Archivio del Tag ‘Roma’
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Caso Cucchi, sotto processo sanitari e polizia penitenziaria
Tre agenti della polizia penitenziaria, un dirigente dell’amministratore carceraria e nove sanitari, tra medici e infermieri, in forza all’ospedale giudiziario Pertini di Roma: per la morte di Stefano Cucchi 12 rinvii a giudizio e una condanna con rito abbreviato. Le imputazioni: lesioni, falso, abuso d’ufficio e abbandono di incapace. Queste le decisioni prese dal gup Rosalba Liso a conclusione dell’udienza preliminare il 25 gennaio per l’atroce morte del giovane romano, avvenuta il 22 ottobre del 2009 al Pertini, sei giorni dopo l’arresto per droga da parte dei carabinieri. Il processo prenderà il via il 24 marzo davanti alla terza corte d’assise di Roma. «Il gup la pensa come noi: e cioè che Stefano è morto per le botte», commenta a caldo la sorela di Stefano, Ilaria Cucchi.
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Macché regia occulta, apriamo gli occhi sulla rivolta
Per favore, lasciamo perdere le ciance sui Black Bloc, gli infiltrati e la teoria della regia occulta incaricata di criminalizzare la protesta. Più che di dietrologia, abbiamo bisogno di aprire gli occhi: la ribellione degli studenti è autentica e la loro rabbia è un fenomeno di massa, non un trucco da professionisti della violenza, magari manipolati dalla questura. Parola del professor Franco Piperno, leader di “Potere Operaio” e oggi docente all’Università della Calabria. Protagonista della storica contestazione studentesca del ’68, Piperno oggi non ha dubbi: gli studenti in rivolta denunciano «la menzogna collettiva che passa attraverso giornali e tv», che si guardano bene dal raccontare «la reale condizione degli italiani», a cominciare dai più giovani.
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Roma brucia: la rabbia di una generazione abbandonata
Brucia piazza del Popolo, bruciano le strade di Roma, brucia la rabbia di decine di migliaia di studenti quando alle 13,41 viene annunciato il voto di fiducia a Berlusconi. Hai voglia di dire che tanto quello lì ha perso politicamente: i simboli sono importanti. E quella maledetta legge Gelmini fermata dalla rivolta delle scuole e delle università ora torna in campo. I tre voti che salvano il governo cancellano definitivamente la fiducia della piazza nella politica, cancellano il futuro di una generazione. E ne condannano un’altra alla precarietà. La stessa rabbia degli operai metalmeccanici arrivati da Padova o da Pomigliano che vedono il modello sociale di Marchionne puntare contro di loro come come i blindati della Polizia e della Finanza. Vedono tornare il panzer Sacconi lanciato a bomba contro lo Statuto dei lavoratori.
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Italia ladra di sogni, noi giovani precari siamo rivoluzione
Caro presidente del Consiglio, le scriviamo perché sentiamo l’esigenza e il dovere, da studenti e da cittadini,d i spiegare cosa è accaduto ieri. Ci concederà, spero, questa premessa: molti studenti presenti alla manifestazione non solo non hanno mai messo piede in un centro sociale ma possiedono anche un’ottima media; potremmo presentarle più di un libretto, ma non lo faremo perché noi sappiamo chi siamo e questo è sufficiente. Ma torniamo al fine di questa lettera e lo facciamo con una domanda che lei tante volte si sarà posto: perché queste persone – studenti, lavoratori, artisti, ecc – manifestano?
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Miele su tetti e balconi: l’apicoltura arriva in città
Chi dice che il miele si produce soltanto in campagna? Nonostante l’inquinamento, e anche se il paesaggio urbano ci può sembrare poco adatto ad ospitare alveari, si sta facendo invece strada la cosiddetta “apicoltura di città”. Sono davvero tanti i luoghi sorprendentemente dedicati a questa curiosa produzione di miele: dai balconi di Londra alla cima dei grattacieli di New York. C’è anche un miele pregiato prodotto negli alveari posti sui tetti del Grand Palais di Parigi. In un anno si sono prodotti circa 50 chili di miele denominato, non a caso, “Grand Palais” e messo in vendita proprio a partire da questo autunno.
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Nostalgia De André, il Suonatore Jones sui muri di Roma
Avrebbe appena compiuto settant’anni, ma un brutto male l’ha portato via più di dieci anni fa, lasciando tutti un po’ più poveri. Continua, però, in qualche modo a rimanere presente, Fabrizio De André. «De André non è mai stato di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano» affermò Nicola Piovani. In effetti, un verso, un’immagine un personaggio delle sue canzoni, più o meno consapevolmente, chiunque ce l’ha scolpito dentro. È per celebrare lui, il grande cantautore, e, più ancora, quella parte di noi che lui rappresenta, che da quando se ne è andato fioriscono, numerosissime, le celebrazioni.
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Ovadia: caro Bersani, aiutaci a ristabilire la democrazia
«Caro Bersani, si è varcato ogni limite della decenza democratica: non è tempo di marcare differenze o fare disquisizioni, bisogna che il Pd aderisca alla manifestazione che i cittadini, dal basso, hanno sentito di convocare, come soggetti della politica e della legalità costituzionale». Così Moni Ovadia, nell’appello diretto al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, in vista del “No-B Day” indetto il 5 dicembre a Roma da Antonio Di Pietro e Paolo Ferrero. Ovadia invita Bersani a «non cadere nelle trappole tese dalla stampa di regime, che cerca di squalificare la manifestazione».
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Fini ai giovani migranti: chi vi insulta è uno stronzo
«Chi dice che siete diversi è uno stronzo». Parola di Gianfranco Fini, presidente della Camera, in visita il 21 novembre al centro “Semina” dell’associazione “Nessun luogo è lontano” al quartiere Casilino di Roma, periferia popolare e multietnica. Un incontro informale, con giovani stranieri e figli di immigrati, alcuni dei quali già nati in Italia, come quelli della “generazione Balotelli”, «molto più italiani del nipote di un italiano che è nato e cresciuto in un altro paese e che magari non sa nemmeno una parola della nostra lingua». Qualcuno osa discriminarli per la loro origine? E’ uno «stronzo», proclama Fini, ricorrendo senza remore al turpiloquio.
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Stefano Cucchi morto senza difesa, “ucciso dallo Stato”
Picchiato, denutrito e senza nemmeno un avvocato. Le ultime ore di Stefano Cucchi assomigliano sempre più a un calvario che ieri, sua sorella Ilaria, ha dignitosamente sintetizzato così: «Non è giusto passare gli ultimi giorni da solo e in quelle condizioni, come è successo a mio fratello». L’ultima verità raggela il sangue quasi come le foto dei suoi martoriati 45 chili: Stefano si è lasciato morire di fame e sete, come testimonia il documento dell’ospedale Pertini, per protestare contro chi gli ha impedito perfino un contatto con un legale, negandogli il primordiale diritto alla difesa.
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Stuart: mangio solo spazzatura, per abolire gli sprechi
Una confezione di funghi, mezzo chilo di salsicce, lasagna pronta, pane in cassetta, yogurt alla fragola, pesche nettarine, banane bio del commercio equo, un mango e una mousse al cioccolato. La lista della spesa di Tristram Stuart è ricca, ben bilanciata, a costo zero ed è stata reperita tutta in un cassonetto. È così che si è nutrito per anni il giovane ricercatore inglese, laurea a Cambridge e un libro appena uscito in Italia (con dedica alla memoria di Gudrun) che racconta tutto sulle dilapidazioni alimentari del nostro mondo.
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La nostra acqua ai privati, affare da 8 miliardi
Il nodo della questione è tutto lì, nel titolo dell’articolo 15 del decreto legge n.135, o decreto Ronchi, tramutato in legge al Senato appena un giorno fa. È lungo solo una riga ma vale miliardi. Soldi che usciranno dalle tasche dei consumatori e che arriveranno in quelle di pochi grandi gruppi. Il titolo, dunque, recita: «Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica». Che vuol dire? Che l’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali avverrà, in via ordinaria, attraverso gare ad evidenza pubblica.
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Gazprom Nation, il regime di Putin ha salvato la Russia
Il sistema Putin è quello che ha riportato Mosca protagonista sulla scena internazionale e dato una svolta decisa a un paese che sotto Eltsin era finito al collasso. È la reazione al sistema caotico, oligarchico e pseudo-democratico di Eltsin. La stragrande maggioranza dei russi lo condivide: perché ha portato ordine, stabilità e grandi miglioramenti. Nessuno dice che sia un sistema perfetto, ma Putin ha dato una nuova prospettiva al paese: ripristinando il ruolo dello Stato, il presidente-premier ha costretto i “robber barons”, gli oligarchi eltisiniani, ad occuparsi solo di affari e non di politica.