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Archivio del Tag ‘violenze’

  • Soldati di Pinochet: ordini disumani, noi le prime vittime

    Scritto il 28/11/09 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    «Ci considerano assassini, ma eravamo soltanto giovani soldati di leva. Durante la dittatura di Pinochet, non eseguire un ordine poteva significare essere fucilati. Anche noi abbiamo subito la violenza di quel trauma». A vent’anni dal ritorno della democrazia in Cile, gli ex soldati del brutale regime di Santiago si dichiarano vittime di abusi durante la dittatura e di pesanti discriminazioni negli anni a seguire. Tanto da chiedere un indennizzo, per i presunti danni psicologici subiti, che avrebbero portato molti di loro alla dipendenza da alcol e droghe per tentare di dimenticare l’orrore di cui furono strumenti.

  • Reduce da Gaza: sparare a tutto non è guerra, è stupro

    Scritto il 27/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    «Ma perché non è questione di ordini. Nessuno mi ha mai detto: spara a qualsiasi cosa si muove, se è questo che intendi: spara indipendentemente da tutto. Ma neppure mi è stato detto di sparare solo davanti a una minaccia reale, nel senso – una minaccia che hai verificato, un terrorista che esiste davvero. E alla fine, è tutto qui, nel senso: questo equivoco, no?, questo Goldstone, e tutta la storia, nel senso – il diritto di guerra. Non spari se sei minacciato, ma se ti senti minacciato. Cioè, non il pericolo reale: il pericolo percepito. Spari se hai paura. Tutto qui.

  • Giustizia: non abbandonare nessuno al proprio destino

    Scritto il 25/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    C’è una distesa di sangue e di corpi intorno a noi, è scompaginata la storia sotto di noi, è in atto un vero e proprio abbattimento dei sentimenti. Scorrono le immagini alla tv, le foto sui quotidiani, i labiali dei commentatori sembrano ghigni, alla meno peggio scrollate di spalle, l’obiettivo da raggiungere è convincere, non stabilire come lo si fa. Eppure in carcere il cittadino muore a ritmo di sei detenuti al mese, in strada si cade tumefatti da entità invisibili, si spara alle spalle, alla testa, nel mucchio, è tutto un video show che non trattiene commozione, unicamente scariche di adrenalina a poco prezzo, infatti “non succede a me, accade agli altri”.

  • Un miliardo i bambini senza casa, cibo e cure mediche

    Scritto il 24/11/09 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Sono ancora un miliardo i bambini che nel mondo soffrono la fame o la sete, non hanno una casa o sono privi di assistenza sanitaria. Dopo vent’anni, i risultati ottenuti dalla Convenzione sui diritti del bambino siglata il 20 novembre 1989, sono «incoraggianti ma non soddisfacenti». Lo rende noto il rapporto Unicef stilato in occasione della ricorrenza. Mentre cala la mortalità infantile e continua a crescere il numero dei bambini iscritti alle scuole elementari, per diritti altrettanto fondamentali come l’alimentazione e la salute «il mondo deve fare di più», ammonisce la relazione delle Nazioni Unite.

  • Emergenza carceri: taglio alla spesa, record di suicidi

    Scritto il 23/11/09 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Circa un terzo dei detenuti che ogni anno muoiono nelle carceri italiane si toglie la vita. Nel 2009, a metà novembre, i suicidi sono già 63, mentre nel 2008 erano stati in totale 46. «Dal 2000 ad oggi sono morti in carcere 1.537 carcerati: di questi ben 547 si sarebbero tolti la vita», scrive Benedetta Guerriero su “PeaceReporter”, analizzando il dossier “Morire di carcere” redatto da Ristretti Orizzonti, il giornale dalla Casa di Reclusione di Padova e dall’Istituto di Pena Femminile della Giudecca che dal 1998 cerca di dare voce ai detenuti e ai loro problemi. Più detenuti e meno fondi: tagli di cui fanno le spese gli stessi agenti penitenziari.

  • Maggiani: il mio anno di scuola nel regno del carcere

    Scritto il 20/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Ho passato l’anno scolastico 1975-76 nel carcere circondariale di Spezia. La cosiddetta “Carbona”, ancor più confidenzialmente “la Villa”. Ho vissuto un’esperienza molto formativa, certamente indimenticabile. Mi era stata assegnata una supplenza annuale nella sezione multi classe della scuola elementare interna. A quel tempo si stimava che almeno un quarto della popolazione carceraria era analfabeta, e lo Stato si impegnava all’alfabetizzazione generale del Paese, compresa quella dei carcerati. Questa era la legge, ma la prima cosa che ho imparato prendendo servizio, è che il carcere era un regno indipendente e sovrano.

  • Moni Ovadia: la legge dell’odio e la fine della civiltà

    Scritto il 17/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    I governanti della paura con la loro propaganda a favore dell’intolleranza sono riusciti nell’intento di fare regredire il nostro paese alla vergogna razzista. Ce l’hanno messa tutta per distruggere uno dei principi fondamentali di ogni diritto che si rispetti: il carattere individuale della responsabilità. Le nostre leggi sostengono che solo chi commette un reato ne risponde e ne risponde con lui chi è stato complice del delitto. Nelle aule di giustizia dei nostri tribunali campeggia sopra le teste dei giudici una scritta solenne: la legge è uguale per tutti. Ormai lo sappiamo quella scritta è un raggiro.

  • Anni di piombo, Fofi: l’eterno ricatto del terrorismo

    Scritto il 16/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Il bel libro sul padre scritto da Benedetta Tobagi, la fiction di De Maria “La prima linea”, la ristampa del bel libro di Licia Pinelli sul marito Pino, il saggio storico di De Luna sugli anni settanta sono solo alcuni dei tanti titoli recenti o recentissimi che evocano i nostri “anni di piombo”, quelli nei quali uno come me si svegliava la mattina con la paura di leggere sui giornali la notizia di un morto ammazzato dai terroristi – Brigate rosse o Prima Linea non cambiava niente – o di qualche terrorista ammazzato dalla polizia che in qualche modo aveva conosciuto o sfiorato.

  • Ristretti Orizzonti: l’inferno delle carceri italiane

    Scritto il 13/11/09 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    Teste rotte, costole spezzate, lividi, sangue, milze e fegati “spappolati”, lesioni ed emorragie interne. Malgrado ciò, i referti spesso parlano di “morte naturale” per “arresto cardiocircolatorio”. E’ il libro nero delle carceri italiane. L’ha aggiornato, nel suo ultimo rapporto, il centro studi “Ristretti Orizzonti”. Uno spiraglio di luce sulla spaventosa realtà che il caso di Stefano Cucchi, morto a Roma a causa delle violenze subite dopo l’arresto, sembra destinato a rivelare all’opinione pubblica, raramente raggiunta da informazioni precise sulla situazione dei detenuti.

  • Scrivere di mafia, giornalisti minacciati di morte

    Scritto il 12/11/09 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    L’ultimo è Gianni Lannes, direttore del giornale online “Terranostra”, impegnato in inchieste su navi dei veleni e inceneritori. La sua auto è saltata in aria all’inizio di novembre a Orta Nuova, a 23 chilometri da Foggia. A luglio gli avevano messo a fuoco un’altra auto. Prima di lui Alessandro Bozzo di “Calabria Ora”, Angelo Civarella della “Gazzetta del Mezzogiorno”, Josè Trovato del “Giornale di Sicilia”. Cinque solo nell’ultimo mese. Attentati, minacce, intimidazioni. Sono oltre 40 i giornalisti nel mirino delle mafie, 10 quelli ormai sotto scorta. Lo rivela il Rapporto Ossigeno dell’Osservatorio Fnsi sui giornalisti minacciati e le notizie oscurate.

  • Livorno, si riapre il caso Lonzi: massacro in cella?

    Scritto il 11/11/09 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Un corpo nudo, riverso sulla branda, tra lenzuola imbrattate di sangue. Il volto livido e tumefatto, con il sangue che inonda la fronte e l’occhio sinistro, è quello di un giovane di 29 anni, Marcello Lonzi, arrestato per il tentato furto di un’auto e morto l’11 luglio 2003 nel carcere di Livorno. Il referto parla di morte naturale: infarto. Dopo anni, in seguito al drammatico caso di Stefano Cucchi, la madre di Marcello Lonzi si è fatta coraggio, tornando a chiedere giustizia per il figlio: la Procura di Livorno ha riaperto l’inchiesta.

  • Troppi in prigione, e per pochi giorni: follia inutile

    Scritto il 10/11/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    «Questo carcere è né più né meno che una follia». Lo afferma il sociologo Luigi Manconi: tra il 2002 e il 2007, la percentuale di reclusi per non più di dieci giorni rappresenta oltre la metà di tutti coloro che passano attraverso il carcere. Un dato costante negli anni, non alterato dal recente indulto: oltre la metà degli imputati lasciano il carcere dopo esservi rimasti solo 10 giorni, e circa il 35% esce dopo 48 ore. «Serve altro – si domanda Manconi – per proclamare il fallimento totale dell’istituto della pena detentiva, specie quando è anticipata, nel nostro sistema di giustizia?».

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