Archivio del Tag ‘studenti’
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Monti fallirà: non si esce dalla crisi col massacro sociale
Confesso che non sono sceso in piazza con la bandiera tricolore per festeggiare la caduta di Berlusconi. Ho passato questi ultimi 17 anni a combattere Berlusconi, la sua cultura, le sue prepotenze. Prima ho fatto lo stesso con il suo maestro Craxi. Eppure la sera del 12 novembre non l’ho sentita come una liberazione. I paragoni storici che si stanno facendo mi paiono fuorvianti. Come Marco Revelli, non vedo nessun 25 aprile in atto. Non mi risulta che il governo di allora fosse di larghe intese tra Cln e Repubblica sociale. Ma non vedo nemmeno un chiaro 25 luglio, se non per l’annuncio del governo Badoglio: «La guerra continua».
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Contro Wall Street: Usa, primo sciopero generale dal 1946
«Il mondo è stanco delle diseguaglianze causate da questo sistema, è arrivato il momento di fare qualcosa e lo sciopero generale di Oakland è un colpo d’avvertimento per l’1 per cento: la loro ricchezza esiste solo perché il 99 per cento la crea per loro». Parola dei lavoratori del porto di Oakland, uno dei maggiori scali americani, sulla costa pacifica, epicentro della storica agitazione proclamata il 2 novembre: il primo sciopero generale indetto negli Stati Uniti dal 1946. E’ l’evoluzione radicale della protesta spontanea innescata il 17 settembre dal movimento “Occupy Wall Street”, duramente repressa dalla polizia negli ultimi giorni.
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Erri De Luca: non illudetevi, i giovani chiedono giustizia
«Le devastazioni nel centro della capitale sono danni collaterali: c’è una ragione molto più forte di quei danni, una ragione che può oscurare i poteri costituiti». Il pericolo: «La lotta armata», il fantasma che si nasconde dietro alla legge Reale evocata da Di Pietro per ridurre, insieme a Maroni, la libertà di manifestare. «Quella legge ha incrementato la lotta armata: il rischio è sempre quello di costringere a reagire». Lo scrittore Erri De Luca, in visita al centro sociale studentesco “Bartleby” di Bologna, non ha dubbi su quello che potrebbe significare la reintroduzione di norme liberticide: per lui, che da membro di spicco di “Lotta Continua” non volle seguire le sirene del terrorismo quando il gruppo dell’extra-sinistra si sciolse, quella legge porterebbe solo a radicalizzare lo scontro, mettendo a tacere le piazze e rischiando di trasformare la guerriglia urbana in terrorismo.
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Se i soliti violenti oscurano la protesta degli Indignati
Ancora una volta, poche centinaia di violenti alla fine ce l’hanno fatta: hanno completamente oscurato la protesta di duecentomila “indignados”, trasformando Roma in un campo di battaglia: 70 feriti, una ventina di fermi e 12 arresti è il bilancio della manifestazione del 15 ottobre, l’I-Day contro la “dittatura mondiale della finanza” che stritola il welfare col ricatto del debito. Una catastrofe, a cui migliaia di manifestanti pacifici hanno cercato a lungo di opporsi, facendo scudo alla polizia e intimando ai “black bloc” di allontanarsi; i manifestanti hanno anche attaccato i teppisti, arrivando a consegnarne tre alle forze dell’ordine. Il tutto, in una vigilia “aperta” dall’irridente dichiarazione di Mario Draghi: il futuro presidente della Bce, che impone all’Italia di tagliare il proprio avvenire, sostiene che i ragazzi che protestano hanno ragione.
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Cremaschi: gli usurai d’Europa non avranno i nostri soldi
Sul “Corriere della Sera” qualche giorno fa è uscita una lettera terribile: è un attacco a tutto. Qualcuno ha detto che Draghi è un uomo di cultura, e che va rispettato; io trovo una bassezza da ragionere commercialista della val Brembana, in quel testo, in cui vedo tutto tranne che cultura. Quella lettera è di una violenza inaudita: due privati cittadini – perché questo sono, sostanzialmente, Trichet e Draghi – scrivono al presidente del Consiglio, con un tono di un’arroganza totale, dicendo: abbiamo visto che avete fatto delle cose, però dovreste fare questo, questo e questo. Quando è stata pubblicata quella lettera, in prima pagina, ho pensato: adesso, in Italia, finalmente si apre il dibattito politico; i grandi partiti, i grandi esponenti politici – quelli di destra, quelli di sinistra, quelli avanzati, quelli arretrati, quelli del cambiamento, quelli delle “narrazioni” – si mettono a narrare della lettera della Banca centrale europea. Silenzio totale.
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Antipolitica? No, ribellione: l’Italia non ne può più
In principio c’è un artificio semantico, una truffa verbale. “Antipolitica”, l’epiteto con cui la politica ufficiale designa questa nuova cosa. Marchio di successo, tant’è che digitandolo su Google si contano 780 mila risultati. Ma che cos’è l’antipolitica? Un sentimento becero, un vomito plebeo? No, un inganno. L’ennesimo inganno tessuto dal sistema dei partiti. Perché mescola in un solo calderone il popolo di Grillo e il think tank di Montezemolo, le signore della borghesia milanese che hanno votato Pisapia e gli studenti in piazza contro la Gelmini, i dipendenti pubblici bastonati da Brunetta e gli imprenditori taglieggiati dall’assessore di passaggio. E perché con questa parola i politici definiscono l’identità altrui a partire dalla propria. Come facciamo ormai un po’ tutti, definendo extracomunitario il filippino o l’egiziano.
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Israele, scuola di odio: oggi bimbi, domani killer in uniforme
Palestinesi? No, meglio: arabi. A meno che non ci sia di mezzo l’argomento principe: il terrorismo. Allora, come d’incanto, gli “arabi” che vivono tra Betlemme e Gaza diventano, magicamente, “palestinesi”. Per il resto, rimangono semplicemente “arabi”, magari a dorso di cammello, vestiti come Ali Babà. «Spregevoli, devianti e criminali, gente che non paga le tasse, che vive a spese dello Stato, che non vuole progredire». E’ quello che raccontano i libri di testo israeliani, che a partire dalla scuola elementare preparano i futuri soldati di leva a prendere a fucilate gli “arabi” dei Territori Occupati e magari qualche scomodo attivista loro amico, come l’americana Rachel Corrie o l’italiano Vittorio Arrigoni. Un’indecenza, alla quale ora si ribella una docente universitaria israeliana, Nurit Peled-Elhanan.
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I No-Tav alla polizia: fermiamo insieme la rapina dell’Italia
Il movimento No Tav lancia un appello ai cittadini in divisa che dovrebbero mettere in pratica quanto richiesto dalla politica. Il mondo politico e imprenditoriale auspica con bellicose dichiarazioni una soluzione “militare da parte delle Forze dell’Ordine” per liberare entro il 31 maggio l’area de La Maddalena per non perdere il finanziamento europeo alla nuova, inutile e devastante linea ferroviaria Torino Lione… Invitiamo tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine di qualsiasi corpo e grado a riflettere profondamente sulla situazione e sulle cause che l’hanno originata. Siete chiamati a facilitare con la forza l’avviamento di un progetto voluto dalle lobby politico/imprenditoriali/mafiose al solo scopo di poter mettere le mani su centinaia di milioni di euro di denaro pubblico.
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Rivoluzioni inedite: contro il potere, un mondo senza leader
È stata la vicenda libica ad agganciare l’attenzione costernata del mondo, è stata la violenza folle e crudele di un capo di Stato senza principi e senza scrupoli divenuto un sanguinario serial killer in questi suoi ultimi giorni di permanenza e di resistenza, una specie di Hitler ancora più folle che, si dice mentre scriviamo, sta pensando di bombardare le sorgenti del suo petrolio in modo da creare una morte immensa per tutti, chi lo ha sostenuto e chi lo ha combattuto fino alla fine. In questo spettacolo di ferocia totale sono sembrate quasi normali le transizioni di regime avvenute in Egitto e Tunisia. Ma non lo sono. Sono Paesi in attesa di colmare un vuoto di identità, di governo e di futuro.
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Allegri, l’Italia è in sfacelo ma gli italiani non ancora
Non spaventatevi per il domani, l’italiano non teme nulla. Il debito pubblico da 1.900 miliardi, la disoccupazione al 14 per cento reale, un debito privato di 20.000 euro per famiglia, milioni di precari, mezzo milione di cassintegrati che diventeranno disoccupati nel 2011 con l’esaurimento dei fondi per la cassa integrazione, le banche che falliscono come il Banco Emiliano Romagnolo non possono preoccuparlo. Se ci sarà un crack i mezzi per pagarlo ci sono tutti e sono i suoi. Il patrimonio degli italiani, esclusi gli immobili, che valgono sempre meno, è di 4.300 miliardi. Nel 2011 arriveremo a 2.000 miliardi di euro di debito pubblico. Possiamo pagarli senza problemi con i nostri depositi e i nostri conti correnti e in più ci rimarrà qualcosa in tasca.
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Illusi e traditi: ecco perché gli studenti fanno paura
Questo movimento degli studenti fa paura a tutti. Lo si capisce molto bene dalle reazioni immediate ai poli opposti delle appartenenze e dell’opinione: da Saviano a Gasparri. Questi studenti fanno paura tanto a chi auspicava la protesta quanto a chi pensa che non abbia ragione di esistere. Il dibattito sui moti del 14 dicembre è stato monopolizzato da due parole: disagio e violenza. Intellettuali, giornalisti, scrittori, politici non hanno parlato che di disagio e di violenza. E si tratta di due parole assolutamente vuote. Il disagio è evidente ed è di tutti. Quanto alla violenza di piazza, i poliziotti sono pagati per fare un mestiere (come un insegnante o un operaio) e chi va in manifestazione per picchiare o spaccare sa benissimo che compie un atto illegale.
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Non è facile essere giovani in un mondo vecchio
Provate, se avete più di quarant’anni, a far parte di una generazione che si è sempre sentita dire che è fortunata perché ha avuto tutto. Provate ad immaginare, per una volta, che cosa voglia dire davvero avere tutto. O pensare di averlo, almeno. Credete che sia facile dare un senso alla propria vita? Provate a vivere in un mondo in cui tutto è già stato detto, o fatto, o scoperto, o inventato, o addirittura vissuto. Un mondo in cui i vostri padri possono vantarsi di aver costruito tutto da soli. Immaginate di non trovarvi sempre e comunque a vostro agio, in questo mondo costruito “per voi”, soprattutto quando ne avete molte ragioni per farlo.