Archivio del Tag ‘Il Fatto Quotidiano’
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Studenti e operai, l’unica vera opposizione civile
Il regime progetta il fascismo per via legale. Questo annunciano la repressione preventiva di Gasparri e le minacce “stile mafia” di Berlusconi a magistrati e Corte costituzionale. Per impedirlo, le cosiddette opposizioni progettano una definitiva sconfitta: questo annunciano il capo chino del Terzo polo, le dispute da capponi della nomenklatura Pd, le reazioni dei vertici Idv all’esplodere della questione morale. Con queste “opposizioni”, il percorso verso il fascismo legale del Putin di Arcore è in carrozza. Per fortuna che un’altra opposizione c’è. Vera. Sempre più forte, per radicamento e ampiezza.
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Ascoltare la piazza: condannare la violenza non basta
Molti sono rimasti colpiti da quel che è accaduto ad Annozero, al netto delle scalmane del cosiddetto ministro Ignazio La Rissa. Colpiti dal reportage di Ruotolo sugli scontri del 14 dicembre, dove migliaia di studenti solidarizzavano con i pochi violenti. Colpiti dall’atteggiamento dei politici, che pretendevano dagli studenti un’abiura della violenza come precondizione per discutere con loro. Colpiti dall’atteggiamento degli studenti, che non prendevano affatto le distanze, anzi rilanciavano: «Sono due anni che protestiamo pacificamente contro la legge e i tagli della Gelmini e il sottostante progetto di precarizzazione sociale, ma nessuno ci ha ascoltati, nessuno ha parlato con noi. Vi accorgete di noi solo ora che abbiamo abbandonato le buone maniere».
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La Russa e Maroni: quando la polizia si occupava di loro
Ora sono ministri, tutti e tre, e dall’alto della loro cattedra danno lezioni di non-violenza agli studenti inferociti contro la riforma Gelmini dell’università e la compravendita dei voti alla Camera per sostenere il traballante governo “ad personam” del Cavaliere. I ragazzi oggi sulle barricate sono troppo giovani per ricordarsi dei tempi in cui La Russa, Maroni e Bossi erano al centro della preoccupazione della forza pubblica: era la polizia a occuparsi di loro. La Russa negli anni ’70 viveva nel clima di tensione quotidiana della guerra civile strisciante, con morti e feriti nelle piazze; Bossi e Maroni vent’anni dopo minacciavano la secessione della “Padania” e opposero resistenza agli agenti.
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Le banche ci derubano e non pagano mai: falliscano pure
Sono tempi strani. Pieni di opportunità! Quando c’è la peste, non si dà la caccia agli untori? Non si bruciano le streghe? Non si specula sui medicinali? è il momento di arricchirsi! Alle spalle degli ignoranti. C’è la crisi? Nel mondo della finanza succede di tutto. E i fregati siete voi. Due delle tre principali banche italiane sono state pizzicate a rubare direttamente dai conti correnti e “titoli” dei clienti… vecchiette. Primo caso: migliaia di euro sottratte a una gestione titoli. «Signora, capirà, con questa crisi, Le è andata anche bene…Capitale garantito? No, non mi pare possibile che la nostra banca… Il contratto, in questo momento non lo troviamo, ripassi… La mia firma, quella? Ma lei chi è? La figlia?… Facciamo così: reintegro a sua madre il capitale, e la cosa finisce qui fra noi: d’accordo?».
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Noi, servi sciocchi dell’America che ci disprezza
Che Silvio Berlusconi fosse “fatuo, vanesio, incapace, politicamente e fisicamente debole” e soprattutto “inutile” non c’era bisogno che ce lo venissero a spiegare gli americani, lo avevamo capito persino noi. Non è questa la cosa saliente. Ciò che è grave è che di fronte a questi insulti sanguinosi rivolti al nostro presidente del Consiglio, il governo italiano non solo non abbia emesso un vagito, un raglio, non abbia fatto una piega, ma si sia affrettato a dichiarare per bocca del ministro degli Esteri, Franco Frattini, e del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che «i nostri rapporti con gli Stati Uniti sono ottimi», mentre lo stesso Berlusconi, a capo un po’ chino, accettava la classica e ipocrita pacca sulla spalla di una livida Hillary Clinton che lo gratificava come «il miglior amico dell’America».
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Aborto nucleare: quelle 20.000 gravidanze interrotte
Gravidanza a rischio se la madre abita nelle vicinanze di una centrale nucleare. In numeri: ventimila aborti spontanei negli ultimi 40 anni. Il tutto attorno a 31 impianti di energia atomica, 27 tedeschi e 4 svizzeri. Senza contare un netto aumento di deformità e tumori infantili. Questo si legge in uno studio pubblicato dal Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco. Negli scorsi giorni i ricercatori Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb hanno pubblicato un report tra nascite e prossimità alle centrali nucleari in Germania e Svizzera, in modo da capire se la sola vicinanza delle centrali ha effetto sulla salute dei cittadini, anche in mancanza di grandi incidenti.
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L’Inghilterra è una bomba: debito a orologeria, 16 trilioni
La Gran Bretagna è una bomba a orologeria: sulla testa degli inglesi pesa un debito da 16 trilioni di dollari. Lo afferma John Hawksworth, capo economista della Pwc, la più importante società di consulenza del mondo. Quello su cui poggia il sistema economico britannico è un ordigno di enorme potenza, destinato ad esplodere quando le condizioni di credito (tassi di interesse) finiranno inevitabilmente per peggiorare. Entro il 2015, ha rivelato in questi giorni, il debito complessivo dell’economia del Regno Unito sfonderà la terrificante quota di 10 trilioni (diecimila miliardi) di sterline. Al cambio attuale fa 16.000 miliardi di dollari, quattro volte il Pil del Giappone. Un valore superiore a quello dell’intera economia dell’Ue o degli Stati Uniti.
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Nucleare, stop al treno delle scorie: mille tedeschi arrestati
Mille tedeschi arrestati per aver bloccato il “treno dell’inferno”, carico di scorie nucleari. È il più grande movimento antinuclearista della storia tedesca degli ultimi decenni quello che nei giorni scorsi ha portato oltre 35 mila persone a Dannenberg, nella Bassa Sassonia, a invadere le rotaie per protestare contro il trasporto di rifiuti nucleari destinati al sito di Gorleben, deposito provvisorio di stoccaggio a ridosso del parco naturale dell’Elba. I manifestanti si sono opposti al rientro del treno Castor, partito venerdì scorso dall’impianto francese de La Hague, in Normandia, per riportare in Germania 154 tonnellate di rifiuti vetrificati dopo il trattamento in Francia. Una manifestazione antinuclearista che ha trascinato con sé l’opinione pubblica, creando allo stesso tempo grande imbarazzo politico per le scorie atomiche. Il deposito in questione, infatti, sembrerebbe non adatto al loro stoccaggio.
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Grandi opere inutili: il forziere della Casta, Pd incluso
Le grandi opere? Una truffa, per finanziare sottobanco la politica attraverso l’apertura di cantieri spesso inutili, e che non si chiuderanno mai. Parola di Marco Ponti, docente di economia dei trasporti al Politecnico di Milano. Strade e ferrovie: dopo la celebre lavagna presentata da Berlusconi a “Porta a Porta” con 19 “opere prioritarie”, il numero delle nuove infrastrutture è arrivato a 184 nuove voci, costosissime e per nulla prioritarie, ma sostenute anche dal centrosinistra. Nel mondo sviluppato questi elenchi si chiamano “shopping list”, per distinguerli dai piani razionali di investimento, ma in Italia manca del tutto una valutazione preliminare sulla loro utilità reale. L’importante è spendere, poi si vedrà.
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Berlusconi al capolinea, ma i rivali sono divisi e confusi
Pensate davvero che esista il Partito democratico? Dopo la Prima Repubblica l’idea che si dovesse creare un sistema bipartitico ha portato alla creazione di due poli insostenibili: a destra ha generato la coalizione delle contraddizioni del Nord e del Sud, della destra liberale contro quella conservatrice e, nonostante, il successo elettorale, il governo ha dimostrato di non avere un programma preciso. Per questo sta cadendo a pezzi, che si parli di Casa o Popolo della Libertà. Dall’altra parte il Pd è una creazione artificiale e simmetrica basata sull’idea che il Paese debba avere un contraltare di sinistra a vocazione maggioritaria. Ma l’Italia non si esaurisce nel bipolarsimo.
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Fiat a picco, da Marchionne solo alibi e favole
La Fiat è in crisi nera, è costretta a inseguire le rivali europee rincorrendo manodopera a prezzi stracciati: mancati gli obiettivi annunciati, Marchionne spara sui sindacati e rilancia promesse fumose, senza precisarne i contenuti. E’ questo l’umore di molte analisi sulla stampa italiana dopo la sorprendente intervista rilasciata a Fabio Fazio dall’ad del Lingotto il 24 ottobre. Il capo della Fiat aveva previsto 5 miliardi di utile operativo? Si è sbagliato di 3 miliardi: quest’anno il gruppo torinese chiuderà il bilancio fermandosi a quota 2 miliardi. Vero, c’è stata la grande crisi e le americane General Motors e Chrysler sono state salvate dal governo Usa. Ma i concorrenti europei fanno decisamente meglio del gruppo torinese.
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Guai all’Iran se aiuta gli Usa a scappare dall’Afghanistan
Per capire com’è conciata la Nato in Afghanistan bastano due episodi accaduti questa settimana. Lunedì c’è stato, a Roma, l’incontro dei rappresentanti dei 45 Stati che occupano quel Paese. Inaspettatamente era presente un iraniano di alto livello, Alì Oanezadeh, verso il quale gli americani si sono mostrati insolitamente cordiali. Alla fine Holbrooke ha detto: «Riconosciamo che l’Iran ha un ruolo da giocare per una soluzione». Ma come? L’Iran non era uno dei tre Paesi dell’“asse del Male“, uno degli “Stati canaglia“, violatore dei “diritti umani“? E la povera Sakineh, in fondo solo colpevole di aver fatto accoppare il marito? Tutto messo nel ripostiglio, per il momento. Per piegare l’Afghanistan va bene anche l’Iran.