Archivio del Tag ‘minaccia’
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Daily Mail: da Londra le armi chimiche per incolpare Assad
Un titolo netto sul “Daily Mail”, un quotidiano da due milioni di copie in edicola e da tre milioni di utenti online al giorno: “Piano sostenuto dagli Usa per lanciare un attacco con armi chimiche contro la Siria e dare la colpa al regime di Assad”. Il titolo in questione risale al 29 gennaio 2013. L’edizione online del “Daily Mail” ha pubblicato un’interessante storia – a firma di Louise Boyle – in grado di gettare la giusta luce investigativa sui tragici attacchi col gas verificatisi in Siria sette mesi dopo, ad agosto 2013. Ogni tanto, la grande stampa riporta qualche fatto importante che suona totalmente diverso dal racconto di fondo, ma quando questo avviene è un fuoco di paglia che viene subito estinto. Naturalmente, pochi giorni dopo la pubblicazione, l’articolo era già sparito dagli archivi online del giornale, ma per fortuna non è così facile fare sparire l’informazione da Internet una volta che vi abbia fatto capolino. Pertanto siamo in grado di riproporvi l’articolo ed esporre qui i tratti salienti.
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La guerra mondiale dei Quattro (farabutti) dell’Apocalisse
La minaccia di bombardare la Siria anche senza mandato delle NU ha almeno due scopi: 1) saggiare la capacità/volontà di reazione di Russia e Cina; 2) presentarsi alla conferenza di pace sulla Siria col colpo in canna. La messa in scena degli attacchi col gas è successiva e strumentale a un piano più ampio preparato sin da luglio rivelato da Foreign Policy. Siamo alle manovre preliminari alla battaglia, quando il condottiero cerca di conquistare una posizione più favorevole sul campo, dalla quale sparare più agevolmente sul nemico allo scoperto e, in questo caso, arrivare da una posizione di forza alla conferenza di pace – se si farà – per la Siria. Dopo aver cercato inutilmente una risoluzione favorevole nelle NU, vista l’opposizione russa e cinese, dicono che si possa fare a meno della benedizione onusiana e, per questo scopo, si sarebbero accontentati anche solo del cuore della pubblica opinione, come avvenne per bombardare Belgrado, infettando le coscienze degli europei con una massa di false notizie.
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Smith: dietro l’Egitto si legge l’inizio della fine del dollaro
I fatti del Medio Oriente sono manipolati dall’élite mondiale, che spinge verso l’instabilità: un processo già in corso, come vediamo. E attenzione: solo in apparenza l’architettura della “primavera araba” riguarda l’area mediorientale. In realtà ha a che fare con l’intera struttura dell’economia globale: «Una crisi energetica potrebbe essere uno strumento efficace per cambiare questa struttura», sostiene Brandon Smith. E quindi: «Un crollo in Medio Oriente potrebbe fornire l’occasione perfetta e la copertura per un grande cambiamento nel paradigma globale». Tuttavia, qualsiasi passo politico di questa portata richiede che, prima, si sia creata «una atmosfera economica adeguata». Tradotto: «Se vogliamo capire le prossime tendenze di una società, dobbiamo prendere in considerazione che esiste una manipolazione esterna: dobbiamo guardare a come ogni evento economico si muova parallelamente con gli eventi politici, e dobbiamo intuire come questi eventi possano avere effetti sulla globalizzazione nel suo complesso».
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Libro-choc: c’era George Bush dietro all’omicidio Kennedy
A mezzo secolo dal fatale attentato di Dallas del 22 novembre 1963 si scopre che, oltre ai nomi già noti – Lyndon Johnson, Allen Dulles e Edgar Hoover – c’era un politico di prima grandezza dietro al complotto per assassinare John Fitzgerald Kennedy. Si tratta nientemeno che di George Bush padre, secondo la clamorosa ricostruzione offerta da un libro che uscirà negli Usa in ottobre, firmato dall’ex stratega repubblicano Roger Stone, già braccio destro di Richard Nixon, a sua volta coinvolto per la “copertura” del piano. Secondo Stone, fu Nixon – quand’era ancora un semplice deputato al Congresso – ad assoldare Jack Ruby, cioè Jacob Leon Rubinstein, l’uomo che poi assassinò il “capro espiatorio” Lee Harvey Oswald poche ore dopo il suo arresto-lampo. Ma – questa è la novità clamorosa – dietro le quinte c’era la regia occulta del futuro presidente Bush, padre di George W., poi capo della Cia prima di ascendere alla Casa Bianca. All’epoca fu spedito a Dallas come leader dei repubblicani del Texas e garante della potentissima lobby dei petrolieri texani, direttamente minacciata dai Kennedy. Un incrocio pericoloso – tenuto nascosto per decenni – fatto di depistaggi, omissioni, intimidazioni, menzogne e omicidi per eliminare testimoni scomodi.
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Esseri umani, non nemici: rifiutare la disciplina della paura
Io ho paura. Tre parole lapidarie, una confessione. Da quanti sottoscrivibile? Da milioni di persone, probabilmente, terremotate dalla precarietà e dallo spettro della povertà in arrivo, vero e proprio tradimento di decenni di promesse divenute dogma. Milioni di italiani, di spagnoli, di greci, portoghesi, irlandesi. Ma anche francesi, tedeschi, americani, russi, cinesi. Per non parlare degli africani, martiri endemici della paura, e dei loro “colleghi” asiatici, arabi e sudamericani, presi abitualmente a cannonate dalla storia, per secoli. Miliardi di persone. Ora, nel mondo crocifisso dalla globalizzazione, siamo tutti più vicini, o meno lontani: l’Internazionale della Paura. C’è una crescente violenza – subdola, psicologica, intimidatoria – che divora vite umane erodendo giorno per giorno la loro tranquillità, il loro diritto a quella proiezione mentale fisiologica che siamo abituati a chiamare futuro, a volte destinata a tradursi in qualcosa di pratico: mi sono innamorato e dunque mi sposo, compro casa, metto al mondo figli, mi attrezzo per aspirare alla mia ragionevole quota di felicità.
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Siria, gas nervini: la sinistra efficacia di un evidente falso
Potrebbe avere conseguenze ancora peggiori delle “solite” l’attuale, ancora virulenta, campagna condotta da numerosi media mainstream (in testa, ovviamente, le “anime belle” della “sinistra”) sull’uso di gas nervini da parte del governo Assad. Le solite stantie “notizie” sulle “armi di distruzioni di massa” in mano al Saddam di turno per giustificare un ennesimo intervento dell’Occidente, una guerra? Forse, questa volta, non è così. Partiamo dalle considerazioni più ovvie. Intanto, cui prodest? Che interesse avrebbe oggi Assad, sotto gli occhi degli osservatori dell’Onu appena arrivati in Siria, a usare i gas alla periferia di Damasco? E poi per ottenere militarmente cosa? Dopo due anni di guerra l’esercito siriano sta riconquistando tutte le roccaforti prese dai “ribelli” (che, tra l’altro, si stanno letteralmente scannando tra di loro) e gli stessi media mainstream occidentali sono costretti a riprendere, sempre di più, il vero volto di questa guerra di invasione.
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La minaccia che spaventa gli outsider, da Grillo a Crocetta
Per i prossimi due anni pare che ci sia un copione già scritto. Nel 2015, settantennale della liberazione dell’Europa dal nazismo, gli Usa arriveranno nuovamente a “liberare” l’Europa dall’attuale oppressione tedesca, grazie all’instaurazione del Ttip, il mercato transatlantico o “Nato economica”, che comporterà probabilmente un aggancio delle valute europee al dollaro. In un certo senso è vero che la storia si ripete, poiché, dopo la caduta del Muro di Berlino, la Germania del cancelliere Helmut Kohl effettivamente riprese il sogno hitleriano – illustrato nel “Mein Kampf” – di un sub-imperialismo tedesco in Europa dell’Est all’ombra del super-imperialismo anglosassone. Ma è destino dei sub-imperialismi subire cicliche umiliazioni da parte della razza superiore.
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Erri De Luca: No-Tav, in val Susa il riscatto dell’Italia libera
Un contadino esce di casa per andare a zappare la sua vigna che sta dall’altra parte della strada. Per farlo deve passare un posto di blocco fisso di soldati, esibire tutti i giorni un documento all’andata e al ritorno, nei dieci metri da casa a vigna. La strada non segna un confine tra due stati, è tutta in un solo territorio. Un giardiniere viene denunciato per possesso di arma impropria atta a offendere: nel bagagliaio della sua auto hanno trovato e sequestrato il corpo del reato, un paio di cesoie da potatura. Di quale luogo del mondo questi due fotogrammi sono esempio di ordinaria persecuzione? Il vincitore del quiz vince un viaggio premio nel posto indovinato: la Val di Susa.
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No Tav, nemico pubblico: lupi, pecorelle e sciacalli
I valsusini sono abituati a rovinarsi pranzi e cene ascoltando i vari Tg, sicuramente un po’ masochisti; nel tempo hanno verificato una “professionalità” nel costruire servizi menzogneri, vere montature e tutta la gamma delle notizie farlocche. Il “caso pecorella” è davvero emblematico (febbraio 2012, occupazione dell’autostrada): Marco sfotte un poliziotto soprannominandolo “pecorella”. Per giorni e giorni quel video, postato sul sito del “Corriere della Sera” (debitamente tagliato nel punto in cui Marco conclude il suo ragionamento e si spinge a dire: «Comunque vi vogliamo bene lo stesso»), diventa un mantra, l’ossessione dei Tg. Non c’è guerra al mondo, emergenza umanitaria, crisi politica, disastro in grado di superare quella notizia che diventa: La notizia del giorno. E ancora nei giorni successivi. L’intento è chiaro: strappare di dosso al movimento NoTav quella simpatia istintiva che da qualche tempo l’avvolge e fa proseliti di ribellione in tutta Italia.
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Fukushima, incubo infinito: acqua radioattiva in mare
Ora a Fukushima il quadro della grande onda radioattiva è chiaro. Tragicamente chiaro. L’Agenzia di Regolamentazione Nucleare, che fa capo al governo giapponese, ha dichiarato che si è prodotta una situazione di emergenza per il rilascio di acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico. Si è anche capito perchè l’acqua contaminata finisce in mare. La Tepco, la società proprietaria della centrale nucleare in triplice meltdown dal marzo 2011, ha avuto circa un mese fa l’ideona di bloccare le perdite di acqua fortemente radioattiva provenienti dai sotterranei allagati iniettando in profondità nel suolo una barriera di sostanze solidificanti ed imperbeabilizzanti. L’acqua radioattiva si è accumulata contro questo “muro” di contenimento, l’ha rotto e/o bypassato ed ora, oltre a riversarsi in mare, minaccia di traboccare anche verso l’alto e di trasformare rapidamente in una palude il terreno attorno a Fukushima.
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Guerra nucleare contro la Cina: ecco il piano degli Usa
Amitai Etzioni ha posto una domanda importante: «Chi ha autorizzato i preparativi di una guerra contro la Cina?». Etzioni afferma che il piano bellico non è il tipo di piano d’emergenza che potrebbe rendersi disponibile per un evento improbabile. Etzioni riferisce inoltre che il piano di guerra del Pentagono non è stato ordinato, e neanche rivisto, dalle autorità civili Usa. Siamo di fronte ad un esercito statunitense “neoconizzato”, che danneggia gli americani e il resto del mondo. Etzioni ha ragione nel dire che si tratta di una decisione di grande importanza presa da un esercito “neoconizzato”. La Cina è ovviamente cosciente del fatto che Washington si sta preparando per una guerra. Se il “Yale Journal” lo sa, anche la Cina lo sa. Se il governo cinese è realistico, è consapevole del fatto che Washington sta pianificando un attacco nucleare preventivo contro la Cina.
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No-Tav “terroristi”: escalation contro la valle di Susa
«Nessuno chiede impunità a prescindere, i reati commessi vanno perseguiti. Ma il rigore nelle contestazioni e il senso delle proporzioni sono parte integrante di un diritto penale garantista e coerente con la Costituzione: discostarsi da questa strada è un pericolo per tutti, anche per questo la val Susa è un caso nazionale». Così Ugo Mattei, Alberto Lucarelli e l’ex magistrato Livio Pepino contestano l’escalation giudiziaria della Procura di Torino, che ha accusato di “terrorismo” i No-Tav sotto inchiesta per i recenti assalti notturni al cantiere di Chiomonte. L’accusa è di “attentato per finalità terroristiche o di eversione dell’ordine democratico” ai sensi dell’articolo 280 del codice penale, che prevede pene fino a vent’anni di carcere. «Un’intollerabile sproporzione tra eventuali reati e repressione», protesta il presidente della Comunità Montana, Sandro Plano. E se Rifondazione Comunista invoca un ricorso alla corte europea di giustizia, attraverso il parlamentare Ivan Della Valle il “Movimento 5 Stelle” preannuncia la richiesta dell’invio alla Procura di Torino degli ispettori ministeriali, «per verificare che gli inquirenti torinesi agiscano nel pieno rispetto della legalità».