Archivio del Tag ‘’
-
La Bce finge di aiutarci: rifiutiamoci di pagare il debito
Diritto alla bancarotta, perché la moneta è un bene comune: solo il diritto all’insolvenza degli Stati potrebbe smontare il potere finanziario, che non è affatto neutrale ma è costituito da un super-cartello di 10 istituti di credito che da soli detengono l’87% del debito italiano e, con la complicità della Bce, sono interessati a protrarre all’infinito l’attuale situazione di difficoltà, purché innaffiata con miliardi di euro estorti alle famiglie attraverso manovre come quella di Tremonti. Vie d’uscita? Un’altra Europa, politicamente unita e democratica, dotata di una politica fiscale unitaria. Solo così si potrebbe contrastare lo strapotere della finanza mondiale, che vive di speculazione ed è grande otto volte l’economia reale, ormai paralizzata dai signori della crisi.
-
Santoro: buio sui media, crisi oscurata dall’11 Settembre
Fateci caso: il famoso “editto bulgaro” fu emanato da Berlusconi con precisione cronometrica. L’obiettivo era: far tacere quelle voci che avrebbero potuto opporsi alla guerra in Iraq, in un paese come l’Italia, sede del più vasto movimento pacifista del mondo, appoggiato anche da un Papa che era contro quella guerra. Tutto era cominciato l’11 Settembre, coi media appiattatiti su un unico punto di vista: la guerra come unica risposta per fronteggiare un nemico. L’unica chiave: la paura. Una spettacolare manipolazione del mondo, per nascondere un’altra paura: quella della grande crisi, che già allora oscurava l’orizzonte dell’Occidente. Ed è lì che la realtà è completamente scomparsa dai nostri schermi.
-
Comizi d’amore: così Annozero trasloca sul web
Dieci euro, per rivedere Santoro in video: 25 puntate a partire dalla fine di ottobre, sul web e sul network di televisioni che potrebbe trasmetterlo. Il programma si intitola “Comizi d’amore”, come la celebre serie di documentari girati da Pier Paolo Pasolini nell’Italia del boom. «Gli amministratori della tv pubblica siano scelti dagli abbonati. La proposta di “La7”, con il controllo preventivo, era inaccettabile. Che cosa farò? Quello che avete già visto con “Raiperunanotte”», annuncia Santoro l’11 settembre alla Versiliana, ospite della festa del “Fatto Quotidiano”, partner nell’operazione. «In tv ci vuole qualcuno che possa dire liberamente “Berlusconi fuori dalle balle”».
-
11 Settembre in tv: ormai la verità non fa più scandalo
Il 25 agosto 2011 la trasmissione “La Storia Siamo Noi” di Giovanni Minoli trasmette il primo serio servizio giornalistico della Tv italiana sul grande inganno dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001, insistendo sull’ipotesi peggiore: una colossale e sanguinosa montatura, per mascherare un auto-attentato “made in Usa”. Entusiasmo nel popolo del web, ma la vera notizia è che tutto ciò lascia il tempo che trova, scrive Roberto Quaglia, autore del bestseller “Tutto quello che sai è falso” e indagatore del “mito dell’11 Settembre”: «E’ stata sdoganata la vera storia dell’11 Settembre», eppure «nessun politico rinuncerà a recitare i dovuti mantra sulla lotta al terrorismo e nessun telegiornale smetterà di attribuire al mitologico Osama Bin Laden, il Babbo Natale del Male, la responsabilità degli attacchi».
-
Lerner: Emilio Fede e Tg4, assuefazione alla menzogna?
Non ho mai creduto giusto che per fare il giornalista uno debba essere per forza iscritto all’Ordine professionale, dunque non starò a chiedermi cosa ci faccia ancora Emilio Fede fra gli iscritti a una corporazione che si vanta di tutelare la deontologia professionale. Invece credo molto nella dignità del lavoro, cui ciascuno di noi aspira. E allora vorrei rivolgere una sommessa domanda ai miei colleghi giornalisti di Mediaset, e in particolare a quelli del Tg4. Com’è possibile per voi tenervi un direttore come Emilio Fede senza reagire, cioè senza chiederne a viva voce l’immediata rimozione? Non ci tenete alla vostra credibilità?
-
Italia ko, ma resta il quarto paradiso mondiale dei ricchi
«Il convento è povero, ma i frati sono ricchi»: battuta storica, che l’allora ministro delle finanze Rino Formica – socialista autocritico e battitore libero – usò per tratteggiare la situazione del Psi craxiano poco prima della caduta sotto i colpi di Tangentopoli. Lo stesso aforisma oggi calzerebbe a pennello per l’Italia: in uno Stato fra i più inguaiati al mondo per le finanze pubbliche dissestate, brilla il successo planetario dei suoi super-ricchi, che surclassano inglesi e francesi, australiani e olandesi. Nell’Italia prostrata dalla crisi e ora dalla manovra “lacrime e sangue” imposta dalla Bce, il forziere del benessere privato – beni, conti bancari, quote azionarie – resta al riparo da qualsiasi tempesta e sfiora il record europeo dei tedeschi, superato solo da americani e giapponesi.
-
Archiviati il Pd e il Cavaliere, arriverà un nuovo Berlusconi
«Sbarazzarsi di Berlusconi servirà a poco», perché ormai «gli elettori sono disgustati dalla politica come nel ‘93-‘94» e quindi è probabile che «cercheranno un nuovo Berlusconi». Lo afferma Barbara Spinelli su “Repubblica”, commentando il tramonto del Cavaliere soffocato dai ricatti della sua corte, mentre intorno l’Italia minaccia di crollare sotto i colpi della crisi e della manovra “lacrime e sangue” che lascia il Paese completamente indifeso, vista anche la sconcertante debolezza dell’opposizione, insidiata anch’essa dalla “questione morale”: «Ormai sappiamo che riformista è chi si accredita conservando lo status quo, facendo favori a gruppi d’interesse, Chiesa compresa. Liberare l’Italia da mafie e ricatti non è considerato riformista».
-
Pareggio di bilancio in Costituzione? Stupido e mostruoso
E’ incredibile come per la devastazione culturale, politica e sociale operata da Berlusconi e dal suo governo e per la preponderanza ideologica delle banche e della finanza, possano passare come normali misure istituzionali con un effetto sociale terribile. La decisione del governo di proporre una modifica della Costituzione, che imponga dal 2014 il pareggio di bilancio come vincolo statutario, è una mostruosità sociale, economica e giuridica. Nessun’azienda, nessuna famiglia, nessuna persona potrebbe vincolarsi a un principio di questo tipo. Ovviamente tutte le grandi aziende sono totalmente estranee ad esso. Pensiamo alla Fiat, che avrebbe già chiuso dieci anni fa.
-
Siamo indignati, e ora ci riprendiamo il futuro che ci spetta
Noi siamo indignati. Siamo indignati contro i governi europei, che stretti tra la crisi e le politiche liberiste e monetariste imposte dalla Bce e dall’Fmi, accettano di essere esautorati delle funzioni democratiche per diventare semplici amministratori dei tagli della spesa sociale, delle privatizzazioni, della precarizzazione del mondo del lavoro e della costruzione di opere faraoniche, incuranti dell’ambiente e delle popolazioni. Siamo indignati perché le classi dirigenti continuano a proporci l’austerity per le popolazioni, mentre le rendite e i privilegi della finanza, dei grandi possidenti e della politica rimangono intonse, quando non crescono.
-
Bocca: soldi, potere e zero idee, il Pd è come il Psi di Craxi
Due squilli e il ricevitore si alza. Poi non fai nemmeno in tempo a concludere una domanda – sulla questione morale a sinistra – che la risposta è questa: «Ma è la solita storia della corruzione politica: tutti i partiti, in tutte le epoche, quando amministrano hanno bisogno di soldi e li rubano. Nulla di nuovo sotto il sole». Dall’altra parte, l’accento cuneese di Giorgio Bocca, scrittore e firma di “Repubblica” e dell’“Espresso”. Che, con il tono mite di un neo 91enne, aggiunge il seguente siluro: «Soprattutto nulla di nuovo rispetto a Craxi». Vede analogie tra il Pd e i tempi d’oro del Psi piglia-tutto? «Macché analogie. Vedo un’assoluta identità». Perché? «Craxi diceva: i mariuoli ci sono ma i soldi servono ai partiti. L’unica cosa che si capisce da questa vicenda è che la sinistra è la stessa cosa della destra, quanto a onestà».
-
Don Gallo: liberiamo l’Italia dalla casta dei cialtroni
La manovra non fa altro che confermare la strenua difesa della ricchezza senza equità. Ma chi governa non è in grado di trovare un’intesa, ognuno bada a sé, mi risulta che ci siano circa 500 emendamenti proposti dalla maggioranza, roba da denuncia penale. Si vuole distruggere il Paese. E’ il risultato di 20 anni di berlusconismo, menefreghismo, arroganza, fascismo in libera uscita, distruzione della Costituzione. In fondo Berlusconi ha ragione quando dice “non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani”: in quelle dei ricchi, ovviamente. Come si fa a non ribellarsi di fronte ai 120 miliardi di evasione, a quelli derivanti dai crack finanziari che hanno arricchito i soliti, al lavoro nero che ingoia le zone più depresse, al fatturato delle mafie?
-
Il golpe inglese: neutralizzare l’Italia, da Mattei a Moro
«Ogni volta che gli italiani hanno provato a decidere del proprio destino, gli inglesi sono intervenuti». Lo afferma l’editore Chiarelettere presentando “Il golpe inglese”, libro-inchiesta di Mario Josè Cereghino e Giovanni Fasanella che illumina imbarazzanti retroscena sull’influenza britannica nella storia del Belpaese, fin dalla nascita dello Stato unitario nel 1861. Tra le ombre più inquietanti, la tragica fine di Enrico Mattei e quella di Aldo Moro, personaggi-chiave dell’emancipazione politica italiana. «Dai documenti desecretati, che i due autori hanno consultato negli archivi londinesi di Kew Gardens – continua l’editore – emerge con chiarezza che non è Washington a ordire piani eversivi per l’Italia, ma soprattutto Londra, che non vuol perdere il controllo delle rotte petrolifere e contrasta la politica filoaraba e terzomondista di Mattei, Gronchi, Moro e Fanfani».