Archivio del Tag ‘Vittorio Feltri’
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Il Giornale? Per favore, non straparlate di libertà di stampa
«La Marcegaglia ci ha rotto i coglioni», dice testualmente Vittorio Feltri, direttore editoriale del “Giornale”, ribadendo la sua tesi difensiva: nessun ricatto alla presidente di Confindustria, che oltretutto «è ogni giorno in televisione e ripete solo banalità»: quando il vicedirettore del “Giornale”, Nicola Porro, parlando con l’addetto stampa della Marcegaglia lo avvertiva che avrebbero «rotto il cazzo» alla presidente, spostando «i segugi» da Montacarlo a Mantova, per un «super pezzo giudiziario sugli affari della family Marcegaglia», è evidente – dice Feltri – che Porro scherzava, «cazzeggiava». Peccato che Emma Marcegaglia non l’abbia “capito”, al punto da rivolgersi alla magistratura dichiarando di sentirsi minacciata. Di qui la perquisizione alla redazione del “Giornale”, che ha scatenato furiose polemiche.
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Minacce-dossier contro la Marcegaglia? Perquisito il Giornale
«Adesso ci divertiamo: per venti giorni romperemo il cazzo alla Marcegaglia come pochi al mondo!». Così il vicedirettore del “Giornale”, Nicola Porro, in una telefonata intercettata il 16 settembre con l’addetto stampa della presidente di Confindustria, Rinaldo Arpisella, al quale poco prima aveva inviato un sms: “Ciao Rinaldo, domani super pezzo giudiziario sugli affari della family Marcegaglia”. Porro è ora sotto inchiesta, per “violenza privata”, insieme al direttore responsabile del “Giornale”, Alessandro Sallusti. Redazione e abitazioni dei giornalisti sono state perquisite dai carabinieri. Secondo l’ipotesi di accusa, avrebbero agitato dossier cercando di condizionare la presidente degli industriali, dopo le sue recenti critiche al governo Berlusconi. Il “Giornale” smentisce e Sallusti querela il magistrato.
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Feltri, la Scavolini di Fini e la banca di Verdini
Secondo me viene da ridere anche a Vittorio Feltri quando pubblica sulla prima pagina del suo “Giornale” le fatture da 4200 euro intestate Tulliani per l’acquisto di una cucina, conoscendo benissimo lui le cifre che ballano nel potere corrotto di cui si è assunto la difesa. Ieri al Tg di “La7”, davvero l’unico che si possa guardare nella televisione generalista, faceva impressione il contrasto fra i 60,5 milioni gestiti in conflitto d’interessi dalla banca di Verdini (un gerarca, neppure un luogotenente al cospetto patrimoniale del capobanda) e l’entità di quella fattura sbandierata come uno scoop giornalistico.
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Fango di Stato: la Repubblica dei ricatti
Nei regimi è normale: la politica si fa a colpi di dossier, ricatti, intimidazioni. Oggi l’obiettivo del regime in Italia è distruggere Gianfranco Fini, che ha osato contraddire il satrapo anziano e rompere dall’interno il fronte dell’obbedienza coreana, obbligatoria dentro il Pdl. Va subito fermato, prima che altri seguano il suo esempio e la crepa si allarghi, fino a far crollare la diga (come dicevano altri, “punirne uno per educarne cento”). Ecco dunque un gran lavorio estivo sulla casa di Montecarlo. Uno stuolo di persone è all’opera, da tempo, per trovare qualcosa che renda Fini un’anatra zoppa.
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Feltri: vedrete, Berlusconi mollerà Fini per Casini
Ha fatto più clamore Pier Ferdinando Casini andando a cena una sera in casa di Bruno Vespa che Pier Luigi Bersani stando al vertice del Pd un anno e passa. Basta questa constatazione per capire due cose fondamentali dell’attuale politica italiana: primo, nella sua esiguità numerica, l’Udc è un peso massimo; secondo, nella sua imponenza, il Partito democratico è un peso piuma. E ciò spiega il fatto che Silvio Berlusconi sia più interessato a ingraziarsi Casini che a combattere Bersani, bravissimo a combattere se stesso.
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Italia in silenzio stampa, contro l’indecenza del bavaglio
Italia in silenzio stampa contro la legge-bavaglio, il ddl Alfano sulle intercettazioni che limiterebbe le indagini giudiziarie e imporrebbe il silenzio ai media. Quotidiani, radio e televisioni in sciopero, per rendere il più possibile «fragorosa» e «partecipata» la «giornata del silenzio» indetta dalla Fnsi con l’adesione convinta dell’Ordine dei giornalisti, contro la legge che «rischia di mettere a tacere tutto il sistema dell’informazione italiano» e contro i tagli della “manovra” di Tremonti all’editoria. Regolarmente in edicola, invece, “Il Giornale” diretto da Vittorio Feltri, pure contrario alla legge-bavaglio.
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Obama: l’Italia lasci lavorare i suoi ottimi giudici
Anche il governo americano si schiera contro la legge sulle intercettazioni, con una presa di posizione che ha pochi precedenti. Per l’amministrazione Obama, le intercettazioni telefoniche sono uno «strumento essenziale delle indagini» che non va indebolito. «Non vogliamo che succeda niente che impedisca ai magistrati italiani di continuare a fare l’ottimo lavoro svolto finora», ha affermato in una conferenza stampa all’ambasciata a Roma il vice-sottosegretario del dipartimento penale Usa con delega per la lotta alla criminalità organizzata, Lanny Breuer, commentando il disegno di legge in discussione al Senato.
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Bertolaso, se cade un eroe civile abbiamo perso tutti
Ha ragione Vittorio Feltri: speriamo sinceramente che non sia vero. Speriamo che Guido Bertolaso esca quanto prima dall’inchiesta. Speriamo che i magistrati accertino in tempi brevissimi la sua estraneità ai fatti raccontati oggi dai giornali. Da quelli penalmente rilevanti a quelli, anche, che sembrano mostrare comportamenti che non dovrebbero avere nulla a che fare con la splendida figura di un eroe civile.
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Bianchi: scommettiamo che Lilin tornerà presto in tv?
«Scommettiamo che Nicolai Lilin tornerà presto in televisione?». Paolo Bianchi, redattore del “Giornale” reduce dal tempestoso contraddittorio con l’autore di “Educazione siberiana”, scrive a “Libre” per precisare: non ha mai citato Nuto Revelli, ma Primo Levi. «Se ho dato dello “sbudellatore” a Lilin è solo perché, avendo letto il suo libro, venduto come autobiografico, ci ho trovato delle scene in cui lui accoltella con violenza i suoi avversari. Se non è vero, allora il libro non è autobiografico. Tertium non datur. Lui, oltretutto, era lì, pagato, per farsi pubblicità. Io ero lì gratis a fare il mio lavoro, che non è quello di pubblico ministero, ma di giornalista».
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“Berlusconi mafioso”, Sallusti: preparatevi allo scoop
«Silvio Berlusconi è mafioso e responsabile delle stragi avvenute agli inizi degli anni Novanta». Non è uno scherzo, è uno scoop in arrivo. «O meglio, è uno scherzo che i soliti noti stanno cercando di trasformare in una accusa giudiziar-politica». Lo afferma Alessandro Sallusti, condirettore del “Giornale”, organo di stampa berlusconiano diretto da Vittorio Feltri. Il 22 novembre, all’indomani degli ultimi rumors sulle trame siciliane di 15 anni fa, Sallusti rivolge un durissimo attacco all’ex pm Luigi De Magistris, ora europarlamentare dell’Idv, preannunciando imminenti “rivelazioni” alla base dell’ennesimo “complotto” contro il premier.
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Camorra e capitalismo, le domande mai poste a Saviano
Davanti a quasi tre milioni di telespettatori, ospite l’11 novembre di Fabio Fazio in una puntata speciale di “Che tempo che fa”, Roberto Saviano ha parlato dei libri che ama. del valore della testimonianza e di scrittori perseguitati come Ken Saro-Wiwa, Varlam Salamov e Anna Politkovskaja. «Saviano offre numerosi spunti ai suoi critici», osserva Alessandro Gnocchi sul “Giornale” diretto da Vittorio Feltri. «La difficilissima condizione in cui si trova a vivere a causa della camorra diventa talvolta uno strumento per evitare di rispondere a eventuali osservazioni».
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Travaglio: il crocifisso, la rivoluzione dell’uguaglianza
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io. Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo.