Archivio del Tag ‘Emergency’
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Moni Ovadia: Emergency, volto umano dell’Occidente
Da quando ho incontrato Gino Strada sono sempre stato al suo fianco e mi considero parte della famiglia di Emergency. A questa Ong è stata tesa una trappola vile: ricorda quando i nazisti si sparavano addosso per giustificare l’invasione della Polonia. Ci tengo a mostrare tutto il mio affetto per lo staff di Emergency e per Gino, un uomo pronto a varcare il confine dell’Afghanistan su un mulo, rischiando l’infarto, pur di raggiungere i suoi ammalati.
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Italia offesa dall’Afghanistan, il governo protesta
Finalmente il governo italiano si muove per difendere Emergency: una lettera del premier Silvio Berlusconi sarà recapitata il 14 aprile al presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, insieme ad un “messaggio personale” del ministro degli esteri, Franco Frattini. «È ora che chi di dovere si dia una mossa», incalza Gino Strada da SkyTg24. «L’Italia ha tutti i mezzi per poter dire semplicemente “consegnateci i nostri tre connazionali subito e in ottime condizioni”». L’arresto è «una manovra politica» per screditare Emergency, manovra «molto offensiva per il nostro paese».
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Lilin: conosco l’orrore, per questo stimo Emergency
Desidero unirmi al messaggio di solidarietà per ciò che sta accadendo a Emergency in Afghanistan. Da ex militare conosco la situazione di guerra e so quanto è importante l’impegno di chi fa volontariato nei territori coinvolti da un conflitto armato. Da cittadino italiano sono orgoglioso che proprio dalla mia nazione sia partito il progetto Emergency, e sono contento che nel corso degli anni, grazie all’impegno profuso da parte dei volontari, Emergency si sia guadagnata la reputazione di un’organizzazione seria, importante per l’umanità, un’organizzazione che attraverso i suoi impegni porta valori democratici nei posti difficili, colpiti da guerre, crisi umanitarie, dittature.
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Genna: Gino Strada è il nuovo capo di Al-Qaeda
Stavo giusto mettendo su Facebook e il mio blog un pezzo per dare la notizia che Gino Strada è il nuovo capo di al-Qaeda. Mi sembra che ormai manchi solo questo tassello per chiudere questa vicenda grottesca. Ho seguito la conferenza stampa di Strada e sono d’accordo con lui, specie quando parla di guerra preventiva nei confronti di Emergency. Si è deciso di portare avanti un’aggressione per silenziare questa organizzazione, che è un testimone molto scomodo.
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Emergency fa paura: smaschera i signori della guerra
Centodiecimila firme raccolte in poche ore e una manifestazione nazionale, a Roma, sabato 17 aprile (piazza Navona, ore 14.30). L’opinione pubblica italiana si mobilita in difesa di Emergency, la Ong di Gino Strada finita sotto attacco: accusati di terrorismo e arrestati dai servizi segreti afghani tre volontari dell’ospedale di Lashkargah nell’Helmand, regione dove i talebani hanno il sopravvento e dove le forze Nato potrebbero prepararsi a un’offensiva sanguinosa. Da qui la tentazione di volersi sbarazzare in anticipo di testimoni più volte rivelatisi scomodi, come i coraggiosi volontari italiani, il cui prestigio internazionale si sta ora tentando di compromettere, con insinuazioni ridicole.
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Il generale Mini: trappola per la Ong più scomoda
Non ci sarebbe nulla di strano che un medico di Emergency si facesse dare mezzo milione di dollari per aiutare dei terroristi. Con quello che li paga l’organizzazione, il compenso varrebbe il rischio della pelle. Semmai di strano c’è che quella cifra viene offerta a uno straniero da chi non dà alcun valore alla vita e in un posto dove la vita non ha obiettivamente alcun valore. I dubbi aumentano se si considera che una tale fortuna viene offerta al medico per portare un paio di scatoloni nel suo ospedale e lasciarli in bella vista in modo che vengano subito trovati: sembra più una operazione da “governatori” e servizi segreti che da terroristi.
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Gino Strada: guerra preventiva contro il nostro ospedale
«Questo è un attacco all’ospedale, sono allibito. Un atto di guerra preventiva, magari in previsione di una nuova offensiva militare nel territorio, nel quale siamo rimasti gli unici, scomodi, testimoni». Così Gino Strada reagisce alla notizia dello strano arresto dei tre volontari di Emergency «sequestrati» il 10 aprile dai servizi segreti Afghani e dalle forze Nato mentre lavoravano all’ospedale di Lashkargah. Testimoni scomodi: «Non ci sono altri ospedali in Helmand e non ci sono giornalisti», rileva “PeaceReporter”: in quel paese senza legge, dominato dal narco-traffico, i medici volontari di Emergency sono un pericolo per i signori della droga e per quelli della guerra.
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Vergogna Afghanistan: giù le mani da Emergency
«Giù le mani da Emergency». Fortissime reazioni nell’opinione pubblica italiana all’arresto in Afghanistan di tre operatori della Ong «indipendente e neutrale» fondata da Gino e Teresa Strada, che dal 1999 a oggi ha curato gratuitamente oltre due milioni e mezzo di feriti afghani nei suoi centri sanitari d’emergenza: tre ospedali, un centro-maternità e 28 posti di primo soccorso. «Ridicola e grottesca», secondo Strada, l’accusa di terrorismo costata l’arresto il 10 aprile all’infermiere Matteo Dell’Aria, al chirurgo Marco Garatti e al dirigente logistico Matteo Pagani, volontari all’ospedale di Lashkargah.
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Emergency: l’atroce guerra dei bimbi amputati
Non sorridono più Najib e Naqib, due fratellini di 5 e 7 anni ricoverati all’ospedale di Emergency di Lashkargah. Le infermiere li coccolano e il giovane papà, Abdul Wali, li copre di baci e carezze. Ma a loro sembra non fare effetto. Sono arrivati qui sabato sera dalla base militare britannica di Camp Bastion: il più grande con il piede sinistro maciullato e una brutta ferita al braccio destro, il più piccolo con decine di schegge infilzate ovunque. Tutti e due ancora sotto shock per il dolore, lo spavento e il trauma di aver visto morire, davanti ai loro occhi, i due loro fratelli poco più grandi, Sadiq e Asrat, di 8 e 9 anni. Colpa di un razzo americano
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Afghanistan, la guerra contro i bambini: vergogna
Vergogna. E’ quella che proviamo tutti qui all’ospedale di “Emergency” a Lashkargah, Afghanistan, dopo l’inizio dell’ennesima ‘grande operazione militare’, che ogni volta è la più grande… Un profondo senso di vergogna per quello che la guerra, qualsiasi guerra, fa. Distruzione, morti, feriti. Sangue, pezzi di carne umana. Urla feroci e disperate. Non fa altro. Ma qualcuno ancora pensa che sia un buon modo per esportare ‘pace e democrazia’. In effetti la pace la stavano portando anche a Said Rahman, noto ‘insurgent’ della zona, ma quella eterna però. Si è beccato un proiettile in pieno petto, di mattina presto, mentre era in giardino.
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Sciopero stranieri, adesioni Facebook al 1° marzo in giallo
Sarà una manifestazione in giallo: è quello il colore scelto per la prima “giornata senza migranti”, in programma in Italia per il 1° marzo 2010, in risposta alla francese “Journée sans immigrés: 24h sans nous”. Un centinaio di persone ha partecipato a Milano alla presentazione del “Primo Marzo 2010 – Sciopero degli stranieri”: ispirata e gemellata con l’omologa manifestazione ideata a Parigi, la giornata italiana senza stranieri si propone di far capire cosa succederebbe «se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno».
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Moni Ovadia: diritti, le battaglie civili che ci attendono
«Papà, cos’è la felicità?», chiedevano le figlie a Karl Marx. E lui rispondeva: «Felicità per me è lottare». Con questo aneddoto Moni Ovadia, poliedrico artista col merito di aver portato nel nostro Paese la cultura klezmer, invita gli italiani a reagire allo squallore del panorama politico italiano: «E’ catastrofico, difficile immaginare qualcosa di peggio. La democrazia italiana è bloccata, c’è un’eccessiva concentrazione di potere nelle mani di una sola persona». Finché questa situazione perdura, non ci sono vie d’uscita.