Archivio del Tag ‘inettitudine’
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Attenzione al cretino, è molto più pericoloso del ladro
Odiamo i ladri di denaro pubblico, giustamente. Ma non vediamo il vero pericolo: gli imbecilli. Sono loro, gli incapaci, a firmare i disastri peggiori. Aldo Giannuli consiglia di sfogliare i libri di storia: dimostrano che le catastrofi del pianeta non sono mai state causate dai disonesti, ma dagli inetti. Certo, «rubare denaro pubblico è un gesto assolutamente odioso che delegittima la democrazia, spesso affetta dalla corruzione, e crea disfunzioni sistemiche anche gravi», dunque «cacciare i politici corrotti è un obbligo». Ma, mentre l’opinione pubblica teme la corruzione dei politici, non fa caso alla piaga dell’inettitudine: «Il cretino fa tenerezza: si è convinti che, poverino, sbagli in buona fede. Per cui, pazienza se non ne imbrocca una». Non lo fa apposta: ha sbagliato, ma imparerà. Sintetizza Giannuli: voi da chi vi fareste operare, da un giovane medico onestissimo ma inesperto o da un chirurgo mascalzone, che magari prende tangenti sulle forniture dell’ospedale e rilascia certificati compiacenti ai mafiosi, però salva il 100% dei pazienti? «E cosa vi fa pensare che la politica sia diversa dalla chirurgia?».«Noi non dobbiamo scegliere “Mister onestà” o proclamare santo qualcuno, dobbiamo scegliere il miglior chirurgo o il politico più in grado di risolvere i problemi del paese», scrive Giannuli nel suo blog. Obiezione: come fidarsi di un disonesto mettendogli in mano la propria vita? «Debbo deludervi, l’esperienza storica insegna che molti grandi sono stati autentici banditi: avete idea dei traffici del “signor” Giulio Cesare? O della grande disinvoltura di Napoleone in materia di denaro pubblico? Danton era un corrotto terrificante, ma non c’è dubbio che sarebbe stato assai preferibile che vincesse lui al posto di quel fanatico dell’Incorruttibile Robespierre». Vogliamo parlare di Cavour? «Con il denaro pubblico fece scavare il grande canale che oggi porta il suo nome e che, del tutto incidentalmente, ha irrigato essenzialmente terre che gli appartenevano». Garibaldi? «Il figlio letteralmente rubò un milione del tempo al Banco di Napoli e tentò una maxi-speculazione con il progetto della deviazione del Tevere, sempre con la protezione e benedizione paterna». L’eroe? Un genio militare ma, «politicamente, era un vero imbecille».Un altro peso massimo della storia patria, Giolitti, era «un super-disonesto» ma, al tempo stesso, «un grande riformista che avrebbe tenuto il paese fuori dal carnaio della Prima Guerra Mondiale, a differenza di Salandra che ce lo portò». Lyndon Johnson: «Non era esattamente uno stinco di santo, ma fu il presidente più progressista e riformatore dopo Roosevelt». Il generale Maurice Gamelen, capo dello stato maggiore francese nel 1940, era un soldato integerrimo, al di sopra di ogni sospetto, ma «sotto il suo comando la Francia perse la guerra in quattro settimane e le truppe tedesche sfilarono sotto l’arco di trionfo». Pio X? «Un santo, però fu anche uno dei peggiori papi del Novecento, persecutore del modernismo», l’uomo che impedì ogni rinnovamento della Chiesa. In Urss, Laurentj Beria – capo del Kgb – disdegnava denaro, privilegi e benefici, «ma fu un criminale responsabile delle peggiori repressioni di epoca staliniana».Il presidente americano Herbert Hoover? «Non era particolarmente chiacchierato sul piano morale, ma fu un totale incapace che portò gli Usa al disastro nella crisi del 1929». Anche per questo, sottolinea Giannuli, è bene ricordarsi che «l’incompetenza è la maggior forma di disonestà, perché «se non sei pari al compito che ti è assegnato, ma resti al tuo posto, sei il peggiore delinquente che si possa trovare». Molti dei maggiori disastri della storia «sono ascrivibili più alle scelte di personaggi inetti che a personaggi corrotti». Spiegazione: se il corrotto è intelligente, ha tutto l’interesse ad allevare la sua “gallina dalle uova d’oro”. «Il che non costituisce l’autorizzazione a rubare a man salva, anche perché poi i corrotti non sono tutti Cavour, Danton e Giulio Cesare». Il punto è un altro: «Un corrotto puoi sempre sorvegliarlo, circondarlo di persone oneste e capaci, creare un sistema di controlli e, al limite, punirlo. Ma con un cretino cosa puoi fare?».Nel caso di un’emergenza che richieda genialità, prontezza di riflessi e inventiva, «il governante capace, intelligente e preparato forse sarà all’altezza della situazione, anche se dovesse essere un corrotto, mentre è certo che l’inetto sbaglierà tutto provocando catastrofi, anche se fosse il più onesto degli uomini». Stendhal diceva che “l’onestà è la virtù dei mediocri”. Certo esagerava, conclude Giannuli, «ma non sbagliava di molto, se considero il “festival della mediocrità” che stiamo vivendo, dove l’“onestismo”, insieme alla nonviolenza, al buonismo e all’ambientalismo fanatico è uno dei principali ingredienti della torta alla glassa della sinistra “politicamente corretta”». Attenzione: «Anteporre l’onestà alla competenza è una delle più sicure stimmate dell’antipolitica corrente: un segno di grande modestia intellettuale». Punire i disonesti? «Benissimo, aprire le celle. Ma solo dopo aver convocato il plotone di esecuzione per gli imbecilli».Odiamo i ladri di denaro pubblico, giustamente. Ma non vediamo il vero pericolo: gli imbecilli. Sono loro, gli incapaci, a firmare i disastri peggiori. Aldo Giannuli consiglia di sfogliare i libri di storia: dimostrano che le catastrofi del pianeta non sono mai state causate dai disonesti, ma dagli inetti. Certo, «rubare denaro pubblico è un gesto assolutamente odioso che delegittima la democrazia, spesso affetta dalla corruzione, e crea disfunzioni sistemiche anche gravi», dunque «cacciare i politici corrotti è un obbligo». Ma, mentre l’opinione pubblica teme la corruzione dei politici, non fa caso alla piaga dell’inettitudine: «Il cretino fa tenerezza: si è convinti che, poverino, sbagli in buona fede. Per cui, pazienza se non ne imbrocca una». Non lo fa apposta: ha sbagliato, ma imparerà. Sintetizza Giannuli: voi da chi vi fareste operare, da un giovane medico onestissimo ma inesperto o da un chirurgo mascalzone, che magari prende tangenti sulle forniture dell’ospedale e rilascia certificati compiacenti ai mafiosi, però salva il 100% dei pazienti? «E cosa vi fa pensare che la politica sia diversa dalla chirurgia?».
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Tempi duri per i nuovi Goebbels: il web li smaschera
Da sempre i governanti tentano di persuaderci circa la correttezza delle loro azioni, perché le folle non seguono gli uomini di cui si conosca appieno la cattiveria. Il XX secolo ha visto comparire nuove modalità di diffusione delle idee che non si fanno intralciare dalla verità. Gli occidentali fanno risalire la propaganda moderna al ministro nazista Joseph Goebbels. È un modo per far dimenticare che l’arte di distorcere la percezione delle cose è stata precedentemente sviluppata dagli anglosassoni. Nel 1916, il Regno Unito creò la Wellington House a Londra, seguita dalla Crewe House. Contemporaneamente, gli Stati Uniti crearono il Committee on Public Information (Cpi). Considerando che la Prima Guerra Mondiale contrapponeva le masse e non più solo le forze armate, queste organizzazioni hanno tentato di intossicare la propria popolazione altrettanto quanto quelle dei loro alleati e dei loro nemici.La propaganda moderna inizia con la pubblicazione a Londra del Rapporto Bryce sui crimini di guerra tedeschi, che fu tradotto in trenta lingue. Secondo questo documento, l’esercito tedesco aveva violentato migliaia di donne in Belgio, e pertanto l’ armata britannica lottava contro la barbarie. È stato scoperto alla fine della Prima Guerra Mondiale che l’intera relazione era una bufala, composta di false testimonianze con l’aiuto di giornalisti. Da parte sua, negli Stati Uniti, George Creel inventò un mito secondo il quale la Seconda Guerra Mondiale era una crociata delle democrazie per una pace volta a realizzare i diritti dell’umanità. Gli storici hanno dimostrato che la guerra mondiale rispondeva sia a cause immediate sia a cause profonde, delle quali la più importante era la competizione tra le grandi potenze per espandere i loro imperi coloniali.Gli uffici britannici e statunitensi erano organizzazioni segrete che lavoravano per conto dei loro Stati. A differenza della propaganda leninista, che aspirava a “rivelare la verità” alle masse ignoranti, gli anglosassoni cercavano di ingannarle per manipolarle. E per questo le agenzie statali anglosassoni dovevano nascondersi e usurpare delle false identità. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno trascurato la propaganda e le hanno preferito le pubbliche relazioni. Non si trattava più di mentire, ma accompagnare per mano i giornalisti affinché vedessero solo ciò che gli veniva mostrato. Durante la guerra del Kosovo, la Nato ricorse ad Alastair Campbell, consigliere del primo ministro britannico, affinché raccontasse alla stampa una storia edificante al giorno. Mentre i giornalisti la riproducevano, l’Alleanza poteva bombardare “in pace”. Lo storytelling puntava meno a mentire quanto semmai a distrarre.Tuttavia, lo storytelling è tornato in forze con i fatti dell’11 settembre 2001: si trattava di focalizzare l’attenzione del pubblico sugli attentati contro New York e Washington affinché non percepisse il colpo di Stato militare organizzato in quel giorno: il trasferimento dei poteri esecutivi del presidente Bush a un’unità militare segreta e gli arresti domiciliari di tutti i parlamentari. Questo avvelenamento avveniva particolarmente ad opera di Benjamin Rhodes, oggi consigliere di Barack Obama. Nel corso degli anni successivi, la Casa Bianca ha installato un sistema di intossicazione con i suoi alleati chiave (Regno Unito, Canada, Australia e naturalmente Israele). Ogni giorno questi quattro governi hanno ricevuto istruzioni o discorsi pre-scritti dall’Ufficio dei media globali per giustificare la guerra in Iraq o diffamare l’Iran. Per la rapida diffusione delle sue bugie, Washington si è appoggiata, sin dal dal 1989, alla Cnn. Nel corso del tempo, gli Stati Uniti hanno creato un cartello di catene d’informazione satellitari (Al-Arabiya, Al-Jazeera, Bbc, Cnn, France 24, Sky).Nel 2011, durante il bombardamento di Tripoli, la Nato giunse a sorpresa a convincere i libici che avevano perso la guerra e che era inutile resistere ancora. Ma nel 2012, la Nato non è riuscita a replicare questo modello e a convincere i siriani che il loro governo sarebbe inevitabilmente caduto. Questa tattica è fallita perché i siriani erano a conoscenza della manipolazione effettuata dalle televisioni internazionali in Libia e hanno potuto prepararsi. E questo fallimento segna la fine dell’egemonia di questo cartello dell’“informazione”. L’attuale crisi tra Washington e Mosca sull’Ucraina ha costretto l’amministrazione Obama a rivedere il proprio sistema. Infatti, Washington ora non è più la sola a parlare, deve contraddire il governo e i media russi, accessibili ovunque nel mondo via satellite e via internet. Il Segretario di Stato John Kerry ha perciò nominato un nuovo vice per la propaganda, nella persona dell’ex direttore di “Time Magazine”, Richard Stengel. Ancor prima di prestare giuramento, il 15 aprile, stava già occupando il suo ufficio e, dal 5 marzo, ha inviato ai principali mezzi di comunicazione atlantisti una “Scheda documentata” sulle “10 contro-verità” che Putin avrebbe enunciato sull’Ucraina. Si ripeteva il 13 aprile con una seconda scheda che presentava “10 altre contro-verità”.Ciò che colpisce nel leggere questa prosa è la sua inettitudine. Punta a convalidare la storia ufficiale di una rivoluzione a Kiev e screditare il discorso russo sulla presenza di nazisti nel nuovo governo. Tuttavia, ora sappiamo che in realtà più che di una rivoluzione, si trattava casomai di un colpo di Stato organizzato dalla Nato e attuato dalla Polonia e da Israele mescolando le ricette delle “rivoluzioni colorate” e delle “primavere arabe”. I giornalisti che hanno ricevuto queste schede e le hanno ritrasmesse conoscevano perfettamente le registrazioni delle conversazioni telefoniche dell’assistente del segretario di Stato Victoria Nuland, sulla maniera in cui Washington avrebbe cambiato il regime a spese dell’Unione europea, e il ministro affari esteri estone Urmas Paets sulla vera identità dei cecchini di Maidan. Inoltre, hanno poi appreso le rivelazioni del settimanale polacco “Nie” sulla formazione – due mesi prima degli eventi – dei rivoltosi nazisti presso l’Accademia di polizia polacca.Quanto a negare la presenza di nazisti nel nuovo governo ucraino, equivale ad affermare che la notte è luminosa. Non è nemmeno necessario andare a Kiev, per constatarlo basta leggere gli scritti degli attuali ministri o ascoltare i loro propositi. In definitiva, se questi argomenti contribuiscono a dare l’illusione di un ampio consenso dei media atlantisti, non hanno alcuna possibilità di convincere i cittadini curiosi. Al contrario, è così facile con Internet scoprire l’inganno che questo tipo di manipolazione non potrà che intaccare ancora di più la credibilità di Washington. L’unanimità dei media atlantisti in occasione dell’11 Settembre ha consentito di convincere l’opinione pubblica internazionale, ma il lavoro svolto da molti giornalisti e cittadini – di cui sono stato precursore – ha dimostrato l’impossibilità materiale della versione ufficiale. Tredici anni dopo, centinaia di milioni di persone sono diventate consapevoli di quelle menzogne.Questo processo potrà solo crescere, dato il nuovo dispositivo di propaganda statunitense. In definitiva, tutti coloro che riamplificano gli argomenti della Casa Bianca, specie i governi e i media della Nato, distruggono da soli la propria credibilità. Barack Obama e Benjamin Rhodes, John Kerry e Richard Stengel hanno effetto solo a breve termine. La loro propaganda convince le masse solo per poche settimane e fa sì che si ribellino quando capiscono la manipolazione. Involontariamente, minano la credibilità delle istituzioni degli Stati della Nato che le ritrasmettono consapevolmente. Hanno dimenticato che la propaganda del XX secolo poteva avere successo solo perché il mondo era diviso in blocchi che non comunicavano tra loro, e che il suo principio monolitico è incompatibile con i nuovi mezzi di comunicazione. La crisi ucraina non è finita, ma ha già profondamente cambiato il mondo: nel contraddire in pubblico il presidente degli Stati Uniti, Vladimir Putin ha compiuto un passo che ormai impedisce il successo della propaganda statunitense.(Thierry Meyssan, “Verso la fine della propaganda statunitense”, da “Megachip” del 20 aprile 2014).Da sempre i governanti tentano di persuaderci circa la correttezza delle loro azioni, perché le folle non seguono gli uomini di cui si conosca appieno la cattiveria. Il XX secolo ha visto comparire nuove modalità di diffusione delle idee che non si fanno intralciare dalla verità. Gli occidentali fanno risalire la propaganda moderna al ministro nazista Joseph Goebbels. È un modo per far dimenticare che l’arte di distorcere la percezione delle cose è stata precedentemente sviluppata dagli anglosassoni. Nel 1916, il Regno Unito creò la Wellington House a Londra, seguita dalla Crewe House. Contemporaneamente, gli Stati Uniti crearono il Committee on Public Information (Cpi). Considerando che la Prima Guerra Mondiale contrapponeva le masse e non più solo le forze armate, queste organizzazioni hanno tentato di intossicare la propria popolazione altrettanto quanto quelle dei loro alleati e dei loro nemici.