Archivio del Tag ‘follia’
-
Dalla sottomissione alla guerra: basta non farsi domande
Si comincia in modo semplice: basta non farsi domande. E si finisce per accettare il peggio. Si accetta che per 24 mesi non si parli che di Covid, e si arriva a subire la nuovissima, orrenda narrazione quotidiana. Si accettano equazioni indirettamente suggerite, in modo subdolo: se il Covid è cattivo (e ci mancherebbe altro), allora anche i russi sono cattivi. Non solo il loro bieco presidente: anche i loro scrittori, i loro scienziati, i loro artisti, i loro musicisti. Persino i loro atleti disabili, paralimpici; persino i loro gatti. Sembra di vivere in un manicomio a cielo aperto, affollatissimo di ciechi. Un brutto giorno divampa una patologia indisiosa, che semina il panico. In capo a nemmeno due mesi, però, si trovano le cure. Ma – anziché renderle disponibili, le terapie – si continua con l’orchestrazione panica (lockdown, coprifuoco) per poi arrivare all’esito programmato, la campagna “vaccinale” a tappeto con sieri sperimentali. Era la premessa obbligatoria per giungere alla meta: la libertà condizionata, vincolata al possesso di un lasciapassare.La notizia non è l’ovvia inquità del male, il leggendario talento di chi organizza l’ingiustizia e la sua massima espressione visibile, la guerra, con le sue stragi sanguinose e intollerabili, antiche eppure sempre tragicamente attuali. No, la notizia è altrove: ci vive accanto, respira in mezzo a noi. La novità consiste nel cinismo diffuso, nell’indifferenza ignorante per chi soffre, nella stolidità ottusa di chi pensa veramente di passarla liscia, se solo si rassegna a sottomettersi a qualsiasi disposizione, anche le più folli e incostituzionali, senza capire di esserne la prima vittima e senza vedere che il precipizio, quando si obbedisce sempre, è virtualmente senza fondo. Questo è il paese che non si è fermato, nell’autunno 2021, davanti all’imposizione del Green Pass. E’ il paese che non si è ribellato, a questa mostruosa discriminazione, nel modo che sarebbe stato il più pacifico ed efficace. Ovvero: astenendosi dal continuare a lavorare e studiare, usare mezzi di trasporto, frequentare bar e ristoranti. E’ il paese che, ai signori della guerra, è come se avesse detto: prego, fate pure. Fate di noi quello che volete. Siamo ostaggi inoffensivi, debolissimi e creduloni.Carne da macello, si sarebbe detto un tempo. E dunque, esaurita la nebbia virale, perché non passare alla macelleria più classica? Ed ecco riattivare l’intero macchinario della propaganda: è sufficiente cambiare indirizzo e sostituire il nemico. Ieri era il No-Vax, o meglio il No Green Pass, e oggi è il Perfido Russo, il No-Nato. Ebbene: cui prodest, tutto questo? A chi interessa, organizzare l’ennesima guerra (economica, sociale, psicologica, antropologica) di portata mondiale? Sembra un conflitto oscuramente e ferocemente definitivo, per spaccare in due l’umanità: senza una sola ragione geopolitica di una qualche serietà (non era certo insormontabile la tensione nel Donbass, così come la richiesta russa di smilitarizzare l’Ucraina). Il buio è fittissimo, dunque. A meno che non si vogliano ricordare le parole di Giulietto Chiesa, che disse: all’impero occidentale, ormai declinante, per restare al centro del gioco resta una sola possibilità. E cioè: scatenare una guerra globale.Oggi la osserviamo dispiegarsi sciaguratamente, la mattanza, in mezzo alle frottole quotidiane dei nostri Covid-media, allineati al nostro Covid-governo. Staremo tutti peggio, pare: si annunciano tempi durissimi, con tanto di razionamenti e crisi alimentari. Contro chi è, la guerra? Contro di noi, diceva Giulietto Chiesa. Lo si può non vedere, questo? Sì, certo. Specie in Italia. Basta continuare a non farsi domande, convinti ancora di vivere in un universo speciale e privilegiato, chiamato Occidente, considerato la culla della democrazia. Si continua come prima, anche se la democrazia è stata praticamente sospesa. Si continua a non fiatare, nonostante la strage nazionale aggravata delle terapie negate, nonostante l’imposizione del Green Pass e quindi il suicidio più che scontato di interi comparti economici, a partire da quello turistico. Basta non farsi domande – mai – e il baratro si spalanca improvvisamente, dietro l’angolo: trascinando tutti verso il buio, e senza sapere perché.Si comincia in modo semplice: basta non farsi domande. E si finisce per accettare il peggio. Si accetta che per 24 mesi non si parli che di Covid, e si arriva a subire la nuovissima, orrenda narrazione quotidiana. Si accettano equazioni indirettamente suggerite, in modo subdolo: se il Covid è cattivo (e ci mancherebbe altro), allora anche i russi sono cattivi. Non solo il loro bieco presidente: anche i loro scrittori, i loro scienziati, i loro artisti, i loro musicisti. Persino i loro atleti disabili, paralimpici; persino i loro gatti. Sembra di vivere in un manicomio a cielo aperto, affollatissimo di ciechi. Un brutto giorno divampa una patologia insidiosa, che semina il panico. In capo a nemmeno due mesi, però, si trovano le cure. Ma – anziché renderle disponibili, le terapie – si continua con l’orchestrazione panica (lockdown, coprifuoco) per poi arrivare all’esito programmato, la campagna “vaccinale” a tappeto con sieri sperimentali. Era la premessa obbligatoria per giungere alla meta: la libertà condizionata, vincolata al possesso di un lasciapassare.
-
Il nuovo virus (la Russia) e i centri Nato già sul suolo ucraino
Roberto Speranza è intoccabile: è veramente protetto dai poteri forti che rappresenta. Proprio lui, insieme al Pd, avrebbe appena impedito a Draghi di eliminare definitivamente il Green Pass: il primo ministro, infatti, avrebbe voluto abolirlo dal 1° aprile, con la fine dello stato d’emergenza. E invece, niente da fare: c’è chi vuole che la “schedatura digitale” resti in vigore a tutti i costi. Fonti vicine al governo mi riferiscono addirittura di pressioni, in questo senso, da parte del Vaticano: rendetevi conto. Spero quindi che questo esecutivo cada al più presto, e che i suoi componenti poi rispondano, anche a livello giudiziario, dei crimini che hanno commesso: devono essere messi in condizione di non nuocere più al paese. Ormai, un buon 30% degli italiani ha compreso di essere stato vittima della farsa pandemica. E oggi, lo stesso potere che fino a ieri ha sottomesso la popolazione col pretesto del Covid, si è inventato il nuovo virus con cui terrorizzare tutti: la Russia. Notare: mentre Francia e Germania stanno già trattando sottobanco per limitare i danni delle sanzioni, l’Italia procede verso il precipizio. Di questo passo saremo gli unici a subire conseguenze devastanti: ed è la precisa volontà demolitrice di questo governo di servi.L’operazione Covid e la disinformazione sulla crisi in Ucraina hanno gli stessi mandanti e la stessa matrice, basata sulla frode sistematica e sul capovolgimento della verità. Tanto per cominciare, sul suolo ucraino, la Russia sta colpendo decine di laboratori destinati a produrre armi biologiche e batteriologiche, anche con l’impiego di virus: laboratori finanziati dallo stesso Deep State statunitense che sta dietro alla farsa pandemica che ci ha attanagliato negli ultimi due anni. Ridicolo, poi, che i nostri media parlino delle difficoltà che starebbero incontrando le forze russe. Mosca non ha mai pensato a una guerra-lampo, concentrata su unico fronte: al contrario, l’operazione russa – accuratamente pianificata – prevedeva fin dall’inizio la “bonifica” dell’Ucraina, agendo contemporaneamente su 10 fronti ben distinti. Mi spiego: è emersa la presenza, sul territorio ucraino, di oltre una ventina di installazioni Nato. Dal golpe del 2014, che ha deposto il legittimo presidente Yanukovic e portato al regime che ha prodotto prima Poroshenko e ora l’attuale pagliaccio, la Nato non ha fatto che moltiplicare, in chiave anti-russa, le sue installazioni militari in Ucraina.Un sito web di orientamento religioso, “VeritasLiberabitVos.it”, presenta una mappa aggiornata della presenza militare Usa e Nato in Ucraina, evidenziando le basi principali, a partire dal sito operativo navale Ochakov che è stato completamente distrutto dai russi il 25 febbraio. Oppure l’Isola dei Serpenti, un centro di intelligence della Cia, catturata dai russi sempre il 25 febbraio, senza neppure dover combattere. Un’altra installazione ad uso e consumo della Nato è il porto di Yuzhny, nella regione di Odessa, utilizzato anche dalla marina militare britannica: nel centro portuale di Yuzhny (non ancora raggiunto dalle forze russe) era prevista la costruzione di una vera e propria base Nato. E non è tutto: sono stati censiti 241 campi di addestramento, per “armi combinate”, nella regione di Kherson, ora occupata dalle truppe della Federazione Russa. Quindi, come dimostrano le prove documentali: parliamo di 241 campi, con addestratori americani. A Mariupol, invece – dove i russi stanno ormai finendo di “bonificare” i residui quartieri ancora in mano alle truppe fedeli a Kiev – c’erano centri di addestramento per cecchini.Tra gli altri siti in dotazione alla Nato, c’era il “Centro internazionale per la pacificazione e la sicurezza” di Yavorov, nella regione di Lvov (Leopoli): è stato distrutto il 13 marzo dai missili russi. Un altro centro di addestramento, sempre con istruttori americani, era quello di Malaya Lyubasha, nella regione di Rovno: qui, gli Usa addestravano le unità ucraine della X Brigata dei Fucilieri da Montagna. Al momento risulta che tutti gli istruttori americani abbiano lasciato l’installazione, che ora sarebbe allo sbando. Buona parte di queste strutture, ormai, sono state completamente disabilitate dall’intervento russo. Proprio per questo, le truppe di Mosca stanno procedendo – con lentezza, necessariamente – per eseguire questi interventi di tipo selettivo e chirurgico, esattamente come previsto dai piani iniziali di Mosca. Senza contare che, nella prima settimana di guerra, l’Ucraina ha perso da subito la sua capacità aerea, la difesa antiaerea e l’80% del suo potenziale militare: l’esercito ucraino ha sostanzialmente perduto ogni capacità offensiva.Che dire? Cerchiamo di tenere alto il morale: viviamo tempi davvero difficili, la situazione economica non rifiorirà certo da un giorno all’altro. Probabilmente, nelle prossime settimane avremo ulteriori rincari dei generi alimentari, ulteriori spinte inflattive. Ci saranno problemi determinati dall’aumento del costo dei carburanti. Ma è quello che vuole il sistema: vuole le persone spaventate (e oggi distratte dalla cronaca bellica). Io però sono tendenzialmente ottimista: la mia forza d’animo interiore mi suggerisce che le cose, alla fine, andranno bene. Dal punto di vista militare, sono convinto che entro la metà di aprile questa guerra potrebbe concludersi, anche perché tecnicamente la Russia ha già vinto. Tutto dipende da quando l’Occidente autorizzerà i suoi fantocci di Kiev a trattare. In Ucraina vorrebbero già negoziare: ma la trattativa è bloccata, perché i veri padroni impediscono agli ucraini di scendere a patti, e tentano di sabotare e ritardare l’avanzata delle truppe russe. Gli stessi russi avanzano lentamente anche per limitare i danni collaterali e le vittime civili: la Russia non ha né l’interesse né la volontà di uccidere cittadini ucraini. Quindi: impariamo a riconoscere le “false flag” e non legittimiamo questa grande ondata di follia russofobica. E manteniamo alta la bandiera della libertà: in Italia non c’è più un solo politico che parli di libertà. Ce ne rendiamo conto?(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate a Gianluca Lamberti del canale YouTube “Facciamo Finta Che”, nella diretta del 20 marzo 2022 con anche Luca La Bella e Adrian Fiorelli).Roberto Speranza è intoccabile: è veramente protetto dai poteri forti che rappresenta. Proprio lui, insieme al Pd, avrebbe appena impedito a Draghi di eliminare definitivamente il Green Pass: il primo ministro, infatti, avrebbe voluto abolirlo dal 1° aprile, con la fine dello stato d’emergenza. E invece, niente da fare: c’è chi vuole che la “schedatura digitale” resti in vigore a tutti i costi. Fonti vicine al governo mi riferiscono addirittura di pressioni, in questo senso, da parte del Vaticano: rendetevi conto. Spero quindi che questo esecutivo cada al più presto, e che i suoi componenti poi rispondano, anche a livello giudiziario, dei crimini che hanno commesso: devono essere messi in condizione di non nuocere più al paese. Ormai, un buon 30% degli italiani ha compreso di essere stato vittima della farsa pandemica. E oggi, lo stesso potere che fino a ieri ha sottomesso la popolazione col pretesto del Covid, si è inventato il nuovo virus con cui terrorizzare tutti: la Russia. Notare: mentre Francia e Germania stanno già trattando sottobanco per limitare i danni delle sanzioni, l’Italia procede verso il precipizio. Di questo passo saremo gli unici a subire conseguenze devastanti: ed è la precisa volontà demolitrice di questo governo di servi.
-
Dugin: rassegnatevi, tutto procede secondo i piani di Mosca
Tutti abbiamo paura dell’uso dell’atomica. Questo è l’unico vero problema, anche per noi. Tutto dipende dagli Stati Uniti. Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all’Ucraina, insomma se l’Occidente sosterrà indirettamente Kiev – tutte azioni legittime – non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari. L’invasione dell’Ucraina? È un’operazione militare. Putin ne ha spiegato molto bene gli scopi, che sono due. Primo: denazificare un paese il cui governo ha non solo tollerato, ma appoggiato i gruppi neonazisti per dare forza a una identità nazionalista ucraina basata sull’odio contro i russi. Una identità artificiale creata attraverso una ideologia che l’Occidente ha finto di non vedere, perché odiare i russi è più importante che odiare i nazisti. Secondo: cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l’Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa.Attenzione: l’operazione militare in corso non è una guerra contro la Nato, ma una operazione per difendere una zona di interesse vitale per la Russia, la quale zona è stata a lungo indirettamente occupata dal potere occidentale durante un momento di debolezza di Mosca. La guerra non sembra andare bene per Putin? Non credo proprio. Putin sapeva che l’Ucraina ha un grande esercito e che prendere il controllo di un paese con 40 milioni di persone non sarebbe stato semplice. Ecco perché le operazioni sul campo si prolungano. Non è facile sconfiggere un esercito di 600.000 soldati, che ha dalla propria parte l’appoggio e la propaganda di tutto l’Occidente. Nessuno qui credeva in una vittoria breve. Intanto la Russia però ha il controllo totale dei cieli. La guerra durerà ancora un mese, o più, ma l’esercito russo vincerà. Per Putin, in questa guerra, non c’è alcun elemento inaspettato. La situazione a Mosca? Tutto molto tranquillo. La popolazione appoggia completamente Putin.Non c’è una vera opposizione. E non tanto perché c’è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il presidente. L’opinione pubblica qui ha ben chiari gli scopi di Putin ed è preparata perché comprende che la pressione della Nato conto le nostre frontiere è inaccettabile. Sui giornali e in tv vediamo arresti e proteste a Mosca? Io vivo nel centro di Mosca. Non c’è nessuno che protesta, a parte piccolissimi gruppi, o singoli individui, e neppure collegati tra loro. La percezione di una protesta interna è frutto della disinformazione dei media occidentali. Si prendono immagini di manifestazioni del passato, in contesti differenti, e si fanno passare per contestazioni. Gli analisti dicono che Putin è malato, poco lucido, staccato dalla realtà? I modelli della disinformazione, in casi del genere, sono sempre gli stessi: far passare l’idea che un leader politico sgradito sia pazzo, malato, che non controlla più la situazione. Invece Putin è sano, lucido e molto forte: mai stato meglio.Cosa sta succedendo in Ucraina? Per capirlo occorre risalire alle cause e leggere la dissoluzione dell’Urss dentro un contesto non solo ideologico, ma geopolitico. E se la geopolitica è la scienza che considera il mondo come il campo di battaglia tra potere marittimo e potere terrestre, in questo senso la fine dell’Urss è stata la vittoria del potere del mare e il crollo del potere della terra. Dopo il 1989 la Russia ha perso autorità sulle sue zone di controllo a favore dell’Occidente. E l’Occidente ha acquistato influenza in questo vuoto, che era la conseguenza della debolezza del potere terrestre. Si è dissolto il patto di Varsavia e si è rafforzata la Nato. E l’Ucraina è rimasta nel mezzo. Quando si è separata dalla Russia ed è diventata indipendente, a poco a poco si è avvicinata alla Nato. Ma ha potuto farlo perché, negli anni Novanta, quella di Gorbaciov e poi di Eltsin era una Russia debole. Ma quando è tornata forte, con Putin, la pressione permanente della Nato contro i nostri confini – qualcosa che nessuno può negare – non è stata più accettabile.Putin è diventato più forte e con una coscienza geopolitica più sviluppata. E così, gli equilibri sono cambiati. E si è risposto a una situazione intollerabile: prima in Georgia, poi in Crimea, poi nel Donbass, dove l’esercito ucraino era un pericolo costante: la popolazione veniva bombardata e i civili uccisi. Il resto è venuto da sé: l’appello della Russia a non far entrare l’Ucraina nell’area di influenza dell’Occidente è stato rifiutato, e così ecco la guerra. Sì, nei miei libri distinguo un Putin lunare e un Putin solare. Il Putin solare è il Putin della Grande Eurasia, il Putin patriota e sovranista, l’uomo che rompe con la postmodernità occidentale, contro la globalizzazione. Il Putin lunare è quello invece che scende a compromessi con l’Occidente, il Wto, Davos, l’élite liberale atlantista. Che Putin è, quello di oggi? Iper-solare.(Aleksandr Dugin, dichiarazioni rilasciate a Luigi Mascheroni per l’intervista “L’ideologo di Putin: la Nato e gli Usa non entrino in campo o useremo l’atomica”, pubblicata dal “Giornale” il 14 marzo 2022. Filosofo e politologo russo che vanta stretti legami con il Cremlino, Dugin è considerato “l’ideologo di Putin” e descritto come un suo consigliere e ispiratore. Molto letto dai sovranisti, è un pensatore non allineato che vede la Russia con occhi completamente diversi dai nostri).Tutti abbiamo paura dell’uso dell’atomica. Questo è l’unico vero problema, anche per noi. Tutto dipende dagli Stati Uniti. Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all’Ucraina, insomma se l’Occidente sosterrà indirettamente Kiev – tutte azioni legittime – non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari. L’invasione dell’Ucraina? È un’operazione militare. Putin ne ha spiegato molto bene gli scopi, che sono due. Primo: denazificare un paese il cui governo ha non solo tollerato, ma appoggiato i gruppi neonazisti per dare forza a una identità nazionalista ucraina basata sull’odio contro i russi. Una identità artificiale creata attraverso una ideologia che l’Occidente ha finto di non vedere, perché odiare i russi è più importante che odiare i nazisti. Secondo: cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l’Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa.
-
Putin, l’alieno e il terrorismo “democratico” dell’Occidente
Tutti a parlare di Russia e Ucraina, naturalmente: senza mai ricordare, però, che l’Occidente “democratico” ha sempre disatteso gli accordi con Mosca, cioè essenzialmente la promessa di non estendere la Nato verso Est. Basterebbe questo, a chiudere la questione: e invece si procede con la solita nebbia di guerra, criminalizzando Putin, proprio mentre il succitato Occidente “democratico” – dopo due anni di follia Covid – ora provvede a massacrare i suoi civili, in questa guerra asimmetrica, anche con lo schianto dell’economia planetaria, già visibile a partire dall’impazzimento dei prezzi. Tutti esperti di Ucraina, oggi – come se a qualcuno importasse qualcosa, dei popoli ucraini – senza vedere che l’orrendo copione dei bombardamenti non è che il sequel dei tanti che l’hanno preceduto: come il terrorismo “islamico” (dall’11 Settembre all’Isis), il terrorismo finanziario (dalla morte civile della Grecia al golpe bianco in Italia), il terrorismo climatico “gretino” e ovviamente il recentissimo terrorismo sanitario. Identici gli obiettivi: generare panico, creare insicurezza sociale, revocare diritti e libertà, impoverire e quindi indebolire la popolazione, ottenere obbedienza e sottomissione.I media nostrani oggi si esercitano nel tiro al bersaglio contro l’autocrate che da oltre vent’anni è a capo della “democratura” russa, leader del grande paese che – unico – in questi decenni si è regolarmente opposto, come ha potuto, alla marea dilagante del terrorismo occidentale, sorretto in modo orwelliano da giornali e televisioni che hanno semplicemente smesso di fare informazione. La Russia è rimasta estranea al terrorismo militare in Medio Oriente, scatenato dall’Occidente “democratico” in modo diretto o attraverso manovalanza jihadista; è infine intervenuta in modo risoluto in Siria, contro l’Isis, per salvare il regime alleato di Damasco e impedire che i tagliagole raggiungessero rapidamente il Caucaso. Aggredito dal neoliberismo occidentale dopo il collasso dell’Urss, il sistema russo – conformatosi allo standard economico globale – non ha però esposto i suoi cittadini agli spaventosi stress inflitti alla popolazione europea e statunitense; al contrario: lo storico consenso tributato a Putin si spiega anche con il fatto di aver risollevato l’economia nazionale, decuplicando il reddito medio e sottraendo alla povertà milioni di russi, dopo il disastro delle turbo-privatizzazioni occidentali risalenti all’epoca di Eltsin.Il personaggio oggi dipinto come tirannico dittatore, scontatamente sanguinario già in quanto slavo e probabilmente anche impazzito, è lo statista che – al mondo – si è maggiormente impegnato nel fare argine contro il terrorismo “islamico” teleguidato dalle capitali occidentali. E’ l’uomo che – con il veto opposto dalla Russia – ha appena impedito all’Onu di varare una risoluzione folle, che avrebbe elevato il cambiamento climatico al rango di “minaccia per la sicurezza nazionale” degli Stati. Uno snodo burocratico, l’avallo delle Nazioni Unite, che avrebbe probabilmente accelerato l’autoritarismo tecnocratico che, in nome della tutela dell’ambiente (ma usando il clima, come se fosse davvero l’umanità a determinarne le variazioni), punta a imporre nuove regole, non negoziabili, a tutti gli abitanti – non del pianeta intero, ovviamente: i fortunati siamo sempre noi, cittadini dell’Occidente “democratico”. La Russia è riuscita a distinguersi e brillare, agendo cioè senza diventare nostra complice, anche riguardo all’ultima stagione terroristica, quella sanitaria: ha rifiutato la “dittatura” dei lockdown, non ha imposto nessun ricatto e nessun Tso alla popolazione. E ha offerto al mondo, a tempo di record e gratuitamente, il primo preparato vaccinale anti-Covid.Queste sono le ultime, storiche mosse del regime che oggi viene presentato come una oscura dittatura. Un establishment ibrido, che avrebbe voluto essere più europeo che eurasiatico, contro il quale l’Occidente sta scatenando tutte le sue armi: lo spettro missilistico della Nato in Est Europa, i neonazisti ucraini schierati sul terreno e, soprattutto, la spaventosa guerra economica decretata per volere dei poteri che nel 2020 hanno insediato alla Casa Bianca nientemeno che l’oligarca Joe Biden, in mezzo alla fanghiglia della scandalosa frode elettorale ai danni di Donal Trump. Se una certa élite ha sempre mirato a schiacciare i sudditi, mal sopportando i rari lampi di democrazia reale (fioriti soprattutto nel Novecento, quando al capitalismo occidentale occorreva ancora una classe media prospera e ottimista), viene da domandarsi quale sia la ragione della devastante, vorticosa accelerazione degli ultimi due decenni. Una progressione letteralmente esplosa nella primavera 2020 con l’operazione “psico-pandemica”, che ora è stata sostituita dalla guerra classica, regionale, amplificata però dalla ferocia economica del globalismo senza frontiere.Chi non disdegna di inoltrarsi nella cosiddetta “esopolitica”, cioè l’ipotetica interferenza aliena nelle faccende terrestri (niente di diverso, peraltro, dallo scenario raffigurato dalle letterature antiche, con le “divinità” impegnate a disputarsi territori e popoli), oggi si domanda se tutta questa fretta – all’improvviso – non sia dovuta anche al timore di eventuali “sbarchi”, sul nostro pianeta, che secondo alcune fonti sarebbero attesi a partire dal 2024. A raggiungere la Terra – questa la teoria – sarebbero forze ostili a quelle, non terrestri, che attualmente deterrebbero il controllo occulto delle superpotenze. Il tema è vasto e, ovviamente, più che controverso. Semplici suggestioni? Forse non più, o comunque non del tutto, da quando – a partire dal 2019 – lo stesso apparato militare occidentale ha avviato una sorta di “disclosure”, ammettendo ufficialmente l’esistenza degli Ufo. C’è chi si è spinto oltre: per il generale israeliano Haim Eshed, l’Occidente farebbe parte – da almeno trent’anni – di una Federazione Galattica, dotata di basi condivise (sulla Terra, sulla Luna, su Marte e su altri corpi del Sistema Solare). In parallelo, sono pervenute dichiarazioni precise da parte di fonti massoniche, che hanno riferito di accordi con alieni dalla seconda metà del secolo scorso.Tutto questo può sembrare surreale, in un 2022 letteralmente sventrato dall’esplosione della guerra in Ucraina, con il suo infame corollario di sofferenze. Ma non si può fare a meno di metterle in fila, le notizie: la catena di comando che ha provocato la Russia al punto da spingerla all’invasione è la stessa che aveva orchestrato il terrorismo sanitario, e prima ancora il terrorismo “islamico”, il terrorismo finanziario e il terrorismo climatico, sdoganando nel frattempo – prima attraverso la fantascienza, poi con le ammissioni ufficiali del Pentagono – l’esistenza del “problema” extraterrestre, che forse è davvero il grande segreto sul quale, a breve, non si potrà più tacere. E’ per questo, dunque, che qualcuno – lassù – ha deciso di gettare l’umanità, in modo sempre più rapido, in una spirale di panico che sembra destinata a non avere fine? Sono semplici domande, queste, che però è la stessa cronaca recente, ormai, ad autorizzare. L’inaudita “schiavizzazione” delle popolazioni, specie quelle residenti in aree ancora formalmente democratiche, serve forse a ridurne il potenziale reattivo, in vista di eventi che nessun politico attuale sarebbe in grado, domattina, di presentare ad alta voce?Certo, oggi nessuno potrebbe sbilanciarsi in argomentazioni di questo tenore: sarebbe preso per matto da chiunque, tranne che dagli ufologi o dagli studiosi di religioni antiche. Ma, se proprio l’Occidente “democratico” sta dando ancora una volta il peggio di sé, mentendo innanzitutto alla sua popolazione, non si può che prendere nota delle miserevoli condizioni in cui versa il sistema-Italia, con il suo governo fantoccio (fellone, ma ultra-autoritario) e la sua politica ormai clinicamente morta. I missili e le cannonate nelle pianure ucraine irrompono nelle case di famiglie piegate dal ricatto, tra persone rassegnate a lavorare, viaggiare e vivere solo a patto di avere in tasca il lasciapassare digitale. Uno strumento di dominio, che di sanitario non ha proprio nulla, imposto in perfetto stile cinese e con il pretesto di una patologia curabilissima. Malattia per la quale, però, le terapie sono state prima negate e poi ostacolate, umiliando la scienza e tradendo nel modo più vile il patto di lealtà che, in un paese democratico, avrebbe dovuto vincolare i governanti ai governati.Il primo dovere, infatti, non dovrebbe essere quello di proteggere la popolazione? In alcuni Stati degli Usa, in Australia e Nuova Zelanda, in Europa – ma in Italia in particolare – è avvenuto esattamente il contrario: la popolazione è stata esposta a grandi pericoli, è stata fuoriviata dalla disinformazione, è stata ipnotizzata e terrorizzata per due anni. E ora, svanita anche l’ultima parvenza di pseudo-emergenza, viene mantenuta sotto la pressione coercitiva, forse permanente, del lasciapassare, che poi sarebbe solo il preambolo – secondo i piani – per l’eliminazione del contante e l’adozione esclusiva della moneta digitale, cioè del controllo definitivo sull’economia delle famiglie. Che cosa sarà, dell’Italia, ora che l’intera Europa sarà travolta dal massacro socio-economico delle sanzioni comminate alla Russia? Il nostro è l’unico paese che, a quanto pare, non riesce a eleggere un presidente della Repubblica diverso dal precedente. Poi ci sono i politici: Salvini spernacchiato in Polonia, Di Maio che dà dell’“animale” a Putin. E c’è l’inqualificabile Draghi, che riesce a farsi giustamente canzonare persino dall’orrido Zelensky.«Per riuscire a parlare con Draghi vedrò di spostare l’agenda della guerra», ha twittato l’ucraino, dopo che il primo ministro italiano aveva snobbato un appuntamento telefonico, perdendo così anche l’ultimo treno per assurgere al ruolo di possibile mediatore (ruolo che, fino a ieri, non sarebbe stato affatto sgradito a Putin). E invece si sono bruciati i ponti, in ossequio al padrone americano. Ormai siamo oltre: l’Italia – il paese delle mascherine e del Green Pass Rafforzato – ha appena inviato armamenti all’Ucraina, paese belligerante. Così, dall’8 marzo 2022 – per la prima volta nella storia, probabilmente – la Russia ha inserito anche noi nella lista nera dei “paesi ostili”. Mario Draghi pare stia quindi per firmare il più disastroso suicidio nazionale (si spera solo economico) degli ultimi decenni. Ma niente paura: ci resta sempre il campionato di calcio, insieme al cabaret dei talkshow in cui sono sempre i famosi virologi di ieri a spiegare al popolo bue come vanno le cose, in Ucraina. Effetti collaterali: e se la guerra di Putin finisse – anche – per cambiare il mondo, mettendo fine all’ipocrisia dei tanti terrorismi domestici? Nessuno può prevedere gli eventi: c’è solo da augurarsi che le armi tacciano al più presto. Certo però che, dal radar del futuro, questa Italia sembra davvero sparita: un paese fantasma, finito, affollato di sudditi imbrogliati, derubati e inebetiti.(Giorgio Cattaneo, 9 marzo 2022).Tutti a parlare di Russia e Ucraina, naturalmente: senza mai ricordare, però, che l’Occidente “democratico” ha sempre disatteso gli accordi con Mosca, cioè essenzialmente la promessa di non estendere la Nato verso Est. Basterebbe questo, a chiudere la questione: e invece si procede con la solita nebbia di guerra, criminalizzando Putin, proprio mentre il succitato Occidente “democratico” – dopo due anni di follia Covid – ora provvede a massacrare i suoi civili, in questa guerra asimmetrica, anche con lo schianto dell’economia planetaria, già visibile a partire dall’impazzimento dei prezzi. Tutti esperti di Ucraina, oggi – come se a qualcuno importasse qualcosa, dei popoli ucraini – senza vedere che l’orrendo copione dei bombardamenti non è che il sequel dei tanti che l’hanno preceduto: come il terrorismo “islamico” (dall’11 Settembre all’Isis), il terrorismo finanziario (dalla morte civile della Grecia al golpe bianco in Italia), il terrorismo climatico “gretino” e ovviamente il recentissimo terrorismo sanitario. Identici gli obiettivi: generare panico, creare insicurezza sociale, revocare diritti e libertà, impoverire e quindi indebolire la popolazione, da cui esigere timorosa obbedienza e piena sottomissione.
-
L’umanità nuova che sorge dopo il massacro della verità
Quelli che ancora ragionano di geopolitica ordinaria, in mezzo alla follia. Quelli che “sanno” che Putin ha l’Alzheimer, ed è sicuramente pazzo. Quelli che narrano dei 13 soldati eroi, sull’Isola dei Serpenti nel Mar Nero, ora occupata dai militari russi, senza sapere che i combattenti ucraini erano 83: dimenticati dai servi passacarte stipendiati a Kiev. Loro, soldati, messi a guardia di strutture tecno-oscure e imbarazzanti (straniere, si capisce) e – dicono fonti attendibili, confidenziali – sani e salvi, tutti e 83. Ora, a parte la ridda di voci incontrollabili e spaventose cannonate, confida un ufficiale della Nato, off the record: sono 22.000, non 15.000, i morti ammazzati di etnia russa – per lo più civili cittadini – che la stimabile nomenklatura ucraina (oggi rappresentata dall’ex comico Zelensky, nuovo eroe dell’Occidente covidizzato) ha fatto a pezzi e letteralmente maciullato, nel Donbass, negli ultimi otto anni.Ventiduemila cittadini inermi, dunque, dilaniati dalle milizie che rispondono al governo che nel 2022 chiede di entrare nella Nato e nell’Ue, nel club d’élite della democrazia, mentre gli eroici redattori del Tg2 mandano in onda le immagini di un wargame della playstation e il “Corriere della Sera” ripropone, come documento dell’aggressione nazi-russa, un’esplosione (incidentale o no) nella capitale ucraina, risalente nientemeno che al 2015. E poi chi sono, appunto, i narratori? Chi sono – come li chiamava Giulietto Chiesa – i famosi padroni del discorso? Sono gli avventurieri vocati all’assassinio, da John Fizgelarld Kennedy a Salvador Allende. Sono i “bombardatori” fisiologici, dopo Hiroshima e Nagasaki. Bombe su ancora Guatemala, poi Indonesia e Cuba, Congo, Laos, Vietnam, Cambogia. E poi Grenada, Libia, El Salvador. Poi Nicaragua, Iran, Panama, Iraq-Kuwait, Somalia, Bosnia, Sudan. E ancora: Somalia e Pakistan, poi Yemen, di nuovo Libia e Siria.Non viene, vagamente, il vomito? Non perché gli altri siano meglio: non è che brilli, l’aliena controparte. Ma almeno non blatera di libertà e democrazia: estetica, buon gusto? I nostri sono quelli dell’11 Settembre, degli spread, della Grecia massacrata – senza anestesia – dall’uomo che riponde a un nome: Mario Draghi. I nostri sono Greta, sono la Von de Leyen, Soros, Zuckerberg, Bill Gates. Sono l’Oms, sono i lockdown e i coprifuoco. Sono le zone rosse, le mascherine in strada. Sono i “vaccini” che “immunizzano”, sono i colpiti dall’apartheid, discriminati dal Green Pass. I nostri sono i Buoni, gli schiavisti democratici con la validazione vaticana. Non è questione di Crimee, a quanto pare: le fiamme a Est sembrano voler dire che è ora che si scuota, la popolazione rintronata del rinomato Primo Mondo, sotto ipnosi. Tenevi lo Swift, dice la storia: è ora di svegliare l’uomo nuovo. Buttate i libri inutili, usate quei giornali per incartare il nulla. L’umanità che viene nasce adesso, o almeno prova a nascere. E’ questo, il Piano-B. L’unico in campo.(Giorgio Cattaneo, 28 febbraio 2022).Quelli che ancora ragionano di geopolitica ordinaria, in mezzo alla follia. Quelli che “sanno” che Putin ha l’Alzheimer, ed è sicuramente pazzo. Quelli che narrano dei 13 soldati eroi, sull’Isola dei Serpenti nel Mar Nero, ora occupata dai militari russi, senza sapere che i combattenti ucraini erano 83: dimenticati dai servi passacarte stipendiati a Kiev. Loro, soldati, messi a guardia di strutture tecno-oscure e imbarazzanti (straniere, si capisce) e – dicono fonti attendibili, confidenziali – sani e salvi, tutti e 83. Ora, a parte la ridda di voci incontrollabili e spaventose cannonate, confida un ufficiale della Nato, off the record: sono 22.000, non 15.000, i morti ammazzati di etnia russa – per lo più civili cittadini – che la stimabile nomenklatura ucraina (oggi rappresentata dall’ex comico Zelensky, nuovo eroe dell’Occidente covidizzato) ha fatto a pezzi e letteralmente maciullato, nel Donbass, negli ultimi otto anni.
-
Boicottare Poste Italiane. E poi abbandonare questo paese
Abbandonare questa Italia: non è più solo una suggestione, un sentimento. Molti connazionali ci stanno pensando seriamente: Spagna e Baleari, Canarie, Istria, Regno Unito. Ovunque è meglio, sotto questo aspetto: Romania, Bulgaria, Florida. Dappertutto le restrizioni non mordono più, e non hanno mai tormentato troppo i cittadini. Svezia e Danimarca, Svizzera: va bene qualsiasi paese. Scrive “Repubblica”, citando il “New York Times”, che la governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, sta per annunciare la rimozione di ogni obbligo – mascherine e pass “vaccinale” – per accedere ai luoghi al chiuso. Obblighi già caduti, per gli studenti, in altri Stati sempre a guida democratica, come New Jersey e Delaware. Le scelte degli Usa preludono dunque a un imminente rimbalzo “aperturista” anche nel Belpaese? Ora lo invocano anche i cialtroni del mainstream, fino a ieri favorevoli a lockdown, coprifuoco, colorazione delle Regioni e ridicoli distanziamenti.L’Italia sembra diventata una sorta di grande manicomio a cielo aperto: e questo, grazie anche a chi si è sottoposto ai sieri sperimentali, ben sapendo che – per molte categorie – erano imposti attraverso lo squallore del ricatto. Proprio questo cedimento civile (assecondare la campagna per il Tso, pur sapendola sospinta dall’autoritarismo e da una violenta propaganda menzognera) ha fatalmente indebolito la quota di “renitenti”, oggi sottoposti alla vessazione quasi generalizzata: mentre la Gran Bretagna abolisce il Tso per i sanitari, il governatorato italico lo estende imponendolo agli over 50, e senza che i titolari di Green Pass accennino a protestare. L’indignazione sta crescendo, a quanto pare, ma è ancora minoritaria. Per contro, la “gioiosa macchina da guerra” del governo Conte-Draghi-Speranza sembra essersi inceppata sulla temuta terza dose: milioni di italiani se ne sono finora sottratti, unendosi ai 7 milioni di cittadini che solo gli imbecilli, a reti unificate, osano ancora chiamare No-Vax.Non durerà per sempre, avverte Gianluigi Paragone: a breve, quando il rigore sanitario avrà ulteriormente devastato l’economia, c’è da temere seriamente la rabbia dei miti. Evidentemente a Palazzo Chigi se ne sono accorti, e forse si preparano davvero ad allentare il cappio. Illudendosi, magari, che la popolazione applauda. Popolazione cui oggi è impedito il libero accesso ai trasporti, a molti negozi e agli uffici pubblici, agli sportelli bancari e persino alle Poste. A proposito: coliamole a picco, le Poste Italiane. Lo propone lo storico Nicola Bizzi, lanciando un vero e proprio boicottaggio: esistono mille agenzie postali private, diffuse su tutto il territorio nazionale. Si possono tranquillamente bypassare, gli uffici postali. E, meglio ancora: si può cogliere l’occasione per chiudere l’eventuale conto corrente aperto presso BancoPosta, rititrando immediatamente il proprio denaro. Insiste Bizzi: diamo una lezione a Poste Italiane, facciamogli vedere chi siamo. Facciamolo, magari, prima di lasciare questo paese ormai cupo e spaventoso, reso invivibile dalla disgustosa indifferenza della maggioranza, che oggi sembra una massa ottusa composta quasi solo da pericolosi ignoranti.Abbandonare questa Italia: non è più solo una suggestione, un sentimento. Molti connazionali ci stanno pensando seriamente: Spagna e Baleari, Canarie, Istria, Regno Unito. Ovunque è meglio, sotto questo aspetto: Romania, Bulgaria, Florida. Dappertutto le restrizioni non mordono più, e non hanno mai tormentato troppo i cittadini. Svezia e Danimarca, Svizzera: va bene qualsiasi paese. Scrive “Repubblica”, citando il “New York Times”, che la governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, sta per annunciare la rimozione di ogni obbligo – mascherine e pass “vaccinale” – per accedere ai luoghi al chiuso. Obblighi già caduti, per gli studenti, in altri Stati sempre a guida democratica, come New Jersey e Delaware. Le scelte degli Usa preludono dunque a un imminente rimbalzo “aperturista” anche nel Belpaese? Ora lo invocano anche i cialtroni del mainstream, fino a ieri favorevoli a lockdown, coprifuoco, colorazione delle Regioni e ridicoli distanziamenti.
-
Voi e il Tso permanente? Lasciamoci così, senza rancore
E hanno anche il coraggio di chiamarli “immunizzati”? Sono proprio loro, dice il virologo Crisanti, a diffondere i contagi. L’anziano Montagnier, ormai bannato dai media come un qualsiasi demente, avverte: dopo la terza dose, generalmente, il test Hiv rivela che il soggetto è immunodepresso, reso fragile, esposto a molti rischi non avendo più le difese naturali di cui era dotato prima di sottoporsi al fatale inoculo C-19. Bene: il governo che ha ostinatamente oscurato le cure, mettendo virtualmente in pericolo migliaia di malati, oggi racconta di voler “riaprire” il paese, ma solo ai cittadini che si saranno sottoposti al Tso. Non così tanti, evidentemente, visto il tracollo dell’economia (ristoranti e negozi deserti, come gli alberghi). Non così tanti, gli “immunizzati”, visto l’accanimento con cui le autorità perseguitano chi intende sottrarsi al ricatto. Questione di principio: perché mai piegarsi al diktat di chi tuttora scoraggia i medici e ostacola le terapie?Forse, chi ancora indugia appresso al teatrino politico (la recita quirinalizia, i distinguo della Lega, i dubbi sulla tenuta dell’esecutivo) sottovaluta la frattura profonda tra la base e il vertice, l’abisso che ormai separa milioni di cittadini dall’establishment che li gestisce, mentendo ogni giorno a reti unificate. Due anni di frottole surreali hanno costretto vaste fasce sociali a difendersi da sole: è arduo immaginare che possa essere ricomposta, un giorno, l’abissale diffidenza accumulata nei confronti di autorità così inaffidabili. I cittadini – in Italia, in particolare – sono stati sottoposti a una tempesta ininterrotta, fatta di nefandezze inenarrabili (sui cui risvolti anche eventualmente criminosi, non a caso, sono in corso indagini giudiziarie). Sempre sulla base dell’omissione e della menzogna, oggi, si pretendono comportamenti inaccettabili. Restrizioni, coercizioni, discriminazioni inaudite. Qualcuno davvero pensa che possa riemergere, da queste macerie, una qualche libera civiltà politica dal sapore ancora vagamente democratico?Se il pessimista tende a volgersi al peggio, l’ottimista – viceversa – dirà che i copioni delle umane vicende sono sempre imprevedibili, e che la storia rivela immancabilmente risorse insospettabili. Ma chi ha finora resistito alla menzogna (documentandosi, difendendosi) come potrà convivere in armonia con i poveretti che ancora circolano a viso coperto, o con gli esercenti che dovessero davvero pretendere l’esibizione del lasciapassare? Banche, uffici pubblici, Poste: il carattere zootecnico e autoritario dell’attuale potere è ormai tristemente palese. Qualcuno, lassù, ha pensato di dividere l’umanità, indebolendola: e ci è riuscito. Parlano da soli i milioni di sudditi inebetiti dall’ignoranza e dalla paura, torturati dal ricatto, vessati dalle proibizioni e oggi rassegnati a subire anche in eterno qualunque imposizione, ancorché folle. Il mostruoso esperimento – condotto a partire dall’Italia – non è ancora finito: si punta alla piena e definitiva sottomissione. La politica? Dovrebbe dire una sola parola: ora basta. Ma non la pronuncia. E allora viene in mente quella vecchia canzonetta melensa: lasciamoci così, senza rancore. Insieme, non possiamo più andare da nessuna parte.E hanno anche il coraggio di chiamarli “immunizzati”? Sono proprio loro, dice il virologo Crisanti, a diffondere i contagi. L’anziano Montagnier, ormai bannato dai media come un qualsiasi demente, avverte: dopo la terza dose, generalmente, il test Hiv rivela che il soggetto è immunodepresso, reso fragile, esposto a molti rischi non avendo più le difese naturali di cui era dotato prima di sottoporsi al fatale inoculo C-19. Bene: il governo che ha ostinatamente oscurato le cure, mettendo virtualmente in pericolo migliaia di malati, oggi racconta di voler “riaprire” il paese, ma solo ai cittadini che si saranno sottoposti al Tso. Non così tanti, evidentemente, visto il tracollo dell’economia (ristoranti e negozi deserti, come gli alberghi). Non così tanti, gli “immunizzati”, visto l’accanimento con cui le autorità perseguitano chi intende sottrarsi al ricatto. Questione di principio: perché mai piegarsi al diktat di chi tuttora scoraggia i medici e ostacola le terapie?
-
Covid e clima, Galloni: chi inventa le emergenze, e perché
Il pianeta è sempre stato sottoposto a cambiamenti climatici anche molto radicali: in certi periodi erano abitabili solo le zone equatoriali, in altri erano abitabili anche i Poli (sono stati trovati resti di fauna tropicale in Antartide). Il grande errore del nostro tempo – errore di cui ci chiederanno conto le generazioni future – è l’idea di fermare i cambiamenti climatici, invece di affrontarli. A differenza del passato, infatti, oggi possediamo tecnologie straordinarie: se messe al servizio del bene dell’umanità, aiuterebbero a unire i popoli per affrontare questi cambiamenti climatici. L’emergenza che stiamo vivendo è il rapporto fra l’emergenza climatica e quella sanitaria. L’emergenza climatica è stata proclamata intorno al 2019 sull’onda alla meteora Greta Thunberg. Poi, siccome non era sufficienti, si è arrivati all’emergenza sanitaria. E adesso pare che si debba ritornare ad un’altra emergenza, di carattere climatico-ambientale.Perché l’emergenza? Perché non si riesce più a dare una risposta ai grandi cambiamenti dell’economia e della società, il cui primo (e fondamentale) è l’abbandono della moneta a debito. Cioè: noi oggi abbiamo la possibilità di introdurre monete di altra natura. E lo dobbiamo fare: perché, mentre nei comparti di produzione dei beni materiali la tecnologia è andata talmente avanti che sempre meno addetti saranno necessari ad approntare tutto ciò di cui abbiamo bisogno, nell’ambito invece dei beni immateriali (soprattutto i servizi di cura delle persone, dell’ambiente, del patrimonio esistente) il fatturato si può rivelare più basso del costo. Quindi, questi servizi non possono essere gestiti in termini capitalistici, cioè di profitto. Ecco il grande interrogativo; la soluzione c’è (l’immissione di moneta non a debito), ma ha un “piccolo” difetto: spiazzerebbe le grandi banche, le grandi entità finanziarie del pianeta, che hanno governato il mondo per secoli – o per millenni: prima con l’oro e poi con la moneta creata dal nulla.E’ chiaro che, non potendo dare soluzioni, l’emergenza “serve” per evitare nel merito delle questioni: questo è il nesso che lega l’emergenza climatica a quella sanitaria. E come siamo arrivati, a questo? Dagli anni Settanta in poi abbiamo sperimentato a diversi modelli di capitalismo. Il primo è quello del capitalismo espansivo, in realtà iniziato già nel 1944 dopo Bretton Woods. E’ durato fino al G7 di Tokyo del 1979 e, secondo me, da noi fino al divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia. In quel periodo, l’obiettivo delle imprese era la massimizzazione delle vendite: quindi c’era spazio per l’aumento dei profitti, dei salari, dell’occupazione. Quindi abbiamo avuto la trasformazione della classe operaia in classe media. Insomma, stavamo tutti meglio: la classe politica voleva arricchire la popolazione attraverso i disavanzi pubblici, finanziati a bassi tassi d’interesse.Se i titoli pubblici non li acquistava nessuno, li comprava la Banca d’Italia stampando moneta: al passivo metteva l’emissione monetaria e all’attivo i titoli. E’ così che siamo diventati la quinta potenza mondiale, la quarta potenza manifatturiera del pianeta. E abbiamo cominciato a dare fastidio un po’ a tutti, nel Mediterraneo: ai francesi, agli inglesi, agli israeliani, agli americani e ai russi. Così spiego anche la vicenda Moro: in termini di conflitto tra lui e Kissinger. Il problema esplose in un incontro fondamentale del 1976, in cui Kissinger disse a Moro: «Non potete continuare a far crescere l’economia italiana del 3-4% ogni anno, perché state diventando più importanti di quello che noi possiamo sopportare. Io ti ammazzo». Parole testuali di Kissinger. Tornato a casa, Moro lo disse alla moglie e a mio padre: erano le uniche due persone di cui lui si fidasse. La moglie gli consigliò di rititarsi dalla politica. E non si sa – quella mattina del 16 marzo 1978, quando fu sequestrato – che cosa avrebbe detto, in Parlamento.Ora, il capitalismo espansivo, keynesiano (l’economia mista), non poteva essere ufficialmente attaccato, perché funzionava. E tra l’altro, ci proteggeva nella competività, se così si può dire, coi regimi comunisti. E allora ecco che nasce tutta la teoria ambientalista del Club di Roma (Aurelio Peccei) che, fondamentalmente, sostiene una dottrina neo-malthusiana. Cosa aveva detto, Malthus? Aveva espresso una teoria che poi si era rivelata sbagliata. Aveva detto: siccome la popolazione cresce ad un ritmo superiore a quello in cui noi possiamo far crescere la produzione, incluse le derrate alimentari, a un certo punto la società collassa. In realtà non fu così, perché poi gli umani – proprio perché crescevano da un punto di vista demografico – cominciarono a produrre di più e meglio. Tant’è vero che oggi, di cibo, ne abbiamo fin troppo. Ovviamente ci sono i poveracci che non mangiano, perché è il sistema capitalistico che induce a produrre solamente quello che si può rivendere con un adeguato profitto.Se uno non ha i soldi per comprarla, la merce viene buttata. Noi infatti distruggiamo una gran parte di quello che produciamo. Ma la soluzione non è quella esposta da Papa Francesco (mangiamo di meno noi, per dare ai poveri). No: è il modello economico, che è sbagliato. Si deve tornare un po’ all’antico: noi oggi possiamo produrre come una volta, disinquinando e stando tutti meglio. Oltretutto, la qualità dei prodotti alimentari pesa: bastano poche quantità, per essere soddisfatti (e sani). Il cibo di McDonald’s invece non sazia mai e procura le famose malattie del benessere-malessere. Tornando a Malthus, i neo-malthusiani ieri dicevano: se la popolazione mondiale è di 6 miliardi di individui, di cui un miliardo e mezzo ha tutto (auto, elettrodomestici), crescerà tutta l’economia e ci saranno 5 miliardi di privilegiati; ma le risorse sono limitate, e quindi lo sviluppo non può essere illimitato.In realtà, è lo stesso errore di Malthus: pretendere che il rapporto fra sviluppo economico e inquinamento sia reso da un’equazione lineare. Cioè: se io produco 100 e consumo 70 (come risorse del pianeta), se produrrò 200 consumerò 140, in termini di risorse. Ma non funziona così, l’economia industriale. Al crescere delle quantità, man mano che l’umanità va avanti, la quantità di agenti inquinanti e di risorse utilizzate (per unità di prodotto) diminuisce. In pratica: se oggi producessimo con le tecnologie di cent’anni fa tutto quello che attualmente produciamo, saremmo tutti morti. In realtà le tecnologie si sono evolute: oltre un certo punto, c’è quindi una equazione differenziale, con derivate parziali, che ci dà la possibilità di capire che sì, dobbiamo “darci una regolata” per l’inquinamento da sviluppo, ma senza però regredire, perché in quel modo condanniamo i poveri a restare poveri, e noi a morire delle malattie del benessere (che non sono quelle batteriche o virali, storicamente sconfitte nei paesi ricchi, ma sono quelle degenerative – cancro, diabete, cardiopatie – che derivano dai cattivi stili di vita).Negli anni ‘80, dopo il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia, si fecero aumentare in modo erratico i tassi d’interesse sul debito pubblico: quindi il debito crebbe a dismisura e superò il Pil. Da allora abbiamo questo problema, un alto debito pubblico. Fino a prima del divorzio, avvenuto nel 1981, il debito pubblico italiano non raggiungeva il 60% del Pil. E là saremmo rimasti, se non avessimo introdotto l’aumento dei tassi d’interesse per dare al “mercato” il potere di “regolarci”, quando si sapeva benissimo che il mercato è uno sregolatore. Quindi, il ministero del Tesoro abbandonò il potere di decidere i tassi d’interesse e lo lasciò al mercato, cioè alle banche. Il risultato è stato disastroso. Quel modello – anni ‘80 – è crollato miseramente, perché distruggeva la solidarietà, che è il principale collante dell’economia, e venne sostituito con un terzo modello, il capitalismo finanziario (già sperimentato fino alla crisi del 1929).Siamo quindi tornati al capitalismo finanziario: grandi boom delle Borse, ma già nel 2001 la crisi delle Borse stesse. Quindi siamo approdati a un quarto tipo di capitalismo, che io chiamo ultra-finanziario. Cioè: mentre nel capitalismo di Borsa bisogna massimizzare il rendimento dei titoli azionari (e questo lo si ottiene spesso riducendo in modo devastante l’investimento nell’economia reale, nell’occupazione e nei salari), nell’ultimissimo capitalismo ultra-finanziario, quello dei derivati e dei titoli tossici, all’economia non si pensa neppure più. Non è più un capitalismo di mercato: tutto è regolato da algoritmi matematici. E quindi nelle banche, nelle aziende e nei centri finanziari entrano i matematici e gli informatici. Questo capitalismo ultra-finanziario ha come obiettivo non la massimizzazione del valore dei titoli, ma la massimizzazione del numero delle operazioni, quindi è una follia.Siamo arrivati a 4 milioni di miliardi di dollari di debiti, cioè di derivati e “swap”. Cioè: 54 Pil mondiali. Noi ci stracciamo le vesti perché il debito pubblico dell’Italia si avvicina ad essere una volta e mezzo il Pil nazionale, ma non diciamo niente sul fatto che il debito del pianeta è 54 volte il Pil terrestre. Importantissima la svolta sopraggiunta nel 2008: le banche centrali hanno iniziato a immettere moneta illimitatamente, per far fronte alle esigenze di liquidità (emerse con la crisi della Lehman Brothers, rimasta a secco: l’unico modo per far fallire la finanza è proprio la mancanza di liquidità). Ma voi capite che, per gestire 4 milioni di miliardi di dollari (54 Pil mondiali), occorre almeno un 3-4% di liquidi: e non c’erano. Ed ecco la soluzione delle banche centrali: emettere moneta, soprattutto elettronica, in modo illimitato. Di qui la mia previsione, purtroppo rivelatasi esatta: il sistema crollerà quando verrà il crampo al dito del governatore della banca centrale.Qual è la caratteristica di questo capitalismo ultra-finanziario e collateralizzato? Non deve arrivare, tutta questa moneta, all’economia reale. L’economia finanziaria va benissimo, perché va bene anche quando va male: pompano moneta a corso legale, e quindi si pagano interessi e cedole, si allungano i tempi dei titoli tossici, eccetera. E quindi, paradossalmente, la finanza funziona sempre. A patto che, appunto, all’economia reale non arrivi niente. Di qui sostengo la nascita delle piattaforme finanziarie alternative, delle monete complementari, delle cryptovalute, del credito “fai da te” e di tante altre cose, che per certi versi rappresentano il futuro della nostra economia, perché sono le eredi delle antiche cambiali (alla base del “miracolo economico” italiano). E anche le cambiali sono saltate per aria, con l’aumento dei tassi d’interesse: non era più conveniente, accettare una cambiale, perché lo sconto che ti facevano in banca era salito al 20% (prima era solo del 3-4%). Da allora, abbiamo vissuto un delirio, un declino ininterrotto. E il conto l’hanno pagato soprattutto i giovani: questa è la prima generazione che ha meno opportunità, rispetto a quelle di cui avevano beneficiato i loro genitori.(Nino Galloni, dichiarazioni rilasciate in una conferenza di “FlipItaly” ripresa su YouTube il 1° dicembre 2021. Economista e saggista, Galloni è figlio di Giovanni Galloni, già ministro, vicepresidente del Csm e autorevole dirigente della Dc, vicinissimo ad Aldo Moro).Il pianeta è sempre stato sottoposto a cambiamenti climatici anche molto radicali: in certi periodi erano abitabili solo le zone equatoriali, in altri erano abitabili anche i Poli (sono stati trovati resti di fauna tropicale in Antartide). Il grande errore del nostro tempo – errore di cui ci chiederanno conto le generazioni future – è l’idea di fermare i cambiamenti climatici, invece di affrontarli. A differenza del passato, infatti, oggi possediamo tecnologie straordinarie: se messe al servizio del bene dell’umanità, aiuterebbero a unire i popoli per affrontare questi cambiamenti climatici. L’emergenza che stiamo vivendo è il rapporto fra l’emergenza climatica e quella sanitaria. L’emergenza climatica è stata proclamata intorno al 2019 sull’onda alla meteora Greta Thunberg. Poi, siccome non era sufficiente, si è arrivati all’emergenza sanitaria. E adesso pare che si debba ritornare all’altra emergenza, di carattere climatico-ambientale.
-
Vaccini-farsa, se ci chiudono in casa emergerà la verità
Teoria generale della follia di massa: aumentano i “casi”, cioè i “contagi” da coronavirus, nonostante oltre l’80% della popolazione adulta sia stata costretta – anche col ricatto – a subire l’inoculo del siero genico sperimentale? Non importa: dopo il Green Pass, “serve” il cosiddetto Super Green Pass, cioè il lockdown più estremo per i cittadini (milioni) che ancora resistono all’imposizione, sapendo che il farmaco non protegge nessuno, non limita la circolazione del presunto virus e non attenua gli effetti della patologia influenzale. Sul “Tempo”, Gianluigi Paragone provoca: non osate rinchiudere in casa i non “vaccinati”, scrive, perché – sapendo che i contagi non calerebbero – non avreste più alibi. In un mondo normale, la campagna “vaccinale” verrebbe sospesa anche a fronte allo spropositato numero di reazioni avverse gravi e gravissime, sottaciute dal mainstream: la media si aggirerebbe sui tre decessi al giorno, senza contare gli oltre 2 milioni di persone danneggiate dall’iniezione, in Europa, secondo l’agenzia di farmacovigilanza dell’Ema.
-
Venere al Quirinale: la grande lezione di Nandra Schilirò
Da una parte un potere che sembra impazzito di paura, al punto da togliere la parola ai cittadini nelle piazze, e dall’altra una donna che lo fronteggia. Una donna che parla del Vangelo della Maddalena e del Graal gnostico, tra rose e gigli e sciarpe rosa, davanti a decine di migliaia di donne accorse da tutta Italia a piazzale Michelangelo, il belvedere che domina la Firenze dei Medici con la sua Primavera del Botticelli e la Nascita di Venere. In tanti si sono cimentati nel ricamare amenità esegetiche nel tentativo di scoprire “cosa c’è dietro” il fenomeno Schilirò – l’ombra dei Rosacroce, di qualche divinità indiana – senza peraltro peritarsi di esprimere umana solidarietà, prima ancora che civile sostegno, a un alto funzionario della polizia di Stato messo da parte come una sorta di intruso imbarazzante. Una carriera-lampo, quella dell’avvocato Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore aggiunto di Roma fino al momento del fatale discorso dal palco di piazza San Giovanni contro l’infame Green Pass, il lasciapassare di cui il mondo democratico si vergogna, domandandosi cosa mai stia avvenendo, davvero, nell’Italia di Draghi e Bergoglio.Una funzionaria modello, “Nandra” Schilirò: pluri-premiata sul lavoro e dalla società civile, regolarmente spedita in televisione a illustrare tanti casi brillantemente risolti. Una scrittrice, anche: il suo romanzo “La ragazza con la rotella in più”, edito da ByoBlu, stava già in cima alle classifiche, ben prima dei recenti clamori della cronaca. Silenzio, da parte di tanti opinion maker, di fronte allo scandaloso ostracismo che ha colpito il valoroso commissario-donna, insolentito dai cani da guardia del regime e, per buon peso, messo pure alla berlina – come “gatekeeper in gonnella” – dalle menti più creative del nostrano complottismo ruspante. Sta diventando una valanga, il tam-tam tutto femminile che diffonde l’atto di consapevolezza promosso dalla manifestazione “Venere Vincerà”, ridicolmente ostacolata persino dal black-out delle telecomunicazioni. Boicottaggio riuscito: niente diretta video, per la manifestazione, in una città dove si è arrivati persino a blindare il Battistero del Duomo rendendo inaccessibile la Porta del Paradiso, meta di recenti meeting di preghiera.Sul “Corriere della Sera”, le solite grandi firme televisive si sono esercitate a insultare Robert Kennedy, trattando come un mentecatto il nipote di Jfk: come si permette di venire a Milano a spiegarci come dovremmo vivere? Ma la grande paura era concentrata su Firenze, cioè su “Nandra” Schilirò, nei panni simbolici che rinviano a un eventuale archetipo: quello della donna (madre) che smette di avere paura e quindi osa levarsi in piedi contro il Reame del Terrore che ha sostituito il vero con il falso e la scienza con la frode, in ossequio al dogma marmoreo che sta provando a strangolare il pianeta intero, come se avesse i minuti contati e fosse imminente il finimondo. Mentre i passacarte che siedono al governo e in Parlamento non pensano ad altro che al prossimo inquilino del Quirinale, Nunzia Alessandra Schilirò pensa ai bambini di 5 anni, che la Menzogna Ufficiale ha ora messo nel mirino, nell’ultimo disperato giro di valzer di un film dell’orrore che sembra non avere fine. Ecco il punto: sta a noi, soltanto a noi, scrivere i titoli di coda. Come? Restando a casa: adesso. Non ci volete più, nel vostro mondo? Bene: non ci avrete. Ecco perché inquieta tanto, la giovane donna che insegna a uscire dal tunnel della paura, dalla fabbrica nazionale dell’ignoranza e dell’odio.Da una parte un potere che sembra impazzito di paura, al punto da togliere la parola ai cittadini nelle piazze, e dall’altra una donna che lo fronteggia. Una donna che parla del Vangelo della Maddalena e del Graal gnostico, tra rose e gigli e sciarpe rosa, davanti a decine di migliaia di donne accorse da tutta Italia a piazzale Michelangelo, il belvedere che domina la Firenze dei Medici con la sua Primavera del Botticelli e la Nascita di Venere. In tanti si sono cimentati nel ricamare amenità esegetiche nel tentativo di scoprire “cosa c’è dietro” il fenomeno Schilirò – l’ombra dei Rosacroce, di qualche divinità indiana – senza peraltro peritarsi di esprimere umana solidarietà, prima ancora che civile sostegno, a un alto funzionario della polizia di Stato messo da parte come una sorta di intruso imbarazzante. Una carriera-lampo, quella dell’avvocato Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore aggiunto di Roma fino al momento del fatale discorso dal palco di piazza San Giovanni contro l’infame Green Pass, il lasciapassare di cui il mondo democratico si vergogna, domandandosi cosa mai stia avvenendo, davvero, nell’Italia di Draghi e Bergoglio.
-
Zelenko, medico dei Vip: vaccini, inutile strage annunciata
Il mio team ha curato con successo 6.000 pazienti. Ho formato centinaia di medici, che ora stanno addestrando i loro studenti. Nel complesso abbiamo curato milioni di persone. Il presidente Trump è stato mio paziente, così come Rudy Giuliani e il rabbino Chaim Kanievsky. Sono stati miei pazienti lo stesso Yaakov Litzman, fino a pochi mesi fa ministro della sanità di Israele, e il presidente brasiliano Bolsonaro. Secondo il mio approccio, l’essenziale è tenere le persone fuori dagli ospedali. Riguardo ai minori, l’unica ragione per il trattamento nei loro confronti è credere nel sacrificio dei bambini: si vogliono fare esperimenti su di essi? Ogni terapia va sempre valutata da tre punti di vista. E’ sicura? Funziona? Serve? Ci dev’essere bisogno di impiegarla: una necessità medica. In base alle statistiche ufficiali sui minori di 18 anni, il tasso di sopravvivenza al Covid è del 99,99%. Guariscono da soli, senza alcuna cura.Il virus dell’influenza invece è più pericoloso, per i bambini. Secondo il Cdc, 100 bambini (ogni milione) morirebbero a causa del vaccino. E io sento che il loro numero sarebbe significativamente più alto. Dunque, se hai una fascia demografica che non corre alcun rischio, per una determinata malattia, perché mai dovresti inocularle un’iniezione tossica e mortale? I due paesi al mondo col maggior numero di vaccinati sono Israele (85%) e le Seychelles (oltre l’80%). Entrambi i paesi stanno vivendo un focolaio della “variante Delta”. Domanda: se hai vaccinato la maggior parte della popolazione, perché hai ancora un focolaio? E poi: perché dovresti fare anche una terza dose, con la stessa roba che non ha funzionato nelle prime due? Veniamo ora al problema della sicurezza, che è il vero guaio. Ci sono tre livelli di conseguenze che dobbiamo considerare: acute (se si verificano entro tre mesi dall’iniezione), sub-acute o a lungo termine. Il rischio numero uno dell’iniezione sono i coaguli di sangue.Tutto quello che dico è documentato. Non credetemi sulla parola: verificate. Secondo il Salk Institute, quando una persona riceve l’inoculo di questa “cosa”, il corpo diventa una fabbrica di Spike: produce trilioni di Spike, che migrano verso l’endotelio (il rivestimento interno dei vasi sanguigni). Sono delle piccole “spine” all’interno del sistema vascolare. E quando il sangue le attraversa, si danneggiano e causano coaguli. Se questo accade nel cuore si verifica un infarto, se avviene nel cervello si verifica un ictus. La prima causa di morte nel breve periodo, come vediamo, è quella dei coaguli di sangue. Nella maggior parte dei casi (40%) questo accade nei primi 3-4 giorni dopo questa iniezione tossica mortale. L’altro è il problema che sta causando miocardite o un’infiammazione nel cuore dei bambini e dei giovani adulti. Il terzo problema è il più inquietante: il “New England Journal of Medicine” registra un alto tasso di aborti spontanei nel primo trimestre, da parte di gestanti sottoposte all’iniezione.Altra causa di morte per conseguenze sub-acute: lo si è visto vaccinando animali e vedendone poi morire un’alta percentuale. A ucciderli sono gli stessi anticorpi sviluppati tramite l’iniezione. Il femomeno si chiama Ade (potenziamento anticorpale) oppure “priming patogeno”, o anche “potenziamento immunitario paradossale”. Uno può dire: ma gli animali (morti dopo l’inoculo) non erano esseri umani, noi siamo diversi. D’accordo, ma i relativi studi non sono stati svolti: siete voi “lo studio”, ora. L’amministratore delegato di Pfizer ha detto che Israele è il più grande laboratorio al mondo. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina per la scoperta dell’Hiv, ha detto che questo è il più grande rischio, per l’uomo: il più grande pericolo di genocidio nella storia dell’umanità. E il rischio di una reazione Ade nel lungo termine non è stato affatto escluso. Quindi, la mia domanda è: perché dovrei vaccinare qualcuno con una sostanza potenzialmente distruttiva, letale, senza prima aver escluso quel rischio?La terza componente sono proprio le conseguenze a lungo termine. Ci sono prove certe: quell’inoculo influisce sulla fertilità, danneggia la funzione ovarica, riduce il numero degli spermatozoi. Inoltre, aumenta sicuramente la quantità di malattie autoimmuni. E chissà di quanto ridurrà la durata della vita. Riviste scientifiche scrivono che aumenti anche il rischio di contrarre il cancro. Quindi, comunque lo si guardi – in un contesto acuto, sub-acuto o a lungo termine – è un disastro. Secondo me, poi, l’attuale governo israeliano è la “reincarnazione” di Joseph Mengele: hanno effettuato una sperimentazione umana sulla loro stessa gente. Io ho ricevuto minacce di morte quotidiane, ho messo a repentaglio la mia vita e a mia carriera, le mie finanze, la mia reputazione e ormai anche la mia famiglia. Tutto, solo per dirvi quello che sto facendo.Riassumo: non c’è alcuna necessità di questo vaccino. Non ce n’è bisogno per nessuno. Non parlo solo dei bambini: nel 99,95% dei casi, i giovani adulti (dai 18 ai 45 anni) hanno la possibilità di affrontare al meglio la malattia. Questo lo ammette lo stesso Cdc. Chi ha contratto il Covid e quindi ha sviluppato gli anticorpi, ha acquisito un’immunità naturale che è un miliardo di volte più efficace di quella indotta artificialmente attraverso il vaccino. Quindi, perché mai inocularmi anticorpi inferiori o pericolosi quando ho già anticorpi sani? E la popolazione esposta ad alto rischio, che avrebbe un tasso di mortalità del 7,5%? Ebbene: i miei dati sono “peer-revieewed”, e sono diventati la base di altri 200 studi. Hanno tutti confermato le mie osservazioni. Ovvero: se curi le persone entro il giusto lasso di tempo, riduci la mortalità dell’85%. Quindi, su 600.000 americani colpiti dal morbo, avremmo potuto evitare loro di finire in 510.000 all’ospedale, magari a morire.Presentai queste mie osservazioni direttamente al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: le consegnai nelle sue mani nell’aprile 2020, informando anche ogni singolo membro del ministero della salute, in Israele. Quindi, domando: se per gli anziani “fragili” posso ridurre il tasso di mortalità dal 7,5 a meno dello 0,5%, perché dovrei usare un’iniezione tossica e letale, che per giunta non funziona e che ha terribili effetti collaterali? Se tutti, sul pianeta, dovessero ammalarsi di Covid, e se non venissero curati, a livello globale il tasso di mortalità sarebbe inferiore allo 0,5% (morirebbero 35 milioni di persone). Se invece seguissimo i consigli di alcuni leader globali, e dicessimo – come ha fatto Bill Gates – che devono essere vaccinate 7 miliardi di persone, allora morirebbero oltre 2 miliardi di persone. Quindi, svegliamoci. Questa è la Terza Guerra Mondiale. E’ un livello di malvagità che non avevamo mai visto, probabilmente, nell’intera storia dell’umanità. Io sto vedendo la paura spingere le persone a fare cose completamente irrazionali, senza senso. Queste persone arrivano a sacrificare i propri figli.(Vladimir Zelenko, estratti da un video rimosso da YouTube alcuni mesi fa, ora riproposto su “Rumble”. Il dottor Zelenko, ebreo ortodosso attivo negli Usa e stimato a livello internazionale, è stato tra i primi al mondo a proporre un efficace protocollo terapeutico per contrastare agevolmente la sindrome Covid).Il mio team ha curato con successo 6.000 pazienti. Ho formato centinaia di medici, che ora stanno addestrando i loro studenti. Nel complesso abbiamo curato milioni di persone. Il presidente Trump è stato mio paziente, così come Rudy Giuliani e il rabbino Chaim Kanievsky. Sono stati miei pazienti lo stesso Yaakov Litzman, fino a pochi mesi fa ministro della sanità di Israele, e il presidente brasiliano Bolsonaro. Secondo il mio approccio, l’essenziale è tenere le persone fuori dagli ospedali. Riguardo ai minori, l’unica ragione per il trattamento nei loro confronti è credere nel sacrificio dei bambini: si vogliono fare esperimenti su di essi? Ogni terapia va sempre valutata da tre punti di vista. E’ sicura? Funziona? Serve? Ci dev’essere bisogno di impiegarla: una necessità medica. In base alle statistiche ufficiali sui minori di 18 anni, il tasso di sopravvivenza al Covid è del 99,99%. Guariscono da soli, senza alcuna cura.
-
Giovagnoli: salviamo i bambini. Fermiamo l’Italia: adesso
Ci siamo: ora vogliono i nostri bambini. Michele Giovagnoli non ha dubbi: è scattato l’ultimo conto alla rovescia, quello che punta a estendere la “vaccinazione” Covid ai piccoli. La notizia viene dagli Usa: via libera alle dosi “geniche” anche per i bambini, a partire dai 5 anni di vita. Sembra un’escalation inesorabile, dice “l’alchimista degli alberi”, da mesi in giro per le piazze italiane a rilanciare il suo monito. Ora, a quanto pare, già si intravedono i titoli di coda: «Fidatevi, presto toccherà anche ai neonati». Questi, almeno, i piani dei decisori. Chi sono? «Guardateli negli occhi: non fanno parte della nostra stessa umanità. Sono esseri “antichi”, vengono dal freddo: si nutrono della nostra sofferenza, sottomettendoci con l’arma eterna della paura». Come opporsi? Nell’unico modo possibile: smettendo di lavorare, tutti insieme, per qualche settimana. «Senza Green Pass siamo costretti a restare a casa? Bene, restiamoci. Ma facciamolo adesso: domani sarà troppo tardi».Incubi apocalittici? Uno sguardo alle news – quelle relegate sul web – non è esattamente confortante. Sono centinaia, i medici che denunciano la “strage silenziosa” in corso: le reazioni avverse, dopo il fatale inoculo, sarebbero infinitamente superiori a quelle registrate nel bilancio ufficiale dei problemi sanitari correlabili con l’iniezione. La stessa agenzia di farmacovigilanza dell’Ema, peraltro, lo ammette: a fine agosto erano 24.000 le morti sospette, in Europa, senza contare i 2 milioni di cittadini costretti a ricorrere al medico dopo aver ricevuto il siero. Tutta la vicenda, in realtà, sembra un viaggio nella follia: è accertato che i “vaccini Covid” non proteggano chi li ha ricevuti (e neppure che garantiscano di mitigare, almeno, gli effetti peggiori della patologia). In più, i “vaccinati” restano contagiosi: e nonostante questo, ai sanitari è stato imposto il Tso. Va da sé: moltissimi medici sono stati sospesi dal servizio. Le notizie ufficiali? Contraddittorie, reticenti, false, ridicole. Quasi quanto le teorie dei virologi dell’establishment.Ogni giorno si apre con una nuova, tragica barzelletta: chi aveva subito l’inoculo del siero “monodose” Johnson (a vettore virale, come l’AstraZeneca) ora scopre di doversi sottoporre al richiamo: da effettuare però con un preparato di tipo genico, a mRna (Pfizer o Moderna). Aziende affidabili, com’è noto: Pfizer – ricorda Massimo Mazzucco – vanta un vero e proprio record, quanto a sanzioni e procedimenti giudiziari subiti, per le imputazioni più disparate. Eppure: proprio ora ha ricevuto l’ennesima maxi-commessa, che porta a 90 miliardi di dollari il bottino del suo fatturato “vaccinale” Covid. Grande sponsor: il potere che utilizza, come prestanome, l’anziano Joe Biden. Che però ha contro mezza America: gli Stati repubblicani – in testa il Texas e la Florida di Ron De Santis – minacciano guerra: disobbedienza assoluta, di fronte alle imposizioni federali della Casa Bianca. L’altra trincea, ovviamente, è l’Italia: passata dalla gestione “cinese” di Conte (lockdown, coprifuoco) a quella non meno autoritaria di Draghi, ieri Mister Euro e oggi Mister Green Pass.Dopo aver inondato con gli idranti i portuali di Trieste, l’ex Super-Mario non ha esitato a cacciare da Roma (per un anno intero) l’indomito Stefano Puzzer. E soprattutto: nel mondo più ignobile, il governo continua a ignorare l’esistenza delle terapie domiciliari, efficacissime se tempestive. Schiacciante il report esibito dai medici di “Ippocrate”: 60.000 pazienti curati e guariti senza muoverli da casa, evitando il ricovero. Già questo – prima ancora di qualsiasi dubbio sui sieri sperimentali, che spaventano molti scienziati (tra cui Luc Montagnier) – dovrebbe chiudere la discussione in partenza: perché mai ricorrere a una profilassi specifica, per affrontare un problema che si risolve da casa, in pochi giorni? E perché mai – di conseguenza – arrivare addirittura a limitare la democrazia (ignorando la Costituzione) pur di costringere tutti, prima o poi, a subire lo stramaledetto Tso?Questo è il punto: il “vaccino”, dice il filosofo Giorgio Agamben, è solo l’espediente per accedere al Green Pass, il quale – a sua volta – non è che il primo step della digitalizzazione universale, squisitamente zootecnica, enunciata a Davos. Il Grande Reset, per “formattare” la popolazione del pianeta (meglio, quella occidentale) onde arrivare alla post-umanità che qualcuno sogna da tempo. E’ già chiuso in partenza, il match? Non è detto: paesi come l’India e la Russia stanno facendo argine, contro questa deriva. Ed è scioccante che siano proprio gli Stati formalmente democratici a fare a pezzi il sistema dei diritti su cui si sono basati per decenni. Colpisce l’insistenza con cui ci si accanisce sui cittadini, con l’arma del ricatto, a fronte di una minaccia sanitaria decisamente contenuta (e che le terapie domiciliari, tuttora negate, rimpiccioliscono ulteriormente). Sfuggono le risposte a precise domande. Perché, tutto questo? E perché proprio adesso?Nello specifico: cos’è che motiva la gran fretta che mostrano i burattini del G20, pronti a manipolare anche la crisi ecologica pur di mettere in piedi un regime universale dogmatico e fondato su crescenti costrizioni? Michele Giovagnoli opta per una spiegazione palingenetica: in palio vi sarebbe una sorta di epocale cambiamento antropologico. Tecnicamente, la fine dell’essere umano per com’è oggi: potenzialmente libero, anarcoide, gioioso e imprevedibile. Riassume Giovagnoli: prima hanno spaventato gli anziani, ricorrendo alle stellette di un generale. Poi sono passati ai giovani, con il ricatto: senza “vaccino”, niente più sport e svaghi. Terza mossa, ulteriormente brutale: il Green Pass, in cambio del permesso di continuare a lavorare. E adesso, anche i bambini: per i quali, notoriamente, il rischio-Covid è pari a zero. Perché allora sottoporre anche loro al trattamento sanitario obbligatorio?Non è facile restare lucidi di fronte alla voragine della ragione. Uno spettacolo ormai quotidiano: si continuano a contare “casi” (contagi) come se fossero un dramma. E si enfatizzano i (pochi) ricoveri: tutti pazienti tuttora non curati, ma lasciati ad aggravarsi nelle loro case. I media chiamano “immunizzati” i soggetti che hanno ricevito il siero. Sanno benissimo di mentire: quei “non-vaccini” non immunizzano proprio nessuno. Ma, a maggior ragione: se i “vaccini Covid” proteggessero davvero, che motivo avrebbero – i “vaccinati” – di temere i cittadini non sottoposti all’inoculo? Due più due fa quattro, si diceva un tempo, quando ancora i cervelli non erano ipnotizzati dalla psicosi di massa. E dunque: perché vogliono digitalizzare tutti, ad ogni costo? E’ ovvio che il Covid è solo un pretesto. E prima o poi, anche i ciechi se ne accorgeranno. Ma, appunto: allora – dice Michele Giovagnoli – sarà troppo tardi. L’irrimediabile sarà già avvenuto: «Quando si arriva a mettere gli occhi sui bambini, significa una sola cosa: che la nostra civiltà è agli sgoccioli, perché il futuro verrà drasticamente ipotecato, per sempre».Giovagnoli evoca la riaccensione del “femminino”, come protezione ancestrale dell’umanità, sottoposta da millenni a una sorta di dittatura maschilista. Per questo, fa apertamente il tifo per l’assemblea delle donne (“Venere Vincerà”) guidata da Nunzia Alessandra Schilirò il 14 novembre a Firenze. «Da sempre – riassume l’alchimista – chi ha dominato l’umanità ha ripetuto gli stessi tre gesti, sempre uguali: nascondere la conoscenza, staccare l’uomo dalla natura e mortificare il femminile». Per Giovagnoli, le prime avvisaglie del piano che ormai punta anche ai bambini sono l’ultimo campanello d’allarme. «Non avete ancora capito – insiste – che fermarci, tutti insieme, è il solo modo per scongiurare il peggio? E attenzione: il momento è adesso, domani sarà tardi. E’ inutile andare in piazza a scandire slogan. Occorre invece disertare il lavoro per qualche settimana. E’ l’unica arma che abbiamo: ma è anche la più efficace, la più temuta. Fermare l’Italia, adesso, per arrivare a una paralisi economica. E’ l’unico modo per bloccare il “mostro” che ci sta aggredendo: se invece l’Italia si arrende, il resto dell’Occidente la seguirà. Quindi tocca a noi, oggi: facciamolo, in nome dei nostri bambini».Ci siamo: ora vogliono i nostri bambini. Michele Giovagnoli non ha dubbi: è scattato l’ultimo conto alla rovescia, quello che punta a estendere la “vaccinazione” Covid ai piccoli. La notizia viene dagli Usa: via libera alle dosi “geniche” anche per i bambini, a partire dai 5 anni di vita. Sembra un’escalation inesorabile, dice “l’alchimista degli alberi”, da mesi in giro per le piazze italiane a rilanciare il suo monito. Ora, a quanto pare, già si intravedono i titoli di coda: «Fidatevi, presto toccherà anche ai neonati». Questi, almeno, i piani dei decisori. Chi sono? «Guardateli negli occhi: non fanno parte della nostra stessa umanità. Sono esseri “antichi”, vengono dal freddo: si nutrono della nostra sofferenza, sottomettendoci con l’arma eterna della paura». Come opporsi? Nell’unico modo possibile: smettendo di lavorare, tutti insieme, per qualche settimana. «Senza Green Pass siamo costretti a restare a casa? Bene, restiamoci. Ma facciamolo adesso: domani sarà troppo tardi».