Archivio del Tag ‘Palazzo Chigi’
-
La Bonino che non t’aspetti e la carica degli impresentabili
Salvare Berlusconi dai processi e garantire a Bersani un vero incarico per un governicchio: è questa la missione delle trattative per il Quirinale? Peccato che i candidati dei partiti «sono da fare accapponare la pelle», protesta Marco Travaglio, che passa in rassegna la nomenklatura quirinalizia come una galleria degli orrori. A cominciare dall’ex “dottor sottile” di Craxi, Giuliano Amato, il premier che fece pestare a sangue i disoccupati a Napoli un anno prima del G8 di Genova, dopo essersi fatto detestare nel fatidico ’92 con il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti degli italiani, un bottino da 93.000 miliardi di lire. Un uomo d’oro, da 31.000 euro al mese, presidente dell’Antitrust ignaro del super-trust Mediaset, consulente della Deutsche Bank, membro della Treccani e della scuola San’Anna di Pisa, nonché consigliere di Monti per i tagli ai costi della politica (mai tagliati). Berlusconi lo candidò al Quirinale, il centrosinistra l’ha riempito di cariche: «Nella speciale classifica degli impresentabili è uno dei vincitori di diritto».
-
Laura Puppato coi No-Tav, cade il tabù della Torino-Lione
Vent’anni di tenace interdizione, sorretti da una fede incrollabile nell’opzione-zero, riassunta in due parole: No Tav. «Penso che non sia più tempo di spendere nemmeno un euro se non per investimenti all’insegna della ragionevolezza e del buon senso». Lo afferma Laura Puppato, reduce dalle primarie contro Renzi e Bersani. Incredibile ma vero, l’ex sindaco di Montebelluna si prenota il 23 marzo in valle di Susa per la grande manifestazione nazionale contro l’alta velocità, presidiata dai 163 neo-parlamentari grillini. E’ caduto il tabù della Torino-Lione: nonostante Bersani, Fassino e Chiamparino, ora persino nel Pd è possibile rimettere in discussione l’opera pubblica più inutile d’Europa. «Costa moltissimo, non è supportata da stime di traffici in crescita e la popolazione non la vuole», prende atto la senatrice veneta, che si schiera col presidente della Comunità Montana valsusina, Sandro Plano, e un altro illustre “dissidente” del Pd, il sindaco barese Michele Emiliano, non da oggi vicino alla protesta della valle di Susa.
-
Giannuli: spiegate al Pd che non si può sbagliare sempre
Oltre quattro milioni e mezzo di italiani: l’emorragia è pari all’11% del vecchio bottino elettorale del Pd, il partito che sbaglia sempre tutto. Forse anche perché gli iscritti tendono a “perdonare” sempre i dirigenti, mediocri e cronicamente perdenti. «Il peggior colpevole è la base di quel partito, che elegge, mantiene, difende una simile mandria di incapaci, nella incrollabile fede della vittoria finale», protesta Aldo Giannuli. «Ma, cari compagni, vi è mai passato per la testa di chiedere conto ai vostri dirigenti dei risultati della loro azione politica?». Questa tendenza a fare muro intorno al gruppo dirigente, aggiunge Giannuli, aveva un senso negli anni della guerra fredda, quando si poteva temere che in una crisi della leadership potesse inserirsi l’avversario, e che questo potesse spianare la strada persino ad un colpo di Stato, pronto ad approfittare della momentanea frammentazione del partito. «Ma non ve l’hanno detto che la guerra fredda è finita? Sveglia!».
-
Draghi al Quirinale? Da Berlino, ponti d’oro all’Italia
Mario Draghi al Quirinale dopo Napolitano? Nessuno ha preso sul serio la notizia, lanciata da “Dagospia”, secondo cui il governatore della Bce sarebbe stato un candidato perfetto per il centro, molto meglio di Monti. Ma, secondo un analista come Aldo Giannuli, il “nodo Draghi” resta un’opzione concreta: non più per Palazzo Chigi, visti i tempi strettissimi, ma magari per il Colle. Tutti sanno che il successore di Draghi a Francoforte sarà un tedesco, ma la Germania non sembra disposta ad aspettare sino al 2016: «Berlino il governatore della Bce lo vuole ora, nel momento in cui occorre governare la crisi». Per di più, la Merkel ha bisogno di fronteggiare le tendenze anti-euro che iniziano a manifestarsi apertamente anche in Germania: a rimpiangere il marco c’è anche l’ex presidente della Confindustria, alla testa di imprenditori, economisti e politici non fanno mistero di vedere di buon occhio l’uscita dalla moneta unica. Quindi, per la Merkel, «prendere la guida della Bce sarebbe un bel colpo in campagna elettorale e frenerebbe le pulsioni anti-euro».
-
Monti: sanità senza soldi. Staccheremo la spina ai malati?
Via gli ospedali: costano troppo. E i malati? Pazienza, si arrangino. Chi se lo può permettere, si rivolgerà a cliniche private. Neppure i peggiori tangentocrati del passato erano mai arrivati a tanto: minacciare di chiudere il servizio sanitario nazionale, per presunta mancanza di fondi, è l’ennesimo record del salvatore della patria spedito a Palazzo Chigi direttamente dalla Goldman Sachs, dai Bilderberg e della Trilaterale, col placet di Napolitano, di Bersani e degli altri candidati alle primarie del centrosinistra. Presto, dichiara testualmente Monti il 27 novembre 2012, non sarà più possibile garantire la sostenibilità finanziaria del sistema sanitario nazionale. Spaventato dalle immediate reazioni suscitate («Se vuole privatizzare la sanità, lo dica», avverte Susanna Camusso della Cgil), il professore tenta di smentirsi in capo a una manciata di minuti: non è a rischio la sostenibilità finanziaria, si contraddice il premier, ma – aggiunge – è necessario trovare altre modalità per sostenere i costi della sanità pubblica.
-
Giannuli: partiti ko, un italiano su quattro voterà Grillo
Bruciante il verdetto della Sicilia: solo un cittadino su tre ha ancora fiducia nell’attuale sistema politico, totalmente impotente di fronte alla grande crisi. Se il centrodestra si dissolve, il Pd non rappresenta alcuna alternativa: «Affonda più lentamente, ma affonda». Numeri impietosi: il Pdl perde due voti su tre (da 900.000 a 247.000), il Pd quasi uno su due. Malissimo anche l’Udc: «Non solo non intercetta un voto di quelli persi dai partiti maggiori, ma ne perde 130.000 dei suoi», dicendo addio a un elettore su tre. Perde 25.000 voti anche l’alleanza tra Sel e Federazione della sinistra, mentre il “Movimento 5 Stelle” decuplica i voti rispetto a quattro anni fa, sfiorando il 15%. Per la prima volta nella storia democratica, lo “sciopero del voto” supera il 50%, «evidente segno politico di ritiro della fiducia degli elettori nei confronti del sistema nel suo complesso», sostiene Aldo Giannuli.
-
Barnard: noi come l’Africa, venduti agli Avvoltoi finanziari
«Voi persone per bene non capite cosa significhi trovarsi debitori di un Vulture Fund, di un avvoltoio. Siete abituati al volto del vostro cassiere all’Unicredit, al Monte dei Paschi. Anche tu, imprenditore, non sai come prende allo stomaco il fiato di un Ss finanziario quando lo devi ricevere nel tuo ufficio». E sarà inutile, dall’interno del “Lager economico Italia”, volgere lo sguardo al governo, ai sindacati, alle Regioni: il debito sovrano dell’Italia del default sarà stato trasferito, con decisione del Consiglio Europeo, sotto la giurisdizione britannica o dello Stato di New York. Per cui a Roma sarà la Notte dei Lunghi Coltelli: «Il resto delle “Ss finanziarie” del Fmi, della Ue dei tecnocrati alla Rompuy e Draghi, saranno impegnate a ripulire i palazzi governativi per sempre. Inutile neppure pensarci, a loro».
-
Berlusconi: via la Par Condicio, col placet di Bossi e Fini?
Qualcuno nutriva dei dubbi? Berlusconi non si dimetterebbe neanche se condannato da un tribunale della Repubblica italiana. Poco gli importa che altri capi di governo eletti direttamente dal popolo, da ultimo l’israeliano Ehud Olmert, si siano sentiti in dovere di lasciare l’incarico a seguito di un semplice rinvio a giudizio per corruzione. Il miliardario che da quindici anni considera Palazzo Chigi uno strumento della sua personale impunità, persegue ormai esplicitamente una sovranità assoluta, sganciata dalla divisione dei poteri su cui si fonda la democrazia liberale. Rivendica il diritto di vivere al di sopra della legge.
-
Lerner: voglia di democrazia, attenti alle primarie del Pd
Voterò anch’io, domenica 25 ottobre 2009, alle primarie del Partito Democratico. E mi auguro che siano tanti i cittadini italiani che lo faranno, contraddicendo così un’altra volta i pronostici scettici della vigilia. Non dimentico che in passato gli osservatori sottovalutavano la possibilità di “elezioni inventate” con milioni di persone coinvolte. Un fenomeno di cittadinanza attiva che ora viene studiato con interesse nel resto d’Europa.
-
Mazzette ai Taliban? Roma: falso, denunciamo il Times
L’Italia avrebbe pagato i Talebani per scongiurare attacchi contro le proprie truppe in Afghanistan: questa “prassi”, per la quale avrebbe protestato l’ambasciatore Usa a Roma, sarebbe costata la vita a soldati francesi, che si credevano al sicuro. L’accusa, clamorosa, proviene dal Times di Londra, che il 15 ottobre ha firmato un durissimo attacco contro il governo italiano. Che smentisce e replica: «Tutto falso, è solo spazzatura. Reagiremo querelando il giornale londinese».
-
Cedolin: tradita dai politici, la val Susa resta No-Tav
Esiste una domanda che quasi tutti, contrari o favorevoli all’alta velocità, semplici cittadini o uomini politici, fautori della crescita o attivisti della decrescita, sindacalisti, poliziotti o industriali, stanno continuando a porsi con sempre più insistenza. Quando fra qualche mese o qualche anno in val di Susa torneranno le ruspe per iniziare la costruzione del Tav Torino – Lione e la valle verrà nuovamente militarizzata come si trattasse dell’Afghanistan, la reazione popolare sarà dirompente e decisiva come lo fu nel 2005? Per tentare di darci una risposta occorre ripercorrere gli ultimi 3 anni, al fine di comprendere se ed in quale misura gli accadimenti succedutisi abbiano intaccato la compattezza del movimento No Tav