Archivio della Categoria: ‘idee’
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Rifkin: basta catastrofi, archiviamo l’era del petrolio
Ora basta. Questa è una delle più gravi catastrofi della storia americana. È inaccettabile continuare a correre rischi simili: bisogna varare un’immediata moratoria sull’estrazione di greggio offshore in tutto il Golfo del Messico. Bisogna sospendere l´attività delle piattaforme di estrazione di petrolio in tutta l’area. È arrivato il momento di scegliere: da una parte c’è la vecchia economia del petrolio, che ormai produce poco benessere e molte catastrofi, dall’altra la terza rivoluzione industriale basata sull´efficienza, sull´innovazione tecnologica, sulle fonti rinnovabili.
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Grecia, se cade l’Italia addio Euro: è il debito a salvarci
Attenti alla Grecia: il debito italiano fa paura e lo spettro della bancarotta di Atene avvicina pericolosamente l’Italia alla crisi finanziaria mediterranea che sta scuotendo l’Europa. Se Bossi preme sul federalismo fiscale per evitare l’incubo greco, Beppe Grillo è convinto del contrario: senza conoscere i costi reali della riforma tributaria federalistica, l’Italia rischia di «fare la fine dell’Argentina», ovvero il bivio: «Fallire subito o rimandare?». Se fallisce la Grecia l’euro vacilla, dice Grillo. Ma, se fallisce l’Italia, «l’euro sprofonda insieme a tutti i nostri creditori. Per ora il nostro immenso debito pubblico ci protegge».
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Petrolio, catastrofe Louisiana: i mandanti siamo noi
Sento il rumore delle grida. Lo sento dentro. Scuote ogni centimetro del mio corpo. Sono grida di dolore, di sconcerto, di paura. Sono le grida degli 11 operai morti e dei 17 feriti (bilancio provvisorio)? Sono le grida degli uccelli, dei pesci, dei cetacei, delle alghe, delle onde del mare, incatramate, soffocate, lentamente uccise dalle tonnellate di petrolio che si stanno riversando nei mari di fronte alla Louisiana. Leggo su Repubblica.it: «La Bp, che inizialmente aveva tranquillizzato sulle conseguenze per l’ambiente, ora lancia allarmi sulla possibilità di bloccare la fuoriuscita di greggio dalle valvole e dalle tubature».
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Bonafi: chiudere la Borsa, che rapina le aziende
Chiudere la Borsa, che razzia l’economia reale in modo parassitario, grazie al sistema capitalistico che favorisce il caos. L’economista Gilles Bonafi sposa la provocazione di Frédéric Lordon, ricercatore del Cnrs, il Consiglio nazionale francese per la ricerca scientifica. Secondo Lordon, per bloccare la crisi bisogna innanzitutto abolire i mercati finanziari: «Numerose voci – rileva Bonafi – cominciano ora a porsi il problema di un sistema economico strutturalmente irrecuperabile, che spinge l’umanità alla catastrofe», puro riflesso della «legge della potenza» teorizzata da Vilfredo Pareto.
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Scorie: sconfitta la resistenza anti-nucleare ad Alessandria
Il Tar del Piemonte dà ragione a governo e Sogin, legalizza la finta disattivazione dell’impianto e autorizza il deposito nucleare a Bosco Marengo (Alessandria). La sentenza del Tar scandalizza, è sbagliata e sul piano giuridico merita il ricorso al Consiglio di Stato (ma non abbiamo i soldi). Merita anche una riflessione nel movimento antinuclearista italiano. Per il quale si tratta di una nefasta sconfitta che crea un precedente valido per tutti gli ex siti nucleari: da oggi destinati ad essere depositi di se stessi. Dunque via libera al rilancio del piano nucleare del governo non vincolato, grazie al Tar, a risolvere il problema principale: quello delle scorie in un deposito sicuro per millenni.
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Gino Strada: chi ha paura del nostro ospedale?
Il giorno dopo sembra quasi più duro. Gli operatori di Emergency sono liberi perché innocenti. Ma l’evidenza non basta, ci sono giornalisti che affermano – eh, perbacco, hanno le fonti! – che la liberazione sia avvenuta per uno scambio politico: fuori i tre possibili terroristi in cambio della chiusura dell’ospedale. Un accordo, insomma. L’ipotesi, peraltro già smentita dalla Farnesina, dal governo afghano e da Emergency, è tuttavia affascinante e induce a qualche riflessione. Se fosse vero che la liberazione sia stato il frutto di uno scambio, ciò non sarebbe altro che una conferma di quel che Emergency ha detto e scritto dopo l’aggressione all’ospedale di Lashkargah
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Diritti perduti: la mia generazione ha fallito
Gli anni dell’adolescenza e della prima giovinezza contraddistinti da un costante, affettuoso ma implacabile, conflitto con mio padre. Reo di socialdemocrazia. E non mi bastava, anzi perfino mi annoiava un po’, che avesse fatto il partigiano per liberare l’Italia dalla dittatura fascista. Semplicemente incarnava tutto ciò che consideravo borghese. Lavoro, famiglia, responsabilità, educazione. Seduti a tavola, pranzo a casa come usava allora, esplodevano i conflitti. Soddisfacenti perché lui non si sottraeva con sufficienza alla discussione.
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Massimo Fini: perché faccio il tifo per il vulcano
Io faccio il tifo per il vulcano islandese Eyjafjallajökull. È bene che ogni tanto la natura, indifferente, imparziale e moralmente amorale, ricordi all’uomo, che nella sua demenziale ubris, sta diventando la bestia più stupida del Creato, non è il padrone del mondo. Il vulcano islandese esplose già, con la stessa violenza, due secoli fa ma nessuno se ne accorse tranne i pochi abitanti di quelle terre lontane, mentre oggi sta mandando in tilt l’intero pianeta. Due secoli fa gli aeroplani non esistevano. Ma non è solo una questione puramente tecnologica.
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Il carcere della paura: ingoia uomini e restituisce bambini
Del carcere si parla per levarci di torno un fastidio, per non rendere giustizia a chi è stato offeso né a chi l’offesa l’ha recata. Se ne parla per rendere nebulosa e poco chiara ogni analisi, un messaggio annichilente che impedisce di intervenire. Il detenuto non è un numero, invece la realtà che deborda da una prigione è riconducibile all’umiliazione che produce il delitto, ogni delitto nella sua inaccettabilità. Risocializzare, reinserire, non sono solamente termini e concetti trattamentali da seguire e svolgere; essi purtroppo stanno a sottolineare l’inadeguatezza al dettato costituzionale, per l’impossibilità di rendere fattivo l’intervento rieducativo; non usare questi strumenti e di contro incancrenire la convivenza, equivale a dichiarare fallito l’ideale della promozione umana.
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Guerra alle menzogne, Google non ci salverà
La narrazione dominante della società italiana è falsa. Radicalmente falsa. È quella che viene dal mainstream; è parte del “rumore di fondo” che milioni di persone sono costrette ad ascoltare e vedere. È una narrazione che ci descrive un’Italia maggioritariamente berlusconiana, già soggiogata irrimediabilmente. È una narrazione che è stata magistralmente prodotta dal sistema dominante, sotto la forma dell’ “eletto dal popolo”. Ma che è stata accettata senza nemmeno tentare di combatterla, dalla cosiddetta opposizione.
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Massimo Fini: spegnere la Tv, oppio dei popoli
Nella società contemporanea la Televisione, insieme a sua sorella gemella la Pubblicità, che è il motore di tutto il sistema, ha occupato il centro della nostra vita. La sua forza non sta nella sua tecnica, nel fatto che “fa vedere” (anche il cinema “fa vedere” ma non ha avuto gli effetti devastanti della Tv, anzi per molto tempo è stato un importante strumento culturale), ma nella distribuzione, nell’essere piazzata, a priori, in casa nostra. Ed è quindi ineludibile. Ha distrutto quasi ogni forma di vita di relazione proiettandoci (insieme, ultimamente, ad altri media: Internet, Facebook) in un mondo virtuale dove possiamo solo subire. Noi oggi viviamo di resoconti, non più in prima persona.
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Giulietto Chiesa: aiuto, c’è una scimmia ai comandi
Immaginiamo di trovarci su un aereo di linea a diecimila metri di altezza. Fino a poco fa tutto andava per il meglio, ma da qualche minuto il velivolo ha cominciato a sobbalzare violentemente; sembra precipitare, poi si innalza, poi torna a volare normalmente per qualche attimo, ma sobbalza ancora. I passeggeri gridano di paura, allacciano la cintura. Ma non c’è nessuno che dia informazioni, le hostess sono sparite, il comandante tace, anzi dal microfono vengono strani rumori. Che fare? Vi alzate a fatica e correte verso la cabina di pilotaggio. Forzate la porta chiusa e… scoprite che al posto del pilota c’è una scimmia.