Archivio del Tag ‘veleni’
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Bocca: navigare fino a Milano, salvare il Po dai veleni
Il Lambro avvelenato, che minaccia di avvelenare il Po, è l’ultima delle devastazioni compiute «dal partito del fare e del non ragionare». Il Piemonte è “il padre di tutte le inondazioni”, i suoi fiumi non tengono più. Contadini, industrie e cavatori hanno chiesto all’alto corso del Po più del ragionevole. Hanno preso i suoi valligiani per farne dei manovali, le sue acque per derivazioni che in certi tratti, d’inverno, asciugano il fiume che è tanto più pericoloso quanto più è in magra. Salvare il Po? E’ possibile, recuperando la civiltà del fiume. E utilizzandolo come via d’acqua commerciale, pulita e alternativa al cemento e all’asfalto.
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Allarme inceneritori: diossine nel latte materno
Neonati avvelenati dalle diossine presenti nel latte materno: latte di donne che vivono nei pressi di un inceneritore. L’allarme è scattato dopo le analisi cui si sono sottoposte due giovani madri, di 30 e 32 anni, che vivono a due passi dall’impianto di incenerimento di Montale in provincia di Pistoia, un forno che brucia 150 tonnellate di rifiuti al giorno, già chiuso in via temporanea nel 2007. L’accusa: l’impianto produce 50 milioni di nano-grammi di diossine al giorno. Secondo l’Arpa della Toscana, contamina suolo, vegetali, uova, carne di manzo, pollame e persino i pesci. Anche il latte materno?
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Ambientalisti della domenica, per un pugno di voti
Ha un senso chiudere le città alla circolazione automobilistica la domenica, quando il traffico è già di per sé scarso, con l’ambizione di ripulire l’aria e le coscienze per qualche ora, in attesa che arrivi il lunedì con il classico corollario di tangenziali intasate, ingorghi e volumi di traffico schizofrenici? Ha un senso decidere i blocchi della circolazione domenicali senza curarsi minimamente delle condizioni meteorlogiche, quando sabato è appena arrivato il vento di favonio a ripulire l’aria o lunedì sono previste precipitazioni che abbatteranno una parte degli inquinanti presenti in atmosfera?
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Devastare il Camerun per garantire biofuel all’Europa
Colera, febbre tifoidea e dissenteria: sarebbe il “regalo” alla popolazione del Camerun che subisce la distruzione della foresta per far posto alle piantagioni di palma da olio destinate a produrre biocarburanti. Operazione sostenuta dall’Europa, che punta sul biofuel per sostituire gradualmente il petrolio. Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale sostengono la campagna per il biodiesel in Camerun: 140.000 ettari di superficie, 30.000 dei quali ottenuti a spese della foresta africana, delle popolazioni rurali e della biodiversità: la distruzione di foreste vergini accelera il surriscaldamento terrestre.
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Se Silvio piccona la Seconda Repubblica, da lui fondata
Troppi veleni e troppe tensioni (anche nel centrodestra) e troppa incertezza. Questa la ragione dell’esasperazione del premier e del suo sfogo al vertice europeo del Ppe. Diversamente, scrive Massimo Franco sul “Corriere della Sera”, non si capirebbe come un presidente del Consiglio dotato di una maggioranza schiacciante possa dire che «la sovranità è passata dal Parlamento al partito dei giudici». Lo stupore della platea, aggiunge Franco, fa pensare che il discorso sia stato iscritto più nella categoria delle stranezze italiane che in quella degli attacchi alla democrazia: come se le anomalie del Belpaese fossero state offerte al giudizio dell’Europa.
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Fiume morto, una bomba chimica chiamata Lambro
Scendendo il Po a motore spento, spinti dalla corrente, si ha l’impressione che all’approssimarsi della foce del Lambro, sul lato sinistro, all’altezza di Orio Litta nel Lodigiano, il grande fiume provi ribrezzo, anzi terrore. Scarta sulla destra, come se sentisse odore di morte. Quasi sapesse che lo sta per colpire uno dei fiumi più inquinati del mondo, 40 metri cubi di veleno al secondo, i due terzi degli scarichi civili e industriali della Lombardia, l’equivalente del liquame prodotto da 11 milioni di abitanti.
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“Berlusconi mafioso”, Sallusti: preparatevi allo scoop
«Silvio Berlusconi è mafioso e responsabile delle stragi avvenute agli inizi degli anni Novanta». Non è uno scherzo, è uno scoop in arrivo. «O meglio, è uno scherzo che i soliti noti stanno cercando di trasformare in una accusa giudiziar-politica». Lo afferma Alessandro Sallusti, condirettore del “Giornale”, organo di stampa berlusconiano diretto da Vittorio Feltri. Il 22 novembre, all’indomani degli ultimi rumors sulle trame siciliane di 15 anni fa, Sallusti rivolge un durissimo attacco all’ex pm Luigi De Magistris, ora europarlamentare dell’Idv, preannunciando imminenti “rivelazioni” alla base dell’ennesimo “complotto” contro il premier.
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Il Manifesto: ecco la mappa dei relitti tossici
In fondo al mare italiano non ci sono solo centinaia di navi affondate. I nostri fondali hanno nascosto per almeno un ventennio verità che nessun governo vuole rivelare. Lo afferma il “Manifesto”, in edicola il 14 novembre. «E’ il nostro un paese non solo di navigatori, ma anche di trafficanti di rifiuti, di logge massoniche più o meno coperte che sulle scorie fanno campare generazioni di imprenditori senza scrupoli, di servizi molto segreti che pensano più alla copertura degli affari sporchi che alla difesa della democrazia», scrive il quotidiano comunista diretto da Valentino Parlato.
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Biocarburanti dall’Eni in Congo, rischio-devastazione?
Quasi 2000 chilometri quadrati per lo sfruttamento di sabbie bituminose e 70.000 ettari di savane per ricavare olio di palma. E’ la colossale operazione da tre miliardi di euro con la quale l’Eni, accanto all’esportazione di idrocarburi, punta a sfruttare le risorse africane del Congo-Brazzaville per utilizzare fonti rinnovabili. Un rapporto della fondazione dei Verdi tedeschi avverte: attenti a non provocare un disastro ecologico. Il dossier, realizzato dalla Heinrich Böll Foundation, chiede alle autorità congolesi e italiane di evitare di trasformare il bacino del fiume Congo in un’area ad altissima densità di inquinamento.
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Gigantesca tomba di veleni, 38 indagati ad Alessandria
Mezzo milione di metri cubi di veleni. A tanto ammonterebbe la quantità di rifiuti tossici, o comunque pericolosi, nascosti sotto il polo chimico di Spinetta Maregno, a due passi da Alessandria. Lo afferma la Procura della Repubblica, concludendo l’indagine avviata nel maggio del 2008, in seguito all’esposto di Medicina Democratica dell’emergere della presenza di cromo esavalente nelle lavorazioni. Gli indagati sono 38, appartenenti alle tre società (Ausimont, Atofina-Arkema e Solvay) che si sono alternate nel tempo nella gestione del sito industriale. Le accuse sono per tutti di avvelenamento doloso, per alcuni anche di omessa bonifica.
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Facebook, Berlusconi nel mirino: le parole sono proiettili?
Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti in “Palombella rossa”. E aveva ragione. Perché possono creare e possono distruggere. E il loro trasformarsi in azione è, molto spesso, così veloce che è difficile anche solo rendersene conto. Per questo c’è da preoccuparsi per quello che sta succedendo in questo paese. Il rischio di un “ritorno agli anni Settanta”, per riprendere l’allarme lanciato da Giampaolo Pansa qualche giorno fa sul Corriere della Sera, prende corpo, si fa più inquietante e suona sempre meno “esagerato”. Su Facebook si incita all’uccisione del premier, c’è chi si dice pronto a premere il grilletto
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Una nuova casa comune per gli ecologisti italiani
Una federazione di persone, per rifondare l’ambientalismo italiano. E senza candidarsi alle elezioni. E’ la proposta lanciata dal Gruppo delle Cinque Terre, attraverso un documento collettivo redatto da Massimo Marino e Maurizio Di Gregorio. Parola d’ordine: unire le forze, per alimentare la politica dall’esterno, con un’iniezione di cultura ecologista. Un modo per tentare di salvare l’agonizzante situazione italiana, quella cioè di un paese intossicato dai veleni, piegato dalla crisi, e a cui i partiti non riescono a dare speranza.