Archivio del Tag ‘Italia’
-
Guerra (mondiale) contro di noi. L’ultimo ostacolo è Trump
Il discorso tenuto da Trump dall’ospedale militare Walter Reed verrà ricordato probabilmente come il più alto e profondo del suo mandato. Il presidente è riuscito a ricompattare le divisioni di un paese profondamente lacerato da mesi di disordini provocati dai gruppi terroristici degli Antifa e di Black Lives Matter, finanziati entrambi da George Soros, che hanno seminato un’ondata di violenza tale da portare l’America sull’orlo della guerra civile. La strategia del Deep State era ed è quella di destabilizzare l’America e l’amministrazione di Trump, ma il presidente annunciando di essersi preso il coronavirus è riuscito a stringere la nazione intorno a sé. Alcuni ambienti della sinistra radicale americana hanno avanzato il sospetto che Trump in qualche modo abbia inscenato un falso contagio per smontare la pericolosità del Covid, e dimostrare a tutti che questo agente patogeno non è il mostro che in realtà i media hanno descritto. A leggere le parole che il presidente ha consegnato a Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York e suo consigliere già durante la sua prima campagna elettorale nel 2016, viene quasi da pensare che effettivamente possa essere così. Trump scrive a Giuliani: «Ho dovuto affrontare il virus, così che il popolo americano smettesse di averne paura e per poterlo trattare responsabilmente».
-
La più bella battuta sull’Italia? Saremmo un paese “serio”
Ma davvero l’Italia di oggi è un modello di serietà per il mondo intero, come sostiene il presidente Mattarella nella stizzosa replica al premier britannico, conservatore e amante dell’Italia, Boris Johnson? Mattarella avrebbe potuto vantare l’ingegno italiano, la laboriosità di tanti suoi cittadini, la gloriosa civiltà su cui siamo seduti, la bellezza dei borghi, dei centri storici e della natura, il genio creativo dell’arte e della musica, gli eroi e i navigatori, Dante, le grandi scoperte scientifiche, il made in Italy, la fortuna che gli italiani hanno fatto nel mondo grazie alla loro bravura, la generosità e l’allegria del suo popolo e mille altre cose. Ma ritenere che il tratto distintivo dell’Italia sia, soprattutto oggi, la serietà significa ridicolizzare la difesa dell’Italia, non farsi prendere sul serio, continuare il filone tragicomico che è oggi al potere. Ma si rende conto Mattarella che noi siamo l’unico paese al mondo in cui un governo contro Salvini e i suoi accoliti è guidato dalla stessa persona che guidava un governo fondato su Salvini e i suoi accoliti?Lo sa che, a differenza del premier britannico che ha fatto una lunga scalata tra prove di governo ed elettorali, il nostro premier è nato sotto un cavolo, l’ha portato Amazon o la cicogna, già cellofanato con la pochette nel taschino, per governare il paese? Si rende conto Mattarella che lo stesso governo italiano, la stessa maggioranza nel Parlamento italiano che aveva difeso e sostenuto il ministro dell’interno Salvini quando aveva fermato lo sbarco dei migranti sulle coste siciliane, dopo pochi mesi ha votato per processarlo e incriminarlo per lo stesso sbarco? E nessun garante istituzionale ha avuto nulla da dire su tutte queste storture… Si rende conto Mattarella che l’ayatollah della nostra repubblica, ossia il leader del partito più numeroso in Parlamento, Beppe Grillo, è un comico e non per modo di dire ma sul serio? Reputa questo un segno di serietà per un paese? Ed è serio che un paese abbia come ministri, a cominciare dal ministero degli esteri o dalla presidenza della Camera, persone senz’arte né parte, venditori di bibite, studiosi della canzone melodica napoletana, senza curriculum e senza uno straccio di competenza?È serio che il Parlamento di un paese afflitto da problemi gravissimi e lacerato, spaccato in due e poi in mille da mille odi e rancori, proponga, primo firmatario Piero Fassino, una legge per istituire Bella Ciao come canto nazionale dopo l’inno di Mameli, magari per subentrargli? Si rende conto che una canzone delle mondine, peraltro storicamente intrusa e posticcia nella storia della Resistenza, obbligatoria nelle scuole genererà conflitti ovunque e non solo da parte di chi si rifiuta di farlo perché ha un giudizio diverso sul passato ma anche da chi reputa grottesco e anacronistico obbligare la gente a servire la messa antifà a ottant’anni dalla caduta del regime? Ma soprattutto è un paese serio quello che pone al centro del dibattito in Parlamento una questione del genere? È serio uno Stato che affida a disoccupati che non sono stati in grado di trovarsi un lavoro, il compito di cercare il lavoro agli altri disoccupati e battezzandoli comicamente e pomposamente come “navigator” li assume, li paga anche bene per non fare nulla e non portare alcun risultato?È serio uno Stato che dà un reddito parassitario di cittadinanza, che non introduce affatto al lavoro, a “un milione e mezzo di evasori” e “a falsi poveri”, secondo quanto ha denunciato l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri (area Pd), per non dire dell’assegno ai delinquenti? E ha in programma, su esortazione dell’oracolo Grillo, di far diventare reddito universale di cittadinanza, per italiani e migranti, la paga uguale per tutti, senza lavoro, quando l’economia sarà finalmente uccisa? Cassa Integrazione per tutti, per sempre, a prescindere… È un paese serio quello che decide di risolvere tutte le questioni ambientali, sanitarie e di traffico con le rotelle: il monopattino nelle città, le piste ciclabili sul futuro ponte dello Stretto e soprattutto banchi a rotelle per gli alunni per fuggire velocemente dal virus e dalle sue interrogazioni? E cosa dovremmo dire al mondo sulla serietà della nostra magistratura, di certe inchieste a orologeria e ad personam, di certe lobbies mafiose in toga risultate anche dalle intercettazioni telefoniche? Per elencare gli esempi nostrani di serietà dovrei chiedere al direttore Belpietro un numero intero de “La Verità”…A dir la verità, se c’è una cosa che è sempre mancata al nostro paese è proprio la serietà. Fummo la barzelletta del mondo quando a fine guerra, come disse il britannico Winston Churchill, a 45 milioni di italiani fascisti si aggiunsero 45 milioni di antifascisti, “eppure questi novanta milioni d’italiani non risultano dai censimenti”. Ma la serietà ci è mancata per lunghi secoli di asservimento allo straniero, al Papa re, all’invasore. Sarebbe ricco e penoso il campionario. Vorrei infine ricordare che perfino l’Eroe italiano per antonomasia, l’Eroe dei due Mondi, il Mito vivente del Risorgimento, cioè Giuseppe Garibaldi, il giorno in cui andò a Roma in Parlamento il 26 gennaio del 1875, si affacciò al balcone e disse: «Italiani, siate seri!». E per confermare la sua esortazione alla serietà, un secolo e mezzo dopo un ministro si affacciò dal balcone di Palazzo Chigi e annunciò: «Abbiamo abolito la povertà». Il mondo sta ancora ridendo… Pure per il nostro eroe nazionale non eravamo seri. E non aveva visto i grillini al potere… Suvvia, Presidente, è sempre stato serio come un morto e compassato come una mummia, non si dia pure lei alla comicità.(Marcello Veneziani, “La più bella battuta sull’Italia: è un paese serio”, da “La Verità” del 27 settembre 2020).Ma davvero l’Italia di oggi è un modello di serietà per il mondo intero, come sostiene il presidente Mattarella nella stizzosa replica al premier britannico, conservatore e amante dell’Italia, Boris Johnson? Mattarella avrebbe potuto vantare l’ingegno italiano, la laboriosità di tanti suoi cittadini, la gloriosa civiltà su cui siamo seduti, la bellezza dei borghi, dei centri storici e della natura, il genio creativo dell’arte e della musica, gli eroi e i navigatori, Dante, le grandi scoperte scientifiche, il made in Italy, la fortuna che gli italiani hanno fatto nel mondo grazie alla loro bravura, la generosità e l’allegria del suo popolo e mille altre cose. Ma ritenere che il tratto distintivo dell’Italia sia, soprattutto oggi, la serietà significa ridicolizzare la difesa dell’Italia, non farsi prendere sul serio, continuare il filone tragicomico che è oggi al potere. Ma si rende conto Mattarella che noi siamo l’unico paese al mondo in cui un governo contro Salvini e i suoi accoliti è guidato dalla stessa persona che guidava un governo fondato su Salvini e i suoi accoliti?
-
Pieni poteri, ma per il nostro bene: la dittatura più ipocrita
Nel governo che tentò di aumentare il margine operativo per l’Italia (deficit) e provò a varare un abbozzo di welfare aggiuntivo (reddito di cittadinanza), Matteo Salvini – il Mostro, l’Uomo Nero – promosse la mini-riforma delle pensioni (Quota 100) e caldeggiò il taglio drastico del carico fiscale (Flat Tax), dopo aver costretto l’Europa a farsi carico degli sbarchi dei migranti, respinti da ogni altro paese e convogliati tutti verso l’Italia. Ostacolato in ogni modo, in un esecutivo inceppato fin dall’inizio per volere dei poteri forti che impedirono a Paolo Savona di coordinare la politica economica, lo stesso Salvini – sull’onda del grande consenso raccolto – osò pronunciare l’espressione alla quale fu prontamente crocifisso: “pieni poteri”. Era un modo, improvvido, per chiedere di poter passare dalle parole ai fatti, con il conforto democratico del suffragio popolare. Errore catastrofico: gli chiusero ogni spiraglio, costringendolo alla resa anche mediante il consueto assedio giudiziario all’italiana. Contro di lui – solo per cancellarlo – fu messo in piedi il nuovo governo. I 5 Stelle arrivarono a rinnegare se stessi, alleandosi con i loro nemici storici: il “Partito di Bibbiano” e persino l’odiato Matteo Renzi.Dettaglio: il premier rimase lo stesso di prima, quello che collaborava amabilmente col vicepremier Salvini, approvando anche il blocco delle navi cariche di migranti. Non solo: i famosi “pieni poteri” invocati da Salvini sono ora esercitati – e nel modo che vediamo – dall’oscuro Giuseppe Conte, mai eletto e mai votato da nessuno. Agli italiani, nel giro di pochi mesi, “l’avvocato del popolo” è arrivato a infliggere l’impensabile. Serviva un pretesto coi fiocchi, ed è prontamente arrivato: si chiama Covid. Quanto sia grande, la voglia di “pieni poteri”, lo dimostra – in piccolo – l’infimo Nicola Zingaretti, presidente del Lazio e segretario del partito che tiene in piedi il governo nato unicamente per espellere Salvini. Poche ore dopo aver subito la sentenza del Tar laziale, che gli impedisce di imporre l’obbligo vaccinale per l’influenza, Zingaretti ha sfoderato un’altra imposizione: l’obbligo di indossare la mascherina ovunque, nel Lazio, anche all’aperto, come già avviene in Campania (centrosinistra) e in Sicilia (centrodestra). Avvertiva Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt: queste misure vessatorie pensate a livello regionale – l’inutile Tso vaccinale per l’influenza e l’obbligo di mascherina in strada – sono solo l’antipasto per un ulteriore giro di vite nazionale.Detto fatto: dopo aver terrorizzato i cittadini a mezzo stampa, scambiando i contagi per ricoveri, ora il Governo dei Pieni Poteri – unico in Europa a prorogare lo stato d’emergenza – medita apertamente di imporre la “museruola” a tutti gli italiani, ovunque si trovino: come se il coronavirus fosse ancora una grave minaccia per la quale non esistono cure, e come se la mascherina fosse davvero un efficace strumento di limitazione del contagio. Da più parti, nel mondo, si levano proteste contro il “partito dei pieni poteri”: in Belgio, i medici denunciano la gestione autoritaria dell’emergenza, raccomandata dall’Oms, con prescrizioni giudicate gratuite, inutili, pericolose per la salute, disastrose per l’economia e gravemente incostituzionali, contrarie alle libertà democratiche. Un dialogo tra sordi: i sanitari spiegano che il Covid ormai è curabile, visto che i rimedi sono stati messi a punto e la mortalità del morbo è praticamente irrisoria; ma questo non basta a convincere i decisori, affezionati come sono ai “pieni poteri” che il coronavirus ha loro regalato. L’Italia, poi, vince in solitaria la gara: in nessun altro paese europeo il lockdown è stato così prolungato, così rigido e così privo di contromisure sociali, al punto che l’economia è in ginocchio.L’altra notizia – ferale – è che molti italiani credono ancora alla televisione, cioè ai bollettini di Conte e alle funeree previsioni degli esperti di corte, inutilmente smentiti dai medici a cui il governo impedisce in ogni modo – anche censurando il web – di parlare ai cittadini. A completare la catastrofe politica, si segnala la resa dell’opposizione: Matteo Salvini (insieme alla Meloni) si è arreso ai “pieni poteri”. Lega e Fratelli d’Italia non hanno reagito, alle imposizioni di quella che i detrattori chiamano “dittatura sanitaria”. Non hanno chiamato gli italiani in piazza, non hanno lanciato raccolte di firme, non hanno promosso azioni dimostrative: hanno evitato persino di dar vita a una protesta, a oltranza, nelle aule del Parlamento (appena amputato, via referendum, su invito dei massimi esponenti mondiali del “partito dei pieni poteri”). Salvini e Meloni si sono anzi impegnati – come se fossimo in tempo di pace – nella campagna elettorale per le regionali, nei giorni in cui studenti e insegnanti venivano costretti a vivere una sorta di allucinazione collettiva, quella della scuola ai tempi del Covid.«Salvini sugli sbarchi ha ragione, non ha violato nessuna legge: ma dobbiamo incastrarlo lo stesso». Le scandalose intercettazioni che imbarazzano settori della magistratura sono state portate alla luce dal processo a Luca Palamara, il presidente dell’Anm che ha ammesso di aver svolto, per anni, la funzione di “accomodatore”, per conto delle correnti politiche che “governano” le toghe, condizionando la giustizia. Ma, con un colpo di spugna – il divieto di citare come testimoni ben 126 colleghi magistrati – ecco che anche i “panni sporchi” della magistratura si apprestano ad essere lavati in casa, nel silenzio del Quirinale. Del resto, non sono questioni che possano interessare la maggioranza degli italiani, calamitata da ben altre attrazioni: il campionato di calcio, ma soprattutto i bollettini quotidiani sui contagi. Non stupisce: l’opinione pubblica è manipolata da molto tempo. Agli spettatori, negli ultimi tempi, erano stati proposti efficaci film dell’orrore: prima l’Isis, poi Greta. L’Isis, cioè: una banda di feroci tagliagole (fanatici isolati e pazzi, senza amici nel partito dei “pieni poteri”) che poteva scorrazzare impunemente in tutta Europa, seminando strage. Non un arresto, un interrogatorio, una confessione, una vera indagine. Mai nulla: solo l’uccisione dei killer, muti per sempre.Variante drammaturgica dell’Isis, la piccola Greta: ovvero il mutamento climatico (sempre avvenuto) spacciato come problema di oggi, causato dall’attività umana. Traduzione: la colpa è nostra. Corollario: il vero problema – l’inquinamento – passa in secondo piano. Verità nascosta: i grandi inquinatori, sempre loro, sono gli sponsor occulti della piccola fiammiferaia svedese, e per noi hanno in mente il grandioso business della riconversione “green” della finanza, col pretesto di qualche pennellata “verde” da dare all’economia. Di Green Deal parla anche il Governo dei Pieni Poteri, quello italiano. Le sue indicazioni per il Recovery Fund sono fuori dalla portata di qualunque genio letterario. Per risollevare l’Italia dal disastro causato dal lockdown “cinese”, modello Wuhan, i signori che dettano le parole al ventriloquo Conte hanno escogitato le seguenti trovate: tracciamento universale del cittadino, guerra al denaro contante, invio in orbita di una “costellazione” di satelliti 5G. Il tempo stringe, e assomiglia a un cappio: vaccinazioni obbligatorie, mascherine obbligatorie.I signori cittadini sono invitati (anzi, costretti) a dimenticarsi di tutte le loro vite precedenti, quelle in cui potevano dire la loro. Il Governo dei Pieni Poteri – unico, anche qui – ha persino varato un’istituzione di sapore staliniano come il “Ministero della Verità”, per eliminare dal web le voci più scomode. Se qualcuno pensa che tutto questo sia in qualche modo normale, è fuori strada: deve aver capito male. Non è normale nemmeno che l’inviato della Casa Bianca si scomodi per venire in Italia ad accusare il Papa di aver stretto una sorta di “patto col diavolo”, concedendo al regime cinese qualcosa che la Chiesa non aveva mai accordato a nessun governo: il potere di nomina dei vescovi. Non è normale neppure questo, infatti: non è normale che sia il partito comunista di Xi Jinping a stabilire chi e come amministrerà i cattolici in Cina, cioè la patria mondiale dei Pieni Poteri, il grande paese dove è nato il problema che oggi sta letteralmente devastando e ricattando il pianeta con l’arma della paura. Non c’è niente di normale, in tutto quello che sta succedendo.Anni fa, il grande Primo Levi ricorse a un apologo letterario per descrivere le modalità psicologiche attraverso cui il cittadino si può trasformare gradualmente in prigioniero, dapprima inconsapevole: vede che qualcuno sta costruendo un recinto, ma non sospetta che – un brutto giorno – quel filo spinato diventerà il perimetro, chiuso e invalicabile, della nuova prigione di massa. E’ notorio che proprio gli ebrei, nella Germania nazista, furono gli ultimi ad aprire gli occhi sulla sorte che li attendeva. «Non può essere vero»: è sempre il pensiero ricorrente, al primo impatto con un possibile abominio. E’ naturale, umanissimo. E lo sanno bene gli autori della narrazione pubblica, i cosiddetti “padroni del discorso”. Mai far vedere il recinto, tutto insieme: meglio un tratto di filo spinato, uno soltanto, e naturalmente “per il nostro bene”, per la nostra sicurezza (sanitaria, magari). Non lo vedete? Persino lo scettico Donald Trump, il “mandante” dell’uomo che ha osato rimproverare il Papa, ora è ricoverato per Covid, proprio all’indomani della missione romana di Pompeo. E quindi: oggi, vaccini e mascherine (e domani, chissà). Ma la domanda è sempre la stessa: fino a che punto l’ex cittadino, ora trattato come suddito, accetterà di subire i Pieni Poteri?(Giorgio Cattaneo, “Pieni poteri, per il nostro bene: la dittatura più bella del mondo”, dal blog del Movimento Roosevelt del 3 ottobre 2020).Nel governo che tentò di aumentare il margine operativo per l’Italia (deficit) e provò a varare un abbozzo di welfare aggiuntivo (reddito di cittadinanza), Matteo Salvini – il Mostro, l’Uomo Nero – promosse la mini-riforma delle pensioni (Quota 100) e caldeggiò il taglio drastico della pressione fiscale (Flat Tax), dopo aver costretto l’Europa a farsi carico degli sbarchi dei migranti, respinti da ogni altro paese e convogliati tutti verso l’Italia. Ostacolato in ogni modo, in un esecutivo inceppato fin dall’inizio per volere dei poteri forti che impedirono a Paolo Savona di coordinare la politica economica, lo stesso Salvini – sull’onda del grande consenso raccolto – osò pronunciare l’espressione alla quale fu prontamente crocifisso: “pieni poteri”. Era un modo, improvvido, per chiedere di poter passare dalle parole ai fatti, con il conforto democratico del suffragio popolare. Errore catastrofico: gli chiusero ogni spiraglio, costringendolo alla resa anche mediante il consueto assedio giudiziario all’italiana. Contro di lui – solo per cancellarlo – fu messo in piedi il nuovo governo. I 5 Stelle arrivarono a rinnegare se stessi, alleandosi con i loro nemici storici: il “Partito di Bibbiano” e persino l’odiato Matteo Renzi.
-
Viganò: l’Anticristo odia Trump e ama Bergoglio e la Cina
Ormai libero dal mio incarico ufficiale, l’ispirazione confidatami da Papa Benedetto mi permette di rivolgermi al presidente Trump con la massima libertà, evidenziando quale sia il suo ruolo nel contesto nazionale e internazionale, e quanto la sua missione sia decisiva nello scontro epocale che va delineandosi in questi mesi. La Santa Sede appare oggi assalita da forze nemiche. Io parlo come vescovo, come successore degli apostoli. Il silenzio dei pastori è assordante e sconvolgente. Alcuni addirittura preferiscono appoggiare il Nuovo Ordine Mondiale allineandosi alle posizioni di Bergoglio e del cardinale Parolin che, frequentatore del Bilderberg Club, si è servilmente sottomesso ai suoi diktat, alla stregua di tanti esponenti politici e dei media mainstream. Sono persuaso che quanto ho denunciato nella mia lettera aperta al presidente Trump dello scorso giugno sia ancora valido e possa costituire una chiave di lettura per comprendere gli eventi che stiamo vivendo. La spaccatura in seno all’episcopato americano è il risultato di un’azione ideologica condotta sin dagli anni Sessanta specialmente dalle università cattoliche – e dai gesuiti in particolare – nella formazione di intere generazioni di giovani.
-
Magaldi: per chi lavora Conte, e perché sfascia l’economia
Tutto sembra spingere verso nuovi lockdown, anche se i numeri ormai sono solo quelli dei contagi, e le terapie intensive non sono certo affollate? Io spero di contrarre il coronavirus, perché il Covid di oggi ha una bassa carica virale: contraendolo adesso, probabilmente, ci si immunizza. Al governo Conte dico di stare molto attento, a quello che farà in termini di ulteriori restrizioni delle libertà, perché – in giro per l’Italia, per l’Europa e per il mondo – ci sono forze contrapposte che si studiano e compiono passi: nessuno sottovaluta più la gravità di un passo e le conseguenze che può avere. Verrà risposto colpo su colpo, a tutti gli strappi che saranno fatti da questa grande filiera “cinese”. Bisognerà fare luce sul perché siamo arrivati a una situazione nella quale, nel mondo, tutti sono in crisi, e la Cina riprende invece di buona lena una proiezione esportatrice, dimostrando una salute economica che aveva perso proprio alla vigilia dell’esplosione del Covid. Ci sono cose molto gravi, che coinvolgono l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E ci sono cose altrettanto gravi, che coinvolgono i terminali del “partito cinese”, sovranazionale, in tutto il mondo. Ci sono persone che sono “attenzionate” per le nefandezze che hanno compiuto e per quelle che si apprestano a compiere.E quindi, passi lunghi e ben distesi: c’è molta cautela, perché un colpo piazzato può significare riceverne tre. E non tutti sono cuor di leone, disposti a pagare per le conseguenze delle loro azioni. Distruggere l’economia? Intendiamoci: l’economia è un mezzo. Il fine, invece, è sempre quello: costruire in Occidente una società post-democratica. Basta svuotare di sostanza il funzionamento stesso della democrazia. Da un lato, si lavora sull’immaginario e su prescrizioni che abituino i cittadini ad obbedire più di quanto sia giusto, sulla base di norme che limitano la libertà (quello di questi mesi è stato un grande test, e altri ne verranno). Dall’altro, l’idea è che se tu devasti l’economia, e rendi le persone deboli, fragili e insicure, le puoi asservire a manipolare, arruolandole nella schiera dei servi. Per Hegel, in fondo, il servo è colui il quale ha rinunciato a rischiare la vita, anteponendo la salute e la sicurezza alla libertà. Questa è la dimensione antropologica in cui oggi ci troviamo: ci viene proposto un modello di asservimento, di limitazione della libertà, in nome di una presunta sicurezza sanitaria.Noi, poi, siamo governati da mentecatti. Lo affermo pubblicamente: abbiamo dei governanti mentecatti, e degli esecutori burocratici ancora più mentecatti. Siamo nelle mani di questa gente. Detto ciò, c’è qualcuno che vuole nuovi lockdown. Ci sono forze, gruppi di potere, a cui non importa nulla, dell’economia che va a ramengo. Sono gli stessi che hanno distrutto intere filiere produttive, durante l’espandersi di questa globalizzazione taroccata, utile al “partito cinese” (trasversale, tra Oriente e Occidente), che propone modelli post-democratici, nell’immaginario politico collettivo. Ci sono persone che, con la dottrina dell’austerity, hanno distrutto interi segmenti dell’economia, mortificato la classe media e aumentato a dismisura le disuguaglianze. Oggi, queste stesse forze vorrebbero reiterati lockdown per distruggere ancora di più l’economia, ma senza quegli indennizzi immediati sui conti correnti di cui ha parlato Mario Draghi, felicemente “scappato” dal fronte dei massoni neoaristocratici, che poi sono quelli che ora fomentano questa devastazione sociale ed economica.Il progetto, che oggi utilizza strumentalente l’emergenza Covid, è invariato: consiste nell’utilizzare l’economia – come è stato in decenni di neoliberismo imperante – per aumentare le disuguaglianze, distruggere la classe media e ri-proletarizzare ampi settori della popolazione, mettendoli in condizione servile di precariato. Si pensa così di avere facilmente presa su tutta quella gente che non ha nemmeno il tempo di occuparsi di politica. E’ quell’idea dell’apatia del popolo mirabilmente vergata in “The Crisis of Democracy”, pamphlet pubblicato dalla paramassonica Trilateral Commission, filiazione della superloggia “Three Eyes”. Cioè: se io ti distruggo l’economia, creerò ampie fasce di popolazione apatica. La domanda però è un’altra: quanti, invece, oggi hanno aperto gli occhi? Quanta gente, anziché avvilirsi e diventare apatica, oggi vorrà “prendere i forconi” per fare protesta nonviolenta, gandhiana ma dura? La distruzione economica dell’Italia, che è in corso e che costoro vogliono prolungare, produrrà più cittadini apatici e depressi o invece gente incazzata, disposta a protestare in modo vibrante e resiliente fino a quando le cose non cambieranno? Su questa domanda, a qualcuno cominciano a venire dubbi: e ci sono, perciò, anche defezioni, sul fronte neoaristocratico. Rischiamo un nuovo lockdown? Facciano, io mi divertirò molto. Facciano, osino pure: li invito a imporre l’obbligo di circolare con la mascherina ovunque, in tutta Italia, e li invito anche a proclamare nuovi lockdown. E la rivoluzione sarà più vicina.(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciare a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Gioele Magaldi Racconta”, su YouTube il 28 settembre 2020).Tutto sembra spingere verso nuovi lockdown, anche se i numeri ormai sono solo quelli dei contagi, e le terapie intensive non sono certo affollate? Io spero di contrarre il coronavirus, perché il Covid di oggi ha una bassa carica virale: contraendolo adesso, probabilmente, ci si immunizza. Al governo Conte dico di stare molto attento, a quello che farà in termini di ulteriori restrizioni delle libertà, perché – in giro per l’Italia, per l’Europa e per il mondo – ci sono forze contrapposte che si studiano e compiono passi: nessuno sottovaluta più la gravità di un passo e le conseguenze che può avere. Verrà risposto colpo su colpo, a tutti gli strappi che saranno fatti da questa grande filiera “cinese”. Bisognerà fare luce sul perché siamo arrivati a una situazione nella quale, nel mondo, tutti sono in crisi, e la Cina riprende invece di buona lena una proiezione esportatrice, dimostrando una salute economica che aveva perso proprio alla vigilia dell’esplosione del Covid. Ci sono cose molto gravi, che coinvolgono l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E ci sono cose altrettanto gravi, che coinvolgono i terminali del “partito cinese”, sovranazionale, in tutto il mondo. Ci sono persone che sono “attenzionate” per le nefandezze che hanno compiuto e per quelle che si apprestano a compiere.
-
Botte da orbi: la guerra di Pompeo contro il Papa “cinese”
Wojtyla sì, che era un campione: altro che Bergoglio. Scene mai viste: volano ceffoni tra Usa e Vaticano. Le ostilità erano state clamorosamente aperte dal segretario di Stato, Mike Pompeo, con la sua “strigliata” a mezzo stampa contro Papa Francesco: la Santa Sede «metterebbe a rischio la propria autorità morale» se dovesse rinnovare l’accordo che consente al governo di Pechino di designare i vescovi cattolici in Cina, aveva scritto Pompeo su “First Things”, influente mensile religioso conservatore. Gli sberloni sono continuati dopo lo sbarco di Pompeo a Roma. «Aveva chiesto di vedere il Papa», ha rivelato il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ma Pompeo non sarà ricevuto da Francesco: «Non si ricevono personalità politiche durante la campagna elettorale. E d’altra parte – ha aggiunto – un segretario di Stato incontra il suo omologo, appunto il segretario di Stato». Durissima, a stretto giro, la replica di Pompeo: il vice di Trump ha “strapazzato” monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e quindi “ministro degli esteri” della Santa Sede, costretto a intervenire solo per pochissimi minuti nel convegno sulla libertà religiosa tenutosi all’ambasciata americana, in cui Pompeo ha citato Giovanni Paolo II come modello di paladino della libertà, facendo sbiadire l’immagine di Bergoglio, che tratta (anche sottobanco) con un regime che opprime i cittadini e perseguita i cattolici.
-
Quota 100, prima vittima del Recovery Fund: via le pensioni
Il Recovery Fund neanche esiste ancora (il piano deve ancora essere approvato da tutti i Parlamenti nazionali; campa cavallo, insomma) ma già comincia a mietere le sue prime vittime. Proprio in questi giorni, infatti, Giuseppe Conte ha dichiarato che Quota 100 non sarà rinnovata. Si ritorna, dunque, alla logica che da vent’anni a questa parte ispira le politiche pensionistiche (parzialmente invertita dalla misura del governo gialloverde): aumentare sempre di più l’età pensionistica – cioè costringere chi un lavoro ce l’ha a lavorare sempre più a lungo – con la sempiterna scusa che “non ci sono i soldi” (cioè quei numeretti che le banche centrali creano regolarmente sui loro computer, ma lasciamo perdere). La notizia ha ovviamente scatenato il solito chiacchiericcio politico-mediatico. Nessuno però si è preso la briga di far notare l’aspetto più importante della vicenda: ovverosia che la decisione di cancellare Quota 100 non è un colpo di testa di Conte o una semplice resa al Pd, uscito ringalluzzito dalle recenti elezioni regionali, ma una conseguenza diretta dell’adesione (entusiastica, ahinoi) dell’Italia al piano di “aiuti” europei – che per ora, come detto, esiste solo sulla carta.
-
Scuola di paura: quando è il mediocre a fare grandi disastri
Esiste una legge di natura, in base alla quale sono proprio i mediocri a firmare i peggiori disastri? Solo gli storici potrebbero dare una risposta al quesito, ammesso che abbia un senso. Nel frattempo, una panoramica sull’attualità sembra garantire alcune sinistre conferme. Chi era, l’oscuro Roberto Speranza, prima di trasformarsi nell’attuale spietato censore dei medici che propongono – terapie alla mano – di uscire dall’incubo del coronavirus? E analogamente: chi aveva mai sentito parlare di Beatrice Lorenzin, prima che diventasse di colpo Lady Obbligo Vaccinale? Se la cosiddetta sinistra 2.0 si è coperta di gloria sull’altare della sudditanza ai cosiddetti poteri forti – finanziari, farmaceutici, eurocratici – i grillini non hanno certo perso tempo: parlano da soli i casi di Giulia Grillo, che aveva promesso di revocare l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni, e della surreale Lucia Azzolina, che ha mutato la scuola in una specie di Halloween del Covid traumatizzando i bambini, fino a escogitare trovate memorabili come i seggioloni a rotelle. «Se fossimo di fronte alla peste bubbonica, è chiaro che certe misure avrebbero un senso», premette Massimo Mazzucco. «Invece, è ormai assodato che non siamo più nella drammatica situazione della scorsa primavera». Nonostante questo, «è stato utilizzato il panico, lo shock iniziale, per fare in modo che chiunque – anche a scuola – si sentisse in diritto di imporre prescrizioni assurde».Una madre ha inviato a Mazzucco una pagina del quaderno del suo bambino, intitolata: “I ‘non’ che sentiamo oggi a scuola”. Eccoli: «Uno: non fare confusione. Due: non toccare le persone, e mantenere la distanza. Tre: non parlare, finché la maestra non ti dà la parola. Quattro: non alzarsi dal banco, senza mettere la mascherina. Cinque: non togliere la mascherina, in giardino. Sei: non parlare al compagno vicino, senza mascherina. Sette: non mangiare andando in giro per l’aula». Provate a pensare cosa significa, tutto questo, nella testa di un bambino: quali ripercussioni psicologiche comporta. «Molti piccoli hanno vissuto così, quest’anno, il loro primo giorno di scuola: cioè il loro primo impatto con la società», dice Mazzucco, nella diretta web-streaming “Mazzucco Live” del 26 settembre 2020, su YouTube, con Fabio Frabetti di “Border Nights”. «Nella sua concezione iniziale, la scuola serve – soprattutto – a insegnare al bambino a interagire con gli altri. Qui stiamo creando dei mostri, poverini, che hanno questi “non” davanti a tutto: proibizioni. Si sta abituando un’intera generazione a una serie di divieti, che per i piccoli sono assolutamente irrazionali e incomprensibili, ma che è obbligatorio accettare». Quindi, per Mazzucco, «stiamo creando una nuova generazione di schiavi mentali che poi, da grandi, accetteranno tutti i “non” che verranno loro imposti».Se infatti imponi quei “non” a un bambino di sei anni – aggiunge Mazzucco – hai condizionato il suo cervello, «abituandolo a un’accettazione acritica dell’autorità», e quindi «lo hai rovinato per tutta la vita». Beninteso: tutto questo «è un grande “successo”, dal punto di vista di chi ci controlla». Massimo Mazzucco è un cavallo di razza dell’informazione alternativa, in Italia: fotografo, regista e sceneggiatore, attivo per 15 anni a Hollywood negli studios della De Laurentiis, ha “ribaltato” la propria vita dopo lo shock dell’11 Settembre. Il suo primo documentario sul tema, “Inganno globale”, fu trasmesso da Canale 5 in prima serata. Da allora, Mazzucco è diventato un tenace oppositore del mainstream, cui contrappone la più ferrea logica giornalistica. Si è occupato, in modo esemplare, dei casi più controversi: l’omicidio Kennedy, la demonizzazione della cannabis, le “cure proibite” che neutralizzano il cancro. Bersaglio preferito dei “debunker”, i cosiddetti “cacciatori di bufale”, nel documentario “American Moon” fa dire ai maggiori fotografi del mondo – da Peter Lindbergh a Oliviero Toscani – che le immagini dello storico “allunaggio” del 1969 furono palesemente girate in un teatro di posa, magari uno studio cinematografico.Analisi che sono valse a Mazzucco l’accusa di “complottismo”, ora corretta in “negazionismo”, secondo il trend-Covid che ruba impunemente i neologismi coniati dalla storiografia per condannare chi tenta di negare o ridimensionare la tragedia della Shoah. E a proposito di nazismo: «Vorrei tanto che un giorno ci potesse essere una Norimberga, per questa gente, che sta rovinando intere generazioni», dice Mazzucco, pensando ai politici di oggi che stanno abusando, anche nelle scuole, del panico suscitato dall’epidemia. «Lorenzin, Speranza, Conte: sono tutti responsabili diretti di quello sta venendo fatto ai bambini». Un auspicio: «Dovremmo poterli processare, un giorno: e mi auguro anche abbastanza presto, se fosse possibile. Vale anche per tutti i giornalisti che si sono prestati a questa operazione, aumentando la percezione del pericolo e quindi provocando il panico». Osserva Mazzucco, amaramente: «Se utilizzi una leva antica e micidiale – la paura – come mezzo di controllo della mente, spegni la capacità di ragionare». E’ lo spettacolo a cui stiamo assistendo, da mesi: «L’unica, vera forma che ti permette un controllo totale sulla mente delle persone è proprio la paura. E quando la gente ha paura, non capisce più niente: a quel punto, puoi fargli fare quello che vuoi».A monte c’è una manipolazione evidentissima, planetaria, che collega l’élite farmaceutica mondiale (Bill Gates, Anthony Fauci) a organismi come l’attuale, opaca Oms, largamente finanziata proprio dal patron di Microsoft e dalla Cina, il paese in cui l’epidemia sembra essere esplosa, per poi venir stroncata con il lockdown, secondo un modello autoritario esteso in tutto il mondo e promosso da poteri che tendono a indicare come modello virtuoso proprio il regime di Pechino, che comprime libertà e diritti. Ma la storia non è mai lineare: un altro autocrate, il bielorusso Lukashenko, è stato trasformato di colpo in un insopportabile dittatore, il giorno dopo aver denunciato l’Oms (e il Fmi) per aver offerto alla povera Bielorussia 900 milioni di dollari, se avesse «fatto come in Italia», cioè imposto il “coprifuoco sanitario” con il pretesto del Covid. Accuse, quelle di Lukashenko, subito derubricate come propaganda elettorale. Non la pensa così lo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale: «Diversi paesi africani hanno mosso all’Oms accuse analoghe a quelle di Lukashenko. E da fonti di intelligence – aggiunge Bizzi – so che svariati paesi, anche europei (tra cui l’Italia) hanno accettato denaro dall’Oms per potenziare le forze dell’ordine, in modo da far applicare il lockdown nel modo più severo».Trent’anni fa, Fruttero & Lucentini pubblicarono “La prevalenza del cretino”: ora siamo alla Prevalenza del Mediocre Disastroso? Chi avrebbe scommesso un bottone su Giuseppe Conte, quando fu estratto dal cilindro grillino nel 2018, con un curriculum di cui tutti i giornali ridevano? Se non capite chi è Conte, e perché un anonimo avvocaticchio si è trovato di colpo a Palazzo Chigi – disse Gianfranco Carpeoro, scrittore e simbologo – ricordatevi della poesia di Giuseppe Giusti, quella del Re Travicello «piovuto ai ranocchi», uomo di paglia di poteri ben più sostanziosi, intenzionati a instaurare una dittatura dopo aver promesso la democrazia. Non è un segreto: Conte – ricorda Fausto Carotenuto, già analista dei servizi segreti Nato – è cresciuto alla scuola del gruppo vaticano del cardinale Achille Silvestrini: un uomo a cui, all’epoca, “rispondeva” Giulio Andreotti. Così, il giovane avvocato pugliese è approdato al potente studio legale del civilista Guido Alpa, e quindi – grazie al sistema delle baronie universitarie – ha potuto fregiarsi della docenza in svariati atenei, a volte solo come “visiting professor”. Destino, anche: è toccato a lui, cioè al primo ministro più mediocre della storia, fronteggiare la peggiore crisi in agenda dal 1945.Vuoi vedere – s’è domandato qualcuno – che proprio la mediocrità dell’incolore Conte sarà sfruttata per osare l’inosabile? Chi meglio dello yesman, per provare a imporre la più inquientante restrizione della libertà mai tentata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale? Non è un caso solo italiano? Appunto: tutto tornerebbe. Non è forse un potere-ombra, di natura oligarchica, quello che sta cercando di usare il coronavirus (problema reale, non inventato – ma enormemente amplificato, ad arte) per convincere i cittadini – italiani, europei, mondiali – che in fondo è più “conveniente” restare a casa, subire un distanziamento permanente, e quindi rinunciare a vivere? «Niente sarà più come prima», ha ribadito il ministro Speranza, con un tono che nemmeno Churchill avrebbe usato. Forse si crede Giulio Cesare, quella mezza cartuccia che il partitone di un altro statista leggendario – Bersani – mise a fare il capogruppo, genuflettendo l’Italia ai poteri che imposero, tramite Monti, la morte civile della repubblica, con la Costituzione umiliata dall’obbligo del pareggio di bilancio? Tutti eventi riassumibili in una parola seccamente odiosa – diktat – che racconta benissimo dove siamo arrivati, di mediocrità in mediocrità, e di alibi in alibi: ieri lo spread, oggi il Covid. Fino al bavaglio pericolosamente punitivo inflitto ai bambini, costretti a fare lo slalom, a scuola, in una paurosa selva di “non”.(Giorgio Cattaneo, “Scuola di paura: è sempre il mediocre a produrre i maggiori disastri?”, dal blog del Movimento Roosevelt del 27 settembre 2020).Esiste una legge di natura, in base alla quale sono proprio i mediocri a firmare i peggiori disastri? Solo gli storici potrebbero dare una risposta al quesito, ammesso che abbia un senso. Nel frattempo, una panoramica sull’attualità sembra garantire alcune sinistre conferme. Chi era, l’oscuro Roberto Speranza, prima di trasformarsi nell’attuale spietato censore dei medici che propongono – terapie alla mano – di uscire dall’incubo del coronavirus? E analogamente: chi aveva mai sentito parlare di Beatrice Lorenzin, prima che diventasse di colpo Lady Obbligo Vaccinale? Se la sedicente sinistra 2.0 si è coperta di gloria sull’altare della sudditanza ai cosiddetti poteri forti – finanziari, farmaceutici, eurocratici – i grillini non hanno certo perso tempo: parlano da soli i casi di Giulia Grillo, che aveva promesso di revocare l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni, e della surreale Lucia Azzolina, che ha mutato la scuola in una specie di Halloween del Covid traumatizzando i bambini, fino a escogitare trovate memorabili come i seggioloni a rotelle. «Se fossimo di fronte alla peste bubbonica, è chiaro che certe misure avrebbero un senso», premette Massimo Mazzucco. «Invece, è ormai assodato che non siamo più nella drammatica situazione della scorsa primavera». Nonostante questo, «è stato utilizzato il panico, lo shock iniziale, per fare in modo che chiunque – anche a scuola – si sentisse in diritto di imporre prescrizioni assurde».
-
Uccidere, ma con amore: attenti al Vangelo secondo Biglino
Sicuri che la Bibbia dica esattamente quello che la dottrina cattolica sostiene sia esplicitato, nelle sacre scritture? L’ultima sfida culturale di Mauro Biglino, traduttore di 19 libri dell’Antico Testamento per conto delle Edizioni San Paolo, parte dall’analisi del nuovissimo volume del “Catechismo della Chiesa cattolica”, edizione aggiornata con il nuovo testo sulla pena di morte. Un’analisi a puntate, proposta nella serie di video “Catechismo alternativo in pillole”, sul nuovissimo canale YouTube “Il vero Mauro Biglino“, aperto durante il lockdown: canale che, in pochi mesi, ha già collezionato un milione e mezzo di visualizzazioni e quasi 40.000 iscritti. In Italia e non solo, Biglino è un caso editoriale: ha all’attivo ormai 14 volumi, pubblicati da UnoEditori e da Mondadori, che mettono la Bibbia (o meglio, la sua interpretazione teologica) alla prova della verità: quella offerta dalla lettura testuale dall’ebraico antico, da cui si evince che il “dio” dell’Antico Testamento – meno potente dei “colleghi” assiri, egizi e romani – non era la sola “divinità” in circolazione, né era onnisciente e tantomeno infallibile. Biglino svela che, per la Bibbia, Yahwè è soltanto l’El dei giudei, un soggetto “diverso e distinto” dagli umani, né più né meno come gli altri 20 Elohim che compaiono nel testo antico.
-
Sì: premiato il governo che lavora col favore delle tenebre
«Aprite gli occhi: hanno dichiarato guerra, a tutti noi». In momenti come questo, si fa acuta la nostalgia per una voce che si è spenta lo scorso 26 aprile, quella di Giulietto Chiesa. Si poteva non essere d’accordo con lui su alcune cose, ma non era possibile non riconoscergli l’impegno civile, praticamente titanico, coraggiosamente profuso al prezzo della perdita di molti privilegi. La sua missione, spesso solitaria, era quella di chi dedica la propria vita per avvertire i prigionieri della caverna, spiegando che – là fuori – c’è chi sta preparando il peggio: per tutti, nessuno escluso, compresi quelli che continuano a illudersi di essere al riparo, di fronte alla catastrofe incombente. Come i non molti intellettuali liberi di questo paese, anche Giulietto Chiesa aveva dato una chance ai grillini, evitando di demonizzarli, fin da quando sembravano vittime dell’insopportabile interdizione mediatica riservata agli outsider. Ed era poi stato sempre tra i primi, Giulietto, a capire di che pasta fosse veramente fatto, quel movimento: moltissimi giovani, animati dalle migliori intenzioni, ma (questa la loro colpa) disposti a tacere di fronte all’autoritarismo di Grillo & Casaleggio, all’imposizione “militare” del consenso interno, al divieto di dissenso. Che democrazia potrebbe mai costruire, un partito-caserma senza democrazia?La più raggelante delle risposte viene, oggi, dalla miserrima bozza – poche decine di paginette – con cui il governo Conte informa Bruxelles su come vorrebbe spendere i soldi dell’eventuale Recovery Fund. Tra le misure escogitate per far uscire il paese dalla crisi economica provocata non tanto dal Covid, quanto dal governo stesso (cioè dal lockdown “cinese” imposto all’Italia, senza una strategia per limitare i danni al sistema-paese), l’ex “avvocato del popolo” messo a Palazzo Chigi dai 5 Stelle pensa di impiegare miliardi di euro per abolire il denaro contante, potenziare la video-sorveglianza sui cittadini e mettere in orbita «una costellazione di satelliti 5G». Vorrebbe anche realizzare la schedatura sanitaria degli italiani, e addirittura «studiare differenti stili di vita delle persone», e quindi «impostare politiche di prevenzione», laddove gli italiani rifiutassero di obbedire, cioè di seguire gli “stili di vita” proposti dal governo. Sempre Giuseppe Conte, quello che «non lavora col favore delle tenebre», vorrebbe pure «potenziare il contrasto alle “fake news”», cioè limitare ulteriormente la libertà di espressione e «regalare altri soldi ai delatori di regime», per dirla con Massimo Mazzucco, che ha condiviso l’ultima stagione di Giulietto Chiesa aprendo insieme a lui l’esperimento di “Contro Tv”, una delle voci che più danno fastidio al governo dei 5 Stelle.Proprio della libertà di informazione, Giulietto Chiesa – già comunista, poi allontatosi dalla sinistra – aveva fatto una vera e propria ragione di vita. Che cosa direbbe, di fronte alla situazione di oggi? Si commenta da sola la decisione del governo grillino (unico, in questo, nei paesi occidentali) di istituire a Palazzo Chigi una sorta di Ministero della Verità, una super-commissione orwelliana incaricata di “bonificare” il web da tutte le notizie scomode per l’esecutivo, ovvero per i poteri sovranazionali per i quali lavora, in piena sintonia con le élite cinesi e franco-tedesche, incluse quelle (atlantiche) che hanno proposto prima Greta Thunberg e poi Bill Gates come nuovi eroi per un pianeta post-democratico, popolato da sudditi diligenti, sottomessi e conformati alla religione tecno-psicologica del politicamente corretto. Triste, la parabola dei 5 Stelle: hanno ferocemente tradito le loro promesse elettorali (tutte, dalla prima all’ultima), e per questo hanno visto più che dimezzarsi i loro voti, ma sono riusciti in una storica impresa: assestare un colpo mortale alla democrazia italiana. Lo hanno fatto prima sistemando a Palazzo Chigi l’oscuro Giuseppe Conte, allievo del più influente gruppo di potere vaticano, e ora privando gli elettori della possibilità di eleggere 345 parlamentari. Era il piano di Licio Gelli: l’ha realizzato Beppe Grillo, attraverso Luigi Di Maio.A sconfortare non è l’aspetto tecnico dell’esito referendario, che premia le richieste esplicite dei grandi poteri finanziari (far dimagrire i Parlamenti, indebolendo in tal modo le possibilità di opposizione). Se un giorno la democrazia italiana dovesse risorgere, il brutale taglio inflitto il 20-21 settembre 2020 potrebbe essere riparato, con un adeguato ridisegno delle istituzioni. Quello che scoraggia, piuttosto, è la cecità di moltissimi italiani: punendo la piccola casta rappresentata dai parlamentari, dotata di scarsissimi poteri, non si sono resi conto di aver fatto un favore immenso alla grande casta, quella che conta e che detta ai governi le sue condizioni. Peggio ancora: quasi tre italiani su quattro non hanno approfittato del voto – che era la prima vera occasione di espressione, loro concessa, dopo mesi di arresti domiciliari e poi di libertà vigilata – per pronunciare apertamente un “no” che arrivasse, forte e chiaro, alle orecchie di chi sta abusando di loro, dopo averli terrorizzati (anziché aiutati) di fronte all’epidemia del coronavirus. Deprime, questo harakiri collettivo. E non solo: la catastrofe referendaria non può che incoraggiare i manipolatori, che infatti già annunciano di voler procedere, a spron battuto, con la loro agenda.Si tratta di un’agenda che può apparire “infernale”, cioè sinistramente totalitaria, essendo fondata sull’eliminazione delle libertà residue: i prestanome al governo – Conte, Di Maio, Zingaretti – vorrebbero sottoporre la popolazione a un controllo asfissiante, tecno-sanitario, senza più veri diritti, dopo aver opportunamente causato una profonda depressione economica, destinata a tenere in ansia la maggior parte degli italiani, assillati da gravi problemi quotidiani di ordine pratico. A questo si è arrivati per gradi, alimentando a dismisura la paura del Covid. Come valutare altrimenti gli eventi che abbiamo alle spalle? Immagini-simbolo, quelle della parata dei camion militari carichi di bare. Il conteggio degli orrori è fuori controllo, dal divieto di eseguire autopsie all’emarginazione sistematica dei medici (italiani) che annunciavano di aver messo a punto efficaci terapie per ridurre il Covid a malattia “normale”, perfettamente curabile. Inutile ricorrere alle statistiche, come quelle ufficiali che ricordano come l’influenza stagionale del 2017 (per la quale non si adottò nessuna quarantena) abbia prodotto quasi lo stesso bilancio di vittime della cosiddetta pandemia del 2020, presentata come terrificante e invincibile. Non avendo più dati spaventosi da esibire – ricoveri, morti – oggi si agita il numero dei semplici contagiati, ossia persone in buona salute, prive di sintomi. E funziona.Per chi non l’avesse ancora capito, siamo in guerra. Non è neppure importante scoprire da cosa sia scaturito, il maledetto virus. E’ fondamentale, invece, comprendere come sia stato finora utilizzato in un’unica direzione: contro di noi, come avrebbe detto Giulietto Chiesa. Contro di noi, gente della strada, ieri sparavano i terroristi cosiddetti “islamici”: facevano crollare torri, falciavano passanti. Mai che cercassero di colpire obiettivi simbolici del potere, teoricamente loro nemico: nel mirino c’erano solo e sempre le persone comuni. Oggi, il Covid si presenta come un’occasione d’oro, irripetibile, per chiunque volesse mettere in atto un piano di dominio capace di radere al suolo l’idea stessa di democrazia. Come con il terrorismo, a stravincere è l’arma della paura: la sua efficienza è micidiale, perfettamente dosata attraverso il sistema del mainstream media. Nei suoi ultimi anni, Giulietto Chiesa reiterò spesso il medesimo allarme: una catastrofe sta per travolgerci. Pensava ai bankster, ai sicari economici, ai mandanti in doppiopetto dei terroristi, agli sciacalli della “guerra infinita”. Ora siamo alla palese sovragestione di un virus. La catastrofe fanto temuta è finalmente arrivata: non impugna un mitra, ma indossa un camice.Avremo ancora un democrazia? Avremo ancora libertà e diritti? Servirebbero parole chiare, dai politici. L’unico personaggio che si sia pronunciato in questi termini, in Europa, negli ultimi mesi, è stato Robert Kennedy Jr. nel suo memorabile discorso a Berlino. Il mondo libero guarda a Donald Trump e alle imminenti presidenziali americane. I nano-politici italiani, incluse le sedicenti opposizioni, si sono limitati all’orticello elettorale delle regionali. Il sistema-paese sta svanendo sotto i nostri occhi, e nessuno sembra disposto a fermarlo, il governo che «lavora col favore delle tenebre». Così, l’agenda avanza: l’incredibile Zingaretti, quello che ha fatto spendere alla Regione Lazio 14 milioni di euro per mascherine mai arrivate, e ora vorrebbe imporre ai laziali il Tso del vaccino antinfluenzale, oggi propone all’altro grande statista, Di Maio, di dare la mazzata decisiva all’Italia, a colpi di “riforme” come quella (scandalosa) appena convalidata dagli ignari votanti, impauriti e imbavagliati nelle inseparabili mascherine. A proposito: perché prendersela con Di Maio e Zingaretti, quando sono moltissimi cittadini a non chiedere di meglio che restare chiusi in casa, magari denunciando chi passeggia con il cane? E’ in corso una guerra mondiale, e il grosso della popolazione nemmeno se ne accorge. Ci si domanda da dove possa mai cominciare, la rianimazione di una democrazia ridotta così.«Aprite gli occhi: hanno dichiarato guerra, a tutti noi». In momenti come questo, si fa acuta la nostalgia per una voce che si è spenta lo scorso 26 aprile, quella di Giulietto Chiesa. Si poteva non essere d’accordo con lui su alcune cose, ma non era possibile non riconoscergli l’impegno civile, praticamente titanico, coraggiosamente profuso al prezzo della perdita di molti privilegi. La sua missione, spesso solitaria, era quella di chi dedica la propria vita ad avvertire i prigionieri della caverna, spiegando che – là fuori – c’è chi sta preparando il peggio: per tutti, nessuno escluso, compresi quelli che continuano a illudersi di essere al riparo, di fronte alla catastrofe incombente. Come i non molti intellettuali liberi di questo paese, anche Giulietto Chiesa aveva dato una chance ai grillini, evitando di demonizzarli, fin da quando sembravano vittime dell’insopportabile interdizione mediatica riservata agli outsider. Ed era poi stato sempre tra i primi, Giulietto, a capire di che pasta fosse veramente fatto, quel movimento: moltissimi giovani, animati dalle migliori intenzioni, ma (questa la loro colpa) disposti a tacere di fronte all’autoritarismo di Grillo & Casaleggio, all’imposizione “militare” del consenso interno, al divieto di dissenso. Che democrazia potrebbe mai costruire, un partito-caserma senza democrazia?
-
Magaldi: e dopo Bergoglio, ora Mike Pompeo striglierà Conte
Non che si diverta, Gioele Magaldi, a fare il profeta. E comunque sarebbe bello se, una volta tanto, le sue anticipazioni (previsioni, non profezie) ottenessero l’onore della cronaca, nel silente mainstream italico. Avrebbero tutto da guadagnare, i giornali, a dare – in anticipo – certe notizie. Per esempio: il clamoroso passaggio del “fratello” Mario Draghi al fronte progressista, da cui il rivoluzionario intervento keynesiano, sul “Financial Times”, con le sue istruzioni “rooseveltiane” su come uscire dall’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Oppure: l’annuncio dell’intervento decisivo a favore all’Italia, in termini finanziari (acquisto di titoli di Stato, da parte della Bce) garantito dalla “sorella” Christine Lagarde, altro pezzo da novanta – fino all’altro ieri – dell’élite reazionaria, ora in forza (come Draghi e altri) allo schieramento massonico-democratico, di cui fanno parte anche Bob Dylan e Robert Kennedy Junior. Una galassia che appoggia Trump e contesta la gestione oligarchica della crisi, nonché la pericolosa manipolazione psico-terroristica del Covid, innescata utilizzando una Oms ormai finanziata soprattutto da Pechino e da Bill Gates.Ed è proprio la Cina l’argomento della terza, recente “profezia” di Magaldi, ignorata dai media e puntualmente confermata dai fatti: Mike Pompeo verrà a Roma per strigliare Bergoglio e Conte, considerati esponenti del partito “cinese” che starebbe sovragestendo il governo italiano, con fortissimi agganci anche in Vaticano. «Nella stampa italiana ho qualche nemico», ammette Magaldi, polemico con molte redazioni per l’ostinato silenzio con cui nel 2014 è stato accolto il suo besteller “Massoni”, un saggio scomodissimo che mette in piazza le malefatte occulte delle superlogge “neoaristocratiche”, coi loro terminali anche italiani. In questi anni, non si contano le previsioni azzecate da Magaldi, dall’improvviso declino di Renzi all’inattesa vittoria di Trump. Il giornalismo italiano sembra non aver ancora voluto fare i conti con le rivelazioni contenute nel libro “Massoni”, seguitando anche a ignorarne molto spesso l’autore. Così, non fanno esattamente un figurone i media che oggi – a reti unificate – sono costretti a dire, in ritardo, quello che Magaldi aveva anticipato la scorsa settimana.Impossibile continuare a tacere, di fronte al tweet con cui il segretario di Stato americano strattona ruvidamente nientemeno che il Papa, colpevole di contiguità col governo cinese. «Come avevo annunciato, nella sua imminente visita a Roma, Mike Pompeo non farà sconti a nessuno: apprezzo la franchezza con cui ha richiamato Papa Bergoglio, senza complimenti, sull’impegno verso il rispetto dei diritti umani». All’establishment politico, aveva anticipato Magaldi, Pompeo chiederà di ridimensionare il peso del partito trasversale “cinese”, funzionale agli interessi di Pechino, che tanto condiziona l’Italia. Idem il discorso rivolto al Vaticano, che due anni fa concesse al regime di Pechino la facoltà di designare i vescovi cattolici in Cina. «Squisitamente massonico, da parte di Pompeo – dice Magaldi – l’appello al Papa, laddove il “fratello” Pompeo avverte la Chiesa che, cedendo al partito comunista cinese, rischia di compromettere la sua autorità morale in materia di diritti umani». Diritti che «un tempo la Chiesa stessa calpestava, ma che oggi dichiara di difendere». E dunque, «come si concilia, questo, con l’amicizia con una brutale dittatura come quella di Pechino?».E dopo il Vaticano, toccherà al governo: «Giuseppe Conte si prepari a ricevere una robustra strigliata», avverte Magaldi: «Per gli Usa, è inammissibile lo stato comatoso dell’economia italiana, ridotta in ginocchio dal lockdon “cinese”, modello Wuhan, imposto al paese». Anche secondo il presidente del Movimento Roosevelt, sono catastroficamente inefficaci le misure finora adottate dall’esecutivo durante l’emergenza: «E’ stato speso un fiume di miliardi, ma senza risultati. E in una situazione come questa – aggiunge Magaldi – i cialtroni della classe politica italiana non hanno esitato a farci perdere altro tempo e denaro per un referendum demenziale, che propone l’ennesimo taglio (quello del Parlamento, cioè della democrazia), quando invece avrebbero dovuto preoccuparsi di ben altre riforme della Costituzione, cominciando dall’eliminazione dell’obbligo del pareggio di bilancio, misura sciagurata introdotta per compiacere Mario Monti e anche Giorgio Napolitano, altro personaggio veramente oscuro».Monti e Napolitano? Due supermassoni reazionari, per chi ha letto “Massoni”. «Avevo chiarito che, di fronte a chiunque si fosse sentito diffamato dal mio libro, avrei esibito pubblicamente e prove delle mie affermazioni, contenute in migliaia di dossier riservati. Ma nessuno si è fatto avanti, per contestarmi». Pochissimo spazio, nel mainstream, anche alle analisi alternative a quelle correnti, che danno per inevitabile la gestione “panica” del Covid, condotta in Italia a spese delle libertà individuali, insieme alle misure draconiane (e probabilmente tardive) per arginare il contagio, la scorsa primavera. Magaldi è tra quanti ritengono che la pandemia sia stata impugnata come un’arma politica dall’élite neoliberista che per prima sdoganò la Cina, come possibile modello per un futuro Occidente con meno democrazia e meno diritti. Ancora più drastico un grande cantautore come Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura, che in piena emergenza, attraverso il brano “Murder Most Foul”, ha lanciato una potente suggestione: i “falsi profeti” del Covid (e del vaccino universale) sono gli eredi politici del clan che assassinò John Kennedy a Dallas.Tornando al Belpaese: per Magaldi, la visita di Pompeo segnerà un punto di svolta nei rapporti politici fra Casa Bianca e Palazzo Chigi, e in generale tra gli Usa e larghi strati dell’establishment italiano, finora assai arrendevole rispetto all’espansione cinese. Sempre secondo Magaldi, Pompeo tratterà da posizioni di forza, visto che sembra scontata la rielezione di Donald Trump alle presidenziali di novembre. «Si confermerà un buon presidente anche nel prossimo quadriennio: l’America ha ancora bisogno di Trump», che è sostenuto dai circuiti massonici progressisti. «Poi, dalle elezioni successive – profetizza Magaldi – si potrà finalmente pensare a un candidato progressista “doc” come Robert Kennedy Junior, che nel suo recente discorso a Berlino ha riaperto un orizzonte che mette al centro la libertà: esattamente il contrario della sottomissione al “terrorismo psicologico” dell’Oms, di marca cinese, al quale si è finora allineato lo stesso governo Conte. Tutte cose che a Trump non sono piaciute, e che ora Mike Pompeo – in pubblico, e soprattutto in privato, a muso duro – non mancherà di ribadire all’attuale presidente del Consiglio, l’increscioso Conte».Non che si diverta, Gioele Magaldi, a fare il profeta. E comunque sarebbe bello se, una volta tanto, le sue anticipazioni (previsioni, non profezie) ottenessero l’onore della cronaca, nel silente mainstream italico. Avrebbero tutto da guadagnare, i giornali, a dare – in anticipo – certe notizie. Per esempio: il clamoroso passaggio del “fratello” Mario Draghi al fronte progressista, da cui il rivoluzionario editoriale keynesiano, sul “Financial Times”, con le sue istruzioni “rooseveltiane” su come uscire dall’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Oppure: l’annuncio dell’intervento decisivo a favore all’Italia, in termini finanziari (acquisto di titoli di Stato, da parte della Bce) garantito dalla “sorella” Christine Lagarde, altro pezzo da novanta – fino all’altro ieri – dell’élite reazionaria, ora in forza (come Draghi e altri) allo schieramento massonico-democratico, di cui fanno parte anche Bob Dylan e Robert Kennedy Junior. Una galassia che appoggia Trump e contesta la gestione oligarchica della crisi, nonché la pericolosa manipolazione psico-terroristica del Covid, innescata utilizzando una Oms ormai finanziata soprattutto da Pechino e da Bill Gates.
-
Magaldi: cari grillini (e Travaglio), votate No ai poteri forti
Alla vigilia del voto del 20-21 settembre, accorato appello di Gioele Magaldi nei confronti dei pentastellati: tornate in voi, ai tempi in cui vi battevate per la democrazia diretta. «Io sono per indire sistematici referendum propositivi e senza quorum, cioè forme di democrazia diretta che integrino in modo efficace la democrazia rappresentativa», premette il presidente del Movimento Roosevelt: «Se credete ancora nei valori di partecipazione in base ai quali nacque il Movimento 5 Stelle – dice Magaldi, rivolgendosi ai grillini – votate No al taglio dei parlamentari, che restringe ulteriormente gli spazi di democrazia, come espressamente richiesto dall’élite neoliberista che ha messo in crisi il pianeta». Stupore, da parte di Magaldi, per la presa di posizione di Marco Travaglio, giornalista di cui pure ha stima: «Come può scrivere che a volere il No siano i “poteri forti”, quando è vero esattamente il contrario? La Loggia P2 di Licio Gelli, che era il terminale italiano dei veri poteri forti, nel suo Piano di Rinascita Democratica metteva al primo posto proprio il taglio dei parlamentari».«La penalizzazione del Parlamento è stata ripetutamente pretesa, anche di recente, dal grande potere finanziario», ricorda Magaldi, evocando il documento con cui una grande banca come la Jp Morgan “consigliò” il taglio dei parlamentari. «Ai grillini – dice Magaldi – resta il merito storico di aver smascherato la fittizia contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, due schieramenti che di fatto eseguivano le direttive della medesima élite: e allora perché adesso, votando Sì, ci tengono così tanto a fare un piacere a quella stessa élite, che vede nel Parlamento una minaccia e un ostacolo ai suoi piani?». Analogo discorso quello rivolto a Travaglio: «Come fa oggi a sostenere il contrario della verità, dopo aver così bene smascherato, negli ultimi anni, le ipocrisie del centrodestra e quelle del centrosinistra, senza fare sconti a nessuno?». Per Magaldi, la realtà è lampante: «Dopo le privatizzazioni selvagge, le infami restrizioni imposte dall’austerity e la mortificazione degli enti locali, il taglio del Parlamento – che distanzia ulteriormente gli eletti dai cittadini – è l’ultimo anello di una catena di eventi drammatici, promossi dai nemici della democrazia».Per Magaldi, è irrisorio il vantaggio economico che si otterrebbe con la riduzione dei seggi (si risparmierebbe l’equivalente di un caffè all’anno), mentre è clamoroso il depistaggio dell’elettorato. «Per quanto “rubino”, i cattivi politici restano degli straccivendoli. Chi preme per il Sì, ha idea di quanto ci costino i manager, spesso in televisione, che poi chiedono aiuto allo Stato per salvare le banche e le aziende che hanno portato alla bancarotta?». Seriamente: «Avete idea – insiste Magaldi – di quanto ci sia costato, in termini di miliardi, il divorzio tra Tesoro e Bankitalia? O la stessa manipolazione dello spread, operata dai soliti noti? E’ tristemente ridicolo che si scateni il risentimento popolare verso i parlamentari, ed è molto deludente – aggiunge sempre il presidente “rooseveltiano” – che a questo gioco si siano prestati persino Matteo Salvini e Giorgia Meloni». Dice ancora Magaldi: «So benissimo che Salvini non è favorevole al Sì, esattamente come i leghisti Borghi, Bagnai e Giorgetti, che si sono apertamente pronunciati per il No».Se non troverà il modo di rimediare a questo gravissimo errore, lo avverte Magaldi, anche il leader della Lega ne farà le spese, «esattamente come tutti gli italiani che, dopo aver votato Sì, scopriranno amaramente di essersi sbagliati: perché saranno loro le prime vittime di un’operazione che, tagliando la politica, mira a tagliare la democrazia». Sull’esito del voto, Magaldi è pessimista: «Ho in frigo lo Champagne per brindare alla vittoria del No, ma prevedo che il Sì abbia più numeri, a causa della martellante disinformazione operata dai media e dai partiti. In ogni caso – conclude il presidente del Movimento Roosevelt – una eventuale, sciagurata vittoria del Sì aprirà gli occhi a tutti, dimostrando quanto si sarà caduti in basso. Sarà il punto di partenza per mobilitare finalmente le energie necessarie a compiere quella rivoluzione democratica di cui proprio l’Italia sarà protagonista: una battaglia durissima, per il futuro del nostro paese ma anche dell’Europa e del mondo, contro l’oligarchia della globalizzazione neoliberista che oggi vuole tagliare anche il Parlamento, dopo averci tolto molte libertà e il diritto a un futuro sereno e dignitoso».(Affermazioni che Gioele Magaldi ha reso il 19 settembre 2020 nella trasmissione “Pane al Pane”, di MrTv, in web-streaming su YouTube, condotta da Roberto Hechich. Nell’ambito della diretta, Magaldi ha ricordato l’impegno del Movimento Roosevelt a favore del progressista Massimo Della Siega, candidato sindaco a Varmo, Udine, e di Marco Bonini, candidato sindaco a Zagarolo, alle porte di Roma; già assessore nella precedente amministrazione dominata dal Pd, Bonini è ora alla guida di un cartello appoggiato anche da Lega e Fratelli d’Italia, «in polemica con il conservatorismo che può frenare l’azione sia del centrodestra che del centrosinistra»).Alla vigilia del voto del 20-21 settembre, accorato appello di Gioele Magaldi nei confronti dei pentastellati: tornate in voi, ai tempi in cui vi battevate per la democrazia diretta. «Io sono per indire sistematici referendum propositivi e senza quorum, cioè forme di democrazia diretta che integrino in modo efficace la democrazia rappresentativa», premette il presidente del Movimento Roosevelt: «Se credete ancora nei valori di partecipazione in base ai quali nacque il Movimento 5 Stelle – dice Magaldi, rivolgendosi ai grillini – votate No al taglio dei parlamentari, che restringe ulteriormente gli spazi di democrazia, come espressamente richiesto dall’élite neoliberista che ha messo in crisi il pianeta». Stupore, da parte di Magaldi, per la presa di posizione di Marco Travaglio, giornalista di cui pure ha stima: «Come può scrivere che a volere il No siano i “poteri forti”, quando è vero esattamente il contrario? La Loggia P2 di Licio Gelli, che era il terminale italiano dei veri poteri forti, nel suo Piano di Rinascita Democratica metteva al primo posto proprio il taglio dei parlamentari».