Archivio del Tag ‘sorveglianza’
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Fuga da WhatsApp: addio privacy, Facebook monitora tutti
Fuga da WhatsApp: il colosso mondiale della messaggistica, controllato da Facebook, cambierà la sua “policy” l’8 febbraio 2021. «Sarà l’inizio di un monitoraggio senza più argini: ogni aspetto della nostra vita verrà “fotografato” e servirà a compilare un profilo accurato di ognuno di noi», avverte un giornalista indipendente come Roberto Mazzoni, attraverso il canale “MazzoniNews” su “Rumble“, la piattaforma video (senza censure) alternativa a YouTube. A far esplodere il caso – e l’abbandono in massa del social media acquisito da Zuckerberg – è stato un tweet di Elon Musk, patron di Tesla: «Passate a Signal», ha scritto, invitando gli utenti di WhatsApp a “traslocare” nel social di messaggistica considerato più sicuro, oltretutto ideato e realizzato dagli stessi realizzatori di Whatsapp, poi delusi dalla gestione imposta da Facebook. «Signal – scrive “GuruTech“, che raccomanda invece Telegram come piattaforma ultra-sicura per i messaggi – è in realtà un’app finanziata da Brian Acton, il co-fondatore di WhatsApp e della chat di Facebook, ossia Messenger. Signal è stato finanziato anche da Edward Snowden, l’ex contractor della Nsa riparato in Russia dopo aver ha dato il via al Datagate», lo scandalo della “sorveglianza digitale di massa” promossa all’epoca di Barack Obama.
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Strategia del terrore: la vera barbarie, nell’anno del Covid
La pandemia è stata una prova generale di quel che può succedere se l’emergenza sanitaria diventa o viene usata come la priorità assoluta: libertà sospese, diritti elementari negati, arresti domiciliari per un popolo intero, strategie del terrore per tenere sotto scacco e sotto coperta un paese. Prima tutti accusavano Salvini di farsi impresario della paura (dei migranti); il governo Conte è diventato col Covid-19 impresario della paura del contagio, e ha costruito su quello il suo consenso e la sua permanenza al potere. Ma il discorso della dittatura sanitaria, naturalmente, va al di là del governo italiano, riguarda un pericolo latente d’involuzione delle democrazie, di sospensione della libertà, di democrazia sorvegliata e irregimentata, sul modello cinese. Nel timore di rischiare la pelle, siamo disposti a perdere ogni libertà e ogni dignità: qualcuno in futuro potrà veicolare le pandemie o usarle in questo modo per imporre regimi di sorveglianza. La pandemia ha assegnato al mondo scientifico un primato che la politica ha ceduto volentieri.
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Golpe o guerra civile: il regime che vuole cancellare Trump
Da noi imperversano, tipo bombardamento di Dresda, le fake news. Le rivediamo finalizzate a seminare terrore e assembramenti in ospedali e pronti soccorsi, tramite fake contagiati e fake decessi da fake Covid (fake=falso). Decessi autentici, invece, da intubazioni, ventilazioni, ovviamente in assenza coatta di parenti, e cure salvavita negate agli oncologici, diabetici, infartuati e depressi. E tutti, convinti che i governanti governino per noi, i medici medichino per noi e i media ci diano notizie vere, abboccano e si adeguano. Negli Usa, operando gli stessi mandanti ed eseguendo gli stessi sicari, la differenza la fa un presidente il quale, bene o male che gli vogliate, tutta questa pantomima la contrasta e ridicolizza. Ma il senso profondo di tutto questo pochi lo sanno. Basterebbe l’eresia di un presidente anti-Cupola, degna dei Catari contro il Papa, perché i signori del Nuovo Ordine Mondiale digital-pandemico, ricorrendo a personaggetti come Greta Thunberg, o a personaggioni come Bergoglio, o ad altri chicchirichì del pollaio, lo sostituiscano come “male assoluto” addirittura a Russia, Cina, Iran. E, nella congiuntura, alla maledetta idrossoclorochina ammazza-virus e vaccino.
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L’opposizione di burro ha accettato la “dittatura sanitaria”
Si sa: i politici che hanno bisogno di essere eletti contano poco, prendono ordini, sono teatrino; il potere reale non viene messo in gioco con le votazioni popolari; i veri decision makers, gli ingegneri socio-economici, non si mettono in pubblica discussione. Si sa pure: gli eletti non possono rappresentare gli interessi degli elettori, perché sono poco più che figuranti, devono innanzitutto ripagare chi li sovvenziona e chi li mette in lista, poi fare i propri interessi. Si sa anche: metà della popolazione è analfabeta funzionale e solo un quinto è in grado di capire gli articoli di un giornale quotidiano; perciò la comunicazione per il pubblico, specie in campagna elettorale, è necessariamente fasulla. Alle elezioni del 20-21 settembre, la sedicente opposizione ha preso più voti e più seggi, ma è uscita sconfitta, siccome le affrontava sulla fortissima aspettativa di una travolgente avanzata e di una spallata liberatoria al governo, che sono mancate completamente, sicché il governo ne è uscito corroborato. Adesso potrà prorogare l’illegittimo stato di emergenza e l’illegittima sospensione dei diritti costituzionali e continuare a governare per decreti altrettanto illegittimi, con l’avallo del Quirinale.Potrà imporre lo stato di sorveglianza sanitaria e vaccinazioni con prodotti industriali di pessima qualità, poco o punto efficaci, pieni di sostanze tossiche e venduti da case farmaceutiche con fedine penali molto sporche, anche per corruzione politica. Potrà reprimere l’informazione e la critica su tutte queste realtà. Adesso potrà nominarsi un nuovo Presidente di comodo che blocchi nuovamente ogni alternativa che possa scaturire prossime elezioni politiche. Adesso potrà aprire a un’immigrazione selvaggia, deprimente per il mercato del lavoro, destabilizzante per l’ordine pubblico, costosa finanziariamente, pericolosa sanitariamente, lucrosa per l’apparato imprenditoriale legato alla sinistra e al Vaticano. E abolire i decreti sicurezza e dare lo jus soli per crearsi una nuova riserva elettorale. Adesso potrà imporre il denaro elettronico per far guadagnare le commissioni ai banchieri e facilitare le loro maxi-truffe; potrà restringere l’uso del contante per soffocare ulteriormente il lavoro autonomo a vantaggio delle multinazionali straniere.Adesso potrà spendere Mes e Recovery Fund per finanziare il suo consenso clientelare e indebitare più fortemente l’Italia, così da poter poi, quando bisognerà rimborsare i prestiti, imporre la tassa patrimoniale sul pingue risparmio mobiliare e immobiliare degli Italiani, come da tempo esige la Germania egemone (cioè si pagheranno l’acquisto dei voti con i soldi dei contribuenti). Adesso potrà perfezionare l’insabbiamento degli scandali del braccio giudiziario del suo sistema di potere, mentre il medesimo braccio potrà archiviare serenamente le cento e più denunce contro Conte e soci per la gestione della pandemia: una mana lava l’altra. Accettare oppure rifiutare il dominio dei finanzieri, il monopolio monetario privato, l’egemonismo germanico, la sostituzione etnica, il pensiero unico, il nichilismo gender, e ora la biocrazia o dittatura sanitaria: queste sono le scelte reali, morali, strutturali.Alla ricerca di ingresso al potere, sedicenti opposizioni, in due anni sono passate dal rifiuto incompleto di quel modello organico, all’accettazione condizionata, e ora all’accettazione incondizionata – modello che esse però non hanno mai ardito nemmeno descrivere come modello, come programma: come il nome del dio ebraico, non può nemmeno essere detto. E’ lo Stato orwelliano, il Moloch egregiamente analizzato da “Teoria della dittatura” di Michel Onfray. Avendo sin dall’inizio deciso di non fare opposizione al detto modello, non hanno mai formulato un modello organico alternativo: facendolo, si sarebbero legati le mani e reso più difficile il transito al modello dei poteri forti. Le loro proposte alternative sono sempre state, e rimangono, su elementi singoli, magari importanti, però mai sulla struttura complessiva.(Marco Della Luna, “Opposizione per analfabeti 2020″, dal blog di Della Luna del 27 settembre 2020).Si sa: i politici che hanno bisogno di essere eletti contano poco, prendono ordini, sono teatrino; il potere reale non viene messo in gioco con le votazioni popolari; i veri decision makers, gli ingegneri socio-economici, non si mettono in pubblica discussione. Si sa pure: gli eletti non possono rappresentare gli interessi degli elettori, perché sono poco più che figuranti, devono innanzitutto ripagare chi li sovvenziona e chi li mette in lista, poi fare i propri interessi. Si sa anche: metà della popolazione è analfabeta funzionale e solo un quinto è in grado di capire gli articoli di un giornale quotidiano; perciò la comunicazione per il pubblico, specie in campagna elettorale, è necessariamente fasulla. Alle elezioni del 20-21 settembre, la sedicente opposizione ha preso più voti e più seggi, ma è uscita sconfitta, siccome le affrontava sulla fortissima aspettativa di una travolgente avanzata e di una spallata liberatoria al governo, che sono mancate completamente, sicché il governo ne è uscito corroborato. Adesso potrà prorogare l’illegittimo stato di emergenza e l’illegittima sospensione dei diritti costituzionali e continuare a governare per decreti altrettanto illegittimi, con l’avallo del Quirinale.
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Quota 100, prima vittima del Recovery Fund: via le pensioni
Il Recovery Fund neanche esiste ancora (il piano deve ancora essere approvato da tutti i Parlamenti nazionali; campa cavallo, insomma) ma già comincia a mietere le sue prime vittime. Proprio in questi giorni, infatti, Giuseppe Conte ha dichiarato che Quota 100 non sarà rinnovata. Si ritorna, dunque, alla logica che da vent’anni a questa parte ispira le politiche pensionistiche (parzialmente invertita dalla misura del governo gialloverde): aumentare sempre di più l’età pensionistica – cioè costringere chi un lavoro ce l’ha a lavorare sempre più a lungo – con la sempiterna scusa che “non ci sono i soldi” (cioè quei numeretti che le banche centrali creano regolarmente sui loro computer, ma lasciamo perdere). La notizia ha ovviamente scatenato il solito chiacchiericcio politico-mediatico. Nessuno però si è preso la briga di far notare l’aspetto più importante della vicenda: ovverosia che la decisione di cancellare Quota 100 non è un colpo di testa di Conte o una semplice resa al Pd, uscito ringalluzzito dalle recenti elezioni regionali, ma una conseguenza diretta dell’adesione (entusiastica, ahinoi) dell’Italia al piano di “aiuti” europei – che per ora, come detto, esiste solo sulla carta.
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Sì: premiato il governo che lavora col favore delle tenebre
«Aprite gli occhi: hanno dichiarato guerra, a tutti noi». In momenti come questo, si fa acuta la nostalgia per una voce che si è spenta lo scorso 26 aprile, quella di Giulietto Chiesa. Si poteva non essere d’accordo con lui su alcune cose, ma non era possibile non riconoscergli l’impegno civile, praticamente titanico, coraggiosamente profuso al prezzo della perdita di molti privilegi. La sua missione, spesso solitaria, era quella di chi dedica la propria vita per avvertire i prigionieri della caverna, spiegando che – là fuori – c’è chi sta preparando il peggio: per tutti, nessuno escluso, compresi quelli che continuano a illudersi di essere al riparo, di fronte alla catastrofe incombente. Come i non molti intellettuali liberi di questo paese, anche Giulietto Chiesa aveva dato una chance ai grillini, evitando di demonizzarli, fin da quando sembravano vittime dell’insopportabile interdizione mediatica riservata agli outsider. Ed era poi stato sempre tra i primi, Giulietto, a capire di che pasta fosse veramente fatto, quel movimento: moltissimi giovani, animati dalle migliori intenzioni, ma (questa la loro colpa) disposti a tacere di fronte all’autoritarismo di Grillo & Casaleggio, all’imposizione “militare” del consenso interno, al divieto di dissenso. Che democrazia potrebbe mai costruire, un partito-caserma senza democrazia?La più raggelante delle risposte viene, oggi, dalla miserrima bozza – poche decine di paginette – con cui il governo Conte informa Bruxelles su come vorrebbe spendere i soldi dell’eventuale Recovery Fund. Tra le misure escogitate per far uscire il paese dalla crisi economica provocata non tanto dal Covid, quanto dal governo stesso (cioè dal lockdown “cinese” imposto all’Italia, senza una strategia per limitare i danni al sistema-paese), l’ex “avvocato del popolo” messo a Palazzo Chigi dai 5 Stelle pensa di impiegare miliardi di euro per abolire il denaro contante, potenziare la video-sorveglianza sui cittadini e mettere in orbita «una costellazione di satelliti 5G». Vorrebbe anche realizzare la schedatura sanitaria degli italiani, e addirittura «studiare differenti stili di vita delle persone», e quindi «impostare politiche di prevenzione», laddove gli italiani rifiutassero di obbedire, cioè di seguire gli “stili di vita” proposti dal governo. Sempre Giuseppe Conte, quello che «non lavora col favore delle tenebre», vorrebbe pure «potenziare il contrasto alle “fake news”», cioè limitare ulteriormente la libertà di espressione e «regalare altri soldi ai delatori di regime», per dirla con Massimo Mazzucco, che ha condiviso l’ultima stagione di Giulietto Chiesa aprendo insieme a lui l’esperimento di “Contro Tv”, una delle voci che più danno fastidio al governo dei 5 Stelle.Proprio della libertà di informazione, Giulietto Chiesa – già comunista, poi allontatosi dalla sinistra – aveva fatto una vera e propria ragione di vita. Che cosa direbbe, di fronte alla situazione di oggi? Si commenta da sola la decisione del governo grillino (unico, in questo, nei paesi occidentali) di istituire a Palazzo Chigi una sorta di Ministero della Verità, una super-commissione orwelliana incaricata di “bonificare” il web da tutte le notizie scomode per l’esecutivo, ovvero per i poteri sovranazionali per i quali lavora, in piena sintonia con le élite cinesi e franco-tedesche, incluse quelle (atlantiche) che hanno proposto prima Greta Thunberg e poi Bill Gates come nuovi eroi per un pianeta post-democratico, popolato da sudditi diligenti, sottomessi e conformati alla religione tecno-psicologica del politicamente corretto. Triste, la parabola dei 5 Stelle: hanno ferocemente tradito le loro promesse elettorali (tutte, dalla prima all’ultima), e per questo hanno visto più che dimezzarsi i loro voti, ma sono riusciti in una storica impresa: assestare un colpo mortale alla democrazia italiana. Lo hanno fatto prima sistemando a Palazzo Chigi l’oscuro Giuseppe Conte, allievo del più influente gruppo di potere vaticano, e ora privando gli elettori della possibilità di eleggere 345 parlamentari. Era il piano di Licio Gelli: l’ha realizzato Beppe Grillo, attraverso Luigi Di Maio.A sconfortare non è l’aspetto tecnico dell’esito referendario, che premia le richieste esplicite dei grandi poteri finanziari (far dimagrire i Parlamenti, indebolendo in tal modo le possibilità di opposizione). Se un giorno la democrazia italiana dovesse risorgere, il brutale taglio inflitto il 20-21 settembre 2020 potrebbe essere riparato, con un adeguato ridisegno delle istituzioni. Quello che scoraggia, piuttosto, è la cecità di moltissimi italiani: punendo la piccola casta rappresentata dai parlamentari, dotata di scarsissimi poteri, non si sono resi conto di aver fatto un favore immenso alla grande casta, quella che conta e che detta ai governi le sue condizioni. Peggio ancora: quasi tre italiani su quattro non hanno approfittato del voto – che era la prima vera occasione di espressione, loro concessa, dopo mesi di arresti domiciliari e poi di libertà vigilata – per pronunciare apertamente un “no” che arrivasse, forte e chiaro, alle orecchie di chi sta abusando di loro, dopo averli terrorizzati (anziché aiutati) di fronte all’epidemia del coronavirus. Deprime, questo harakiri collettivo. E non solo: la catastrofe referendaria non può che incoraggiare i manipolatori, che infatti già annunciano di voler procedere, a spron battuto, con la loro agenda.Si tratta di un’agenda che può apparire “infernale”, cioè sinistramente totalitaria, essendo fondata sull’eliminazione delle libertà residue: i prestanome al governo – Conte, Di Maio, Zingaretti – vorrebbero sottoporre la popolazione a un controllo asfissiante, tecno-sanitario, senza più veri diritti, dopo aver opportunamente causato una profonda depressione economica, destinata a tenere in ansia la maggior parte degli italiani, assillati da gravi problemi quotidiani di ordine pratico. A questo si è arrivati per gradi, alimentando a dismisura la paura del Covid. Come valutare altrimenti gli eventi che abbiamo alle spalle? Immagini-simbolo, quelle della parata dei camion militari carichi di bare. Il conteggio degli orrori è fuori controllo, dal divieto di eseguire autopsie all’emarginazione sistematica dei medici (italiani) che annunciavano di aver messo a punto efficaci terapie per ridurre il Covid a malattia “normale”, perfettamente curabile. Inutile ricorrere alle statistiche, come quelle ufficiali che ricordano come l’influenza stagionale del 2017 (per la quale non si adottò nessuna quarantena) abbia prodotto quasi lo stesso bilancio di vittime della cosiddetta pandemia del 2020, presentata come terrificante e invincibile. Non avendo più dati spaventosi da esibire – ricoveri, morti – oggi si agita il numero dei semplici contagiati, ossia persone in buona salute, prive di sintomi. E funziona.Per chi non l’avesse ancora capito, siamo in guerra. Non è neppure importante scoprire da cosa sia scaturito, il maledetto virus. E’ fondamentale, invece, comprendere come sia stato finora utilizzato in un’unica direzione: contro di noi, come avrebbe detto Giulietto Chiesa. Contro di noi, gente della strada, ieri sparavano i terroristi cosiddetti “islamici”: facevano crollare torri, falciavano passanti. Mai che cercassero di colpire obiettivi simbolici del potere, teoricamente loro nemico: nel mirino c’erano solo e sempre le persone comuni. Oggi, il Covid si presenta come un’occasione d’oro, irripetibile, per chiunque volesse mettere in atto un piano di dominio capace di radere al suolo l’idea stessa di democrazia. Come con il terrorismo, a stravincere è l’arma della paura: la sua efficienza è micidiale, perfettamente dosata attraverso il sistema del mainstream media. Nei suoi ultimi anni, Giulietto Chiesa reiterò spesso il medesimo allarme: una catastrofe sta per travolgerci. Pensava ai bankster, ai sicari economici, ai mandanti in doppiopetto dei terroristi, agli sciacalli della “guerra infinita”. Ora siamo alla palese sovragestione di un virus. La catastrofe fanto temuta è finalmente arrivata: non impugna un mitra, ma indossa un camice.Avremo ancora un democrazia? Avremo ancora libertà e diritti? Servirebbero parole chiare, dai politici. L’unico personaggio che si sia pronunciato in questi termini, in Europa, negli ultimi mesi, è stato Robert Kennedy Jr. nel suo memorabile discorso a Berlino. Il mondo libero guarda a Donald Trump e alle imminenti presidenziali americane. I nano-politici italiani, incluse le sedicenti opposizioni, si sono limitati all’orticello elettorale delle regionali. Il sistema-paese sta svanendo sotto i nostri occhi, e nessuno sembra disposto a fermarlo, il governo che «lavora col favore delle tenebre». Così, l’agenda avanza: l’incredibile Zingaretti, quello che ha fatto spendere alla Regione Lazio 14 milioni di euro per mascherine mai arrivate, e ora vorrebbe imporre ai laziali il Tso del vaccino antinfluenzale, oggi propone all’altro grande statista, Di Maio, di dare la mazzata decisiva all’Italia, a colpi di “riforme” come quella (scandalosa) appena convalidata dagli ignari votanti, impauriti e imbavagliati nelle inseparabili mascherine. A proposito: perché prendersela con Di Maio e Zingaretti, quando sono moltissimi cittadini a non chiedere di meglio che restare chiusi in casa, magari denunciando chi passeggia con il cane? E’ in corso una guerra mondiale, e il grosso della popolazione nemmeno se ne accorge. Ci si domanda da dove possa mai cominciare, la rianimazione di una democrazia ridotta così.«Aprite gli occhi: hanno dichiarato guerra, a tutti noi». In momenti come questo, si fa acuta la nostalgia per una voce che si è spenta lo scorso 26 aprile, quella di Giulietto Chiesa. Si poteva non essere d’accordo con lui su alcune cose, ma non era possibile non riconoscergli l’impegno civile, praticamente titanico, coraggiosamente profuso al prezzo della perdita di molti privilegi. La sua missione, spesso solitaria, era quella di chi dedica la propria vita ad avvertire i prigionieri della caverna, spiegando che – là fuori – c’è chi sta preparando il peggio: per tutti, nessuno escluso, compresi quelli che continuano a illudersi di essere al riparo, di fronte alla catastrofe incombente. Come i non molti intellettuali liberi di questo paese, anche Giulietto Chiesa aveva dato una chance ai grillini, evitando di demonizzarli, fin da quando sembravano vittime dell’insopportabile interdizione mediatica riservata agli outsider. Ed era poi stato sempre tra i primi, Giulietto, a capire di che pasta fosse veramente fatto, quel movimento: moltissimi giovani, animati dalle migliori intenzioni, ma (questa la loro colpa) disposti a tacere di fronte all’autoritarismo di Grillo & Casaleggio, all’imposizione “militare” del consenso interno, al divieto di dissenso. Che democrazia potrebbe mai costruire, un partito-caserma senza democrazia?
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Recovery-Conte: tutti prigionieri, via il cash e 5G dal cielo
«Abbiamo trovato e analizzato il documento che contiene le linee-guida del governo su come utilizzare i soldi del Recovery Fund», annuncia Massimo Mazzucco, su “Contro Tv“. Scopriamo così che i nostri stessi soldi verranno, fra le altre cose, utilizzati per «facilitare la transizione verso una cashless community» (cioè: abolizione del contante), e soprattutto per «potenziare i sistemi di video-sorveglianza sui cittadini». Non solo: i soldi in arrivo dall’Ue sarebbero impiegati per «mettere in orbita una costellazione di satelliti 5G» (senza alcuna garanzia per la nostra salute, aggiunge Mazzucco). Si va verso un regime di polizia sanitaria permanente: il Recovery verrebbe usato per «realizzare la schedatura sanitaria dei cittadini». L’esecutivo dell’ex “avvocato del popolo” intendere «studiare differenti stili di vita delle persone», e ovviamente «impostare politiche di prevenzione, quando la gente dovesse decidere di non seguirli». Il governo Conte propone inoltre di «potenziare il contrasto alle “fake news”» (ovvero, secondo Mazzucco, «regalare altri soldi ai delatori di regime»). E c’è anche un miliardo di euro per il Vaticano: «Noi abbiamo le scuole che crollano, però diamo un miliardo alla Chiesa per rimettere a posto le sue strutture».
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‘Draghi, falso messia: risponde all’élite che ci impose Conte’
Lo scorso sabato sera c’era davvero una insolita fila di auto blu sotto casa di Mario Draghi, che ormai si muove e parla già come se fosse a Palazzo Chigi. Salvatore della patria? Non scherziamo: è uno dei massimi artefici del disastro nel quale ci troviamo. Lo sostiene Cesare Sacchetti, sul blog “La Cruna dell’Ago”. Sacchetti è tra quanti – non pochi – si mostrano scettici, rispetto all’ipotetica “conversione democratica” dell’ex numero uno della Bce, tra i massimi architetti del rigore europeo, già protagonista delle grandi privatizzazioni degli anni ‘90 che sabotarono il futuro dell’economia italiana. Al meeting estivo di Cl a Rimini, ricorda Sacchetti, Draghi si è scagliato contro chi ha messo a rischio il futuro dei giovani. Non dovrebbe far altro che guardarsi allo specchio – scrive – se davvero volesse individuare il colpevole. I giovani sono condannati a una vita di incertezze e di precarietà permanente a causa della feroce applicazione delle dottrine ordoliberiste imposte da Bruxelles e dalla grande finanza internazionale. «Draghi infatti è stato uno dei più feroci e spietati esecutori del piano economico del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale».L’oligarchia partorì già negli anni’70 la deindustrializzazione dei decenni successivi, attuata attraverso un’ondata di privatizzazioni selvagge. Ora, «l’uomo che salvò l’euro e condannò la Grecia alla più grave devastazione economica mai vista dal dopoguerra», è tornato a parlare: lo ha fatto in occasione del congresso europeo di cardiologia, ed è stato ancora più esplicito. «Ha chiaramente detto che si uscirà dalla crisi da Covid solamente attraverso “il vaccino e con test di massa e tracciamento” che nella sua idea dovranno diventare la nuova normalità». La sorveglianza di massa – scrive Sacchetti – sarà dunque la caratteristica fondamentale di questo nuovo totalitarismo globale. «Appare ormai evidente che la crisi pandemica sia stata espressamente pensata, come predisse Jacques Attali (uomo a stretto contatto con i vertici del mondialismo), per partorire un governo unico mondiale che esautori definitivamente le nazioni, che dovranno lasciare il posto a questa nuova dittatura globale. Draghi sa perfettamente queste cose, così come sa che è lui, e non Conte, l’uomo designato dalla gerarchia sovranazionale per portare l’Italia verso l’ultima fase del Nuovo Ordine Mondiale».I segnali, continua Sacchetti, c’erano già tutti nei mesi scorsi: prima ancora del manifestarsi della cosiddetta “pandemia”, tra i palazzi si faceva già insistentemente il nome di Draghi. Il “partito del governatore” ha trovato terreno fertile prima nella Lega, quando Giorgetti prima e Salvini poi hanno espresso parole di elogi nei suoi confronti, è si è progressivamente esteso a tutto l’arco parlamentare fino a coinvolgere il M5S e il Pd. «Draghi dietro le quinte ha tessuto pazientemente la sua tela e non sta facendo altro che aspettare che il corso degli eventi di questa crisi lo porti poi a Palazzo Chigi». Ad aggiungersi al già folto fronte che lo sostiene è giunto «uno dei massimi esponenti del globalismo, ovvero Bergoglio», che ha pensato bene di insignirlo di un prestigioso incarico presso l’Accademia delle Scienze Sociali. In sostanza, conclude Sacchetti, le élite hanno già iniziato a liberarsi di Conte, «fino a pochi mesi fa sostenuto ardentemente dalla corrente anticattolica e filo-massonica vicina a Bergoglio», ma ora «praticamente scaricato». Anche i media, non a caso, gli starebbero voltando le spalle: “Repubblica”, con un tempismo sospetto, dà spazio a uno studio (che sarebbe stato sul tavolo del governo già a febbraio) secondo il quale il coronavirus avrebbe potuto portare ad un collasso delle terapie intensive, ed era quindi raccomandabile istituire delle zone rosse subito.«L’operazione che sta portando avanti il sistema è semplice, quanto diabolica», scrive Sacchetti: «Si sta disfacendo di Conte accollandogli la responsabilità di non aver agito in tempo per fermare gli effetti del Covid». In altre parole, si colgono due piccioni con una fava: «Ci si libera di Conte, che ormai in questa fase non serve più (bruciato per aver privato gli italiani della libertà e per aver portato il paese al collasso economico), e al tempo stesso si continua a far credere alla masse che questo virus effettivamente sia letale, quando le autopsie realizzate dai medici a Bergamo e Milano hanno provato che non è state l’agente virale ad uccidere, ma le terapie sbagliate». Per l’analista de “La Cruna dell’Ago”, è molto più conveniente «continuare ad agitare lo spauracchio del virus mortale e dire che Conte non ha agito in tempo per fermarlo». A quel punto, «i media che prima difendevano compatti l’ex “avvocato del popolo” daranno in pasto l’allievo del cardinale Silvestrini alle masse, mentre continueranno a preparare il terreno a Draghi».Cesare Sacchetti prevede però che l’ex governatore della Bce «non entrerà in scena prima di grandi tumulti e violenze». Sacchetti contesta la massoneria, in blocco, cui addebita il fatto di seguire una strategia precisa, identica da secoli: creare volutamente delle situazioni di grande sconvolgimento, per poi dare vita all’esito già prestabilito (secondo il motto “ordo ab chao”). «Più passano i giorni, più si avvicina il momento in cui la bomba economica esploderà», avverte “La Cruna dell’Ago”. «I media hanno provato a far credere, maldestramente, che il crollo del Pil del 12,8% di quest’anno sia il peggiore dal 1995, quando in realtà era dal 1945 che non si vedeva un crollo così devastante. Il terrorismo sanitario è stato, in questo senso, semplicemente perfetto per provocare dei danni economici senza precedenti: ha partorito una condizione da economia di guerra, che sarà l’arma per mettere le masse con le spalle al muro e costringerle ad accettare il nuovo autoritarismo globale ordinato dalle élite». Le crisi, in questo gioco, continuano a essere l’anima di tutto: «Sono i processi di cui si serve la cabala mondialista da molti decenni, per avanzare a grandi passi verso il supergoverno mondiale».Per Sacchetti, il coronavirus ha proprio questo obbiettivo finale. E, nell’immaginario del mondialismo, dovrà cambiare il pianeta (e l’Italia, in particolare, in quanto «culla della cristianità»). Draghi, dunque, giunge in quest’ultima fase «nelle vesti di falso messia, inviato dalla cabala globalista», con il compito di «drenare il paese delle sue ultime risorse vitali e condurlo verso gli Stati Uniti d’Europa», che per Sacchetti sono «del tutto imprescindibili per consentire la nascita della dittatura mondiale». Senza l’Italia a bordo, aggiunge, la realizzazione degli Stati Uniti d’Europa continuerà a restare una chimera. Quello che sta per arrivare – continua l’analista – è dunque un periodo di grandi tumulti e disordini, dovuti all’inevitabile instabilità sociale ed economica «accuratamente preparata da chi tira le fila dei governi in tutto il mondo», di fronte alla quale le masse saranno in larga parte impreparate. «Tutto questo porterà a favorire ancora di più il clima ideale di instabilità auspicato dalle élite per consegnare il paese a Draghi e raffigurarlo come il “salvatore”». A quel punto, conclude Sacchetti, «l’ex governatore della Bce porterà a termine il lavoro iniziato molti anni addietro sul panfilo Britannia».Sempre secondo il cattolico Sacchetti, è fondamentale comprendere la natura «spirituale» della guerra in corso, dal momento che non è il denaro la principale motivazione alla radice della crisi scatenata attraverso il Covid: «Chi sta ai massimi livelli ha in mano il sistema bancario e controlla la creazione stessa del denaro in maniera illimitata. Sono i livelli inferiori della gerarchia che vogliono sfruttarla per arricchirsi, ma sempre attenendosi fedelmente all’agenda delle grandi famiglie di banchieri come Rothschild o Rockefeller». All’élite finanziaria, Sacchetti oppone Trump e Putin, «che non vogliono far inginocchiare le loro nazioni ai piedi di questa cabala». Questi mesi, conclude Sacchi, in tono misticheggiante – saranno decisivi per comprendere «se si è aperta la finestra tanto bramata dal Nuovo Ordine Mondiale oppure se il piano sarà sventato da contingenze di carattere politico ispirate probabilmente sempre dalla Provvidenza».Lo scorso sabato sera c’era davvero una insolita fila di auto blu sotto casa di Mario Draghi, che ormai si muove e parla già come se fosse a Palazzo Chigi. Salvatore della patria? Non scherziamo: è uno dei massimi artefici del disastro nel quale ci troviamo. Lo sostiene Cesare Sacchetti, sul blog “La Cruna dell’Ago“. Sacchetti è tra quanti – non pochi – si mostrano scettici, rispetto all’ipotetica “conversione democratica” dell’ex numero uno della Bce, tra i massimi architetti del rigore europeo, già protagonista delle grandi privatizzazioni degli anni ‘90 che sabotarono il futuro dell’economia italiana. Al meeting estivo di Cl a Rimini, ricorda Sacchetti, Draghi si è scagliato contro chi ha messo a rischio il futuro dei giovani. Non dovrebbe far altro che guardarsi allo specchio – scrive – se davvero volesse individuare il colpevole. I giovani sono condannati a una vita di incertezze e di precarietà permanente a causa della feroce applicazione delle dottrine ordoliberiste imposte da Bruxelles e dalla grande finanza internazionale. «Draghi infatti è stato uno dei più feroci e spietati esecutori del piano economico del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale».
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Kennedy a Berlino: pandemia totalitaria, dal regime del 5G
Grazie a tutti. Negli Stati Uniti i giornali dicono che sono venuto qui per parlare con 5.000 nazisti. E domani confermeranno esattamente che io ero qui ho parlato con 3-5.000 nazisti. Quando guardo questa folla, vedo l’opposto del nazismo: vedo persone che amano la democrazia, persone che vogliono un governo aperto, che vogliono leader che non mentano loro e che non assumano decisioni arbitrarie con il fine di orchestrare l’opinione pubblica. La gente non vuole più governanti che inventino leggi e regolamenti arbitrari per orchestrare l’obbedienza della popolazione. Vogliamo politici che si preoccupino della salute dei nostri figli e non del profitto loro e della lobby farmaceutica. Vogliamo politici che non facciano accordi con Big Pharma. Questo è l’opposto del nazismo. Guardo questa folla e vedo bandiere dell’Europa, persone con diverso colore della pelle, di ogni nazione, religione; persone che si preoccupano dei diritti umani, della salute dei bambini, della libertà umana. Questo è l’opposto del nazismo. I governi amano le pandemie, le amano per la stessa ragione per cui amano la guerra, perché permette loro di avere il controllo della popolazione che altrimenti non avrebbero. Le istituzioni si stanno organizzando per orchestrare un’obbedienza imposta.Vi dirò qualcosa che per me è un mistero: tutte queste grandi e importanti persone, come Bill Gates e Anthony Fauci, hanno pianificato e pensato a questa pandemia per decenni, in modo che saremmo stati tutti al sicuro quando la pandemia finalmente sarebbe arrivata. Eppure, ora che ci siamo, non sembra sappiano quello di cui stanno parlando. E vanno avanti così. Diffondo numeri e non sono in grado di dirti qual è il tasso di mortalità per il Covid. Non riescono a fornirci un test Pcr che funzioni realmente. Devono cambiare di continuo la definizione di Covid nel certificato di morte per farlo sembrare sempre più pericoloso. La sola cosa di cui sono capaci è aumentare la paura. Settantacinque anni fa, Hermann Goering testimoniò al Tribunale di Norimberga. Gli venne chiesto: come avete convinto il popolo tedesco ad accettare tutto questo? E lui rispose: «È stato facile, non ha nulla a che fare con il nazismo: ha a che fare con la natura umana». Puoi fare questo in un regime nazista, socialista o comunista, puoi farlo in una monarchia o in una democrazia. L’unica cosa che si deve fare per rendere le persone schiave è spaventarle. E se riesci a trovare qualcosa per spaventarle riesci a fargli fare qualunque cosa tu voglia.Sessant’anni fa, mio zio John Fitzgerald Kennedy è venuto in questa città perché Berlino era la frontiera contro il totalitarismo globale. Oggi lo è ancora. Mio zio è venuto qui e ha orgogliosamente detto al popolo tedesco: «Ich bin ein Berliner». Oggi tutti quelli che sono qui possono orgogliosamente dire un’altra volta: «Ich bin ein Berliner». Fatemi dire un’altra cosa: non hanno fatto un buon lavoro con la protezione della salute pubblica, ma hanno fatto un ottimo lavoro nell’usare la quarantena per portare il 5G in tutti gli Stati e per portarci verso la moneta digitale, che è l’inizio della schiavitù. Perché se loro controllano il tuo conto in banca, controllano il tuo comportamento. E vediamo tutte queste pubblicità in Tv, che come slogan ripetono: «Il 5G sta arrivando nella tua città, cambierà la tua vita in meglio!». Sono molto convincenti queste pubblicità, devo dire. Perché mentre le guardo penso: è fantastico, aspetto trepidante che arrivi la tecnologia di quinta generazione perché sarò in grado di scaricare un videogioco in 6 secondi anziché 16. È per questo che stiamo spendendo 5 trilioni di dollari per il 5G? No, il motivo è per la sorveglianza e la raccolta dati. Non è per voi o per me: è per Bill Gates, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e tutti gli altri.La loro flotta di satelliti sarà in grado di sorvegliare ogni metro quadro sul pianeta, 24 ore al giorno. Ed è solo l’inizio: saranno anche in grado di seguire ognuno di voi attraverso i vostri smartphone, il riconoscimento biometrico facciale, il Gps. Pensate che ‘Alexa’ stia lavorando per voi? Lei sta lavorando per Bill Gates, spiandovi. Dunque la pandemia è una crisi di comodo, per le élite che stanno dettando le loro politiche. Gli dà la capacità di cancellare la classe media, di distruggere l’istituzione della democrazia e di portare tutta la nostra ricchezza nelle mani di una manciata di miliardari, per rendere ricchi loro stessi impoverendo gli altri. L’unica cosa che si interpone fra loro e i nostri figli è questa folla che è venuta in piazza a Berlino. Gli diremo: non cambierete la nostra libertà, non avvelenerete i nostri figli; noi vogliamo indietro la nostra democrazia. Grazie a tutti, e non smettete di lottare.(Robert Kennedy Jr., discorso pronunciato a Berlino il 29 agosto 2020 nella manifestazione oceanica contro la politica autoritaria intrapresa col pretesto del coronavirus. Il figlio di Bob Kennedy è intervenuto nella capitale tedesca ricordando il celebre discorso di suo zio, John Fitzgerald Kennedy, pronunciato il 26 giugno 1963. Proprio a Jfk, non a caso, Bob Dylan ha dedicato la canzone-denuncia “Murder Most Foul” anticipata sul web a fine marzo, giusto in coincidenza con l’inizio del lockdown universale, per diffondere lo stesso messaggio: la nostra libertà è in pericolo).Grazie a tutti. Negli Stati Uniti i giornali dicono che sono venuto qui per parlare con 5.000 nazisti. E domani confermeranno esattamente che io ero qui ho parlato con 3-5.000 nazisti. Quando guardo questa folla, vedo l’opposto del nazismo: vedo persone che amano la democrazia, persone che vogliono un governo aperto, che vogliono leader che non mentano loro e che non assumano decisioni arbitrarie con il fine di orchestrare l’opinione pubblica. La gente non vuole più governanti che inventino leggi e regolamenti arbitrari per orchestrare l’obbedienza della popolazione. Vogliamo politici che si preoccupino della salute dei nostri figli e non del profitto loro e della lobby farmaceutica. Vogliamo politici che non facciano accordi con Big Pharma. Questo è l’opposto del nazismo. Guardo questa folla e vedo bandiere dell’Europa, persone con diverso colore della pelle, di ogni nazione, religione; persone che si preoccupano dei diritti umani, della salute dei bambini, della libertà umana. Questo è l’opposto del nazismo. I governi amano le pandemie, le amano per la stessa ragione per cui amano la guerra, perché permette loro di avere il controllo della popolazione che altrimenti non avrebbero. Le istituzioni si stanno organizzando per orchestrare un’obbedienza imposta.
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Il complotto del virus: chi ha fatto bingo con la catastrofe
Nel documento che abbiamo pubblicato su “Luogo Comune”, intitolato “Il complotto del coronavirus” e costituito da 200 slide, si ipotizza la disseminazione intenzionale del virus. Riepiloghiamo, si legge, gli scopi del complotto portato avanti dall’élite mondiale. Ridurre le libertà civili e il diritto di assemblea e di manifestazione. Rendere legali sistemi di controllo sempre più pervasivi (telecamere, droni, app, spyware). Fomentare la guerra tra poveri, istigando collaborazionisti inconsapevoli. Prolungare lo shock il più a lungo possibile (quarantena, distanziamento sociale, mascherina). Lucrare direttamente, con la pre-conoscenza degli eventi, nel settore economico-finanziario: per esempio, quelli che hanno scommesso sul crollo delle Borse nella primavera 2020. Ricomprare a pochi spiccioli le aziende che falliranno. Avere disponibilità di folle impoverite, che accetteranno lavori a condizioni degradanti. Lucrare direttamente nel settore medico, imponendo l’obbligo di vaccinazione per il Covid.Sempre nel settore medico, lucrare estendendo l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale. Aggiungo l’obbligo per tutti gli altri vaccini, perché tra un po’ arriverà il “passaporto vaccinale”, senza il quale non potremo più fare nulla. Ancora: portare a compimento vari progetti sospesi per l’interferenza nella società civile, cioè il tanto ricercato bavaglio alla Rete. Sono anni che si disperano per cercare un modo per metterci il bavaglio, e adesso – con la scusa del Covid – hanno creato le task-force contro le “fake new” sul Covid; poi il Covid andrà via, ma le task-force contro le “fake news” rimarranno, ovviamente, e quindi avranno trovato il modo di mettere il bavaglio alla Rete. Poi: installazione e attivazione del 5G senza rispettare il principio di precauzione. Quante volte abbiamo sentito dire: poverini, gli studenti a casa, che non potevano seguire la didattica a distanza perché non avevano una buona connessione; corriamo tutti a mettere il 5G, così il bambino avrà il cellulare all’orecchio sempre acceso, anche quando va in bagno a fare la pipì.Altri vantaggi del complotto: giustificare l’introduzione fattiva della moneta elettronica a discapito di quella fisica. Indebitare le nazioni verso le banche, con strumenti quali il Mes. Eccetera, eccetera. Questa “laundry list” di vantaggi è praticamente infinita, ed è proprio quello che ti porta a pensare come sia impossibile che siamo di fronte a un evento naturale, cioè che questo virus sia arrivato per caso, dal pipistrello. Fa felici talmente tante persone, ai livelli alti (quelli che si occupano del controllo della popolazione) che non può essere una coincidenza. Nessuno è così fortunato da fare tombola 27 volte di seguito con un solo virus. E’ chiaro, che c’è dietro qualcuno che l’ha voluto.(Massimo Mazzucco, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Mazzucco Live” del 25 luglio 2020 su YouTube, in relazione al dossier “Il complotto del coronavirus” pubblicato su “Luogo Comune” il 19 luglio 2020).Nel documento che abbiamo pubblicato su “Luogo Comune”, intitolato “Il complotto del coronavirus” e costituito da 200 slide, si ipotizza la disseminazione intenzionale del virus. Riepiloghiamo, si legge, gli scopi del complotto portato avanti dall’élite mondiale. Ridurre le libertà civili e il diritto di assemblea e di manifestazione. Rendere legali sistemi di controllo sempre più pervasivi (telecamere, droni, app, spyware). Fomentare la guerra tra poveri, istigando collaborazionisti inconsapevoli. Prolungare lo shock il più a lungo possibile (quarantena, distanziamento sociale, mascherina). Lucrare direttamente, con la pre-conoscenza degli eventi, nel settore economico-finanziario: per esempio, quelli che hanno scommesso sul crollo delle Borse nella primavera 2020. Ricomprare a pochi spiccioli le aziende che falliranno. Avere disponibilità di folle impoverite, che accetteranno lavori a condizioni degradanti. Lucrare direttamente nel settore medico, imponendo l’obbligo di vaccinazione per il Covid.
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Tso universale totalitario, la nuova normalità è psichiatrica
La gente vuole tornare alla “normalità”, dopo lunghi mesi di chiusura, depressione, distanziamento sociale, mascherine e paura. Accogliamo con sollievo la notizia, benché poco convinti della saggezza popolare al tempo della comunicazione di massa e della società-spettacolo, in cui le folle sono manovrate dall’alto con straordinaria facilità. La domanda, tuttavia, è un’altra: qual è la normalità nell’Occidente terminale degli anni Venti del secolo XXI? La questione è dirimente poiché tutto è stato capovolto, revocato in dubbio, sottoposto al giudizio impietoso della decostruzione, poiché la vita individuale e collettiva è tanto mutata in pochi anni, la nostra vita sottoposta a una serie di condizionamenti sempre più simili ad altrettante dittature: finanziaria, tecnologica, della sorveglianza, adesso anche sanitaria. Vogliamo fare qualche esempio della normalità a cui aspiriamo? Se un bimbo è attivo, vivace, è iperattivo o ipercinetico. Se, al contrario, è tranquillo e silenzioso, forse ha qualche sintomo di autismo. Se si annoia e si distrae a scuola è perché superdotato oppure ha un deficit di attenzione. Non è buono il generoso e malvagio il criminale: entrambi sono un po’ matti. Non siamo più tristi, ma depressi. Non siamo vigili, sempre all’erta, ma stressati.Se inventi una storia con l’immaginazione, non hai più fantasia di altri, ma deliri. Se per caso ti capita di pensare ad alta voce, hai una crisi psicotica. Se preghi, hai manie religiose. Se ti imponi con grande sforzo di sorridere dopo aver versato lacrime, sei bipolare. Le sofferenze sono traumi, le paure, fobie. Le abitudini sono compulsioni e i progetti, ossessioni. Usiamo a briglia sciolta il linguaggio della psichiatria: non se ne può concludere altro se non che viviamo in una società malata. E la malattia consiste precisamente nel fatto che abbiamo cessato di essere società, tanto meno comunità. Chiamiamo normalità, dopo il sinistro lockdown e il terrore distillato dal potere per i rischi di contagio, il ritorno alla condizione nevrotica cui ci eravamo assuefatti. Logico: siamo un aggregato casuale di bolle soggettive, aspiranti al reddito di cittadinanza, senza linguaggio né consistenza. Non sappiamo più che non si può condividere nulla senza un linguaggio comune, codici riconosciuti, sguardi che vanno nella stessa direzione.Ci fu bisogno di secoli di parole per consolidare il cristianesimo e decenni di libri ed enciclopedie per suscitare i Lumi. Adesso siamo invasi dai barbari, e conviene rammentare che il principale nemico dei barbari (in greco “coloro che balbettano”) è il linguaggio. Il nostro tallone d’Achille è la sensazione – infondata – di sicurezza e superiorità. Sono bastati meno di ottant’anni di relativa pace (pochi per una civiltà, solo la vita di un uomo, in fin dei conti), accompagnata dal progressivo disprezzo per la Storia, per dimenticare la linea, sempre troppo sottile, che separa la civilizzazione dalla barbarie. Distruggiamo le statue perché sono statue e stanno in piedi, erette, stabili. Se sono di santi, perché sono cristiani; se sono scrittori, perché furono uomini; se sono donne, perché sono bianche. Presto abbatteremo anche i lampioni, il cui torto è fare luce. La menzogna esiste dalla notte dei tempi, come scandalo e come contrasto alla verità. Ci hanno insegnato a riconoscerla, ma subito dopo a tollerarla. Ci siamo abituati e alla fine l’abbiamo trasformata in virtù. Siamo andati oltre: l’abbiamo abolita.Con la menzogna, abbiamo abrogato anche la verità: senza un linguaggio comune, sono indistinguibili entrambe. Avanziamo verso la decostruzione della stessa grammatica: già è considerato sospetto costruire una proposizione con soggetto, verbo e predicato. Asserire che due più due fa quattro è il segno sicuro di una mentalità reazionaria. Non abbiamo ritenuto sufficiente umiliare la semantica, abbiamo tagliato la testa alla grammatica e la esibiamo sulla punta della spada come prezioso trofeo. In nome di una nuova civilizzazione sempre più civilmente civilizzata, i barbari hanno preso il potere e hanno cominciato a dare un nuovo nome alle cose. Dopo la secolarizzazione, poteva arrivare solo la decostruzione e, finalmente, l’atto finale: il balbettio indistinto. Abbiamo ascoltato in un programma televisivo un uomo adulto bianco affermare di essere nero e una ragazza in gravidanza asseverare con inusitata serietà di sentirsi uomo. Tutti e due avevano l’apparenza di parlare, ma in realtà balbettavano.Se tutto è una costruzione sociale e più di ogni altra cosa lo è il linguaggio, si impone l’impresa di costruire un mondo nuovo sulla pura soggettività. Pochi, nel baccano indistinto di Babilonia, tentano invano di convincere che nel nuovo mondo nessuno sarà capace di capire alcunché per evidente, totale mancanza di codici comuni e significati accettati. La chiusura della mente va di pari passo con l’impossibilità di riconoscere spazi comuni e intendere linguaggi. In linguistica, una parola difficile pressoché sconosciuta, idioletto, indica l’insieme degli usi linguistici soggettivi, la particolare varietà del sistema linguistico propria di ogni singolo parlante. Ovviamente, milioni di idioletti individuali non costituiscono alcun alfabeto comune. Sappiamo di uomini che, sentendosi donne, pretendono di utilizzare le toilettes e gli spogliatoi femminili; non è lontano il momento in cui qualcuno pretenderà di essere capito parlando in aramaico.Dicono che Churchill fu colpevole di discriminazione e la regina Isabella di Castiglia ancor di più, nonostante abbia vietato la schiavitù: deserto, cancellazione della cultura. I barbari di ogni tempo amano il deserto, forse perché è piano. Impongono perciò la prassi rivoluzionaria-nichilista, innamorata della tabula rasa – di trasformare la civiltà in un immenso deserto. Se gliene hanno dedicate, siano abbattute le statue di Friedrich Nietzsche, che fece dire a Zarathustra: «Il deserto avanza. Guai a chi in sé cela deserti». Quando il deserto è grande come un’intera civilizzazione, quello è il tempo degli ultimi uomini. «Allora la terra si sarà rimpicciolita e su di essa andrà salticchiando l’ultimo uomo, colui che tutto rimpicciolisce. La sua schiatta è inestirpabile, come la pulce di terra; l’ultimo uomo è il più longevo. Abbiamo scoperto la felicità, dice ammiccando» (Friedrich Nietzsche, “Così parlò Zarathustra”). Una ben strana felicità, alla quale dobbiamo opporre la difficile arte di restare in piedi tra le rovine, sapendo che «è ritornato il tempo delle negazioni assolute e delle affermazioni sovrane» (Julius Evola, “Gli uomini e le rovine”).Il panorama è sconvolgente: uomini contro donne, femministe contro quelle che non lo sono in misura sufficiente, transessuali contro omosessuali e omosessuali contro eterosessuali. E tutti e tutte – peccato che nella lingua italiana manchi il genere neutro – contro il fantasma di una struttura razzista, maschilista, patriarcale e capitalista che, lo hanno finalmente scoperto, abita in ogni angolo del cervello dei bianchi. L’identitarismo soggettivo (!!!) è la forma patologica, sottilmente psichiatrica, per recuperare un senso di appartenenza che l’Occidente ha gettato dalla finestra da mezzo secolo. Agisce come elemento distruttivo che sprigiona una rabbia coltivata da tempo: da quando l’uomo europeo ha deciso che la miglior maniera di essere tale era smettere di esserlo. Dopotutto, Robespierre, Marx, Hitler, Lenin e Stalin erano di questa parte del mondo e ambivano – con notevole esito – a fare tabula rasa.Ciò che verrà dopo l’apoteosi iconoclasta sarà un totalitarismo narcotico diretto da un’Onu diffusa, dalle grandi Ong e da istituzioni dominate da privati straricchi come l’Organizzazione Mondiale della Sanità. I governi non saranno più che delegazioni consolari del potere e la popolazione mondiale, atomizzata e insieme omogeneizzata nei gusti, nelle idee e nell’aspetto, senza tradizioni né famiglia, si raggrupperà per autodifesa in identità artificiose, ostili, costantemente in lite tra loro. In nome del Bene Supremo Universale e della Pace Perpetua, si occuperà di soffocare i conflitti una fragile religione new age – liquida, estranea alla verità e aliena a qualsiasi intenzione di “tenere insieme”: religare, legare insieme, è la radice originaria della parola.La cultura odierna, che avvolta nei suoi stracci disprezza quanto ignora, è già ciò che aveva inteso Zarathustra: [gli uomini] «hanno qualcosa della quale vanno superbi. Come chiamano, però, ciò che li fa superbi? La chiamano cultura: essa li distingue dai pastori di capre». La filosofia – scienza della conoscenza, pensiero meditante – sarà tollerata solo come ancella della teologia dominante, climatica, animalista e Lgbt. Si provvederà a sfrattare definitivamente l’antropologia e la sociologia a favore della zoologia, mentre la storia sarà sostituita dall’isteria e la geografia gioiosamente abolita. Resisterà la psichiatria, scienza delle scienze nell’ardimentoso mondo nuovo. Aiuterà a sopportare tutto, tra pillole, dipendenze assortite e le etichette tassonomiche che ci raggrupperanno a seconda delle deviazioni indicate dalla Bibbia. Non quella di Gerusalemme, ma il Dsm, il manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali, tanto caro all’industria farmaceutica. Non esisteranno più i fatti, ma le interpretazioni, con l’eccezione delle Verità imposte sul momento dal Progresso. Ex cathedra, ma nel nome del Bene, dell’Uguale e del Neutro.La civiltà occidentale sta civettando con la decostruzione dal secolo XVIII, con spettacolare intensificazione dalla seconda metà del XX. Il salto di qualità attuale è una fase consistente nel distruggere la semantica, ossia la scienza dei significati destinati a essere definiti e cristallizzati da parole significanti e dalle relazioni fra le espressioni linguistiche e il mondo che dovrebbero descrivere. Colpa di una cultura politica addormentata, corriva, interessata solo all’amministrazione economica, che ci ha lasciato alle prese con codici truffaldini imposti affinché il linguaggio non serva alla verità. Si imporrebbe un duro lavoro di ricostruzione delle menti a partire dal linguaggio, un’opera alla quale nessuno pare interessato. Finanche il virus è stato combattuto con le parole più che con atti concreti: pensiamo al sintagma obbligato del “distanziamento sociale”. Un codice perverso e acrobatico: in una comunità la distanza è per costituzione a-sociale o anti-sociale. E’ un autentico genio del male l’inventore linguistico del distanziamento sociale.Citiamo Wikipedia, vangelo digitale politicamente correttissimo: «Il distanziamento fisico o distanziamento personale, mal conosciuto anche come distanziamento sociale, consiste in una serie di misure non farmaceutiche di controllo delle infezioni, con l’obiettivo di bloccare o ritardare la propagazione di una malattia contagiosa». Qualcosa di estremo, provvisorio, finalizzato, sta diventando la bandiera di un mutamento sostanziale nei rapporti tra le persone. Si tratta di un controsenso, degno della normalità psichiatrica a cui ci stiamo assuefacendo. Indovinò Basaglia con l’anti psichiatria, per cui la pazzia non esiste poiché malata è la società intera? Come si può definire “sociale” interporre distanze all’atto più normale, comune e umano di tutti, quello di vivere con gli altri? Dovrebbe saltare agli occhi – se li usassimo per vedere anziché per essere spettatori passivi di futili frammenti imposti dal sistema di comunicazione – che siamo vittime di un esperimento di ingegneria sociale su carne viva. Torniamo all’inizio, alla nuova normalità medicalizzata, dolcemente psichiatrica. Non siamo più solo conformisti, ma disciplinati. Per paura, pendiamo dalle labbra di un potere protettivo.Nel Sessantotto avevano abolito l’autorità. Sotto forma di rassicurazione contro una paura largamente enfatizzata, l’autorità è tornata, più insidiosa, pervasiva e indiscutibile di prima. Ben ti sta, stupido uomo bianco occidentale senza Dio, senza padri, senza eredi, senza storia, senza passato, stolto imbrattatore di statue col paraocchi di Oggi e del Progresso, credulo adoratore degli “esperti”. Sei passato dall’Ipse dixit di Aristotele a quello dei professori in camice bianco, dei ciarlatani a reti unificate, dei tecnici, degli “influencer”, delle ragazzine ecologiste con turbe psichiche. Sì, la nuova normalità è un grande Tso universale, il trattamento sanitario obbligatorio praticato a un’umanità di servi tremebondi e balbuzienti. Una servitù volontaria su cui scrisse pagine indelebili Etienne de La Boètie: qualunque tiranno detiene il potere fintanto che i sudditi glielo concedono. La libertà umana originaria è stata abbandonata come rifiuto tossico da una società corrotta che preferisce la comoda servitù del cortigiano alla dura condizione dell’uomo libero che rifiuta di essere sottomesso. Per i più, meglio la rassicurante mascherina distribuita dal potere che il volto libero esposto al sole e alle intemperie. C’è un bando di arruolamento tra i ribelli?(Roberto Pecchioli, “La nuova normalità psichiatrica”, dal blog di Maurizio Blondet del 16 luglio 2020).La gente vuole tornare alla “normalità”, dopo lunghi mesi di chiusura, depressione, distanziamento sociale, mascherine e paura. Accogliamo con sollievo la notizia, benché poco convinti della saggezza popolare al tempo della comunicazione di massa e della società-spettacolo, in cui le folle sono manovrate dall’alto con straordinaria facilità. La domanda, tuttavia, è un’altra: qual è la normalità nell’Occidente terminale degli anni Venti del secolo XXI? La questione è dirimente poiché tutto è stato capovolto, revocato in dubbio, sottoposto al giudizio impietoso della decostruzione, poiché la vita individuale e collettiva è tanto mutata in pochi anni, la nostra vita sottoposta a una serie di condizionamenti sempre più simili ad altrettante dittature: finanziaria, tecnologica, della sorveglianza, adesso anche sanitaria. Vogliamo fare qualche esempio della normalità a cui aspiriamo? Se un bimbo è attivo, vivace, è iperattivo o ipercinetico. Se, al contrario, è tranquillo e silenzioso, forse ha qualche sintomo di autismo. Se si annoia e si distrae a scuola è perché superdotato oppure ha un deficit di attenzione. Non è buono il generoso e malvagio il criminale: entrambi sono un po’ matti. Non siamo più tristi, ma depressi. Non siamo vigili, sempre all’erta, ma stressati.
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Poveri illusi, credete che ci lascino tornare alla normalità?
Qualche settimana fa Bill Gates, tipico rappresentante della barbarie culturale americana “aumentata” e resa cieca dal potere e da livelli di ricchezza indecorosi, ha paragonato la lotta al Covid alla seconda guerra mondiale, un parallelo demenziale dove il virus diventa Hitler e i vaccini e il controllo sociale informatico fanno la parte delle forze alleate. E’ evidente che Bill non ha mai aperto un libro di storia in vita sua o se lo ha fatto non ci ha capito molto, ma non rinuncia a utilizzare in maniera ancora più grottesca del solito la reductio ad hitlerum che è l’artificio retorico fondamentale del Washington consensus: tutto ciò che si oppone ai disegni delle élites occidentali diventa il male assoluto. Tuttavia nello stesso editoriale dove il vaccinatore folle propone questo sconsiderato paragone, fa un un esame e al tempo stesso un panegirico di tutti gli strumenti informatici e i finanziamenti privati disponibili per il “passaporto Covid”, ovvero i certificati digitali sanitari destinati a dividere i sani dai “malati”, i puri dagli intoccabili e questo per ogni virus presente e futuro, esistente o meno, creato o pompato. Ora è difficile immaginare qualcosa di più vicino allo spirito del nazismo e alle tendenze eugenetiche di quel regime che sono diventate anche quelle delle attuali oligarchie del denaro.Ora di ciò che pensa Gates potremmo anche infischiarcene da un punto di vista puramente intellettuale vista l’assoluta povertà dei contenuti e la consapevolezza appannata dal denaro che spinge fatalmente a giocare con i destini altrui mostrando il volto della filantropia, ma non si può evitare il confronto con la nuova eugenetica che nasce dal controllo di massa. Essa si fonda su una sorta di dittatura pseudoscientifica, cone del resto l’eugenetica del secolo scorso: non dimentichiamo che il manifesto per la razza dell’estate 1938 – ed era proprio luglio – si chiamava ufficialmente “manifesto degli scienziati per la razza” a dimostrazione che la libertà della scienza è solo un concetto limite, qualcosa che si conquista ogni giorno, ma che non è possibile dare per scontato, anzi non lo è quasi mai. Oggi invece di dividere l’umanità a seconda del colore della pelle o dell’etnia la si intende dividere in individui che accettano la perdita delle libertà fondamentali, ovvero i nuovi “sani” e chi invece recalcitra avendo coscienza che questa ingegnerizzazione della società elaborata nei think tank neoliberisti e negli incubi dei super ricchi spazza via la dignità, il lavoro e il futuro per enormi masse di persone.Il tutto si traduce si traduce anche in un neo maltusianesimo che del resto è un altro dei punti apertamente portato avanti da Gates. Come egli concili la diminuzione di popolazione con la campagna vaccinale che dovrebbe avere lo scopo opposto è per ora un mistero, ma temo che se non si riuscirà ad arginare il neonazismo sanitario di cui Gates è il Führer, lo scopriremo presto. Chi pensa che la situazione che si è creata con l’assunzione di un virus modestamente patogeno in killer universale sia passeggera, che si tornerà alla normalità e che i danni inflitti dalle misure di contenimento a seguito di una semplice sindrome influenzale potranno essere riparati, è davvero un ingenuo: proprio l’artificialità dell’allarme denuncia che ci sono poteri interessati a trasformare la crisi in stato permanente e distruggere così ciò rimane della democrazia, sia pure ridotta a democratismo, come aveva previsto nello specifico Marcuse, ma che tutta la scuola di Francoforte aveva previsto attraverso la pervasività dei media di massa, che abituano le persone ad una ricezione passiva dei messaggi. Finito un virus se ne farà un altro e poi un altro ancora, e se non basta verranno aggiunti sempre nuovi pericoli. Ecco perché non bisogna farla passare liscia ai narratori della peste, perché la peste sono loro.(”Adolf Gates”, dal blog “Il Simplicissimus” del 5 luglio 2020).Qualche settimana fa Bill Gates, tipico rappresentante della barbarie culturale americana “aumentata” e resa cieca dal potere e da livelli di ricchezza indecorosi, ha paragonato la lotta al Covid alla seconda guerra mondiale, un parallelo demenziale dove il virus diventa Hitler e i vaccini e il controllo sociale informatico fanno la parte delle forze alleate. E’ evidente che Bill non ha mai aperto un libro di storia in vita sua o se lo ha fatto non ci ha capito molto, ma non rinuncia a utilizzare in maniera ancora più grottesca del solito la reductio ad hitlerum che è l’artificio retorico fondamentale del Washington consensus: tutto ciò che si oppone ai disegni delle élites occidentali diventa il male assoluto. Tuttavia nello stesso editoriale dove il vaccinatore folle propone questo sconsiderato paragone, fa un un esame e al tempo stesso un panegirico di tutti gli strumenti informatici e i finanziamenti privati disponibili per il “passaporto Covid”, ovvero i certificati digitali sanitari destinati a dividere i sani dai “malati”, i puri dagli intoccabili e questo per ogni virus presente e futuro, esistente o meno, creato o pompato. Ora è difficile immaginare qualcosa di più vicino allo spirito del nazismo e alle tendenze eugenetiche di quel regime che sono diventate anche quelle delle attuali oligarchie del denaro.