Archivio del Tag ‘Ignazio Marino’
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Elezioni, avviso a Grillo: la crisi impone vere risposte
Il clamoroso scivolone delle amministrative lascerà il segno: il “Movimento 5 Stelle” dimezza i voti delle politiche e non riesce a mandare al ballottaggio nemmeno un candidato. Secondo Marcello Foa, il leader del M5S è stato «bravissimo nell’interpretare il malessere del paese fino al febbraio scorso, ma pessimo nella selezione dei candidati alle politiche». Soprattutto, spicca la «manifesta incapacità di adeguare il linguaggio e la linea politica al dopo-elezioni: ha continuato ad urlare e a insultare come prima, non rendendosi conto che per ampliare il consenso avrebbe dovuto puntare sulla credibilità». La fuga dalle urne, dopo le manovre di palazzo che hanno portato alla rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale e alla nascita del governo delle larghe intese, secondo Peter Gomez dimostra come, ormai, un numero enorme di elettori si riconosca in un celebre aforisma di Mark Twain: «Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare».
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Cremaschi: rottamare Bruxelles, tutto il resto non conta
Tutta la politica ufficiale si svolge dentro al tragitto predeterminato dal grande capitale, dalla finanza e dallo spread, dal Fiscal Compact, che decidono chi rientra nel recinto della politica ufficiale. Se davvero vogliamo provare a fermare il disastro bisogna rompere questo recinto. E fare dunque una precisa contestazione alle regole del gioco che ci vengono imposte. Grillo e il “Movimento 5 Stelle”, che io a differenza di altri non ho mai demonizzato, e che considero se possibile un interlocutore per molte battaglie, hanno sicuramente svolto un ruolo positivo. Se avessero preso pochi voti e avessimo Bersani trionfante a governare con Monti saremmo in una situazione uguale dal punto di vista dei contenuti ma peggiore dal punto di vista del quadro politico. Hanno cioè avuto la capacità di dare espressione ad una protesta di massa contro il sistema. Ma il “Movimento 5 Stelle” è concentrato solo sulla punta dell’iceberg del sistema di potere che ci governa ed è debolissimo su tutto il resto.
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Rapporto: Cucchi pestato e poi lasciato morire
Stefano Cucchi è morto per disidratazione mentre era detenuto in ospedale, dopo aver rifiutato «almeno in parte», cure e cibo: non per capriccio, ma perché voleva parlare con un avvocato. Non c’è riuscito, e nessuno l’ha avvisato che stava rischiando la vita: ricoverato che pesava 52 chili, quattro giorni dopo era arrivato a 42. S’è spento nella notte fra il 21 e il 22 ottobre 2009, e quando gli hanno praticato la rianimazione aveva smesso di vivere da quasi tre ore. Medici e infermieri tentarono insomma di rianimare un cadavere.
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Cacciari lascia il Pd, ma Bersani merita più fiducia
Il sindaco di Venezia Massimo Cacciari sbatte la porta e se ne va dal Pd. Il binario è quello sbagliato, e Bersani porterà i democratici a passo di gambero verso gli scenari di quindici anni fa. Ecco il suo timore. «Sarà la cosa 2, 3 o 4 di D’Alema. È un dramma quel che si profila nel Pd. L’intesa col centro è inevitabile e ‘sta frittata qui, un centrosinistra da Prima Repubblica, non mi interessa culturalmente», dice oggi intervistato dal “Corriere della Sera”. Preoccupazioni forse giustificate, dal suo punto di vista. Eppure…
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Pd, 3 milioni al voto: Bersani prepari il dopo-Berlusconi
Tre milioni di votanti, cinquantamila volontari in diecimila seggi, decine di milioni di euro raccolti. «Se qualcuno nel Pd ha ancora dubbi sulle primarie è un pazzo», scrive Curzio Maltese su “Repubblica”: «Sono l’elemento più identitario del partito, dal giorno della nascita». Quella del 25 ottobre, secondo Maltese, «è stata una grande giornata per l’unico partito al mondo che coinvolga tanti cittadini nella scelta del segretario, ma soprattutto per la democrazia». Il voto degli elettori ha confermato quello degli iscritti: Bersani è il vincitore, ma Franceschini e Marino non escono sconfitti.
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Lerner: voglia di democrazia, attenti alle primarie del Pd
Voterò anch’io, domenica 25 ottobre 2009, alle primarie del Partito Democratico. E mi auguro che siano tanti i cittadini italiani che lo faranno, contraddicendo così un’altra volta i pronostici scettici della vigilia. Non dimentico che in passato gli osservatori sottovalutavano la possibilità di “elezioni inventate” con milioni di persone coinvolte. Un fenomeno di cittadinanza attiva che ora viene studiato con interesse nel resto d’Europa.
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Pd e omofobia, salvate il soldato Binetti
Che qualcuno salvi dal “rogo” il soldato Paola Binetti. Che qualcuno faccia qualcosa per spiegare ai democratici del Pd che l’epoca del “processo politico” è ormai morta e sepolta. Non è possibile insomma che un partito a vocazione maggioritaria, pluralista e moderno come si candida a essere il Pd possa inciampare ancora nel paradigma della disciplina di partito. Fosse anche su un tema sul quale gli animi si accendono come quello sull’omofobia.
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Minacce di morte a Ruotolo, informazione in pericolo
Minacciato di morte, pedinato, sorvegliato: momenti da incubo per il numero due di “Annozero”, Sandro Ruotolo, che si è visto recapitare a casa una lettera minatoria con alcuni riferimenti al caso Boffo, il direttore di “Avvenire” dimessosi dopo la campagna del “Giornale” di Vittorio Feltri. La missiva, anonima, avverte Ruotolo che è “il secondo” di una lista di “obiettivi”. Non solo: l’anonimo fa capire che non scherza, mostrando di conoscere particolari della vita familiare del giornalista. La Digos ha subito aperto un fascicolo e le indagini sono in corso. Reporter televisivo di punta, Rutolo ha affrontato temi caldi dell’attualità italiana, denunciando lo strapotere delle mafie.
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Travaglio-boom in edicola, il Fatto nel nome di Biagi
“Quella sporca dozzina”, per usare una (gradita) definzione dell’amico Carlo Freccero, ha fatto boom: il numero d’esordio de “Il fatto quotidiano”, il nuovo giornale di Marco Travaglio, il 23 settembre ha bruciato l’intera tiratura, centomila copie, in tutte le edicole. «Ce lo aspettavamo, non ci montiamo a testa ma intanto abbiamo raddoppiato la distribuzione: duecentomila», cui si aggiungono i trentamila abbonati-sostenitori, «cui va la nostra totale riconoscenza per un atto di fiducia anticipata, al buio» verso una nuova testata della quale gli stessi giornalisti sono anche gli editori, all’insegna della più totale indipendenza e senza l’aiuto di contributi pubblici.
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Lerner: futuro Pd, se mio figlio preferisce Marino
Mantengo la promessa di condividere con voi le mie scelte congressuali di iscritto al Partito Democratico, anche se ciò comporta dichiarare un fallimento politico. Ebbene sì, al congresso di circolo della Valcerrina (nel Monferrato Casalese) del quale sono segretario, la mia scelta per Franceschini è stata condivisa…solo da me stesso! Un record negativo che mi conferma di essere sorpassato, politicamente, come già sapevo, e che merita una riflessione. Il vincitore del nostro congresso, con un solo voto di scarto, e solo grazie al fatto che il regolamento impediva di conteggiare le scelte inviate via mail da altri iscritti, è stato Pierluigi Bersani.
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Maggiani: il Pd e Marino, l’ultima ragionevole follia
Non firmo un appello da almeno venti anni, né in questo arco di tempo ho mai preso la tessera di un partito, di un club o circolo di qualsivoglia natura. Il fatto che questo appello sia reso pubblico un venerdì 17 e che chieda una motivata iscrizione al Partito Democratico, e che io sia dentro tutto questo, mi appare come vivida immagine di una follia. Per quanto mi riguarda l’Ultima Follia. Naturalmente ogni follia ha la sua ragione, e la mia è la seguente. Dopo decenni della mia vita attiva passati a interrogare i partiti della sinistra e i loro uomini, su quale paesaggio stessero costruendo perché il mio Paese, e io stesso nel mio Paese, potessimo trovare un luogo in cui riconoscerci
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Stop a Beppe Grillo, il comico: il Pd ha paura di me
Nel Pd prosegue la corsa precongressuale e mentre il segretario Dario Franceschini e il secondo candidato Pierluigi Bersani preparano i loro appuntamenti di giovedì e venerdì, tiene banco la vicenda Grillo. Il comico genovese, infatti, non molla: annucia che proverà a prendere la tessera a Nervi, dove risiede, per potersi aggiungere ai primi due e a Ignazio Marino per la corsa alla poltrona di numero uno del Partito democratico. Anche se in serata arriva il no ufficiale della commissione di garanzia che all’unanimità ha deciso la non iscrivibilità di Grillo.