Archivio del Tag ‘Statuto dei Lavoratori’
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Gino Giugni, un eroe democratico per salvare l’Italia
«Mi auguro, almeno, di non vedere più un partito socialista schierato con la destra». Sembrano scritte ieri queste parole di Gino Giugni, padre della più importante conquista nella storia democratica del paese: lo Statuto dei Lavoratori. Quello di Giugni – così simile a Stefano Rodotà per temperamento, trasparenza, sobrietà, fermezza e cultura politica – sarebbe il profilo perfetto per l’uomo chiamato, dal Quirinale, a guidare l’Italia nella spaventosa tempesta del 2013. «Il problema è che oggi questa figura non esiste», dice Paolo Barnard. Nostalgia Giugni: ovvero, il socialismo umanitario aggiornato al terzo millennio. La risposta democratica alla crisi, impugnando la dignità fondamentale della vera politica. «Sarà un po’ antico, ma l’unica via di salvezza resta il socialismo», è arrivato a confidare il più impervio degli intellettuali italiani, Guido Ceronetti, in un recente incontro coi ragazzi torinesi del Movimento per la Decrescita Felice fondato da Maurizio Pallante.
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No ai banchieri: un referendum contro il massacro sociale
«Chiunque voglia affrontare le elezioni del 2013 in modo credibile, non può non dire come si correggono i disastri delle “riforme”, da quella delle pensioni a quella del mercato del lavoro». Spetta a Giorgio Airaudo, responsabile Fiom del settore auto, sintetizzare la vocazione del “soggetto politico nuovo”, provvisoriamente battezzato a Firenze il 28 aprile col nome di “Alba”: alleanza tra lavoro, beni comuni e ambiente. Un “work in progress” che raduna gli indignati e i delusi della non-politica: non tanto per creare l’ennesimo nuovo partito, quando per imporre un’agenda pubblica precisa. Primo obiettivo, dirompente: raccogliere da subito 500.000 firme per indire un referendum che sbarri la strada al Fiscal Compact, che impone il pareggio di bilancio e quindi la fine dello Stato sociale.
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Ferrero: tagliamo la Tav e avremo 500.000 posti di lavoro
Un reddito sociale garantito per i giovani senza lavoro attingendo ai super-patrimoni dei ricchissimi e un piano strategico ecologico, per il riassetto idrogeologico e la riconversione energetica, tagliando grandi opere inutili come la Torino-Lione e l’acquisto dei 130 cacciabombardieri F-35. Lo propone il leader di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero: «Si parla molto di dare una opportunità ai giovani e il tutto si risolve nella proposta di abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori». Meglio fare proposte alternative, destinate a creare economia reale. Come? Tagliando sprechi e imponendo una mini-patrimoniale. Obiettivo: mezzo milione di posti di lavoro, in attività realmente utili per tutti.
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Bocciato anche Monti, la Bce preferisce lasciarci affondare
Il downgrading di S&P sancisce la sconfitta della troika europea Monti-Merkel-Draghi, già evidente nei mercati finanziari. “Monti promosso dall’Europa”, titolavano solo due giorni fa i giornali compiacenti; promosso, sì, ma da un’Europa bocciata senz’appello. Nella gestione della crisi esplosa nel 2008, gli eurocrati hanno fallito ripetutamente: in Grecia (l’unico paese dove davvero i debiti sono troppi: non si è voluto prenderne atto); in Irlanda (uno dei paesi più virtuosi al mondo, costretto dalla Bce a socializzare le perdite delle banche); in Portogallo e Spagna (meno debiti della Germania, disoccupazione oltre il 20%), in Italia, ed infine in Francia ed Austria (le banche traballano). Si salvano per ora solo la Germania e i suoi satelliti, ma solo grazie a svalutazioni competitive interne a scapito dei partner europei.
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Debito? No, grazie: non paghiamo il piano Marchionne-Bce
«Non paghiamo il loro debito e mandiamo a casa l’intero ceto politico italiano». “Alternativa”, il movimento diretto da Marino Badiale e fondato da Giulietto Chiesa, in vista dello sciopero generale del 6 settembre avverte la Cgil: fermare la manovra “lacrime e sangue” ora al vaglio del Parlamento non basta, perché dopo questa ne verranno altre, anche peggiori. Diretto l’appello al sindacato di Susanna Camusso: se non si straccia il “patto scellerato” del 28 giugno che toglie peso allo Statuto dei Lavori consentendo alle aziende libertà di licenziamento, il “piano Marchionne” concepito per la Fiat finirà per essere esteso a tutta l’Italia – esattamente come chiede la Bce – magari col consenso del Pd.
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Licenziamento facile, Repubblica: Napolitano dirà no
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – bersagliato da scritte come “Pertini non avrebbe firmato”, comparse il 13 marzo alla manifestazione “viola” del centrosinistra in piazza San Giovanni a Roma – starebbe «meditando seriamente di rinviare alle Camere una delle ultime leggi volute dal governo». Lo scrive il 15 marzo il vicedirettore di “Repubblica”, Massimo Giannini, secondo cui il Quirinale sta per rifiutarsi di sottoscrivere il «famigerato» decreto legge 1167-B, che colpisce l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori introducendo la possibilità di ricorrere all’arbitro, anziché al giudice, in caso di controversie sul posto di lavoro.
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Brunetta: rimpiangeremo Giugni, stratega dei lavoratori
Gino Giugni è stato un uomo tanto intelligente quanto coraggioso. L’intelligenza traspariva dal sorriso bonario che ti contrapponeva quando avevi detto un’ingenuità. Il coraggio era evidente nello sguardo che si illuminava di fronte alle sfide più difficili. Grazie alla straordinaria intelligenza è riuscito, di volta in volta, a trovare quel delicato punto di equilibrio tra interessi contrapposti che determina il successo di ogni riforma. Grazie all’indomito coraggio è riuscito a far sì che quelle riforme diventassero realtà e incidessero in profondità sulla società italiana.