Archivio del Tag ‘dollaro’
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Attacco all’Italia, aggredita dai dollari degli euro-caimani
Prima o poi, l’Italia reagirà all’attacco che sta subendo, organizzato da «una trentina di farabutti, che si gettano letteralmente come dei caimani sulle prede che vengono loro offerte dalla legislazione europea». Sotto accusa, il super-vertice della finanza mondiale: «Grandi banche d’affari, tutte già tecnicamente fallite tra il 2007 e il 2010, ma resuscitate dalla Federal Reserve che ha erogato 16 trilioni di dollari inesistenti, inventati per tenerle in piedi». Da allora si sono avventate sull’Europa. Obiettivo: i titoli di Stato, specie quelli dei paesi più fragili, proprio perché protetti dall’Euro e quindi al riparo dall’insolvenza. Ma se la “cura” oggi prevista per rimediare alla “rapina del secolo” è la macelleria sociale, i popoli europei non ci staranno: c’è un limite oltre il quale le vittime cessano di subire le vessazioni.
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Addio Italia, siamo stati invasi: e i nostri politici sono finiti
Siamo stati invasi: dalle forze di una coalizione molto potente. Non è un’invasione fatta coi carri armati, ma con le squadre di ispettori della troika formata da Ue, Fmi e Bce. Van Rompuy è stato chiaro: sono venuti per cambiare la struttura di questo paese e resteranno tutto il tempo necessario, forse per sempre. L’immagine dei “commissari” che bloccano la presentazione in aula del maxi-emendamento, per controllare fino all’ultimo istante che contenga soltanto quello che loro avevano deciso, dà la misura del “dominio pieno” che gli invasori hanno subito preso a esercitare. Non servono nuove elezioni: il “programma politico” c’è, il personale per realizzarlo pure. La democrazia può attendere. Anzi, deve. Per quanto tempo? Non si sa, ma va bene così.
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Cibo, prezzi alle stelle: corsa alla terra, l’oro di domani
Chiedetevi perché il finanziere George Soros sta puntando tutto sui beni primari: acqua e terra. La nuova frontiera del business è la più antica: grano, riso, mais. In altre parole, cibo. Tra un po’ varrà più dell’oro, avverte Mike Adams su “Natural News”: mentre il dollaro vacilla, i prezzi alimentari sono saliti alle stelle in tutto il mondo, e per l’Onu l’inflazione del settore alimentare sta volando al 30%. E non è che l’inizio: importare cibo potrà costare il doppio fra un paio d’anni, e forse lo stesso avverrà nel biennio successivo. Secondo le previsioni più critiche, nel giro di qualche anno il costo dei generi alimentari sarà aumentato del 400%. Vie d’uscita? «Prepariamoci a tornare alla terra, cominciando dall’allestire un orto per il consumo famigliare».
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Crisi Usa? Cina e Iran: basta dollari, meglio il baratto
Mentre gli Usa rischiano il default, la bancarotta “tecnica” che – se non verrà innalzata la possibilità di indebitamento – impedirebbe al governo federale di poter pagare ad esempio stipendi pubblici e pensioni di guerra, s’è scoperto che Cina e Iran stanno studiando un nuovo sistema, in realtà antichissimo, per scambiarsi beni senza ricorrere al denaro: il baratto. Uno scambio alla pari: la Cina importerebbe il petrolio di Teheran insieme ad altre materie prime, come il cromo; in cambio, Pechino offrirebbe all’Iran i manufatti della propria industria, in piena espansione. Paradossale, nell’era della finanzia globale? No, se a far paura è proprio l’inaffidabilità della moneta commerciale: il dollaro.
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L’incubo del debito: se la Grecia dicesse addio all’Euro
Un signore, chiamato Pig, sta per fallire. Ha una grande idea. Per sopravvivere, vende i suoi debiti. Li chiama titoli di Stato. Molti li comprano, pretendono solo un piccolo interesse e la restituzione del capitale a termine del prestito. Il Pig ha trovato il sistema per vivere sopra i suoi mezzi. Continua a fare debiti e a venderli. Il suo bilancio familiare, però, peggiora; e chi compra i suoi titoli, per cautelarsi, chiede maggiori interessi. Il Pig è costretto ad aumentare gli interessi. Con il tempo la situazione diventa critica. I compratori del debito diminuiscono per paura del rischio. Il debito non è più “tripla A meno-meno”, ma “tripla B più-più”. Arriva il momento in cui il Pig non è più in grado di pagare gli interessi.
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Petrolio, dollari e potere: così Gheddafi ha perso la Libia
Buona parte della Libia si è rivoltata contro Gheddafi, cogliendo al volo il vento della Tunisia e quello dell’Egitto, quando il regime del raìs è entrato in crisi: avendo aperto la sua economia al capitalismo globalizzato, Tripoli ha accusato il colpo del crac finanziario mondiale del 2008, vedendo crollare i propri ricavi petroliferi. Ad aggiungere tensione sociale, l’enorme afflusso di lavoratori stranieri – forse due milioni – su una popolazione che raggiunge appena i sei milioni di abitanti. Questo lo scenario di crisi su cui ha avuto mano libera la rivolta, ispirata dalla Cirenaica e appoggiata dai clan tribali: l’occasione giusta per tentare di sbarazzarsi del Colonnello, protagonista di quarant’anni di feroce repressione, come del resto quasi tutti gli altri paesi petroliferi dell’area.
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Usa-Cina, il G2 che ha in tasca le chiavi del mondo
Lo pensavano da tempo in tanti, ora hanno iniziato a dirlo gli stessi partecipanti: Francia, Germania, pure il nostro primo ministro. Il G8 è, in sostanza, ormai irrilevante. Un’occasione dove mettere in scena le proteste popolari per un mondo più equo, ma non certo per raggiungere decisioni consensuali sulla direzione da dare al pianeta. Ma mentre già si dà per scontato un allargamento del “club dei grandi”, è in realtà a una relazione ben più ristretta che bisogna guardare per capire dove stiamo andando.
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Giulietto Chiesa: se Obama prova a salvare il mondo
«Ho l’impressione che le parole pronunciate da Obama non siano finte. Anche i giri di parole che usa indicano che è un uomo sincero. Ha compreso qualcosa di nuovo: forse più di molti suoi collaboratori e di qualsiasi rappresentante dell’élite americana, capisce che la situazione è cambiata radicalmente». Giulietto Chiesa, intervistato da Ivan Antonov delle “Izvestija”, scommette sul presidente Usa come massimo interprete dei tempi e grande riformatore del pianeta, capace di imprimere una decisiva svolta democratica, mettendo fine alla dittatura dell’economia unilaterale.
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Eccesso di crescita: crisi globale al buio, senza soluzioni
Sbagliato paragonare la crisi globale in corso con la Grande Depressione americana del ‘29: allora l’impero era all’alba dell’espansione, oggi non sa più come attutire il declino, mentre il dollaro diventa carta straccia e l’Occidente s’inchina alla Cina. Lo afferma Giulietto Chiesa, su “Galatea European Magazine”. Il vero problema? Il volume della crisi, prodotta dal modello della crescita illimitata: supera di gran lunga l’intero Pil mondiale. Nessuno lo ammette e, lungi dal prendere contrimisure radicali, si cerca di salvare la leadership finanziaria responsabile del disastro, facendo pagare la catastrofe alla popolazione del pianeta.