, su quello finanziario. E quindi diventa sempre più importante, capire che in che realtà viviamo.Non a caso, il giornalista ha inserito il mio lavoro all’interno di questa visione più generale, sia di carattere politico che sociologico, finanziario e culturale. Per questo, il libro rappresenta l’inizio di un nuovo progetto, al quale stiamo lavorando, con obiettivi precisi che porteremo avanti nel tempo. “E se ci fossimo sbagliati? Bella domanda: sbagliati su cosa? Su tutto: chi siamo, da dove veniamo. Ah, bene: robetta da niente. Capovolgere le proprie convinzioni, gettandole nella spazzatura? Cambiare idea praticamente su ogni cosa. Ribaltare la visione del mondo, dell’umanità, dell’avventura umana sulla Terra. Follia? Ma no: succede. E’ già successo, e succederà ancora. Prima o poi, deve succedere: perché a vincere, a quanto pare, è la natura umana, la nostra curiosità irriducibile”. Ecco: è proprio su questa curiosità, che noi dobbiamo fondare i nostri ragionamenti.(Mauro Biglino, estratto da video “Perché la Bibbia Nuda?”, pubblicato il 4 marzo 2021 sul canale YouTube di Biglino. Il libro presentato – Giorgio Cattaneo, “Mauro Biglino. La Bibbia Nuda”, 342 pagine, 18 euro – è prenotabile in anteprima, autografato, sul sito maurobiglino.it).“Mauro Biglino. La Bibbia Nuda”: questo lavoro è nuovo, sotto diversi punti di vista. Nuovo, perché è appena uscito. Nuovo, perché è scritto con un giornalista, Giorgio Cattaneo, che segue il mio lavoro da parecchi anni. E’ un giornalista che, nella sua vita, ha vissuto molte esperienze: ha incontrato Gorbaciov e Benazir Bhutto, ha scritto opere teatrali, ha scritto la sceneggiatura di un film insieme a Gabriele Salvatores, ha collaborato con Giulietto Chiesa. E quindi ha un’esperienza, a livello di conoscenza di eventi politici e sociali internazionali, che gli ha consentito di inserire il mio lavoro all’interno di un quadro molto più generale. Ovviamente il libro l’abbiamo fatto assieme: e in queste pagine parlo anche di temi di cui non avevo mai scritto, prima. Quindi è un libro che può essere interessante per coloro che non hanno mai letto nulla, di me. Ma può essere interessante anche per chi, magari, qualche mio libro l’ha letto.
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Eshed, Israele e alieni. Biglino: pure i teologi parlano di Ufo
Qualcuno si stupisce, che il generale Haim Eshed, già a capo del programma spaziale israeliano, abbia parlato della collaborazione con gli alieni? A prescindere da come si possano valutare le affermazioni del professor Eshed, Mauro Biglino – autore di 14 saggi sull’analisi della Bibbia partendo dalla sua rilettura letterale – ricorda anche il famoso “brief” in cui la Cia avrebbe relazionato Reagan sui contatti con extraterrestri. Quello che invece sorprende, sottolinea Biglino in un video pubblicato il 12 dicembre, è la posizione di molti teologi, su questo tema. Il reverendo Barry Downing, pastore presbiteriano laureato anche in fisica, non ha dubbi: «Scrive che la religione mosaica è stata fondata dagli Elohim, che non sono “Dio”: sono invididui in carne e ossa, che – dice – viaggiavano su macchine volanti». Scrive Downing: «Mi sembra strano, che gli insegnanti della religione cristiana ignorino la presenza degli Ufo», presenti a suo dire anche nella Bibbia. «I leader religiosi come possono ignorare tutto questo?». Secondo lui, gli Elohim sono ancora qui e ci stanno controllando: e questa convinzione – sottolinea Biglino – è perfettamente in linea con l’ipotesi di intelligenze superiori e dominanti: un’élite nascosta, che starebbe controllando l’umanità.Da Hans Küng in giù, sintetizza Biglino, sono tanti i teologi cattolici che credono nell’esistenza di intelligenze superiori, provenienti da mondi non terrestri. Uno di loro, il professor Armin Kreiner, docente di teologia all’università di Monaco di Baviera, ha condotto un’analisi molto penetrante dei rapporti tra ufologia e Chiesa. «Chi è convinto che un uomo crocifisso sia ritornato in vita dopo tre giorni – scrive Kreiner – non dovrebbe storcere il naso troppo velocemente, a proposito di uomini che credono negli Ufo e negli extraterrestri, o che sono convinti di averli incontrati». Ovviamente non esistono certezze, ammette il teologo: ma se ignorassimo il tema delle intelligenze extraterrestri – sostiene – allora dovremmo anche “archiviare” «l’intero complesso delle questioni teologiche, poiché effettivamente noi non sappiamo se Dio esista». Lo stesso Kreiner riconosce che la la funzione dei «miti religiosi» è quella di «diffondere un’aura di soprannaturale, per conferire un’origine e un’autorità sovrumana». Offrire una prospettiva di salvezza, redenzione e immortalità: «Essenzialmente è questa, la funzione dei miti e delle religioni tradizionali, a cui si ricollegano direttamente anche le religioni degli Ufo».Non sorprende, aggiunge Kreiner, che i messaggi delle religioni degli Ufo siano sfaccettati e contraddittori. «In questo, le religioni tradizionali dell’umanità non sono diverse: anche i loro messaggi si contraddicono reciprocamente». Per il teologo tedesco, «c’è un punto assolutamente decisivo, su cui la fede cristiana e quella negli Ufo sono sulla stessa barca». Ovvero: «Entrambe dipendono dall’affidabilità di testimoni oculari». Afferma Kreiner: valutare come inaffidabili i racconti sugli Ufo e invece affidabili quelli su Gesù «significa adottare due pesi e due misure». Se invece il problema lo si osserva in modo imparziale, aggiunge, si deve ammettere che «l’esistenza di rapimenti da parte di Ufo è un dato meglio testimoniato, rispetto ad ogni altro evento storico a cui la tradizione cristiana (o anche di altre religioni) può richiamarsi». Escludere gli Ufo, quindi, vorrebbe dire «essere ciechi da un occhio». Biglino conferma che la Bibbia è affollata di oggetti volanti. «Si possono intuire tante cose – dice – se si fa finta che che i testi antichi raccontino eventi realmente accaduti».«Se invece si dice gli autori antichi scrivevano in codice (”quando scrivevano una cosa, in realtà ne volevano dire un’altra”), o si arriva a sostenere che i testi antichi sarebbero solo favole, allora – aggiunge Biglino – ci si priva della possibilità di capire: cioè di individuare il filo rosso che collega tutto, nella storia del controllo della conoscenza». A proposito di “Great Reset”, lo stesso Biglino ricorda le recenti denunce di monsignor Carlo Maria Viganò nonché l’espressione “Grande Opera”, con la quale secondo Paolo Rumor (autore de “L’altra Europa”) un’élite occulta – in campo da almeno 12.000 anni – intenderebbe il controllo dell’evoluzione dell’umanità, mediante l’influenza delle società segrete di cui parlò lo stesso Rudolf Steiner. La teoria del controllo “zootecnico” non è certo di oggi, aggiunge Biglino, citando il vescovo Eusebio di Cesarea (Padre della Chiesa) che attraverso il greco Filone di Byblos rivaluta gli scritti del sacerdote fenicio Sanchuniaton, vissuto nel 1.200 avanti Cristo: «Già nell’antichità si sottolinea come le antiche caste sacerdotali tenessero nascoste le conoscenze reali coprendole con l’allegoria, la metafora e la simbologia, e inventando la categoria del mistero, per tenere i popoli all’oscuro delle verità che potrebbero mettere in discussione tutto».Eusebio scrive che Sanchuniaton «riconosce come divinità non il Dio supremo né degli dei celesti», bensì «semplici individui mortali, maschi e femmine, non di costumi talmente incorrotti da dover essere accolti per la loro virtù o imitati per la loro saggezza, ma ricolmi di malvagità di perversioni di ogni genere». Nei suoi testi, Biglino ha sottolineato molti tratti non entusiasmanti della figura biblica di Yahweh: un leader che appare dispotico e violento, pronto allo sterminio. Si parla di bambine da riservare al “dio”, che fa sacrificare i primogeniti e mercifica la vita degli uomini di cui si considerava “proprietario”. Da un lato, riassume Biglino, «i testi antichi non portano alla possibilità di elaborare il concetto di un Dio spirituale». In compenso, tendiamo ancora a rifiutare come un tabù l’eventuale ingerenza aliena di cui ha appena parlato anche il generale israeliano Eshed. Ma cosa ne pensano, i teologi, della “domiciliazione” del Dio spirituale nelle cosiddette Sacre Scritture? Nel 2016, Biglino ha avuto un appassionante confronto con importanti esponenti religiosi. «Non è possibile parlare di una evidenza, rispetto alle nostre conoscenze su Dio: il credere in Dio sarebbe un assioma», ha detto Ariel Di Porto, rabbino capo della Comunità Ebraica di Torino.«Non posso dimostrare la fonte certa della conoscenza; ma se volete, c’è la fiducia che in quelle scritture sia risuonata veramente la voce di Dio», ha aggiunto l’insigne biblista valdese Daniele Garrone: «Non c’è nulla di divino, in quel libro». Alludendo ai cattolici, definiti «i miei cugini fondamentalisti», Garrone ha affermato: «Pensano di rendere un servizio a Dio divinizzando le Scritture», e invece «fanno una idolatria della carta». Netta anche la chiosa di Ermis Segatti, teologo universitario cattolico: «Bisogna togliere la certezza su Dio: perché, se noi avessimo certezza di Dio, Dio non sarebbe (saremmo noi)». Nel suo ultimo video, Biglino chiama in causa anche il professor Luigi Moraldi: un grande esegeta, citato dagli esperti. Nell’edizione dei manoscritti di Qumran (Utet), Moraldi menziona i rumorosi Cherubini che si muovono nella “dimora di Dio” e nei suoi “accampamenti”. Cherubini che poi cessano di emettere rumore e brezza, quando si posano e smettono di “funzionare”. In quelle pagine si parla anche di “carri celesti”. E in una nota, Moraldi dice che al capitolo 24 del Libro Ebraico di Enoch si parla di ben 23 specie di “carri divini”. «Io faccio finta che i testi antichi abbiano un fondo di verità», ribadisce Biglino. «Quello di Enoch non è un libro canonico per i cattolici romani, ma lo è per i cristiani copti: se fossimo copti, quindi, dovremmo credere che nella dimora del capo degli Elohim ci sono 23 tipi diversi di “carri”».“Carri celesti” e accampamenti di Dio? «Qualcuno dirà: ma il Libro di Enoch è un testo apocrifo». Niente paura: analoghe conferme vengono dai testi canonici. Nel capitolo 32 della Genesi, Giacobbe e Labano giurano di rispettare i reciproci confini. E si dice che la tutela del giuramento è garantita da un lato dagli Elohim di Abramo, e dall’altro dagli Elohim di Nahor («altro ramo della famiglia di Abramo, rimasto in Mesopotamia»). A Giacobbe si fanno incontro “gli angeli degli Elohim”, cioè in ebraico i Malachim: i portaordini, i guatrdiani, i controllori. «Giacobbe, al vederli, esclamò: questo è l’accampamento degli Elohim! E chiamò quel luogo Machanaim», che significa “due accampamenti”. Il più impottante commentatore ebreo di tutti i tempi, Rashi – continua Biglino – dice che in quel punto Giacobbe vide i due accampamenti che tutelavano lo stesso confine dalle due parti. «Si può essere più chiari di così?». Dalle esternazioni del genarale Eshed al leggendario “brief” della Cia con Reagan, rieccoci a parlare del ruolo degli alieni nelle nostre vicende: «Se per caso fosse vero, sarebbe totalmente in linea con la Bibbia», ribadisce Biglino. «Se leggiamo quei testi con mente aperta, dobbiamo sempre aspettarci delle entusiasmanti sorprese».Qualcuno si stupisce, che il generale Haim Eshed, già a capo del programma spaziale israeliano, abbia parlato della collaborazione con gli alieni? A prescindere da come si possano valutare le affermazioni del professor Eshed, Mauro Biglino – autore di 14 saggi sull’analisi della Bibbia partendo dalla sua rilettura letterale – ricorda anche il famoso “brief” in cui la Cia avrebbe relazionato Reagan sui contatti con extraterrestri. Quello che invece sorprende, sottolinea Biglino in un video pubblicato il 12 dicembre, è la posizione di molti teologi, su questo tema. Il reverendo Barry Downing, pastore presbiteriano laureato anche in fisica, non ha dubbi: «Scrive che la religione mosaica è stata fondata dagli Elohim, che non sono “Dio”: sono invididui in carne e ossa, che – dice – viaggiavano su macchine volanti». Scrive Downing: «Mi sembra strano, che gli insegnanti della religione cristiana ignorino la presenza degli Ufo», presenti a suo dire anche nella Bibbia. «I leader religiosi come possono ignorare tutto questo?». Secondo lui, gli Elohim sono ancora qui e ci stanno controllando: e questa convinzione – sottolinea Biglino – è perfettamente in linea con l’ipotesi di intelligenze superiori e dominanti: un’élite nascosta, che starebbe controllando l’umanità.
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Icke, Viganò, Great Reset. Biglino: complottista è la Bibbia
Cosa sta succedendo, se un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò oggi si esprime negli stessi termini in cui anni fa si esprimeva nientemeno che l’inglese David Icke, considerato il decano del complottismo contemporaneo? Se lo domanda Mauro Biglino, popolare autore di bestseller basati sulla rilettura testuale, in lingua ebraica, dell’Antico Testamento. La risposta? I cosiddetti complottisti possono forse considerarsi in buona compagnia: è proprio la Bibbia, infatti, a prefigurare in modo esplicito il sistema di dominio basato sul controllo socio-economico assoluto, esercitato dal potere finanziario, oggi accusato – secondo Icke, ma anche Viganò – di manipolare la crisi sanitaria del Covid allo scopo di realizzare il “Great Reset”, il crollo pilotato dell’economia, per ottenere la sottomissione dell’umanità, spaventata a morte con la minaccia della pandemia. In un video sul suo canale YouTube, il cui testo riportiamo integralmente, Biglino ricorda che è lo stesso Talmud a ricordare l’importanza capitale della dominazione monetaria illustrata nella Torah. La ricetta? Prestare denaro a interesse, per soggiogare popoli e nazioni.Normalmente non mi piace entrare nei fatti di cronaca e di attualità. Ritengo che possa essere più saggio aspettare che le cose di raffreddino, perché parlare a caldo significa rischiare di dire delle stupidaggini. Oggi però stiamo vivendo una situazione che ha generato in me una serie di considerazioni che ho piacere di condividere, perché riguardano il tema di cui mi occupo, che – come dico da molti anni – è strettamente legato all’attualità. A volte, capire il passato ci aiuta a capire il presente, e questa è una di quelle situazioni in cui questa affermazione, a mio avviso, è validissima. Comincio col leggervi alcuni passi di una lettera, in cui sono contenute delle affermazioni molto pesanti. Per il momento non vi dico ancora chi l’ha scritta, anche se magari molti di voi lo capiranno. Si parla di «quest’ora in cui le sorti del mondo intero sono minacciate da una cospirazione globale». Si legge: «Vediamo i capi delle nazioni e i leader religiosi assecondare questo suicidio della cultura occidentale, mentre ai cittadini sono negati i diritti fondamentali, in nome di un’emergenza sanitaria che sempre più si rivela come strumentale all’instaurazione di una disumana tirannide senza volto».«Un piano globale, denominato Great Reset, è in via di realizzazione. Ne è artefice un’élite che vuole sottomettere l’umanità intera, imponendo misure coercitive con cui limitare drasticamente le libertà delle persone e dei popoli». Vi dico subito che Great Reset non è un termine inventato dal redattore di questa lettera, ma si trova già in un documento pubblicato dall’Onu nel 2015, dove è contenuta un’analisi della situazione della popolazione mondiale, e una serie di proposte. Non a caso, quel documento è conosciuto come Agenda 2030: siamo nel ‘20, quindi le date corrisponderebbero. «Scopo del Great Reset è l’imposizione di una dittatura sanitaria finalizzata all’imposizione di misure liberticide, nascoste dietro allettanti promesse di assicurare un reddito universale e di cancellare il debito dei singoli. Prezzo di queste concessioni del Fondo Monetario Internazionale» (altra istituzione che ha usato il termine Great Reset) «dovrebbe essere la rinuncia alla proprietà privata e l’adesione ad un programma di vaccinazione Covid-19 e Covid-21 promosso da Bill Gates con la collaborazione dei principali gruppi farmaceutici».«Al di là degli enormi interessi economici che muovono i promotori del Great Reset, l’imposizione della vaccinazione si accompagnerà all’obbligo di un passaporto sanitario e di un ID digitale, con il conseguente tracciamento dei contatti di tutta la popolazione mondiale. Chi non accetterà di sottoporsi a queste misure verrà confinato in campi di detenzione o agli arresti domiciliari, e gli verranno confiscati tutti i beni». Ancora: «Questa crisi serve per rendere irreversibile, nelle intenzioni dei suoi artefici, il ricorso degli Stati al Great Reset, dando il colpo di grazia a un mondo di cui si vuole cancellare completamente l’esistenza e lo stesso ricordo». E più avanti: «Come ormai è evidente – e qui l’autore si riferisce direttamente al Papa - colui che occupa la Sede di Pietro, fin dall’inizio ha tradito il proprio ruolo, per difendere e promuovere l’ideologia globalista, assecondando l’agenda della Deep Church, che lo ha scelto dal suo grembo».Poi l’estensore fa un cenno alle elezioni negli Stati Uniti, e scrive che c’è il rischio che venga eletto un personaggio che «farà agli Stati Uniti ciò che Jorge Mario Bergoglio sta facendo alla Chiesa, il primo ministro Conte all’Italia, il presidente Macron alla Francia, il primo ministro Sanchez alla Spagna, e via dicendo». Poi però l’autore formula una speranza, che anzi per lui è una certezza: dice che, siccome «l’avversario non sa amare, e non comprende che non basta assicurare un reddito universale o cancellare i mutui per soggiogare le masse e convincerle a farsi marchiare come capi di bestiame», questo disegno non si realizzerà. Difatti, dice: questo popolo «sta comprendendo di non esser disposto a barattare la propria libertà con l’omologazione e la cancellazione della propria identità». Aggiunge: «Questo Great Reset è destinato a fallire perché chi lo ha pianificato non capisce che ci sono persone ancora disposte a scendere nelle strade per difendere i propri diritti», e quindi «l’inumanità livellatrice del progetto mondialista si infrangerà miseramente dinanzi all’opposizione ferma e coraggiosa dei figli della Luce».Ora, questa lettera non è stata scritta da uno dei tanti complottisti, ma da un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò, arcivescovo titolare di Ulpiana e già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America. Viganò aveva iniziato a creare problemi all’interno della gerarchia, perché già ai tempi di Benedetto XVI aveva messo il dito nella piaga della pedofilia. Poi ha proseguito con Bergoglio, tant’è che è stato promosso per essere allontanato (il vecchio sistema del “promoveatur ut amoveatur”), dopodiché è stato, per così dire, “pensionato” in modo forzato. Ho sottolineato il fatto che questa lettera non è stata scritta da un complottista, perché in realtà contiene tutta una serie di concetti che erano già chiaramente espressi nel 2009, data dell’edizione italiana di “Cospirazione globale”, di David Icke, che è considerato un po’ il padre del complottismo mondiale. Ebbene, ci sono tutta una serie di concetti che si corrispondono: possono essere sovrapposti.Monsignor Viganò parla di questo accordo tra Bill Gates e i principali gruppi farmaceutici? Parlando di Big Pharma, David Icke diceva che «le industrie farmaceutiche delle bio-tecnologie non sono altro che il Male legalizzato». Monsignor Viganò presenta questa situazione come la guerra tra i “Figli del Bene” e i “Figli del Male”. «E ancora una volta le modalità sono le stesse», prosegue David Icke: «Queste corporazioni – in realtà si tratta di un’unica corporazione, al singolare – sono controllate dalla stessa forza che controlla i governi, e fondamentalmente ottengono qualunque cosa vogliano, relativamente alle leggi (o alla mancanza di leggi)». Cioè, anche qui si si fa riferimento a queste leggi liberticide. E poi, ancora: quando monsignor Viganò parla del coraggio di chi saprà resistere, David Icke dice: «La paura è il primo strumento di controllo, e smettere di aver paura significa disarmare chi ci manipola».Di riferimenti e parallelismi, tra Icke e Viganò, ce ne sono a decine. Colpisce l’accostamento tra due personaggi apparentemente così lontani: un alto prelato del Vaticano e un giornalista che si occupa di tutt’altro. Ma la cosa non si ferma qui, perché Viganò aggiunge: «Il nemico ha dalla sua parte Satana, che non sa che odiare. Noi abbiamo dalla nostra parte il Signore Onnipotente, il Dio degli eserciti schierati in battaglia». Questo è lo Yahweh Tsebaoth, il “Dio degli eserciti” dell’Antico Testamento. Ora, c’è una cosa che sappiamo tutti. Il vero potere che governa l’intero pianeta Terra, tiene soggiogati i popoli e tiene sotto scacco i governi è il potere finanziario, basato sul sistema del debito-credito. Con questo sistema, chi ha in mano le leve tiene il cappio al collo ad ogni forma di governo. Sappiamo che i nostri politici sono sostanzialmente degli esecutori, chiunque essi siano. E quindi questo sistema è addirittura indifferente alle varie forme di governo: chi ha in mano le leve del potere finanziario non si preoccupa se a governare una nazione è una dittatura oppure, facciamo per dire, la più realizzata delle democrazie.Ciò che interessa è che chi governa, comunque, non decida di uscire da quel sistema: perché, se decide di uscire, viene durissimamente colpito. Dittatore o governo democratico, deve stare dentro il sistema finanziario che tiene sotto scacco il pianeta. Per fortuna, dice Viganò, noi abbiamo dalla nostra parte Yahweh, il Dio biblico. Ma cosa dice, la Bibbia, a questo proposito? In Esodo, 22 si parla proprio del sistema del debito e del credito: «Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, al povero che è con te, non ti comporterai con lui da usuraio. Non gli imporrete alcun interesse». Cioè, dice Yahweh al suo popolo, agli israeliti: se vi prestate denaro tra di voi, non chiedete interesse. Poi però dà indicazione diverse, per quanto riguarda gli stranieri. La Bibbia cita anche i Giubilei, che avvenivano al termine di ogni ciclo di 7 anni o di 50 anni, per cui bisognava rimettere i debiti. Il Deuteronomio (capitolo 15, versetto 2) illustra le norme che riguardano la remissione dei debiti: «Ogni creditore rimetta quanto ha prestato al suo prossimo», e per “prossimo” la Bibbia intende il tuo vicino, l’appartenente al tuo stesso clan. «Non lo riscuota né dal suo prossimo né dal suo fratello, quando sia proclamato l’anno della remissione per il Signore. Tu potrai esigere il tuo credito dallo straniero, ma al tuo fratello condonerai quanto deve nei tuoi confronti».Quindi qui c’è una distinzione netta: tra di voi vi prestate denaro senza interesse, e al settimo anno rimetterete i debiti agli appartenenti allo stesso clan tribale, mentre il debito può essere riscosso dallo straniero. E l’affermazione successiva è ancora più importante e più pesante: «Quando il Signore tuo Dio» (in ebraico c’è: “Quando Yahweh, Elohim tuo”) ti avrà benedetto come ti ha promesso, tu farai prestito a molte nazioni, ma tu non chiederai nulla in prestito; dominerai molte nazioni, ma su di te esse non domineranno». Qui viene quindi introdotto il concetto di una élite che dovrà dominare su tutte le altre nazioni. E lo farà attraverso il sistema finanziario, cioè quello del debito-credito. Sempre in Deuteronomio, al capitolo 23, si ripete: «Non esigerai alcun interesse da tuo fratello, né per i prestiti di denaro, né per prestiti di viveri, né per qualsiasi cosa che si presta a interesse. Dallo straniero potrai esigere un interesse, ma non dal tuo fratello».Queste erano leggi precise, anche molto dure. Tant’è che in un volume, dove si analizzano le istituzioni dell’Antico Testamento, l’autore scrive: «L’evoluzione economica e l’esempio dell’estero condussero frequentemente alla violazione di queste leggi», in Israele (cioè: in sostanza, prestavano a interesse anche tra di loro), «e questa è una delle colpe per le quali Gerusalemme è condannata. La situazione non migliorò, dopo l’esilio, e Neemia mostra il popolo oberato di debiti. Il prestito a interesse, a tassi che ci sembrano di usura, era praticato dai giudei di Elefantina. Secondo le fonti rabbiniche, lo stesso Tempio di Gerusalemme prestava a interesse. E la parabola di Matteo, 25 e il passo di Luca, 19 suppongono che l’usanza fosse corrente e ammessa». Cioè: era lo stesso “demanio”, la sede del potere, a esercitare questo prestito a interesse, venendo meno a quelle che erano le disposizioni di Yahweh. Quindi, questo è un sistema che nella Bibbia è descritto con molta chiarezza.Nel Libro dei Proverbi si ricorda una distinzione netta, che noi abbiamo ben chiara, e che proprio questa crisi di cui parla la lettera di Viganò sta rendendo ancora più evidente: «Il ricco domina sui debitori, e il debitore è schiavo del creditore». Questa è una frase chiarissima. Se collegata a quelle precedenti, dove viene detto “tu non ti farai prestare denaro dalle nazioni, ma presterai denaro alle nazioni”, e la colleghiamo a questa, «il ricco domina sui debitori, e il debitore è schiavo del creditore», noi comprendiamo molto bene il sistema che ci governa. Quindi, io non so se possiamo formulare la speranza che ha espresso monsignor Viganò, quando dice che dalla nostra parte c’è «il Signore Onnipotente», cioè il “Dio degli eserciti” biblico, perché in realtà è proprio il biblico “Dio degli eserciti” che ha espresso e che ha chiaramente descritto questa formula di governo e di controllo, questa modalità per tenere sotto scacco i popoli e le nazioni.Questa cosa era talmente importante che anche nel Talmud, nel Trattato sulle Berakhot, in un passo in cui si sta parlando dei rapporti tra maestro e discepolo, si dice: «Abbiamo infatti studiato, in una Mishnah, che Rabbi Ishmael dice: “Chi vuole diventare saggio si occupi delle leggi monetarie, poiché non c’è materia più grande, nella Torah, essendo esse simili a una sorgente da cui sgorga l’acqua”». Ora, la Torah è il succo dell’Antico Testamento: è la legge. Quindi, se fare questi discorsi significa essere complottisti, allora dobbiamo dire che siamo in ottima compagnia: perché ad essere ad essere complottisti, per primi, sono stati proprio gli autori biblici. Perché, stando a quel che c’è scritto nel Talmud, lo studiare le materie monetarie è, appunto, «la materia più grande, nella Torah». Allora: apriamo gli occhi, vediamo che cosa ci succede attorno; cerchiamo di capire bene e facciamoci le nostre idee, ma documentandoci a 360 gradi.(Mauro Biglino, estratto testuale dal video “Great Reset già nella Bibbia?”, pubblicato il 1° novembre 2020 sul canale YouTube “Il vero Mauro Biglino”).Cosa sta succedendo, se un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò oggi si esprime negli stessi termini in cui anni fa si esprimeva nientemeno che l’inglese David Icke, considerato il decano del complottismo contemporaneo? Se lo domanda Mauro Biglino, popolare autore di bestseller basati sulla rilettura testuale, in lingua ebraica, dell’Antico Testamento. La risposta? I cosiddetti complottisti possono forse considerarsi in buona compagnia: è proprio la Bibbia, infatti, a prefigurare in modo esplicito il sistema di dominio basato sul controllo socio-economico assoluto, esercitato dal potere finanziario, oggi accusato – secondo Icke, ma anche Viganò – di manipolare la crisi sanitaria del Covid allo scopo di realizzare il “Great Reset”, il crollo pilotato dell’economia, per ottenere la sottomissione dell’umanità, spaventata a morte con la minaccia della pandemia. In un video sul suo canale YouTube, il cui testo riportiamo integralmente, Biglino precisa che è lo stesso Talmud a ricordare l’importanza capitale della dominazione monetaria illustrata nella Torah. La ricetta? Prestare denaro a interesse solo all’esterno del proprio clan, per soggiogare popoli e nazioni.
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Teotihuacan: un ‘circuito elettronico’ costruito 2000 anni fa
Visto dall’alto, sembra la copia perfetta di un moderno circuito elettronico, come quelli che fanno funzionare i computer. Solo che, al posto dei chip, sorgono piramidi. E l’asse principale attorno a cui si snoda il “circuito” non è in silicio, ma in pietra: è il Viale dei Morti. Stiamo parlando di Teotihuacan, uno dei maggiori misteri su cui l’archeologia contemporanea si interroga, senza trovare risposte precise. Il centro – enorme – sorge a 35 miglia da Città del Messico. Apparteneva a una antica civiltà, particolarmente evoluta, di cui conosciamo ancora poco. Lo ricorda Mauro Biglino, in un appunto pubblicato sul sito di UnoEditori. «Con i suoi grandiosi templi a piramide, Teotihuacan era una delle più grandi città del mondo antico: al suo apice, si calcola che ospitasse oltre 130.000 abitanti». Vivevano in edifici a più piani, capaci di accogliere diversi nuclei familiari. Tanto per cambiare, gli edifici hanno un orientamento stellare: sembrano riprodurre gli astri che compongono la Cintura di Orione. Chi fondò quel monumentale centro urbano? E poi: come si spiega la presenza di un minerale come la mica, che all’epoca poteva essere estratto – secondo gli studiosi – solo da miniere presenti in Brasile, a tremila miglia di distanza?La città fu abitata fino al VII-VIII secolo dopo Cristo, riassume Biglino, notissimo al pubblico per i suoi bestseller che propongono una rivalutazione realistica dell’antichità, basata sulla rilettura letterale della Bibbia. Depurato dalle interpretazioni tradizionali (teologiche e simbologiche), il vasto corpus testuale dell’Antico Testamento – in lingua ebraica – sembra rivelare essenzialmente la comparsa sulla Terra di individui misteriosi, che la Bibbia chiama Elohim, che avrebbero dato origine all’homo sapiens mediante clonazione, ibridando il loro Dna con quello dei primitivi ominidi. La materia è controversa, come la stessa teoria della paleostranutica. Per contro, saggi come “Scoperte archeologiche non autorizzate”, di Marco Pizzuti, testimoniano l’imbarazzo dell’archeologia ufficiale di fronte a rinvenimenti non spiegabili sulla base delle conoscenze accettate. Da parte sua, Biglino si limita a segnalare che l’interpretazione teologica della Bibbia è basata su traduzioni erronee, e il più delle volte deliberatamente inesatte, con termini letteralmente “inventati” per accreditare la tesi secondo cui l’Antico Testamento comproverebbe l’esistenza di un’entità trascendente, di cui nel testo però non esiste la minima traccia.Nel caso in cui la Bibbia («che non parla di Dio», assicura Biglino) fosse consonante con altri analoghi racconti coevi, come quelli sumeri, che descrivono la calata dal cielo di esseri superiori, potenti e tecnologicamente avanzati, vale la pena soffermarsi su un enigma come quello di Teotihuacan: da dove venivano le consoscenze evolutissime che, duemila anni fa, permisero la costruzione di un simile capolavoro? A colpire, innanzitutto, è il suo nome, di origine azteca. Diversi i possibili significati, secondo gli archeologi: “luogo dove vengono creati gli dei”, oppure “luogo dove nascono gli dei”, o anche “luogo di coloro che hanno la via degli dei”. All’apice del suo prestigio, tra i 150 e il 450 dopo Cristo, Teotihuacan arrivò ad essere uno dei più grandi centri urbani delle Americhe precolombiane. Purtroppo non si hanno notizie certe: né sulla sua fondazione, né sui suoi originari costruttori. «Nonostante le maestose evidenze archeologiche, sappiamo ben poco molto: Teotihuacan è ancora avvolta nel mistero», scrive Biglino. «Quel che è certo, però, è che questo popolo doveva possedere approfondite conoscenze di astronomia, architettura e urbanistica».Lo dimostra l’imponenza degli edifici che corredano il sito archeologico: «La Piramide del Sole è il secondo edificio a struttura piramidale più grande delle Americhe, inferiore solo alla Piramide di Cholula». La piramide fu costruita in due fasi. La prima parte fu edificata verso il 100 dopo Cristo; la seconda fase, risalente all’inizio del III secolo, portò il sito alle dimensioni finali che conosciamo oggi (225 metri di lato e 75 di altezza), facendone la terza piramide più grande del mondo, anche se ben più bassa della Grande Piramide di Cheope a Giza (146 metri). «Terminata la struttura, i costruttori dipinsero murales dai brillanti colori, rappresentanti giaguari, stelle, serpenti a sonagli e altri simboli della cosmologia mesoamericana». Teotihuacan, aggiunge Biglino, fu un importante centro religioso: il culto praticato era molto simile a quelli di altre civiltà centroamericane (Aztechi, Zapotechi e Maya). Si adoravano il Serpente Piumato e Chaac, il dio della pioggia. E come in altre culture contigue, si praticavano sacrifici umani.A impressionare gli studiosi è la progettazione di Teotihuacan: «Induce a pensare che i costruttori fossero a conoscenza non solo delle necessarie tecniche architettoniche, ma anche di scienze matematiche e astronomiche». I ricercatori, inoltre, hanno trovato numerose e notevoli somiglianze con le grandi piramidi d’Egitto: «In entrambi i casi la disposizione delle piramidi pare riprodurre l’allineamento delle stelle che compongono la “cintura” della costellazione di Orione». La stessa disposizione geografica è un ottimo esempio di pianificazione urbana, sottolinea Biglino: «L’orientamento degli edifici segue un criterio simbolico. Il reticolato urbano è allineato con precisione a 15,5° nord-est, mentre il Viale dei Morti sembra puntare verso il Cerro Gordo, che a sua volta si trova a nord della Piramide della Luna. Gli elementi strutturali fondamentali sono il grande viale centrale (il Viale dei Morti, appunto) sui cui lati sorgono la grande Piramide del Sole, la Piramide della Luna, diverse piattaforme e la cosiddetta Cittadella, che comprende il Tempio del Serpente Piumato».E non è tutto, perché l’aspetto più sorprendente di Teotihuacan – scrive ancora Biglino – è dato dalla straordinaria somiglianza tra la disposizione dell’intero complesso e i moderni chip dei processori dei computer: «Un vero e proprio circuito, che può essere identificato come tale solo vedendolo dall’alto». Domanda inevitabile: «Il posizionamento rispondeva forse a precise esigenze funzionali?». In altre parole: più che di religione, è il caso di parlare di tecnologia? O di una “religione tecnologica” antichissima, di cui sono perse le tracce nella notte dei tempi? «Siamo naturalmente nel mondo delle ipotesi», precisa Biglino, a scanso di equivoci. Certo, le domande tuttora senza risposta sono davvero moltissime. Una di queste, ad esempio, sorge di fronte alla scoperta del largo uso della mica, minerale che è incorporato in numerose strutture e che si trova in giacimenti brasiliani, a migliaia di chilometri di distanza. Attenzione: nel sito di Teotihuacan, la mica è presente in tutti gli edifici, nei complessi residenziali, nei templi e lungo le strade. «Il suo utilizzo, però – spiega Biglino – non aveva motivi estetici». Quindi, conclude lo studioso, «è probabile che questo minerale avesse altre funzioni ben precise». Torna in mente, per forza, la pianta di Teotihuacan vista dall’alto: è davvero la copia perfetta di un circuito elettronico.Visto dall’alto, sembra la copia perfetta di un moderno circuito elettronico, come quelli che fanno funzionare i computer. Solo che, al posto dei chip, sorgono piramidi. E l’asse principale attorno a cui si snoda il “circuito” non è in silicio, ma in pietra: è il Viale dei Morti. Stiamo parlando di Teotihuacan, uno dei maggiori misteri su cui l’archeologia contemporanea si interroga, senza trovare risposte precise. Il centro – enorme – sorge a 35 miglia da Città del Messico. Apparteneva a una antica civiltà, particolarmente evoluta, di cui conosciamo ancora poco. Lo ricorda Mauro Biglino, in un appunto pubblicato sul sito di UnoEditori. «Con i suoi grandiosi templi a piramide, Teotihuacan era una delle più grandi città del mondo antico: al suo apice, si calcola che ospitasse oltre 130.000 abitanti». Vivevano in edifici a più piani, capaci di accogliere diversi nuclei familiari. Tanto per cambiare, gli edifici hanno un orientamento stellare: sembrano riprodurre gli astri che compongono la Cintura di Orione. Chi fondò quel monumentale centro urbano? E poi: come si spiega la presenza di un minerale come la mica, che all’epoca poteva essere estratto – secondo gli studiosi – solo da miniere presenti in Brasile, a tremila miglia di distanza?