Archivio del Tag ‘Palestina’
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PeaceReporter: guerra alla terra, la rapina dell’acqua
“Guerra alla terra” prova a raccontare alcuni esempi del distorto rapporto tra uomo e natura nel mondo. Afghanistan, Delta del Niger, Territori Occupati palestinesi, Bolivia, cosa hanno in comune? Sono alcuni dei luoghi in cui la fame di ricchezza dei potenti della terra sta utilizzando lo strumento della guerra per appropriarsi delle risorse e del territorio in modo indiscriminato e selvaggio. E mentre esce il libro, nel nostro paese si imbocca la strada della privatizzazione dell’acqua. Un bene che non può avere padroni, esattamente come l’aria. Un bene essenziale, che deve essere di tutti, cioé pubblico.
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Veronelli e vino anarchico, il piacere della libertà
Ciccioli, citazioni di Prampolini e Fourier, affettati misti, tortelli di zucca, “Bella ciao” come al cimitero di Bergamo, ma allora era la banda degli Ottoni a Scoppio e stavolta un mandolinista di 84 anni, molto vispo però, e un chitarrista di 75, minestra di trippa (facoltativa), una quantità impressionante di bottiglie di Lambrusco di tutti i tipi (chiaro, scuro e scurissimo: il migliore), anticipazioni, ricordi, guanciale di vitello brasato. Così, a poco più di cinque anni dalla morte, a Gualtieri hanno ricordato Sua Nasità.
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Olmert: Stato palestinese, o finiremo come il Sudafrica
L’elezione di Obama alla presidenza Usa ha acceso grandi speranze di nuovi orizzonti sui differenti scacchieri della politica internazionle ma in particolare su quello mediorientale. Le dichiarazioni del nuovo inquilino della Casa Bianca riguardo al vespaio israelo-palestinese sono state chiare e perentorie e confermate dalla scelta di George Mitchell come inviato nella regione. Ma mesi dopo le coraggiose dichiarazioni nulla sembra seriamente muoversi, neppure un modestissimo congelamento degli insediamenti.
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Kamel, Israele-Palestina: due storie, una speranza
Israele-Palestina. Due storie, una speranza. E’ il titolo del libro di Lorenzo Kamel, presentato il 19 ottobre all’Italian Culture Institute di Haifa, presente Eric Salerno, giornalista e autore di libri-denuncia come “Genocidio in Libia. Le atrocità nascoste dell’avventura coloniale italiana” e “Israele: la guerra dalla finestra”. Il volume di Kamel, molto documentato, presenta ai lettori i temi cardine che hanno portato alla genesi e allo sviluppo del conflitto israelo-palestinese, lo scontro locale più “globale” della storia dell’uomo.
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Siamo tutti stranieri, nessuna terra è nostra
Il nazionalismo peggiore è quello di legittimazione religiosa. Ne abbiamo avuto un esempio con il nazismo, che è stato una filiazione diretta del cuius regio eius religio. La matrice del nazionalismo religioso, che è una vera metastasi, si ha quando la religione, che è in cerca di assoluto e si legittima nell’assoluto, sostiene di possedere la verità. Io tento di contrastare questa tendenza perniciosa che è presente nell’Ebraismo, ma non solo, è un’ idea comune a tutti i monoteismi: l’idea della verità, il “noi abbiamo la verità”. Io sostengo: noi abbiamo opinioni. Inoltre: noi non abbiamo rivelazioni, abbiamo storie di rivelazioni, che è molto diverso.
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Addio a Teresa Strada, presidente di Emergency
«La serenità consapevole con la quale è andata incontro alla conclusione del suo tempo ha espresso la determinazione e il coraggio che rappresentano la verità della nostra azione in un’attività che ha dato senso alla sua e alla nostra esistenza». Emergency ha annunciato così la morte della sua presidente, Teresa Sarti Strada, che si è spenta a 63 anni nella sua casa di Milano. Ad assisterla il marito Gino, con il quale nel ‘94 aveva fondato l’organizzazione che cura le vittime civili delle guerre, e la figlia Cecilia. Qualche ora prima era stata trasferita dalla struttura sanitaria torinese che l’aveva in cura per una malattia che l’affliggeva da due anni.
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Galtung: Turchia ed Euro-Cina dopo il declino Usa
Ovviamente la Turchia diverrà membro dell’Unione Europea, col sostegno francese e tedesco. Ci vorrà un po’, ma hanno un bisogno reciproco. Il matrimonio è scritto nelle stelle. Quando, è più difficile dire. Probabilmente per il 2015, sicuramente per il 2020; può anche arrivare molto prima per ragioni da esplorare. Chiarisco perché. Una volta (nel 1980) predissi il declino e la caduta dell’impero Sovietico, cominciando dal Muro di Berlino, di lì a dieci anni; e (nel 2000) predissi il declino e la caduta dell’impero Usa, non del paese Usa, per molti versi meraviglioso, entro vent’anni.
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Lituania, il ghetto nascosto dell’Olocausto rimosso
Ci sono luoghi speciali che la storia ha prescelto come laboratorio dei suoi esperimenti fallimentari. Luoghi in cui una parola banale come “convivenza” può suonare minacciosa al comune sentire del popolo. Nazioni civili stufe di “convivere”. E allora sembrerà assurdo ma è quassù, nel gelo baltico di una Lituania repubblica democratica indipendente da quindici anni, che ho percepito il potenziale contagioso della propaganda contro il “mito” del “presunto” olocausto ebraico scatenata nel 2006 da un leader lontanissimo, abile nel padroneggiare i media, come l’iraniano Mahmud Ahmadinejad.
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L’Egitto: una follia il canale tra Suez e il Mar Morto
Il canale di collegamento tra il Mar Morto e il Mar Rosso rappresenterebbe una catastrofe ambientale. Lo ha sostenuto il 27 luglio il generale egiziano Ahmed Fadel, presidente della società del Canale di Suez, in occasione delle celebrazioni del 53° anniversario della nazionalizzazione di quest’ultimo. «’Il progetto del canale tra il Mar Morto e il Mar Rosso è una follia. Se realizzato, potrebbe causare eruzioni vulcaniche e terremoti, a causa della vicinanza con la faglia africana», ha detto Fadel. «L’ecosistema del Mar Rosso sarebbe compromesso per sempre».
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Coloni israeliani devastano uliveti palestinesi
In mattinata, un gruppo di coloni israeliani ha dato fuoco ad almeno 1500 ulivi, in Cisgiordania, appartenenti a contadini palestinesi. Le coltivazioni sono state distrutte come forma di rappresaglia contro lo sgombero di alcuni avamposti illegali dei coloni, effettuati dalle forze di polizia israeliane. Scrive il quotidiano israeliano Haaretz, che una decina di coloni armati di torce, è partita a cavallo per vendicare l’azione delle forze di polizia che in mattinata avevano sgomberato alcuni edifici illegali nelle colonie intorno a Nablus, mentre altri scagliavano pietre sulla strada.
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L’Egitto ordina la pace tra le fazioni palestinesi
Il generale Omar Suleiman, braccio destro del presidente egiziano Mubarak e uomo forte dell’Egitto nello scacchiere mediorientale, ha imposto ai palestinesi un ultimatum: entro il 7 luglio, l’Anp di Abu Mazen (Cisgiordania) e Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, dovranno raggiungere un accordo che ponga fine alla lotta fratricida tra palestinesi. La mossa dell’Egitto fa seguito al gelido incontro tra il presidente Usa, Barack Obama, e il premier israeliano Netanyahu. Come l’America, l’Egitto vuole uno Stato palestinese nei territori illegalmente occupati da Israele. Primo passo necessario, la fine della faida che oppone i laici eredi di Arafat e gli islamici di Hamas.
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Pappé: pulizia etnica, il peccato originale di Israele
Il genocidio della popolazione palestinese commesso a Gaza tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009 dalle forze armate israeliane, che hanno usato armi di sterminio come le bombe al fosforo bianco e colpito indiscriminatamente abitazioni, scuole e centri dell’Onu, non è stato purtroppo un caso isolato nella storia dello Stato ebraico. Di quella violenza selvaggia e metodica, riesplosa nella distruzione del ghetto palestinese di Gaza, è possibile infatti riscontrare tracce già dal lontano 1947, prima ancora della nascita di Israele. Lo afferma un insigne storico israeliano, Ilan Pappé, nel libro “Storia della Palestina moderna” (Einaudi), al centro di aspre controversie.