Archivio del Tag ‘John Maynard Keynes’
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Magaldi: Italia in macerie, se i cittadini restano “pecore”
Possibile che non sveglino, gli italiani? Ancora non lo capiscono che spetta solo a loro mettere fine alla “dittatura sanitaria” che, per molti aspetti, ha sospeso la democrazia, cancellato diritti e quasi azzerato la libertà? Ce l’ha coi connazionali, Gioele Magaldi: «Sono davvero meravigliato dall’esasperante lentezza degli italiani nel comprendere la situazione della quale sono prigionieri: com’è possibile che non capiscano che il coronavirus è solo un pretesto per devastare l’economia per poi svenderla a chi ha organizzato questa crisi, come già all’epoca di Mario Monti dopo la “tempesta” pilotata dello spread?». Il presidente del Movimento Roosevelt, nonché animatore della Milizia Rooseveltiana nata per contrastare le misure di “apartheid” imposte al paese, condanna senza riserve la sottomissione che oggi dimostrano troppi italiani, ancora disposti a obbedire ai diktat più insensati del cosiddetto distanziamento sociale: «Persino la devastante chiusura di bar e ristoranti è stata un atto squisitamente politico, voluto da Conte e Speranza, e neppure richiesto dagli scienziati del Comitato Tecnico-Scientifico».Eppure, si rammarica Magaldi, sono stati in pochi – ristoratori e avventori – ad aderire alle cene organizzate il 15 gennaio nell’ambito dell’iniziativa “Io Apro”. «Si temono le multe, senza vedere che – in mancanza di una vera disobbedienza civile – i soprusi governativi dureranno all’infinito, proprio grazie ai “pecoroni” che si piegano a qualsiasi ordine imposto dall’alto, proprio come avviene nelle dittature». Sanzioni? Magaldi invita a non avere paura: «Il servizio di Sostegno Legale del Movimento Roosevelt mette gratuitamente un pool di avvocati a disposizione di chiunque venga sanzionato: si tratta infatti di disposizioni spesso incostituzionali, comunque antidemocratioche, e oltretutto catastrofiche per la vita delle persone e l’economia del nostro paese, ormai prossimo al collasso». Da questa tragedia collettiva – aggiunge Magaldi – usciremo solo «quando inizieremo a ribellarci, cominciando con un gesto simbolico come la rinuncia a indossare la mascherina all’aperto». Altra via non esiste, per il leader “rooseveltiano”: «Si tratta di accettare finalmente di sfidare a viso aperto l’autorità violando il coprifuoco, andando in gruppo a incontrare amici e parenti e affluendo in massa ai tavoli dei ristoratori che avranno la determinazione di riaprire i loro locali, la sera».Viceversa, sottolinea il presidente del Movimento Roosevelt, il governo sarà ulteriormente incoraggiato – com’è stato finora – a vessare i cittadini in misura ancora maggiore. «Immagino le risate, da parte dei gestori della crisi: mai avrebbero immaginato di avere a che fare con così tante “pecore”, senza coraggio né dignità», dice Magaldi, letteralmente esasperato dai “covidioti”: «Possibile che siano così tonti, gli italiani? Davvero non capiscono che la fine delle restrizioni più assurde dipende solo da loro?». Se i cittadini trovassero il coraggio civile di protestare e infrangere le regole, «i gestori dell’emergenza sarebbero costretti a cambiare registro», assicura il presidente del Movimento Roosevelt. «E’ incredibile che la stragrande maggioranza dei cittadini non se ne siano ancora accorti: sono proprio lenti di comprendonio, e ancora “ipnotizzati” da una narrazione mainstream di tipo terroristico, che presenta il Covid come se fosse l’Ebola e finge di credere che i lockdown e le zone rosse siano davvero utili, per contenere il virus».Autore del bestseller “Massoni”, che mette a nudo le trame della massoneria reazionaria internazionale, Gioele Magaldi denuncia quella che, a suo modo di vedere, è la vera motivazione di una gestione così suicida dell’emergenza sanitaria: «Un’élite massonica neoaristocratica e neoliberista tenta di affondare l’economia per poi ricomprare il “made in Italy” a prezzo di saldo: era già successo nel 2011 con l’iniziativa dei gruppi privati che usarono Mario Monti come prestanome. E sta nuovamente accadendo oggi – stavolta col pretesto del virus – e utilizzando Giuseppe Conte come pedina». Un gioco di portata mondiale, «organizzato da grandi oligarchi, gli stessi che usano il sistema-Cina come modello per archiviare democrazia e libertà in Occidente, sostituendo i liberi cittadini con uno stuolo di sudditi impauriti e “terremotati” dalla distruzione della loro economia tradizionale». Una regia occulta e spietata: «Ridurre in miseria le persone, anche con i lockdown, produce sudditi disperati e disposti a vivere di elemosine, dopo che “gli amici degli amici” si saranno ricomprati, a prezzo di realizzo, le attività fatte fallire».Riguardo al piccolo maremoto di palazzo esploso negli ultimi giorni, Magaldi apprezza il tentativo di Renzi: «Ha giustamente attaccato Conte, anche – quand’era premier – lo stesso Renzi non ha certo dimostrato di avere la visione adeguata a traghettare l’Italia fuori dalla crisi che la sta distruggendo, ormai da decenni, rispetto a cui la gestione-Conte dell’emergenza rappresenta il colpo di grazia finale». E’ vero, ammette Magaldi: Renzi ha candidato Mario Draghi a Palazzo Chigi senza l’intenzione di tendergli un tranello. Altri invece vorrebbero l’ex presidente della Bce alla guida del governo, ma al solo scopo di “bruciare” la sua candidatura al Quirinale nel 2022». Magaldi assicura che Draghi, già massone neoaristocratico, ha “divorziato” dall’oligarchia del rigore europeo, di cui pure era stato un autorevole esponente. «Oggi Draghi è tornato alle origini, cioè a una sana impostazione progressista e keynesiana. Quindi ha ben altre idee, rispetto a quelle di Conte, su come “resuscitare” l’Italia. Potrebbe farlo, domani, anche dal Quirinale: a patto che, da qui a due anni, dell’Italia non restino che le macerie. Cosa che accadrà, se gli italiani continueranno a non ribellarsi».Possibile che non sveglino, gli italiani? Ancora non lo capiscono che spetta solo a loro mettere fine alla “dittatura sanitaria” che, per molti aspetti, ha sospeso la democrazia, cancellato diritti e quasi azzerato la libertà? Ce l’ha coi connazionali, Gioele Magaldi: «Sono davvero meravigliato dall’esasperante lentezza degli italiani nel comprendere la situazione della quale sono prigionieri: com’è possibile che non capiscano che il coronavirus è solo un pretesto per devastare l’economia per poi svenderla a chi ha organizzato questa crisi, come già all’epoca di Mario Monti dopo la “tempesta” pilotata dello spread?». Il presidente del Movimento Roosevelt, nonché animatore della Milizia Rooseveltiana nata per contrastare le misure di “apartheid” imposte al paese, condanna senza riserve la sottomissione che oggi dimostrano troppi italiani, ancora disposti a obbedire ai diktat più insensati del cosiddetto distanziamento sociale: «Persino la devastante chiusura di bar e ristoranti è stata un atto squisitamente politico, voluto da Conte e Speranza, e neppure richiesto dagli scienziati del Comitato Tecnico-Scientifico».
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Magaldi: virus massonico, chi l’ha creato finirà come Hitler
«Quella del coronavirus è la terza offensiva planetaria, contro di noi, condotta dall’élite massonica neoaristocratica che aveva già colpito altre due volte: sabotando l’economia attraverso le crisi finanziarie pilotate, per indebolire la società creando diseguaglianze, e poi “fabbricando” il terrorismo islamico per ridurre le libertà di tutti col pretesto della sicurezza». Gioele Magaldi non ha dubbi: «Siamo di fronte all’ultimo attacco, da parte delle stesse forze massoniche oligarchiche: quello sanitario, attraverso la gestione emergenziale della pandemia, sarà anche l’ultimo». Per Magaldi «è un attacco disperato», perché punta a un orizzonte irrealizzabile: «Un mondo distopico, senza più libertà, sulla scorta del modello cinese». Anche per questo, l’aggressione contro la popolazione «finirà rovinosamente, come le campagne di Russia condotte da Napoleone e Hitler, entrambi traditi dall’eccessiva fiducia nelle loro possibilità di successo». Autore del besteller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi annuncia: il “sequel” del primo volume sulle malefatte delle superlogge reazionarie, in uscita entro il 2021, farà nomi e cognomi dei soggetti che hanno «progettato il rilascio del coronavirus, altamente contagioso ma scarsamente letale».In pratica, quel virus è «uno strumento di dominio, fondato su una paura immotivata ma ingigantita dall’allarmismo dei media». Ormai, dice Magaldi, i cittadini stanno aprendo gli occhi: «Vessati da restrizioni assurde che sembrano destinate a non finire mai, assistono a una presa in giro sempre più sguaiata e sfacciata: nuove varianti del virus mettono in dubbio l’efficacia dei vaccini frettolosamente approntati, e non scientificamente testati in modo adeguato in relazione agli effetti indesiderati sull’organismo. E mentre gli italiani sono stati costretti a restare a casa persino all’ultimo dell’anno, anche col placet di Papa Bergoglio, gli abitanti di Wuhan si sono scatenati in festeggiamenti spensierati e oceanici, per il capodanno, proprio nel paese da cui è nata la cosiddetta pandemia». Non è un caso, sottolinea Magaldi, che l’epidemia sia partita da Wuhan: «L’attuale sistema-Cina è stato ideato da massoni oligarchici non cinesi, essenzialmente atlantici, come alternativa al sistema occidentale: quello del Covid è un test – l’ultimo – per sperimentare la possibilità di cancellare diritti e democrazia».Non funzionerà, scommette il presidente del Movimento Roosevelt: «L’aria sta cambiando, e anche gli italiani – pian piano – iniziano a capire di esser stati ingannati: e non sono più disposti a dover vivere, fino a chissà quando, in mezzo a lockdown e zone rosse, mentre l’economia crolla». Lo si legge anche dall’inquietudine che sta attraversando la scena politica: «Finalmente ci si sta scuotendo dal torpore, mettendo sotto accusa il grottesco e disastroso paternalismo di Conte, che ha fallito su tutta la linea: non ha protetto la cittadinanza dal contagio ma, in compenso, ha sospeso le libertà costituzionali e provocato un vero e proprio disastro economico». Nel 2021, secondo il presidente “rooseveltiano”, è lecito aspettarsi «una vera e propria epifania del potere, a partire dal progressivo, inesorabile disvelamento del carattere fraudolento dell’emergenza-coronavirus che ha travolto il mondo e messo in ginocchio l’Italia». Magaldi apprezza Matteo Renzi, «che è tornato a fare il Giamburrasca e finalmente critica Conte in modo frontale». Ma attenti: non c’è da aspettarsi niente di speciale, dall’eventuale rottamatore di “Giuseppi”.«Non credo che Renzi farebbe meglio di Conte», dice Magakldi: «Come anche gli altri mediocri attori della politica italiana, l’ex premier fiorentino vuole solo partecipare, in modo “parrocchiale”, alla futura spartizione dei 200 miliardi del Recovery Fund. E, per inciso: è tornato a bussare alle porte delle superlogge, sperando di essere finalmente accolto». Quanto a Mario Draghi, il cui nome circola con insistenza, Magaldi fa un annuncio ufficiale: «Confermo che Renzi gli ha appena chiesto di sostituire Conte a Palazzo Chigi, nell’ambito di un ipotetico “governo largo”». Sta dunque per scendere in campo, l’ex presidente della Bce? «Ne dubito», dice Magaldi: «Tra i veti incrociati dell’attuale palude politica italiana rischierebbe di essere “bruciato”, e quindi di perdere il “tram” per il Quirinale l’anno prossimo». Tra chi oggi vorrebbe Super-Mario a Palazzo Chigi, aggiunge Magaldi, «ci sono anche i nemici di Draghi: quelli che vorrebbero impedire che il “nuovo” Draghi, tornato progressista, possa assumere la regia della rinascita del paese, una volta eletto presidente della Repubblica».Molto meglio, sostiene Magaldi, se Mario Draghi resterà in disparte ancora per un anno, «limitandosi a dare buoni consigli», o al massimo – eventualmente – prestandosi ad assumere «un incarico tecnico, come la guida del ministero dell’economia». Il presidente del Movimento Roosevelt non ha dubbi, su Draghi: «E’ tornato nell’alveo della massoneria di ispirazione keynesiana e rooseveltiana, impegnata a cancellare i catastrofici effetti di decenni di neoliberismo». Per Magaldi, le mosse di Draghi faranno parte di un preciso disegno della massoneria progressista, che nel 2021 ribatterà colpo su colpo alla “strategia della tensione”, di matrice reazionaria, degli “apprendisti stregoni” che sovragestiscono l’operazione Covid. Una “guerra” a tutto campo, a partire dagli Usa, dove Magaldi – sostenitore di Trump – “vede” comunque l’affermazione di Biden, «salvo sorprese». La sua è una visione prospettica: «Al di là delle opposte tifoserie, ribadisco che l’eventuale presidenza Biden non sarebbe un disastro, così come non sarebbe “il paradiso” una presidenza Trump».Tra i due, sostiene Magaldi, c’è comunque un accordo (massonico) stipulato prima ancora delle elezioni, con l’impegno a non abbandonare alcune ottime linee-guida della politica economica di Trump e, soprattutto, «l’altolà imposto all’invadente, pericolosa egemonia cinese». L’autore di “Massoni” invita a saper leggere dietro le quinte, evitando esagerazioni fuori luogo. «Tra i sostenitori massonici di Trump e quelli di Biden è stato stretto un patto simile a quello che nel 2008 portò all’elezione di Obama, un’intesa siglata da una parte da massoni progressisti come Ted Kennedy, e dall’altra da esponenti del fronte conservatore come Zbigniew Brzezinski, preoccupati dalla deriva “terroristica” di superlogge come la Hathor Pentalpha, appannaggio dei Bush». Anche stavolta, spiega Magaldi, è accaduto qualcosa di simile: «La scelta di candidare Biden ha escluso candidature ben peggiori». Lucidità, innanzitutto: «Lo stesso Obama è stato esaltato come campione o presentato come demonio: non è stato né l’una né l’altra cosa, è stato solo un presidente mediocre». Biden o Trump, Conte o Renzi, per Magaldi i “compiti per il 2021″ sono delineati: esibire «l’epifania del potere, smascherando i massoni oligarchici che hanno scatenato contro di noi la tempesta, mediatica e psico-sanitaria, del coronavirus».«Quella del coronavirus è la terza offensiva planetaria, contro di noi, condotta dall’élite massonica neoaristocratica che aveva già colpito altre due volte: sabotando l’economia attraverso le crisi finanziarie pilotate, per indebolire la società creando diseguaglianze, e poi “fabbricando” il terrorismo islamico per ridurre le libertà di tutti col pretesto della sicurezza». Gioele Magaldi non ha dubbi: «Siamo di fronte all’ultimo attacco, da parte delle stesse forze massoniche oligarchiche: quello sanitario, attraverso la gestione emergenziale della pandemia, sarà anche l’ultimo». Per Magaldi «è un attacco disperato», perché punta a un orizzonte irrealizzabile: «Un mondo distopico, senza più libertà, sulla scorta del modello cinese». Anche per questo, l’aggressione contro la popolazione «finirà rovinosamente, come le campagne di Russia condotte da Napoleone e Hitler, entrambi traditi dall’eccessiva fiducia nelle loro possibilità di successo». Autore del besteller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi annuncia: il “sequel” del primo volume sulle malefatte delle superlogge reazionarie, in uscita entro il 2021, farà nomi e cognomi dei soggetti che hanno «progettato il rilascio del coronavirus, altamente contagioso ma scarsamente letale».
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Lagarde: Italia, ti salvo io. La Bce sfida il club del rigore Ue
Altri 500 miliardi di euro, di cui 80 destinati all’Italia: aumenta così in modo esponenziale la “potenza di fuoco” del programma di acquisto di titoli per l’emergenza pandemica: il “Pepp”, voluto da Christine Lagarde per rilevare titoli di Stato, sale così a 1.850 miliardi. «Non siamo qui per calmare gli spread», esordì la Lagarde la scorsa primavera, alle prime avvisaglie della crisi Covid. «Una mossa volutamente impopolare e sapientemente calcolata, proprio per suscitare unanimi reazioni contrarie e mettere fine all’incubo del rigore», ricorda Gioele Magaldi, che spiega: «Insieme a Mario Draghi, la neo-presidente della Bce ha abbandonato i suoi tradizionali sodali, cioè i circuiti della massoneria neoaristocratica (quella che ha progettato e gestito l’austerity europea) per abbracciare la causa della massoneria progressista». Lo stesso Magaldi, autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), è il frontman italiano del circuito massonico sovranazionale di ispirazione democratica, impegnato in una dura battaglia – sotterranea e non – per ripristinare la sovranità popolare, sostanzialmente soppressa negli ultimi anni con il ricorso al dogma neoliberista e all’artificio della “scarsità di moneta”. «In realtà la moneta la si può emettere in modo virtualmente illimitato, e a costo zero: ed è quello che la “sorella” Christine Lagarde sta dimostrando».Gli acquisti della Bce dureranno almeno fino a marzo 2022: sei mesi in più, rispetto a quanto programmato finora. «La decisione era attesa dai mercati, che nei giorni scorsi si sono “posizionati” provocando una discesa dei rendimenti dei titolo di Stato in tutta l’area euro», scrive il “Fatto Quotidiano”. «Se aumentano gli acquisti il valore sale, e quindi l’interesse pagato scende». I rendimenti dei Btp italiani «sono ormai in negativo per scadenze fino a 5 anni, prossime allo zero sui 7 anni e positivi dello 0,4% sui decennali, la durata più rappresentativa». Anche stavolta, la banca centrale europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati, e quello principale rimane a zero. «Ha inoltre annunciato che verranno condotte altre tre operazioni Tltro». In sostanza: «Soldi erogati alle banche, con un pagamento di interessi a favore di chi li prende in prestito» (con l’impegno, almeno in teoria, di usarli per erogare crediti all’economia reale). Con il programma di acquisti di debito per l’emergenza pandemica, Christine Lagarde ha annunciato che la Bce acquisterà «con flessibilità, indirizzando le operazioni in maniera finalizzata su classi di titoli, sulla tempistica e sui paesi emittenti». Invariata la motivazione: puntellare l’economia, in un’Europa messa in ginocchio dalle restrizioni varate con il Covid.In sostanza, la Bce sta dimostrando la possibilità concreta di emettere denaro dal nulla, a interesse zero: quello stesso denaro (negato, allora) al quale fu “impiccata” la Grecia, ma anche l’Italia all’epoca in cui – proprio col pretesto pilotato dello spread – fu abbattuto Berlusconi per insediare l’uomo dei poteri oligarchici europei, il massone reazionario Mario Monti. Quegli stessi poteri, premendo su Mattarella, tuonarono nel 2018 per bocca del tedesco Günther Oettinger, secondo cui sarebbero stati “i mercati” a insegnare agli italiani come votare. Proprio l’evocazione dei “mercati” spinse il Quirinale a bocciare Paolo Savona come ministro dell’economia: sarebbe stato il “cervello” del neonato governo gialloverde, in una possibile partita con Bruxelles per ridisegnare quote di sovranità partendo esattamente dal ricorso al deficit per rianimare l’economia. Quello che sta accadendo oggi grazie alla Bce sarebbe stato impossibile ieri. Il grande alibi è ovviamente il collasso del Pil, causato dalla gestione pandemica improntata al massimo rigore (con poche eccezioni virtuose, come la Svezia). Il primo a segnalare la necessità di uno storico cambio di passo era stato lo stesso Mario Draghi: sul “Financial Times”, a marzo, aveva enunciato la necessità di tornare a una politica economica keynesiana, fondata sul massiccio sostegno pubblico.Dobbiamo agire «come in tempo di guerra», ha ribadito Draghi, smentendo la sua stessa storia di arcigno guardiano dell’austerity. Lo stesso dicasi per Christine Lagarde: inflessibile dama del rigore quand’era a capo del Fmi, e ora pronta a trasformare la Bce in una specie di bancomat, mentre l’inguardabile Unione Europea – al termine dell’orribile anno che va chiudendosi, in modo disastroso – ancora non ha deciso come e quando distribuire le sue elemosine apparenti, nascoste tra le pieghe del Recovery Fund e insidiosamente presenti tra le pieghe del Mes. Un ente anomalo, quest’ultimo, i cui gestori – cominciando dal presidente, il tedesco Klaus Regling – sono protetti anche dall’immunità giudiziaria. E hanno il potere di agire come monarchi indiscutibili, fino a imporre la “ristrutturazione” del debito pubblico a paesi come l’Italia, il cui deficit nel 2020 sta battendo ogni record: un “piano di rientro” che sarebbe sanguinoso, un vero e proprio massacro sociale. Esattamente quello che Draghi raccomandava di evitare, proponendo l’erogazione di centinaia di miliardi a fondo perduto, non destinati a trasformarsi in debito. Libertà o schiavitù: questo è il bivio che l’umanità sembra avere di fronte, oggi più che mai, in un pianeta letteralmente devastato, prima ancora che dal virus “cinese”, dalle drastiche politiche adottate con l’intenzione dichiarata di arginarlo.Suona tutto stonato, se non falso: «E prima o poi dovranno essere tribunali speciali – dice Magaldi – a processare chi ha imposto “leggi di guerra” in tempo di pace». Uno schema inquietante: prima la diffusione del coronavirus e l’assenza di risposte tempestive grazie all’ambiguità dell’Oms, poi la catastrofe sanitaria aggravata dal “terrorismo” mediatico che ha diffuso il panico, come se il Covid fosse l’Ebola. Nessuna trasparenza: né sui dati reali (letalità bassa, attorno allo 0,3%), né sulle terapie nel frattempo collaudate. Unico orizzonte proposto: quello del vaccino, ancora inaffidabile secondo molti scienziati. Vaccino da imporre, con le buone o con le cattive, pena l’esclusione dalla vita sociale. E tutto questo, mentre il maggior oppositore mondiale alla politica del Covid – Donald Trump – veniva travolto dai brogli che hanno gravemente inquinato le presidenziali americane: il vantaggio apparente di Joe Biden sembra far felice la Cina, la cui egemonia proprio Trump aveva provato a fermare (prima di essere fermato lui stesso, dall’epidemia: senza il Covid e il crollo economico indotto anche negli Usa dall’emergenza sanitaria, la rielezione di Trump era data universalmente per scontata).La situazione è incerta, caotica e scivolosa. In Italia, si fa sempre più precaria l’autocrazia emergenziale di Conte, cara ai poteri forti europei. E se il paese evita di collassare, intanto, lo deve essenzialmente alla “sorella” Lagarde, per dirla con Magaldi: cioè alla rete massonica progressista a cui fa capo, oggi, la presidente della Bce. Il problema semmai è un altro: la remissività degli italiani. «Credono ancora che il vero problema sia il coronavirus, e che per vederlo dissolversi basti aspettare ancora un po’, continuando a sottomettersi ai diktat del governo: non hanno capito che quello è solo il pretesto per attuare un piano di dominio, su scala mondiale». Magaldi è severo, con i connazionali: «Chi è fobico, al punto che vorrebbe chiudersi in casa per sempre, non si rende conto del danno che fa agli altri: il suo conformismo impaurito incoraggia i gestori della crisi a essere ancora più duri, con chi invece vorrebbe riprendere a vivere». E’ come se avessimo oltrepassato, giorno per giorno, la soglia di una sottile follia collettiva: «E’ pazzesco che milioni di persone accettino l’idea di questa nuova aberrante normalità: senza capire che non era mai successo, nella storia umana, che il mondo si fermasse per un virus influenzale. E’ questa, la prassi? D’ora in poi ci chiuderemo in casa al primo virus che passa di qui? Dico, siamo impazziti?».Forse sì, siamo impazziti: è il capolavoro della paura. «Barattare la perdita certa della libertà per la sicurezza sanitaria, che oltretutto è solo ipotetica, è davvero l’inizio della fine: per questa strada si smette di essere cittadini e si ridiventa sudditi, come quando la democrazia non esisteva ancora. Ed è esattamente lì che vogliono portarci, gli “apprendisti stregoni” del Covid, che usano il sistema-Cina per eliminare i diritti dall’Occidente. E ci stanno riuscendo, putroppo, grazie alla pavidità di chi trema di fronte a tutto, davanti al contagio di un’influenza (trattata come se fosse la peste bubbonica) e davanti al rischio di una semplice multa, tra l’altro impugnabile, dato il carattere non pienamente legittimo dei Dpcm». Magaldi fotografa con spietata lucidità la situazione italiana, simile a quella di altri paesi ma aggravata dall’inconsistenza della classe politica nazionale, telecomandata dai super-poteri che hanno gradualmente privatizzato il mondo e che ora vorrebbero far retrocedere l’umanità, in blocco, trattandola alla stregua di un gregge da spaventare, disinformare, impoverire e vaccinare. Il Grande Reset, lo chiamano: fine della libertà economica. Obiettivo: la sottomissione di plebi intimorite, da tenere in vita con un mini-reddito “universale” che metta i percettori in ginocchio, di fronte alla “divinità” zootecnica che eroga la dose quotidiana di mangime.Il pericolo è drammaticamente reale: è in corso una sfida planetaria, per il destino dell’umanità. I poteri oligarchici giocano sempre la carta della paura: prima il terrorismo, poi la crisi finanziaria indotta, ora un virus trasformato in un incubo. Faglie di resistenza si delineano in controluce: chi denuncia l’Oms come organismo “orwelliano”, chi segnala gli abusi dello strapotere cinese e la sua infiltrazione onnipervasiva, chi accusa Big Pharma di manipolare il business dei vaccini in modo anche spericolato, sdoganando molecole “clandestine” destinate potenzialmente a incidere sullo stesso Dna, per la prima volta nella storia. Sarà proprio la durezza delle imposizioni – immagina Magaldi – a provocare una rivolta civile: a patto però che riaffiori, nelle persone, il coraggio elementare della dignità. Si prevedono anni tempestosi, attraverso i quali sarà fatalmente riscritta anche la grammatica della politica. Di fronte alla scelta fondamentale – libertà o asservimento, democrazia o dittatura – crolleranno miti ed etichette museali, come “destra” e “sinistra”. Crollerà anche il dogma secolare più falso e rovinoso, quello della scarsità di moneta: sta cominciando a sbriciolarlo, in modo spettacolare, la stessa Christine Lagarde.Altri 500 miliardi di euro, di cui 80 destinati all’Italia: aumenta così in modo esponenziale la “potenza di fuoco” del programma di acquisto di titoli per l’emergenza pandemica: il “Pepp”, voluto da Christine Lagarde per rilevare titoli di Stato, sale così a 1.850 miliardi. «Non siamo qui per calmare gli spread», esordì la Lagarde la scorsa primavera, alle prime avvisaglie della crisi Covid. «Una mossa volutamente impopolare e sapientemente calcolata, proprio per suscitare unanimi reazioni contrarie e mettere fine all’incubo del rigore», ricorda Gioele Magaldi, che spiega: «Insieme a Mario Draghi, la neo-presidente della Bce ha abbandonato i suoi tradizionali sodali, cioè i circuiti della massoneria neoaristocratica (quella che ha progettato e gestito l’austerity europea) per abbracciare la causa della massoneria progressista». Lo stesso Magaldi, autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), è il frontman italiano del circuito massonico sovranazionale di ispirazione democratica, impegnato in una dura battaglia – sotterranea e non – per ripristinare la sovranità popolare, sostanzialmente soppressa negli ultimi anni con il ricorso al dogma neoliberista e all’artificio della “scarsità di moneta”. «In realtà la moneta la si può emettere in modo virtualmente illimitato, e a costo zero: ed è quello che la “sorella” Christine Lagarde sta dimostrando».
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Apocalisse Fake, l’imbroglio universale: grande spettacolo
La credibilità elettorale delle presidenziali americane, inquinate da quello che ha l’aria di essere un mare di brogli sfacciatamente negato a priori dal sistema-media, si avvicina in modo quasi surreale all’attendibilità dell’informazione ufficiale sul coronavirus e sulla propaganda governativa sul distanziamento, con l’immunologa padovana Antonella Viola che se ne esce annunciando che il lockdown-coprifuoco, decisivo per distruggere l’economia, è perfettamente inutile per arginare il virus che sta facendo impazzire il mondo. Chi ha gettato il malocchio virale l’avrebbe fatto innanzitutto per sfrattare Donald Trump dalla Casa Bianca, sabotando il boom economico (piena occupazione) che il presidente era riuscito a ottere in soli tre anni, tagliando le tasse e aumentando il deficit in modo squisitamente keynesiano, proprio come avrebbe fatto un leader socialdemocratico d’altri tempi. Proprio per questo, sui grandi media, Trump è diventato il demonio, e andava abbattuto ad ogni costo: anche con “la più grande frode elettorale della storia”, come s’è lasciato scappare l’anziano e scalcinato Joe Biden, che un giornalista di peso internazionale come Pepe Escobar definisce ormai afflitto da demenza senile.Biden? E’ l’ometto che non riesce più a contenere, nemmeno in pubblico, la pulsione irrefrenabile che lo spinge a sbaciucchiare, in modo preoccupante, le bambine che gli capitano a tiro. Un autentico veterano dell’establishment, molto logoro: iper-controllabile e ricattabilissimo in quanto debitamente corrotto. Una simulazione del cosiddetto Deep State – riferisce sempre Escobar – lo chiama con un nome in codice poco lusinghiero (”Cadavere”), presentando la “rivoluzione colorata” che l’avrebbe opposto a Trump (a sua volta ribattezzato, graziosamente, “Buffone”). Sarebbe stata la “fase due” dell’Operazione Corona. Primo round, stroncare l’economia statunitense con la sovragestione di un virus “scappato” alla Cina. Secondo round, abbattere Trump e sostituirlo (attraverso l’imbroglio) con un presidente “amico” del sistema oligarchico mondiale che usa la Cina come cavallo di Troia per restringere la libertà e la democrazia in Occidente, oggi grazie al pretesto dell’emergenza sanitaria.Peccato che non abbia funzionato: prima ancora di capire come andrà a finire davvero, negli Usa, dove incombe la seria minaccia trumpiana di ricorrere anche alla Corte Suprema, il risultato delle elezioni più “fake” della storia sarebbe stato “neutralizzato” comunque, a monte, da una sorta di patto massonico segreto. Il patto, peraltro, ha smesso di essere segreto quando ne ha parlato apertamente Gioele Magaldi, rappresentante di una delle fazioni contraenti. Il succo è presto detto: Joe Biden, insieme agli uomini che in realtà lo guidano, si sarebbe formalmente impegnato a co-gestire la politica della Casa Bianca attraverso una cabina di regia che vede presenti gli stessi sostenitori (massonici) di Trump. Chiaro l’obiettivo: proseguire sulla linea di Trump nello sbarrare la strada al “partito cinese”, in realtà anche euro-atlantico, che avrebbe concepito l’Operazione Corona e, prima ancora, la promozione della Cina come player oligarchico planetario, con la missione di mettere nei guai l’industria occidentale e, a ruota, il modello democratico fondato su diritti democratici.In questo sfacelo generale, i media si sono coperti di gloria: ieri davano per scontato il crollo elettorale di Trump, e oggi pretendono di sapere che i trumpiani non dispongono di prove solide per sostenere l’accusa gravissima dei brogli. L’atteggiamento dei grandi media, che si sono esercitati nel criminalizzare Trump in modo grottesco e ridicolo, sembra perfettamente speculare al complottismo apocalittico agitato da un influente prelato cattolico ultra-reazionario come Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Usa: evocando una cospirazione “massonica”, Viganò è arrivato a elevare il presidente uscente al rango metafisico di “figlio della luce”, fingendo di non sapere che anche Donald Trump è un massone. Non solo: in questo variopinto carnevale “fake”, lo stesso Viganò finge di non ricordare che Trump militava tra i democratici (e andava a giocare a golf con l’amico Bill Clinton) quando alla Casa Bianca regnavano i neocon del clan Bush, che ammiccavano – loro sì – al “Dio, patria e famiglia” che risale a prima della Rivoluzione Francese.A prescindere dal sequel in arrivo, con possibili colpi di scena politico-giudiziari, le spettacolari “lezioni americane” regalate dall’incredibile autunno 2020 non potranno lasciare indifferente il pubblico, nemmeno nel paese di Salvini e delle Sardine, terremotato dalla paura di Stato e dalle storielle d’ogni genere che la televisione propone, da mesi, a proposito della cosiddetta emergenza pandemica, innescata da un virus la cui letalità è ferma allo zero-virgola. Il grande imbroglio (sommato all’impreparazione, al dilettantismo e ai tagli sanguinosi inferti alla sanità) lo si respira giorno per giorno, nella disperazione che circonda le migliaia di aziende chiuse o in procinto di chiudere, tra il Pil in picchiata e il debito pubblico fuori controllo, che nell’euro-sistema (senza più sovranità finanziaria) potrebbe comportare conseguenze catastrofiche, a beneficio dei soliti noti: Cina e asse franco-tedesco. Tutto questo per cosa? Viene da chiederselo, di fronte alle menzogne sempre più sfrontate, al bavaglio del web imposto persino a Trump e allo sconcio del voto americano palesemente taroccato. Se di apocalisse si può parlare, citando ancora Viganò, l’immane disastro finirà per svegliare, fatalmente, chi ancora crede che “andrà tutto bene”.La credibilità elettorale delle presidenziali americane, inquinate da quello che ha l’aria di essere un mare di brogli sfacciatamente negato a priori dal sistema-media, si avvicina in modo quasi surreale all’attendibilità dell’informazione ufficiale sul coronavirus e sulla propaganda governativa sul distanziamento, con l’immunologa padovana Antonella Viola che se ne esce annunciando che il lockdown-coprifuoco, decisivo per distruggere l’economia, è perfettamente inutile per arginare il virus che sta facendo impazzire il mondo. Chi ha gettato il malocchio virale l’avrebbe fatto innanzitutto per sfrattare Donald Trump dalla Casa Bianca, sabotando il boom economico (piena occupazione) che il presidente era riuscito a ottere in soli tre anni, tagliando le tasse e aumentando il deficit in modo squisitamente keynesiano, proprio come avrebbe fatto un leader socialdemocratico d’altri tempi. Proprio per questo, sui grandi media, Trump è diventato il demonio, e andava abbattuto ad ogni costo: anche con “la più grande frode elettorale della storia”, come s’è lasciato scappare l’anziano e scalcinato Joe Biden, che un giornalista di peso internazionale come Pepe Escobar definisce ormai afflitto da demenza senile.
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Magaldi: niente mascherine all’aperto, mi ribello ai cialtroni
Gioele Magaldi va alla guerra: «Affermo con chiarezza che personalmente disobbedirò: nel Lazio non indosserò alcuna mascherina, all’aperto». Non solo: «Invito tutti i cittadini a non indossarle, le mascherine all’aperto. E se vi faranno delle multe, potrete scrivere al “soccorso legale rooseveltiano” coordinato da Monica Soldano: la nostra rete di avvocati sta già combattendo delle battaglie per gli abusi commessi durante il lockdown, in danno dei cittadini». E le forze dell’ordine? «A quei carabinieri e poliziotti che vi fermeranno, dite che loro stessi stanno obbedendo a degli ordini incostituzionali. Spesso, un pubblico ufficiale ha il dovere (oltre che il diritto) di ribellarsi, ad un ordine incostituzionale che gli venga dato». Così si è espresso, il presidente del Movimento Roosevelt, lunedì 5 ottobre, all’indomani della vittoria riportata contro Zingaretti al Tar del Lazio, che ha annullato l’ordinanza sul preteso obbligo vaccinale antinfluenzale per anziani, medici e infermieri. «Il giudice ha stabilito che la Regione non ha competenza per imporre una tale limitazione della nostra libertà». Scornato, Zingaretti ha ammesso: «Sapevamo di fare una provocazione, perché non compete alla Regione l’obbligo della vaccinazione».Il segretario del Pd si è però vantato del suo gesto: «Volevamo dare un segnale sull’importanza di farlo, e invitiamo il governo a introdurre l’obbligo vaccinale a livello nazionale», ha dichiarato all’agenzia Agi. Peggio per lui, lo rimbecca Magaldi: «Lo denunceremo: non si può emettere un provvedimento come quello, già sapendo che è illegittimo. E’ un dolo gravissimo: forze Zingaretti non si rende più nemmeno conto di quello che dice, oltre che di quello che fa». Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) che denuncia il ruolo occulto di decine di superlogge sovranazionali nella gestione del grande potere mondiale, Magaldi accusa il “partito cinese” di aver sprofondato il pianeta nel panico-Covid, tramite un’Oms ormai largamente finanziata da Pechino, paralizzando l’economia (tranne quella cinese). Spiega: «Gli oligarchi del colosso asiatico non solo soli: su di loro puntarono gli oligarchi occidentali della superloggia “Three Eyes”, in primis Kissinger, quando – attraverso la paramassonica Commissione Trilaterale, che è una loro emanazione – già nel 1975 teorizzarono che fosse meglio limitare la democrazia, in Occidente». Lo scrissero nel pamphlet “The crisis of democracy” firmato da Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki, con edizione italiana introdotta da Gianni Agnelli.La tesi: “curare” la democrazia aggiugendo democrazia sarebbe come gettare benzina sul fuoco. Traduzione pratica: il reclutamento nella “Three Eyes” del leader cinese Deng Xiaoping, per trasformare la Cina nella manifattura del mondo, a basso costo, mettendo in croce l’industria occidentale (lavoro, diritti), da sacrificare nell’ambito della finanziarizzazione planetaria. «E’ stata la strategia della globalizzazione neoliberista: delocalizzare le fabbriche, penalizzando i lavoratori e annientando la classe media occidentale. E il boom economico cinese, accuratamente preparato, serviva proprio a questo». “Gran maestro” del Grande Oriente Democratico, già inziato alla superloggia “Thomas Paine”, Magaldi è il frontman italiano del circuito massonico progressista che nel 2016 appoggiò l’outsider Donald Trump per fermare il Deep State “imperiale” che puntava sulla Clinton per mantenere salda la leadership neoliberista mondiale. «Anche per questo – dice Magaldi – Trump ha fatto benissimo a imporre uno stop all’export cinese, spina nel fianco dei lavoratori occidentali». Beninteso: «La Cina si è resa protagonista di un “dumping” sleale: i suoi prodotti sono low-cost perché fabbricati da operai sottopagati e privi di tutele sindacali, in complessi industriali che non hanno speso nulla per ridurre l’inquinamento».Attenzione, però: «Non è solo questione di cinesi», avverte Magaldi. «Tutto questo è avvenuto in modo pilotato, da quando alla Cina è stato permesso di entrare nel Wto senza nessuna delle garanzie che gli altri player mondiali devono dare, per entrare nel grande gioco del commercio mondiale: e cioè il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche». Fate caso: «L’epidemia di coronavirus è esplosa un minuto dopo che Trump ha imposto dazi alla Cina, frenandone l’avanzata». Il resto è cronaca: con una mossa senza precedenti, Mike Pompeo ha accusato il Vaticano di aver concesso al regime di Pechino di condizionare la nomina dei vescovi cattolici in Cina. Dalla Santa Sede a Palazzo Chigi, il passo è breve: Magaldi accusa il governo Conte di aver imposto un severissimo lockdown “cinese”, modello Wuhan, la scorsa primavera. «Sono sempre stato contrario al “coprifuoco”, come efficace misura di contenimento del virus: nei paesi che non hanno effettuato chiusure, come la Svezia, oggi vediamo che il bilancio sanitario è paragonabile a quello italiano, con l’enorme differenza che l’economia non ha subito danni».Non da oggi, Magaldi punta il dito contro la “sindrome cinese” che affliggerebbe lo stesso governo Conte, protagonista di una gestione ultra-autoritaria della crisi, con “pieni poteri” esercitati in modo più che discutibile, anche attraverso il Comitato Tecnico-Scientifico e l’evidente manipolazione effettuata dai media, che a reti unificate hanno investito sulla paura ed escluso tutte le voci critiche, anche quelle del mondo scientifico, contrarie a forme estreme di distanziamento sociale. «So che c’è un “partito cinese” sovranazionale che ha dei terminali importanti, in Italia», afferma Magaldi. «E’ un “partito” trasversale che risente dell’ideologia, della teoria e della prassi in uso in Cina». Un grande paese e un grande popolo, quello cinese, «protagonista di eccezionali risultati economici in tempi brevissimi, che hanno giustamente sbalordito il mondo». Il problema? «Gli oligarchi del partito comunista di Xi Jinping tengono prigioniere centinaia di milioni di persone, sottoponendole anche a deportazioni di massa, di cui i media occidentali (anche i più accreditati) evitano di parlare».Nella sua dirompente visita romana, in cui ha esaltato il controverso Wojtyla come “paladino della libertà” mettendo in ombra Bergoglio, troppo arrendevole verso i cinesi, Mike Pompeo ha auspicato addirittura un “regime change” a Pechino. Chi conosce Magaldi farà in fretta a tradurre: non si tratta (solo) di uno scontro tra America e Cina. La vera posta in gioco è tra oligarchia e democrazia: e gli oligarchi che minacciano la nostra libertà non sono soltanto quelli con gli occhi a mandorla. Il guaio, per noi, è che «i simpatizzanti italiani del “partito cinese”, alcuni dei quali sono al governo, evidentemente hanno la tentazione di sostituire il principio liberale della “raccomandazione” con quello dell’imposizione», sostiene Magaldi, riferendosi sia ai diktat sulle mascherine che a quelli sulla vaccinazione antinfluenzale, che gli stessi medici valutano poco efficace, e alcuni addirittura ritengono possa esporre a maggiori rischi di contrarre il Covid. Per Magaldi e il Movimento Roosevelt, la battaglia politica è cominciata: incassata la sconfitta al Tar sul vaccino antinfluenzale, Zingaretti ha imposto le mascherine all’aperto, nel Lazio, «alzando la palla al governo Conte, perché estenda l’obbligo a livello nazionale».A Magaldi, le mascherine non piacciono: «Illustri scienziati ci hanno spiegato è molto aleatoria, la protezione che fornirebbero, mentre sono comprovati i danni alla salute che, a lungo andare, comportano». In diretta web-streaming con Fabio Frabetti di “Border Nights”, insieme a Monica Soldano e all’avvocato Vanni Oddino (vincitore al Tar contro Zingaretti), Magaldi sintetizza: l’obbligo regionale di indossare mascherine all’aperto è facilmente “smontabile”, sul piano legale. Di qui l’invito alla popolazione: «Le mascherine indossatele negli ambienti chiusi, ma evitare di obbedire alla disposizione che ora impone di tenerle sul volto anche all’aperto». E se – come pare scontato – alcune Regioni hanno solo anticipato di qualche giorno quella che sarà una un’imposizione nazionale? Anche in quel caso, sostiene Magaldi, ci sarà da discutere: il Parlamento (esaminando la proposta di Forza Italia sul vaccino antinfluenzale) ha optato per la “forte raccomandazione”, evitando quindi l’obbligatorietà. «La stessa cosa potrebbe valere per le mascherine», sostiene Magaldi.«Oltretutto, una legge dello Stato attualmente in vigore inibisce l’uso di maschere che possano impedire ai cittadini di rendersi riconoscibili, da parte delle forze dell’ordine: è una questione di pubblica sicurezza». Non è tutto: «In uno Stato liberale e democratico bisogna stare molto attenti, con le disposizioni autoritarie». La posizione del leader “rooseveltiano” è netta: «Le persone sono ora costrette a indossare la mascherina durante tutto il giorno, in presunta lotta contro un virus che ha una bassa carica virale, in questo momento: non produce sovraffollamento nelle terapie intensive, né rischi così gravi come quelli di altre malattie, che – tutti i cittadini italiani se ne sono accorti – sono state poco e mal curate, in tutti questi mesi». Questo va sottolineato, insiste Magadi: «C’è un’emergenza nazionale che riguarda tutti i malati, affetti da altre patologie: a causa di questa sovraeccitazione, retorica e spesso mistificatoria, a proposito del Covid, non vengono curati. Il diritto alla salute è stato violato, e viene tuttora violato: perché tutti sono sovraeccitati e molto preoccupati del Covid. E di questo sono resposabili anche i media: le persone mutano i loro comportamenti soltanto perché il telegiornale parla dell’aumento dei contagi, senza spiegare che è dovuto all’aumento dei tamponi. Ma questi contagiati sono asintomatici, sono tra noi da mesi, non producono effetti, e tra gli asintomatici la trasmissione virale è bassissima».Il dado è tratto, sembra dire Magadi: «Ora finalmente il Movimento Roosevelt rivolgerà al governo il suo “ultimatum”, innanzitutto economico: il paese è in ginocchio e non si vede luce, nelle chiacchiere infeconde dei nostri attuali governanti». Ma l’ultimatum verterà anche su questa nuova emergenza, «che non è quella da pandemia: è l’emergenza da cialtronaggine, nella gestione della pandemia, da parte di alcuni governanti regionali e del governo nazionale». Magaldi annuncia quindi l’esordio della Milizia Rooseveltiana, formazione «pacifica e gandhiana ma dura, pronta a scendere in piazza con il suo istrionismo, con la sua felice provocazione (non come quella proclamata da Zingaretti, dolosa e passibile di conseguenze penali)». Sarà qualcosa che, «con la capacità teatrale di rappresentarsi in quanto “esercito civico”, senza compiere atti di violenza, marcerà e offrirà alla pubblica opinione motivo di che riflettere, con sue incursioni piratesche, simpatiche e colorite». L’obbligo della mascherina, aggiunge Magaldi, costringe ad accelerare i tempi: «Sono allo studio delle azioni che dimostreranno come noi non siamo disponibili semplicemente a difenderci, ma vogliamo attaccare – in modo nonviolento e pacifico – coloro i quali attentano alle nostre libertà».Quando dice “noi”, Magaldi allude al Movimento Roosevelt, entità politica meta-partitica creata nel 2015 con l’intento di “risvegliare”, in modo trasversale e senza pregiudizi di parte, l’intera politica italiana. Obiettivo: riconquistare una piena sovranità democratica. «Nelle nostre fila c’è un’alta passione civica: per noi, a vita della polis è un campo di battaglia per principi e obiettivi, e non per piccole comunità, piccole poltrone, piccoli guadagni del “qui e ora”, senza lungimiranza, come quelli messi in mostra da Zingaretti». Secondo Magaldi, l’Italia resta una trincea strategica, decisiva per gli equilibri mondiali: «Solo il nostro paese potrà spezzare l’autoritarismo dell’oligarchia che utilizza la Disunione Europea per creare depressione socio-economica, in accordo con le filiere mondiali della massoneria “neoaristocratica”, quella che vorrebbe imporre il sistema-Cina come modello alternativo all’Occidente dei diritti».In questi mesi, Magaldi si è battuto con assoluto tempismo: con largo anticipo ha annunciato la clamorosa svolta keynesiana di Mario Draghi, fino a ieri campione dell’élite eurocratica di stampo reazionario. Tutte “profezie” regolarmente avveratesi: dal trasloco (con Draghi) della stessa Christine Lagarde nello schieramento massonico progressista, all’annuncio del tenore che avrebbe avuto l’incursione di Pompeo in Italia. Magaldi è stato il primo a denunciare il “partito cinese”, quindi anche atlantico, ai tempi dell’esplosione dell’epidemia a Wuhan, e il primo (e unico, per ora) a svelare la cifra massonico-progressista di Bob Dylan, che a fine marzo – con il brano “Murder Most Foul” (messo in relazione con la pandemia) – ha alimentato un terribile sospetto: gli architetti occulti dell’operazione-Covid sarebbero gli eredi degli assassini di John Kennedy. Allusioni ulteriormente sottolineate nel brano “False prophet”, illustrato in modo eloquente: la morte bussa alla porta, con un pacco regalo sottobraccio, e nell’altra mano una siringa.Erano i giorni in cui Bill Gates, dopo aver vaticinato l’apocalisse, presentava il suo sogno di vaccinazione universale con escursioni nella fisica quantistica, laddove si presume l’inoculo di molecole “interattive” che possano trasformare il corpo umano in una sorta di ricetrasmittente biologica, capace di comunicare a distanza e ricevere impulsi sanitari in automatico. Fantascienza? Bei tempi, quando Nicola Zingaretti promuoveva cenette “antirazziste” nei ristoranti cinesi e brindava sui Navigli, a Milano, per esorcizzare la “fake news” della terribile pandemia. E’ lo stesso Zingaretti che, nel giro di pochi mesi, ha fatto spendere alla Regione Lazio 14 milioni di euro per mascherine mai arrivate, più altri milioni (ben di più) per fare scorta di improbabili vaccini antinfluenzali. Sempre lui, il segretario del Pd – partito che tiene in piedi il governo-fantasma di Conte – ora impone le mascherine ai laziali, anche in strada. Qualcosa non torna? La verità, dice Gioele Magaldi, è che qualcuno si è gettato sull’emergenza sanitaria per manipolarla, a nostro danno.Ancora lo scorso febbraio, il coronavirus sembrava uno spettro remoto. «Per l’Italia il rischio è zero», annunciò il virologo Burioni, inaugurando la sanità televisiva modello Covid, dove l’attendibilità è una variabile e il confronto tra le fonti non esiste più: il governo Conte l’ha persino bandito, anche sul web, facendo la guerra – col suo Ministero della Verità – alle notizie scomode, liquidate come bufale. Con un’escalation inquietante: un conto è smentire, un altro è censurare. Non si contano più in post cancellati dai social, i video bannati da YouTube. Colmo del ridicolo: l’accusa – grottesca – di “negazionismo”, rivolta a chiunque, medici e scienziati compresi, osi contestare il Verbo ufficiale, governativo. Siamo passati dalla demonizzazione al bavaglio, senza colpo ferire: non un fiato da sindacati, reporter, Ordine dei Giornalisti. Tutti sordomuti, di colpo? Solo un cieco potrebbe non vedere la dimensione planetaria del problema: che è politico, prima che sanitario. Oggi siamo alla pantomima delle mascherine all’aperto. «Io non la indosserò», avvisa Magaldi, lanciando il suo guanto di sfida.Gioele Magaldi va alla guerra: «Affermo con chiarezza che personalmente disobbedirò: nel Lazio non indosserò alcuna mascherina, all’aperto». Non solo: «Invito tutti i cittadini a non indossarle, le mascherine all’aperto. E se vi faranno delle multe, potrete scrivere al “soccorso legale rooseveltiano” coordinato da Monica Soldano: la nostra rete di avvocati sta già combattendo delle battaglie per gli abusi commessi durante il lockdown, in danno dei cittadini». E le forze dell’ordine? «A quei carabinieri e poliziotti che vi fermeranno, dite che loro stessi stanno obbedendo a degli ordini incostituzionali. Spesso, un pubblico ufficiale ha il dovere (oltre che il diritto) di ribellarsi, ad un ordine incostituzionale che gli venga dato». Così si è espresso, il presidente del Movimento Roosevelt, lunedì 5 ottobre, all’indomani della vittoria riportata contro Zingaretti al Tar del Lazio, che ha annullato l’ordinanza sul preteso obbligo vaccinale antinfluenzale per anziani, medici e infermieri. «Il giudice ha stabilito che la Regione non ha competenza per imporre una tale limitazione della nostra libertà». Scornato, Zingaretti ha ammesso: «Sapevamo di fare una provocazione, perché non compete alla Regione l’obbligo della vaccinazione».
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Botte da orbi: la guerra di Pompeo contro il Papa “cinese”
Wojtyla sì, che era un campione: altro che Bergoglio. Scene mai viste: volano ceffoni tra Usa e Vaticano. Le ostilità erano state clamorosamente aperte dal segretario di Stato, Mike Pompeo, con la sua “strigliata” a mezzo stampa contro Papa Francesco: la Santa Sede «metterebbe a rischio la propria autorità morale» se dovesse rinnovare l’accordo che consente al governo di Pechino di designare i vescovi cattolici in Cina, aveva scritto Pompeo su “First Things”, influente mensile religioso conservatore. Gli sberloni sono continuati dopo lo sbarco di Pompeo a Roma. «Aveva chiesto di vedere il Papa», ha rivelato il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ma Pompeo non sarà ricevuto da Francesco: «Non si ricevono personalità politiche durante la campagna elettorale. E d’altra parte – ha aggiunto – un segretario di Stato incontra il suo omologo, appunto il segretario di Stato». Durissima, a stretto giro, la replica di Pompeo: il vice di Trump ha “strapazzato” monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e quindi “ministro degli esteri” della Santa Sede, costretto a intervenire solo per pochissimi minuti nel convegno sulla libertà religiosa tenutosi all’ambasciata americana, in cui Pompeo ha citato Giovanni Paolo II come modello di paladino della libertà, facendo sbiadire l’immagine di Bergoglio, che tratta (anche sottobanco) con un regime che opprime i cittadini e perseguita i cattolici.
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Magaldi: e dopo Bergoglio, ora Mike Pompeo striglierà Conte
Non che si diverta, Gioele Magaldi, a fare il profeta. E comunque sarebbe bello se, una volta tanto, le sue anticipazioni (previsioni, non profezie) ottenessero l’onore della cronaca, nel silente mainstream italico. Avrebbero tutto da guadagnare, i giornali, a dare – in anticipo – certe notizie. Per esempio: il clamoroso passaggio del “fratello” Mario Draghi al fronte progressista, da cui il rivoluzionario intervento keynesiano, sul “Financial Times”, con le sue istruzioni “rooseveltiane” su come uscire dall’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Oppure: l’annuncio dell’intervento decisivo a favore all’Italia, in termini finanziari (acquisto di titoli di Stato, da parte della Bce) garantito dalla “sorella” Christine Lagarde, altro pezzo da novanta – fino all’altro ieri – dell’élite reazionaria, ora in forza (come Draghi e altri) allo schieramento massonico-democratico, di cui fanno parte anche Bob Dylan e Robert Kennedy Junior. Una galassia che appoggia Trump e contesta la gestione oligarchica della crisi, nonché la pericolosa manipolazione psico-terroristica del Covid, innescata utilizzando una Oms ormai finanziata soprattutto da Pechino e da Bill Gates.Ed è proprio la Cina l’argomento della terza, recente “profezia” di Magaldi, ignorata dai media e puntualmente confermata dai fatti: Mike Pompeo verrà a Roma per strigliare Bergoglio e Conte, considerati esponenti del partito “cinese” che starebbe sovragestendo il governo italiano, con fortissimi agganci anche in Vaticano. «Nella stampa italiana ho qualche nemico», ammette Magaldi, polemico con molte redazioni per l’ostinato silenzio con cui nel 2014 è stato accolto il suo besteller “Massoni”, un saggio scomodissimo che mette in piazza le malefatte occulte delle superlogge “neoaristocratiche”, coi loro terminali anche italiani. In questi anni, non si contano le previsioni azzecate da Magaldi, dall’improvviso declino di Renzi all’inattesa vittoria di Trump. Il giornalismo italiano sembra non aver ancora voluto fare i conti con le rivelazioni contenute nel libro “Massoni”, seguitando anche a ignorarne molto spesso l’autore. Così, non fanno esattamente un figurone i media che oggi – a reti unificate – sono costretti a dire, in ritardo, quello che Magaldi aveva anticipato la scorsa settimana.Impossibile continuare a tacere, di fronte al tweet con cui il segretario di Stato americano strattona ruvidamente nientemeno che il Papa, colpevole di contiguità col governo cinese. «Come avevo annunciato, nella sua imminente visita a Roma, Mike Pompeo non farà sconti a nessuno: apprezzo la franchezza con cui ha richiamato Papa Bergoglio, senza complimenti, sull’impegno verso il rispetto dei diritti umani». All’establishment politico, aveva anticipato Magaldi, Pompeo chiederà di ridimensionare il peso del partito trasversale “cinese”, funzionale agli interessi di Pechino, che tanto condiziona l’Italia. Idem il discorso rivolto al Vaticano, che due anni fa concesse al regime di Pechino la facoltà di designare i vescovi cattolici in Cina. «Squisitamente massonico, da parte di Pompeo – dice Magaldi – l’appello al Papa, laddove il “fratello” Pompeo avverte la Chiesa che, cedendo al partito comunista cinese, rischia di compromettere la sua autorità morale in materia di diritti umani». Diritti che «un tempo la Chiesa stessa calpestava, ma che oggi dichiara di difendere». E dunque, «come si concilia, questo, con l’amicizia con una brutale dittatura come quella di Pechino?».E dopo il Vaticano, toccherà al governo: «Giuseppe Conte si prepari a ricevere una robustra strigliata», avverte Magaldi: «Per gli Usa, è inammissibile lo stato comatoso dell’economia italiana, ridotta in ginocchio dal lockdon “cinese”, modello Wuhan, imposto al paese». Anche secondo il presidente del Movimento Roosevelt, sono catastroficamente inefficaci le misure finora adottate dall’esecutivo durante l’emergenza: «E’ stato speso un fiume di miliardi, ma senza risultati. E in una situazione come questa – aggiunge Magaldi – i cialtroni della classe politica italiana non hanno esitato a farci perdere altro tempo e denaro per un referendum demenziale, che propone l’ennesimo taglio (quello del Parlamento, cioè della democrazia), quando invece avrebbero dovuto preoccuparsi di ben altre riforme della Costituzione, cominciando dall’eliminazione dell’obbligo del pareggio di bilancio, misura sciagurata introdotta per compiacere Mario Monti e anche Giorgio Napolitano, altro personaggio veramente oscuro».Monti e Napolitano? Due supermassoni reazionari, per chi ha letto “Massoni”. «Avevo chiarito che, di fronte a chiunque si fosse sentito diffamato dal mio libro, avrei esibito pubblicamente e prove delle mie affermazioni, contenute in migliaia di dossier riservati. Ma nessuno si è fatto avanti, per contestarmi». Pochissimo spazio, nel mainstream, anche alle analisi alternative a quelle correnti, che danno per inevitabile la gestione “panica” del Covid, condotta in Italia a spese delle libertà individuali, insieme alle misure draconiane (e probabilmente tardive) per arginare il contagio, la scorsa primavera. Magaldi è tra quanti ritengono che la pandemia sia stata impugnata come un’arma politica dall’élite neoliberista che per prima sdoganò la Cina, come possibile modello per un futuro Occidente con meno democrazia e meno diritti. Ancora più drastico un grande cantautore come Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura, che in piena emergenza, attraverso il brano “Murder Most Foul”, ha lanciato una potente suggestione: i “falsi profeti” del Covid (e del vaccino universale) sono gli eredi politici del clan che assassinò John Kennedy a Dallas.Tornando al Belpaese: per Magaldi, la visita di Pompeo segnerà un punto di svolta nei rapporti politici fra Casa Bianca e Palazzo Chigi, e in generale tra gli Usa e larghi strati dell’establishment italiano, finora assai arrendevole rispetto all’espansione cinese. Sempre secondo Magaldi, Pompeo tratterà da posizioni di forza, visto che sembra scontata la rielezione di Donald Trump alle presidenziali di novembre. «Si confermerà un buon presidente anche nel prossimo quadriennio: l’America ha ancora bisogno di Trump», che è sostenuto dai circuiti massonici progressisti. «Poi, dalle elezioni successive – profetizza Magaldi – si potrà finalmente pensare a un candidato progressista “doc” come Robert Kennedy Junior, che nel suo recente discorso a Berlino ha riaperto un orizzonte che mette al centro la libertà: esattamente il contrario della sottomissione al “terrorismo psicologico” dell’Oms, di marca cinese, al quale si è finora allineato lo stesso governo Conte. Tutte cose che a Trump non sono piaciute, e che ora Mike Pompeo – in pubblico, e soprattutto in privato, a muso duro – non mancherà di ribadire all’attuale presidente del Consiglio, l’increscioso Conte».Non che si diverta, Gioele Magaldi, a fare il profeta. E comunque sarebbe bello se, una volta tanto, le sue anticipazioni (previsioni, non profezie) ottenessero l’onore della cronaca, nel silente mainstream italico. Avrebbero tutto da guadagnare, i giornali, a dare – in anticipo – certe notizie. Per esempio: il clamoroso passaggio del “fratello” Mario Draghi al fronte progressista, da cui il rivoluzionario editoriale keynesiano, sul “Financial Times”, con le sue istruzioni “rooseveltiane” su come uscire dall’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Oppure: l’annuncio dell’intervento decisivo a favore all’Italia, in termini finanziari (acquisto di titoli di Stato, da parte della Bce) garantito dalla “sorella” Christine Lagarde, altro pezzo da novanta – fino all’altro ieri – dell’élite reazionaria, ora in forza (come Draghi e altri) allo schieramento massonico-democratico, di cui fanno parte anche Bob Dylan e Robert Kennedy Junior. Una galassia che appoggia Trump e contesta la gestione oligarchica della crisi, nonché la pericolosa manipolazione psico-terroristica del Covid, innescata utilizzando una Oms ormai finanziata soprattutto da Pechino e da Bill Gates.
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Magaldi: Sì al referendum? Un voto a Conte, cioè alla Cina
«Altro che taglio dei parlamentari: vorrei che deputati e senatori fossero il doppio degli attuali, e per giunta pagati il doppio. Non siamo ipocriti: se a pagarli adeguatamente non sarà lo Stato, provvederanno i privati (anche in modo illegale). E se le poltrone verranno tagliate, resteranno “sicure” solo quelle destinate a uomini che, anziché ai cittadini, risponderanno unicamente ai leader di partito». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, stronca la proposta referendaria di decurtazione della rappresentanza democratica, in Parlamento. «E’ triste che a volerla siano soprattutto i 5 Stelle, che un tempo caldeggiavano nobili forme di democrazia diretta come i referendum propositivi: un’idea ottima, a mio avviso, per integrare la democrazia rappresentativa. Peccato che i grillini se la siano completamente dimenticata». L’antipolitica dominante, che oggi gonfia i consensi del facile “sì” al taglio dei parlamentari, sotto la sferza della grande crisi innescata dal lockdown all’amatriciana, secondo Magaldi deriva dalla cocente delusione degli italiani per i leader che si sono succeduti negli ultimi anni: «Personaggi come Berlusconi e Renzi, bravissimi a chiacchiere quanto inconsistenti al lato pratico: stando alle riforme introdotte, il loro bilancio è davvero misero».Un caso addirittura grottesco è quello dei grillini: «Volevano “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”, e oggi si ritrovano a puntellare un regime neoliberista che, da decenni, non chiede altro che tagliare ogni rappresentanza popolare: il referendum sulla riduzione dei parlamentari, demagogico e irrisorio sul piano del risparmio economico (vale un caffè offerto agli italiani, in un anno) piace molto ai signori dell’austerity, preoccupati di spegnere gli ultimi spazi di democrazia a disposizione dei cittadini». Non è un caso, aggiunge Magaldi, che i più accesi sostentori del “sì” – da Conte a Di Maio – siano anche «esponenti del partito “cinese”, trasversale alle istituzioni, che ha imposto una gestione dell’emergenza in stile Wuhan, agevolando in più occasioni la penetrazione di Pechino nel sistema-Italia». Lo si è visto anche con l’ultimo via libera concesso dal premier a Huawei (lontano dai riflettori) per sdoganare la tecnologia cinese per il 5G a disposizione di Telecom: un atto che ha irritato gli Usa, che avevano chiesto apertamente al governo italiano di non spalancare le porte del Belpaese a quello che ritegono sia il cavallo di Troia, tecnologico, dell’intelligence del gigante asiatico.Sferzante il giudizio di Magaldi su Conte, che ha raccontato di aver proposto Draghi come presidente della Commissione Ue: una dichiarazione patetica, dice il presidente “rooseveltiano”, da parte di un soggetto che – come tutti sanno, in Italia e in Europa – non ha mai avuto alcun titolo per “candidare”, in qualsivoglia sede immaginabile, un personaggio internazionale del calibro di Draghi. «L’avvocaticchio Conte, incidentalmente ancora primo ministro proprio grazie al Covid, presto tornerà al nulla dal quale è venuto», profetizza Magaldi. «Purtroppo per l’Italia – aggiunge – Conte ha avuto il tempo di disastrare la nostra economia: e se oggi si parla di Draghi, è perché il governo in carica non ha la minima idea di come sfruttare in modo adeguato i prestiti europei del Recovery Fund, non avendo uno straccio di idea su come rimettere in piedi il paese». I complottisti tremano, dopo la dichiarazione di Draghi secondo cui per uscire dal tunnel sarebbe necessario il tracciamento sanitario di massa? Non hanno capito bene, dice Magaldi: in questo modo – certificando lo stato di salute dei cittadini – Draghi toglierebbe dalla circolazione l’arma della paura, finora utilizzata come alibi per paralizzare all’infinito il paese.Autore del saggio “Massoni” (Chiarelettere, 2014), che descrive il ruolo delle superlogge svranazionali nella sovragestione occulta del potere mondiale, Magaldi – leader del Grande Oriente Democratico e frontman italiano del circuito massonico progressista – fornisce una personalissima lettura degli eventi: la catastrofe planetaria del coronavirus sarebbe stata sfruttata in modo “terroristico” dalla medesima élite reazionaria, anche atlantica, che già negli anni ‘70 – con Kissinger – aveva scommesso sulla Cina neo-capitalista come modello (non democratico) da imporre un giorno a un Occidente senza più libertà né diritti. L’occasione, ghiottissima, si è presentata con il Covid, che ha permesso all’Oms – oggi largamente finanziata da Pechino e da Bill Gates – di trasformare la pandemia in un pretesto per imporre, al resto del mondo, una sorta di polizia sanitaria: l’alibi della paura, per spegnere ogni dissenso e cancellare lo stile vita occidentale.Mentre negli Usa lo stesso Donald Trump ha cercato di resistere all’imposizione dell’autoritarismo indotto con il lockdown (e in Russia persino Putin ha provato a sdrammatizzare, lanciando un vaccino scaccia-panico in anteprima mondiale), l’Italia si è rivelata l’epicentro della tragedia, in Europa. E il governo Conte – strettamente controllato proprio dall’Oms “cinese” – ha imposto il peggior coprifuoco che sia stato adottato nell’intero continente, mettendo in ginocchio l’economia nazionale e senza neppure la forza di contrattare a Bruxelles un adeguato piano di soccorsi finanziari. Magaldi tifa apertamente per Mario Draghi, e spiega: insieme a Christine Lagarde (e ad altri pezzi da novanta del potere mondiale, interamente massonico), l’ex numero uno della Bce ha abbandonato i vecchi sodali del fronte oligarchico per abbracciare una prospettiva rooseveltiana e keynesiana, fondata sul recupero della sovranità democratica dopo i decenni dell’austerity e della globalizzazione neoliberista. Per questo Draghi fa paura: non tanto all’irrilevante Conte, quanto ai suoi sponsor “cinesi”, ben lieti di imporre agli italiani – col referendum sul taglio del Parlamento – l’ennesima restrizione dei residui spazi democratici.«Altro che taglio dei parlamentari: vorrei che deputati e senatori fossero il doppio degli attuali, e per giunta pagati il doppio. Non siamo ipocriti: se a pagarli adeguatamente non sarà lo Stato, provvederanno i privati (anche in modo illegale). E se le poltrone verranno tagliate, resteranno “sicure” solo quelle destinate a uomini che, anziché ai cittadini, risponderanno unicamente ai leader di partito». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, stronca la proposta referendaria di decurtazione della rappresentanza democratica, in Parlamento. «E’ triste che a volerla siano soprattutto i 5 Stelle, che un tempo caldeggiavano nobili forme di democrazia diretta come i referendum propositivi: un’idea ottima, a mio avviso, per integrare la democrazia rappresentativa. Peccato che i grillini se la siano completamente dimenticata». L’antipolitica dominante, che oggi gonfia i consensi del facile “sì” al taglio dei parlamentari, sotto la sferza della grande crisi innescata dal lockdown all’amatriciana, secondo Magaldi deriva dalla cocente delusione degli italiani per i leader che si sono succeduti negli ultimi anni: «Personaggi come Berlusconi e Renzi, bravissimi a chiacchiere quanto inconsistenti al lato pratico: stando alle riforme introdotte, il loro bilancio è davvero misero».
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Magaldi: la paura (Conte, Monti) o il coraggio, cioè Draghi
La politica italiana sta platealmente corteggiando Mario Draghi, in veste di ipotetico salvatore della patria, dopo il disastro nel quale Giuseppe Conte ha sprofondato il paese. «Ma lo stesso Draghi – come peraltro richiestogli – sta ben attento a non cedere a nessun compromesso al ribasso: sarà spendibile solo per fare grandi cose, in grado di capovolgere la situazione». Ovvero: liberare l’Italia dalla doppia schiavitù della quale è prigioniera: il ricatto della paura costruito da Conte col pretesto della pandemia e la sudditanza rispetto a un’Ue che, «con i quattro baiocchi del Recovery Fund (neppure investiti in modo strategico, ma sprecati in maniera malamente assistenziale) ci costringerà a pagare il conto, salatissimo, dell’ennesimo “debito cattivo”, come spiegato al Meeting di Rimini proprio da quel Draghi che, a marzo, sul “Financial Times”, propose un ben diverso orizzonte: e cioè, fronteggiare la crisi planetaria innescata dal virus emettendo miliardi a fondo perduto, destinati a non trasformarsi affatto in debiti da ripagare». Gioele Magaldi fotografa così i giorni convulsi che stiamo vivendo, in bilico tra catastrofe e rinascita: da una parte il nuovo Draghi, conquistato alla causa progressista dopo i lunghi trascorsi nella peggiore élite reazionaria del neoliberismo, e dall’altra un irriducibile nemico della democrazia sostanziale come Mario Monti, sfacciatamente messo a capo delle politiche dell’Oms per l’Europa.«La nomina di Monti è un’autentica vergogna, che denunceremo in ogni sede – tuona Magaldi, massone progressista – fino a quando il “fratello” Mario non avrà rassegnato le dimissioni: è uno scandalo che si affidi l’indirizzo europeo della sanità proprio al personaggio che operò i tagli che, la scorsa primavera, hanno reso il sistema sanitario italiano più debole e vulnerabile di fronte all’esplosione pandemica». In web-streaming su “MrTv”, la web-tv aperta dal Movimento Roosevelt, Magaldi cita i versi di Fabrizio De Andrè: i “buoni consigli” di Monti sono quelli di chi, per raggiunti limiti di età, «non può più dare il cattivo esempio». Vale anche per Sergio Mattarella, sostiene Magaldi, rinfacciando al capo dello Stato la scelta di negare a Paolo Savona, nel 2018, l’accesso a una leva strategica come il ministero dell’economia, «che da Savona sarebbe stato gestito assai meglio, che non da Giovanni Tria». Fu proprio quella mossa, richiesta dalle potenti oligarchie massoniche reazionarie – dice Magaldi – a sabotare in partenza le ambizioni del governo gialloverde, certamente fragile ma capace di spaventare gli eurocrati come il tedesco Günther Oettinger, portavoce della massoneria “neoaristocratica” (la stessa di Monti), che si premurò subito di avvertire gli italiani che sarebbero stati “i mercati” a insegnare loro come votare.Da allora sembra passato un millennio: i 5 Stelle, che due anni fa erano alle prese con le loro rivoluzionarie promesse elettorali, ora fanno da ruota di scorta a un Pd ridotto in brandelli, che non vede l’ora di liberarsi di Conte ma intanto è impantanato dalla segreteria di Zingaretti, che – dopo aver sprecato 14 milioni di euro in mascherine mai arrivate alla Regione Lazio – ora vorrebbe imporre ai laziali over-65 (e ai sanitari) la vaccinazione antinfluenzale. «Il Movimento Roosevelt – precisa Magaldi, che ne è il presidente – è tra quanti hanno chiesto al Tar di sospendere l’esecutività dell’ordinanza di Zingaretti: l’istanza di sospensione non è stata accolta, ma la battaglia non è finita: a breve, il Tar dovrà pronunciarsi nel merito, valutando cioè l’inopportunità della somministrazione obbligatoria di un vaccino che secondo gli stessi medici non avrebbe efficacia nel quadro del contenimento del Covid». Per molti anziani, addirittura, la vaccinazione antinfluenzale potrebbe essere pericolosa per la loro salute: «Se davvero la si volesse imporre, limitando in caso contrario la loro libertà di movimento – avverte Magaldi – si aprirebbe un contenzioso di altro genere, rispetto al quale Zingaretti è bene che si prepari fin d’ora».Di vaccini inopportuni ha parlato – a Berlino – nientemeno che l’avvocato Robert Kennedy junior, nella giornata di protesta contro il “distanziamento universale” che ha radunato milioni di manifestanti (non solo nella capitale tedesca, ma anche in città come Londra, Zurigo e Madrid). «Robert Francis Kennedy milita nel nostro circuito sovranazionale, quello della massoneria progressista», precisa Magaldi, autore del saggio “Massoni” (Chiarelettere, 2014) che svela il ruolo occulto delle superlogge nella sovragestione politica. Al netto di quella che Magaldi definisce «l’ossessione di Kennedy per i vaccini», e senza però sottovalutare «il ricorso troppo disinvolto a determinati vaccini, da parte di una sanità che tende a somministrarli depenalizzando i produttori e proponendo quindi l’immunizzazione piuttosto che la cura delle malattie», Magaldi sottolinea il valore simbolico dell’intervento di Kennedy a Berlino, che ha citato espressamente lo storico discorso di suo zio, John Kennedy, nel ‘61: se il Muro di Berlino era il simbolo del totalitarismo del dopoguerra (quello dell’Urss), oggi – per il nipote – la protesta dei berlinesi è una grande risposta alla nuova tentazione totalitaria, quello di chi sta cavalcando il Covid in modo forsennato, sfruttando la paura.Per Magaldi, il figlio di Bob Kennedy potrebbe – domani – diventare un player importante, negli Usa, se si volesse ricostruire una prospettiva rooseveltiana e keynesiana, concentrata sul pieno recupero della democrazia e dei diritti sociali che il neoliberismo ha eroso, scolorito e cancellato. Del resto, aggiunge il presidente del Movimento Roosevelt, sono eminenti economisti ad ammettere, oggi, che la globalizzazione neoliberale – fatta di solo mercato – è praticamente fallita. L’aveva annunciato già negli anni ‘90 il grande antropologo svizzero Jean Ziegler nel saggio “La privatizzazione del mondo”, spiegando che lo smantellamento del welfare avrebbe impoverito le popolazioni e messo fuori uso i servizi, a cominciare da quello sanitario, in Italia letteralmente devastato da Mario Monti. Insieme a Elsa Fornero (tuttora interpellata in televisione, come se fosse un esempio di governatrice illuminata), lo stesso Monti ha terremotato anche il sistema pensionistico, rendendo più debole la società e aumentando l’insicurezza: problemi che oggi stanno letteralmente per esplodere di fronte alla crisi-Covid, rispetto a cui Giuseppe Conte non ha soluzioni: «Molte famiglie stanno esaurendo i soldi, e gli imprenditori – che temono di chiudere i battenti, o di dover vendere la loro casa per salvare l’azienda – sanno che gli spiccioli del Recovery Fund arriverebbero solo a rate e a piccolissime dosi: troppo poco, e troppo tardi».Al di là degli imbarazzanti proclami di Conte – sonoramente contestato a Catania, nei giorni scorsi, al grido di “buffone” – è infatti proprio la catastrofe incombente (90.000 imprese a rischio, non meno di 5 milioni di posti di lavoro secondo l’Istat) a spingere i nani della politica italiana verso il possibile salvatore Mario Draghi. Persino “Dagospia” ha segnalato «un codazzo di auto blu, sotto la casa romana dell’ex presidente della Bce». Il crollo del sistema-Italia è paventato dalla stessa banca centrale: una famiglia su tre – avverte Bankitalia – a ottobre potrebbe non sapere più come arrivare a fine mese. Se il governo giallorosso sembra quindi avere le ore contate, non è certo da questo Parlamento che potrebbe venire una soluzione: si pensa a un esecutivo di salvezza nazionale, come quello varato da Monti nel 2011 ma di segno diametralmente opposto. Ormai la recita è finita: di che pasta sia fatta, questa Unione Europea, lo hanno capito tutti. Serve una rivoluzione copernicana, come quella evocata da Draghi sul “Financial Times”: ossigeno illimitato, sotto forma di miliardi, fino a quando l’economia non si sarà ripresa. Succederà? Dipende: la partita è complessa, ammette Magaldi, che indica un altro ostacolo ingombrante, ovvero la Cina. Meglio ancora: il “partito cinese” che opera tra le quinte del governo Conte.«Nei giorni scorsi – dice Magaldi – ho letto su “La Verità” che stanno emergendo gravi responsabilità di Conte, nel ritardo con cui è stata gestita la fase iniziale dell’emergenza, senza contare l’invio – proprio in Cina – di materiali sanitari che, di lì a poco, sarebbero stati preziosi in Italia, dove invece scarseggiavano». Non solo: è di qualche giorno fa la forte irritazione degli Usa nei confronti di “Giuseppi”, che l’8 agosto – con un decreto mantenuto riservato – ha concesso a Telecom un primo via libera per utilizzare la tecnologia Huawei per il 5G, contravvenendo così alle esplicite richieste della Casa Bianca. Per Magaldi, in Italia il clan filo-cinese «include il massone reazionario Romano Prodi, che ambisce al Quirinale». L’ombra della Cina – che omai di fatto controlla l’Oms – si allunga anche sulla scandalosa nomina di Mario Monti, altro esemplare della massoneria oligarchica che ha messo in croce l’Italia utilizzando l’austerirty Ue per i propri inconfessabili scopi di natura privatistica. E’ lo stesso clan, insiste Magaldi, che – a partire dalla fine degli anni ‘70, con Kissinger – ha contribuito a creare la Cina di oggi, un “mostro” bifronte (benessere economico, ma niente democrazia), come modello per un futuro Occidente senza più diritti: come quello che gli strateghi del Covid stanno cercando di imporre, a colpi di restrizioni, ben sapendo che in questo modo si lasciano collassare intere economie, come quella italiana.Magaldi celebra «la grandezza di Mario Draghi», dimostrata dalla capacità di cambiare radicalmente i propri convincimenti, «arrivando così anche a farsi perdonare le tante colpe del passato», cioè gli anni in cui Super-Mario dirigeva dal Tesoro la svendita del Belpaese, e poi – dalla Bce – non muoveva un dito per salvare l’Italia dalla tempesta dello spread. Il ribaltamento dei ruoli è un clamoroso indicatore di quanto sta succedendo, in Italia e nel mondo: da un parte i big come Draghi, convertiti al socialismo liberale e all’economia keynesiana (citata e praticata dallo stesso Donald Trump), e dall’altra gli irriducibili oligarchi che manovrano Conte, in uno scenario in cui galleggiano il silenzioso Mattarella, il mai pentito Prodi e l’impresentabile Monti, legatissimo alla “sorella” Merkel e ora premiato – in spregio all’Italia – dagli oscuri burocrati dell’Oms finanziata da Pechino e da Bill Gates, l’uomo che sogna il microchip obbligatorio per l’umanità. Di fronte al collasso politico planetario imposto dalla gestione della Grande Paura, l’agenda elettorale italiana è risibile: le regionali del 20-21 settembre ripropongo la farsa del finto scontro tra centrodestra e centrosinistra, mentre alla vigilia del referendum che propone di tagliare anche l’ultimo pezzo di democrazia (il Parlamento) si indebolisce di giorno in giorno l’entusiasmo dei “tagliatori”. Se l’orizzonte che conta è quello delle presidenziali Usa del 5 novembre, con il finto progressista Biden opposto a un Trump sostenuto dai massoni progressisti, il paesaggio italiano – in attesa che l’increscioso Conte esca di scena – è dominato da due totem altrettanto contrapposti: da una parte il lugubre Monti, dall’altra l’irriconoscibile Mario Draghi.La politica italiana sta platealmente corteggiando Mario Draghi, in veste di ipotetico salvatore della patria, dopo il disastro nel quale Giuseppe Conte ha sprofondato il paese. «Ma lo stesso Draghi – come peraltro richiestogli – sta ben attento a non cedere a nessun compromesso al ribasso: sarà spendibile solo per fare grandi cose, in grado di capovolgere la situazione». Ovvero, liberare l’Italia dalla doppia schiavitù della quale è prigioniera: il ricatto della paura costruito da Conte col pretesto della pandemia e la sudditanza rispetto a un’Ue che, «con i quattro baiocchi del Recovery Fund (neppure investiti in modo strategico, ma sprecati in maniera malamente assistenziale) ci costringerà a pagare il conto, salatissimo, dell’ennesimo “debito cattivo”». Lo ha spiegato al Meeting di Rimini proprio quel Draghi che, a marzo, sul “Financial Times”, «propose un ben diverso orizzonte: e cioè, fronteggiare la crisi planetaria innescata dal virus emettendo miliardi a fondo perduto, destinati a non trasformarsi affatto in debiti da ripagare. Gioele Magaldi fotografa così i giorni convulsi che stiamo vivendo, in bilico tra catastrofe e rinascita: da una parte il nuovo Draghi, conquistato alla causa progressista dopo i lunghi trascorsi nella peggiore élite reazionaria del neoliberismo, e dall’altra un irriducibile nemico della democrazia sostanziale come Mario Monti, sfacciatamente messo a capo delle politiche dell’Oms per l’Europa.
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Draghi, l’Innominato: rifondare il futuro, vincendo la paura
Nei “Promessi Sposi”, l’Innominato è un potente masnadiero al quale i malvagi si rivolgono per il loro piano, che infatti va in porto, fino a quando è lo stesso Innominato – convertitosi al bene – a farlo saltare per aria, aprendo la strada alla felicità di Renzo e Lucia. In attesa di capire quanto possa esservi di realmente manzoniano, in Mario Draghi, risuonano le parole che ha pronunciato il 18 agosto 2020 – data storica, probabilmente – nel santuario cattolico militante del Meeting di Rimini, di fronte al silenzio urlante di una politica italiana azzerata da decenni di grigiore e ora letteralmente annichilita dal coronavirus, o meglio dalla gestione della paura – nazionale e mondiale – come unica bussola per il futuro. E qui si erge, di colpo, il gigante Mario Draghi: la prudenza sanitaria è obbligatoria, ma la sola paura non è accettabile. Urge un futuro degno di questo nome, e si chiama gioventù. Possiamo chiudere bottega, se “suicidiamo” un’intera generazione condannandola al panico perpetuo, sembra dire l’ex banchiere centrale, nei giorni in cui i media – a reti unificate, e in modo ridicolo – trasformano in untori i giovani della movida, scambiando i contagi per malattie.
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Dylan, Draghi e l’inferno Covid. Magaldi: presto la verità
«Forse gli italiani se lo meritano, un governo che li chiude in casa per un allarme gonfiato, poi li rovina economicamente lasciandoli senza soldi e li prende in giro fino alla fine, con promesse favolose, fino al miracolo (inesistente) dei mitici aiuti dell’Unione Europea: poche briciole che costeranno un prezzo salatissimo, e che arriveranno – forse – tra un anno, a piccole rate, quando ormai il peggio ci sarà crollato addosso, a partire dalle prossime settimane». Tanta amarezza, da parte di Gioele Magaldi, viene dall’impietosa fotografia degli ultimi mesi, che si prolunga nel cuore dell’estate: «Vedo ancora in giro gente con indosso la mascherina: c’è chi se la mette per passeggiare all’aperto, e chi la tiene sul viso mentre guida l’auto, da solo». Follia? E’ il risultato della micidiale manipolazione messa in atto, a tambur battente, dallo scorso febbraio. La paura di un virus ormai spento e debellato dai medici con terapie efficaci, ma tuttora presentato come minaccia invincibile. «C’è chi insiste nell’evocare “seconde ondate”, anche se persino il telegiornale di “Sky” ha ammesso che l’epidemia è praticamente finita». Gli italiani? «In maggioranza, hanno accettato di subire restrizioni spesso assurde, non motivate da alcuna ragione medica».
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Inferno in arrivo: Italia, senza soldi una famiglia su tre
«Se si dà uno sguardo all’ultima indagine della Banca d’Italia sulle condizioni economiche del paese dopo il Covid, si avvertirà probabilmente un brivido freddo che percorre la schiena. Il 55% degli italiani si trova ad un passo dalla soglia di povertà. Un terzo delle famiglie italiane tra tre mesi non avrà più sufficienti riserve. L’ossigeno finirà in autunno e molti non avranno più nemmeno le risorse necessarie per comprare il pane. Quella che sta per arrivare è una ondata tale che trascinerà il paese in un vortice di caos e violenza mai visti dalla fine del secondo conflitto mondiale». Lo scrive Cesare Sacchetti, autore di un’articolata analisi del dramma italiano sul blog “La Cruna dell’Ago”. Sacchetti cita Massimo Cacciari, definito «uomo da sempre vicino agli ambienti globalisti», il quale «non ha avuto pudori nel descrivere ciò che sta per arrivare in Italia». Le sue parole infatti non lasciano spazio a dubbi: «In autunno la situazione sociale ed economica sarà drammatica, con pericoli per l’ordine sociale», ha detto il filosofo veneziano. «Per stare a galla, il governo dovrà coprirsi dietro il pericolo della pandemia e tenere le redini in qualche modo. Una dittatura democratica sarà inevitabile». A parte la definizione paradossale e ipocrita di “dittatura democratica”, è chiaro – sottolinea Sacchetti – a cosa si sta andando incontro.Secondo l’analista, quello nel quale stiamo piombando «è uno scenario da guerra civile, accuratamente voluto e preparato dal governo e dalle élite internazionali che lo dirigono». Lucida la fotografia: «L’attenzione del pubblico è stata interamente rivolta contro un virus che ad oggi non è stato in grado di fare più morti nel mondo della comune influenza stagionale, al netto di tutte le falsificazioni fatte sui numeri». Mentre le masse sono state messe le une contro le altre «magistralmente, e in maniera criminosa», per i dettagli del distanziamento, cioè l’uso di guanti e mascherine, «il regime è andato avanti e ha portato una sospensione delle libertà personali senza precedenti dal 1945». Per il momento, sembra che la prevista proroga dello stato di emergenza non ci sarà. Ma questo non cambia nulla, rispetto allo scenario che sta per arrivare: «La crisi ci sarà e sarà devastante, così come le possibili rivolte», scrive Sacchetti. «E’ a quel punto che la proroga oggi messa nel cassetto potrebbe essere ritirata fuori domani, per portare ad un’altra durissima repressione. Il pretesto sarà ancora una volta il Covid-19, e su questo avranno un ruolo fondamentale i media nel regolare al massimo la manopola del terrore del virus».Il punto massimo di rottura, aggiunge Sacchetti, sarà probabilmente raggiunto nei prossimi mesi: al che, il rischio di tumulti sarà estremamente elevato. Ecco perchè il virus “serve”, sostiene l’analista: «Serve a mantenere in vita il colpo di Stato consumatosi lo scorso gennaio». L’autore si domanda perchè «le élite mondialiste», che stanno «coordinando in diverse parti del mondo uno scenario di dittatura globale», si siano accanite così tanto, in modo particolare, contro l’Italia, che sarebbe uno snodo centrale per l’instaurazione del cosiddetto “nuovo ordine mondiale”. Sacchetti cita l’ex agente dei servizi segreti britannici, John Coleman, che nel libro “Il comitato dei 300” denunciò come la “morte” del nostro paese «fosse stata decretata molti anni prima da uno dei circoli più importanti del mondialismo, il Comitato dei 300, che a sua volta controlla fermamente il Club di Roma, fondato da Aurelio Peccei, uomo degli Agnelli, e il club Bilderberg, un altro gruppo globalista del quale fanno parte tra gli altri l’attuale capo della task-force del governo, Colao».L’attacco all’Italia, sempre secondo Sacchetti, sarebbe articolato anche sul piano religioso, colpendo il paese che ospita e custodisce la tradizione cristiana. In linea con il tradizionismo ottocentesco di monsignor Carlo Maria Viganò, l’analista accusa Bergoglio di essere complice «della strategia di secolarizzazione e scristianizzazione perseguita dalle élite contro l’Italia». In primo piano, nella riflessione di Sacchetti, resta però l’aspetto economico: il “colpo di grazia” impartito dal folle lockdown imposto dal governo Conte sarebbe solo l’ultimo passo della devastazione avviata negli anni ‘80 dalla privatizzazione dell’Iri, con Romano Prodi, e proseguita negli anni ‘90 da Mario Draghi. «Infine, il passaggio al disastroso modello economico ordoliberale, l’ingresso della moneta unica e la conseguente adozione di un cambio troppo pesante per i parametri dell’economia italiana – aggiunge Sacchetti – hanno dato un’ulteriore accelerazione al processo di deindustrializzazione del paese, a tutto beneficio del cartello mercantilista nord-europeo, rappresentato dall’industria tedesca e olandese, che di converso hanno beneficiato di un cambio artificialmente svalutato».Ora siamo alle battute finali, secondo Sacchetti. «E’ stato fatto un lavoro scientifico di demolizione di una nazione dal punto di vista materiale e spirituale, ma non si è ancora giunti al suo annichilimento totale. Serve qualcosa di ancora più devastante. In questo senso, la crisi da Covid si è rivelata perfetta, perché le previsioni economiche parlano di un crollo verticale del Pil pari a -12%». L’Italia, prosegue l’analista, sarà il paese che subirà quella che sarà considerata probabilmente «la più grave repressione economica della storia economica internazionale». Di fronte ad una situazione così drammatica, i disordini potrebbero essere inevitabili, «e il governo fantoccio nelle mani delle élite lo sa perfettamente: per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, mancherà il pane a milioni di persone». Ecco perché, secondo Sacchetti, «è necessaria la farsa della seconda ondata: per disinnescare qualsiasi tentativo di rivolta e usare il pugno duro della repressione dittatoriale contro le rivolte di piazza».Quando questa crisi raggiungerà l’apogeo e l’instabilità sarà totale, «allora con ogni probabilità questo traballante governo uscirà di scena, e i segnali di una sua dipartita precoce sembrano esserci già adesso». Lo stesso Sacchetti nota l’anomalo comportamento del viceministro della sanità, il grillino Pierpaolo Sileri: «Durante la crisi da Covid non osava pronunciare una parola contro il governo di cui fa parte», e ora invece «sembra essere investito da una sorta di incontinenza verbale acuta, che lo sta portando praticamente a rinnegare tutto quanto fatto dal suo stesso governo in materia di gestione Covid». Prove di fuga dalla nave che sta per affondare? La verità è che le l’élite che hanno sovragestito il Covid, manovrando il governo Conte, «stanno permettendo deliberatamente che il paese venga travolto dalla crisi», per poi passare alla “soluzione” già pronta: «Un altro governo tecnico, stavolta nelle mani di quello che appare ancora essere il candidato preferito dall’establishment, ovvero Mario Draghi, sicario economico che ha avuto un ruolo da protagonista nell’accompagnare il processo di smantellamento dell’Italia».Sacchetti non crede al “pentimento” dell’ex presidente della Bce: «Draghi a Palazzo Chigi darebbe il via all’ultima stagione di saccheggio della nazione, e gli ultimi residui gioielli in mano allo Stato verrebbero messi sul mercato a prezzi di saldo: non sarebbe altro che l’esecuzione del piano Colao», che prevede di cedere agli stranieri anche gli asset stratetgici, trasporti e infrastrutture, porti e aeroporti. «Sarebbe una privatizzazione di massa dell’intero sistema-paese». Qualcuno sostiene che Draghi sarebbe tornato alle sue origini progressiste e keynesiane? Sacchetti non ci crede: sul “Financial Times”, Draghi ha invitato a espandere i debiti pubblici, «senza dire però a quali condizioni e senza sottolineare che quella espansione, senza un ombrello della banca centrale che inietta moneta per garantire la solvibilità del debito, si rivelerebbe disastrosa».Secondo Sacchetti, quella clamorosa sortita sul quotidiano finanziario ha l’aria di essere un’abile mossa essenzialmente tattica e ingannevole, per evocare «la narrazione di una immaginaria conversione di Draghi», che nel frattempo ha incontrato di Di Maio e presto vedrà il vero capo del Pd (Franceschini), mentre Bergoglio lo ha appena “promosso” nella Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. «Dal caos sociale ed economico, volutamente preparato e orchestrato dai mondialisti, uscirà il governo che dovrà infliggere il colpo di grazia al paese», insiste Sacchetti: «In autunno si consumerà quindi l’aggressione finale del clan globalista contro l’Italia». In sostanza, «si sta per combattere una battaglia decisiva, che deciderà il destino di milioni di persone, non solo in Italia, ma nel mondo». Attenzione: «La madre di tutte le battaglie si combatterà in Italia, nel cuore dell’Occidente cristiano dove tutto ebbe inizio 2000 anni fa, e dove tutto sembra di nuovo finire oggi».«Se si dà uno sguardo all’ultima indagine della Banca d’Italia sulle condizioni economiche del paese dopo il Covid, si avvertirà probabilmente un brivido freddo che percorre la schiena. Il 55% degli italiani si trova ad un passo dalla soglia di povertà. Un terzo delle famiglie italiane tra tre mesi non avrà più sufficienti riserve. L’ossigeno finirà in autunno e molti non avranno più nemmeno le risorse necessarie per comprare il pane. Quella che sta per arrivare è una ondata tale che trascinerà il paese in un vortice di caos e violenza mai visti dalla fine del secondo conflitto mondiale». Lo scrive Cesare Sacchetti, autore di un’articolata analisi del dramma italiano sul blog “La Cruna dell’Ago“. Sacchetti cita Massimo Cacciari, definito «uomo da sempre vicino agli ambienti globalisti», il quale «non ha avuto pudori nel descrivere ciò che sta per arrivare in Italia». Le sue parole infatti non lasciano spazio a dubbi: «In autunno la situazione sociale ed economica sarà drammatica, con pericoli per l’ordine sociale», ha detto il filosofo veneziano. «Per stare a galla, il governo dovrà coprirsi dietro il pericolo della pandemia e tenere le redini in qualche modo. Una dittatura democratica sarà inevitabile». A parte la definizione paradossale e ipocrita di “dittatura democratica”, è chiaro – sottolinea Sacchetti – a cosa si sta andando incontro.