Archivio del Tag ‘virus’
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Da Bossi in poi, i “guerrieri” li sceglie il potere. E li votiamo
La vittoria elettorale delle nuove destre è la logica conseguenza di tutto ciò che è accaduto negli ultimi 30 anni anni, in primis per colpa delle sinistre che hanno lasciato un vuoto abissale, abdicando a quello che sarebbe dovuto essere il loro scopo primario, e per logica conseguenza di uno schema del potere, pensato ed attuato perché cambiasse la società in termini reazionari, sia culturalmente che socialmente. Il progetto procede per gradi, dopo aver attraversato diverse stagioni dagli anni ‘70 ad oggi, passando per la strategia della tensione, attraverso il progetto atlantista piduista di spostamento a destra dell’asse politico-culturale ed economico-sociale, attraverso il Patto Stato-Mafia, dopo il divorzio tra Banca d’Italia e ministero del Tesoro, con tutte le nefaste conseguenze politico-economiche che hanno costituito l’attuale stato delle cose, siamo arrivati a percepire ed intravedere le nudità del Re. Così abbiamo abbaiato, ci siamo incazzati e abbiamo desiderato nuovi condottieri che ci portassero via da questo inferno in terra. Non potevamo sapere che i nuovi salvatori della patria e i loro contenitori del dissenso erano stati pensati e progettati proprio dagli stessi poteri forti che pensavamo ingenuamente di combattere.In cosa consiste il progetto della sovragestione? Partiamo dall’89, anche se la storia inizia molto, molto prima. Dopo il crollo del Muro di Berlino lo scenario geopolitico internazionale è mutato e il network dei poteri forti ha favorito ufficialmente, e non più sottotraccia, il vento delle nuove destre, ora tecnofinanziarie, ora populiste, ora di centrodestra, ora di centrosinistra, trasversali e apolidi. In Italia Tangentopoli è stato lo spartiacque tra il vecchio sistema oramai in putrefazione e la nuova classe dirigente, è stata l’occasione di aggiornare il sistema in termini dispotici, seguendo un paradigma liberista neocon, neo-aristocratico, di austerity, di svuotamento dell’apparato statale, di destrutturazione dello Stato Sociale, di impoverimento progressivo delle classi sociali; modello perseguito da tutto l’arco politico costituzionale, trasversalmente e senza distinzioni degne di nota. La Sovragestione del progetto di quella che sarebbe diventata la cosiddetta 2° Repubblica nasce molto prima, già prevista alcuni decenni fa; ed era facile previsione, perché dopo 20 anni di future austerity e di politiche economiche anti-statali, anti-sovraniste, di impoverimento del ceto medio, gli elettori si sarebbero naturalmente spostati negli anni verso contenitori populisti.E infatti, e per tempo, è corsa ai ripari, plasmando fin da subito negli anni ‘80 una forza che sarebbe cresciuta negli anni a venire: la Lega Nord, “pensata” dall’ideologo Miglio in contrapposizione proprio a quello statalismo italico, nata come formazione secessionista, anticipando su scala nazionale quell’Europa su due livelli, oggi cruda realtà, quindi cresciuta in un’ottica ed in una visione anti-sovranista, anti-statale e filogermanica. Quello fu il primo baluardo, il primo virus introdotto nel corpo morente italico. Contemporaneamente, fu la volta di Berlusconi che è stato il primo vero populista vincente e aggiornatore del palinsesto culturale, mentre il Pd si occupò della svendita del Belpaese e di inseguire anch’esso politiche liberiste neocon; fino alla creazione dei 5 Stelle, nati come contenitore moderno e di passaggio del dissenso popolare, oggi in crisi e forse al termine di un percorso che li ha visti utili idioti di una Sovragestione che li ha strumentalizzati, utilizzati e poi scaricati.Trent’anni di malapolitica imposta dalla Sovragestione hanno quindi favorito la pancia e la rabbia dell’elettorato che, anche a suon di propaganda divisoria, basata sulla paura e sull’odio, ha premiato oggi partiti come Lega e Fdi. Nessuna sorpresa, è andato tutto come doveva andare, in maniera assolutamente naturale e pacifica, senza alcuna sbavatura. Prossimo passo sarà quello di alzare finalmente l’asticella del consentito, ovvero l’affermazione sempre più ampia delle nuove destre in Europa e in tutti gli Stati che la compongono, diventando la longa manus di quella Sovragestione che da decenni manovra e favorisce mutazioni genetiche, per implementare politiche repressive, avviare la militarizzazione del territorio e aggiornare il sistema proprio in direzione di quell’Ordine Mondiale globalista che alcuni, forse, si sono scordati esista.Il centrosinistra e il centrodestra sono stati utilizzati in questi anni per implementare politiche liberiste e cambiare i connotati culturali, economici e sociali del paese; oggi il macro-potere della Sovragestione conclude il progetto proprio attraverso gli apparenti nemici di sempre, in realtà le sue inconsapevoli sentinelle, oggi preposte ad aggiornare lo stesso sistema di ieri e a renderlo sempre più elitario, sofisticato e potente. E’ la coda che si ricongiunge con la bocca della serpe, i contenitori del dissenso finto-rivoluzionari creati dalla testa per sostituirla e rendere eterno lo schema del potere. Un po’ come tirare una pietra dalla cima di un monte e lasciare che essa crei l’effetto domino della valanga; così funziona la Sovragestione…(Simone Galgano, “Le affinità elettive della sovragestione”, dal blog “Maestro di Dietrologia” del 27 maggio 2019).La vittoria elettorale delle nuove destre è la logica conseguenza di tutto ciò che è accaduto negli ultimi 30 anni anni, in primis per colpa delle sinistre che hanno lasciato un vuoto abissale, abdicando a quello che sarebbe dovuto essere il loro scopo primario, e per logica conseguenza di uno schema del potere, pensato ed attuato perché cambiasse la società in termini reazionari, sia culturalmente che socialmente. Il progetto procede per gradi, dopo aver attraversato diverse stagioni dagli anni ‘70 ad oggi, passando per la strategia della tensione, attraverso il progetto atlantista piduista di spostamento a destra dell’asse politico-culturale ed economico-sociale, attraverso il Patto Stato-Mafia, dopo il divorzio tra Banca d’Italia e ministero del Tesoro, con tutte le nefaste conseguenze politico-economiche che hanno costituito l’attuale stato delle cose, siamo arrivati a percepire ed intravedere le nudità del Re. Così abbiamo abbaiato, ci siamo incazzati e abbiamo desiderato nuovi condottieri che ci portassero via da questo inferno in terra. Non potevamo sapere che i nuovi salvatori della patria e i loro contenitori del dissenso erano stati pensati e progettati proprio dagli stessi poteri forti che pensavamo ingenuamente di combattere.
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Quale 25 Aprile e quale Liberazione, nella Colonia Italia?
Ho superato il 25 aprile uscendo dalla culla di questo eterno presente, dalla quale, a noi pupetti, i pupari non fanno né vedere passato, né prospettare futuro. Eterna sospensione tra l’unico pensiero possibile, quello attuale, e l’unica tecnologia disponibile, quella digitale. Ho afferrato una radice e mi sono ritrovato sotto il monumento sul Gianicolo alle vittorie di Garibaldi sui francesi e alla memoria della Repubblica Romana (1848), poi annegata nel sangue dei patrioti e del popolo romano dalle monarchie francese, borbonica, austroungarica che Pio IX aveva invocato dal suo esilio a Gaeta (i bersaglieri gli avrebbero reso la pariglia a Porta Pia, vent’anni dopo). Priorità assoluta delle potenze, non diversamente da oggi, stracciare una Costituzione che a quella di esattamente cent’anni dopo poco aveva da invidiare e, dato l’ambiente europeo e la sua affermazione di sovranità, era perciò anche più meritevole. Un monumento che mi proteggeva dallo scroscio di toni enfatici e parole declamatorie grandinate dal Quirinale e rimbombate nella camera dell’eco che è la stampa italiana. Toni e parole all’apparenza del tutto rituali, generiche e banali, altisonanti, proprio come si retoricheggiava ai tempi di Lui, prendendo fiato a ogni periodo, passando dal grave all’imperativo nobile e finendo sull’intimidatorio per chi non dovesse darsela per intesa.Insomma, discorsi da Balcone, dalla cui pomposa prosopopea cerimoniale, nel caso specifico del tutto abusiva, immancabilmente esalano i vapori dell’ipocrisia e dell’autorità fondata su chiacchiere e distintivo. E a volte, su felpe e giubbotti, abusivi pure questi. Tutte cose che con i fasti evocati da lontano, sempre senza averne i titoli, abusivamente, hanno il compito di coprire i nefasti del presente e dei presenti. Non ho partecipato ad alcuna celebrazione, ufficiale o ufficiosa, trovandole tutte spurie e inquinate. Dal Quirinale a un’Anpi che condivide con tutte le sinistre la perdita di sé e che si mette ad arzigogolare sull’equivalenza tra nazifascismo e quello che i superrazzisti dell’Impero e delle sue marche definiscono razzismo. Mistificando per tale quello di chi smaschera l’operazione colonialista, detta globalizzazione, ai danni dei dominati del Sud e del Nord. Gli sciagurati sovranisti, identitari, refrattari alla levigatezza dell’uniformato. Seppure lo definiscano tale, non ne fa sicuramente parte Matteo Salvini, sovranista farlocco e sfascia-Italia del “prima gli italiani”, purchè si tratti di trafficoni eolici, trivellatori di terre e mari, sfondatori di valli e montagne, magna magna di ogni genere, cravattai lombardoveneti, insomma tutti i missi dominici dell’Impero.Genìa che è stata decisiva perché i risultati del 25 aprile fossero consegnati nelle mani e nelle borse dei nuovi invasori. Genìa maledetta. E’ stato lo spirito dei tempi coronati dal 25 aprile e subito successivi che ha innalzato l’Italia – dal fascismo squadrista frantumata in giovani obnubilati, popolo plebeizzato e impecoranato, federali in stivali e loro mignotte, intellettualità sedotta, asservita e abbandonata, brutalità ed elementarietà di azione e pensiero (salvo grandi architetti) – ai livelli di un passato come quello dei Leopardi e dei moti ottocenteschi. Che ha prodotto i Fenoglio, Calvino, Pavese, i De Sica, Rossellini, Monicelli, giganti che hanno nanificato, moralmente e culturalmente, tutto quello che è venuto dopo e che formicola a petto in fuori nei Premi Strega e Bancarella. Si può dire, e spiacerà ai nonviolenti, di vocazione o altro, che quello Zeitgeist, così generoso, è uscito dalla canna di un fucile.Da ex-direttore responsabile e inviato di guerra del quotidiano “Lotta Continua” e militante (a lungo latitante) di quell’organizzazione, che contro il fascismo aggiornato del consociativismo di regime, con il suo terrorismo di Stato, pure qualcosa ha fatto, mi permetto, nel mio piccolo e intimo, di ringraziare i partigiani tutti. Formazione di popolo. Più di tutti quelli garibaldini, e rigettare nel buco nero dell’esecrazione gli Alleati, che ai primi hanno sottratto e pervertito la vittoria, poi procedendo a sottrarre e pervertire ciò che di ogni vivente fa quello che è: la sovranità sua, della sua comunità, del suo passato, presente, futuro, nome. Di questo gli antifascisti da terrazzo, antisovranisti del re di Prussia, non sanno e non dicono, bisognosi come sono dei cartonati in camicia nera e saluto romano per occultare il fascismo global-digital-finanziario che li ha reclutati e di cui si sono inoculato il virus. Il che non mi impedisce, sia detto per inciso, di trasecolare a fronte di chi insiste a definire Piazzale Loreto “giustizia di popolo”.Stessa matrice. Oggi si vedono sul palcoscenico della commedia nazionale e occidentale, in grande spolvero, nuovi “antifascisti”. Ce ne sono addirittura di patrocinati da George Soros, che non si fa scrupoli di affiancarli all’altra sua creatura: “Me too”. Come sempre quando il pifferaio riesce a riunire e riconciliare in un’unica truppa ratti e bambini ignari, li si trovano, schiamazzoni e autocertificati, dall’estrema sinistra a quella vera destra che si dice vuoi centrosinistra, vuoi centrodestra. Virgulti, balilla e giovani italiane del Nuovo Ordine Mondiale, puntano quello che in artiglieria viene chiamato “falso scopo” (e il puntamento indiretto verso un obiettivo non individuabile a vista). In parole semplici, additando un chihuahua ringhiante nei bassifondi ideologici urbani, si urla “al lupo, al lupo”, con l’effetto di distogliere la nostra mira dal lupo mannaro vero che tiene al guinzaglio chi urla. (Chiedendo scusa al lupo per la becera metafora fiabesca. E ricordando che il ministro dell’ambiente 5 Stelle, Costa, proibisce di abbattere i lupi, mentre Salvini, forte di mitraglietta, ne autorizza l’abbattimento: fatto che contiene in nuce tutto il significato delle temperie in cui il post-25 aprile, tradito come nemmeno il presunto Giuda il presunto Gesù, ci ha ingabbiato e nelle quali, o i 5 Stelle staccano la spina, o rischiamo il corto circuito e il black out loro e di tutti noi).Il discorso della Liberazione va ripreso ab imis fundamentis. E’ per questo che ho spostato le mie commemorazioni-celebrazioni a due giorni dopo, il 27 maggio del 1937. E il giorno tristissimo della morte di Antonio Gramsci (io c’ero già e ricordo una serie di quaderni di mio padre con sopra, imparai dopo, le immagini, tra altre, di Marinetti, D’Annunzio, Gozzano, Leopardi e Gramsci). Non significa niente, ma sono contento di esserci già stato quando ancora viveva Gramsci. E’ insensato, ma mi pare che così sono in qualche modo contemporaneo e, quindi, più partecipe di quel “popolo” a cui questo sardo degno della sua terra ha ridato un nome, un’identità, un progetto, nel tempo che più lo ha visto conculcato, mistificato, sviato da una storia che era iniziata con Dante, che aveva serpeggiato per secoli e che si era rifatta prorompente con la Repubblica Romana e le altre affini, incancellabili madri dei nostri partigiani. Come Anita Garibaldi, che, sul colle Gianicolo, sparava ai francesi rinnegati, lo è specificamente delle nostre partigiane. E come lo era anche delle brigate femminili alla Comune di Parigi (dove c’erano pure i dai neoborbonici esecrati garibaldini!). Che nessun movimento o gruppo femminista ricorda e onora, preferendo icone tipo Hillary o Boldrini.(Fulvio Grimaldi, “Quale 25 aprile. Quale 27 aprile. Quale liberazione”, dal blog di Grimaldi del 26 aprile 2019).Ho superato il 25 aprile uscendo dalla culla di questo eterno presente, dalla quale, a noi pupetti, i pupari non fanno né vedere passato, né prospettare futuro. Eterna sospensione tra l’unico pensiero possibile, quello attuale, e l’unica tecnologia disponibile, quella digitale. Ho afferrato una radice e mi sono ritrovato sotto il monumento sul Gianicolo alle vittorie di Garibaldi sui francesi e alla memoria della Repubblica Romana (1848), poi annegata nel sangue dei patrioti e del popolo romano dalle monarchie francese, borbonica, austroungarica che Pio IX aveva invocato dal suo esilio a Gaeta (i bersaglieri gli avrebbero reso la pariglia a Porta Pia, vent’anni dopo). Priorità assoluta delle potenze, non diversamente da oggi, stracciare una Costituzione che a quella di esattamente cent’anni dopo poco aveva da invidiare e, dato l’ambiente europeo e la sua affermazione di sovranità, era perciò anche più meritevole. Un monumento che mi proteggeva dallo scroscio di toni enfatici e parole declamatorie grandinate dal Quirinale e rimbombate nella camera dell’eco che è la stampa italiana. Toni e parole all’apparenza del tutto rituali, generiche e banali, altisonanti, proprio come si retoricheggiava ai tempi di Lui, prendendo fiato a ogni periodo, passando dal grave all’imperativo nobile e finendo sull’intimidatorio per chi non dovesse darsela per intesa.
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I 10 scandali rivelati da Assange su Bush, Obama e Hillary
Nei suoi quasi 15 anni di attività, Wikileaks ha diffuso oltre 10 milioni di documenti classificati. Tra questi, la maggior parte ha a che fare con piani segreti del governo degli Stati Uniti nei suoi programmi di intelligence, sicurezza e guerra. La fondazione guidata dal detenuto Julian Assange è stata l’avanguardia in termini di informazioni classificate per anni. Tanto che i suoi principali portavoce sono stati perseguitati da governi alleati con Washington come Svezia e Gran Bretagna. Assange stesso è stato rifugiato dal 2012 in una piccola stanza dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, fino a quando il governo di Lenin Moreno ha smesso di concedergli questo status. 1. Gli archivi di Guantanamo. Nel 2007, hanno pubblicato migliaia di documenti sotto forma di manuali e informazioni sul carcere inaugurato dall’amministrazione Bush nel 2002 a Guantánamo Bay, a Cuba. Gli archivi sono pieni di dettagli sui prigionieri e sui metodi di tortura utilizzati quotidianamente contro di loro nell’ambito di un programma di procedure per il trattamento di persone sospettate di essere terroristi. La Croce Rossa ha confermato che non tutti i prigionieri di Guantanamo sono terroristi e le critiche al funzionamento di questa struttura sono aumentate nel corso degli anni.2. Notizie segrete sulle guerre all’Afghanistan e all’Iraq. War Diaries è stato lanciato nel 2010 con quasi 400 mila resoconti riguardanti la guerra in Iraq dal 2004 al 2009. Possiamo trovare tutto, dalle attrezzature militari utilizzate dall’esercito Usa in dettaglio, alle informazioni sugli obiettivi militari e civili uccisi, più abusi e torture di prigionieri di guerra nei rapporti. 3. Cablegate: una lente d’ingrandimento sulla diplomazia statunitense. Nel 2010, WikiLeaks ha lanciato milioni di cable diplomatici scritti tra il 1966 e il 2010 e pubblicati in diversi media internazionali che mostrano le opinioni dei capi della diplomazia di Washington (tra cui Henry Kissinger) e le istruzioni ai loro diplomatici per spiare politici stranieri, meglio noti come CableGate. I cable confermano la battuta: «Perché non ci sono golpe negli Stati Uniti? Perché non c’è un’ambasciata statunitense». 4. Collateral Murder. Gli archivi filtrati grazie a Chelsea Manning, nel 2010 WikiLeaks hanno portato alla luce un video dal titolo Collateral Murder che mostra come le forze armate statunitensi sparano dagli elicotteri Apache contro obiettivi civili a Baghdad (capitale dell’Iraq), tra cui un giornalista della Reuters, che cadono fulminati al suolo. La registrazione risale al 2007.5. I documenti di Stratfor. Tra il 2012 e il 2013, oltre 5 milioni di e-mail sono trapelate dall’intelligence statunitense Stratfor. I Global Intelligence Files hanno rilasciato numerosi documenti in cui abbiamo appreso alcuni dettagli della rete interna di sorveglianza di massa negli Stati Uniti con la Nsa come protagonista, nonché le operazioni segrete svolte da Washington in Siria, tutte tra il 2004 e il 2011, lasciando anche a nudo l’intimo legame che esiste tra l’intelligence americana e la comunità di sicurezza e alcune aziende che funzionano come carri armati e organizzazioni non governative al servizio delle loro élite. 6. Svelati Tpp, Ttip, Tisa. Dal 2013 al 2016, WikiLeaks ha pubblicato documenti successivi denunciando che il governo degli Stati Uniti stava segretamente negoziando accordi di libero scambio noti come Transpacific of Economic Cooperation (Tpp, il suo acronimo in inglese), Transatlantic Trade and Investment (Ttip, il suo acronimo in inglese) e l’Accordo sugli scambi di servizi (Tisa, il suo acronimo in inglese). Prima dell’ascesa di Donald Trump, Washington aveva come strategia un nuovo sistema economico e legale in cui persino i diritti civili sarebbero stati profondamente calpestati in quasi tutto il mondo, sulla base di quegli accordi che non furono mai annunciati fino a quando non ci furono i leak.7. Alcune corporation a nudo. Dalla sua fondazione nel 2006, WikiLeaks ha pubblicato diversi file declassificati di società multinazionali che contengono informazioni segrete, come le conseguenze della fuoriuscita tossica in Costa d’Avorio da parte della compagnia energetica Trafigura che ha colpito più di 100 mila persone; allo stesso tempo, è stato scoperto che i media britannici erano complici di ciò quando falsificavano gli eventi. Inoltre, le attività off-shore della banca svizzera Julius Bär Group e le connessioni con la Casa Bianca e il complesso industriale-militare della società giapponese Sony furono anch’esse soggette a fughe di notizie. Pertanto, la politica governativa, ma anche quella imprenditoriale, sono obiettivi della fondazione di Julian Assange. 8. Lo spionaggio globale come strumento geopolitico. Nel 2016, abbiamo appreso che l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (Nsa) ha intercettato i telefoni della cancelliera tedesca Angela Merkel e l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, rubato cables della diplomazia italiana per conoscere quanto detto dall’ex premier Silvio Berlusconi con il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu su Barack Obama, ha spiato le comunicazioni dei ministri dell’Unione Europea e del Giappone per apprendere in dettaglio i loro accordi per evitare «l’ingerenza degli Stati Uniti» nel loro relazioni internazionali, tutto con uno scopo: accumulare dati per utilizzarli a vantaggio dei loro interessi come potere geopolitico in tutto il mondo. Tutto questo e altro ancora puoi scrutarlo qui.9. La caduta di Hillary Clinton. Per tutto il 2016 sono state pubblicate circa 44.000 e-mail dal Comitato Nazionale del Partito Democratico, evidenziando la campagna di sabotaggio contro la candidatura di Bernie Sanders a favore di Hillary Clinton all’interno del partito. A loro volta, 30.000 di queste e-mail appartengono o sono state inviate a Clinton durante il suo mandato come Segretario di Stato, nell’era di Obama. Il suo ruolo nel golpe in Honduras nel 2009, gli affari corrotti della Fondazione Clinton ad Haiti, i suoi piani per intervenire segretamente nella guerra in Siria, i milioni di dollari che guadagna per dare lezioni a banche e compagnie americane, tutte queste informazioni hanno prodotto la caduta di Clinton durante la corsa contro Donald Trump per la Casa Bianca. Ancora molti analisti credono che il magnate sia stata l’opzione migliore. 10. La Cia cibernetica. Nel 2017 è stato pubblicato Vault 7, la più grande pubblicazione di documenti della Central Intelligence Agency (Cia, il suo acronimo in inglese) fino ad oggi. Potete leggere gli archivi di come la Cia possieda un immenso arsenale di computer hacking paragonabile a quello della Nsa. La cosa più importante è che gli appaltatori e i funzionari dell’agenzia hacker hanno estratto migliaia di strumenti per il loro lavoro come «malware, virus, trojan, attacchi zero-day, sistemi di controllo remoto del malware e documentazione associata». Tutti questi dati sono ora al servizio degli hacker, che potrebbero persino conoscere il tuo indirizzo Ip a causa della irresponsabilità della sicurezza della Cia.(“Le 10 rivelazioni di Assange che hanno cambiato il modo di vedere il potere”, da “L’Antidiplomatico” del 13 aprile 2019; il newsmagazine pubblica anche i link per approfondire ciascuno dei 10 argomenti citati).Nei suoi quasi 15 anni di attività, Wikileaks ha diffuso oltre 10 milioni di documenti classificati. Tra questi, la maggior parte ha a che fare con piani segreti del governo degli Stati Uniti nei suoi programmi di intelligence, sicurezza e guerra. La fondazione guidata dal detenuto Julian Assange è stata l’avanguardia in termini di informazioni classificate per anni. Tanto che i suoi principali portavoce sono stati perseguitati da governi alleati con Washington come Svezia e Gran Bretagna. Assange stesso è stato rifugiato dal 2012 in una piccola stanza dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, fino a quando il governo di Lenin Moreno ha smesso di concedergli questo status. 1. Gli archivi di Guantanamo. Nel 2007, hanno pubblicato migliaia di documenti sotto forma di manuali e informazioni sul carcere inaugurato dall’amministrazione Bush nel 2002 a Guantánamo Bay, a Cuba. Gli archivi sono pieni di dettagli sui prigionieri e sui metodi di tortura utilizzati quotidianamente contro di loro nell’ambito di un programma di procedure per il trattamento di persone sospettate di essere terroristi. La Croce Rossa ha confermato che non tutti i prigionieri di Guantanamo sono terroristi e le critiche al funzionamento di questa struttura sono aumentate nel corso degli anni.
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Greta, l’ultima invenzione di chi ci impone sacrifici sociali
«Fate presto, non c’è più tempo». Ieri a dirlo era Mario Monti, oggi la piccola Greta Thunberg. Curioso, no? Vuoi vedere che, alla fine, la battaglia-spettacolo inscenata sul “climate change” dalla ragazzina svedese, sapientemente pilotata da esperti di marketing, ha obiettivi identici a quelli dell’élite globalista che impone “sacrifici” sociali al 99% della popolazione, stavolta anche con l’alibi del surriscaldamento globale? A domandarselo è l’antropologo Marco Giannini, analista indipendente e già vicino ai 5 Stelle, di fronte allo strano sciopero che il 15 marzo ha mobilitato milioni di studenti in ogni angolo del mondo. Hanno chiesto diritti sociali per i lavoratori, la fine delle morti bianche, un reddito minimo garantito che dia dignità ad ogni essere umano? Macchè. Hanno invocato un salario ragionevole e un’istruzione di livello per tutelare il futuro dei giovani, sottraendoli alla feroce lotteria competitiva del neoliberismo? Nossignore: la manifestazione era “per l’ambiente”. «Presto manifesteremo per la bontà, oppure forse contro la cattiveria: anzi, contro i cattivi», scrive Giannini: «Sì, credo proprio che Greta molto presto ci guiderà contro i cattivi, finalmente».Non era veritiero quindi – scrive Giannini, sarcastico – che le lobby si celassero dietro queste manifestazioni per colpire l’economia reale Usa, cioè Trump, cercando di scalzarla mediante la loro finanza globale, «quella che ha creato a tavolino la recessione mondiale e che necessita di reazioni stereotipate, prevedibili», allo scopo di «ottundere le menti e banalizzare le questioni». Un sospetto più che evidente, quello espresso da Giannini su “Come Don Chisciotte”: lo slogan “dobbiamo fare in fretta” serve a «creare le condizioni che rendano accettabili nuovi sacrifici (già “in canna”) altrimenti considerati odiosi e improponibili dalle popolazioni». Come ampiamente dimostrato da tutti gli studi sul comportamento umano, il “dobbiamo fare in fretta” – al fine di evitare una imminente catastrofe – è l’unico concetto che sortisce puntualmente l’effetto voluto dai manipolatori, a prescindere dalla sua eventuale coerenza. Anzi, scherza Giannini, «ormai ci aspettiamo che da un momento all’altro il Fmi, il Wto, la World Bank, BlackRock e Open Society, la Bayer-Monsanto, la Apple, Deutsche Bank e la Bce devolveranno gratuitamente verso ogni cittadino (americano, israeliano, italiano, russo, cinese, inglese) un bonus che copra interamente le spese per la coibentazione della propria abitazione».Per inciso, infatti, se si vuole ridurre il riscaldamento globale «non è tanto sulla CO2 che si deve agire, ma sul metano, che è 25 volte più impattante». Strano, vero? La manifestazione lanciata dalla piccola Greta ha avuto il plauso di Mattarella, Merkel, Macron. Applaudono anche le multinazionali finanziarie, quelle che hanno creato la crisi del 2007 per poi socializzare le perdite a spese dei governi, dopo aver «distrutto vite e privatizzato i profitti speculativi». Ancora oggi, continua Giannini, è sicuramente “cattivo” chi rivela che non sono tanto i cittadini comuni a produrre CO2, quanto «i settori terziario-quaternario e industria», come lo è chi svela che «dietro queste manifestazioni ci sono coloro che costantemente si arricchiscono col meccanismo “Cap & Trade”, cioè proprio con il business della CO2 a spese dei cittadini». Aggiunge Giannini: «Paradossale leggere che si debbano ridurre i consumi quando costoro impongono l’ideologia del crescere ad ogni costo e dell’emarginazione sociale». A meno che, oltre al lavaggio del cervello ideologico (vero target della “missione”) tutto ciò non serva «per ridurre il margine di manovra di quelle regioni del mondo che, in modo stoico, stanno cercando ancora oggi di emergere dalla recessione, nonostante la stramaledetta e controproducente austerity, in cui ad esempio l’Italia è imbavagliata».A proposito di “crescita infinita”, Giannini invita i lettori a questa riflessione: e se domani i robot rendessero disponibili beni a sufficienza per il mondo intero? Se tutti (anche agli africani “regolari”, cui Giannini insegna matematica e scienze) disponessero di un “reddito minimo”? «I consumi globali arriverebbero a un livello approssimativamente standard, ponendo fine alla finanza e ridando all’economia reale la corretta dimensione. A quel punto a cosa servirebbe crescere? A niente, se non alla selezione naturale tra esseri umani». Da quel momento, il “crescere” servirebbe solo a «dividere la torta in modo insensato, favorendo pochi “rentier” e omologando l’intera popolazione umana nell’ignoranza e nell’imbecillità». Tenere le menti lontanissime da queste considerazioni, secondo Giannini, è “necessario”, «perché la teoria della “crescita infinita” prosperi anche quando non servirà più» (beninteso: «Al momento, all’Italia serve eccome, crescere»). Ma come non vedere la manipolazione che sta dietro al fenomeno Greta? «Rendere moda, marketing, mercato (banche) certe questioni – insiste Giannini – equivale a svalutare i significati e a manipolare il senso comune, al fine di abituare i cittadini ad agire per emozioni, per stereotipi», cosicché chi la determina, la moda, cioè chi detiene i media, possa «omologare e rendere dipendenti (cioè privi di libertà) i cittadini».Dietro questa manifestazione ingenua e giovane – “comunque bella”, per citare Lucio Battisti – ci sono «coloro che hanno impoverito l’Africa e sfruttato la tratta di esseri umani». Nel continente nero (e non solo) hanno privatizzato tutto, con la complicità di un pugno di oligarchi africani traditori, razziando risorse a costo zero. «Sono coloro che hanno alimentato guerre e colpi di Stato, venduto armi per nutrire i traffici, generato carestie», fino addirittura a “testare” virus mortali prodotti in laboratorio, come quello della Sars. «Sono coloro che proteggono l’opulenza dei politicanti europei, altrettanto traditori», che hanno accettato l’euro ben sapendo che sarebbe servito a «colpire operai e classi medie». Osserva Giannini: «Fa molto male, rendersi conto che – salvo eccezioni – non sia lo stato di necessità a smuovere le masse, bensì il marketing». Siamo uno zoo falcilmente manovrabile, in fondo: “Je suis Charlie”, recitavano i cartelli nelle piazze all’indomani della strage parigina nella redazione di “Charlie Hebdo”, come se davvero l’obiettivo del commando terrorista fosse la libertà di satira. Prepariamoci, avvertiva a fine 2018 un analista come Fausto Carotenuto, veterano dell’intelligence: l’élite è in difficoltà e, per imbrogliarci, nel 2019 fabbricherà altre finte rivoluzioni. Ed ecco, puntuale, la piccola Greta.Didendere l’ambiente è sacrosanto, riconosce Giannini, ma il tema – aggiunge – va affrontato in modo non emotivo, partendo dalle cause, con un serio approccio scientifico. In Italia, dopo l’omicidio Moro, le lobby occidentali «inquinarono il Pci dei diritti sociali trasformandolo nell’eurocomunismo “fru fru”, per usare una terminologia cara a Beppe Grillo». Da allora, il progressivo assedio culturale dai movimenti effimeri (Femen, antiproibizionismo, diritti civili ma non sociali) ha inaugurato «l’eone dei sacrifici, a partire dal vincolo esterno dello Sme fino ad oggi: e i risultati si vedono». Da quel momento «la sinistra, il socialismo, non significarono più “lavoratori” ma ben altro, tra cui la distruzione della società intesa come Stato sociale», il declino della tradizione e dei “luoghi antropologici”, la fine dell’identità patriottica «in favore del globalismo d’accatto». Con Greta, «siamo su questo solco, che distrae le energie». La sinistra? «Perde definitivamente i propri tratti». E quindi «non ha più senso ragionare in termini politicamente bipolari». Infine, Giannini ricorda che «l’ignara Greta» è affetta da Asperger, dunque «è a rischio egocentrismo e fissazione». Domanda: «E’ funzionale al suo sviluppo, questa sua esposizione? O la ragazzina è usata come una cavia, come carne da macello?».«Fate presto, non c’è più tempo». Ieri a dirlo era Mario Monti, oggi la piccola Greta Thunberg. Curioso, no? Vuoi vedere che, alla fine, la battaglia-spettacolo inscenata sul “climate change” dalla ragazzina svedese, sapientemente pilotata da esperti di marketing, ha obiettivi identici a quelli dell’élite globalista che impone “sacrifici” sociali al 99% della popolazione, stavolta anche con l’alibi del surriscaldamento globale? A domandarselo è l’antropologo Marco Giannini, analista indipendente e già vicino ai 5 Stelle, di fronte allo strano sciopero che il 15 marzo ha mobilitato milioni di studenti in ogni angolo del mondo. Hanno chiesto diritti sociali per i lavoratori, la fine delle morti bianche, un reddito minimo garantito che dia dignità ad ogni essere umano? Macchè. Hanno invocato un salario ragionevole e un’istruzione di livello per tutelare il futuro dei giovani, sottraendoli alla feroce lotteria competitiva del neoliberismo? Nossignore: la manifestazione era “per l’ambiente”. «Presto manifesteremo per la bontà, oppure forse contro la cattiveria: anzi, contro i cattivi», scrive Giannini: «Sì, credo proprio che Greta molto presto ci guiderà contro i cattivi, finalmente».
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I medici Usa al Congresso: vaccini pericolosi, no all’obbligo
La Association of American Physicians and Surgeons (Aaps) (Associazione dei medici e chirurghi americani) si oppone con forza all’interferenza federale nelle decisioni mediche, incluse quelle sui vaccini obbligatori. Dopo essere stati pienamente informati sui rischi e sui benefici di una procedura medica, i pazienti hanno il diritto di accettare o rifiutare la procedura. La regolamentazione della pratica medica è una funzione statale, non federale. La prevalenza dell’ordinamento pubblico sulle decisioni dei pazienti o dei genitori riguardo all’accettazione di farmaci o ad altri interventi medici è una seria intrusione nella libertà dell’individuo, nella sua autonomia, e nelle decisioni dei genitori sull’educazione dei figli. Il motivo addotto a sostegno delle politiche di vaccinazione obbligatoria è la minaccia per la salute pubblica. Ma che razza di minaccia è necessaria per giustificare che le persone siano costrette ad accettare i rischi imposti dalle scelte del governo? Il legislatore può intervenire per proteggere la popolazione da un rischio di uno su un milione di prendere il cancro per un’esposizione involontaria ad una tossina, o da un rischio di uno su centomila dovuto a un’esposizione volontaria (ad esempio, per lavoro). Qual è il rischio di morte, di cancro o di una complicazione invalidante per un vaccino?Non ci sono studi di sicurezza rigorosi e di attendibilità sufficiente per escludere rischi molto maggiori di complicazioni, anche uno su diecimila, per i vaccini. Questi studi richiederebbero un adeguato numero di soggetti, una lunga durata (anni, non giorni), un gruppo di controllo non vaccinato (il “placebo” dovrebbe essere veramente una sostanza inattiva, come la soluzione salina isotonica, non un adiuvante o qualsiasi cosa eccetto l’antigene testato), e osservazioni su tutti gli eventi sanitari avversi (inclusi i disturbi dello sviluppo neurologico). I vaccini comportano inevitabilmente rischi, come riconosciuto dalla Corte Suprema e dal Congresso degli Stati Uniti. Il Vaccine Injury Compensation Program (Programma per il risarcimento dei danni causati da vaccini) ha pagato circa 4 miliardi di dollari di danni, anche se per ottenere il rimborso devono essere superati ostacoli notevoli. Il danno può essere talmente grave che la maggior parte delle persone preferirebbe ripristinare le funzionalità perdute, invece di ricevere un indennizzo multimilionario. Il vaccino contro il vaiolo è così pericoloso che non lo si può assumere, nonostante il vaiolo oggi sia stato trasformato in un’arma.L’antirabbica è somministrata soltanto dopo una sospetta esposizione al contagio o a persone ad alto rischio come i veterinari. Il vaccino a cellule intere contro la pertosse è stato ritirato dal mercato statunitense, un decennio dopo il ritiro dal mercato giapponese, a causa delle segnalazioni su gravi danni permanenti al cervello. Il vaccino acellulare che l’ha rimpiazzato è evidentemente più sicuro, sebbene sia un po’ meno efficace. Il rapporto rischi-benefici varia a seconda della frequenza e della gravità della malattia, della sicurezza del vaccino e dei fattori individuali del paziente. Questi devono essere valutati dal paziente e dal medico, non imposti da un’agenzia governativa. Il morbillo è la minaccia, molto pubblicizzata, usata per sostenere l’obbligo, ed è probabilmente la minaccia peggiore tra le malattie che possono essere prevenute dai vaccini, perché è molto contagioso. Ci sono epidemie occasionali, che in genere iniziano da un individuo infetto proveniente da qualche luogo fuori dagli Stati Uniti. La maggioranza delle persone, ma assolutamente non tutte quelle che prendono il morbillo, non sono state vaccinate. Quasi tutti hanno un totale recupero, sviluppando un’immunità forte che dura tutta la vita.L’ultima morte per morbillo negli Stati Uniti è avvenuta nel 2015, secondo i Center for Disease Control and Prevention (Cdc, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie). Le potenziali complicazioni dovute al morbillo, inclusa la morte di persone che non possono essere vaccinate perché immunodeficienti, sono una giustificazione per abrogare i diritti degli americani e stabilire un precedente per restrizioni ancora maggiori al nostro diritto di dare – o rifiutare – il consenso agli interventi medici? Chiaramente, no. Le vaccinazioni Mpr sono state seguite da molte gravi complicazioni, che sono elencate dal produttore nel foglietto illustrativo, sebbene non si sia potuta stabilire una relazione causale. Secondo un rapporto del 2012 della Cochrane Collaboration, «il design e la segnalazione dei risultati di sicurezza negli studi sui vaccini Mpr, sia prima che dopo la commercializzazione, sono in gran parte inadeguati» (citato dal National Vaccine Information Center, Centro nazionale informativo sui vaccini).I sostenitori dell’obbligo spesso affermano che sia necessario un tasso di vaccinazione del 95% per raggiungere l’immunità di gregge. Tuttavia Mary Holland e Chase Zachary della Nyu School of Law, sulla “Oregon Law Review”, ribattono che, poiché la completa immunità di gregge e l’eliminazione del morbillo sono irrealizzabili, l’obiettivo migliore è l’effetto gregge e il controllo della malattia. Il risultato ottimale, sostengono, deriverebbe dal consenso informato, da una maggiore comunicazione aperta e da un approccio che si basa sul mercato. Anche senza tenere conto degli effetti avversi del vaccino, i risultati della vaccinazione quasi universale non sono stati del tutto positivi. Il morbillo, quando si verifica, è quattro o cinque volte peggiore rispetto ai tempi antecedenti alle vaccinazioni, secondo il “Lancet Infectious Diseases”, a causa della diversa distribuzione dell’età: più adulti, la cui immunità, basata sul vaccino, è diminuita, e più bambini che non ricevono più l’immunità passiva dalle loro madri, naturalmente immuni, in modo da essere protetti durante il loro periodo più vulnerabile.Il morbillo è un problema assillante, e una vaccinazione forzata e più completa probabilmente non lo risolverà. Sono necessarie migliori misure di sanità pubblica – rilevamento, tracciamento dei contatti e isolamento precoci; un vaccino più efficace e più sicuro; o un trattamento efficace. Nel frattempo, coloro che scelgono di non vaccinarsi adesso potrebbero farlo durante l’esplosione di un focolaio, o possono essere isolati. I pazienti immunodepressi potrebbero scegliere l’isolamento, in ogni caso, perché anche le persone vaccinate possono trasmettere il morbillo, anche se non si ammalano. Il Congresso dovrebbe considerare le seguenti questioni: i produttori sono praticamente immuni dalla responsabilità connessa al prodotto, quindi è molto diminuito l’incentivo a sviluppare prodotti più sicuri. I produttori possono persino rifiutarsi di rendere disponibile un prodotto ritenuto più sicuro, come il vaccino monovalente contro il morbillo in preferenza all’Mpr (morbillo-parotite-rosolia). Il rifiuto dei consumatori è l’unico incentivo a fare meglio. Ci sono enormi conflitti d’interesse che implicano relazioni redditizie con i fornitori di vaccini. Viene repressa la ricerca sui possibili effetti avversi del vaccino, così come il dissenso dei professionisti. Esistono molti meccanismi teorici per giustificare gli effetti avversi dei vaccini, specialmente nei bambini con cervello e sistema immunitario in sviluppo.Notate gli effetti devastanti del virus Zika o della rosolia sugli esseri umani in sviluppo, mentre gli adulti possono avere infezioni lievi o asintomatiche. Molti vaccini contengono virus vivi, con lo scopo di provocare una lieve infezione. Il cervello dei bambini si sviluppa rapidamente – qualsiasi interferenza con la complessa sinfonia dello sviluppo potrebbe essere rovinosa. I vaccini non sono né sicuri al 100% né efficaci al 100%. Né sono gli unici mezzi disponibili per controllare la diffusione della malattia. L’Aaps crede che il diritto alla libertà sia inalienabile. Pazienti e genitori hanno il diritto di rifiutare la vaccinazione, anche se le persone potenzialmente contagiose possono essere limitate nei loro movimenti (ad esempio come avviene con l’Ebola), poiché ciò è necessario per proteggere gli altri da un pericolo chiaro e presente. Le persone non vaccinate non esposte a una malattia e senza alcuna prova di contagio non rappresentano un pericolo chiaro o presente.(Jane M. Orient, direttore generale dell’Aaps, Association of American Physicians and Surgeons, “Dichiarazione sull’obbligo vaccinale federale”; lettera indirizzata al Congresso degli Stati Uniti il 26 febbraio 2019, tradotta da “Voci dall’Estero”. L’Aaps rappresenta migliaia di medici in tutte le specialità, negli Usa, a livello nazionale. È stata fondata nel 1943 per proteggere la medicina privata e la relazione medico-paziente).La Association of American Physicians and Surgeons (Aaps, Associazione dei medici e chirurghi americani) si oppone con forza all’interferenza federale nelle decisioni mediche, incluse quelle sui vaccini obbligatori. Dopo essere stati pienamente informati sui rischi e sui benefici di una procedura medica, i pazienti hanno il diritto di accettare o rifiutare la procedura. La regolamentazione della pratica medica è una funzione statale, non federale. La prevalenza dell’ordinamento pubblico sulle decisioni dei pazienti o dei genitori riguardo all’accettazione di farmaci o ad altri interventi medici è una seria intrusione nella libertà dell’individuo, nella sua autonomia, e nelle decisioni dei genitori sull’educazione dei figli. Il motivo addotto a sostegno delle politiche di vaccinazione obbligatoria è la minaccia per la salute pubblica. Ma che razza di minaccia è necessaria per giustificare che le persone siano costrette ad accettare i rischi imposti dalle scelte del governo? Il legislatore può intervenire per proteggere la popolazione da un rischio di uno su un milione di prendere il cancro per un’esposizione involontaria ad una tossina, o da un rischio di uno su centomila dovuto a un’esposizione volontaria (ad esempio, per lavoro). Qual è il rischio di morte, di cancro o di una complicazione invalidante per un vaccino?
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Vaccini, i genitori: politici del “cambiamento”, vergognatevi
Con questa lettera aperta ci rivolgiamo oggi a tutti i parlamentari italiani che abbiano interesse a dare ascolto ai cittadini. Il senso di queste parole è condiviso da molte associazioni e comitati di tutto il territorio italiano, in rappresentanza di centinaia di migliaia di cittadini, che sono stanchi di rimanere inascoltati e di vedere la politica avanzare cieca e sorda a qualsiasi richiesta arrivi dal basso, da quell’elettorato In rappresentanza del quale siete stati votati. Siamo qui in attesa di un segnale di democrazia da parte vostra, di coerenza verso le promesse fatte in campagna elettorale, di rispetto verso i cittadini che hanno riposto in voi le proprie speranze “per il cambiamento”. Siamo tutti genitori, coinvolti da un tema spinoso e controverso, e pretendiamo ascolto e risposte. Nel caso potesse esservi sfuggito, fuori da qui si sta combattendo una battaglia che ha dell’inverosimile, per contenuti e toni: difendere il diritto più ovvio e fondamentale, quello all’autodeterminazione e all’inviolabilità del corpo, quello a tutela dell’articolo 32 della Costituzione italiana; sta diventando ormai (fatto ancor più grave) questione di dover difendere persino il diritto alla libertà di pensiero ed opinione.Lo scontro tra due fazioni abilmente create ad hoc (pro-vax / no-vax), è stato fomentato in primis proprio dalla politica, poi dai media, poi da una certa parte – ben delineata ed istruita – della “comunità scientifica”, fino ad ottenere quel clima propedeutico all’imposizione ed alla coercitività, che ha permesso al “decreto Lorenzin” di vedere la luce. Di emergenze sanitarie il nostro paese ne vive sin troppe, ma nessuna di queste ci sembra avere a che fare con le vaccinazioni obbligatorie: aumento esponenziale dei tumori pediatrici, inquinamento di ogni genere, antibiotico-resistenza, scandali di malasanità e corruzione; abbiamo 7.000 morti/anno per infezioni ospedaliere, e voi permettete di continuare ad usare il morbillo come fonte di paura a causa di pericolose, quanto inesistenti, epidemie; viviamo in uno dei territori più inquinati al mondo, e concedete di parlare di vaccinazioni come di unica prevenzione primaria, senza concentrarsi sulle possibili strade che possano fermare quella strage quotidiana che nel colpevole silenzio prosegue indisturbata, tra leucemie e linfomi, nella popolazione pediatrica italiana.Noncuranti di tutto ciò, continuate a permettere che migliaia di bambini sani vengano limitati nei loro diritti all’inclusione ed alla socialità; e vi apprestate a discutere un nuovo disegno di legge, il 770, che li vorrebbe privare anche del diritto alla scuola e quindi alla libera istruzione fino alla maggiore età. Troviamo tutto questo semplicemente vergognoso. Mentre ciò accade, anche per mano vostra, avete una parte di società civile che sta tentando tutte le strade democraticamente ammesse per chiedere ascolto e poter avere voce in capitolo su decisioni che avranno conseguenze dirette nelle vite dei cittadini presenti e futuri. Questa parte di società civile attende da mesi di essere audita in 12ma commissione Igiene e Sanità del Senato, proprio in relazione a quello stesso disegno di legge che lì si sta discutendo.E’ composta dalla stessa cittadinanza che ha già dato vita ad un altro testo, la proposta di legge di iniziativa popolare “Sospensione dell’obbligo vaccinale per l’età evolutiva”, depositata con 75.000 firme ed ignorata completamente; è composta da quegli stessi genitori e cittadini che hanno manifestato il loro dissenso rispetto alla legge Lorenzin in tutte le piazze d’Italia, nella censura più totale dei media; è composta da una parte di popolazione che non si rassegna e che pretende ascolto e risposte! Vi sono stati recapitati i risultati preliminari delle analisi sui vaccini commissionate da una di queste associazioni, i quali ci si aspettava dover essere valutati da un qualche organismo indipendente e competente, ma nessuno si sta assumendo l’onere di farlo: vi sarebbe solo da pretendere chiarezza chiedendo ciò che dovrebbe essere a disposizione di tutti voi, giacché avete in mano le sorti del Paese: le analisi di controllo dei vaccini autorizzati ed in uso in Italia. Ma niente, state ignorando anche questo.Avete delle evidenze, come quelle emerse recentemente, che indicano come, grazie alla sopraggiunta legge 119/2017, sia stato impossibile andare a contrattare il prezzo di questi farmaci nonostante fosse ampiamente prevedibile l’aumento di spesa: come risultato paghiamo il 60% in più, circa, gli stessi vaccini che erano in uso già prima del 2017. Il paradosso è evidente, come è evidente l’interesse privato di aziende private, a spese pubbliche. E da parte vostra, neanche una dichiarazione a riguardo. Avete creato un clima sociale che è diventato insostenibile, tra fobie insensate e persecuzioni folli, bambini cacciati come untori e medici puniti per le loro opinioni, persone additate come “pericoli pubblici” su basi illogiche e scientificamente infondate (alla faccia dell’inclusione e della lotta alle discriminazioni!). E non state facendo nulla! A cosa vi riferivate quando parlavate di cambiamento? Qual è il compito della politica? Cosa e chi rappresentate se non i cittadini stessi? Come pensate di assolvere ai vostri compiti, se non dando ascolto e garantendo dialogo e trasparenza?Il tema della salute, e di riflesso dell’emarginazione, esclusione e privazione di diritti, non può essere fatto passare in sordina; arrogandovi il diritto di fare orecchie da mercante alle migliaia di richieste di attenzione, procedendo senza alcun dibattito, e senza alcuna assunzione di responsabilità nel mantenere le promesse fatte per guadagnare voti. Ci sono i bambini di mezzo, gli adulti che prenderanno i nostri (e vostri!) posti un domani. Non siamo più disposti ad aspettare; i nostri (e vostri!) figli attendono delle risposte, sul perché essere esclusi dall’asilo, sul perché essere additati come diversi, untori, sul perché essere obbligati ad un trattamento sanitario sul quale aleggiano incongruenze, dubbi ed omertà. Auspichiamo che queste parole possano farvi riflettere, e ci aspettiamo che vengano accolte e soddisfatte le nostre legittime richieste, di genitori e di cittadini. Il nostro impegno è questo e molto altro.(“Lettera aperta ai parlamentari italiani”, appello pubblicato il 2 febbraio 2029, sul sito del Corvelva, dai genitori che contestano l’obbligo vaccinale indiscriminato e senza le necessarie precauzione sanitarie. Ripreso dal blog “Luogo Comune”, il sito è firmato da Ader Salute e Libertà, Associazione Diritti Emilia Romagna: Articolo 32 Libertà e salute Faenza; Cittadini Liberi e Consapevoli Puglia; CliVa Toscana Comitato per la libertà di scelta vaccinale Toscana; ClisVap Comitato per la Libertà di Scelta Vaccinale Piemonte; Colibri Libertà Brianza: Corvelva Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni; Colibrì Puglia; Genitori del No Obbligo Piemonte; Genitori del No Emilia Romagna; Genitori del No Obbligo Lazio; Genitori del No Obbligo Lombardia sezione Brescia; Gnl Genitori No Obbligo Lombardia; Gruppi Uniti.It; Libera Scelta Alessandria; Libero x tutti Forlì; Modilis Sardegna)Con questa lettera aperta ci rivolgiamo oggi a tutti i parlamentari italiani che abbiano interesse a dare ascolto ai cittadini. Il senso di queste parole è condiviso da molte associazioni e comitati di tutto il territorio italiano, in rappresentanza di centinaia di migliaia di cittadini, che sono stanchi di rimanere inascoltati e di vedere la politica avanzare cieca e sorda a qualsiasi richiesta arrivi dal basso, da quell’elettorato In rappresentanza del quale siete stati votati. Siamo qui in attesa di un segnale di democrazia da parte vostra, di coerenza verso le promesse fatte in campagna elettorale, di rispetto verso i cittadini che hanno riposto in voi le proprie speranze “per il cambiamento”. Siamo tutti genitori, coinvolti da un tema spinoso e controverso, e pretendiamo ascolto e risposte. Nel caso potesse esservi sfuggito, fuori da qui si sta combattendo una battaglia che ha dell’inverosimile, per contenuti e toni: difendere il diritto più ovvio e fondamentale, quello all’autodeterminazione e all’inviolabilità del corpo, quello a tutela dell’articolo 32 della Costituzione italiana; sta diventando ormai (fatto ancor più grave) questione di dover difendere persino il diritto alla libertà di pensiero ed opinione.
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Vaccini sicuri? Falso: negli Usa, risarcimenti per 4 miliardi
Oggi mi voglio rivolgere direttamente a un ministro della Repubblica italiana. Sul finire del 2018, infatti, il ministero della sanità di Giulia Grillo ha prodotto due comunicazioni istituzionali, cioè due spot pubblicitari, nei quali si promuovono le vaccinazioni, che vengono definite “sicure” all’interno dello spot stesso. E’ Samantha Cristoforetti, chiamata a fare da testimonial in uno di questi spot governativi, a rassicurarci tutti dicendo che i vaccini sono sicuri: «Facciamo squadra per la nostra salute, i vaccini funzionano e sono sicuri». Affermare che i vaccini sono sicuri è falso, clamorosamente falso e dimostrabilmente falso: basta guardare i dati più recenti del tribunale americano per la compensazione dei danni da vaccino, la cosiddetta Vaccine Court. La tabella è aggiornata al 31 dicembre 2018, meno di un mese fa: da quando è stato creato nel 1986 ad oggi, il tribunale dei vaccini americano ha erogato oltre 4 miliardi di dollari per i danneggiati da vaccino. Quindi, se i vaccini fossero sicuri, a chi li hanno dati questi 4 miliardi di dollari? Li hanno regalati al primo che passava di lì? Ovviamente no. Comunque sia, non c’è bisogno di confrontarsi con le cifre, se uno non vuole farlo: che i vaccini siano inevitabilmente non sicuri lo stabilisce, nero su bianco, la Corte Suprema americana.Basta leggere una delle sue sentenze più famose, “Bluesewitz versus Whyeth”, una sentenza del 2011 che fu scritta proprio per proteggere in modo definitivo le case farmaceutiche dalle denunce che continuavano a piovere contro di loro per i danni provocati dai vaccini. Nella sentenza, la Corte faceva riferimento alla legge 42 del codice legale americano, dicendo: questa legge esclude ogni responsabilità da parte del produttore per le inevitabili reazioni avverse dei vaccini. Più avanti, nella sentenza, la Corte Suprema spiega il concetto: la legge stabilisce che nessuna casa produttrice di vaccini possa essere denunciata in una causa civile, a partire dal 1° ottobre 1988, per danni derivanti da menomazione o morte da vaccino, se la menomazione o la morte siano sopraggiunti da effetti collaterali che erano inevitabili (nonostante il vaccino fosse stato preparato adeguatamente e fosse accompagnato dalle corrette indicazioni e controindicazioni). In altre parole, se ti fai il vaccino – dice la Corte Suprema – ti può succedere che ti vada male, ma non per questo potrai rivalerti sulle case farmaceutiche: i danni da vaccino te li paga lo Stato. Quindi, nel tentativo di proteggere economicamente le case farmaceutiche, lo Stato federale americano ha ammesso che i vaccini non siano sicuri, e da quel giorno si è accollato ogni spesa per i danni derivanti dalle vaccinazioni.Anche in Italia funziona così: tu non puoi fare causa direttamente alle case farmaceutiche, e i danneggiati da vaccino li risarcisce lo Stato. Peccato che lo stesso Stato che si offre così generosamente di ripagarti i danni (con i soldi tuoi, sia ben chiaro) sia proprio lo Stato che i vaccini ti ha obbligato a farli. Quindi, pensate al paradosso meraviglioso in cui viviamo: le case farmaceutiche producono i vaccini e ci mettono dentro quello che vogliono, tanto loro non sono responsabili in ogni caso. Noi cittadini veniamo obbligati a farci i vaccini, che vengono pagati alle case farmaceutiche con i soldi delle nostre tasse. E poi, se a qualcuno va male, c’è sempre lo Stato (ovvero sempre noi cittadini) che ripaga i danni, con i nostri soldi. Un po’ come in Cina, dove ti condannano a morte quando gli pare e piace, poi ti fucilano, e la pallottola per la fucilazione deve pure pagarla la famiglia del condannato. Nel frattempo, con questo meccanismo perverso, le case farmaceutiche si arricchiscono da far schifo – con un business di 27 miliardi di dollari all’anno, puliti puliti – senza correre il minimo rischio: il rischio che invece corriamo noi, che siamo obbligati a mettere in gioco la salute dei nostri figli.E adesso arriva pure lo Stato, nella forma del ministero della sanità, a raccontarci che i vaccini sono sicuri. E lo fa sempre con i nostri soldi: infatti, secondo voi, con cosa li paga, il ministero della sanità, i produttori dello spot pubblicitario? Sempre con i soldi dei cittadini. Ovviamente, rispetto a questa gente, Machiavelli era un dilettante. Ecco, questo è il paradigma complessivo che andrebbe affrontato, sulla questione vaccini: cittadini obbligati a rischiare la salute dei propri figli, con la scusa di epidemie inesistenti, per arricchire le case farmaceutiche con i nostri soldi – e poi obbligati a risarcire noi stessi, sempre con i nostri soldi, se per caso qualcosa va male. Ovviamente, per affrontare un argomento del genere ci vorrebbero dei politici “con le contropalle”, che qui da noi nemmeno con il telescopio si riescono a vedere.Nel frattempo però bisogna almeno correggere questa bugia plateale che i vaccini sono sicuri. Perché fin che lo dice Burioni va bene, fa parte del gioco: lui ha scelto di stare dalla parte di Big Pharma, e quindi la bugia ci può anche stare. Ma lei, ministro, non può mentire. Lei dovrebbe essere dalla parte dei cittadini: dovrebbe proteggerli, non ingannarli. Glielo ripeto: lo scrive, nero su bianco, la Corte Suprema americana. I vaccini sono “unavoidable unsafe”, cioè inevitabilmente non sicuri. Non c’è molto da girare intorno alla traduzione di queste due parole. Quindi, cara ministra Grillo, rifaccia lo spot (che è stato pagato con i nostri soldi) e faccia dire alla Cristoforetti, chiaro e tondo, che i vaccini non sono affatto sicuri. Oppure dia le dimissioni se ne vada a casa, perché evidentemente non è in grado di gestire la responsabilità che le è stata affidata, e che riguarda in primo luogo la salvaguardia della sicurezza di tutti i nostri bambini. Lei dice sempre che bisogna fare un’informazione corretta, e poi alla prima a disinformare la popolazione dicendo in uno spot che i vaccini sono sicuri? Oppure c’è anche una terza ipotesi, volendo: rimanga al suo posto e faccia finta di niente. Questo video glielo segnaleranno almeno mille persone diverse. Ma lei faccia finta di non averlo visto. Nel qual caso, avremo tutti la certezza assoluta che lei non sta dalla parte del cittadino, ma sta anche lei dalla parte di Big Pharma – insieme ai Burioni e a tanti altri ignoranti, che non sono nemmeno in grado di leggere una sentenza della Corte Suprema americana.(Massimo Mazzucco, video-appello “I vaccini non sono sicuri: lo dice la Corte Suprema americana”, rivolto al ministro della salute Giulia Grillo. Pubblicato su YouTube, l’appello è ripreso dal blog “Luogo Comune” il 30 gennaio 2019).Oggi mi voglio rivolgere direttamente a un ministro della Repubblica italiana. Sul finire del 2018, infatti, il ministero della sanità di Giulia Grillo ha prodotto due comunicazioni istituzionali, cioè due spot pubblicitari, nei quali si promuovono le vaccinazioni, che vengono definite “sicure” all’interno dello spot stesso. E’ Samantha Cristoforetti, chiamata a fare da testimonial in uno di questi spot governativi, a rassicurarci tutti dicendo che i vaccini sono sicuri: «Facciamo squadra per la nostra salute, i vaccini funzionano e sono sicuri». Affermare che i vaccini sono sicuri è falso, clamorosamente falso e dimostrabilmente falso: basta guardare i dati più recenti del tribunale americano per la compensazione dei danni da vaccino, la cosiddetta Vaccine Court. La tabella è aggiornata al 31 dicembre 2018, meno di un mese fa: da quando è stato creato nel 1986 ad oggi, il tribunale dei vaccini americano ha erogato oltre 4 miliardi di dollari per i danneggiati da vaccino. Quindi, se i vaccini fossero sicuri, a chi li hanno dati questi 4 miliardi di dollari? Li hanno regalati al primo che passava di lì? Ovviamente no. Comunque sia, non c’è bisogno di confrontarsi con le cifre, se uno non vuole farlo: che i vaccini siano inevitabilmente non sicuri lo stabilisce, nero su bianco, la Corte Suprema americana.
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Italia assediata, Francia e Germania ci imporranno Draghi
Se il governo Conte crolla di colpo, c’è già pronto Cottarelli. Ma il vero pericolo si chiama Mario Draghi: il presidente uscente della Bce potrebbe ripiegare su Palazzo Chigi, se non andasse in porto il piano principale che lo riguarda, cioè arrivare alla presidenza del Fmi e sottrarre il Fondo Monetario all’egemonia Usa, per metterlo al guinzaglio di Berlino e Parigi. Secondo l’analisi di Gianfranco Carpeoro, per l’Italia si è acceso l’allarme rosso: l’incredibile Trattato di Aquisgrana, che demolisce qualsiasi prospettiva comunitaria proiettando anche ufficialmente Germania e Francia nel ruolo di “padrone” neo-coloniali dell’Ue, ha come vittima principale proprio il Belpaese. A Roma non si perdona l’insubordinazione del governo gialloverde, l’unico esecutivo teoricamente all’opposizione di Bruxelles. Lo dimostra la “macchina del fango” scatenatasi contro Lega e 5 Stelle, per indebolirne la leadership. Il polverone sul padre di Di Maio (lavoro nero) e su quello di Di Battista (debiti), unitamente alla mazzata giudiziaria sui leghisti (maxi-risarcimento da 49 milioni di euro) a questo servono: a impedire che l’elettorato italiano si sollevi, nel caso in cui una crisi pilotata – banche, spread – precipitasse il paese nella bufera, replicando le condizioni del “golpe bianco” che nel 2011 consentì alla “sovragestione” europea di costringere alla resa Berlusconi e imporre il commissariamento dell’Italia, tramite Monti.Autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, che svela i retroscena supermassonici di area Nato dietro ai recenti attentati affidati in Europa alla manovalanza dell’Isis, Carpeoro individua la Loggia P1 (mai riconosciuta, ufficialmente) come la vera “quinta colonna” del peggior potere internazionale, utilizzata per manipolare e indebolire la politica italiana, grazie al prezioso contributo di un establishment “collaborazionista”, reclutato da poteri stranieri per dominare il nostro paese. L’oligarchia Ue è in fibrillazione, in vista delle europee, dal momento in cui Lega e 5 Stelle – con tutti i loro limiti – hanno inserito l’Italia in una traiettoria di collisione con Bruxelles. Da qui le pressioni della Bce e della Banca d’Italia, le impennate dello spread e il “niet” di Mattarella per impedire a Paolo Savona l’accesso al ministero dell’economia. Infine, il lungo braccio di ferro sul deficit 2019 – non ancora concluso – con il governo italiano sottoposto alla minaccia della procedura d’infrazione. Obiettivo dei “sovragestori”: spuntare le armi dei gialloverdi e costringerli a rimediare una figuraccia davanti ai loro elettori, non consentendo loro di mantenere nessuna delle promesse elettorali. Guai se il “virus” della ribellione italiana – aumentare il deficit, violando il rigore di Maastricht – dovesse propagarsi in altri paesi, incoraggiando analoghe svolte politiche. Ad aumentare la tensione ha contribuito certamente anche la rivolta francese dei Gilet Gialli, capaci di spaventare seriamente i poteri che hanno insediato Macron all’Eliseo.Ora, su questo scenario già instabile piomba come un macigno l’inaudito accordo siglato da Francia e Germania, che toglie qualsiasi residua credibilità alla dimensione comunitaria dell’Ue: i due paesi si impegnano a coordinare le loro politiche economiche, fino al punto di istituire formalmente un “Consiglio dei ministri franco-tedesco”. «Si tratta di un atto gravissimo e senza precedenti», dichiara Carpeoro, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Un accordo apertamente ostile agli altri partner europei, «al quale si uniranno sicuramente anche quei lestofanti degli olandesi, che hanno già contribuito a impoverire l’Italia introducendo una normativa fiscale sleale, che ha sottratto al nostro paese ingenti risorse, attraverso il trasferimento in Olanda della domiciliazione fiscale di grandi aziende italiane». Con il nuovo trattato, dice Carpeoro, l’asse franco-tedesco getta la maschera e si prepara a colpire l’Italia in modo frontale, contando anche sull’immancabile collaborazione delle “quinte colonne” interne, «sempre pronte, come già nel Rinascimento, ad allearsi con lo straniero pur di far cadere il governo in carica».Ora il cerchio si stringe, par di capire: il Trattato di Aquisgrana – con l’Italia esclusa dall’Europa che conta – piomba come un fulmine su una situazione già molto allarmante, con la spada di Damocle della procedura d’infrazione (sempre presente) e la lettera della Bce che chiede alle banche italiane di liberarsi dei crediti inesigibili, dopo che il governo ha appena compiuto il salvataggio della genovese Carige. All’affronto franco-tedesco, dice Carperoro, l’Italia dovrebbe rispondere in modo simmetrico: cercando di siglare analoghi trattati – altrettanto ostili – con paesi mediterranei, come la Spagna e la stessa Grecia. Lo farà? Difficile dirlo: bombardato dai grandi media, tutti allineati al potere Ue, il governo Conte potrebbe cedere. Di Maio è stato bersagliato da un killeraggio inaudito, e presto potrebbe venire il turno di Salvini. L’unico vero alleato dell’Italia, cioè Donald Trump, appare isolato. Starebbe sostanzialmente evaporando una certa “sovragestione” americana esercitata fin dall’inizio sui 5 Stelle, quand’era il neocon Michael Ledeen, esponente del Jewish Institute, ad accompagnare Di Maio nei santuari del potere finanziario supermassonico. Ora si punta a indebolire e “sovragestire” l’imprudente Salvini, sommerso dalle polemiche (giustificate) per aver partecipato alla cena romana con l’entourage Pd di Maria Elena Boschi, che sulle banche interveniva per motivi di famiglia.Tutto questo, sintetizza Carpeoro, non fa che indebolire l’Italia: se il governo Conte dovesse cadere all’improvviso, sarebbe spianata la strada per il solito – orrendo – governo “tecnico”, i realtà pilotato dalla consueta élite supermassonica e, nel caso, affidato al neoliberista Carlo Cottarelli, già dirigente del Fmi, tra i massimi responsabili della catastrofe che ha messo in ginocchio la Grecia sotto i colpi dell’austerity. In prospettiva, comunque, secondo Carpeoro la minaccia maggiore viene da Draghi: proprio sul presidente della Bce, ormai in scadenza, punterebbero le oligarchie reazionarie europee per commissariare l’Italia in modo devastante, se a Draghi non riuscirà di conquistare la guida del Fondo Monetario Internazionale con l’obiettivo di sottrarlo all’influenza statunitense. Il piano: mettere il Fmi a completo servizio dell’ordoliberismo europeo: quello che oggi utilizza Francia e Germania come potenze neo-coloniali, come già alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, per spegnere sul nascere qualsiasi tentazione di riforma dell’Ue in senso democratico. Uno scenario che i “sovragestori” temono possa rafforzarsi se alle prossime europee dovesse imporsi l’onda “populista” in diversi paesi, grazie anche al “cattivo esempio” dell’odiata Italia gialloverde, cioè il paese a cui il Trattato di Aquisgrana punta a “spezzare le reni”.Se il governo Conte crolla di colpo, c’è già pronto Cottarelli. Ma il vero pericolo si chiama Mario Draghi: il presidente uscente della Bce potrebbe ripiegare su Palazzo Chigi, se non andasse in porto il piano principale che lo riguarda, cioè arrivare alla presidenza del Fmi e sottrarre il Fondo Monetario all’egemonia Usa, per metterlo al guinzaglio di Berlino e Parigi. Secondo l’analisi di Gianfranco Carpeoro, per l’Italia si è acceso l’allarme rosso: l’incredibile Trattato di Aquisgrana, che demolisce qualsiasi prospettiva comunitaria proiettando anche ufficialmente Germania e Francia nel ruolo di “padrone” neo-coloniali dell’Ue, ha come vittima principale proprio il Belpaese. A Roma non si perdona l’insubordinazione del governo gialloverde, l’unico esecutivo teoricamente all’opposizione di Bruxelles. Lo dimostra la “macchina del fango” scatenatasi contro Lega e 5 Stelle, per indebolirne la leadership. Il polverone sul padre di Di Maio (lavoro nero) e su quello di Di Battista (debiti), unitamente alla mazzata giudiziaria sui leghisti (maxi-risarcimento da 49 milioni di euro) a questo servono: a impedire che l’elettorato italiano si sollevi, nel caso in cui una crisi pilotata – banche, spread – precipitasse il paese nella bufera, replicando le condizioni del “golpe bianco” che nel 2011 consentì alla “sovragestione” europea di costringere alla resa Berlusconi e imporre il commissariamento dell’Italia, tramite Monti.
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Mazzucco: vaccini, vergogna nazionale. E i 5 Stelle, complici
Vaccini non sempre utili e non sempre sicuri, non testati come gli altri farmaci, e in alcuni casi pericolosi (letali) per i bambini. Vaccini non “spiegati”, imposti senza la necessaria trasparenza. E pagati dai cittadini con le tasse, a prezzi salatissimi: il costo è schizzato alle stelle dopo l’introduzione dell’obbligatorietà. In caso di problemi, chi paga? Sempre noi, con le imposte, perché è lo Stato a risarcire i danneggiati. Peggio ancora: il piano, evidente, mira a imporre l’obbligo a tutti, anche agli adulti (come in Argentina, dove alle vaccinazioni è vincolato il rinnovo del passaporto, come quello della patente di guida). Come chiamarlo, questo schifo? E poi: possibile che non ci sia un cane di politico che lo denunci? Non dovevano essere lì per quello, i 5 Stelle? Non a caso, infatti, sono stati votati da milioni di italiani. Molti dei quali oggi sono letteralmente inferociti: «Il mio voto non lo avranno mai più», annuncia Massimo Mazzucco, che accusa Giulia Grillo di essere la fotocopia di Beatrice Lorenzin. I militanti più irriducibili “perdonano” i grillini, perché se non cedessero al ricatto-vaccini finirebbero fuori dal governo? Tanto meglio, dice Mazzucco: se avessero il coraggio di denunciare il marcio, avete idea di come la prenderebbero, gli elettori? Se i 5 Stelle si dimettessero in nome della sicurezza sanitaria dei cittadini, il giorno dopo verrebbe giù l’Italia. Ma non lo fanno: e questo ci fa capire chi sono, veramente.
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Scanu: l’informazione sporca è complice dei vaccini sporchi
Ci sono tanti modi per mentire: produrre dati falsi, interpretare in modo tendenzioso quelli disponibili. Ingigantire fatti irrilevanti o, al contrario, sminuire dati importanti. E magari omettere informazioni indispensabili. Nella stampa italiana, scrive Patrizia Scanu, segretaria del Movimento Roosevelt, non è raro imbattersi in questo tipo di disinformazione. Un caso esemplare? I vaccini imposti. Magari “sporchi” e inefficaci (come denunciato dall’ordine dei biologi) oppure pericolosi, tali da creare problemi al 40% dei bambini vaccinati (come riscontrato dalla Regione Puglia). Due notizie devastanti, capaci di demolire la certezza “teologica” sui vaccini sicuri. Qualcuno ne ha parlato, sui grandi media? Giornalisti non pervenuti: silenti, distratti, reticenti. Spesso ripiegano sull’autocensura, «come compromesso accettabile per tutelare la carriera, la vita familiare o la propria incolumità personale». Quanto siano micidiali, le “fake news” ufficiali che ci mettono tutti in pericolo, lo si era già visto con la Lorenzin: nessuna testata andò a controllare se fosse vera la notizia dei 270 bambini inglesi morti per morbillo nel 2013 (non lo era: non ne morì nessuno).L’aver lasciato circolare una menzogna così grave, e su una questione così delicata per la tutela dei cittadini più indifesi, «rimarrà nella storia nazionale come un atto vergognoso e imperdonabile, un vero e proprio tradimento», scrive Patrizia Scanu sul blog del Movimento Roosevelt. Il tema è sempre più scottante, dopo il patto per frenare la ricerca scientifica scritto da Roberto Burioni e firmato da Grillo, Renzi e Mentana. Un gruppo di medici, oggi, ricorre la magistratura per diffidare lo stesso Burioni dal diffondere notizie false, sui vaccini. Ma non è che i telegiornali strombazzino l’evento: silenziarono addirittura l’annuncio ufficiale della commissione difesa, che a inizio anno parlò di 7.000 militari italiani (di cui 1.000 già morti) colpiti da malattie gravissime, al 50% imputabili proprio alle vaccinazioni somministrate. «Il fatto stesso di aver tenuto all’oscuro i cittadini dei contenuti più scottanti di un fondamentale atto parlamentare – osserva Patrizia Scanu – appare una manipolazione della verità di dimensione inaudita», anche perché «l’omissione è una menzogna non meno grave della produzione di dati falsi», visto che i suoi effetti sono identici, ovvero: «Impedire la formazione di un’opinione fondata».Nelle ultime settimane, poi, «siamo giunti all’apoteosi della menzogna». Omertà assoluta sulla “farmacovigilanza attiva” promossa dalla Puglia: anziché limitarsi ad attendere eventuali ricoveri, la Regione ha attentamente controllato, giorno per giorno, i bambini vaccinati. Risultato increscioso: problemi per 4 piccoli su 10. Senza la sorveglianza attiva, infatti, solo una minima parte degli effetti indesiderati finisce nelle statistiche, che quindi sono inattendibili. Su “Quotidiano Sanità”, Silvio Tafuri scrive che in Italia – su 7 milioni di bambini vaccinati – si sono riscontrate 900 problematicità, ma soltanto 56 “eventi avversi gravi”. Ben diverso lo scenario illuminato dalla Puglia: su 1.672 soggetti inclusi nel progetto di vigilanza attiva, sono ben 656 le segnalazioni di eventi avversi, esattamente il 39,23% del totale. «Ma non ci avevano detto a reti unificate che erano uno su un milione? O addirittura, come aveva affermato Alberto Villani, presidente dell’Associazione italiana di pediatria, 3 o 4 negli ultimi vent’anni?». Pallottoliere alla mano, la Puglia costringe a cambiare le statistiche: estendendo la vigilanza attiva, i casi critici sarebbero 392.300 su ogni milione, cioè 4 bambini su 10. Allora – conclude Parizia Scanu – era fondata eccome, la preoccupazione dei genitori “somari e ignoranti”.Quanti casi verrebbero fuori, se la vaccinovigilanza attiva venisse condotta in tutte le Asl d’Italia? E quali sorprese avremmo se si analizzassero gli effetti indesiderati di tutti i vaccini? E se si prolungasse oltre i 12 mesi di questo studio? E se si studiassero gli effetti a lungo termine? Si scopre poi che gli effetti avversi sono correlati alla somministrazione contemporanea di due vaccini virali, quadrivalente Mprv (morbillo, parotite, rosolia e varicella) e l’Hav (epatite A). E la stragrande maggioranza dei casi riguarda bambini di età inferiore ai due anni. «E se avesse avuto ragione quel pazzo di Andrew Wakefield a suggerire di non vaccinare contro morbillo, parotite e rosolia prima dei due anni, per ridurre gli effetti avversi? E se non fossero poi così dementi i genitori a chiedere che non vengano iniettati troppi vaccini contemporaneamente, specie antivirali?». E poi: qualcuno, nel report della regione Puglia, commenta questi sconvolgenti risultati? «No, assolutamente. Va tutto bene, madama la marchesa». Domande obbligatorie, che i media non si pongono: quanti sono i danneggiati gravi che non guariscono, moltiplicati per tutte le dosi di tutti i vaccini di tutti i bambini italiani? Sono di più o di meno dei danneggiati dalle malattie per le quali si vaccina?Come si fa a dire che “questo vaccino è assolutamente sicuro”, a fronte di questi dati? E le autorità sanitarie? Hanno commentato? Nessuno lo ha fatto, scrive Patrizia Scanu: lo ha scoperto un gruppo di genitori del Moige, ascoltati dalla commissione sanità in Senato il 20 novembre scorso. «Poi, come sempre, è calato il silenzio». Stessa coltre di nebbia sulla notizia, ancora più sconvolgente, diffusa da un unico giornale (il quotidiano romano “Il Tempo”, diretto da Franco Bechis) riguardo alle contro-analisi commissionate ai biologi italiani dal Corvelva, associazione veneta di genitori contrari all’obbligo vaccinale. Immediati gli strepiti delle “vestali della scienza”, che gridano alla bufala e tacciano di ignoranza i laboratori coinvolti. “Repubblica” parla addirittura di 130 scienziati, pezzi grossi delle università italiane, edi ben 15 istituzioni straniere, senza però elencarne i nomi. «Il tono come sempre è sprezzante – annota Scanu – e mira a screditare i dati di Corvelva», A difendere le analisi indipendenti, oltre al presidente dei biologi Vincenzo D’Anna, provvede la dottoressa Loretta Bolgan, laureatasi ad Harvard, ma al mainstream non basta.Perché tanta sdegnosa riprovazione? «Perché dal laboratorio – risponde Patrizia Scanu – vengono fuori risultati agghiaccianti, benché del tutto provvisori, e soprattutto perché la notizia è trapelata, rompendo la spirale del silenzio». Alcuni campioni di “vaccini sicuri” sono risultati infarciti di antibiotici, diserbanti, erbicidi, acaricidi e metaboliti della morfina. Sono state rilevate sequenze di Dna umano (feti) e non umano (virus e retrovirus nocivi, batteri, vermi). L’Aifa si difende: i vaccini, dice, sono sottoposti ad analisi incrociate – delle aziende produttrici, e di laboratori accreditati. Benissimo, risponde D’Anna: allora esibitele, queste analisi: se sono davvero così rassicuranti, perché non mostrarle? Servirebbe a zittire, a ragion veduta, i genitori del Corvelva. Che – essendo ben informati – sono perfettamente al corrente dello scandalo emerso negli Stati Uniti, a proposito di mancanza totale di trasparenza, proprio sui vaccini. L’avvocato Robert Kennedy junior, rampollo della nota famiglia, ha scoperto che – nel suo grande paese – da ormai 32 anni nessuno esegue più controlli autonomi sulla sicurezza dei vaccini.Ovvero: «Nessuno controlla, in modo indipendente dalle aziende, la sicurezza dei preparati vaccinali, mentre per tutti gli altri farmaci i controlli sono molto stretti e vincolanti». Nel solo 2016, le segnalazioni di danni da vaccino negli Usa sono state 59.711 (con ben 432 morti). Visto che ma manca la vigilanza attiva (e quindi ufficialmente i problema tocca solo l’1% dei vaccinati), secondo Kennedy i bambini realmente danneggiati potrebbero essere quasi 6 milioni in un solo anno, con ben 43.200 bambini morti a causa del vaccino. Possibile? Teoricamente, la notizia è enorme: perché la stampa non si incarica di verificarla? Riguardo all’obbligo vaccinale, insiste Patrizia Scanu, «non siamo di fronte a una questione scientifica, ma a una questione politica, etico-giuridica e di libertà dell’informazione». Ovvero: «Non si può obbligare nessuno a un trattamento medico non necessario alla sopravvivenza, perché il corpo è inviolabile». Né si può «limitare l’esercizio di un diritto civile come il diritto all’istruzione, per costringere a compiere un’azione contraria alla propria volontà e di dubbia sicurezza per la propria incolumità».E’ insopportabile e pericoloso, aggiunge la segretaria del Movimento Roosevelt, che la stampa «continui a fare propaganda, anziché informazione, e a nascondere informazioni determinanti per la pubblica opinione». Le autorità sanitarie? Devono garantire con ogni trasparenza possibile la salute dei cittadini: non possono trattenere o manipolare informazioni così rilevanti quando è in gioco il benessere fisico dei più indifesi. «Senza trasparenza non c’è democrazia». Libertà di espressione, di critica, di informazione: qui manca tutto. «Se non altro, le analisi del Corvelva hanno il merito di aver rotto il muro di fallacie propagandistiche e di affermazioni dogmatiche (e dogmaticamente false) con le quali si è finora impedito un dibattito serio sulle vaccinazioni obbligatorie». Espellere dall’ordine i medici scomodi disonora la scienza e svilisce la democrazia. Occorre alzare lo sguardo, insiste Patrizia Scanu: «Il problema – gravissimo e gravemente minaccioso per tutti noi – è quello dell’informazione manipolata, non la falsa e artificiosa contrapposizione tra “pro-vax” e “no-vax”».Ci sono tanti modi per mentire: produrre dati falsi, interpretare in modo tendenzioso quelli disponibili. Ingigantire fatti irrilevanti o, al contrario, sminuire dati importanti. E magari omettere informazioni indispensabili. Nella stampa italiana, scrive Patrizia Scanu, segretaria del Movimento Roosevelt, non è raro imbattersi in questo tipo di disinformazione. Un caso esemplare? I vaccini imposti. Magari “sporchi” e inefficaci (come denunciato dall’ordine dei biologi) oppure pericolosi, tali da creare problemi al 40% dei bambini vaccinati (come riscontrato dalla Regione Puglia). Due notizie devastanti, capaci di demolire la certezza “teologica” sui vaccini sicuri. Qualcuno ne ha parlato, sui grandi media? Giornalisti non pervenuti: silenti, distratti, reticenti. Spesso ripiegano sull’autocensura, «come compromesso accettabile per tutelare la carriera, la vita familiare o la propria incolumità personale». Quanto siano micidiali, le “fake news” ufficiali che ci mettono tutti in pericolo, lo si era già visto con la Lorenzin: nessuna testata andò a controllare se fosse vera la notizia dei 270 bambini inglesi morti per morbillo nel 2013 (non lo era: non ne morì nessuno).
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Della rivoluzione gialla abbiamo visto l’arco, non la freccia
Ho ascoltato con interesse l’incontro tenuto a Roma con Véronique Rouille e Yvan Yonnet dei Gilets Jaunes, presentato da Moreno Pasquinelli di “Programma 101”, con la presenza di Antonio Maria Rinaldi e Mariano Ferro. Ma la conferenza mi ha destato molte perplessità sulla reale efficacia di questo movimento, soprattutto quando Yvan Yonnet ha consigliato di boicottare le elezioni europee con l’astensionismo, sostenendo che se tale astensione raggiungesse il livello dell’80%, il sistema Europa crollerebbe sotto le proprie contraddizioni. Vero che in meno di due mesi il movimento francese ha dato un’ulteriore spallata al governo Macron e alle oligarchie europee, sconvolgendone il panorama politico. Vero anche che per diverse settime consecutive le dimostrazioni sono continuate in tutto il paese anche dopo le deboli concessioni di Macron, mentre ispiravano un’ondata di manifestazioni anche in paesi limitrofi come il Belgio e l’Olanda, e mentre i media corporativi cercavano di demonizzare il movimento nella speranza non si diffondesse altrove. Il fenomeno è nato spontaneamente e i metodi stessi della sua affermazione ne hanno rivelato anche le tante fragilità.I Gilets Jaunes si sono spesso radunati in luoghi molto frequentati, dove potevano trovare facilmente visibilità mediatica: gli Champs-Elysées a Parigi, le piazze principali di altre città e le numerose rotte del traffico ai margini delle piccole città. A differenza delle manifestazioni tradizionali, le marce di Parigi erano molto libere e spontanee, spesso le persone passeggiavano e si parlano, senza leader e senza discorsi. L’assenza di leader è inerente al movimento, e questo lo predispone al rischio di facili strumentalizzazioni. Dalla loro apparizione di circa due mesi fa, i giubbotti gialli hanno sventato tutti i canoni della mobilitazione sociale: nessun leader carismatico, nessun intermediario, nessuna organizzazione strutturale, nessuna solida coordinazione delle varie compagini territoriali. Invece, un solo colore improbabile, dipinto sui giubbotti catarifrangenti dei motociclisti. Però la guerra alle oligarchie finanziarie è cosa dura e grave, e se i Gilets Jaunes non si organizzano in tempo per vincere le prossime europee e controllare il Parlamento e la Commissione, vedranno cadere nel vuoto le loro rivendicazioni e le loro manifestazioni, che se pur clamorose e sorprendenti, appariranno come una montagna che ha partorito un topolino.Potrebbero fare la stessa fine di “Occupy Wall Street”, finito nel dimenticatoio di Wikipedia. Il fenomeno Occupy era troppo caotico, pericoloso e destrutturato. Insomma, troppo rivoluzionario. Nei suoi discorsi post-Occupy e nel suo ultimo libro “The end of protest: a new playbook for revolution”, Micah M. White ha deplorato il suo fallimento organizzativo. Dai movimenti anti-globalizzazione a quelli anti-guerra in Iraq, passando per le Primavere Arabe, No-Global, movimenti pacifisti, Black Lives Matter, ecc… tutti hanno mancato quegli obiettivi di cambiamento sociale che si prefiggevano. Il neoliberismo è vivo e vegeto, le oligarchie al potere non hanno perso la loro egemonia, mentre le disparità economiche sono aumentate. Il regime dominante si è evoluto per adattarsi al contesto, come un camaleonte, che cambia pelle e colore per mimetizzarsi e non cadere in balia dei predatori. “Occupy Wall Street” in questo senso ha insegnato comunque qualcosa, che le attuali forme di protesta non funzionano più, perché mentre con Occupy la protesta si era allargata a 82 paesi e dato vita a quasi mille “accampamenti”, eppure il cambiamento sociale non si verificò proprio per nulla.Gli attivisti di oggi hanno solo poche possibilità per conquistare la sovranità: continuare a protestare, vincere le guerre o meglio ancora vincere le elezioni. Infatti l’obiettivo finale dovrebbe essere un movimento che possa vincere le elezioni al fine di poter ottenere dei risultati concreti. Il 1° dicembre l’Arco di Trionfo è stato “vandalizzato” dai Gilets Jaunes che manifestavano a Parigi, e il fatto aveva destato l’immediata reazione di Macron, che dalla vetrina del G20 a Buenos Aires aveva dichiarato: «Nessuna causa può giustificare la brutalità verso l’Arco di Trionfo». Però l’Arco di Trionfo è simbolo della “Grandeur Francese”, della sua politica imperialistica, proiettata verso la conquista di un pezzo d’Africa, che continua a sfruttare e rapinare ancora oggi tramite il franco Cfa, l’eredità coloniale che controlla di fatto le economie di 14 paesi africani, secondo norme stabilite 70 anni fa. Un’area monetaria che ricorda la nostra tragica esperienza dell’euro. Quindi la violenza contro l’Arco assume una sua valenza politica ben precisa: il 99% dei miserabili, diseredati dalle politiche neoliberiste del turbocapitalismo, portano la guerriglia urbana contro il simbolo dell’imperialismo francese, oggi soprattutto finanziario.Voluto da Napoleone I, dopo la battaglia di Austerlitz (strana coincidenza proprio il 2 dicembre 1805), il quale disse rivolto ai suoi soldati: «Si tornerà alle vostre case solo sotto archi di trionfo». Difatti un decreto imperiale datato 18 febbraio 1806 ordinò la costruzione di un arco trionfale dedicato appunto alle vittorie conseguite dall’esercito francese. I manifestanti però hanno saccheggiato anche altri emblemi del potere: il busto di Napoleone e quello di Luigi Filippo, i cui occhi sono stati colorati di rosso. Hanno sfondato un altorilievo allegorico che illustrava la partenza dei volontari del 1792, ribattezzata “la Marsigliese”, e scolpito da François Rude nel 1833, nella parte nord dell’Arco. Hanno cercato anche di distruggere un dipinto che rappresentava l’ingresso del catafalco di Victor Hugo al Pantheon. Perché tutti questi simboli? Forse per attaccare il rifiuto napoleonico alla libertà? Il rifiuto di Louis-Philippe all’uguaglianza? Come mai questi manifestanti, che sventolavano il tricolore, hanno attaccato i Volontaires del 1792? E soprattutto, perché Victor Hugo, l’autore di “Les Misérables”, il politico che, a differenza di tanti altri, andava da destra a sinistra, finendo la sua carriera da repubblicano, rifiutatosi inoltre di condannare i comunardi del 1871?Purtroppo la direzione politica dei Gilets Jaunes è ancora disorganica e incerta, per ora abbiamo visto l’Arco, ma non la freccia. Cerchiamo di non trascurare oltre la parte del caso, né della provocazione, né di quella stupidità che ha un ruolo molto più importante nella storia di quanto potrebbero ammettere gli stessi storici; tuttavia il senso di un’insurrezione è anche rivelato dai segni che lascia intatti oltre a quelli che distrugge. E il segno rimasto intatto è quello dell’anonimato di questi gialli francesi… chi li guida, chi li organizza, come si sono strutturati, quali programmi hanno pianificato e soprattutto quali obiettivi immediati si sono proposti? Perché se la ‘rivoluzione gialla’ si ferma alla protesta, se le masse che si sono mobilitate, anche con esiti straordinari per caparbietà ed efficacia negli scontri di piazza, non riusciranno a tradursi in un partito politico che influirà profondamente sulle prossime europee, avremo assistito all’ennesima protesta improduttiva e sterile. Se i giubbotti gialli sono i sans-culottes di oggi, come quelli che divennero i partigiani rivoluzionari della Rivoluzione Francese, alla fine avranno bisogno di un club giacobino. Se la storia è maestra di vita, i Gilets Jaunes dovrebbero imparare dal passato, e ascoltare le parole di Lenin: «Non sostenere il degrado del rivoluzionario al livello di un dilettante, ma elevare i dilettanti al livello dei rivoluzionari».(Rosanna Spadini, “Della rivoluzione gialla abbiamo visto l’Arco, ma non la freccia”, da “Come Con Chisciotte” del 14 gennaio 2019).Ho ascoltato con interesse l’incontro tenuto a Roma con Véronique Rouille e Yvan Yonnet dei Gilets Jaunes, presentato da Moreno Pasquinelli di “Programma 101”, con la presenza di Antonio Maria Rinaldi e Mariano Ferro. Ma la conferenza mi ha destato molte perplessità sulla reale efficacia di questo movimento, soprattutto quando Yvan Yonnet ha consigliato di boicottare le elezioni europee con l’astensionismo, sostenendo che se tale astensione raggiungesse il livello dell’80%, il sistema Europa crollerebbe sotto le proprie contraddizioni. Vero che in meno di due mesi il movimento francese ha dato un’ulteriore spallata al governo Macron e alle oligarchie europee, sconvolgendone il panorama politico. Vero anche che per diverse settime consecutive le dimostrazioni sono continuate in tutto il paese anche dopo le deboli concessioni di Macron, mentre ispiravano un’ondata di manifestazioni anche in paesi limitrofi come il Belgio e l’Olanda, e mentre i media corporativi cercavano di demonizzare il movimento nella speranza non si diffondesse altrove. Il fenomeno è nato spontaneamente e i metodi stessi della sua affermazione ne hanno rivelato anche le tante fragilità.
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I biologi: vaccini “sporchi”, con diserbanti e feti abortiti
Vaccini “sporchi”, con tracce di diserbante e Dna umano ricavato da feti abortiti. E vaccini anche inutili, cioè privi delle necessarie sostanze immunizzanti. E’ esplosiva la denuncia di Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine dei biologi, sulla scorta delle analisi effettuate su vaccini somministrati ai bambini italiani. Risultati-choc, quelli che D’Anna ha presentato in esclusiva a Franco Bechis, direttore del quotidiano “Il Tempo”. «In alcuni casi la prova scientifica ha dato l’esito che ci attenderebbe: vaccini prodotti a regola d’arte. In altri no». Per due di questi, aggiunge Bechis, gli esiti delle analisi biologico-genomiche sono stati «clamorosi e preoccupanti, perché i campioni prelevati da diversi lotti tutto sembravano meno che essere confezionati secondo le regole». In un caso, quello del vaccino da impiegare per morbillo, rosolia, parotite e varicella, «si è rilevata la totale assenza degli antigeni del virus della rosolia». Quegli stessi lotti sarebbero quindi stati utilizzati «per migliaia di vaccinazioni inutili». In assenza dell’antigene necessario, infatti, «chiunque sia stato vaccinato può prendersi la rosolia esattamente come non avesse mai visto un vaccino». Nel secondo referto di laboratorio, analisi e contro-analisi che riguardavano un altro vaccino multivalente (difterite, tetano, pertosse ed epatite B) è stata rilevata «la presenza di sostanze che non dovevano esserci (ad iniziare dal Dna umano)», sia pure in dosi microscopiche, eppure «potenzialmente dannose per la salute dell’uomo».Pubblicati su riviste scientifiche internazionali, questi risultati – spiega lo stesso Bechis il 23 dicembre sul “Tempo” – porteranno a un esposto che verrà presentato all’Agenzia italiana del Farmaco, alla sua “madre” europea (l’Ema), ai Nas dei carabinieri e alle competenti procure della Repubblica. Tanto per cominciare, Vincenzo D’Anna non è ostile ai vaccini: «Come tutti i biologi – premette – credo nella utilità delle vaccinazioni, sono un pro-vax». E le analisi appena svolte non volevano controllare l’efficacia dei vaccini, ma soltanto verificare «la qualità della realizzazione dei prodotti messi in commercio». Ed e lì che sono arrivate le sorprese: le analisi «hanno rilevato decine di impurità in più lotti». Al momento, rivela D’Anna, «sono state individuate 43 sostanze improprie, nel senso che lì non si sarebbero dovute trovare». Ovvero? «Anticrittogamici, diserbanti, glifosato, antibiotici, antimalarici». Spiega il presidente dei biologi italiani: «Un antibiotico non deve stare in un vaccino. Un antimalarico neppure. Come un erbicida». Nelle analisi, aggiunge, si è trovata «tutta una serie di inquinanti che lì non dovrebbero esserci». Si parla di nanogrammi, precidsa D’Anna: nanoparticelle. Ma attenzione: «Nn si tratta di sostanze ingerite, ma iniettate», quindi interamente assorbite. «E in alcuni casi (ad esempio l’alluminio) non smaltibili».Precisa ancora D’Anna: «Non è nostro compito accertare né la nocività, né la tossicità dei materiali». Però, aggiunge, da quelle analisi è venuto fuori altro, «come l’assenza del virus della rosolia, che in sé potrebbe configurare una frode in commercio». Infatti, «migliaia di bambini che si sono vaccinati con quel lotto non sarebbero coperti verso la rosolia». Altra sorpresa sconcertante: «Sono state rilevate quantità improprie di Dna fetale». Com’è possibile? Lo spiega il biologo: «I virus vengono fatti replicare per fare le dosi occorrenti su materiale fetale da aborto, oppure su uova di galline. Ed è per quello che trovi i diserbanti o il glifosato, gli anticrittogamici e gli antiparassitari». Inutile aggiunge che, in un vaccino, quelle tracce «non dovrebbero esserci». Domanda Bechis: ma non c’è stato un esame pubblico di laboratorio su quelle dosi? La risposta: «Lei l’ha visto? Ne conosce i risultati?». Purtroppo, dichiara D’Anna, «c’è una aporìa giuridica», un vicolo cielo procedurale. «I test sul prodotto finito non sono obbligatori per il produttore. Li dovrebbero fare le strutture statali che proteggono la salute dei cittadini. Ma io non le ho mai viste», aggiunge D’Anna, «anche perché qualsiasi risultato è tenuto segreto un po’ come la ricetta della Coca Cola, per evitare che qualche concorrente copi la formula industriale di produzione del vaccino».Ma cosa sarebbe accaduto, domanda Bechis, se nei laboratori di Stato fossero emersi i clamorosi risultati che stiamo citando? «Avrebbero dovuto chiamarsi il produttore dei vaccini e chiedere spiegazioni», risponde D’Anna. «Certo dovrebbero chiedere come fanno ad esserci gli anticorpi della rosolia, se non c’è l’antigene». Per quanto riguarda il vaccino per tetano e difterite, non sono stati trovati quattro distinti “tossoidi” (cioè antigeni proteici) come dovrebbe essere, ma una sola macromolecola fatta da queste quattro proteine (relative a tetano, pertosse, difterite, epatite) “denaturate” dalla presenza di un conservante come la formaldeide. «Questa macromolecola precipita al fondo della provetta e, attaccata con tripsina, non risponde». E’ un comportamento anomalo, chiarisce D’Anna: «Dovrebbero esserci le quattro proteine dei vaccini previsti che, se attaccate con tripsina, dovrebbero sciogliersi. Questo non accade, e quindi nella macromolecola non ci sono solo proteine. Faremo un esposto all’Aifa e all’Ema – aggiunge il biologo – per capire se sono a conoscenza di queste cose».Insiste D’Anna: «Anche tutto fosse lecito e innocuo, come minimo bisognerebbe informarne le autorità e i cittadini che usano i vaccini». Secondo problema: «In questi vaccini è stato riscontrato un numero significativo di peptidi (cioè frammenti corti di sequenze di aminoacidi) di origine batterica, probabilmente provenienti da batteri “avventizi” che contaminano le colture. A questi – prosegue il biologo – si aggiungono 65 sostanze chimiche contaminanti, 35% note, (finora abbiamo replicato i risultati su un solo lotto, l’unico disponibile tramite le farmacie su tutto il territorio italiano da oltre un anno), di cui 7 sono tossine chimiche». Anche questi composti, spiega D’Anna, «devono essere confermati nella struttura da uno studio con standard di controllo». E quindi «bisogna che le agenzie ripetano queste analisi, facciano i controlli e rendano pubblici sia i risultati che il loro giudizio». I biologi italiani non si tirano indietro: per il 25 gennaio a Roma, D’Anna anuncia un grande convegno, dal titolo “Vaccinare in sicurezza”, con la partecipazione di scienziati stranieri e italiani, tra i quali Giulio Tarro (da poco insignito negli Usa del premio di miglior virologo). Obiettivo: premete sulle autorità per avere la certezza che i vaccini somministrati ai bambini siano “puliti” e sicuri.Vaccini “sporchi”, con tracce di diserbante e Dna umano ricavato da feti abortiti. E vaccini anche inutili, cioè privi delle necessarie sostanze immunizzanti. E’ esplosiva la denuncia di Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine dei biologi, sulla scorta delle analisi effettuate su vaccini somministrati ai bambini italiani. Risultati-choc, quelli che D’Anna ha presentato in esclusiva a Franco Bechis, direttore del quotidiano “Il Tempo”. «In alcuni casi la prova scientifica ha dato l’esito che ci attenderebbe: vaccini prodotti a regola d’arte. In altri no». Per due di questi, aggiunge Bechis, gli esiti delle analisi biologico-genomiche sono stati «clamorosi e preoccupanti, perché i campioni prelevati da diversi lotti tutto sembravano meno che essere confezionati secondo le regole». In un caso, quello del vaccino da impiegare per morbillo, rosolia, parotite e varicella, «si è rilevata la totale assenza degli antigeni del virus della rosolia». Quegli stessi lotti sarebbero quindi stati utilizzati «per migliaia di vaccinazioni inutili». In assenza dell’antigene necessario, infatti, «chiunque sia stato vaccinato può prendersi la rosolia esattamente come non avesse mai visto un vaccino». Nel secondo referto di laboratorio, analisi e contro-analisi che riguardavano un altro vaccino multivalente (difterite, tetano, pertosse ed epatite B) è stata rilevata «la presenza di sostanze che non dovevano esserci (ad iniziare dal Dna umano)», sia pure in dosi microscopiche, eppure «potenzialmente dannose per la salute dell’uomo».