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Archivio del Tag ‘rifugiati’

  • Arafat assassinato col polonio, il super-veleno degli 007

    Scritto il 04/7/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Avvelenato col polonio-210: Yasser Arafat, storico padre della causa palestinese, sarebbe morto in seguito ad avvelenamento progressivo causato dal raro metalloide altamente radioattivo, talvolta utilizzato dai servizi segreti per eliminare nemici senza lasciare tracce visibili. La presenza del polonio è stata invece riscontrata oggi, quasi otto anni dopo la sua strana morte, sugli effetti personali di Arafat: lo spazzolino da denti, gli indumenti e l’inseparabile kefiah. A dare la notizia, il portavoce dell’Istituto Svizzero di Radiofisica di Losanna. Rivelazione subito ripresa da “Al Jazeera”, in un dossier che riapre il giallo sull’improvvisa scomparsa del leader palestinese, l’11 novembre 2004 in un ospedale parigino, in seguito ad una malattia repentina e misteriosa.

  • Salviamo la Grecia dai suoi salvatori: sono dei criminali

    Scritto il 25/2/12 • nella Categoria: idee • (3)

    Nel momento in cui un giovane greco su due è disoccupato, 25.000 persone senza tetto vagano per le strade di Atene, il 30 per cento della popolazione è ormai sotto la soglia della povertà, migliaia di famiglie sono costrette a dare in affidamento i bambini perché non crepino di fame e di freddo e i nuovi poveri e i rifugiati si contendono l’immondizia nelle discariche pubbliche, i “salvatori” della Grecia, col pretesto che i Greci «non fanno abbastanza sforzi», impongono un nuovo piano di aiuti che raddoppia la dose letale già somministrata. Un piano che abolisce il diritto del lavoro e riduce i poveri alla miseria estrema, facendo contemporaneamente scomparire dal quadro le classi medie.

  • Fortress Europe: profughi del terrore, ora cosa sarà di loro?

    Scritto il 22/8/11 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    I profughi arrivati in Italia dalla Libia sono già una massa di 23.000 persone, per lo più non libici ma intrappolati dalla guerra o addirittura “deportati” dal regime di Gheddafi come ritorsione dopo l’attacco della Nato. Stivati nei centri di accoglienza, non hanno nessuna possibilità di uscire dalla clandestinità, né di essere rimpatriati a spese dell’Italia, perché sono troppi. Che fine faranno? E cosa accadrà, ora, con il crollo di Tripoli e il caos che potrebbe regnare in un paese svuotato, pieno di civili terrorizzati e miliziani armati fino ai denti? Domande che Gabriele Del Grande, giornalista indipendente e creatore di “Fortress Europe”, monitor-web della “tratta degli schiavi” nel Mediterraneo, si pone ormai da anni, seguendo da vicino le rotte della disperazione che portano, via mare, all’Europa.

  • Sfrattare Gheddafi? Non ancora: è l’alibi perfetto per il caos

    Scritto il 21/8/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Contrariamente a una «diffusa leggenda», non sono tanto i ribelli che combattono contro l’esercito libico e i suoi riservisti, quanto semmai la Nato. «Lo schema è ormai ben rodato: gli elicotteri Apache investono una località mitragliando tutto ciò che si muove, la popolazione fugge e l’esercito si ritira. I “ribelli” invadono allora la città, alzano la bandiera monarchica davanti alle telecamere della Cnn e poi saccheggiano le case abbandonate. Ma appena la Nato si ritira, l’esercito libico ritorna e i “ribelli” scappano, lasciandosi alle spalle una città devastata». Ogni giorno il Consiglio nazionale di Bengasi afferma di aver preso una città che perde il giorno successivo: Zwaya e Brega, le raffinerie e la stessa Misurata, di cui i “ribelli” non avrebbero tuttora il pieno controllo.

  • La Ue: clandestino è il governo che incarcera i migranti

    Scritto il 29/4/11 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    “Peruano clandestino, Mano Negra illegal”: se Manu Chao è stato il primo a tradurre in protesta – con un’orazione pop datata 1998 – l’insopportabile discriminazione del migrante costretto a diventare “desaparecido” in un Occidente senza diritti per chi viene dalla fame, dalla paura e dalla disperazione, il cantante franco-iberico non poteva aspettarsi che uno degli Stati fondatori dell’Unione Europea, celebrata patria delle libertà civili, arrivasse nel 2009 a proclamare reato la clandestinità, costringendo i profughi a incorrere nelle more della giustizia penale. Dopo due anni, mentre un’Italia riluttante bombarda la Libia e fa i conti col Nord Africa in rivolta, lo stop arriva da Bruxelles: vietato arrestare gli irregolari. 

  • Libia, fermiamo il massacro: onore al coraggio di chi lotta

    Scritto il 24/2/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    C’è una Italia che si riconosce nella lezione di coraggio e dignità che arriva dal mondo arabo. Il profumo dei gelsomini arriva anche nel nostro paese, anche nelle barche piene di giovani con la loro domanda di futuro. Il messaggio che porta con sé ci dice che non è obbligatorio subire il furto di futuro, il sequestro della democrazia, né la fame di pane, lavoro e libertà. Ci conferma che è possibile riprendere in mano il proprio destino, e scrivere insieme una nuova storia per il proprio paese e per il mondo intero. Dimostra che il vento del cambiamento si può alzare anche dove sembra più difficile.

  • Maroni e Frattini, salvate quei 300 fratelli africani

    Scritto il 04/7/10 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Faccio appello alla sensibilità dei ministri Frattini e Maroni per salvare i nostri 300 fratelli eritrei che hanno diritto ad avere asilo politico e non di essere trattati come bestie dalla Libia. Verso l’Eritrea e la Somalia, l’Italia deve essere più responsabile perché non bisogna dimenticare ciò che il nostro Paese è stato per quelle popolazioni, nel bene ma, purtroppo anche nel male. Non dobbiamo dimenticare tutto quello che hanno perpetrato in quell’area i marescialli di sangue Badoglio e Graziani.

  • Maroni: status di rifugiati a tutti gli africani feriti a Rosarno

    Scritto il 18/1/10 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Lo statuts di protezione internazionale sarà concesso agli immigrati vittime delle violenze a Rosarno. Lo ha annunciato il 17 gennaio il ministro dell’interno, Roberto Maroni, ospite di Fabio Fazio nel corso del programma “Che tempo che fa”, su RaiTre. «Si tratta di una decina di feriti: a loro concederemo questo status», ha spiegato il responsabile del Viminale, distintosi per l’intransigenza nei “respingimenti” di migranti verso le carceri libiche, pratica contestata anche dalle Nazioni Unite a causa del mancato rispetto dei diritti umani. Il caso-Rosarno ha ora cambiato l’atteggiamento del governo italiano?

  • Ronde africane, per salvare la Calabria dalla ‘ndrangheta

    Scritto il 12/1/10 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Gli africani salveranno Rosarno, e forse anche l’Italia. Dal titolo del libro-denuncia di Antonello Mangano, blogger di “Terrelibere”, all’ultima provocazione di alcuni sindaci della Piana di Gioia Tauro: ronde africane per proteggere i calabresi dalla ‘ndrangheta, visto che ormai – come ha denunciato lo scrittore Roberto Saviano – soltanto gli africani osano opporsi alla mafia e difendere diritti ai quali sembra che gli italiani abbiano rinunciato. «Le ronde, se mai si faranno qua, le affidiamo ai senegalesi per tenere lontani gli ‘ndranghetisti», ha annunciato il sindaco di Caulonia, Ilario Amendolia.

  • Eritrea, l’Italia finanzia la più feroce dittatura africana

    Scritto il 10/10/09 • nella Categoria: segnalazioni • (5)

    Un lager a cielo aperto, senza scampo: fame e terrore, leva obbligatoria, deportazioni di massa. Chi scappa e viene acciuffato, finisce rinchiuso in un conteiner nel deserto. Chi riesce a imbarcarsi per Lampedusa e ad evitare il “respingimento”, una volta in Italia sa che dovrà racimolare 3.300 dollari da mandare in patria per riscattare i familiari, nel frattempo arrestati e torturati dal più feroce regime africano, quello dell’Eritrea. Una dittatura brutale, accusa “L’Espresso”, che da qualche anno si regge sul decisivo sostegno dell’Italia, grazie ad accordi speciali di cooperazione, di cui beneficiano imprese lombarde, emiliane e campane.

  • Profughi somali massacrati dalla polizia a Bengasi

    Scritto il 02/9/09 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Adesso abbiamo le prove. Sono quindici foto in bassa definizione. Scattate con un telefono cellulare e sfuggite alla censura della polizia libica con la velocità di un mms. Ritraggono uomini feriti da armi di taglio. Sono cittadini somali detenuti nel carcere di Ganfuda, a Bengasi, arrestati lungo la rotta che dal deserto libico porta dritto a Lampedusa. Si vedono le cicatrici sulle braccia, le ferite ancora aperte sulle gambe, le garze sulla schiena, e i tagli sulla testa. I vestiti sono ancora macchiati di sangue. E dire che lo scorso 11 agosto, quando il sito in lingua somala Shabelle aveva parlato per primo di una strage commessa dalla polizia libica

  • Strage di naufraghi, violata la legge del mare

    Scritto il 22/8/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Sono arrivati in cinque. Erano ische­letriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il bar­cone, era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su bar­che così. Affastellati uno sull’altro co­me bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull’acqua. E dunque quel barcone vuo­to, con cinque naufraghi appena, è sta­to il segno della tragedia. Laggiù a 12 miglia da Lampedusa, ai margini estre­mi dell’Europa, un relitto di fantasmi. Cinque vivi e forse più di settanta mor­ti, in venti giorni di peregrinazione cie­ca nel Mediterraneo.

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