Archivi degli autori 
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L’Altro Fratello, un reality-verità dal cuore dell’Africa
«Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità». Così parlava il capitano Thomas Sankara, il leader comunista che nel 1984 cambiò nome all’Alto Volta, ex colonia francese, facendone l’odierno Burkina Faso, terra di uomini poveri ma liberi, a cui l’eroe della decolonizzazione – poi assassinato perché troppo scomodo – regalò l’indipendenza più preziosa, quella psicologica: pari opportunità, saper fare, niente assistenzialismo né ricatti economici.
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Gli ergastolani al Papa: siamo già morti, senza speranza
Santo Padre, siamo degli ergastolani, dei condannati a essere colpevoli e prigionieri per sempre, ergastolani con l’ergastolo ostativo ad ogni beneficio. Santo Padre, molti di noi sono in carcere da 20, 30 anni, altri di più, senza mai essere usciti un solo giorno, senza mai un giorno di permesso con la propria famiglia. Molti di noi sono entrati da ragazzi adolescenti e ora sono quarantenni destinati ad invecchiare in carcere, altri erano giovani padri e ora sono nonni con i capelli bianchi.
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Piazza Fontana, la strage che doveva arrestare la sinistra
Quarant’anni e nessun colpevole. Malgrado 17 morti, 88 feriti, 7 processi. I numeri della strage di piazza Fontana sono cristallizzati nella memoria, scolpiti nel marmo delle lapidi e nelle cerimonie di chi non vuol dimenticare il boato che alle 16.37 di venerdì 12 dicembre 1969 sprofondò Milano e l’Italia nel terrorismo delle stragi. Sette chili di esplosivo militare ad alto potenziale devastarono la Banca Nazionale dell’Agricoltura a due passi dal Duomo. I primi a finire nel mirino, gli anarchici. Pietro Valpreda attenderà anni prima di essere assolto mentre Giuseppe Pinelli, volato dal quarto piano della questura, è morto innocente e senza processo.
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Strada: Obama Nobel di pace come la D’Addario di castità
Tempi duri per il presidente americano Barack Obama: come se non bastassero il crac di Wall Street, la crisi economica e industriale degli Usa, l’incerta politica estera e l’immane travaglio per imporre agli Stati Uniti un “rivoluzionario” sistema sanitario pubblico, da quando ha ricevuto il Nobel per la Pace il capo della Casa Bianca è diventato vittima di attacchi durissimi, fino a ieri impensabili. L’ultimo proviene da Gino Strada, fondatore di “Emergency”: il Nobel per la Pace a Obama, ha detto Strada con il consueto sarcasmo, equivale al Nobel per la Castità attribuito a Patrizia D’Addario.
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Spinelli: Napolitano e Fini fermeranno la tele-dittatura
Mentre le potenze europee si chiedevano ‘cosa avesse in mente Hitler’, Churchill nel 1936 affermò che era finito «il tempo delle mezze misure, degli espedienti, dei sedativi», ma si era già entrati «nel tempo delle conseguenze». Barbara Spinelli, tra le più riconosciute osservatrici dei fatti politici italiani, lancia un allarme esplicito: la crisi è acuta, ormai «è finito il tempo di chiedersi ‘cosa accadrà’», ci siamo tutti abituati «all’idea che avverrà qualcosa di ancora peggiore», viste di minacce di Berlusconi che non riconosce più Quirinale e Consulta. Unica uscita di sicurezza? Fini. Perché «il regime autoritario può essere scalzato soltanto dalla maggioranza».
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Andraous: il popolo della galera e la giustizia ingiusta
Quante volte abbiamo scritto su quel perimetro deliberatamente dimenticato qual è il carcere, infinite volte ai silenzi assordanti sono seguiti sofismi e editti che sono rimasti lettera morta. Grosse fette della Società, delle Istituzioni, dei Governi, hanno speso parole e intenzioni, ma opere ben poche, se non quelle del redigere rapporti di morti sopravvenute e di utopie tutte a venire: nonostante le dimensioni di una disumanità ormai divenuta regola, di un moltiplicarsi tragico di suicidi, di autolesionismi, di miserie umane così profondamente deliranti. Senza più una professione di fede, neppure quella della strada.
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Se Silvio piccona la Seconda Repubblica, da lui fondata
Troppi veleni e troppe tensioni (anche nel centrodestra) e troppa incertezza. Questa la ragione dell’esasperazione del premier e del suo sfogo al vertice europeo del Ppe. Diversamente, scrive Massimo Franco sul “Corriere della Sera”, non si capirebbe come un presidente del Consiglio dotato di una maggioranza schiacciante possa dire che «la sovranità è passata dal Parlamento al partito dei giudici». Lo stupore della platea, aggiunge Franco, fa pensare che il discorso sia stato iscritto più nella categoria delle stranezze italiane che in quella degli attacchi alla democrazia: come se le anomalie del Belpaese fossero state offerte al giudizio dell’Europa.
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Cometa denuncia la catastrofe dell’ottimismo
È uscito il secondo numero di “Cometa”- acronimo di Comunicazione, Etica, Ambiente – il trimestrale di critica della comunicazione diretto da Giulietto Chiesa e promosso da Megachip e Pentapolis, in collaborazione con Legambiente. Disponibile nelle librerie Feltrinelli, il nuovo numero approfondisce quella che nel titolo viene definita “la catastrofe dell’ottimismo”, in un’analisi critica e documentata della natura, delle cause, delle cifre, delle vittime e dei carnefici della crisi economica in atto. Presenti tra gli altri saggi di Luciano Gallino e Paolo Cacciari e interviste a Beppe Grillo e Loretta Napoleoni.
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Giudici, Berlusconi dichiara guerra a Fini e Napolitano
«Berlusconi ci dica dove vuole portarci, perchè noi non andremo dove vuole andare lui». Così Pierluigi Bersani, Pd, dopo l’ultimo violentissimo attacco di Berlusconi, che dal congresso del Ppe ha nuovamente attaccato la Corte Costituzionale, «un organo politico», composto da «esponenti di sinistra» nominati da «presidenti della Repubblica di sinistra». Berlusconi suscita la reazione di Fini e Napolitano e annuncia «una riforma della Costituzione» che allarma politica e istituzioni. «E’ finita la lunga transizione italiana», scrive il direttore di “Repubblica”, Ezio Mauro: «Siamo entrati nello stato d’eccezione: ed è la prima volta, nella storia della nostra democrazia».
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Gotor: il tramonto di Berlusconi sarà lungo e velenoso
«Il tramonto di Berlusconi sarà lungo, difficile e velenoso». Miguel Gotor, giovane storico dell’università di Torino, saluta con interesse il successo del No-B Day promosso dal “popolo viola”, ma avverte: «Sarebbe un errore pensare di sconfiggere il premier attraverso la via giudiziaria o con una spallata». Il leader del Pdl – che da Bonn ha appena annunciato una nuova offensiva contro la Consulta suscitando i distinguo di Fini («non condivido, chiarisca») – secondo Gotor va battuto «per via elettorale»: sta al centrosinistra conquistare il blocco sociale di Berlusconi.
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Travaglio: caso Genchi, il thriller che fa tremare l’Italia
«In “Why Not” avevo trovato le stesse persone sulle quali indagavo per la strage di via D’Amelio. L’unica altra indagine della mia vita che non fu possibile finire». Inizia così il dialogo tra Gioacchino Genchi e Edoardo Montolli, su ciò che Berlusconi definì «il più grande scandalo della Repubblica», l’archivio Genchi. Un materiale così scottante da riscrivere gli ultimi vent’anni: da Tangentopoli alle scalate bancarie, dai grandi crac ai processi clamorosi, fino a Falcone e Borsellino, «con elementi nuovi che aprono enormi squarci nelle istituzioni». Non teoremi, ma fatti: «Indagini e amicizie impensabili, uno scioccante dietro le quinte».
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Obama, la Cia e la guerra segreta degli aerei invisibili
L’escalation militare ordinata dal presidente Obama non riguarda solo l’invio di rinforzi in Afghanistan, ma anche – stando alle rivelazioni pubblicate nei giorni scorsi dal New York Times – l’espansione della campagna di bombardamenti aerei in Pakistan. Finora gli attacchi missilistici sferrati dagli aerei telecomandati della Cia sono stati limitati alle remote zone montuose delle Aree Tribali. Secondo fonti ben informate del quotidiano newyorkese, la Casa Bianca ha autorizzato l’estensione dei raid alla provincia del Balucistan, in particolare alla zona di Quetta, dove si nasconderebbe la dirigenza talebana capeggiata dal Mullah Omar.