Archivio del Tag ‘astensionismo’
-
La diserzione della politica: cittadini sempre più indifesi
L’incredibile Bersani demolito in mondovisione da Marco Travaglio in soli 13 minuti, senza essere riuscito a dire una parola a giustificazione della Tav Torino-Lione. E poi Alfano che blatera contro il “pericolo rosso” e le nozze gay, mentre il suo capo Berlusconi festeggia l’assoluzione di Dell’Utri in Cassazione. Così, il dialogo con la popolazione italiana – dalla valle di Susa militarizzata alle retrovie dell’ultimo corteo romano della Fiom – è affidato ai reparti antisommossa, mandati “al fronte” da un governo di anonimi tecnocrati che nessuno ha eletto. Ormai, avverte Lorenzo Guadagnucci, stanno usando la polizia contro di noi, secondo lo schema inaugurato al famigerato G8 di Genova: per Andrea Camilleri, quelle erano «prove tecniche di colpo di Stato».
-
Potere sordo, e noi siamo soli: così la gente non vota più
Si allarga la fenditura. Di qua chi governa, a qualsiasi titolo. Di là tutti gli altri. Può darsi che annuncino il loro esodo in piccoli gruppi potenti (i banchieri, gli avvocati), in tribù che prescelgono la dimostrazione fisica e locale (i tassisti) in manifestazioni più disperate che violente (le testimonianze dei ricoverati del pronto soccorso e di chi li accompagna) o nel sottofondo di voci che segue e commenta con indignazione, protesta o scherno quasi ogni funzione pubblica del Paese, dal viaggiare infinito dei pendolari alla sorpresa male accolta per gli ospedali che chiudono. Ma sto parlando di un distaccarsi esteso, a volte silenzioso e ordinato, raramente rappresentato dalle rivolte come quella dei No Tav, di cui si discute con grande confusione su causa ed effetto (viene prima la solitudine o la rivolta?) in questi giorni.
-
Giulietto Chiesa: difendiamoci insieme, o ci fanno a pezzi
L’Italia sta male, e domani starà malissimo? Niente paura: il presidente americano applaude. Barack Obama, premio Nobel per la pace reduce della guerra in Libia e attualmente impegnato a preparare in Siria la prossima grande guerra, quella contro l’Iran, plaude allo stratega Mario Monti. E’ il suo uomo, ha le carte in regola: Goldman Sachs, Trilaterale, Bilderberg, Commissione Europea. Il popolo italiano è in buone mani: nessun pericolo che possa far pesare la propria volontà democratica. Nel giugno 2011, coi referendum, avevamo votato per i beni comuni? Perfetto: con Mario Monti, si privatizzerà tutto. Gli italiani volevano la testa di Berlusconi? Be’, l’hanno avuta. E adesso, per favore, subiscano in silenzio il nuovo programma terminale: la fine della sovranità democratica, motivata ovviamente dall’emergenza del debito. Risultato già scritto: declino e crisi infinita.
-
Senza un’alternativa, alle urne soltanto un italiano su due
Governo Monti? Ma mi faccia il piacere! A dispetto delle “entusiastiche” notizie sul consenso degli italiani nei confronti del premier “tecnico”, tutti i sondaggi d’inizio 2012 dimostrano che il livello di sfiducia nei partiti è totale, tanto che solo un elettore su due andrebbe a votare in caso di elezioni: quasi il 50% resterebbe a casa. Una drammatica conferma: se ormai la politica viene dettata a Bruxelles e solo ratificata a Roma, a partire della spesa pubblica, addio sovranità nazionale. Elezioni e partiti? Riti e fantasmi di un passato lontanissimo. Se il Pd di Bersani sfiora il 30% dei votanti, non raggiunge il 15% degli aventi diritto: il nuovo “primo partito” non sarebbe votato che da 1,5 italiani su dieci. Gli altri, in attesa di nuove forze politiche capaci di inventare una via d’uscita democratica alla crisi, restebbero a casa.
-
Giulietto Chiesa: con Monti, tutti più poveri entro 2 anni
Il programma Napolitano-Monti porterà l’Italia in recessione. Da qui a due anni (se Monti regge per due anni), l’Italia sarà in recessione: lo dicono i dati europei di oggi, li ho letti sul “New York Times”. Finora abbiamo parlato della politichetta italiana, ma il partito numero uno, in Italia, è quello della gente che non va a votare: gente che sarà protagonista della crisi, sottoposta al programma di Monti che è la realizzazione della lettera di Draghi e Trichet che ci impone di ridurre il nostro reddito del 20%. Mario Monti è un uomo della Trilaterale, del Bilderberg, dei grandi centri di potere. E’ stato uomo della Goldman Sachs, che ha gestito per lungo tempo. Quest’uomo non viene qui per fare la riforma elettorale, ma per fare quello che hanno deciso Trichet e Draghi. Ci farà sudare lacrime e sangue.
-
Debito illegale, Napolitano deve difendere noi innocenti
«Il presidente della Repubblica è d’accordo con Draghi e Trichet, cioè non parla a nome del popolo che rappresenta». Parola di Giulietto Chiesa, che attacca direttamente il Quirinale: «Tutte le proposte sul campo sono drammatiche, ma quelle che ci propongono loro sono peggio di ogni altra soluzione tra le non molte possibili». Berlusconi sta chiaramente affondando e «i topi si stanno preparando ad abbandonare la nave»; salutata la fine del Cavaliere, il vero problema si aprirà un minuto dopo: chi prenderà il timone del vascello alla deriva? «Sempre gli stessi, i veri responsabili della voragine del debito creato da loro, e che vorrebbero far pagare a noi: i super-ricchi, gli evasori sempre impuniti, i cartelli criminali e le banche che hanno riciclato il fiume di denaro sporco. Questo è un debito illegale».
-
Vendola e Grillo, il nuovo che avanza in ordine sparso
Fateci caso: col suo exploit clamoroso, Beppe Grillo sfiora il 10% proprio a Bologna, dove il Pd mantiene la posizione per il rotto della cuffia. E proprio Bologna è la città di Fini e Casini, ovvero l’aspirante Terzo Polo, non certo premiato dagli elettori il 16 maggio. E quindi: è Grillo l’unica vera novità sul mercato elettorale italiano, grazie allo sfascio berlusconiano del centrodestra arrivato a terrorizzare i moderati, alla lunga crisi irrisolta del centrosinistra e al velleitarismo debole dei centristi. Nuovo che avanza? Macché. Secondo gli analisti più critici, non si va oltre l’esito agonistico del derby che Berlusconi ha voluto e disastrosamente perso, imboccando il viale del tramonto. Ma nel campo opposto regna il caos, senza ancora un’alterativa – né elettorale, né tantomeno politica – per uscire dalla grande crisi.
-
Grillo: non cercate scuse, avete sbagliato tutto
Vi avevamo avvertito: stiamo arrivando. Malgrado la partita «tra bari», in cui «la combine elettorale era preparata a tavolino», mezzo milione di italiani ha votato per il “Movimento 5 Stelle”, tra l’altro presente in sole cinque regioni. «Hanno votato molti giovani che erano disinteressati della gestione della cosa pubblica: è l’inizio di un percorso». Beppe Grillo, vincitore delle elezioni regionali al nord insieme a Umberto Bossi, commenta la sua irruzione sulla scena politica italiana: non cercate alibi, avverte, per giustificare la sconfitta di una nomenklatura deludente, che sta letteralmente franando.
-
Sindrome francese: lo spettro dell’astensionismo
Sindrome francese: record negativo dell’affluenza alle urne dopo la prima giornata elettorale, domenica 28 marzo. I timori della vigilia sono stati confermati: se il trend non sarà alterato nelle ultime ore (seggi aperti lunedì 29 fino alle 15) alla fine per il rinnovo delle Regioni avrà votato poco più di un italiano su due. La flessione rilevata alle ore 22 di domenica è stata infatti di quasi 9 punti percentuali: ha votato appena il del 47,1 per cento degli aventi diritto, contro il 56% delle regionali 2005. Se la tendenza sarà confermata non si andrà oltre il 62%, prevede il sondaggista Nicola Piepoli.
-
Scandali e risse istituzionali: il non-voto crescerà
Se non si fosse di fronte all’ennesimo colpo alla credibilità delle istituzioni e della politica di casa nostra, l’arresto dell’ex vicepresidente della giunta regionale pugliese (a dieci giorni dall’apertura delle urne e a nove mesi dalle sue dimissioni e dall’avvio dell’inchiesta), potrebbe essere considerato la ciliegina mancante sulla torta di una delle peggiori campagne elettorali che si ricordino. Una campagna elettorale aperta – di fatto – dallo scandalo che ha investito la Protezione civile e alimentata, via via, da episodi criminosi e vicende nauseabonde che, in alcuni casi, hanno lasciato lettori ed elettori letteralmente di stucco.
-
Francia, astensioni record: un monito per l’Italia
Ha vinto la sinistra, ma neppure un francese su due è andato a votare. Lo dicono le proiezioni sulle regionali transalpine del 14 marzo, che al primo turno infliggono una dura sconfitta al presidente Nicolas Sarkozy, col suo partito – l’Ump – bloccato al 27%, contro il 29% del partito socialista. Il blocco della sinistra, con verdi e comunisti, distanzierebbe di 14 punti l’insieme dei partiti di destra. Ma se i francesi “bocciano” Sarkozy, a vincere è soprattutto l’astensionismo: solo il 46,5% degli aventi diritto si sarebbe recato ai seggi. Un avvertimento anche per l’Italia?
-
Elezioni al buio, un italiano su 5 deciderà in extremis
Elettori nel caos in vista delle regionali del 28-29 marzo: il 17% potrebbe cambiare il proprio orientamento elettorale in seguito al “pasticcio” delle liste in Lombardia e Lazio, mentre si annuncia una grande diserzione dalle urne: almeno 18 elettori su 100 dichiarano che preferiranno astenersi dal voto, delusi dallo scenario italiano, ridotto a un “referendum” pro o contro Berlusconi. E’ quanto emerge dagli ultimi sondaggi presentati il 12 marzo dal “Corriere della Sera”: se Pd e Pdl si divideranno le regioni in palio, spicca su tutti il vero vincitore: l’astensionismo. Altissima, inoltre, la quota degli indecisi: un italiano su cinque non ha ancora scelto.