Archivio del Tag ‘immunità’
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Zelenko, medico dei Vip: vaccini, inutile strage annunciata
Il mio team ha curato con successo 6.000 pazienti. Ho formato centinaia di medici, che ora stanno addestrando i loro studenti. Nel complesso abbiamo curato milioni di persone. Il presidente Trump è stato mio paziente, così come Rudy Giuliani e il rabbino Chaim Kanievsky. Sono stati miei pazienti lo stesso Yaakov Litzman, fino a pochi mesi fa ministro della sanità di Israele, e il presidente brasiliano Bolsonaro. Secondo il mio approccio, l’essenziale è tenere le persone fuori dagli ospedali. Riguardo ai minori, l’unica ragione per il trattamento nei loro confronti è credere nel sacrificio dei bambini: si vogliono fare esperimenti su di essi? Ogni terapia va sempre valutata da tre punti di vista. E’ sicura? Funziona? Serve? Ci dev’essere bisogno di impiegarla: una necessità medica. In base alle statistiche ufficiali sui minori di 18 anni, il tasso di sopravvivenza al Covid è del 99,99%. Guariscono da soli, senza alcuna cura.Il virus dell’influenza invece è più pericoloso, per i bambini. Secondo il Cdc, 100 bambini (ogni milione) morirebbero a causa del vaccino. E io sento che il loro numero sarebbe significativamente più alto. Dunque, se hai una fascia demografica che non corre alcun rischio, per una determinata malattia, perché mai dovresti inocularle un’iniezione tossica e mortale? I due paesi al mondo col maggior numero di vaccinati sono Israele (85%) e le Seychelles (oltre l’80%). Entrambi i paesi stanno vivendo un focolaio della “variante Delta”. Domanda: se hai vaccinato la maggior parte della popolazione, perché hai ancora un focolaio? E poi: perché dovresti fare anche una terza dose, con la stessa roba che non ha funzionato nelle prime due? Veniamo ora al problema della sicurezza, che è il vero guaio. Ci sono tre livelli di conseguenze che dobbiamo considerare: acute (se si verificano entro tre mesi dall’iniezione), sub-acute o a lungo termine. Il rischio numero uno dell’iniezione sono i coaguli di sangue.Tutto quello che dico è documentato. Non credetemi sulla parola: verificate. Secondo il Salk Institute, quando una persona riceve l’inoculo di questa “cosa”, il corpo diventa una fabbrica di Spike: produce trilioni di Spike, che migrano verso l’endotelio (il rivestimento interno dei vasi sanguigni). Sono delle piccole “spine” all’interno del sistema vascolare. E quando il sangue le attraversa, si danneggiano e causano coaguli. Se questo accade nel cuore si verifica un infarto, se avviene nel cervello si verifica un ictus. La prima causa di morte nel breve periodo, come vediamo, è quella dei coaguli di sangue. Nella maggior parte dei casi (40%) questo accade nei primi 3-4 giorni dopo questa iniezione tossica mortale. L’altro è il problema che sta causando miocardite o un’infiammazione nel cuore dei bambini e dei giovani adulti. Il terzo problema è il più inquietante: il “New England Journal of Medicine” registra un alto tasso di aborti spontanei nel primo trimestre, da parte di gestanti sottoposte all’iniezione.Altra causa di morte per conseguenze sub-acute: lo si è visto vaccinando animali e vedendone poi morire un’alta percentuale. A ucciderli sono gli stessi anticorpi sviluppati tramite l’iniezione. Il femomeno si chiama Ade (potenziamento anticorpale) oppure “priming patogeno”, o anche “potenziamento immunitario paradossale”. Uno può dire: ma gli animali (morti dopo l’inoculo) non erano esseri umani, noi siamo diversi. D’accordo, ma i relativi studi non sono stati svolti: siete voi “lo studio”, ora. L’amministratore delegato di Pfizer ha detto che Israele è il più grande laboratorio al mondo. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina per la scoperta dell’Hiv, ha detto che questo è il più grande rischio, per l’uomo: il più grande pericolo di genocidio nella storia dell’umanità. E il rischio di una reazione Ade nel lungo termine non è stato affatto escluso. Quindi, la mia domanda è: perché dovrei vaccinare qualcuno con una sostanza potenzialmente distruttiva, letale, senza prima aver escluso quel rischio?La terza componente sono proprio le conseguenze a lungo termine. Ci sono prove certe: quell’inoculo influisce sulla fertilità, danneggia la funzione ovarica, riduce il numero degli spermatozoi. Inoltre, aumenta sicuramente la quantità di malattie autoimmuni. E chissà di quanto ridurrà la durata della vita. Riviste scientifiche scrivono che aumenti anche il rischio di contrarre il cancro. Quindi, comunque lo si guardi – in un contesto acuto, sub-acuto o a lungo termine – è un disastro. Secondo me, poi, l’attuale governo israeliano è la “reincarnazione” di Joseph Mengele: hanno effettuato una sperimentazione umana sulla loro stessa gente. Io ho ricevuto minacce di morte quotidiane, ho messo a repentaglio la mia vita e a mia carriera, le mie finanze, la mia reputazione e ormai anche la mia famiglia. Tutto, solo per dirvi quello che sto facendo.Riassumo: non c’è alcuna necessità di questo vaccino. Non ce n’è bisogno per nessuno. Non parlo solo dei bambini: nel 99,95% dei casi, i giovani adulti (dai 18 ai 45 anni) hanno la possibilità di affrontare al meglio la malattia. Questo lo ammette lo stesso Cdc. Chi ha contratto il Covid e quindi ha sviluppato gli anticorpi, ha acquisito un’immunità naturale che è un miliardo di volte più efficace di quella indotta artificialmente attraverso il vaccino. Quindi, perché mai inocularmi anticorpi inferiori o pericolosi quando ho già anticorpi sani? E la popolazione esposta ad alto rischio, che avrebbe un tasso di mortalità del 7,5%? Ebbene: i miei dati sono “peer-revieewed”, e sono diventati la base di altri 200 studi. Hanno tutti confermato le mie osservazioni. Ovvero: se curi le persone entro il giusto lasso di tempo, riduci la mortalità dell’85%. Quindi, su 600.000 americani colpiti dal morbo, avremmo potuto evitare loro di finire in 510.000 all’ospedale, magari a morire.Presentai queste mie osservazioni direttamente al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: le consegnai nelle sue mani nell’aprile 2020, informando anche ogni singolo membro del ministero della salute, in Israele. Quindi, domando: se per gli anziani “fragili” posso ridurre il tasso di mortalità dal 7,5 a meno dello 0,5%, perché dovrei usare un’iniezione tossica e letale, che per giunta non funziona e che ha terribili effetti collaterali? Se tutti, sul pianeta, dovessero ammalarsi di Covid, e se non venissero curati, a livello globale il tasso di mortalità sarebbe inferiore allo 0,5% (morirebbero 35 milioni di persone). Se invece seguissimo i consigli di alcuni leader globali, e dicessimo – come ha fatto Bill Gates – che devono essere vaccinate 7 miliardi di persone, allora morirebbero oltre 2 miliardi di persone. Quindi, svegliamoci. Questa è la Terza Guerra Mondiale. E’ un livello di malvagità che non avevamo mai visto, probabilmente, nell’intera storia dell’umanità. Io sto vedendo la paura spingere le persone a fare cose completamente irrazionali, senza senso. Queste persone arrivano a sacrificare i propri figli.(Vladimir Zelenko, estratti da un video rimosso da YouTube alcuni mesi fa, ora riproposto su “Rumble”. Il dottor Zelenko, ebreo ortodosso attivo negli Usa e stimato a livello internazionale, è stato tra i primi al mondo a proporre un efficace protocollo terapeutico per contrastare agevolmente la sindrome Covid).Il mio team ha curato con successo 6.000 pazienti. Ho formato centinaia di medici, che ora stanno addestrando i loro studenti. Nel complesso abbiamo curato milioni di persone. Il presidente Trump è stato mio paziente, così come Rudy Giuliani e il rabbino Chaim Kanievsky. Sono stati miei pazienti lo stesso Yaakov Litzman, fino a pochi mesi fa ministro della sanità di Israele, e il presidente brasiliano Bolsonaro. Secondo il mio approccio, l’essenziale è tenere le persone fuori dagli ospedali. Riguardo ai minori, l’unica ragione per il trattamento nei loro confronti è credere nel sacrificio dei bambini: si vogliono fare esperimenti su di essi? Ogni terapia va sempre valutata da tre punti di vista. E’ sicura? Funziona? Serve? Ci dev’essere bisogno di impiegarla: una necessità medica. In base alle statistiche ufficiali sui minori di 18 anni, il tasso di sopravvivenza al Covid è del 99,99%. Guariscono da soli, senza alcuna cura.
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Bugie sul Covid: perché anche Draghi è imperdonabile
Mario Draghi ha già ampiamente fallito, nella sua ipotetica missione (salvare il paese da se stesso), se è vero che – dopo mesi, ormai – continua a non contrastare la Madre di tutte le Menzogne, ovvero la quasi-incurabilità del Covid. Il vero scandalo nazionale non sta tanto nei dati truccati sull’intera emergenza, nel piano pandemico invecchiato e comunque ignorato, nelle terapie ospedaliere tragicamente errate anche grazie ai divieto criminale di eseguire le autopsie, durante l’esplosione del fenomeno nella primavera 2020. Il vero sconcio non è neppure nella sorda repressione del cittadino, oppresso dai lockdown e dalle zone rosse, umiliato dal coprifuoco, colpito nella sua dignità di lavoratore, censurato se appena osa protestare, e magari ridotto sul lastrico dalla follia delirante delle Regioni “colorate” sulla base di indicatori ridicoli come l’indice Rt, misurati con strumenti altrettanto ridicoli come i test Pcr eseguiti con tamponi inattendibili in partenza e il più delle volte manipolati, aumentando a dismisura i “cicli di amplificazione” del materiale biologico estratto dal naso e dalla faringe.Lo scandalo non è nemmeno il tragico corollario italico rappresentato dal business degli sciacalli, le epiche “creste” sulle forniture (mascherine e ventilatori, banchi a rotelle, materiale sanitario). Il lato più vergognoso di tutta questa vicenda non è neppure rappresentato dall’abnorme business di Big Pharma alla voce vaccini, e più ancora (dieci volte tanto, si calcola) alla voce tamponi. E’ certo scandalosa l’esecuzione di Tso per zittire chi protesta, è scandalosa l’adozione di decreti che violano la Costituzione (quelli inerenti il coprifuoco, respinti da magistrati insieme alle sanzioni comminate per prescrizioni altrettanto illegali, come l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto). E’ rivoltante che i media abbiano mentito ininterrottamente, per oltre un anno, sull’intera vicenda Covid, ed è altrettanto disgustoso il silenzio del governo di fronte alla brutale censura subita da “ByoBlu”, il mezzo di informazione indipendente più seguito dagli italiani, “espulso” da YouTube (che evidentemente abusa dello spazio pubblico che gli è concesso, calpestando norme e diritti).In attesa che una sorta di Processo di Norimberga possa un giorno portare finalmente alla sbarra registi, esecutori e complici di questa strage, una cosa Mario Draghi la doveva fare, da subito: promuovere le terapie domiciliari per il Covid, che funzionano e dimostrano che la patologia è curabilissima. Non farlo, per far credere che sia il vaccino l’unica via d’uscita, significa causare in modo indiretto anche la morte di molti pazienti, tuttora abbandonati a se stessi, con un protocollo che – dopo oltre un anno – ancora parla di “vigilante attesa e Tachipirina”. I preparati genici in distibuzione, impropriamente chiamati vaccini, sono farmaci ancora sperimentali, sulla cui innocuità a medio-lungo termine sono le stesse aziende produttrici a non pronunciarsi. Farmaci che, inoltre, non garantiscono né la completa immunità dal Covid, né che la persona vaccinata non sia più contagiosa. Nonostante questo, Mario Draghi ha obbligato il personale sanitario – violando la Costituzione – a subire una sorta di Tso con farmaci ancora sperimentali.Soprattutto, Draghi non ha finora osato dire la verità: e cioè che, se lo si curasse a casa con terapie tempestive, il Covid cesserebbe di essere un problema. E questo è sinceramente imperdonabile: una macchia indelebile, per un soggetto che ha lasciato credere di voler rigenerare la governance occidentale, italiana ed europea. Se davvero si vuole ristabilire la verità, archiviando la barbarie dell’austerity, non è possibile – oggi – mettere tra parentesi il dramma che ha trasformato la sanità in una tragedia nazionale, sulla base di menzogne di cui si sta finalmente occupando la magistratura. Non è possibile, cioè, non dire la verità agli italiani: non spiegare che il Covid non richiede l’ospedalizzazione, e lasciare che l’Ordine dei Medici prenda provvedimenti contro i sanitari che invece – ora supportati anche dal Senato – pretendono che sia impostato un protocollo di cure domiciliari tale, da solo, di azzerare i numeri dell’emergenza.Non si può prescindere dalla verità, se davvero si intende risanare una comunità nazionale. Uscire dall’ipnosi richiede coraggio, e Mario Draghi non l’ha avuto. Tanto per cambiare, a pagarne le conseguenze sono gli italiani: tuttora disinformati e rassegnati a rincorrere il miraggio di un “vaccino genico” che rappresenta un’incognita per salute, e nella migliore delle ipotesi – a detta di molti medici – sarà completamente inutile. Illustri clinici come Pietro Luigi Garavelli (primario a Novara) ricordano – citando Albert Sabin – quanto sia demenziale, condurre una campagna vaccinale mentre l’epidemia è ancora in corso. E i firmatari della Dichiarazione di Great Barrington, tra i più eminenti epidemiologi del mondo (già in prima linea contro l’Ebola) dicono che si è sbagliato tutto: occorreva “lasciar correre” il virus, aiutandolo a “spegnersi” velocemente, limitandosi a isolare e proteggere in modo selettivo solo gli anziani e i malati. Sarebbe stata una rivoluzione, certo: osteggiata dai poteri mondiali che hanno imposto il terrorismo del Covid. Attrezzare il paese per garantire cure precoci a domicilio, invece, non sarebbe stato uno sforzo eroico: era il minimo sindacale, e Mario Draghi – come Conte – ha mancato al suo dovere di sincerità. Quale rigenerazione ci si potrà mai aspettare, sulla base di questi presupposti?Mario Draghi ha già ampiamente fallito, nella sua ipotetica missione (salvare il paese da se stesso), se è vero che – dopo mesi, ormai – continua a non contrastare la Madre di tutte le Menzogne, ovvero la quasi-incurabilità del Covid. Il vero scandalo nazionale non sta tanto nei dati truccati sull’intera emergenza, nel piano pandemico invecchiato e comunque ignorato, nelle terapie ospedaliere tragicamente errate anche grazie al divieto criminale di eseguire le autopsie, durante l’esplosione del fenomeno nella primavera 2020. Il vero sconcio non è neppure nella sorda repressione del cittadino, oppresso dai lockdown e dalle zone rosse, umiliato dal coprifuoco, colpito nella sua dignità di lavoratore, censurato se appena osa protestare, e magari ridotto sul lastrico dalla follia delirante delle Regioni “colorate” sulla base di indicatori ridicoli come l’indice Rt, misurati con strumenti altrettanto ridicoli come i test Pcr eseguiti con tamponi inattendibili in partenza e il più delle volte manipolati, aumentando a dismisura i “cicli di amplificazione” del materiale biologico estratto dal naso e dalla faringe.
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Bacco: la “vigile attesa” uccide, e i vaccini sono inutili
Tra gli errori ormai accertati, nella gestione dell’emergenza Covid, c’è il fatto di non aver svolto le autopsie: questo è stato sicuramente la causa di migliaia di morti, cosa che ha “sporcato le mani” di molti medici, che – in maniera del tutto involontaria – in quel momento, purtroppo, stavano uccidendo le persone che pensavano di curare. E ancora continuiamo a essere causa della morte di molte persone, quasi uno sterminio, con la prassi della “vigile attesa” e la somministrazione della sola Tachipirina, in questo caso inutile e addirittura controproducente. Non capisco la permanenza di Speranza come ministro della sanità: nella “più grande tragedia per emergenza sanitaria che l’uomo abbia mai affrontato negli ultimi 200 anni” (così ce la presentano) continuiamo ad avere un ministro che ha fatto diversi errori – le autospie negate, le terapie sbagliate – ma soprattutto un ministro che non capisce nulla, di medicina. Mai come in questo momento, forse, sarebbe stato corretto avere, in quel ruolo, un medico che avesse anche una certa apertura mentale.Io ho studiato tanti anni, in America, proprio occupandomi dei virus Rna. Come tutti i virus influenzali, gli Rna hanno un’incredibile capacità di sviluppare mutazioni con una velocità enorme. Puoi difenderti impedendo che il virus entri nella stanza dove vivi. Ma una volta entrato, si infettano tutti: non c’è possibilità di evitarlo, e la medicina dice che non c’è alternativa all’immunità di gregge. Da ministro della salute, al posto di Speranza io avrei assolutamente isolato i soggetti deboli (malati oncologici, anziani in età molto avanzata), proteggendoli con vere mascherine, non quelle che fanno indossare a noi. E avrei fatto proliferare il virus, permettendogli di circolare tra tutti gli altri soggetti. Dovete infatti sapere che l’unica immunità vera è quella naturale. La proteina che ci stanno inoculando con le vaccinazioni è solo una piccola parte del virus: tant’è vero che, chi si è vaccinato all’inizio, tra poco si potrà re-infettare (perché il virus, nel frattempo, è mutato). Chi invece si è infettato con il virus ha permesso al suo sistema immunitario di conoscere tutti gli aspetti di questo virus.Faccio un esempio: la variante giapponese ha l’80% della sua struttura che è completamente diversa da quella del virus che abbiamo avuto noi. Ma chi si è infettato, in Italia, è immune anche da quella variante, perché comunque il 20% della struttura virale è comune. Chi invece ha fatto il vaccino non ha quel 20%, e quindi – sostanzialmente – è come se il vaccino non l’avesse mai fatto. Sono quindi a favore dell’immunizzazione naturale, anche perché – non dimentichiamolo mai – il Covid è curabilissimo. La malattia va rispettata, come tutte le patologie, ma si cura: ormai abbiamo una terapia perfetta. Come associazione (”L’Eretico”) noi oggi stiamo curando 600 persone, in casa, senza ospedalizzare nessuno. Ma non abbiamo fatto niente di eccezionale: basta utilizzare i farmaci giusti. Quindi, il Covid si cura. Però, mettiamocelo in testa: noi dobbiamo comunque immunizzarci. Se stiamo chiusi in casa per mesi, non risolviamo niente: il virus rimane lì, mica scompare. Anzi, nel frattempo muta: e quindi troveremo un virus ulteriormente diverso.Allora: o ci infettiamo tutti, e quindi ci immunizziamo, oppure saremo dei vaccinati cronici. Dovremo fare richiami continui su tutte le mutazioni: arriveremo a 4-5 vaccini l’anno. Chi mai potrebbe desiderare una situazone simile, a parte ovviamente le aziende farmaceutiche?Ripeto, l’immunizzazione naturale possiamo affrontarla con tranquilità, perché ormai per il Covid abbiamo profilassi e terapie: idrossiclorochina, antibiotici, antinfiammatori ed eparina, e in alcuni casi anche il cortisone. Questi farmaci sono alla base della guarigione dal Covid: e vi assicuro che, se li si usa, non muore nessuno. L’essenziale è che la terapia venga iniziata subito. Il problema più grande, semmai, è il vero e proprio decadimento fisico, che ormai si è diffuso: siamo tutti invecchiati, parzialmente ingrassati e demuscolarizzati. Questo significa che nei prossimi anni avremo tantissime patologie del metabolismo, oltre alle patologie psichiatriche che già ci stanno inondando.I dati ufficiali, come quelli del Bambin Gesù e di tante altre strutture, ci parlano di patologie depressive e sindromi depressivo-maniacali, ormai all’ordine del giorno. Abbiamo una impennata delle vendite di psicofarmaci e calmanti, come lo Xanax. E’ una cosa che pagheremo a caro prezzo. Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici, a “Radio anch’io” ha appena detto una cosa verissima: ha ammesso che, oggi, tra le diagnosi di cancro, 6 su 10 rivelano tumori ormai in fase avanzata, perché sono saltati completamente gli screening di prevenzione. E questo è devastante: anche per il servizio sanitario nazionale, oltre che ovviamente per i malati oncologici. Non facciamo più prevenzione, e da un anno e mezzo non investiamo più nella ricerca sul cancro. Una diagnosi qualsiasi – di melanoma, o di cancro al colon o al pancreas – se fatta con 20 giorni di ritardo può equivalere a una condanna a morte. E questo i medici lo sanno, lo ha ammesso lo stesso presidente nazionale: per colpa del Covid, i meccanismi di sicurezza sanitaria sono saltati.Il coordinatore nazionale degli screening sul tumore al colon, che è uno dei nostri maggiori killer, ha detto che 54 persone su 100, oggi, non fanno più i controlli al colon. E’ un dato devastante: un disastro che pagheremo a carissimo prezzo. Bisognerebbe quantomeno smettere di aggravare la situazione: quasi sempre, nel caso del Covid, il rimedio è stato peggiore del male. Curando e guarendo centinaia di pazienti Covid, ci siamo anche accorti che a volte la patologia ha dei colpi di coda. In 8 casi su 10, intanto, il virus è completamente asintomatico. Quando invece è sintomatico, può accadere che dia la sensazione che si sia superata la fase patologica: alcuni sintomi (perdita dell’olfatto e del gusto, tosse, leggero calo dell’ossigenazione) possono persistere. Una volta entrato nel corpo – come dimostrato dalle autopsie – il virus può creare fenomeni trombotici. Le polmoniti però non sono legate direttamente al virus, ma al fatto che il soggetto infettato “presta il fianco” a dei batteri. Quindi non si può dire che la polmonite sia per forza di origine virale.L’elemento veramente decisivo è invece la tempestività. L’unica cosa da evitare è proprio la “vigile attesa” che le autorità ancora raccomandano ai medici di famiglia, che nel frattempo in questa storia sono praticamente scomparsi (non visitano più, non fanno più diagnosi a distanza). Infatti, i pochi che continuano a fare il loro mestiere – in scienza e coscienza – fanno notizia, occupano le cronache. Dunque, in caso di Covid: tempestività. Altra cosa: evitare la Tachipirina, che prima non era mai stata somministata, in caso di infezioni virali, proprio perché diminuisce il glutatione, che è uno dei più forti antiossidanti che noi abbiamo. I miei pazienti Covid, io li guarisco con l’ibuprofene due volte al giorno, l’azitromicina due volte al giorno e l’eparina alla sera, insistendo con gli antinfiammatori per alcuni giorni, proprio per evitare il possibile protrarsi di certi sintomi fastidiosi.Questa è la terapia. La “vigile attesa”, proprio no: nella storia della medicina, non s’era mai visto che a un paziente venisse detto “aspettiamo che stai proprio male, e poi iniziamo a curati”. La “vigile attesa” è da fuori di testa: perché sappiamo che questo virus, quando si manifesta a livello sintomatico, il più delle volte ha già infettato il corpo da qualche giorno. Tra i nostri pazienti c’è stato anche chi è stato molto male, certo. Ma ripeto: tutti i soggetti curati con il nostro protocollo hanno sempre avuto un restituzione integrale di se stessi. Sono tornati in forze, esattamente com’erano prima. Il nostro protocollo è liberamente accessibile, sul sito de “L’Eretico”: chiunque può valutarlo, consulandosi con il proprio medico.Quanto ai vaccini, ribadisco la mia contrarietà. Ne abbiamo due – Pzifer e Moderna – che agiscono sull’mRna. Cioè: inseriamo nell’organismo l’Rna-messaggero, che penetra nel citoplasma della cellula e viene poi replicato (quindi non inseriamo il virus, ma ce lo “produciamo” dall’interno). Gli altri vaccini invece sono a Dna, e quindi vanno direttamente nel nucleo cellulare (AstraZeneca, Sputnik e Johnson & Johnson). I vettori vaccinali sono leggermente diversi, ma tutti e 5 adottano lo stesso meccanismo: penetrano all’interno della cosa più intima che abbiamo, la cellula, e lì “lavorano”. E’ la prima volta, nella storia dell’uomo, che succede una cosa del genere. Finora, la terapia genica l’avevamo usata solo in alcune forme terminali di cancro, e con il pieno consenso del paziente. In questo caso, invece, agiamo sul nostro genoma. Andrà bene o andrà male? Questo, io non lo so. Ma so per certo che l’ingresso di questo vaccino nel nostro corpo ci cambia: non ci lascia così come eravamo prima.(Pasquale Mario Bacco, dichiarazioni rilasciate a Marco Ludovico del Movimento Roosevelt nella video-chat “Strage di Stato”, trasmessa il 22 aprile 2021 da MRTV, su YouTube. Medico e docente universitario, il professor Bacco è co-autore, con il magistrato Angelo Giorgianni, del libro-inchiesta “Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19″, edito Lemma Press, con prefazione del giudice antimafia Nicola Gratteri).Tra gli errori ormai accertati, nella gestione dell’emergenza Covid, c’è il fatto di non aver svolto le autopsie: questo è stato sicuramente la causa di migliaia di morti, cosa che ha “sporcato le mani” di molti medici, che – in maniera del tutto involontaria – in quel momento, purtroppo, stavano uccidendo le persone che pensavano di curare. E ancora continuiamo a essere causa della morte di molte persone, quasi uno sterminio, con la prassi della “vigile attesa” e la somministrazione della sola Tachipirina, in questo caso inutile e addirittura controproducente. Non capisco la permanenza di Speranza come ministro della sanità: nella “più grande tragedia per emergenza sanitaria che l’uomo abbia mai affrontato negli ultimi 200 anni” (così ce la presentano) continuiamo ad avere un ministro che ha fatto diversi errori – le autopsie negate, le terapie sbagliate – ma soprattutto un ministro che non capisce nulla, di medicina. Mai come in questo momento, forse, sarebbe stato corretto avere, in quel ruolo, un medico che avesse anche una certa apertura mentale.
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Norimberga-Covid, commessi crimini da pena di morte
«E’ prevista la pena di morte, per chiunque cerchi semplicemente di infrangere i Codici di Norimberga». Nel silenzio più assordante, sono partiti i procedimenti legali per crimini contro l’umanità nei confronti di Cdc, Oms e del Gruppo di Davos. Il celebre avvocato tedesco Reiner Fuellmich – scrive “Truth11.com” – guida un team composto da 1.000 avvocati e addirittura 10.000 medici di tutto il mondo». L’accusa: la campagna-Covid condotta a livello planetario costituisce un attacco ai diritti umani, un crimine contro l’umanità e una grave violazione del Codice di Norimberga, nato dalle carte dei processi che si svolsero al termine della Seconda Guerra Mondiale nella Germania nazista e in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori”, contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio, tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau.Il 19 agosto del 1947, ricorda “Linkiesta”, ben 23 medici nazisti furono condannati dal tribunale militare americano per aver condotto esperimenti pseudoscientifici nei lager: i prigionieri furono sottoposti a esperimenti disumani con farmaci, gas e veleni. Il documento, annota Gilberto Corbellini su “Treccani.it”, ha finora ispirato diverse leggi nazionali e documenti internazionali «volti a prevenire abusi della sperimentazione umana e a promuovere la dottrina del consenso informato». Il Codice di Norimberga del 1947 fu quindi il primo documento riconosciuto per dare un limite alle sperimentazioni umane. I principî contenuti al suo interno furono elaborati da due medici consulenti del tribunale statunitense, Andrew Ivy e Leo Alexander, sviluppati in dieci punti. «Il primo e più importante, su cui si fonda tuttora la ricerca clinica, è il consenso informato, ovvero la volontà e il consenso della persona coinvolta, di partecipare a un determinato studio clinico».Per accettare di partecipare alla sperimentazione, il soggetto deve essere adeguatamente informato e messo in grado di comprendere l’argomento in questione, in modo da prendere una decisione consapevole. Nel giugno del 1964, a Helsinki – ricorda sempre “Linkiesta” – furono adottati i principî etici della Dichiarazione di Helsinki, sviluppati dall’Associazione Medica Mondiale (World Medical Association, Wma). «Nacque così uno dei documenti cardine dei principi etici della ricerca clinica, incorporato poi nelle legislazioni nazionali. La Dichiarazione recepiva e ampliava i punti del Codice di Norimberga». Tra questi venne mantenuto il principio del consenso informato, e introdotta per la prima volta «la necessità che i protocolli di ricerca clinica e le procedure per ottenere il consenso venissero esaminate da comitati etici indipendenti operanti all’interno delle stesse istituzioni in cui vengono condotte le ricerche».Secondo i 1.000 legali e i 10.000 medici ora coordinati dall’avvocato Fuellmich – come riporta sul suo blog Agostino Conte, traducendo “Truth11.com”, siamo di fronte alla più grave ed evidente violazione di tutti i punti-cardine del Codice di Norimberga. In sintesi: «Una prima accusa è di frode, per l’utilizzo improprio dei test Pcr (tamponi) con numeri di cicli inappropriati, con un 90% di casi Covid che vengono così invalidati». Altra frode, secondo legali e scienziati, «per le diagnosi di morte associate falsamente al Covid-19». Poi si denuncia la aperta violazione dell’articolo 32 della Convenzione di Ginevra del 1949, sull’utilizzo di vaccini sperimentali, visto che il documento vieta «gli esperimenti medici o scientifici non necessari». Gli avvocati menzionano anche l’articolo 147: è proibito «condurre esperimenti biologici su persone». Per lo staff di Reiner Fuellmich, sono stati infranti tutti i 10 punti-chiave del Codice di Norimberga.Il consenso volontario è essenziale? Certo, ma in questo caso «nessuno informa dei danni che i vaccini possono causare». Inoltre, «blocchi, restrizioni o limitazioni della libertà discriminano chi non vuole accettare di inocularsi questa terapia genica». L’articolo 2 del Codice di Norimberga raccomanda di produrre «risultati fruttuosi», non procurabili con altri mezzi? «Esistono trattamenti medici che curano il Covid-19, senza dover ricorrere all’utilizzo di una terapia genica sperimentale». All’articolo 3, altra raccomandazione: servono esperimenti di base sui risultati della sperimentazione animale e sulla storia naturale della malattia. «Non sono stati effettuati test sugli animali, ma si sta procedendo alla sperimentazione direttamente sull’uomo», accusano gli avvocati internazionali. Articolo 4: evitare tutte le sofferenze e le lesioni non necessarie. Di nuovo: «Secondo le fonti ufficiali, vi sono stati in America 4.000 decessi e 50.000 danneggiati da vaccino, in Europa 7.000 decessi e 365.000 danneggiati».All’articolo 5, il Codice di Norimberga ordina di non condurre nessun esperimento, se c’è motivo di pensare che si verificheranno lesioni o morte. Nell’articolo seguente, ribadisce: il rischio non dovrebbe mai superare il vantaggio. «Il Covid-19 ha un tasso di recupero del 98-99%, mentre l’utilizzo della terapia genica, in base a deceduti ed affetti da danni collaterali supera di gran lunga questo rischio», sottolinea l’avvocato Reiner Fuellmich. Come dire: perché mettere a repentaglio la salute delle persone, quando dal Covid si guarisce regolarmente con le appropriate cure precoci? Sempre per il Codice di Norimberga (articolo 7) deve esservi un’attenta preparazione anche contro la possibilità remota di lesioni, invalidità o morte. «Tutte le fasi pre-immissione normali per un vaccino sono state saltate», denunciano legali e medici. «Gli studi su questa sperimentazione alla fase 3 non termineranno prima del 2022-2023. I vaccini sono stati approvati in virtù di un’emergenza e imposti ad una popolazione disinformata».La sperimentazione – dice ancora il Codice, all’articolo 8 – deve essere condotta da persone scientificamente qualificate. «Solo politici, media e attori affermano che questo vaccino è sicuro ed efficace», protesta Reiner Fuellmich. «Pochi i dottori, e nemmeno specialisti nel settore». In altre parole: a spingere i “vaccini genici” sono solo le chiacchiere, «e la propaganda non è certo scienza medica». Ancora il Codice (articolo 9) raccomanda che chiunque debba «avere la libertà di portare a termine l’esperimento in qualsiasi momento». E dunque non ci siamo, nemmeno qui: «Nonostante le proteste di oltre 85.000 medici, infermieri, virologi ed epidemiologi, l’esperimento è ancora in corso, oltre al fatto che si stiano forzando cambi di legislazione per rendere conformi questi cosiddetti vaccini». Per lo stesso Codice, poi (articolo 10) lo scienziato «deve portare a termine l’esperimento in qualsiasi momento, se esiste una probabile causa che provochi lesioni o morte».«È chiaro, visionando i dati statistici, che questo esperimento sta provocando morti e lesioni», afferma l’avvocato Reiner Fuellmich. «Ma tutti i politici, le compagnie farmaceutiche e i cosiddetti esperti – aggiunge – non stanno facendo alcun tentativo per impedire a questo esperimento di terapia genica di infliggere danni a un pubblico disinformato». In riferimento invece ai cosiddetti vaccini- Covid, alcuni requisiti fondamentali non vengono rispettati: «Non forniscono immunità dal Covid: viene dichiarato che ne attenuerebbero semplicemente i sintomi, e anche con doppia vaccinazione si può essere ancora infettati e trasmettere il virus». Non solo: i “vaccini genici” «non riducono le morti per infezione, in quanto anche chi ha ricevuto la doppia vaccinazione è deceduto». In generale, quindi, «questa terapia genica non blocca la circolazione del virus, né la sua diffusione». Ribadiscono Fuellmich e i suoi 10.100 consulenti: «I crimini contro l’umanità colpiscono tutti noi. Sono un crimine contro di te, i tuoi figli, i tuoi genitori, i tuoi nonni, la tua comunità, il tuo paese e il tuo futuro».«E’ prevista la pena di morte, per chiunque cerchi semplicemente di infrangere i Codici di Norimberga». Nel silenzio più assordante, sono partiti i procedimenti legali per crimini contro l’umanità nei confronti di Cdc, Oms e del Forum di Davos. Il celebre avvocato tedesco Reiner Fuellmich – scrive “Truth11.com” – guida un team composto da 1.000 avvocati e addirittura 10.000 medici di tutto il mondo». L’accusa: la campagna-Covid condotta a livello planetario costituisce un attacco ai diritti umani, un crimine contro l’umanità e una grave violazione del Codice di Norimberga, nato dalle carte dei processi che si svolsero al termine della Seconda Guerra Mondiale nella Germania nazista e in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori”, contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio, tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau.
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Pass vaccinale: in arrivo la trappola per i non vaccinati
Sta per scattare la temuta, possibile trappola per i cittadini contrari ad affrontare il rischio di subire il “vaccino genico”, ancora sperimentale, approntato in pochi mesi per tentare di immunizzare il corpo da una patologia curabilissima da casa come la sindrome Covid. In attesa che a metà giugno arrivi il certificato vaccinale dell’Unione Europea, scrive il “Messaggero”, alcune Regioni italiane cercano di anticipare Bruxelles: è il caso della Campania, che ha iniziato la distribuzione di una tesserina plastificata dotata di un chip che certifica l’avvenuta vaccinazione del suo possessore. Da Napoli ne saranno distribuite circa 250.000 ad altrettanti cittadini campani che hanno ricevuto le due somministrazioni. «Ma presto le tesserine saranno milioni, e consentiranno ai loro titolari di entrare in un cinema o in metropolitana o in un ristorante con la prova facilmente dimostrabile di essere immuni dal Covid», scrive il quotidiano romano, dando per scontato – erroneamente – che i “vaccini genici” attualmente in distribuzione siano realmente efficaci, contro il Covid.Il telefonino (o la carta) – e non la tesserina – è invece la strada scelta dal Lazio per il suo pass. Nell’anagrafe laziale sono già registrati circa 500.000 cittadini vaccinati. «Oltre 75.000 hanno già scaricato sul loro telefonino o stampato su un foglio di carta la certificazione vaccinale con la quale possono dimostrare, tutte le volte che ne hanno bisogno, di aver ricevuto le due dosi». Sempre secondo il “Messaggero”, i due certificati vaccinali regionali (e gli altri allo studio in Veneto, Lombardia o, sia pure solo parzialmente paragonabili, in Sicilia e Sardegna) si materializzano «al momento giusto», visto che «potrebbero coadiuvare la graduale riapertura delle attività di ristorazione e sportive in Italia». Si profila dunque una grande discriminazione, tra vaccinati e non vaccinati, visto che i pass regionali «fanno un po’ da prova generale per quella che – da giugno – sarà l’operazione “Covid free certificate” su scala continentale, ovvero la nascita del certificato vaccinale che sarà distribuito a tutti i vaccinati europei sulla base delle medesime regole stabilite dall’Unione Europea».A giugno – ha spiegato il commissario europeo alle vaccinazioni, Thierry Breton – i vaccinati saranno moltissimi, e dunque (secondo lui) il pass «non sarà in alcun modo discriminatorio verso chi, non per sua scelta, non avrà ancora potuto avere il vaccino». Curioso, vero? La card europea (che sarà distribuita dalle singole amministrazioni nazionali in due lingue, quella nazionale e l’inglese) sarà «semplicissima da usare, perché scaricabile sul telefonino». In pratica, dimostrerà l’immunizzazione di una persona con tre percorsi possibili: il vaccino; l’aver avuto il Covid almeno due mesi prima dell’emissione del certificato (e dunque l’avere anticorpi naturali) oppure l’aver fatto un tampone molecolare 48 ore prima. Di nuovo: il “vaccino genico” non esclude affatto che il soggetto non sia più contagioso, come affermano gli stessi specialisti. Quanto al tampone molecolare, viene persino da ridere: centinaia di sanitari hanno spiegato che non si tratta certo di uno strumento affidabile, visto che sconta un margine di errore letteralmente enorme.Aspetti determinanti, che però vengono completamente ignorati. «Entrare in possesso del pass sarà facilissimo – si rallegra il “Messaggero” – perché già oggi tutti i vaccinati vengono registrati presso anagrafi regionali e nazionali con estrema cura». Oltre al codice fiscale, infatti, l’anagrafe registra il vaccino somministrato, le date delle iniezioni, il braccio che ha ricevuto l’inoculazione e anche il lotto produttivo cui apparteneva il farmaco utilizzato. «Dopo la seconda iniezione basterà scaricare i dati su una apposita App, oppure stamparli su carta». Dettaglio comico: «Forse per l’Italia potrebbe essere utilizzata “Immuni”». Nel suo trionfalismo, il “Messaggero” parla di «evidenti vantaggi su tutti i fronti, a partire dai viaggi di lavoro e per turismo». Trenitalia, ad esempio, ha appena lanciato due convogli giornalieri Milano-Roma liberi da Covid, cioè riservati a vaccinati (che si suppone avventurosamente che non siano più contagiosi) o a viaggiatori che siano sottoposti al tampone (che si presume miracolosamente attendibile: questione di fede, anche qui).«Alberghi o centri turistici potrebbero iniziare a lavorare solo con persone sicuramente vaccinate», scrive il “Messaggero”, aprendo le porte alla discirminazione finale tra vaccinati (scambiati per immunizzati) e non vaccinati, degradati al rango di cittadini di seconda classe. «Anche la frequentazione di palestre e piscine o di parti di strutture sportive potrebbe trarne enorme agevolazione», aggiunge il quotidiano, che ormai tifa apertamente per il ricatto: o ti vaccini, o resti escluso dalla vita sociale. Sembra che ormai la strada sia tracciata: «Tutti i dati delle anagrafi regionali confluiscono in una anagrafe nazionale delle vaccinazioni: un gigantesco contenitore informatico, che contabilizza tutti i vaccinati». Una schedatura meticolosa, realizzata con la fiducia “religiosa” nelle proprietà immunologiche di un vaccino che ai sanitari viene imposto già oggi, violando il Codice di Norimberga (e la Costituzione) che vieta di imporre Tso con farmaci ancora solo sperimentali. «Sarà l’anagrafe nazionale – chiosa il “Messaggero” – a garantire il pass europeo a tutti gli italiani che lo chiederanno». E buona salute a tutti.Sta per scattare la temuta, possibile trappola per i cittadini contrari ad affrontare il rischio di subire il “vaccino genico”, ancora sperimentale, approntato in pochi mesi per tentare di immunizzare il corpo da una patologia curabilissima da casa come la sindrome Covid. In attesa che a metà giugno arrivi il certificato vaccinale dell’Unione Europea, scrive il “Messaggero“, alcune Regioni italiane cercano di anticipare Bruxelles: è il caso della Campania, che ha iniziato la distribuzione di una tesserina plastificata dotata di un chip che certifica l’avvenuta vaccinazione del suo possessore. Da Napoli ne saranno distribuite circa 250.000 ad altrettanti cittadini campani che hanno ricevuto le due somministrazioni. «Ma presto le tesserine saranno milioni, e consentiranno ai loro titolari di entrare in un cinema o in metropolitana o in un ristorante con la prova facilmente dimostrabile di essere immuni dal Covid», scrive il quotidiano romano, dando per scontato – erroneamente – che i “vaccini genici” attualmente in distribuzione siano realmente efficaci, contro il Covid.
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Alieni, Covid, Atlantide: è la “resurrezione” della verità?
Ora non potranno più raccontarci la solita favoletta: l’ammissione della Us Navy ha la portata storica e definitiva di un cambio d’epoca, preceduta di pochissimo dall’annuncio – da parte di Donald Trump – della creazione di una Space Force, unità militare per la difesa aerospaziale. Roberto Pinotti è uno degli ufologi più prestigiosi che esistano: ha collaborato con autorità militari e, negli Usa, ha partecipato al grande progetto internazionale Seti, che ricerca le eventuali “intelligenze non terrestri”. Ha scritto libri tradotti in tutto il mondo, ha fondato e diretto il Cun (centro ufologico nazionale) che ha spesso cooperato con l’aeronautica militare italiana. Quando si parla di Ufo, Pinotti finisce spesso in televisione: nel 2019, ospite della Rai, ha sottolineato il carattere inequivocabile delle esternazioni della Us Navy sugli incontri (frequenti) con oggetti volanti non identificati. Affermazioni poi confermate ufficialmente dal Pentagono nel 2020, mentre il mondo era già intrappolato nel disastro globale chiamato Covid.
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Covid, svolta: Piemonte, protocollo per guarire da casa
Il Piemonte rompe gli schemi: dal Covid si può guarire a casa, senza essere ricoverati. Prima in Italia, la Regione guidata da Alberto Cirio ha modificato il protocollo per la presa in carico a domicilio dei pazienti Covid: ora verrà effettuata dai medici di famiglia con l’appoggio delle Usca, speciali unità sanitarie territoriali. «Una svolta che, secondo diversi esperti, rappresenta il primo, imprescindibile passo verso il contrasto dell’emergenza sanitaria», sottolinea “Qui Finanza”. «A cambiare infatti è proprio il paradigma: non è più immaginabile (come non lo è mai stato: ci è voluto un anno, per arrivarci) che la malattia da Covid-19 venga affrontata nei reparti ospedalieri. Per chi arriva in ospedale spesso è troppo tardi. Il coronavirus va combattuto e gestito sin da subito a casa, all’insorgere dei primissimi sintomi: questa la strada». Stop quindi a Tachipirina e “vigile attesa”. Lo scorso dicembre, l’Aifa aveva pubblicato un documento nel quale raccomandava proprio il semplice paracetamolo per i pazienti Covid “lievi”, ancora a casa: spesso, significa lasciare che il malato si aggravi.A questa decisione, ricorda “Qui Finanza”, si è opposto il “Comitato Cura Domiciliare Covid-19” guidato da Erich Grimaldi e Valentina Piraino, entrambi avvocati, che hanno presentato istanza cautelare – vincendola – contro il ministero della salute e l’Aifa, per la libertà di scelta sui farmaci da adottare nella terapia. «Il Tar ha dunque dato ragione al gruppo di medici “dissidenti”, aprendo un vero e proprio squarcio, anche concettuale, sulle terapie domiciliari». Ora il Piemonte raccoglie questo prezioso testimone e va oltre. «Siamo convinti, perché lo abbiamo riscontrato sul campo fin dalla prima ondata, che in molti casi il virus si possa combattere molto efficacemente curando i pazienti a casa», spiega l’assessore regionale alla sanità, il leghista Luigi Icardi. «Non vuol dire limitarsi a prescrivere paracetamolo per telefono e restare in “vigile attesa”» (del peggioramento), ma «prendere in carico i pazienti a domicilio». Finalmente.L’obiettivo è chiaro: affrontare il Covid prima che il paziente possa aggravarsi, se lasciato senza cure, e al tempo stesso evitare che i ricoveri e le degenze prolungate (oltre l’effettiva necessità clinica dei pazienti che possono essere curati a domicilio) determinino una consistente occupazione di posti letto e l’impossibilità di erogare assistenza a chi si trova in condizioni più gravi e con altre patologie di maggiore complessità. Ed ecco allora la “rivoluzione” introdotta dal Piemonte: accanto a eparina, steroidi e antibiotici, la Regione guidata da Alberto Cirio introduce per la prima volta in Italia la vitamina D, insieme ai farmaci antinfiammatori non steroidei e all’idrossiclorochina. «Quest’ultima, dopo che il Consiglio di Stato ne ha consentito la prescrizione sotto precisa responsabilità e dietro stretto controllo del medico», precisa sempre “Qui Finanza”. «In più, come delineato da Icardi, si prevede la possibilità di attivare “ambulatori Usca” per gli accertamenti diagnostici altrimenti non eseguibili o difficilmente eseguibili al domicilio, ottimizzando così le risorse professionali e materiali disponibili».Questi ambulatori «sono pensati per consentire il controllo dei pazienti a cadenza regolare e offrire prestazioni adeguate per una diagnosi e una gestione più appropriata della malattia». In questi luoghi «si potranno eseguire visite mediche, prelievi di sangue, consegne e ritiro urine per esame completo», ma anche «monitoraggi della saturazione ed eventuale emogasanalisi, elettrocardiogrammi, ecografie toraciche, tamponi naso-faringei per test molecolari e antigenici, attivazioni di percorsi preferenziali con invio diretto in radiologia per eseguire radiografie e Tac al torace». Alle Usca è previsto anche l’affiancamento di un servizio psicologico, svolto da remoto, utilizzando le postazioni di telemedicina attivate in sede distrettuale e costituito da colloqui in videochiamata con il paziente e il nucleo familiare.Si tratta di una vera e propria rivoluzione, virtualmente contagiosa: non a caso, la Lombardia ha richiesto contatti con il Piemonte per valutare anche sul suo territorio l’estensione del protocollo domiciliare. Tra i protagonisti della svolta si segnala il professor Pietro Luigi Garavelli, infettivologo e primario all’Ospedale Maggiore di Novara, tra i primi in Italia a segnalare l’efficacia delle cure precoci, da prescrivere nelle prime fasi della malattia. Obiettivo: intervenire in modo tempestivo, scongiurando l’aggravarsi del paziente. Conseguenze: elevate possibilità di guarigione, nella maggior parte dei casi, evitando il ricovero. Tradotto: significa tagliare in modo drastico i numeri dell’emergenza, eliminando il preoccupante affollamento dei reparti ospedalieri. Uno “spettacolo” prolungatosi per un anno intero, in cui i malati sono stati “dimenticati” a casa per giorni, senza terapie, lasciando che loro condizioni si aggravassero. Spesso, infatti, gli insuccessi ospedalieri sono dipesi dal ritardo nelle terapie: malati ricoverati quando ormai le loro condizioni erano seriamente compromesse. Scandalosa, in questo, la latitanza delle autorità sanitarie nazionali.Colpisce, nel caso piemontese, anche il ricorso alla vitamina D, raccomandato già un anno fa dai migliori medici, spesso sbeffeggiati dai virologi “televisivi”. «A inizio pandemia proprio l’Accademia di Medicina di Torino aveva istituito un gruppo di lavoro, coordinato dal presidente Giancarlo Isaia, professore di geriatria, e da Antonio D’Avolio, professore di farmacologia all’università di Torino, composto da 61 medici di diverse città italiane con l’intento di fornire un contributo e un supporto scientifico alle istituzioni». Già mesi fa, scrive “Qui Finanza”, il gruppo aveva elaborato un documento inviato alle autorità sanitarie nazionali e regionali «ma per lo più inascoltato», che riporta «le più recenti e convincenti evidenze scientifiche sugli effetti positivi della vitamina D, sia nella prevenzione che nelle complicanze del coronavirus». Della vitamina D, infatti, «sono noti da tempo gli effetti sulla risposta immunitaria, sia innata che adattiva». Oggi è possibile reperire su “PubMed” almeno 300 lavori, editi nel 2020, che trattano il legame tra Covid-19 e vitamina D, che hanno confermato «la presenza di ipovitaminosi D nella maggioranza dei pazienti affetti da Covid, soprattutto se in forma severa, e di una più elevata mortalità ad essa associata».Da qui il suggerimento di intervenire con la somministrazione della vitamina D «soprattutto nella popolazione anziana, che in Italia ne è in larga misura carente». Proprio come ha fatto il premier inglese Boris Johnson in Gran Bretagna. Come spiega l’Accademia di Medicina nel suo documento, in uno studio osservazionale di 6 settimane su 154 pazienti, la prevalenza di soggetti con scarsa vitamina D è risultata del 31,86% negli asintomatici e del 96,82% in quelli che sono stati poi ricoverati in terapia intensiva. In uno studio randomizzato su 76 pazienti oligosintomatici, la percentuale di soggetti per i quali è stato necessario, successivamente, il ricovero in terapia intensiva è stata del 2% se trattati con dosi elevate di calcifediolo e del 50% nei pazienti non trattati. In 77 soggetti anziani ospedalizzati per Covid, la probabilità di sopravvivenza alla malattia è risultata «significativamente correlata con la somministrazione di colecalciferolo». Dunque, ora si cambia: dopo un anno di inerzia e centomila morti. Un fallimento catastrofico, a cui il Piemonte – prima Regione italiana – si incarica di rimediare, facendo da apripista. Crolla un tabù: dal Covid si può (e si deve) guarire restando a casa, senza più finire all’ospedale.Il Piemonte rompe gli schemi: dal Covid si può guarire a casa, senza essere ricoverati. Prima in Italia, la Regione guidata da Alberto Cirio ha modificato il protocollo per la presa in carico a domicilio dei pazienti Covid: ora verrà effettuata dai medici di famiglia con l’appoggio delle Usca, speciali unità sanitarie territoriali. «Una svolta che, secondo diversi esperti, rappresenta il primo, imprescindibile passo verso il contrasto dell’emergenza sanitaria», sottolinea “Qui Finanza“. «A cambiare infatti è proprio il paradigma: non è più immaginabile (come non lo è mai stato: ci è voluto un anno, per arrivarci) che la malattia da Covid-19 venga affrontata nei reparti ospedalieri. Per chi arriva in ospedale spesso è troppo tardi. Il coronavirus va combattuto e gestito sin da subito a casa, all’insorgere dei primissimi sintomi: questa la strada». Stop quindi a Tachipirina e “vigile attesa”. Lo scorso dicembre, l’Aifa aveva pubblicato un documento nel quale raccomandava proprio il semplice paracetamolo per i pazienti Covid “lievi”, ancora a casa: spesso, significa lasciare che il malato si aggravi.
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Science: contagiarsi tutti, così il Covid diventa innocuo
Bisogna lasciar circolare il Covid, altrimenti ci vorranno dieci anni per liberarcene. Non è la battuta di un No vax, ma l’opinione di tre scienziati che hanno pubblicato i risultati di un loro studio sulla rivista “Science”, una delle più prestigiose a livello internazionale. Jennie Lavine e Rustom Antia, del dipartimento di biologia della Emory University di Atlanta, assieme a Ottar Bjornstad, del centro dinamica delle malattie infettive della Pennsylvania State University, hanno elaborato un modello teorico che conferma l’ipotesi che il Covid-19 assumerà carattere endemico e la sua letalità finirà per attestarsi intorno allo 0,1%, scendendo al di sotto del livello dell’influenza stagionale. Il Sars-Cov-2 non è stato contenuto subito, la sua diffusione ha provocato una pandemia e non può più essere eliminato direttamente. Ma se vogliamo che si raggiunga in fretta la fase endemica, quando il coronavirus potrà non essere «più virulento del comune raffreddore», scrivono gli autori, occorre che il tasso di contagiosità R0 (R con zero) sia uguale a 6.Cioè che una persona ne contagi sei, altro che l’auspicato valore inferiore a 1 che da mesi ci sta ripetendo il Cts (con quella cabina di regia che è diventato l’incubo settimanale per tutte le Regioni) o che viene sbandierato da più di un anno dagli esperti televisivi alla Massimo Galli. E senza il distanziamento che ci viene imposto, regolamentato a seconda della fascia colorata cui veniamo assegnati in base a incomprensibili algoritmi. Gli scienziati americani arrivano a questa conclusione considerando che «esistono quattro coronavirus di interesse umano (Hcov) che causano il raffreddore comune, o sindromi delle vie respiratorie superiori, e che circolano endemicamente in tutto il mondo. Causano solo sintomi lievi e non rappresentano un notevole onere per la salute pubblica». Gli autori dello studio ritengono che tutti gli Hcov suscitino un’immunità con caratteristiche simili e che «l’attuale, grave problema di salute pubblica sia una conseguenza dell’emergenza epidemica in una popolazione immunologicamente mai trattata, in cui gruppi d’età avanzata senza precedente esposizione sono più vulnerabili».Bisogna agire con vaccini, senza ridurre i test diagnostici e «se è necessario un frequente potenziamento dell’immunità mediante la circolazione virale in corso, per mantenere la protezione dalla patologia, allora potrebbe essere meglio che il vaccino imiti l’immunità naturale nella misura in cui previene la patologia, senza bloccare la circolazione del virus», afferma Jennie Lavine, prima autrice dell’articolo su “Science”. Gli scienziati aggiungono che «infezione o vaccinazione possono proteggere, ma non fornire il tipo d’immunità di blocco della trasmissione che consente la schermatura o la generazione di immunità di gregge a lungo termine». In un successivo articolo apparso su “Nature”, Jennie Lavine, che è ricercatrice di malattie infettive, spiega: «Il virus si attacca, ma una volta che le persone sviluppano una certa immunità, attraverso l’infezione naturale o la vaccinazione, non presenteranno sintomi gravi. Il virus diventerebbe un nemico incontrato per la prima volta nella prima infanzia, quando in genere causa un’infezione lieve o del tutto assente».Si potrà convivere con il Covid, come accade con altri coronavirus endemici che possono provocare più reinfezioni, grazie a un’immunità diffusa acquisita fin da piccoli, quando, a seguito dell’esposizione a raffreddori comuni, sembra si generi una protezione. La cosiddetta «cross reattività», grazie alla quale gli anticorpi riuscirebbero a riconoscere un nuovo virus con corredo genetico simile ad altri patogeni con i quali si è venuti a contatto. Non a caso, per la maggior parte dei bambini il Covid-19 non rappresenta un rischio. Ma se vogliamo arrivare rapidamente a una fase endemica, altrimenti ipotizzata tra dieci anni dagli autori se proseguiamo di questo passo, il forte distanziamento sociale non è la soluzione. «Un R0 maggiore si traduce in un’epidemia iniziale più ampia e più rapida e in una transizione più rapida alle dinamiche endemiche», concludono gli autori dello studio. D’altra parte, ricordiamoci quello che lo scorso ottobre dichiarò il professor Giorgio Palù, oggi presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, a proposito del Covid che è «più mortale dell’influenza», ma come tutti i virus che hanno una letalità relativamente bassa «tende a coesistere. I virus sono parassiti obbligati e non hanno interesse a estinguersi, quindi a uccidere l’ospite e a essere letali».(Patrizia Floder Reitter, “Aprite tutto: per renderlo innocuo, il Covid fa fatto circolare”, articolo pubblicato da “La Verità” e ripreso da “Dagospia” il 7 marzo 2021).Bisogna lasciar circolare il Covid, altrimenti ci vorranno dieci anni per liberarcene. Non è la battuta di un No vax, ma l’opinione di tre scienziati che hanno pubblicato i risultati di un loro studio sulla rivista “Science”, una delle più prestigiose a livello internazionale. Jennie Lavine e Rustom Antia, del dipartimento di biologia della Emory University di Atlanta, assieme a Ottar Bjornstad, del centro dinamica delle malattie infettive della Pennsylvania State University, hanno elaborato un modello teorico che conferma l’ipotesi che il Covid-19 assumerà carattere endemico e la sua letalità finirà per attestarsi intorno allo 0,1%, scendendo al di sotto del livello dell’influenza stagionale. Il Sars-Cov-2 non è stato contenuto subito, la sua diffusione ha provocato una pandemia e non può più essere eliminato direttamente. Ma se vogliamo che si raggiunga in fretta la fase endemica, quando il coronavirus potrà non essere «più virulento del comune raffreddore», scrivono gli autori, occorre che il tasso di contagiosità R0 (R con zero) sia uguale a 6.
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Il Grande Reset ci vuole sottomessi: apriamo gli occhi
In questo preciso momento, il mondo si divide in due fazioni: i fideisti del virus e dell’operato dei governi, e quelli che mettono in discussione ciò che sta accadendo. Non era mai accaduto, nella storia umana, che una malattia fosse un fatto politico: perché, dunque, oggi c’è gente che mette in discussione l’effettiva portata della cosiddetta Sars-Cov-2, mentre nessuno ha mai messo in dubbio la peste nera, o il vaiolo, per esempio? Perché nessuno ha mai messo in discussione l’opportunità di trovare cure farmacologiche per la malaria, ma molti ritengono che il vaccino che si sta introducendo a tappe forzate oggi sia strumentale? Un “assaggio” di ciò che accade oggi ci venne offerto nel 2009, con la cosiddetta influenza suina: subito dopo quella emergenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità venne accusata di aver mistificato i dati e di aver dichiarato la pandemia senza i presupposti, per favorire la vendita di vaccini. Vaccini che diverse nazioni acquistarono (con soldi pubblici), salvo poi non utilizzarli.Le accuse nascevano dal palese conflitto di interessi tra farmaceutiche e alcuni esponenti dell’Oms coinvolti nella declaratoria di pandemia. Del resto, mentre nel 2009 l’Oms pubblicò un documento analitico con la dichiarazione pandemica, nel 2020 ciò non è mai accaduto, e l’unica esternazione in tal senso la si rinviene in un comunicato stampa in cui, laconicamente, si afferma che la situazione «può definirsi pandemica». Nessuna analisi delle ragioni o dei dati, come, invece, accadde nel 2009. Perché? Forse per evitare le accuse mosse in passato? Intanto, però, una cosa è certa: pur continuando a spargere allarmismo, affermando di non sapere con cosa si avesse a che fare, sembra che i governanti apparenti (politici) e quelli occulti (i padroni dell’economia) le idee le avessero chiarissime, quanto agli effetti permanenti del virus. Tanto che già nel maggio 2020, il principe Carlo d’Inghilterra proponeva un Grande Reset, cioè una trasformazione radicale dell’economia (e, quindi, della società).Un po’ come, del resto, Bill Gates appariva ovunque in televisione, e perfino in un assai pubblicizzato colloquio telefonico con il premier italiano, dispensando certezze in tema di vaccini (mercato che ha avuto un vero e proprio boom, e che anni fa lui stesso in un’intervista dichiarò fruttargli 20 a 1 l’investimento iniziale). Lo stesso presidente del Consiglio italiano, un personaggio mai candidatosi in alcun partito politico, eppure elevato improvvisamente al ruolo di maggior potere della nazione, non ha mai fatto mistero del suo progetto di “nuovo umanesimo”. Insomma, persone senza incarichi politici né competenze sanitarie sembrano avere però le idee chiarissime sul da farsi, tanto da indirizzare loro stessi politici e medici. E, in effetti, tutti i medici “non allineati” sono stati sistematicamente sanzionati, diffamati dai media o semplicemente ridotti al silenzio e censurati.Moltissime persone sembrano essere “consolate” nella propria fiducia verso i governi dalla, pressochè retorica, domanda: “Chi ci guadagna?”. La risposta sottintesa sarebbe, ovviamente: “Nessuno!”. Questa è una risposta miope, resa possibile soltanto dalla superficialità delle nostre conoscenze di ciò che accade attorno a noi. Se consideriamo isolatamente la politica di ciascun singolo paese, e riteniamo i politici che lo guidano sincera espressione degli interessi dell’elettorato, allora è agevole concludere che il danno provocato dalle scelte politiche è drammatico e non giustificabile, se non in base alla tutela di un interesse di rango superiore nei confronti delle popolazioni stesse. Se però assumiamo una prospettiva differente, tutto si spiega in modo talmente logico da risultare perfino banale. E, solitamente, la spiegazione più semplice è anche quella giusta.Se infatti ci limitiamo ad ascoltare e raccogliere le informazioni fornite da chi governa (di nome e di fatto), la verità è lampante: “grande reset”, “nuova normalità”, “il mondo di prima non ci piaceva”, “nuovo umanesimo”. Le intenzioni sono alla luce del sole, a ben vedere. L’unica cosa che trattiene dall’ammetterlo o dal riconoscerlo è il negazionismo puro di cui la società è permeata, e che però è trattenuta dall’accorgersene grazie ad abili strumentalizzazioni mediatiche. Basti dire che ad essere accusati di negazionismo sono proprio i liberi pensatori e i critici, che mettono in discussione ciò che sta accadendo. Non sto compiendo alcuno sforzo creativo né di immaginazione, nel rispondere al quesito circa lo scopo degli eventi presenti: trasformare la società e l’economia, all’insegna del motto latino più famoso (“divide et impera”).Un’umanità separata, controllata tramite le tecnologie che permetteranno di lavorare e di intrattenere rapporti umani e sociali (e perfino affettivi), ma anche di studiare e comunicare in generale. Una popolazione ridotta nel numero, per venire incontro alle note preoccupazioni ambientali dei cosiddetti “filantropi” fra cui Bill Gates, la famiglia Clinton, eccetera. Una popolazione mondiale asservita a obblighi vaccinali che permettono da un lato di guadagnare cifre impensabili, e, dall’altro lato, di poter violare anche la libertà di disposizione di sé e del proprio corpo. Chi c’è dietro? Anche la risposta a questa domanda è abbastanza elementare: se la maggior parte dei governanti opera in armonia, è evidente che il loro “accordo”, non essendo noto, deve essere occulto. I progetti e i fini sottesi al Grande Reset sono notoriamente di promanazione massonica, così come il “nuovo umanesimo” di cui fa tanto parlare il premier italiano, e che, pure, continua inspiegabilmente a occupare il ruolo di maggior potere della nazione, pur avendone abusato più di chiunque dal dopoguerra a oggi, e senza che sia mai stato chiarito come sia stato possibile che un individuo privo di esperienze di governo e senza alcuna rappresentatività elettorale sia assurto a quella carica.Le sette massoniche non fanno mistero della propria esistenza. Semmai, ciò che occultano sono i propri contatti, le ramificazioni e le aderenze nel mondo economico e politico. Se ci fosse qualche dubbio sul fatto che le società segrete abbiano sempre diretto occultamente le civiltà umane, basti osservare come lo stesso giorno di Natale, apparentemente una celebrazione religiosa, sia in verità festeggiato non quando, secondo i testi sacri, sarebbe nato Gesù, bensì nel giorno di culto del Sol Invictus. Quel culto si affermò anche nell’antica Roma, pur originando in epoche assai più remote: sono coloro che si autoproclamano illuminati, a venerare l’astro come falso idolo in una sorta di non-religione. Ed è così che si sono compiute, storicamente, tutte le più grandi coercizioni dei popoli: sotto la luce – è proprio il caso di dirlo – del Sole! Non è un mistero che la maggior parte delle industrie fondamentali nelle economie mondiali siano in mano a pochissime persone: basti dire che l’80% del mercato alimentare fa capo a 5 società/famiglie. A partire da numeri tanto ridotti, e secondo la nota catena di comando di matrice piramidale, è facile comprendere come pochi possano controllare moltissimi.Naturalmente, a ogni gradino della piramide che si scende, c’è minore consapevolezza rispetto a quello superiore, fino ad arrivare alla massa di persone che ignora completamente tutto, e che in ciò è agevolata dai conflitti interni provocati ad arte. La parte politica prescelta per condurre questa operazione è la sinistra, per ovvi motivi: la storia ha già identificato nella destra i totalitarismi e le dittature, quindi non si sarebbe potuto imporne altre sotto la medesima bandiera. Eppure, la cosiddetta “sinistra” che oggi porta avanti questo progetto si ammanta di parole vuote e di concetti sterili: “solidarietà”, “rispetto”, “uguaglianza”, “lotta alla discriminazione”. Ma, mentre si professa animata da simili ideali, le azioni sono antitetiche: anziani isolati, bambini psicologicamente devastati, poveri sempre più poveri (e ricchi sempre più ricchi!), nessun rispetto per tutto ciò che va contro il progetto, totale disparità di trattamento tra chi si asservisce, e chi, invece, rivendica la libertà di espressione. E infine, vera e propria discriminazione nei confronti di tutti quei soggetti non allineati, siano essi medici, politici o privati cittadini.Insomma, una sinistra che, curiosamente, anziché attenuarle, alimenta le contrapposizioni civili e sociali, e che instilla continuamente principi e categorie mentali atte a creare divisione: “negazionista”, “complottista”, “no-vax”, eccetera. Quanto durerà? Anche la risposta a questa domanda è intuitiva: finchè non si sarà verificato il Grande Reset! Cioè, fino a quando non sarà divenuto impossibile continuare a vivere come prima. In particolare, fino a quando la maggior parte delle interazioni umane, lavorative e sociali non sarà divenuta digitale. Fino a quando le economie tradizionali non saranno crollate. Fino a quando il sistema di obblighi vaccinali non sarà consolidato. Fino a quando nella mentalità collettiva non saranno eradicate le abitudini e le aspettative pregresse: dallo stringersi la mano, al vivere accanto agli altri. Tutto questo è già visibile nelle esternazioni che i media – consapevolmente – propalano: il vaccino, come del resto si è sempre detto, non dà alcuna immunità a lungo termine, né previene dall’essere contagiosi. Quindi, il vaccino sarà un elemento costante (non una tantum!), e anche dopo che le persone l’avranno accettato, continueranno a verificarsi limitazioni e privazioni, in modo da proseguire nel progetto definitivo.I lockdown servono in primo luogo a distruggere le economie tradizionali, e pertanto non dureranno all’infinito, ma è prevedibile che per riuscire nell’intento occorrano almeno un paio d’anni, quindi incluso tutto il 2021. Nel frattempo, i governi continueranno a fingersi preoccupati delle conseguenze “del virus” (in realtà, delle loro scelte politiche), elargendo ristori palliativi e prospettando infiniti rimedi, che, ovviamente, si risolveranno in nulla di fatto. I cambiamenti che si intende provocare, però, saranno duraturi. Un po’ come i controlli aeroportuali post 11 Settembre, che sono divenuti un fenomeno ordinario e consolidato. Come uscirne? A livello di società è difficile prospettare un metodo per interrompere tutto ciò. Presupporrebbe in primo luogo la consapevolezza, ma la consapevolezza è trattenuta, poiché la maggior parte delle fonti di informazione è controllata (esattamente come l’economia globale). Informarsi e informare è sempre stata, e resterà sempre, l’unica, vera, via per mantenersi liberi e non soggiogabili.È presumibile che le società oggi asservite al nuovo ordine acquisiranno consapevolezza di ciò che oggi soltanto pochi hanno compreso, in modo direttamente proporzionale all’intensità dei cambiamenti e alla durata delle azioni che ne sono alla base. È un processo che, storicamente, sembra richiedere almeno 3-5 anni, per maturare in modo significativo. A livello individuale, invece, la risposta è più semplice: ciascuno può essere artefice della propria liberazione. In primo luogo, rifiutandosi di sottostare a obblighi o divieti illegittimi, ingiusti, dannosi o strumentali. Oggi, molti sono trattenuti dall’agire o dal rifiutarsi di obbedire, dalla paura di multe e sanzioni varie. Il che è paradossale, se si pensa che tutti, in Italia, scontano da quasi un anno una sanzione gravissima come gli arresti domiciliari. Normalmente, le persone sono disposte a pagare (cauzione, multa), per non subire limitazioni della propria libertà. Oggi, invece, le persone rinunciano alla libertà per la paura di pagare 280 euro di multa. Tanto poco vale, sul mercato, essere liberi. Di paura, e disinformazione, si alimenta qualsiasi forma di controllo: per emanciparci non occorre nulla che sia fuori di noi. Solo, dobbiamo smettere di aver paura.(Carlo Prisco, “Il Grande Reset”, da “Eusebismo” del 27 dicembre 2020. L’avvocato Prisco è ricercatore in filosofia del diritto).In questo preciso momento, il mondo si divide in due fazioni: i fideisti del virus e dell’operato dei governi, e quelli che mettono in discussione ciò che sta accadendo. Non era mai accaduto, nella storia umana, che una malattia fosse un fatto politico: perché, dunque, oggi c’è gente che mette in discussione l’effettiva portata della cosiddetta Sars-Cov-2, mentre nessuno ha mai messo in dubbio la peste nera, o il vaiolo, per esempio? Perché nessuno ha mai messo in discussione l’opportunità di trovare cure farmacologiche per la malaria, ma molti ritengono che il vaccino che si sta introducendo a tappe forzate oggi sia strumentale? Un “assaggio” di ciò che accade oggi ci venne offerto nel 2009, con la cosiddetta influenza suina: subito dopo quella emergenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità venne accusata di aver mistificato i dati e di aver dichiarato la pandemia senza i presupposti, per favorire la vendita di vaccini. Vaccini che diverse nazioni acquistarono (con soldi pubblici), salvo poi non utilizzarli.
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‘Giochi aperti: Trump è in corsa, Biden non sarà presidente’
Fermi tutti: negli Usa non è ancora stato deciso niente. Lo afferma Roberto Mazzoni, giornalista italiano stanziato in Florida: da qui al 20 gennaio – unica data prevista dalla Costituzione per certificare l’elezione del nuovo presidente – potrebbe ancora accadere di tutto. Mazzoni ricorda il caso del 1960, quando i grandi elettori che avevano incoronato Nixon furono battuti a gennaio dai grandi elettori che avevano votato separatamente per Kennedy. Alla fine prevalsero questi ultimi, grazie a una contestazione elettorale in Michigan: proprio lo Stato che ora ha finalmente autorizzato una perizia legale sul sistema informatico Dominion, da cui risulta un tasso di errore mostruoso, del 65%. Si ripete il copione di cinquant’anni fa? Parrebbe di sì: i grandi elettori di Trump, intanto, il 14 dicembre hanno votato per “The Donald”, tenendolo quindi in corsa. Nel frattempo, il suo staff legale ha presentato una nuova raffica di cause alla Corte Suprema, da esaminare nei prossimi giorni. L’unica certezza, sostiene Mazzoni, riguarda Joe Biden: non sarà mai il presidente degli Stati Uniti. Nel caso il 20 gennaio venisse formalmente eletto, subito dopo – travolto dagli scandali che stanno montando – verrebbe fatto dimettere dagli stessi democratici, che fin dall’inizio hanno progettato di insediare alla Casa Bianca la new entry Kamala Harris, “creatura” di Wall Street sostenuta da Obama, con Nancy Pelosi come vice.Donald Trump nel frattempo tiene duro: «Rischiamo di avere un presidente illegittimo, come nei paesi del Terzo Mondo», ha detto, criticando la scelta della Corte Suprema di rigettare il ricorso del Texas (e di altri 17 Stati) contro la regolarità dell’esito elettorale negli “Swing States”. «I voti non possono essere certificati, questa elezione è contestata», ribadisce Trump. «Gli Stati-chiave che hanno trovato enormi quantità di voti illegali, praticamente tutti gli Stati decisivi, non possono certificare questi voti come completi e corretti senza commettere un grave reato», afferma il presidente. «Tutti sanno che persone morte, persone sotto il limite di età, immigrati irregolari, persone con firme false, detenuti e tanti altri hanno votato illegalmente», aggiunge. Inoltre, hanno pesato «i “guasti” delle macchine (un altro termine per “frodi”), gli elettori non residenti, il voti di scambio, gli osservatori repubblicani esclusi e i voti – più numerosi degli elettori – a Detroit, Philadelphia, Milwaukee, Atlanta, Pittsburgh e altrove». Insiste Trump: «In tutti gli Stati-chiave ci sono più voti di quanti siano necessari per conquistare lo Stato e vincere le elezioni: questi voti non possono essere certificati, quest’elezione è contestata». Cosa sta per succedere? «Non possiamo saperlo», ammette Mazzoni sul suo canale “MazzoniNews” collocato sulla piattaforma “Rumble”. «Certo è che i giochi sono ancora aperti».Un fronte è quello istituzionale: i grandi elettori trumpiani hanno comunque votato per Trump, come se fosse ancora pienamente in corsa per la rielezione, forti anche delle nuove denunce presentate alla Corte Suprema: Sideny Powell ha investito direttamente l’Alta Corte del caso dei presunti brogli in 4 Stati-chiave, mentre Rudolph Giuliani ha riciclato la denuncia del Texas, presentandola però a nome degli elettori e non più dello Stato. «Cosa deciderà, la Corte? Non lo sappiamo». Per Mazzoni, il significato dell’ultima offensiva legale è evidente: «E’ come inviare una diffida preventiva, rispetto al voto espresso il 14 dicembre dai grandi elettori di Biden: schede che saranno aperte solo il 6 gennaio». Mazzoni ricorda il precedente Nixon-Kennedy: il vincitore iniziale, Nixon, si dovette arrendere a gennaio, quando risultarono “contati male” i voti del Michigan. Sempre dal Michigan arriva ora una sorpresa clamorosa: su richiesta dell’avvocato trumpiano Matthew DePeron, il giudice Kevin Elsenheimer ha consdentito il rilascio di una perizia forense sui sistemi Dominion in una delle contee dello Stato, quella di Antrim, dove insieme alle presidenziali si votava anche per una consultazione sulla marijuana (e il conteggio del voto sulla marijuana appariva sbagliato). Risultato: Dominion è “progettato per sbagliare di proposito”.«Dominion Voting Systems – scrivono gli esperti, nelle 23 pagine della perizia – è progettato intenzionalmente per creare errori intrinseci, allo scopo di creare frode elettorale in maniera sistematica e influenzare i risultati». Spiegano i tecnici informatici: «Il sistema genera di proposito una quantità enorme di errori nella lettura delle schede, quando vengono trasferite nel formato elettronico, affinché si decida cosa farne. Questi errori intenzionali portano all’assegnazione di blocchi di voti senza supervisione, senza trasparenza e senza lasciare tracce». La stessa contea di Antrim aveva appena ammesso di aver attribuito a Biden, “per sbaglio”, 6.000 voti di Trump. La commissione elettorale federale americana, ricorda Mazzoni, ammette “l’errore umano” entro certi limiti: tollera 1 errore su 250.000 schede (lo 0,0008%). «Qui invece il tasso di errore riscontrato su Dominion è addirittura del 65%. Letteralmente: una bomba, se si pensa che proprio Dominion ha registrato i risultati elettorali in tutti gli Stati-chiave, quelli in cui Trump sostiene di essere rimasto vittima di brogli così estesi da ribaltare il voto espresso dagli elettori. Basterà, lo scandalo-Dominion (insieme alle cause di Giuliani e Powell) per “aiutare” la Corte Suprema a riconsiderare la situazione?E’ quello che si aspettano i grandi elettori di Trump, che hanno appena votato in Georgia, Nevada, Arizona, Pennsylvania e Michigan. Il “Washington Post” conferma la legittimità dell’iter: quei grandi elettori – se nel frattempo emergessero irregolarità comprovate e decisive – potrebbero essere determinanti, a gennaio, per la riconferma di Trump. Non solo: «Il 6 gennaio, i parlamentari repubblicani faranno obiezione, non riconoscendo come legittimo il voto dei grandi elettori di Biden, obbligando in tal modo le Camere ad aprire una discussione prima della votazione». Se non si avesse la maggioranza nelle due Camere, si dovrebbe ricominciare da capo: «Si finirebbe in un territorio nuovo», sottolinea Mazzoni, per il quale «la partita è ancora molto aperta». Secondo Roberto Mazzoni, questi “incidenti” rischiano sulla carta di complicare «il piano di sostotuzione di Biden», che sarebbe «partito troppo presto, dato che i democratici erano ormai sicuri di aver stravinto». E spiega: fin dall’inizio, era previsto che Biden facesse solo una capatina, alla Casa Bianca, per poi essere rimosso dal suo stesso partito. Per capire quello che sta avvenendo, sostiene Mazzoni, basta osservare i grandi media: «Avevano “coperto” i casi giudiziari di Hunter Biden per tutta la durata della campagna elettorale, ora invece ne parlano in modo sempre più insistente».Per Mazzoni, si tratta di una tecnica collaudata: «Quando lo scandalo sta ormai per scoppiare, allora cerchi di impadronirtene». Vari testimoni oggi accusano direttamente Joe Biden, come se il figlio Hunter (accusato di corruzione per giri di denaro che coinvolgono l’Ucraina e la Cina) fosse solo uno schermo, dietro al quale si sarebbe nascosto l’anziano Joe. «Per i media, il discorso elettorale è ormai chiuso; quindi, Joe Biden non è più “necessario”». Mazzoni ricorda che, nel 2017, Kamala Harris (da 6 mesi diventata senatrice della California) fu invitata a The Hamptons, quartiere newyorkese di lusso vicino a Long Island, che ospita la crema di Wall Street. «Volevano conoscerla e presentarle i grandi donatori di Hillary Clinton». Nell’agosto 2019, «Kamala è tornata e ha detto: “Sono io il più grande difensore di Wall Street”. Nei comizi, invece, giurava di battersi per i poveri e la classe media. Così Kamala ha avuto l’endorsement per la Casa Bianca, supportata da Obama». Sempre secondo Mazzoni, Obama mai apprezzato Biden, e aveva chiesto ai “dem” di non puntare su di lui. Kamala però ha scontato primarie non brillanti: «La base non si fidava di questa banderuola. Che oltretutto nelle primarie ha attaccato Biden violentemente, mettendolo in imbarazzo».Al che, Wall Street aveva ripiegato su Michael Bloomberg, pronto a spendere 800 milioni di dollari nelle primarie. Ma nemmeno Bloomberg ce l’ha fatta: «E’ come se la base dei democratici avesse detto: non vogliamo Wall Street, l’abbiamo già “assaggiata” con Obama». Ed ecco allora il vecchio Joe Biden: «Più presentabile, meno indigesto alla base». A quel punto, la Harris è tornata in gioco: «Wall Street ha deciso che Kamala sarebbe stata il nuovo presidente, la Hillary “colorata”». L’idea dei democratici? «Confermare Biden e farlo insediare, ma per poco: lo scandalo sta montando». Sta infatti circolando anche il testo di un’indagine senatoriale del 18 settembre: un dossier di 87 pagine sulla famiglia Biden, che denuncia trent’anni di corruzione. Mazzoni sintetizza il piano dei manovratori “dem”: «Joe Biden si dimette, dichiarandosi innocente ma pronto a farsi da parte per rispetto nei confronti degli elettori. A quel punto Kamala diventa presidente e offre a Joe il “perdono” presidenziale, quindi l’immunità. Vicepresidente diventa Nancy Pelosi, in quanto leader della Camera». A quel punto alla casa Bianca ci sarebbero due donne: «Chiunque le attaccasse di beccherebbe del razzista misogeno». E Biden? «Ovvio: lo metterebbero a gestire la Cina». Chiosa Mazzoni: «Il progetto sta emergendo sempre più chiaro: qualunque cosa accada a Biden, non è un problema: ormai è sacrificabile». Ma appunto: il piano funzionerà o è partito troppo presto, sottovalutando Trump?Fermi tutti: negli Usa non è ancora stato deciso niente. Lo afferma Roberto Mazzoni, giornalista italiano stanziato in Florida: da qui al 20 gennaio – unica data prevista dalla Costituzione per certificare l’elezione del nuovo presidente – potrebbe ancora accadere di tutto. Mazzoni ricorda il caso del 1960, quando i grandi elettori che avevano incoronato Nixon furono battuti a gennaio dai grandi elettori che avevano votato separatamente per Kennedy. Alla fine prevalsero questi ultimi, grazie a una contestazione elettorale in Michigan: proprio lo Stato che ora ha finalmente autorizzato una perizia legale sul sistema informatico Dominion, da cui risulta un tasso di errore mostruoso, del 65%. Si ripete il copione di cinquant’anni fa? Parrebbe di sì: i grandi elettori di Trump, intanto, il 14 dicembre hanno votato per “The Donald”, tenendolo quindi in corsa. Nel frattempo, il suo staff legale ha presentato una nuova raffica di cause alla Corte Suprema, da esaminare nei prossimi giorni. L’unica certezza, sostiene Mazzoni, riguarda Joe Biden: non sarà mai il presidente degli Stati Uniti. Nel caso il 20 gennaio venisse formalmente eletto, subito dopo – travolto dagli scandali che stanno montando – verrebbe fatto dimettere dagli stessi democratici, che fin dall’inizio hanno progettato di insediare alla Casa Bianca la new entry Kamala Harris, “creatura” di Wall Street sostenuta da Obama, con Nancy Pelosi come vice.
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Lagarde: Italia, ti salvo io. La Bce sfida il club del rigore Ue
Altri 500 miliardi di euro, di cui 80 destinati all’Italia: aumenta così in modo esponenziale la “potenza di fuoco” del programma di acquisto di titoli per l’emergenza pandemica: il “Pepp”, voluto da Christine Lagarde per rilevare titoli di Stato, sale così a 1.850 miliardi. «Non siamo qui per calmare gli spread», esordì la Lagarde la scorsa primavera, alle prime avvisaglie della crisi Covid. «Una mossa volutamente impopolare e sapientemente calcolata, proprio per suscitare unanimi reazioni contrarie e mettere fine all’incubo del rigore», ricorda Gioele Magaldi, che spiega: «Insieme a Mario Draghi, la neo-presidente della Bce ha abbandonato i suoi tradizionali sodali, cioè i circuiti della massoneria neoaristocratica (quella che ha progettato e gestito l’austerity europea) per abbracciare la causa della massoneria progressista». Lo stesso Magaldi, autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), è il frontman italiano del circuito massonico sovranazionale di ispirazione democratica, impegnato in una dura battaglia – sotterranea e non – per ripristinare la sovranità popolare, sostanzialmente soppressa negli ultimi anni con il ricorso al dogma neoliberista e all’artificio della “scarsità di moneta”. «In realtà la moneta la si può emettere in modo virtualmente illimitato, e a costo zero: ed è quello che la “sorella” Christine Lagarde sta dimostrando».Gli acquisti della Bce dureranno almeno fino a marzo 2022: sei mesi in più, rispetto a quanto programmato finora. «La decisione era attesa dai mercati, che nei giorni scorsi si sono “posizionati” provocando una discesa dei rendimenti dei titolo di Stato in tutta l’area euro», scrive il “Fatto Quotidiano”. «Se aumentano gli acquisti il valore sale, e quindi l’interesse pagato scende». I rendimenti dei Btp italiani «sono ormai in negativo per scadenze fino a 5 anni, prossime allo zero sui 7 anni e positivi dello 0,4% sui decennali, la durata più rappresentativa». Anche stavolta, la banca centrale europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati, e quello principale rimane a zero. «Ha inoltre annunciato che verranno condotte altre tre operazioni Tltro». In sostanza: «Soldi erogati alle banche, con un pagamento di interessi a favore di chi li prende in prestito» (con l’impegno, almeno in teoria, di usarli per erogare crediti all’economia reale). Con il programma di acquisti di debito per l’emergenza pandemica, Christine Lagarde ha annunciato che la Bce acquisterà «con flessibilità, indirizzando le operazioni in maniera finalizzata su classi di titoli, sulla tempistica e sui paesi emittenti». Invariata la motivazione: puntellare l’economia, in un’Europa messa in ginocchio dalle restrizioni varate con il Covid.In sostanza, la Bce sta dimostrando la possibilità concreta di emettere denaro dal nulla, a interesse zero: quello stesso denaro (negato, allora) al quale fu “impiccata” la Grecia, ma anche l’Italia all’epoca in cui – proprio col pretesto pilotato dello spread – fu abbattuto Berlusconi per insediare l’uomo dei poteri oligarchici europei, il massone reazionario Mario Monti. Quegli stessi poteri, premendo su Mattarella, tuonarono nel 2018 per bocca del tedesco Günther Oettinger, secondo cui sarebbero stati “i mercati” a insegnare agli italiani come votare. Proprio l’evocazione dei “mercati” spinse il Quirinale a bocciare Paolo Savona come ministro dell’economia: sarebbe stato il “cervello” del neonato governo gialloverde, in una possibile partita con Bruxelles per ridisegnare quote di sovranità partendo esattamente dal ricorso al deficit per rianimare l’economia. Quello che sta accadendo oggi grazie alla Bce sarebbe stato impossibile ieri. Il grande alibi è ovviamente il collasso del Pil, causato dalla gestione pandemica improntata al massimo rigore (con poche eccezioni virtuose, come la Svezia). Il primo a segnalare la necessità di uno storico cambio di passo era stato lo stesso Mario Draghi: sul “Financial Times”, a marzo, aveva enunciato la necessità di tornare a una politica economica keynesiana, fondata sul massiccio sostegno pubblico.Dobbiamo agire «come in tempo di guerra», ha ribadito Draghi, smentendo la sua stessa storia di arcigno guardiano dell’austerity. Lo stesso dicasi per Christine Lagarde: inflessibile dama del rigore quand’era a capo del Fmi, e ora pronta a trasformare la Bce in una specie di bancomat, mentre l’inguardabile Unione Europea – al termine dell’orribile anno che va chiudendosi, in modo disastroso – ancora non ha deciso come e quando distribuire le sue elemosine apparenti, nascoste tra le pieghe del Recovery Fund e insidiosamente presenti tra le pieghe del Mes. Un ente anomalo, quest’ultimo, i cui gestori – cominciando dal presidente, il tedesco Klaus Regling – sono protetti anche dall’immunità giudiziaria. E hanno il potere di agire come monarchi indiscutibili, fino a imporre la “ristrutturazione” del debito pubblico a paesi come l’Italia, il cui deficit nel 2020 sta battendo ogni record: un “piano di rientro” che sarebbe sanguinoso, un vero e proprio massacro sociale. Esattamente quello che Draghi raccomandava di evitare, proponendo l’erogazione di centinaia di miliardi a fondo perduto, non destinati a trasformarsi in debito. Libertà o schiavitù: questo è il bivio che l’umanità sembra avere di fronte, oggi più che mai, in un pianeta letteralmente devastato, prima ancora che dal virus “cinese”, dalle drastiche politiche adottate con l’intenzione dichiarata di arginarlo.Suona tutto stonato, se non falso: «E prima o poi dovranno essere tribunali speciali – dice Magaldi – a processare chi ha imposto “leggi di guerra” in tempo di pace». Uno schema inquietante: prima la diffusione del coronavirus e l’assenza di risposte tempestive grazie all’ambiguità dell’Oms, poi la catastrofe sanitaria aggravata dal “terrorismo” mediatico che ha diffuso il panico, come se il Covid fosse l’Ebola. Nessuna trasparenza: né sui dati reali (letalità bassa, attorno allo 0,3%), né sulle terapie nel frattempo collaudate. Unico orizzonte proposto: quello del vaccino, ancora inaffidabile secondo molti scienziati. Vaccino da imporre, con le buone o con le cattive, pena l’esclusione dalla vita sociale. E tutto questo, mentre il maggior oppositore mondiale alla politica del Covid – Donald Trump – veniva travolto dai brogli che hanno gravemente inquinato le presidenziali americane: il vantaggio apparente di Joe Biden sembra far felice la Cina, la cui egemonia proprio Trump aveva provato a fermare (prima di essere fermato lui stesso, dall’epidemia: senza il Covid e il crollo economico indotto anche negli Usa dall’emergenza sanitaria, la rielezione di Trump era data universalmente per scontata).La situazione è incerta, caotica e scivolosa. In Italia, si fa sempre più precaria l’autocrazia emergenziale di Conte, cara ai poteri forti europei. E se il paese evita di collassare, intanto, lo deve essenzialmente alla “sorella” Lagarde, per dirla con Magaldi: cioè alla rete massonica progressista a cui fa capo, oggi, la presidente della Bce. Il problema semmai è un altro: la remissività degli italiani. «Credono ancora che il vero problema sia il coronavirus, e che per vederlo dissolversi basti aspettare ancora un po’, continuando a sottomettersi ai diktat del governo: non hanno capito che quello è solo il pretesto per attuare un piano di dominio, su scala mondiale». Magaldi è severo, con i connazionali: «Chi è fobico, al punto che vorrebbe chiudersi in casa per sempre, non si rende conto del danno che fa agli altri: il suo conformismo impaurito incoraggia i gestori della crisi a essere ancora più duri, con chi invece vorrebbe riprendere a vivere». E’ come se avessimo oltrepassato, giorno per giorno, la soglia di una sottile follia collettiva: «E’ pazzesco che milioni di persone accettino l’idea di questa nuova aberrante normalità: senza capire che non era mai successo, nella storia umana, che il mondo si fermasse per un virus influenzale. E’ questa, la prassi? D’ora in poi ci chiuderemo in casa al primo virus che passa di qui? Dico, siamo impazziti?».Forse sì, siamo impazziti: è il capolavoro della paura. «Barattare la perdita certa della libertà per la sicurezza sanitaria, che oltretutto è solo ipotetica, è davvero l’inizio della fine: per questa strada si smette di essere cittadini e si ridiventa sudditi, come quando la democrazia non esisteva ancora. Ed è esattamente lì che vogliono portarci, gli “apprendisti stregoni” del Covid, che usano il sistema-Cina per eliminare i diritti dall’Occidente. E ci stanno riuscendo, putroppo, grazie alla pavidità di chi trema di fronte a tutto, davanti al contagio di un’influenza (trattata come se fosse la peste bubbonica) e davanti al rischio di una semplice multa, tra l’altro impugnabile, dato il carattere non pienamente legittimo dei Dpcm». Magaldi fotografa con spietata lucidità la situazione italiana, simile a quella di altri paesi ma aggravata dall’inconsistenza della classe politica nazionale, telecomandata dai super-poteri che hanno gradualmente privatizzato il mondo e che ora vorrebbero far retrocedere l’umanità, in blocco, trattandola alla stregua di un gregge da spaventare, disinformare, impoverire e vaccinare. Il Grande Reset, lo chiamano: fine della libertà economica. Obiettivo: la sottomissione di plebi intimorite, da tenere in vita con un mini-reddito “universale” che metta i percettori in ginocchio, di fronte alla “divinità” zootecnica che eroga la dose quotidiana di mangime.Il pericolo è drammaticamente reale: è in corso una sfida planetaria, per il destino dell’umanità. I poteri oligarchici giocano sempre la carta della paura: prima il terrorismo, poi la crisi finanziaria indotta, ora un virus trasformato in un incubo. Faglie di resistenza si delineano in controluce: chi denuncia l’Oms come organismo “orwelliano”, chi segnala gli abusi dello strapotere cinese e la sua infiltrazione onnipervasiva, chi accusa Big Pharma di manipolare il business dei vaccini in modo anche spericolato, sdoganando molecole “clandestine” destinate potenzialmente a incidere sullo stesso Dna, per la prima volta nella storia. Sarà proprio la durezza delle imposizioni – immagina Magaldi – a provocare una rivolta civile: a patto però che riaffiori, nelle persone, il coraggio elementare della dignità. Si prevedono anni tempestosi, attraverso i quali sarà fatalmente riscritta anche la grammatica della politica. Di fronte alla scelta fondamentale – libertà o asservimento, democrazia o dittatura – crolleranno miti ed etichette museali, come “destra” e “sinistra”. Crollerà anche il dogma secolare più falso e rovinoso, quello della scarsità di moneta: sta cominciando a sbriciolarlo, in modo spettacolare, la stessa Christine Lagarde.Altri 500 miliardi di euro, di cui 80 destinati all’Italia: aumenta così in modo esponenziale la “potenza di fuoco” del programma di acquisto di titoli per l’emergenza pandemica: il “Pepp”, voluto da Christine Lagarde per rilevare titoli di Stato, sale così a 1.850 miliardi. «Non siamo qui per calmare gli spread», esordì la Lagarde la scorsa primavera, alle prime avvisaglie della crisi Covid. «Una mossa volutamente impopolare e sapientemente calcolata, proprio per suscitare unanimi reazioni contrarie e mettere fine all’incubo del rigore», ricorda Gioele Magaldi, che spiega: «Insieme a Mario Draghi, la neo-presidente della Bce ha abbandonato i suoi tradizionali sodali, cioè i circuiti della massoneria neoaristocratica (quella che ha progettato e gestito l’austerity europea) per abbracciare la causa della massoneria progressista». Lo stesso Magaldi, autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), è il frontman italiano del circuito massonico sovranazionale di ispirazione democratica, impegnato in una dura battaglia – sotterranea e non – per ripristinare la sovranità popolare, sostanzialmente soppressa negli ultimi anni con il ricorso al dogma neoliberista e all’artificio della “scarsità di moneta”. «In realtà la moneta la si può emettere in modo virtualmente illimitato, e a costo zero: ed è quello che la “sorella” Christine Lagarde sta dimostrando».
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Meluzzi: lockdown fino a luglio 2021, è un disegno mondiale
Credo che al lockdown si arriverà inevitabilmente, come accadrà in tutta Europa – e non solo per ragioni virologiche. Io credo che, al di là delle vicissitudini di questo governo e questa Italia, ci sia un quadro planetario, soprattutto europeo, che esige un lockdown sostanziale (vagamente scaglionato), in cui uno dei ricercatori della Oxford University, che è quella che sta preparando il vaccino, ha parlato addirittura di un regime di chiusura sostanziale fino al mese di luglio del prossimo anno. Ne ho appena letto le dichirazioni. Si va verso l’assalto ai supermercati? Accadrà questo, probabilmente: e non è detto che non faccia parte del disegno, in qualche modo. Questa è una malattia che produce lo 0,3% della mortalità, includendo l’80% di quelli che ne rischiano (che sono gli ultrasettantenni). Se di fronte a questo rischio di mortalità – per quel che valgono i numeri dell’epidemiologia – abbiamo accettato già di distruggere l’economia, evidentemente c’è qualcosa che riguarda non soltanto la difesa della vita. Questo mi pare che lo capirebbe anche un bambino.