Archivio del Tag ‘Walter Ricciardi’
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Magaldi: tribunali speciali per chi vuole il Natale del Diavolo
«Saranno tribunali speciali, un giorno non lontano, a processare i veri responsabili della strage Covid: corti speciali, perché non s’era mai visto che si istituisse lo “stato di guerra” in tempo di pace. Un atto abusivo, imposto terrorizzando la popolazione, sospendendo la libertà e cessando di curare in modo adeguato i pazienti gravi, affetti da altre patologie». E’ durissimo, Gioele Magaldi, nel prendere nota dell’ennesima “previsione” apocalittica del ministro Roberto Speranza e del suo consulente, Walter Ricciardi. Avverte il presidente del Movimento Roosevelt: «I registi di questa crisi, progettata dall’oligarchia massonica mondiale per comprimere libertà e democrazia con l’alibi dell’emergenza sanitaria, possono godersi gli ultimi scampoli di questo loro strapotere: saranno spazzati via e giudicati severamente per quello che hanno fatto». Pessima idea, poi, quella di “negare” agli italiani anche il Natale, con le grottesche restrizioni ulteriormente imposte per privare le famiglie del piacere di un abbraccio, persino nel giorno più sacro per i cattolici. «Quello del 2020 – scandisce Magaldi – sarà un “Natale del Diavolo”, disgregatore di una società spaventata e ridotta al silenzio. Peggio per chi l’ha voluto, comunque: farà capire agli italiani di cosa sono capaci, questi mascalzoni, e fin dove si può arrivare contiuando a obbedire ai loro diktat».Magaldi si rammarica della latitanza assoluta del Vaticano, che non ha fiatato neppure di fronte al divieto di celebrare la tradizionale messa di mezzanotte: «Dov’è finito – si chiede – l’eroismo dei primi cristiani, che un tempo non temevano di farsi sbranare dai leoni? Quei coraggiosi non tremavano – aggiunge Magaldi – perché credevano nell’insegnamento di Cristo, e quindi avevano imparato a non avere paura della morte. E adesso i loro eredi se la fanno sotto anche solo per un’influenza o per una multa? Ma che razza di cristiani sono?». Deludente, per Magaldi, anche l’iniziativa del centrodestra, che spera di strappare a Conte almeno la concessione (per il giorno di Natale) della minima libertà di movimento tra Comuni limitrofi. «Che pena: sembra una richiesta formulata da criceti e rivolta ad altri criceti, a cui pare basti allargare un po’ le dimensioni della gabbia». Ci vuole ben altro, secondo Magaldi, per uscire da questo incubo: «Ci aspettano tre anni di resistenza e durissime battaglie, che apriranno gli occhi a chi ancora non ha capito in quale trappola siamo finiti, grazie a un alibi subdolo come quello della cosiddetta pandemia».Dal canto suo, il Movimento Roosevelt annuncia per il 17 febbraio 2021 il debutto “rivoluzionario”, a Roma, della Milizia Rooseveltiana: «Sfideremo in modo plateale il potere abusivo di questi cialtroni, e lo faremo nell’anniversario della morte di Giordano Bruno, arso vivo sul rogo per aver risvegliato la coscienza del mondo, nel nome di quella libertà che oggi i “signori del Covid” vorrebbero toglierci». Esponente del circuito massonico progressista internazionale, l’autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) punta il dito anche contro l’inaudita censura operata da Facebook, che ha preso a oscurare post critici: nei confronti della gestione Covid e in particolare dei vaccini che si vorrebbero imporre. «Non credano, costoro, di poter calpestare la libertà di espressione: sfideremo in tribunale Facebook Italia». Magaldi annuncia «una class action, coordinata dal Sostegno Legale del Movimento Roosevelt: inviteremo a parteciparvi tutti gli utenti che sono stati danneggiati dall’inaudito “bavaglio” imposto dal social media, che si crede al di sopra della legge».Rincara la dose Magaldi: «Non pensino, i gestori del social, di poter incolpare l’automatismo degli algoritmi: so benissimo che gli stessi algoritmi sono progettati da “fratelli” che hanno un’identità precisa». Chiara, in questo caso, l’allusione a massoni “rinnegati”, sospettati di manipolare il social network. Quella annunciata da Magaldi sembra una battaglia destinata a fare rumore: presto, dice, fornirà dettagli anche «sulla reale identità di Mark Zuckerberg», che definisce «presunto fondatore di Facebook», lasciando intuire il ruolo di una certa intelligence e di precisi circoli massonico-reazionari alle spalle del social media più diffuso sul pianeta. «Ma l’avete visto, il grande Zuckerberg, sottoposto a interrogatorio, negli Usa? Sembrava un pulcino bagnato, non certo il formidabile genio che l’immagine fornita dai media gli ha cucito addosso». Aggiunge Magaldi: anche la censura di Facebook, «inaccettabile in un paese democratico», fa parte del piano neo-aristocratico che è alle spalle dello stesso Covid: «Non si era mai visto, nella storia dell’umanità, che il mondo potesse essere fermato da un virus influenzale».L’obiettivo finale sarebbe il cosiddetto “Great Reset”, cioè «la trasformazione della popolazione in una massa impaurita e sottomessa, privata anche della sua libertà economica». Magari, un giorno ci sarebbe pure il “reddito universale” per tutti: briciole, per la mera sussistenza. Ma a che prezzo? Facile previsione: «La completa sottomissione della popolazione, non più composta da liberi cittadini ma da sudditi». A proposito: gli italiani sembrano volersi “portare avanti col lavoro”, rassegnati come sono a subire ormai qualunque sopraffazione, compresa quella natalizia. Magaldi non fa sconti neppure ai connazionali: «Proprio la loro arrendevolezza di fronte ai diktat di Conte – i lockdown, il coprifuoco, le zone rosse – incoraggerà i gestori dell’emergenza nel varare restrizioni sempre peggiori: e se non basterà il Covid, vedrete che avremo presto a che fare con un altro virus». Il leader “rooseveltiano” invita apertamente alla ribellione: «I cittadini devono capire che devono fare resistenza adesso, ogni giorno, contro gli abusi del governo: solo così sarà possibile smascherare i prestanome del governo, che agiscono obbedendo a un disegno che punta a far precipitare l’intero Occidente in una condizione dittatoriale, come quella della Cina».Lo stesso Magaldi era stato il primo a “profetizzarlo”, quasi un anno fa: «Vedrete, la Cina sarà la prima a uscire “magicamente” dall’emergenza, e la prima ad avvantaggiarsene a livello economico e geopolitico». Un grande “affare”, il Covid? «E’ frutto di menti raffinatissime: le stesse che, da mezzo secolo, cercando di portarci via la democrazia. Per farlo, non esitano a utilizzare il sistema-Cina (e il virus) come arieti per il Grande Reset al quale puntano». Il presidente “rooseveltiano” è categorico: «Contro questi nemici della democrazia dovremo batterci duramente, ma alla fine vinceremo: l’umanità non potrà accettare il loro mostruoso ricatto». Già, ma molti italiani ancora “dormono”: si illudono che basti avere ancora un po’ di pazienza, in attesa che la bufera passi. Non hanno ancora capito che l’emergenza è stata scatenata ad arte, e durerà quanto basta: l’obiettivo è imporre il piano degli oligarchi. «Ci aspettano tre anni di battaglie, ma alla fine vinceremo», pronostica Magaldi, sicuro di sé. E intanto, da subito, gli avvocati del Movimento Roosevelt metteranno nel mirino Facebook: «Porteremo alla sbarra il social network, convinti di ottenere giustizia: siamo in Italia, e non consentiamo a nessuno di calpestare la legge, per impedire che emerga tutta la verità sulla scandalosa gestione dell’emergenza Covid».«Saranno tribunali speciali, un giorno non lontano, a processare i veri responsabili della strage Covid: corti speciali, perché non s’era mai visto che si istituisse lo “stato di guerra” in tempo di pace. Un atto abusivo, imposto terrorizzando la popolazione, sospendendo la libertà e cessando di curare in modo adeguato i pazienti gravi, affetti da altre patologie». E’ durissimo, Gioele Magaldi, nel prendere nota dell’ennesima “previsione” apocalittica del ministro Roberto Speranza e del suo consulente, Walter Ricciardi. Avverte il presidente del Movimento Roosevelt: «I registi di questa crisi, progettata dall’oligarchia massonica mondiale per comprimere libertà e democrazia con l’alibi dell’emergenza sanitaria, possono godersi gli ultimi scampoli di questo loro strapotere: saranno spazzati via e giudicati severamente per quello che hanno fatto». Pessima idea, poi, quella di “negare” agli italiani anche il Natale, con le grottesche restrizioni ulteriormente imposte per privare le famiglie del piacere di un abbraccio, persino nel giorno più sacro per i cattolici. «Quello del 2020 – scandisce Magaldi – sarà un “Natale del Diavolo”, disgregatore di una società spaventata e ridotta al silenzio. Peggio per chi l’ha voluto, comunque: farà capire agli italiani di cosa sono capaci, questi mascalzoni, e fin dove si può arrivare contiuando a obbedire ai loro diktat».
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Prigionieri del Grande Imbroglio: dai media, bugie mondiali
Gli italiani sono chiusi in casa nelle zone rosse, mentre i migranti africani sbarcano a migliaia: alla propaganda di Salvini (che ha bisogno di farsi perdonare l’aver accettato il lockdown-bis) aderisce improvvisamente Di Maio, alimentando così i “rumor” sull’improvvisa precarietà del premier Conte, spaventato dalle proteste in corso contro il coprifuoco prenatalizio che rischia di stroncare definitivamente un paese il cui debito pubblico, denominato in euro e quindi non azzerabile, si sta avvicinando al 180% del Pil. Se si legge il “Corriere della Sera”, si va a sbattere contro due notizie da prima pagina che fanno a pugni tra loro: Walter Ricciardi invoca la clausura a oltranza, mentre Roberto Bernabei ribadisce che, di Covid, continuano a morire quasi solo persone molto anziane e molto malate. Ricciardi, longa manus dell’Oms e deus ex machina del ministero della sanità, dice testualmente: «Due settimane di lockdown non bastano, Wuhan insegna che serve più tempo» (come se l’Italia non si fosse già fermata per 80 giorni, in primavera: con quali risultati?). Il geriatra del Policlinico Gemelli, membro del Comitato Tecnico-Scientifico, sembra replicare a distanza: «Per morire di Covid devi avere più di 80 anni e almeno tre patologie». Per cosa stiamo bloccando il paese, allora? Ha forse a che fare con qualcos’altro? Per esempio, con l’incredibile rissa elettorale statunitense, che i giornali faticano a raccontare in modo corretto?
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Golpe o guerra civile: il regime che vuole cancellare Trump
Da noi imperversano, tipo bombardamento di Dresda, le fake news. Le rivediamo finalizzate a seminare terrore e assembramenti in ospedali e pronti soccorsi, tramite fake contagiati e fake decessi da fake Covid (fake=falso). Decessi autentici, invece, da intubazioni, ventilazioni, ovviamente in assenza coatta di parenti, e cure salvavita negate agli oncologici, diabetici, infartuati e depressi. E tutti, convinti che i governanti governino per noi, i medici medichino per noi e i media ci diano notizie vere, abboccano e si adeguano. Negli Usa, operando gli stessi mandanti ed eseguendo gli stessi sicari, la differenza la fa un presidente il quale, bene o male che gli vogliate, tutta questa pantomima la contrasta e ridicolizza. Ma il senso profondo di tutto questo pochi lo sanno. Basterebbe l’eresia di un presidente anti-Cupola, degna dei Catari contro il Papa, perché i signori del Nuovo Ordine Mondiale digital-pandemico, ricorrendo a personaggetti come Greta Thunberg, o a personaggioni come Bergoglio, o ad altri chicchirichì del pollaio, lo sostituiscano come “male assoluto” addirittura a Russia, Cina, Iran. E, nella congiuntura, alla maledetta idrossoclorochina ammazza-virus e vaccino.
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“Il piano di Conte: 5.000 contagi e lockdown a novembre”
«Ci restano 2-3 settimane», avrebbe detto Walter Ricciardi a “Repubblica”, il giornale degli Elkann che è in prima linea nella drammatizzazione della “crescita dei contagi” (per lo più di asintomatici) registrata di pari passo con l’aumento dei tamponi. Lo fa notare Diego Fusaro su YouTube: l’intento sarebbe quello di tornare rapidamente alla fase-1, cioè al lockdown, incolpando i cittadini “irresponsabili” e “negazionisti”. «Il piano del governo Conte per arrivare al lockdown si sta delineando nella sua chiarezza», scrive “Il Mondo Quotidiano”, rilanciando l’allarme di Fusaro. «Dopo una estate a cui è stato dato modo alla gente di rilassarsi e un numero di test giornaliero risibile, si è passati alla Fase 2 con l’innalzamento del numero dei tamponi alla caccia di nuovi positivi», scrive il blog. «Vi è però una sostanziale differenza rispetto ai primi mesi dell’epidemia: i nuovi positivi sono per lo più asintomatici, poiché il virus è mutato e si è adattato all’organismo ospite. Ciò ha portato il professor Zangrillo a concludere che, dal punto di vista clinico, il coronavirus era da considerarsi finito». In compenso, «dal punto di vista della strumentalizzazione politica il coronavirus è più vivo che mai», e anche se «non è più in grado di mettere a rischio la tenuta delle strutture sanitarie», come parrebbe, «la proroga dello stato d’emergenza viene giustificata in funzione preventiva».In breve, secondo “Il Mondo Quotidiano”, Conte afferma che con i Dpcm è più facile intervenire laddove si renda necessario; ma se le strutture sanitarie non sono in affanno, «non ha senso prorogare lo stato di eccezione che il premier, a questo punto, vorrebbe infinito». Anche da questo punto di vista, il discorso di Conte non regge: «Nel caso in cui si rendesse necessario intervenire rapidamente, basterebbe una seduta d’urgenza del Consiglio dei Ministri per ripristinare lo stato d’emergenza». Secondo il blog, il vero fine di Conte è quindi quello di gestire il potere in maniera assoluta, e prepararsi a “spendere” i soldi dell’eventuale Recovery Fund. «Pd e M5S non hanno altra scelta che sostenerlo. Conte lo sa e ne approfitta per ricattarli (”o me o Salvini”)». L’attuale emergenza – sostiene il “Mondo Quotidiano” – non potrebbe esistere «senza il terrorismo mediatico attuato da giornali, Tv e scienziati compiacenti (come Burioni, Crisanti, Ilaria Capua, Lopalco) presentati come autorità nel campo della virologia quando in realtà non lo sono». Il piano di Conte sarebbe dunque quello di attuare in Italia «una dittatura personale», addirittura «come quella di Mussolini». Per ottenere questo risultato, «gli occorre procedere a passi spediti verso il lockdown».Nuovo “coprifuoco” in arrivo? Magari «non proprio come a marzo, ma chiudendo tutte le attività pubbliche, salvo quelle produttive: i cittadini saranno quindi reclusi nelle loro case, da cui potranno uscire solo per andare al lavoro». Il “Mondo Quotidiano” sottoscrive la più inquietante delle previsioni: «Tutte le attività commerciali falliranno e milioni di disoccupati dovranno essere sfamati dal governo». Conte avrebbe pensato anche a loro: «Con la politica dei bonus darà agli italiani come mangiare, proprio come se si fosse in guerra. Ma non si potrà lavorare, se non in fabbrica o negli uffici». Ed ecco il pronostico: «Per raggiungere questo obiettivo, Conte deve arrivare almeno a 5.000 contagiati al giorno». E per fare ciò «il numero dei test dovrà essere portato almeno a 300.000 tamponi al giorno (rispetto agli attuali 120.000)». La volontà di aumentare il tracciamento – che di per sé rappresenta una forma di monitoraggio – è dimostrata dall’allestimento di 24 nuovi laboratori. «Non farà differenza il fatto che il 95% o più dei positivi risulteranno asintomatici», avverte il blog: «Nella propaganda terroristica del coronavirus, anche chi non ha sintomi viene considerato malato e potenzialmente un untore».Sempre secondo “Il Mondo Quotidiano”, la nuova chiusura totale «scatterà verso novembre», e addirittura «sarà mantenuta fino ad aprile», ovvero quando arriverà «il micidiale vaccino di AstraZeneca, multinazionale già al centro di vari scandali». Non c’è da sperare che un’inversione di rotta, «nella grande fiction del coronavirus», possa giungere dal Quirinale: anche Mattarella ha convalidato la preoccupazione governativa per l’aumento dei contagi, senza distinguere tra sintomaci e non. Per il “Mondo Quotidiano”, si evita di ammettere che «la crescita della curva è la diretta conseguenza dell’abnorme aumento del numero dei test, come denunciato dalla dottossa Maria Rita Gismondo», dell’ospedale Sacco di Milano. «A drammatizzare il quadro», inoltre, «è arrivata la notizia dell’intervento dei militari che aiuteranno le forze dell’ordine nei controlli». Secondo il blog «il vaccino non sarà reso obbligatorio, ma verrà presentato come via d’uscita dalla “reclusione de facto” a cui milioni di cittadini saranno stati costretti». Si vivrebbe quindi «in un regime autoritario, controllato e senza più possibilità di tornare alla vita di un tempo». Anche il “Mondo Quotidiano” guarda alle presidenziali americane di novembre: «Se vincerà Trump, il mondo avrà una chance di tornare libero. Se vincerà Biden, il mondo intero precipiterà in una dittatura di stampo cinese».«Ci restano 2-3 settimane», avrebbe detto Walter Ricciardi a “Repubblica”, il giornale degli Elkann che è in prima linea nella drammatizzazione della “crescita dei contagi” (per lo più di asintomatici) registrata di pari passo con l’aumento dei tamponi. Lo fa notare Diego Fusaro su YouTube: l’intento sarebbe quello di tornare rapidamente alla fase-1, cioè al lockdown, incolpando i cittadini “irresponsabili” e “negazionisti”. Già dirigente dell’Oms, Ricciardi (consulente di Speranza al ministero della sanità) appare di fatto come uno dei massimi ispiratori della strategia anti-Covid. «Il piano del governo Conte per arrivare al lockdown si sta delineando nella sua chiarezza», scrive “Il Mondo Quotidiano“, rilanciando l’allarme di Fusaro. «Dopo una estate a cui è stato dato modo alla gente di rilassarsi e un numero di test giornaliero risibile, si è passati alla Fase 2 con l’innalzamento del numero dei tamponi alla caccia di nuovi positivi», scrive il blog. «Vi è però una sostanziale differenza rispetto ai primi mesi dell’epidemia: i nuovi positivi sono per lo più asintomatici, poiché il virus è mutato e si è adattato all’organismo ospite. Ciò ha portato il professor Zangrillo a concludere che, dal punto di vista clinico, il coronavirus era da considerarsi finito». In compenso, «dal punto di vista della strumentalizzazione politica il coronavirus è più vivo che mai», e anche se «non è più in grado di mettere a rischio la tenuta delle strutture sanitarie», come parrebbe, «la proroga dello stato d’emergenza viene giustificata in funzione preventiva».
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Botte da orbi: la guerra di Pompeo contro il Papa “cinese”
Wojtyla sì, che era un campione: altro che Bergoglio. Scene mai viste: volano ceffoni tra Usa e Vaticano. Le ostilità erano state clamorosamente aperte dal segretario di Stato, Mike Pompeo, con la sua “strigliata” a mezzo stampa contro Papa Francesco: la Santa Sede «metterebbe a rischio la propria autorità morale» se dovesse rinnovare l’accordo che consente al governo di Pechino di designare i vescovi cattolici in Cina, aveva scritto Pompeo su “First Things”, influente mensile religioso conservatore. Gli sberloni sono continuati dopo lo sbarco di Pompeo a Roma. «Aveva chiesto di vedere il Papa», ha rivelato il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ma Pompeo non sarà ricevuto da Francesco: «Non si ricevono personalità politiche durante la campagna elettorale. E d’altra parte – ha aggiunto – un segretario di Stato incontra il suo omologo, appunto il segretario di Stato». Durissima, a stretto giro, la replica di Pompeo: il vice di Trump ha “strapazzato” monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e quindi “ministro degli esteri” della Santa Sede, costretto a intervenire solo per pochissimi minuti nel convegno sulla libertà religiosa tenutosi all’ambasciata americana, in cui Pompeo ha citato Giovanni Paolo II come modello di paladino della libertà, facendo sbiadire l’immagine di Bergoglio, che tratta (anche sottobanco) con un regime che opprime i cittadini e perseguita i cattolici.
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Bizzi: la farsa Covid è finita, ora licenziano il golpista Conte
«La “pandemia” è finita, andate in pace». Lo annuncia lo storico Nicola Bizzi, editore di “Aurora Boreale”. «Dopo settimane di terrorismo psicologico alimentato ad arte dal governo Conte e dalla sua torbida corte di nani e ballerine, anche e soprattutto attraverso la grancassa di risonanza dei media compiacenti e le sparate televisive di personaggi di squallore come i sedicenti “virologi” Andrea Crisanti e Walter Ricciardi, pare proprio che il vento sia cambiato», scrive Bizzi su “Database Italia“. In altre parole: “qualcuno” ha deciso che dovesse cambiare, il vento. Basta leggere quello che scrive «il potentissimo gruppo “Espresso-Repubblica”, che rappresenta da oltre trent’anni un vero e proprio partito occulto, capace di manipolare l’opinione pubblica». E’ evidente che ha dichiarato guerra al governo Conte: nelle ultime settimane, «l’esecutivo golpista giallorosso è stato infatti bersaglio, da parte di questo “partito occulto”, di un intenso bombardamento mediatico che, in maniera chirurgica, si è accanito su tutti i suoi nervi scoperti». La netta presa di posizione di “Repubblica” per la campagna del No al referendum sul taglio dei parlamentari – osserva Bizzi – è stata inoltre interpretata come una vera e propria dichiarazione di guerra a Conte e ai suoi accoliti. «Non facciamoci facili illusioni: Barbapapà Scalfari, Carlo De Benedetti e i loro “nipotini” non sono certo rinsaviti di colpo».
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I medici italiani sconfiggono il Covid, ma il governo li ignora
Tutto sembra interessare, al governo Conte, fuorché proteggere gli italiani dal coronavirus nel modo più ovvio: curandoli. Le terapie ormai esistono e sono collaudate, ma l’esecutivo si comporta come se non ci fossero. E continua a parlare del vaccino come unica possibile soluzione, nonostante medici famosi come il milanese Alberto Zangrillo e il genovese Matteo Bassetti ripetano che è semplicemente insensato seguitare ad avere paura del Covid-19 come avveniva a marzo, quando ancora non si sapeva come affrontarlo. E’ ormai stato accertato, invece, che moltissimi degenti classificati come vittime del virus sono stati letteralmente uccisi dall’ossigenazione forzata ricevuta in terapia intensiva: l’ossigeno era letale perché quei malati non erano affetti da polmonite, ma da trombo-flebite. Un dramma che si sarebbe probabilmente evitato, se il ministero della sanità non avesse inspiegabilmente scoraggiato le autopsie. Quanti i morti, a proposito? Non si sa ancora: il governo dovrà finalmente rendere pubblici i dati, come richiesto dal Tar del Lazio in seguito a un esposto dei legali della Fondazione Einaudi. A denunciare il governo per aver trascurato le cure salva-vita sono scienziati come il virologo Giulio Tarro e il ricercatore Pasquale Bacco: hanno depositato un esposto alla procura di Roma insieme al magistrato Angelo Giorgianni a nome dell’associazione “L’Eretico”, che rappresenta 2.000 medici e giuristi.«Le cure c’erano – dicono Tarro, Bacco e Giorgianni – ma sono state ignorate». In sostanza: è stata l’ostinata negligenza del governo Conte a trasformare in una strage (35.000 morti) la comparsa del coronavirus? Sotto accusa, la “malagestione” dell’emergenza Covid sotto il profilo medico-scientifico, epidemiologico e giuridico. «Approcci diagnostici sbagliati, cure inappropriate, misure di contenimento del contagio e di sicurezza scriteriate, in vigore ancora oggi». Scrivono Tarro e colleghi: «Siamo stati noi a uccidere le persone, anche se in buona fede, perché si era dinanzi ad una situazione nuova». Di fatto, «in terapia intensiva è stata applicata una cura sbagliata». Accusano i sanitari: «Si diceva di non utilizzare gli antinfammatori, che ora invece sono alla base della nuova terapia». Addirittura clamorosa la “crociata” sin qui condotta, specie in Italia, contro qualsiasi cura efficace contro il Covid. Completamente ignorato il professor Pietro Garavelli, primario a Novara, tra i primi a certificare l’efficacia del Plaquenil, farmaco a base di idrossiclorochina. Inaudito il “giallo” legato a questo antimalarico, ampiamente sperimentato: il 22 maggio, uno studio su “The Lancet” lo ha improvvisamente definito pericoloso; a ruota, l’Oms lo ha prontamente sconsigliato, invitando gli ospedali a farne a meno, salvo poi rimangiarsi tutto non appena, il 2 giugno, sempre “The Lancet” ha ritrattato le affermazioni dello studio, scusandosi con i lettori e i medici.In Italia, è stato letteralmente linciato – sui media – il dottor Giuseppe De Donno, di Mantova, autore di una scoperta illuminante: per guarire dal Covid basta una trasfusione di sangue donato da pazienti guariti. E mentre proprio il Plaquenil (la demonizzata idrossiclorochina) è stato alla base della guarigione di un gran numero di pazienti, altri medici – sempre italiani – hanno scoperto nuove soluzioni, ancora più pratiche, per trasformare il Covid in una malattia non preoccupante, normalmente curabile anche da casa. Già a metà aprile, il ministro Roberto Speranza aveva ricevuto una comunicazione urgente da 30 specialisti italiani, contenente la seguente notizia: per fermare il Covid basta il cortisone. Incredibile ma vero, Speranza non si è degnato nemmeno di rispondere, a quella tempestiva segnalazione. Due mesi dopo, sono stati gli inglesi a pervenire alla medesima conclusione: il Desametasone sperimentato in Italia è efficacissimo contro il Covid. Stavolta, la notizia è stata convalidata dall’Oms: ulteriore scorno, per un governo – quello italiano – che sembra impegnato a scoraggiare in ogni modo i medici che trovano cure capaci di azzerare la paura del virus.L’ultimo ritrovato (italiano, ancora una volta) viene da Reggio Calabria: l’oncologo Pierpaolo Correale ha collaudato un nuovo approccio terapeutico semplicissimo, mediante aerosol, che spegne l’infiammazione in soli cinque giorni. Nulla di tutto questo, però, sembra destare il minimo interesse da parte di Speranza, dei tecnici del ministero e di Walter Ricciardi, l’ex super-consulente di Big Pharma (poi dirigente dell’Oms) messo a guardia dell’emergenza Covid in Italia, a metà strada tra Speranza e Conte. Al contrario, il governo – che continua a paventare “seconde ondate” autunnali, presentandole come minacciose (come se le cure non esistessero ancora) – insiste nel raccomandare l’uso della mascherina, dichiarata inutile dalla stessa Oms, oltre che potenzialmente dannosa per la salute. «Da sole, le mascherine non proteggono dal Covid», ha dichiarato già il 6 giugno il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. «Non raccomandiamo l’uso esteso di mascherine, perché non è associato ad alcun beneficio», ha ribadito in questi giorni Mike Ryan, a capo del programma emergenze sanitarie dell’Oms: «Nell’indossare mascherine non c’è nessun particolare beneficio che sia stato dimostrato». In che mondo vivono, Conte e Speranza? In un universo virtuale, parallelo a quello dei medici (italiani) che ormai il Covid l’hanno sconfitto?Tutto sembra interessare, al governo Conte, fuorché proteggere gli italiani dal coronavirus nel modo più ovvio: curandoli. Le terapie ormai esistono e sono collaudate, ma l’esecutivo si comporta come se non ci fossero. E continua a parlare del vaccino come unica possibile soluzione, nonostante medici famosi come il milanese Alberto Zangrillo e il genovese Matteo Bassetti ripetano che è semplicemente insensato seguitare ad avere paura del Covid-19 come avveniva a marzo, quando ancora non si sapeva come affrontarlo. E’ ormai stato accertato, invece, che moltissimi degenti classificati come vittime del virus sono stati letteralmente uccisi dall’ossigenazione forzata ricevuta in terapia intensiva: l’ossigeno era letale perché quei malati non erano affetti da polmonite, ma da trombo-flebite. Un dramma che si sarebbe probabilmente evitato, se il ministero della sanità non avesse inspiegabilmente scoraggiato le autopsie. Quanti i morti, a proposito? Non si sa ancora: il governo è finalmente stato invitato a rendere pubblici i dati, come richiesto dal Tar del Lazio in seguito a un esposto dei legali della Fondazione Einaudi. A denunciare l’esecutivo per aver trascurato le cure salva-vita sono scienziati come il virologo Giulio Tarro e il ricercatore Pasquale Bacco: hanno depositato un esposto alla procura di Roma insieme al magistrato Angelo Giorgianni a nome dell’associazione “L’Eretico”, che rappresenta 2.000 medici e giuristi.
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Rivoluzione e nausea, nell’oceano delle fake news ufficiali
Il 14 luglio 1789 venne presa d’assalto la Bastiglia, simbolo della tirannide assolutistica dell’Ancien Régime, mentre il 14 luglio 2016 fece 86 morti e oltre 300 feriti il camion bianco del franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, lanciato come una bomba sulla folla dopo esser stato distrattamente “dimenticato” per giorni sulla Promenade des Anglais, il lungomare accuratamente sgomberato per accogliere l’anniversario nel migliore dei modi, coi fuochi d’artificio scintillanti sulle onde notturne della Costa Azzurra. Gli specialisti in oscuri presagi potrebbero almanaccare decine di indizi, per illuminare l’opacissima vigilia di questo indimenticabile 2020. In Italia lo spettacolo si declina in modo più casereccio, coi giornali che sparano in prima pagina il grido di un infermiere di Cremona che annuncia il ritorno dell’inferno; poi l’ospedale lo smentisce all’istante, ma per i narratori la notizia della direzione sanitaria (nessun allarme in corso, a Cremona) è del tutto trascurabile. Non fanno eccezione i colleghi francesi che nel 2015 archiviarono come suicidio la morte del commissario Helric Fredou, all’indomani della strage di Charlie Hebdo, su cui il poliziotto indagava. Silenzio anche sull’esito delle indagini, “tombate” dal segreto di Stato dopo la scoperta della manina della Dgse, i servizi segreti parigini, nella fornitura di armi ai terroristi, subito uccisi, non senza prima aver aver lasciato un passaporto in bella vista sull’auto usata per raggiungere la redazione del giornale satirico.Viviamo nel migliore dei mondi possibili, del resto. Wikipedia racconta ancora che a sparare a John Kennedy fu Lee Harvey Oswald, con un vecchio fucile Mannlicher-Carcano. L’arma rinvenuta nella stanza di Oswald era invece un Mauser 7,65: lo disse alla “Cnn” il vice-sceriffo di Dallas, Roger Dean Craig, presente nel corso della perquisizione. A beneficio del pubblico, magicamente, il fucile cambiò identità nei giorni seguenti, quando chi pilotava le indagini si accorse che il Mauser non avrebbe potuto esplodere i proiettili del Carcano, ritrovati sulla scena del crimine. A sparare a Kennedy – da una palazzina attigua a quella di Oswald – fu il mafioso Charles “Chuck” Nicoletti, coordinato da ganster trasportati a Dallas con un volo della Cia: lo racconta il pilota, Tosh Plumlee. A vuotare il sacco, in punto di morte, fu Howard Hunt, allora numero due dell’agenzia di intelligence: Jfk fu liquidato da loro, in complicità con l’Fbi, usando manovalanza mafiosa. La sera prima, a Dallas, il via libera definitivo scaturì da un summit a cui parteciparono il vicepresidente Lyndon Johnson e due futuri presidenti americani, Richard Nixon e George Bush senior. Anni dopo, l’agente Zack Shelton (Fbi) passò a un investigatore privato, Joe West, il nome di un secondo possibile killer: James Files. Il killer ha confermato di aver sparato a Kennedy il colpo letale con un fucile Fireball, facendogli esplodere il cranio.Detenuto fino al 2016 per altri reati, James Files attende ancora che qualcuno si degni di interrogarlo sulla vicenda, dopo quello che ha detto. Ovvero: se riesumerete il corpo di Kennedy gli troverete nella testa evidenti tracce di mercurio, minerale di cui era stato imbottito il proiettile del Fireball. Di Kennedy ha riparlato Bob Dylan il 27 marzo 2020 pubblicando sul web la canzone “Murder Most Foul”, che rievoca l’omicidio di Dallas. Il brano appartiene all’album “Rough and Rowdy Ways”, uscito il 19 giugno dopo altre anticipazioni, tra cui “False Prophet”, presentato da un’immagine eloquente: la morte vestita a festa sta bussando alla porta, con sottobraccio un pacco regalo e nell’altra mano una siringa. «Mettetevi al riparo», ha scritto Dylan accompagnando il brano su Kennedy: un modo per mettere il coronavirus in relazione diretta con il complotto che decretò la morte del presidente della New Frontier. Come dire: gli eredi di quella gente sono ancora in giro, e ora pensano di minacciare e terrorizzare il mondo, confiscando la libertà grazie a “falsi profeti” che si affrettano a somministrare ricette inquietanti e trattamenti sanitari obbligatori, dopo averci spiegato che non torneremo mai più alla vita di prima.I rumeni ricordano ancora il pallore di Nicolae Ceaușescu, travolto dalle proteste di piazza che il 21 dicembre 1989 interruppero il suo discorso dal palazzo presidenziale di Bucarest, tanto da spingerlo a scappare come un ladro, in elicottero. Nove anni prima, in una situazione analoga, il dittatore somalo Siad Barre fece sparare sulla folla che lo contestava. Non pochi dietrologi oggi considerano la tempesta Covid una sorta di colpo di coda, sferrato da un regime imparuito e forte morente, esteso da Wall Street a Pechino, infinitamente pervasivo e protetto dal grande mainstream che ancora oggi racconta che la colpa di ogni disgrazia è sempre da imputare ai cittadini comuni, incorreggibili. Non importa se persino il governo francese ha accreditato la versione del professor Jean-Luc Montagnier, scopritore del virus Hiv, secondo cui il Sars-CoV-2 uscito dal laboratorio di Wuhan era chiaramente un Rna modificato da mani umane, come quelle che da trent’anni tentano inutilmente di fabbricare un vaccino contro l’Aids. Fredde, in Italia, le reazioni alle parole di Montagnier: notoriamente, il Premio Nobel per la Medicina viene conferito a emeriti imbecilli.Non importa nemmeno che il laboratorio di Wuhan fosse strettamente controllato dall’Oms, il cui primo finanziatore privato è il “falso profeta” Bill Gates. Non importa che il primo farmaco impiegato con successo contro il Covid, l’idrossiclorochina, sia stato messo all’indice da “The Lancet” (e a ruota, da svariati governi), salvo poi assistere all’incresciosa ritrattazione degli autori dello studio, costretti ad ammettere che quell’antimalarico impedisce effettivamente che un malato di Covid si possa aggravare. E non importa neppure che trenta medici e scienziati italiani abbiano segnalato inutilmente al ministero della sanità l’efficacia decisiva di un altro farmaco, a base di normalissimo cortisone, senza aver avuto il minimo riscontro né da parte del ministro, né da funzionari del ministero. Due mesi dopo, la notizia del cortisone – la cui efficacia è stata certificata addirittura dall’Oms – ha fatto il giro del mondo, ripresa da medici inglesi che sono giunti alle stesse conclusioni dei colleghi italiani. Non importa nemmeno questo, ai padroni del discorso: l’unica cosa che pare interessi è mantenere l’allarme attorno a un fenomeno che sembra sia stato creato appositamente per scatenare il panico, nonostante le stesse statistiche – Istat, Iss – dimostrino che nei primi mesi del 2020 in Italia sono morte meno persone, per esempio, di quelle decedute negli anni precedenti, durante inverni caratterizzati da virulente epidemie influenzali.Non fa notizia neppure il fatto che il super-speculatore George Soros – fonte, il “Guardian” – abbia appena richiesto all’Unione Europea “una stretta sui social network”, che sarebbero ormai “una minaccia pubblica”. Lo sanno benissimo anche i giornalisti reclutati a Palazzo Chigi dal sottosegretario Andrea Martella, Pd, che dal suo Ministero della Verità monitora con attenzione le voci sgradite, in modo che poi i social media e i motori di ricerca – da YouTube a Google – trovino il modo di rimuovere o almeno rendere invisibili le voci più scomode. Inutile aggiungere che nemmeno questo fa notizia, nemmeno la nausea che milioni di italiani ormai provano per il disprezzo reiterato della verità, per la facilità con cui ogni possibile indizio finisce alla velocità della luce tra la cosiddetta spazzatura complottista, la discarica delle fake news, il paradiso delle bufale. E tutto questo, mentre il governo più sconcertante della storia – Conte e Di Maio, il fido Gualtieri, l’incredibile Azzolina, il grottesco Speranza (coi loro accessori Ricciardi, Arcuri e Colao) – ora si attrezza per blindare il paese ed eventualmente barricarlo in casa un’altra volta, dopo averlo lasciato senza assistenza economica. Gli spari sulla folla, nella storia italiana, risalgono a Portella della Ginestra (le cannonate, mezzo secolo prima, a Bava Beccaris). Memorabile lo spettacolo recente dei droni che inseguono pensionati, a spasso col cane. Per qualcosa che assomigli a una rivoluzione, invece, in Italia bisogna risalire agli anni che precedettero le gesta di Garibaldi.(Giorgio Cattaneo, “Rivoluzione”, dal blog del Movimento Roosevelt del 14 luglio 2020).Il 14 luglio 1789 venne presa d’assalto la Bastiglia, simbolo della tirannide assolutistica dell’Ancien Régime, mentre il 14 luglio 2016 fece 86 morti e oltre 300 feriti il camion bianco del franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, lanciato come una bomba sulla folla dopo esser stato distrattamente “dimenticato” per giorni sulla Promenade des Anglais, il lungomare di Nizza accuratamente sgomberato per accogliere l’anniversario nel migliore dei modi, coi fuochi d’artificio scintillanti sulle onde notturne della Costa Azzurra. Gli specialisti in oscuri presagi potrebbero almanaccare decine di indizi, per illuminare l’opacissima vigilia di questo indimenticabile 2020. In Italia lo spettacolo si declina in modo più casereccio, coi giornali che sparano in prima pagina il grido di un infermiere di Cremona che annuncia il ritorno dell’inferno; poi l’ospedale lo smentisce all’istante, ma per i narratori la notizia della direzione sanitaria (nessun allarme in corso, a Cremona) è del tutto trascurabile. Non fanno eccezione i colleghi francesi che nel 2015 archiviarono come suicidio la morte del commissario Helric Fredou, all’indomani della strage di Charlie Hebdo, su cui il poliziotto indagava. Silenzio anche sull’esito delle indagini, “tombate” dal segreto di Stato dopo la scoperta della manina della Dgse, i servizi segreti parigini, nella fornitura di armi ai terroristi, subito uccisi, non senza prima aver aver lasciato un passaporto in bella vista sull’auto usata per raggiungere la redazione del giornale satirico.
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Pericolosi dementi: odiano Salvini e ignorano De Donno
Strano paese, questo: il governo fa come se non esistesse, il medico di Mantova che ha scoperto come annullare la minaccia del coronavirus. Mezzo mondo fa la corte al professor Giuseppe De Donno, che ha trovato l’uovo di Colombo: se nelle vene di un malato si inietta il plasma di un soggetto guarito, il male scompare alla velocità della luce. Grosso guaio, per chi aveva scommesso sulla Peste Bubbonica 2.0, di durata pressoché infinita. Un flagello abbastanza spaventoso da trasformare i cives in pecore, dispostissime domani a subire un vaccino di massa, obbligatorio (che grandi virologi ritengono perfettamente inutile, dato il carattere mutante dei virus Rna). Ma il Covid-19 è perfetto, per lanciare il vaccino come rimedio ineludibile. E a sua volta, sostiene il criminologo Alessandro Meluzzi, la vaccinazione non è che la premessa del vero obiettivo: il microchip universale da inserire sottopelle, che trasformerebbe gli esseri umani in unità sorvegliate h-24, attraverso lo strettissimo monitoraggio che registrerebbe in tempo reale ogni loro mossa. Tutto questo, grazie a infrastrutture informatiche invasive e forse anche pericolose per la salute, come la misteriosa rete 5G che avanza incontrastrata, in Italia, grazie al Movimento 5 Stelle ora al governo con il Pd, l’euro-partito “tedesco” del Rigor Montis.Imbavagliati dalle mascherine che li trasformano in automi coatti, spaventati dall’autorità e disinformati in modo spietato e grottesco da giornali e televisioni, gli italiani per ora assistono agli eventi. Uno su tutti: il crollo dell’economia. Lo ha imposto il governo-fantasma del ventriloquo Conte, che ha confiscato la libertà democratica per restare avvinghiato all’emergenza (che si augura eterna) per non dover fare i conti con i disastri che ha combinato, le promesse a vuoto e i ritardi incresciosi, dai mitici 600 euro alla cassa integrazione, fino alla patetica “preghiera” rivolta alle banche, nel paese in cui l’ex Fiat (migrata all’estero) pretende subito 6,3 miliardi di aiuti, innanzitutto per sé. Ci sarebbe da metter mano a un piano di rilancio epocale, disperatamente necessario già prima della pandemia, ma i pallidi arconti di Palazzo Chigi e i vari prestanome insediati nei ministeri non sanno letteralmente che pesci pigliare: “ispirati” dalle centinaia di anonimi tecnocrati a cui hanno ceduto le leve di comando, sperano che il regime di psicosi duri il più possibile, sotto la sferza della nuova polizia sanitaria, ma sanno che prima o poi – da settembre, al massimo – i nodi verranno al pettine. Dettaglio illuminante: la decisione di Mattarella di non consentire a Conte altri sei mesi di stato d’emergenza. Come dire: questo mediocre teatro di attori cialtroni e minacciosi è durato anche troppo.Sconcerta la presa che questo potere autoritario esercita ancora, su vastissimi strati di cittadini: ad esempio, non vengono pretese le dimissioni immediate del presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che annuncia di voler “stanare casa per casa” i contagiati, quasi fossero untori della peste e non invece portatori di un virus che secondo l’Istitito Superiore di Sanità ha ucciso soltanto persone anziane e malate. Un virus che certo non fa più paura a Mantova e Pavia, gli ospedali che lo hanno “disarmato” ricorrendo agli anticorpi sviluppati dai pazienti guariti. E dove viene svolta, la sperimentazione governativa per testare ufficialmente quello che già si conosce, ovvero la validità del metodo-Mantova? A Pisa, dove – secondo De Donno – l’ospedale ha finora affrontato un solo caso di coronavirus. Il posto giusto, parrebbe, per far naufragare la cura risolutiva, secondo il sistema già collaudato, per i tumori, con la terapia Di Bella. Il ragazzetto che ufficialmente esercita il ruolo di ministro della sanità, tale Roberto Speranza (già capogruppo del Pd bersaniano che consegnò l’Italia alla Premiata Macelleria Monti e al pareggio di bilancio in Costituzione) ha l’aria di essere una semplice comparsa, in uffici dominati dall’eminente figura di Walter Ricciardi, player italiano di quella stessa Oms, finanziata dal vaccinocrate Bill Gates, che gli Usa accusano di aver “incubato” il coronavirus a Wuhan.Che i segni di follia costellino i giorni italiani del Covid lo dimostra l’astio, perdurante e surreale, nei confronti di un personaggio politico modestissimo come Matteo Salvini, che nel 2018 ebbe il piccolo merito di denunciare l’ipocrita business politico, italiano e internazionale, realizzato sulla pelle dei migranti. Lo stesso Salvini ebbe però il grandissimo demerito di aver ceduto su tutto il resto, in primis l’intransigenza Ue sulla richiesta di deficit, fino alle pressioni del super-potere che utilizzò i soliti 5 Stelle per convalidare, con Giulia Grillo, l’aberrante obbligo vaccinale improvvisamente esteso a 10 vaccinazioni, senza alcuna motivazione medica, pena l’esclusione dei bambini dalle scuole dell’infanzia. Il piccolo eroe del Papeete, ribattezzato “il cazzaro verde” dal greve propagandista Scanzi, aveva esordito malissimo, ingoiando senza fiatare il “niet” di Mattarella sulla nomina di Paolo Savona all’economia. Dipinto come un mostro razzista e xenofobo, praticamente fascista, Salvini si era difeso dall’assedio (mediatico e giudiziario, prima che politico) ricorrendo all’inchino rituale di fronte al totem di Israele, con il consueto cerimoniale: omaggiare le vittime della Shoah, trascurando le nefandezze del governo Netanjahu contro i palestinesi. Ora qualcosa sembra sul punto di rompersi: su chat di magistrati emergono espressioni come “quella merda di Salvini”, al punto da spingere il capo dello Stato a esprimere solidarietà verso il leader leghista.Ma il punto è un altro: ed è l’odio implacabile di cui il “cazzaro verde” rimane vittima, anche in pieno tsunami-coronavirus. Lo si legge nel mare mosso dei social, ottimo sismografo dei sentimenti collettivi, intasato di insulti e polemiche avvelenate. Quanto sarebbe costata la liberazione di Silvia Romano? “Meno di 49 milioni”, è la pronta risposta degli haters del “cazzaro”, disposti a bersi la bufala secondo cui la Lega avrebbe davvero “rubato” quei soldi. La verità la sintetizza Luca Telese, mai tenero coi leghisti: attraverso una sentenza che non ha precedenti in Italia, la magistratura (cioè, colleghi dei magistrati che ammettono di aver cercato di fermare “quella merda di Salvini”) ha semplicemente decretato, a posteriori, che la Lega non avrebbe avuto diritto ai finanziamenti annuali, nel frattempo pervenuti e regolarmente spesi per l’attività politica, in modo trasparente. Tutto questo, per via di remote malversazioni imputate all’epoca di Bossi (peraltro di entità infinitamente minore: solo mezzo milione di euro, a quanto pare), quando l’allora oscuro Salvini era un semplice consigliere comunale. Non pochi specialisti del diritto hanno considerato quella sentenza un’anomalia giuridica: quando infatti la Lega di Salvini riceveva regolarmente quei 49 milioni (la somma dei rimborsi di svariate tornate elettorali) era perfettamente autorizzata a incassarli.Ripetere oggi che la Lega (e quindi l’odiato “cazzaro”) avrebbe “rubato” 49 milioni, è patetico, a prescindere dall’opinione politica, anche pessima, che si possa avere del discutibilissimo ex ministro dell’interno, capace di performance imbarazzanti e indimenticabili, come quando – vestito da poliziotto – andò all’aeroporto ad accogliere l’ex terrorista Cesare Battisti, estradato dal Sudamerica. Preoccupante, parlare di 49 milioni “rubati”. E ancora più allarmante se un’idiozia simile la si ripete mentre il paese sta collassando, vessato dai suoi strani carcerieri e minacciato da un futuro che più buio non potrebbe essere. Torna in mente l’allegoria manzoniana dei capponi di Renzo, che non trovano di meglio che scannarsi tra loro anche un attimo prima di finire in padella. A Rivoli, grosso centro dell’hinterland torinese, è stata letteralmente scuoiata viva, per settimane, una donna malaccorta, vicesindachessa (in quota Lega, ecco il guaio), protagonista di un’uscita infelice sul presunto abuso politico del 25 Aprile. A crocifiggerla, con petizioni e tam-tam di ogni genere, sui social, gli autoproclamati Eredi Unici e Universali dei Partigiani. Italiani “di sinistra”, anch’essi prigionieri dei decreti Conte: eppure, benché relegati agli arresti domiciliari, la Liberazione l’hanno celebrata dai balconi, cantando Bella Ciao, senza lontanamente domandarsi come avrebbero reagito, gli amati partigiani, di fronte a inaudite restrizioni delle libertà imposte forzando proprio la Costituzione antifascista.Il problema? L’identità leghista, e quindi “cazzara”, della povera vicesindachessa. Certo, lo stesso Salvini è l’ultimo a potersi lamentare del clima di brutale intolleranza che regna nel paese, avendo lui stesso dato un enorme contributo all’imbarbarimento dei costumi politici. Ma è possibile che i suoi tanti odiatori non vedano quanto sia piccolo, Salvini, di fronte all’immensità del problema totalitario chiamato coronavirus? Viene addirittura il sospetto che la mano invisibile che ha aiutato Salvini ad emergere, ospitandolo per anni il televisione, volesse proprio questo: gonfiare una rana di fatto innocua per il potere europeo, ma abbastanza spaventevole per i gonzi italiani che ancora non hanno capito che qualcuno sovragestisce abilmente l’affare planetario del Covid. Per questo Salvini resta perfetto, ancora oggi, come spaventapasseri: distrae gli ingenui dal vero problema, dai veri decisori. Se l’è anche cercata, Salvini, persino in Emilia: la decisione di molestare al citofono un tunisinino, trattandolo come uno spacciatore, resterà negli annali dei suicidi politici. E il peggio è che il beneficiario del suicidio, l’incolore Bonaccini, oggi passa quasi per eroe: funziona alla grande, l’odio verso Salvini, per sdoganare l’idea – vagamente hitleriana – di chi pensa di “stanare casa per casa” gli italiani che non risponderanno signorsì al Ministero della Verità.Chi ancora perde il suo tempo a odiare Salvini, mentre il paese crolla e l’orizzonte della libertà si allontana di giorno in giorno, non spende una parola di indignazione per l’ignobile “task force” istituita dal piddino Martella per censurare l’informazione sul Covid. Chi detesta il “cazzaro” non protesta perché Fabio Fazio, anziché il salvatore De Donno, invita a ripetizione Roberto Burioni: un tizio che nel suo Patto per la Scienza (firmato da Grillo, Renzi e Mentana) anticipò i tempi duri che stiamo vivendo, con la pretesa – messa per iscritto – di pilotare i fondi destinati alla ricerca. E’ lo stesso Burioni che, per silenziare uno scienziato eretico (Stefano Montanari) ha chiesto alla magistratura di spegnere “ByoBlu”, il video-blog più seguito dagli italiani. Eppure, gli haters se la prendono con Salvini (non con Burioni o Fazio), e parteggiano per l’imbarazzante Bonaccini (non per l’eroe nazionale De Donno). Ma se in questo si volesse scorgere una simmetria, si sbaglierebbe: perché nemmeno Salvini si batte per De Donno e contro Burioni. Gli italiani sono soli: questa è la verità. E a milioni, ancora, si accaniscono contro falsi nemici. Cosa sarebbe successo, se Berlusconi avesse imposto anche solo da decima parte dei diktat di Conte? E se lo avesse fatto Salvini, addirittura? Va tutto bene, invece, se i Pieni Poteri se li prende “l’avvocato del popolo”, lo yesman fabbricato dalla peggiore baronia universitaria e protetto dal Vaticano, imbucato oculatamente tra i 5 Stelle un attimo prima che gli elettori, nel 2018, ne decretassero il trionfo.Cosa bisogna pensare, degli elettori che nel 2018 diedero fiducia all’ingenuo Speranza, agli scalpitanti grillini, all’economista di sinistra Alberto Bagnai rassegnato a candidarsi con la Lega vista l’impossibilità di praticare teorie di sinistra nello zoo renziano e zingarettiano? Con sfumature diverse, tutti questi elettori – milioni di italiani, davvero tanti – erano accomunati da un’unico bisogno: la necessità di rimettere la politica al di sopra della finanza. Com’è finita, lo si è visto: prima l’inconcludente governo gialloverde, poi l’altrettanto inutile esecutivo giallorosso, identico al precedente, con la sola variante (meramente estetica, cosmetica) dell’assenza del “cazzaro”. Stessa politica: austerity, in ossequio al super-potere di Bruxelles. Fino al magico V-Day, non più grillino ma cinese: l’avvento dell’Era del Virus. Il piano prevedeva precisamente il pandemonio, e infatti eccolo all’opera: niente sarà più come prima. Se i cittadini rassegnati (ieri al lockdown e oggi alla museruola) pensano ancora che l’incubo si dissolverà, forse non hanno capito quello che è successo davvero.Sarà proprio la ferocia della crisi – dicono alcuni osservatori – ad aprire gli occhi ai dormienti, spingendoli a fare l’unica cosa sensata: unire le forze, mettendo da parte l’odio tribale che serve solo a chi ha interesse a dividere gli ex cittadini, trasformati in sudditi in soli due mesi, a colpi di decreti, da parte di un premier mai eletto da nessuno. La strada però è ancora lunga: lo dice la stima di cui tuttora gode il peggior primo ministro della storia nazionale. C’è chi lo ama, addirittura: perché osò sfidare il “cazzaro”. Non sembra avere fine, l’autolesionismo italiota: si riverbera magnificamente nell’imbecillità di chi demonizza i ragazzi che si assiepano all’aperitivo, dopo quasi tre mesi di clausura. Imbecillità criminosa, a questo punto: perché in tempo di guerra gli idioti diventano un pericolo pubblico. Guardare di traverso chi non indossa la museruola significa essere essere complici, oltre che cretini: complici di chi censura la verità, di chi tace i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (tra le vittime classificate Covid, solo il 3,7% non affetto da gravi patologie pregresse). Complici, soprattutto, di chi finge che il Covid sia tuttora un male incurabile: complici, quindi, dei censori che oscurano De Donno. Un medico di cui tutti gli italiani dovrebbero andare fieri, compresi quelli che lo ignorano: e anche in questo, Matteo Salvini e i suoi odiatori sono tristemente identici.(Giorgio Cattaneo, “I pericolosi dementi che ancora odiano Salvini (e ignorano De Donno)”, dal blog del Movimento Roosevelt del 23 maggio 2020).Strano paese, questo: il governo fa come se non esistesse, il medico di Mantova che ha scoperto come annullare la minaccia del coronavirus. Mezzo mondo fa la corte al professor Giuseppe De Donno, che ha trovato l’uovo di Colombo: se nelle vene di un malato si inietta il plasma di un soggetto guarito, il male scompare alla velocità della luce. Grosso guaio, per chi aveva scommesso sulla Peste Bubbonica 2.0, di durata pressoché infinita. Un flagello abbastanza spaventoso da trasformare i cives in pecore, dispostissime domani a subire un vaccino di massa, obbligatorio (che grandi virologi ritengono perfettamente inutile, dato il carattere mutante dei virus Rna). Ma il Covid-19 è perfetto, per lanciare il vaccino come rimedio ineludibile. E a sua volta, sostiene il criminologo Alessandro Meluzzi, la vaccinazione non è che la premessa del vero obiettivo: il microchip universale da inserire sottopelle, che trasformerebbe gli esseri umani in unità sorvegliate h-24, attraverso lo strettissimo monitoraggio che registrerebbe in tempo reale ogni loro mossa. Tutto questo, grazie a infrastrutture informatiche invasive e forse anche pericolose per la salute, come la misteriosa rete 5G che avanza incontrastrata, in Italia, grazie al Movimento 5 Stelle ora al governo con il Pd, l’euro-partito “tedesco” del Rigor Montis.
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Magaldi: l’Oms cinese e il nuovissimo Ministero della Verità
Taci, il nemico ti ascolta. Siamo arrivati al Minculpop all’amatriciana del sempre più sconcertante “avvocato del popolo”, capace di chiudere gli italiani in casa lasciandoli anche senza soldi? Di male in peggio: ora sarà l’orwelliano Ministero della Verità a vigilare sulle notizie somministrabili ai sudditi, in tema di coronavirus. Nella nuova “Unità per il monitoraggio delle notizie false”, voluta dal sottosegretario Andrea Martella (Pd, ovviamente) monteranno la guardia «specialisti della comunicazione e del fact-checking», spiega “Repubblica”, quotidiano di proprietà di John Elkann (Fiat-Fca). Nomi del calibro di Riccardo Luna, editorialista di “Repubblica”, nonché Francesco Piccinini (direttore di “Fanpage”) e David Puente, “responsabile fact-checking” per il giornale online “Open”, fondato da Enrico Mentana (firmatario, con Grillo e Renzi, del “Patto per la Scienza” guidato da Roberto Burioni, che ha appena chiesto alla magistratura di spegnere “ByoBly”, il video-blog di informazione indipendente più amato e seguito dagli italiani). La task force messa in piedi da Martella a Palazzo Chigi? «Ridicola e grottesca, oltre che preoccupante», la definisce Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt.«Stiamo ancora aspettando – dice Magaldi – che i grandi media (quelli che secondo il governo sarebbero depositari della verità unica) facciano ammenda per le tante fake news ufficiali spacciate in queste anni, a partire da quella sulle inesistenti “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein». Quanto al cosiddetto complottismo, Magaldi accusa: «Spesso, alimentare tesi vistosamente strampalate è funzionale a chi detiene il potere, per screditare in partenza qualsiasi voce alternativa». Magaldi è allarmato per la folle situazione in cui versa l’Italia: libertà drasticamente azzerata ed economia prossima al coma, «grazie a un governo che prende per il naso lavoratori, famiglie e aziende, senza fornire precise garanzie sulla ripresa». Un “suicidio” di massa, scandaloso: «Ancora non è stato dato un concreto aiuto materiale a chi è stato costretto a restare a casa e non ha risorse per far fronte alle necessità anche solo alimentari della famiglia». L’economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, ha le idee chiarissime: «Non resta che emettere moneta sovrana: moneta di Stato, “non a debito”, non convertibile in euro e spendibile solo in Italia, fondamentale per impedire che la nostra economia crolli».A insospettire Magaldi è anche l’incredibile confusione cui stiamo assistendo: «Fa pensare al motto massonico “ordo ab chao”: il caos è quello che purtroppo stiamo già vivendo, e temo che il “nuovo ordine” che si prepara possa rivelarsi inquietante, cioè senza un ritorno alla piena libertà di prima. Troppe voci continuano a prefigurare un futuro in cui dovremo rinunciare alle possibilità di movimento a cui, da sempre, eravamo abituati». Un sospetto che viene dalla Cina, o meglio dall’Oms, il cui presidente – il politico etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus – è ora accusato dal “Wall Street Journal” di aver “coperto” il grave ritardo con cui le autorità di Pechino hanno diffuso le notizie sulla iniziale diffusione del Covid-19, salvo poi raccomandare (anche all’Italia) il modello-Wuhan, cioè il “coprifuoco”, come unica possibile strategia antivirus. «L’Etiopia ha strettissimi legami con la Cina: è uno snodo centrale, strategico, per l’egemonia cinese sull’Africa». Anche per questo, secondo Magaldi, è ben poco rassicurante la longa manus protesa dall’Oms, che è presente anche nel governo italiano (con Walter Ricciardi, ingaggiato in qualità di super-consulente del ministro della sanità Roberto Speranza).«Noi comunque non staremo con le mani in mano – avverte Magaldi – specie se poi la riapertura dell’Italia dovesse essere ulteriormente rinviata». Il Movimento Roosevelt, che sta attrezzando uno “sportello legale” per assistere i cittadini alle prese coi decreti dello stato d’emergenza, ha inoltre in cantiere una “task force costituzionale” per «difendere i cittadini da eventuali abusi, accuse e vessazioni civili e penali di palese natura antidemocratica, liberticida e anticostituzionale». Magaldi prevede un ampio ricorso, appena possibile, in tutte le sedi giudiziarie, a maggior ragione «se qualcuno tentasse, come già si ventila, di rafforzare ulteriormente i poteri straordinari dell’esecutivo, approfittando sciaguratamente della situazione emergenziale». Non è tutto: «A giorni – conclude Magaldi – presenteremo al governo le nostre proposte per cominciare finalmente ad assistere gli italiani, sul piano economico. Se venissero ignorate – avverte – potremmo anche decidere di violare la legge, in modo nonviolento e democratico, con azioni dimostrative nelle piazze».Taci, il nemico ti ascolta. Siamo arrivati al Minculpop all’amatriciana del sempre più sconcertante “avvocato del popolo”, capace di chiudere gli italiani in casa lasciandoli anche senza soldi? Di male in peggio: ora sarà l’orwelliano Ministero della Verità a vigilare sulle notizie somministrabili ai sudditi, in tema di coronavirus. Nella nuova “Unità per il monitoraggio delle notizie false”, voluta dal sottosegretario Andrea Martella (Pd, ovviamente) monteranno la guardia «specialisti della comunicazione e del fact-checking», spiega “Repubblica”, quotidiano di proprietà di John Elkann (Fiat-Fca). Nomi del calibro di Riccardo Luna, editorialista di “Repubblica”, nonché Francesco Piccinini (direttore di “Fanpage”) e David Puente, “responsabile fact-checking” per il giornale online “Open”, fondato da Enrico Mentana (firmatario, con Grillo e Renzi, del “Patto per la Scienza” guidato da Roberto Burioni, che ha appena chiesto alla magistratura di spegnere “ByoBly”, il video-blog di informazione indipendente più amato e seguito dagli italiani). La task force messa in piedi da Martella a Palazzo Chigi? «Ridicola e grottesca, oltre che preoccupante», la definisce Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt.
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Virologo: in Italia 18.000 morti di influenza, e i media zitti
Ogni anno, in Italia, i morti con la comune influenza stagionale sono 20 volte di più di quelli morti ad oggi con Covid-19. Perché non intasiamo le rianimazioni ogni anno? Ecco i dati del Covid-19 in Italia, aggiornati alle ore 18:00 del 10 marzo 2020: 8.514 casi con 631 deceduti (Iss-Epicentro). Faccio notare che questo campione è estremamente selezionato, perché i test sono stati fatti in prevalenza su persone malate. La maggioranza degli esperti, fra cui Ilaria Capua, ritiene che i casi asintomatici siano da 10 a 100 volte superiori. Perciò il tasso di letalità non sarebbe del 7,4%, ma almeno dieci volte inferiore. Sull’influenza stagionale 2017-18, risulta che 8,7 milioni di persone si rivolsero telefonicamente al medico o al pediatra di famiglia per una “sindrome simil-influenzale”. Meno di 1/4 furono visitate dal medico. Sono morte “con complicazioni influenzali” non meno di 18.000 persone, in prevalenza anziane. Di quelle 18.000, solo 173 (1 su 100) morirono in un reparto di rianimazione, e in tutto furono 764 i “casi gravi da influenza confermata in soggetti ricoverati in terapia intensiva”. Cioè, le altre 17.000 persone sono morte a casa propria, o in casa di riposo, o in un qualche reparto ospedaliero, senza diagnosi confermata di influenza.Se i media due anni fa avessero scatenato il putiferio attuale, non meno di 75.000 malati con influenza avrebbero intasato le rianimazioni, al ritmo di 750 nuovi ingressi ogni giorno (finora in rianimazione ne abbiamo ricoverati 650 in tutto). Questi dati confermano che siamo di fronte a una epidemia di panico e che gli untori per eccellenza sono i media. Ci dicono che in Italia abbiamo il più alto tasso di letalità? I dati più affidabili vengono dalla Corea del Sud, che registra tassi di letalità attorno al 6 per mille (1/12 dei nostri). Questo si spiega perché la Corea ha fatto test a tappeto fin dall’inizio (già più di 200.000) e conferma quanto abbiamo detto sopra, cioè che le nostre statistiche usano un denominatore (persone infettate) assai ridotto e selezionato: il che ingigantisce falsamente il rapporto morti/infettati, cioè il tasso di letalità. Tra i tanti messaggi che arrivano nei social, spiccano gli appelli dei medici di rianimazione, veramente preoccupanti. Il nostro sistema sanitario pubblico collocava l’Italia ai primi posti nel mondo, con un invidiabile rapporto qualità/costi, ma a partire dal 1992 (legge-delega per la privatizzazione del Ssn) è stato smantellato per favorire le speculazioni private, che non hanno alcun interesse a investire nei settori più costosi, come grandi chirurgie e rianimazioni. Questo fatto non sarà mai ribadito e condannato abbastanza.Però le testimonianze e gli appelli accorati da parte di medici e infermieri dei reparti di terapia intensiva, ora sotto pressione per i malati gravi con Covid-19, mentre sono condivisibili sul piano umano, sono fuorvianti per la comprensione di questa “epidemia”. Sarebbe come usare la testimonianza del marinaio di una scialuppa di salvataggio del Titanic per ricostruire la storia di quel naufragio… ma qui abbiamo solo qualche scialuppa: non c’è né il Titanic né l’iceberg. Non c’è epidemia, non c’è pandemia. E abbiamo due precedenti famigerati, proprio con due varianti di coronavirus che fecero tanto scalpore per poi rivelarsi veri e propri “fuochi di paglia”: la Sars del 2002 (8.000 casi in tutto) e la Mers del 2012 (800 casi). Notate che la Sars ebbe una letalità del 9% e la Mers addirittura del 38%.Stanno arrivando voci di vaccini “quasi” pronti da parte di Israele o degli Usa che potrebbero salvare molte vite aggredite da questo virus. Tanto rumore per un vaccino? Nell’influenza comune del 2017-18 il ceppo prevalente era A/H1N1pdm09 (più noto come H1N1 o “suina”), ed era incluso nel vaccino antinfluenzale somministrato a circa la metà degli ultrasessantacinquenni italiani – non solo quell’anno, ma anche negli anni precedenti. Quel ceppo ebbe origine nel 2009 negli Usa, come variante dell’influenza suina. Nel 2010 il nostro ministero della salute si impegnò a pagare 184 milioni di euro alla Novartis per 24 milioni di dosi di vaccino contro la “H1N1 suina”, ma anche quella annunciata “pandemia” in realtà fu una vera e propria bufala mediatica: di fatto furono vaccinati meno di un milione di italiani, e 9 milioni di dosi di quel vaccino rimasero nei frigoriferi delle Asl. Parlare di Israele (Netanyahu promise il vaccino a una settimana dalle recentissime elezioni) o di Usa (pure loro in campagna elettorale, coi cittadini che, se disoccupati e non coperti da assicurazione, devono pagare una somma notevole per farsi fare un tampone, e per giunta col più alto tasso di risultati falsi positivi nel mondo) data la situazione conosciuta, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.Cosa penso delle misure per ridurre il contagio prese dal governo italiano? Il grande Ennio Flajano diceva che in Italia “la situazione è grave ma non seria”. Per tutti i dati che abbiamo qui esaminato, dovremmo concludere che questa volta la situazione è “seria, ma non grave”. Dico “seria” nel senso che le misure adottate riflettono l’ansia di dimostrarsi “seri e responsabili”, ma mi domando: verso chi? Verso la Ue? Verso la Nato? Perché non verso i cittadini italiani? Il primo requisito della serietà è la coerenza, e ogni cittadino lo sa se ha ricevuto messaggi coerenti dalle autorità e dagli “esperti” in questi 40 giorni. Walter Ricciardi, imbarcato nel pieno della tempesta, ha fatto miracoli sia nel fronte interno che su quello internazionale. E quando infuria la tempesta, quando le vele sono già lacerate e la barca è piena d’acqua, puoi solo spalare acqua e stare zitto. In scienza e coscienza, io credo di spalare acqua, di rattoppare almeno qualche vela, e di stare (quasi) zitto.Ho detto quasi zitto: solidale coi colleghi (anche sottopagati) che fanno turni stressanti negli ospedali devastati da trent’anni di “filibustering” neoliberista, ma anche urlante a squarciagola contro “colleghi” veri o sedicenti tali che, in anonimato, seminano il terrore parlando di “nipotini che uccidono i nonni”, o di “incoscienti che escono a fare una passeggiata”, o che spacciano il prodotto Xy come panacea curativa (e soprattutto preventiva, così non scappa neanche un potenziale cliente fra i 60 milioni) contro la “peste del 2020” che avrebbe una “contagiosità pazzesca” e una mortalità (sarebbe troppo pretendere da loro il termine corretto letalità) “spaventosa”. Ripeto: chi sta in prima linea negli ospedali oggi è davvero sotto stress, va rispettato e sostenuto, e le misure ragionevoli per ridurre le probabilità di contagio vanno adottate; ma un grande quotidiano della mia regione, il Veneto, oggi riferisce che abbiamo 498 letti di terapia intensiva, di cui 67 occupati da pazienti con tampone positivo per Covid-19.(Leopoldo Salmaso, dichirazioni rilasciate a Patrizia Cecconi per l’intervista “Il tasso di letalità del coronavirus in Italia è almeno 10 volte inferiore ai dati ufficiali”, pubblicata da “L’Antidiplomatico” l’11 maezo 2020. Epidemiologo e virologo, specialista in malattie infettive, il dottor Salmaso vanta una lunga esperienza internazionale in paesi come la Tanzania, dove conduce progetti sanitari secondo i protocolli prescritti dall’Oms).Ogni anno, in Italia, i morti con la comune influenza stagionale sono 20 volte di più di quelli morti ad oggi con Covid-19. Perché non intasiamo le rianimazioni ogni anno? Ecco i dati del Covid-19 in Italia, aggiornati alle ore 18:00 del 10 marzo 2020: 8.514 casi con 631 deceduti (Iss-Epicentro). Faccio notare che questo campione è estremamente selezionato, perché i test sono stati fatti in prevalenza su persone malate. La maggioranza degli esperti, fra cui Ilaria Capua, ritiene che i casi asintomatici siano da 10 a 100 volte superiori. Perciò il tasso di letalità non sarebbe del 7,4%, ma almeno dieci volte inferiore. Sull’influenza stagionale 2017-18, risulta che 8,7 milioni di persone si rivolsero telefonicamente al medico o al pediatra di famiglia per una “sindrome simil-influenzale”. Meno di 1/4 furono visitate dal medico. Sono morte “con complicazioni influenzali” non meno di 18.000 persone, in prevalenza anziane. Di quelle 18.000, solo 173 (1 su 100) morirono in un reparto di rianimazione, e in tutto furono 764 i “casi gravi da influenza confermata in soggetti ricoverati in terapia intensiva”. Cioè, le altre 17.000 persone sono morte a casa propria, o in casa di riposo, o in un qualche reparto ospedaliero, senza diagnosi confermata di influenza.
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Virus, paura e soldi: con Ricciardi l’Oms commissaria l’Italia
Un bel servizio della Televisione Svizzera mette bene in evidenza la manovra dei poteri mondialisti attraverso l’Oms e i governi. Con lo sfruttamento terroristico ripetuto negli anni del fenomeno montato delle pandemie, in gran parte artificioso. Anche il nostro governo è stato “commissariato” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha messo improvvisamente al fianco del presidente del Consiglio, a dirigere la gestione della crisi, un uomo dell’Oms, un certo professor Walter Ricciardi. Ci aveva colpito in questi giorni nei dibattiti televisivi sul coronavirus la presenza continua e molto critica e terrorizzante di questo signore. Litigava puntualmente con i nostri migliori virologi che parlavano realisticamente di un virus non mortale, di un qualcosa poco più di una influenza. Si dichiara amico di Burioni, il vaccinista di massa, come da indicazioni dell’Oms, e questo la dice lunga… E puntualmente, dopo qualche giorno, viene nominato consigliere del governo sulla questione coronavirus, e per i rapporti con l’Oms.Da dove viene questo tipo? Ha cominciato stranamente facendo l’attore. Ma, si sa… certe competenze possono tornare utili. Ma poi intraprende una fulminante carriera nel mondo medico nazionale e internazionale. E nel suo curriculum compaiono tutti i più importanti incarichi di potere medico ospedaliero, universitario e istituzionale, nazionale e internazionale, a partire dagli ambienti cattolici. Importanti incarichi all’Università Cattolica del Sacro Cuore, al Policlinico Gemelli, primo membro non americano del National Board of Medical Examiners degli Usa, presidente della European Association of Public Health dell’Oms. Socio fondatore con Montezemolo di “Italia Futura”, direttore della Regione Europea per l’Oms, componente del panel di esperti della Commissione Europea per gli investimenti della Commissione Europea che decide come spendere i soldi nella sanità (!), rappresentante per l’Europa della Wfpha, la Federazione Mondiale delle Società di Sanità Pubblica, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Oms.Un funzionario importante della dittatura scientifica, del nuovo papato scientifico che ha sostituito il principio di autorità dogmatico del papato romano. Appena si è seduto al fianco del ministro della sanità, e soprattutto del presidente del Consiglio, Conte, ha cominciato a strigliare le Regioni perché non si facevano coordinare abbastanza dal governo, vale a dire dal suo “consigliere”… l’uomo dell’Oms (vale a dire dall’Oms). Il terrore avanza; tra un po’ arriverà il vaccino, e tutto il mondo se lo farà – o almeno lo comprerà – quando ormai il virus avrà già esaurito la sua spinta espansiva. Big Pharma farà i suoi incassi, i suoi burattini verranno premiati con soldi e carriere, la paura e il terrore avranno comunque raggiunto il loro effetto di tentare di ostacolare il risveglio delle coscienze.(”Il terrorisno dell’Oms e il coronavirus”, da “Coscienze in Rete” del 26 febbraio 2020).Un bel servizio della Televisione Svizzera mette bene in evidenza la manovra dei poteri mondialisti attraverso l’Oms e i governi. Con lo sfruttamento terroristico ripetuto negli anni del fenomeno montato delle pandemie, in gran parte artificioso. Anche il nostro governo è stato “commissariato” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha messo improvvisamente al fianco del presidente del Consiglio, a dirigere la gestione della crisi, un uomo dell’Oms, un certo professor Walter Ricciardi. Ci aveva colpito in questi giorni nei dibattiti televisivi sul coronavirus la presenza continua e molto critica e terrorizzante di questo signore. Litigava puntualmente con i nostri migliori virologi che parlavano realisticamente di un virus non mortale, di un qualcosa poco più di una influenza. Si dichiara amico di Burioni, il vaccinista di massa, come da indicazioni dell’Oms, e questo la dice lunga… E puntualmente, dopo qualche giorno, viene nominato consigliere del governo sulla questione coronavirus, e per i rapporti con l’Oms.