Archivio del Tag ‘World Trade Center’
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Sangue e menzogne, scandalo mondiale senza fine
All’alba del fatidico 11 settembre 2001, la data che ha cambiato in peggio la storia del mondo scatenando una guerra dopo l’altra col pretesto della lotta al terrorismo internazionale, il cielo degli Stati Uniti era l’area più controllata del pianeta, ma in modo clamorosamente anomalo: qualcuno si era infatti premurato di organizzare ben 7 esercitazioni militari, tutte concentrate nello stesso giorno, in modo da allontanare l’aviazione e lasciar libero il corridoio aereo utilizzato dai dirottatori diretti alle Torri Gemelle. La sicurezza americana ha mentito su tutto: sono le ultime conclusioni del “Consensus Panel”, la commissione indipendente di esperti convocata sulla strage del secolo. Smentita, dati alla mano, l’incredibile versione ufficiale: una cortina di menzogne, stesa dal governo e dai media per impedire al pubblico di scoprire dove fossero e cosa stessero davvero facendo, in quelle ore, i quattro uomini-chiave dell’apparato Usa
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Bojinka: il piano per l’attacco alle Torri scoperto nel ‘95
Undici, numero fatale: 11 settembre, 11 aerei-kamikaze, 11 obiettivi. Quello che sarebbe successo nel 2001 a New York era già scritto. Chi “doveva” sapere, ne era al corrente da almeno sei anni. Gennaio 1995, Manila: la polizia irrompe in un edificio dove si nasconde una cellula di estremisti islamici. Da un pc salta fuori un file dal nome “Piano Bojinka”: disegni, foto e rapporti scritti che illustrano un piano terroristico per colpire gli Stati Uniti lanciando aerei di linea contro edifici e simboli del potere americano. Per la precisione: 11 aerei. L’allarme impiega un anno per essere diffuso: nasce una task force, con a capo il super-poliziotto John O’ Neill. Cinque anni dopo, O’Neill si insedia al 102° piano della Torre Nord. Poche ore, e l’edificio viene centrato. E’ l’11 settembre 2001. O’Neill diventa una delle tremila vittime della strage: muore portando con sé i suoi segreti.
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The Corbett Report: video-barzelletta sull’11 Settembre
Il mattino dell’11 settembre 2001, diciannove uomini armati di taglierini, comandati da un uomo in dialisi che stava in una grotta dall’altra parte del mondo e usava un cellulare e un computer portatile, hanno condotto la più sofisticata opera di penetrazione dello spazio aereo più difeso al mondo immobilizzando passeggeri e piloti addestrati al combattimento su quattro aerei commerciali, prima di svolazzarsene fuori rotta per più di un’ora, senza mai venire molestati da un solo caccia della difesa. Questi 19 dirottatori, devoti religiosi fondamentalisti che amavano bere alcol, sniffare coca e vivere con spogliarelliste dai capelli rosa, sono riusciti a far crollare tre palazzi con due aerei mentre a Washington un pilota che non era in grado di guidare un Cessna monomotore faceva fare a un 757 una spirale discendente di 3.000 metri e 270 gradi e andava a colpire il Pentagono
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Ground Zero, caccia all’uomo che filmò la verità
New York, 11 settembre 2001, la protezione civile interviene subito. Le Torri non sono state colpite ancora, ma loro, le squadre di soccorso sono lì “già da ieri”, 10 settembre, per una delle tante strane esercitazioni che punteggiano lo scenario della giornata destinata a cambiare il mondo. Alle squadre viene aggregato Kurt Sonnenfeld, un cameraman molto specializzato. Una storia pazzesca, la sua, che parte dai miasmi di Ground Zero, passa per un dramma terribile in Colorado e approda in un esilio a Buenos Aires. Una storia che in Italia è quasi ignota. Lui l’ha raccontata in un libro pubblicato in Argentina, El Perseguido, ossia “il perseguitato”.