Archivio del Tag ‘Antonio Di Pietro’
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Celentano: tutti a votare, referendum contro Berlusconi
«Non si tratta più di destra o sinistra per capire che un uomo come Berlusconi non solo non può governare l’Italia, ma nessun paese». Dopo la prima clamorosa invettiva all’indomani di Fukushima sul “Corriere della Sera”, Adriano Celentano torna in campo: stavolta sceglie “Il Fatto Quotidiano” per sferrare un colpo frontale direttamente al premier, accusato di voler “scippare” i referendum del 12-13 giugno: col decreto anti-nucleare, come ha ammesso lo stesso Berlusconi davanti a Sarkozy, si vuole evitare che l’emotività di oggi possa compromettere il futuro atomico dell’Italia. E soprattutto: disinnescando la mina referendaria sul nucleare, il Cavaliere spera di far mancare il quorum al quesito che lo tiene in ansia: quello per abrogare l’impunità del “legittimo impedimento”.
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La Ue: clandestino è il governo che incarcera i migranti
“Peruano clandestino, Mano Negra illegal”: se Manu Chao è stato il primo a tradurre in protesta – con un’orazione pop datata 1998 – l’insopportabile discriminazione del migrante costretto a diventare “desaparecido” in un Occidente senza diritti per chi viene dalla fame, dalla paura e dalla disperazione, il cantante franco-iberico non poteva aspettarsi che uno degli Stati fondatori dell’Unione Europea, celebrata patria delle libertà civili, arrivasse nel 2009 a proclamare reato la clandestinità, costringendo i profughi a incorrere nelle more della giustizia penale. Dopo due anni, mentre un’Italia riluttante bombarda la Libia e fa i conti col Nord Africa in rivolta, lo stop arriva da Bruxelles: vietato arrestare gli irregolari.
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Nucleare, Berlusconi ammette il bluff sul referendum
«E adesso, assediamo il Parlamento: guai a chi ce lo tocca, il referendum sul nucleare». Giulietto Chiesa era stato facile profeta: l’avevano capito tutti che la manovra anti-referendum era solo un espediente per aggirare l’emozione-Fukushima. Nessuno però si aspettava che fosse lo stesso Berlusconi a confessarlo con candore: vogliamo evitare il voto solo per non precluderci il futuro nucleare. Rischia di essere un clamoroso autogol, la frase pronunciata il 26 aprile davanti al presidente francese Sarkozy. Che scatena una bufera: non è affatto scontato che il referendum venga evitato. E da oggi l’opposizione si impegnerà a fondo perché il 12 giugno gli italiani possono votare.
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Metà della ricchezza italiana in mano al 10% delle famiglie
Metà della ricchezza italiana è in mano al 10% delle famiglie. E’ Bankitalia a scattare la fotografia della ricchezza nazionale: i dati sono fermi al 2008, quando ancora la grande crisi non aveva messo in difficoltà milioni di italiani. Le cifre mostrano un forte disequilibrio: dispone di solide risorse, l’equivalente del 45% delle ricchezze nazionali, soltanto un cittadino su dieci. Se il patrimonio netto di 8.600 miliardi (in media col resto dell’Occidente) fosse suddiviso tra i 24 milioni di famiglie, ciascun nucleo familiare avrebbe a disposizione 358.000 euro. In realtà, la differenza sta nella distribuzione: oltre un milione e mezzo di euro per una famiglia su dieci, mentre la metà delle famiglie – fra case, terreni e beni intestati – può contare soltanto su 70.000 euro.
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Annozero, rissa: gli studenti non condannano la violenza
Quei poliziotti asserragliati a difesa del Palazzo e tempestati di lanci di pietre? «Erano lì per difendere l’indegna compravendita dei voti che si stava svolgendo alla Camera il 14 dicembre». Questa la posizione della delegazione studentesca ospite di “Annozero”: due giorni dopo i gravi disordini di Roma, gli studenti invitati alla trasmissione di Michele Santoro non prendono le distanze dal ricorso alla violenza che ha poi provocato la reazione della polizia antisommossa. Scontro al calor bianco in studio col ministro Ignazio La Russa, che zittisce uno studente chiamandolo «vigliacco», e l’ex pm Antonio Di Pietro, pronto a dare del «fascista» al ministro della difesa.
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Marcegaglia e Bersani: Italia nel fango, senza governo
«Più che a Palazzo Chigi, Berlusconi dovrebbe stare all’osteria». Se Antonio Di Pietro usa la formula più netta per ribadire il concetto espresso dallo stesso Bersani («Berlusconi se ne vada, non può stare un minuto di più in un ruolo pubblico che ha indecorosamente tradito»), il caso-Ruby, l’ennesimo sexgate che coinvolge il premier agitando anche i cattolici – prima “Famiglia Cristiana” e ora anche “Avvenire” – mette il traballante governo in rotta in collisione anche con gli industriali: «Una nuova ondata di fango lambisce la credibilità delle istituzioni», protesta Emma Marcegaglia: «Il Paese è in preda alla paralisi e il governo non c’è».
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Antiberlusconiani? Troppi concorrenti, rissosi e divisi
Nonostante «vocina chioccia e taglia sovrappeso», Beppe Grillo, «mercuriale comico genovese riciclatosi in profeta», ha preso le distanze dalla protesta popolare organizzata dalla Fiom il 16 ottobre in nome dei diritti del lavoro e contro la “dittatura” della Casta. Perché Grillo non ha aderito? «L’ermeneutica del sospetto», scrive Pierfranco Pellizzetti su “Repubblica”, «ci porta subito a dire che nell’area emotiva dell’antiberlusconismo duro e puro sta dilagando il nervosismo. Per una ragione semplicissima: il sovraffollamento». Di Pietro, Vendola, Grillo. Se poi ci si mette anche la Fiom, si fa serrata la concorrezza per aggiudicarsi quel 10-15% di elettori arrabbiati. Perché invece non pensare ad unirsi?
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«Il Caimano piduista: Berlusconi e gli intrecci segreti»
Berlusconi, il Caimano piduista. Viene da lontano l’oscuro potere del premier: lo sostiene “Il Fatto Quotidiano”, che all’indomani dello scatenato attacco di Antonio Di Pietro alla Camera nel dibattito sulla fiducia, fa propria la tesi dell’ex pm di “Mani Pulite”. Il giornale di Marco Travaglio, letteralmente sulle barricate contro il Cavaliere, si lancia in un affondo frontale, cercando di documentare le proprie accuse. Il berlusconismo? Nasce nel lontano 1977, quando Berlusconi – che sta per diventare editore televisivo – entra nell’azionariato del “Giornale” «per contrastare la sinistra» e l’anno seguente si affilia alla Loggia P2 di Licio Gelli. «Poi ha direttamente fondato una sua loggia, di cui fanno parte i suoi collaboratori più stretti», dice Gioele Magaldi, capo della massoneria ufficiale italiana.
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Fiducia fragile, governo appeso ai voti di Fini
Mai più con Berlusconi: il presidente della Camera, Gianfranco Fini, vero vincitore della prova di forza del 29 settembre alla Camera – dove la fiducia al governo è passata con il sostegno determinante di “Futuro e libertà”, insieme all’Mpa di Raffaele Lombardo – annuncia al fedelissimi nella sede di “FareFuturo” che dal 2 ottobre avvierà l’iter per trasformare Fli in soggetto politico: sostegno “di legislatura” al governo, senza firmare cambiali in bianco (specie sulla giustizia), sapendo che l’ex fondatore di An non si potrà più candidare a fianco di Berlusconi alle prossime elezioni, che il ministro Maroni (intercettato dalle telecamere de “La7”) scommette che saranno anticipate, a marzo 2011.
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Spatuzza senza protezione: «Un morto che cammina»
«Da oggi, Spatuzza è un morto che cammina». Così Antonio Di Pietro commenta la decisione del governo di non concedere la protezione definitiva al possibile pentito-chiave delle indagini sulle stragi di Falcone e Borsellino e sul processo Dell’Utri. Nonostante l’esplicita richiesta di tre Procure (Firenze, Palermo e Caltanissetta), il Viminale ha deciso che Gaspare Spatuzza avrà solo “ordinare misure di protezione” ma non sarà ammesso nel programma speciale che tutela i più importanti pentiti di mafia. «E’ la prima volta che si nega una protezione proposta da ben tre Procure», afferma il procuratore antimafia Nino Di Matteo.
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Ferrero: referendum, per annullare le leggi-vergogna
«Mentre l’Italia affonda, il premier pensa solo a se stesso». Duecentomila persone in piazza del Popolo a Roma il 13 marzo per dire no al governo, puntando tutto sul test delle regionali, grande sondaggio anti-Berlusconi. Regole calpestate, leggi ad personam, giustizia, scuola, lavoro, nucleare, informazione. «E’ ora di cambiare l’agenda del paese», avverte dal palco il leader Pd, Pierluigi Bersani. E da Paolo Ferrero della Federazione della Sinistra arriva una proposta precisa per sancire la ritrovata unità del centrosinistra: nuovi referendum, per annullare tutte le «leggi vergogna» degli ultimi anni.
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La resa dell’Idv: delusione Di Pietro, addio opposizione
La speranza accompagna la lotta come il suo angelo custode, l’illusione è invece per la lotta un “cattivo maestro”, talvolta il peggiore. Per l’Italia che contro il regime di Berlusconi lotta e resiste, il partito Idv ha iniziato il suo primo congresso rappresentando una speranza e lo ha chiuso dimostrandosi l’ennesima illusione. Meglio prenderne atto, senza esitazioni. Continuare ad illudersi, contro ogni ragionevole dubbio, significa infatti distruggere in anticipo anche possibili speranze future.