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Assassinati per venderne il grasso all’industria cosmetica
Dalla temuta leggenda, all’agghiacciante realtà. Da circa trent’anni, in Perù una banda di killer seriali avrebbe ucciso almeno 60 contadini delle regioni di Huanuco e Pasco, a 450 chilometri al nord est di Lima, per estrarre dai loro corpi grasso da vendere, a 15.000 dollari al litro, ad aziende europee che lo utilizzavano per fabbricare prodotti cosmetici. Lo hanno sostenuto, nella loro confessione, quattro arrestati. Due, si è appreso solo ora, erano stati bloccati il 3 novembre scorso mentre si apprestavano a ritirare alla Posta un involucro di plastica con dentro il grasso di un contadino assassinato lo scorso settembre.
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Punire Ruffini, è lui il vero scandalo della Tv italiana
Lo scandalo è Ruffini. Non è la tivù dei cuochi e delle ricette, delle vite in diretta, delle feste italiane ed italiote, delle eredità, dei pacchi, delle fiction all’ingrosso, degli aspiranti famosi isolati o intonati, dei grandi fratelli, dei marzulli, dei magalli, dei d’urso e giletti perfetti per telesiparietti con sgarbi, meluzzi, mussolini e parietti su trans e vizietti, seni intatti o rifatti, crocifissi rimossi o rimessi, padri pii e miracoli annessi, devozioni da vip e promozioni degli stessi, dei pareri berciati da autorevoli inesperti
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Acqua privata, Parigi ci ripensa: meglio pubblica
Aumento dei prezzi non accompagnato da un miglioramento dei servizi, abusi, prezzi gonfiati, corruzione, servizi obsoleti e totale mancanza di trasparenza contabile; queste alcune delle motivazioni alla base di un trend: la ri-municipalizzazione, nella gestione dell’acqua in Francia. A partire dalla capitale, Parigi, che di fronte alla crescita dei costi e all’inefficienza del servizio ha deciso di riappropriarsi della propria acqua, puntando così ad ottenere un risparmio netto di 30 milioni di euro l’anno, stabilizzando le tariffe per l’erogazione dell’acqua potabile.
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Rumiz: silenzio sull’acqua, super-business per far cassa
«La storia dell’umanità lo dice chiaro. Chi governa l’acqua, comanda. Le prime forme di compartecipazione democratica dal basso sono nate in Italia attorno all’uso delle sorgenti». Lo scontro dunque non è tra pubblico e privato, ma tra controllo delle risorse dal basso e delega totale dei servizi, con conseguente, lucroso monopolio di alcuni. «Oggi potremmo dover rinunciare a un pezzo della nostra sovranità», scrive Paolo Rumiz su “Repubblica” il 18 novembre, data d’inizio della discussione alla Camera del decreto Ronchi che sancisce la privatizzazione delle risorse idriche, affidate alle aziende multi-utility.
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Processo breve, l’appello di Saviano trascina la protesta
«Signor Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul “processo breve” e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto». Ha superato in pochi giorni le 230.000 adesioni l’appello con il quale, rivolgendosi direttamente al premier, Silvio Berlusconi, lo scrittore Roberto Saviano chiede il ritiro della “norma del privilegio”. Nelle ultime ore l’appello è stato sottoscritto anche da registi come Giuliano Montaldo, dall’attore Toni Servillo e dal giallista Andrea Camilleri.
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Indonesia, espulsi: vietato filmare la foresta che brucia
Chiara Campione, attivista di Greenpeace, e il giornalista Raimondo Bultrini insieme ad altri reporter e attivisti stranieri sono stati espulsi dall’Indonesia per “attività illegali”, ovvero: documentare la sparizione di ettari di foresta, alla vigilia del vertice di Copenaghen sul clima. L’indonesia è il terzo produttore di Co2 dopo Cina e Stati Uniti. Intensissima l’attività degli ultimi anni: foresta vergine devastata dagli incendi, per impiantare palme da olio e alberi adatti alla produzione della carta, di cui l’Italia è il primo acquirente. I due italiani sono stati fermati dalla polizia, interrogati a lungo e quindi espulsi dal paese.
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Moni Ovadia: la legge dell’odio e la fine della civiltà
I governanti della paura con la loro propaganda a favore dell’intolleranza sono riusciti nell’intento di fare regredire il nostro paese alla vergogna razzista. Ce l’hanno messa tutta per distruggere uno dei principi fondamentali di ogni diritto che si rispetti: il carattere individuale della responsabilità. Le nostre leggi sostengono che solo chi commette un reato ne risponde e ne risponde con lui chi è stato complice del delitto. Nelle aule di giustizia dei nostri tribunali campeggia sopra le teste dei giudici una scritta solenne: la legge è uguale per tutti. Ormai lo sappiamo quella scritta è un raggiro.
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Fini, il male minore e il futuro della libertà
Da quando ricopre la terza carica dello Stato, Gianfranco Fini ha un’aspirazione che lo domina, costante: quella a esser statista oltre che uomo politico, e a scorgere nelle trasgressioni istituzionali di Berlusconi pericoli che lui, anche se solitario, vuol diminuire o combattere. Il suo magistero, come quello di Napolitano, è delicato: egli rappresenta la nazione, non può esser presidente di parte. Ma Fini ha osato molto, ultimamente, fino a praticare quella che Albert Hirschman chiama l’autosovversione: esprimendosi su temi essenziali come l’immigrazione, i diritti civili, il testamento biologico, la laicità.
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Ecomafie, Lannes sotto tiro: non mollo, dovrete uccidermi
«Non sono un eroe e non temo la morte. Scrivo per passione, per amore della verità. Appartengo a una specie in via di estinzione. Non mollerò mai». Misteri d’Italia, corruzione, speculazioni, eco-mafie. Gianni Lannes, giornalista freelance per quotidiani e periodici e fondatore di “Italia Terra Nostra”, è un reporter sotto tiro: un’auto incendiata a luglio, promesse di morte arrivate via mail e, nei giorni scorsi, l’esplosione della seconda vettura. «Se pensano di intimidirmi così, perdono tempo. Possono soltanto ammazzarmi», dichiara in una lunga intervista concessa ad Antonella Beccaria per il blog “Xaaraan”.
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Cedolin: Torino-Lione, quell’inutile treno fantasma
“Tav in val di Susa, un buio tunnel della democrazia”. E anche “Grandi opere, le infrastrutture dell’assurdo”. Due volumi nei quali Marco Cedolin, ambientalista e saggista, denuncia il bluff della grandi infrastrutture: costose, devastanti, inutili. Dalla trincea della valle di Susa, dove risiede, ora rilancia: «La partita è aperta, non è affatto detto che la linea ferroviaria Torino-Lione alla fine si farà». Secondo Cedolin, sarà determinante non tanto il ruolo della politica, quando l’azione diretta dei cittadini: «Dalla capacità di mobilitazione degli abitanti dipende il futuro della valle».
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Civil Courage, il Marocco non perdona la Haidar: arrestata
Nuovamente arrestata, in Marocco, Haminetou Haidar. L’attivista che da anni è impegnata a difendere i diritti del popolo Saharawi del Sahara Occidentale è stata fermata all’aeroporto di El Aaiun dalla polizia marocchina. L’Ong italiana Cisp, Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, ha condannato l’atto, definendolo «illegale». Le autorità di Rabat l’avevano avvertita: sarebbe stata arrestata se avesse osato recarsi a New York a ritirare il Civil Courage Prize, attribuitole dalla Train Foundation.
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Acqua privata, costi alle stelle e servizi peggiorati
Al via in Parlamento la battaglia contro l’acqua privata: ambientalisti e associazioni dei consumatori denunciano i rischi di ulteriori aumenti delle tariffe (più 30% tra il 2002 e il 2008) e il peggioramento dei servizi, che nel decennio 1990-2000 ha registrato un calo degli investimenti del 70%. Ad approdare alla Camera è il decreto legge sugli obblighi comunitari, che contiene all’articolo 15 la privatizzazione della gestione dell’acqua: il servizio idrico potrà essere affidato a un privato tramite gara pubblica o in via straordinaria senza gara ma col parere dell’Antitrust.