Archivi degli autori 
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Inceneritore, Torino brinda alla fabbrica dei tumori
Anziché sulla raccolta differenziata, anche Torino punta sull’inceneritore: avrà un costo esorbitante, inquinerà l’aria e diffonderà tumori. L’inaugurazione del cantiere si è svolta nell’hinterland, a Grugliasco, nell’indiffenza generale, annota l’ambientalista Marco Cedolin, che denuncia la più totale disinformazione, l’inettitudine degli amministratori pubblici e il disinteresse dei cittadini: «In compenso l’inceneritore ha già iniziato ad interessarsi di loro, partendo dai portafogli, salassati per alcune centinaia di milioni di euro (cifra che continua ad aumentare progressivamente) necessarie per la costruzione, per arrivare alla loro salute che l’impianto metterà a repentaglio».
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Falcone e Borsellino, lo Stato che oscura la verità
Sono trascorsi diciotto anni dalla strage di via D’Amelio. Diciotto anni da quella di Capaci. Diciassette dalle bombe di Milano, Firenze e Roma. E ancora oggi non conosciamo la verità su quanto accaduto in quegli anni. Così come non sappiamo la verità sulle morti di Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, o perché Vincenzo Scarantino si sia autoaccusato di aver procurato l’autobomba che ha ucciso Paolo Borsellino e la sua scorta. La lista dei misteri potrebbe continuare ancora e a lungo. Di sicuro, sappiamo che lo Stato che commemora non è ancora riuscito a garantire la giustizia per i suoi giudici, i suoi poliziotti, i suoi cittadini assassinati. E sappiamo anche che c’è uno Stato che ha agito perché non si arrivasse alla verità sulle stragi di mafia
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Cota: il Tar cambia le regole per tentare di bocciarmi
È incredibile che il Tar si sia permesso di emettere una sentenza, diciamo “innovativa”, sulla pelle dei piemontesi, ignorando di non avere a che fare con una causa condominiale ma con una regione di quattro milioni di abitanti. Il Tar ha invece paradossalmente deciso che chi ha votato una lista a me collegata non intendeva votarmi, e ha disposto un riconteggio per verificare questo assurdo: sarebbe necessaria la doppia croce, quando invece le tre modalità di voto, compreso l’automatismo del voto di lista valido anche per il Presidente a cui è collegata, erano state recitate in tutti gli spot informativi pre-elezioni.
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Orrore a Gaza, famiglia inerme massacrata a cannonate
Gli Abu Said sono beduini, e da quarant’anni vivono dei frutti della loro terra in una fattoria isolata nei pressi di Johr el-Diek, davanti al confine a Est di Gaza City, e per quarant’anni dichiarano di non avere avuto grossi problemi con il bellicoso vicinato israeliano. In realtà, approfondendo il discorso con il capofamiglia, dopo la prima intifada, la seconda intifada e l’inizio dell’assedio, sotto la minaccia delle armi hanno dovuto progressivamente arretrare di molto le loro coltivazioni, se vent’anni aravano a ridosso al confine ora sono retrocessi di 400 metri, con perdite rilevanti: dei bei frutteti che una volta prosperavano carichi di frutta non sono rimaste neanche le radici.
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Piemonte in bilico, il Pdl: golpe giudiziario contro Cota
Sulla scheda elettorale per le regionali del Piemonte, le due liste contestate dal centro-sinistra solo all’indomani del voto (“Al centro con Scanderebech” e “Consumatori”) erano chiaramente incluse tra quelle della coalizione di centro-destra con Roberto Cota candidato presidente. Eppure ora, per giudicare la validità di quei 14.980 voti, forse decisivi, si valuterà caso per caso: il riconteggio delle schede deciso dal Tar il 15 luglio giudicherà inequivocabilmente attribuibili a Cota solo quelle recanti anche una croce sul candidato presidente, e non solo sulla lista collegata. Interpretazione che Cota respinge fermamente, in nome della salvaguardia della «volontà democratica degli elettori», annunciando il ricorso in appello al Consiglio di Stato.
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Futuro a km zero, contro l’antico impero dei trasporti
La Terra vista dallo spazio, da un comodo cratere lunare, da una luna di Giove, nel suo divenire in questi ultimi cento anni, un fotogramma dopo l’altro, apparirebbe come un insieme di invasati in accelerazione. Un nido di formiche impazzite in corsa in ogni direzione dopo la distruzione del formicaio. Un fatto incomprensibile per un gioviano, ma anche per una qualunque persona dotata di buon senso. Se un tempo le domande sul nostro destino erano: “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?”, ora , nel tempo del Trasporto Obbligatorio di merci e esseri umani, la domanda è diventata unica: “Perché ci muoviamo?”.
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Amianto, Lombardia avvelenata a morte dalla ‘Ndrangheta
«Per chi è calabrese è come scoprire l’acqua calda», dice Giuseppe Baldessarro, uno che scrive di ‘Ndrine da 15 anni: gira per discariche illegali in Calabria e indaga su navi affondate cariche di scorie nucleari. Scoprire, come è scritto nell’ordinanza del Gip di Milano contro la nuova rete di cosche calabresi in Lombardia, che una delle aziende controllate dalle ‘Ndrine, “Perego Strade”, smaltisse nei propri cantieri rifiuti tossici, in primis amianto, non lo smuove più di tanto. Autore del libro “Avvelenati” con Manuela Iatì – dove si parla di scorie di centrali atomiche ed elettriche, container con diossina di Seveso e scarti industriali – dice che sono bazzecole rispetto alla monnezza nucleare con cui hanno affossato la Calabria, quei residui di amianto disseminati tra i laghi e la Lomellina.
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Foto fantasma, l’artista che colpisce i leader del mondo
Immaginate di essere un giovane inventore, o meglio un artista. Anzi, entrambe le cose. E che mentre ancora frequentate la vostra bella accademia d’arte a Berlino, tirate fuori dal cappello un’invenzione che qualunque multinazionale o agenzia pubblicitaria vi pagherebbe a peso d’oro. Che fate? Scegliete l’Arte o il Denaro? Julius Von Bismarck, ventiseienne artista tedesco alto due metri, barbone e capelli tagliati a caschetto come un personaggio di un film di Tim Burton, quel dilemma l’ha vissuto due anni fa. Di giorno artista, di notte avido lettore di libri da politecnico, Julius ha progettato, brevettato e realizzato il “Fulgurator”.
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Corruzione, il cupo trionfo dell’Italia oscura
Le cronache giudiziarie stanno ridisegnando l’Italia come una piramide di comitati d’affari, con vetta a Roma ma poi estesa ovunque, in una specie di federalismo dell’arte di arrangiarsi. La cosiddetta P3 ne è l’ultima immagine, dove riemerge perfino Flavio Carboni, vecchio piduista che ebbe il suo momento ai tempi dell’assassinio del banchiere Roberto Calvi, trent’anni fa. Ma l’elenco è lungo: la cricca di Anemone e gli appalti del G8; gli impuniti della ricostruzione dell’Aquila; le speculazioni ospedaliere in Lombardia dove pure la spesa sanitaria rispetto al Pil è la metà di quella della Campania bassoliniana. Proseguire sarebbe stucchevole. Meglio chiedersi come mai ritorni la corruzione, ingigantita e non di rado bipartisan, mentre l’opinione pubblica sembra indignarsi sempre meno.
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Pdl sordo sulla legalità? Granata: allora espelleteci tutti
Conoscete Mauro La Mantia? Io lo conosco da 16 anni. Lo ricordo adolescente, con il megafono, alla prima fiaccolata per Paolo Borsellino. Ne ho poi seguito le lotte studentesche e universitarie, la crescita politica fatta di sacrificio e militanza, fino al meritato riconoscimento del coordinamento dei nostri giovani in Sicilia, protagonista insieme a Carolina e tanti altri ragazzi siciliani di quella trama di lotte e memorie che ancora oggi ricorda ai palermitani che è meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino. Mauro non appartiene a Generazione Italia. Non è “finiano”… ma è bastata un parola di condanna e indignazione contro il nuovo processo di beatificazione del mafioso Mangano dal pulpito di una condanna a 7 anni per associazione mafiosa a farlo mettere in croce.
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L’Onu: l’Italia non approvi la legge-bavaglio
Anche l’Onu scende in campo contro il ddl intercettazioni e avverte: «Va abolito o modificato», perché se passa nella sua veste attuale rischia di minare «la libertà di espressione in Italia». Parole pesanti, pronunciate il 13 luglio dal relatore per il diritto di espressione del Palazzo di Vetro, Frank Le Rue, che ha anche ipotizzato una «missione» delle Nazioni Unite, nel 2011, per verificare lo stato della libertà di stampa in Italia. E’ l’ennesima, clamorosa bocciatura internazionale della legge-bavaglio, dopo l’intervento del viceministro della giustizia di Obama («non ostacolate i giudici») e il monito dell’Osce: libertà d’espressione a rischio.
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Migranti, una Extrabanca che parla la loro lingua
Sostengono l’economia italiana, la crescita demografica e lo svecchiamento del paese: secondo Unioncamere, il lavoro degli immigrati rappresenta quasi il 10% del Pil nazionale, eppure la politica ostacola l’immigrazione e non favorisce l’immigrazione. Da oggi però chi arriva in Italia ha uno strumento in più: a Milano è nata “Extrabanca”, un esperimento che rischia di fare scuola: la prima banca dedicata (non esclusivamente) ai cittadini migranti. «La nostra – spiega il fondatore, Andrea Orlandini – è la prima banca multietnica e con uno staff multietnico, che mette realmente al centro il cliente immigrato in Italia».