Archivio del Tag ‘brogli’
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Sangue e menzogne, scandalo mondiale senza fine
All’alba del fatidico 11 settembre 2001, la data che ha cambiato in peggio la storia del mondo scatenando una guerra dopo l’altra col pretesto della lotta al terrorismo internazionale, il cielo degli Stati Uniti era l’area più controllata del pianeta, ma in modo clamorosamente anomalo: qualcuno si era infatti premurato di organizzare ben 7 esercitazioni militari, tutte concentrate nello stesso giorno, in modo da allontanare l’aviazione e lasciar libero il corridoio aereo utilizzato dai dirottatori diretti alle Torri Gemelle. La sicurezza americana ha mentito su tutto: sono le ultime conclusioni del “Consensus Panel”, la commissione indipendente di esperti convocata sulla strage del secolo. Smentita, dati alla mano, l’incredibile versione ufficiale: una cortina di menzogne, stesa dal governo e dai media per impedire al pubblico di scoprire dove fossero e cosa stessero davvero facendo, in quelle ore, i quattro uomini-chiave dell’apparato Usa
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Noi, la speranza dell’Egitto contro la violenza di Mubarak
Mi chiamo Rania Aala, ho trent’anni, e da quando sono nata ho sempre visto Mubarak al governo, sempre. E’ frustrante per la mia generazione. Il partito al governo, l’Npd, pensa che siccome ci sono quaranta milioni di poveri in questo Paese, allora siamo tutti ignoranti, politicamente incompetenti, senza leadership. Anche i capi della cosiddetta ‘opposizione’ si sono comportati come se noi non esistessimo. Ci hanno lasciato fuori dall’equazione e sono diventati tristi, ridicolmente oppressivi. Il picco della nostra frustrazione si è verificato in occasione di due fatti: le dichiarazioni di Gamal Mubarak, che vuol correre per la presidenza dopo il padre, uccidendo così tutte le nostre speranze
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Rivolta a Tirana: anche l’Albania sull’orlo della guerra civile
Dopo la Tunisia, ora è l’Albania a vacillare, sull’orlo della guerra civile: il bilancio degli scontri nelle piazze il 21 gennaio parla di tre morti e 55 feriti, tra cui 30 poliziotti e 25 civili. E’ il drammatico epilogo della crisi politica che divampa da un anno e mezzo: l’opposizione socialista accusa di corruzione il governo conservatore di Sali Berisha, sospettato anche di brogli elettorali. In allarme l’Unione Europea, che invita alla calma e ricorda a Tirana che i cittadini hanno il diritto democratico di protestare. A far precipitare la situazione, la polizia antisommossa spaventata dai 20.000 manifestanti raccoltisi davanti al palazzo governativo: dopo gli idranti, i lacrimogeni e le cariche con manganelli, sono stati esplosi colpi di pistola e tre persone sono rimaste a terra, giungendo senza vita all’ospedale.
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Droga e intelligence, il fratello di Karzai pagato dalla Cia
Ahmed Wali, fratello del presidente afghano Karzai, sarebbe da otto anni sul libro paga della Cia. Un personaggio scomodo, coinvolto nel traffico di droga, ma utile alle missioni dell’intelligence. «Ahmed Wali – scrive Guido Olimpio sul “Corriere della Sera” – avrebbe infatti messo in piedi un apparato para-militare, la Kandahar Strike Force, che ha aiutato la Cia nella caccia ai terroristi e agli insorti». Inoltre il fratello del presidente ha avuto un ruolo, in questi anni, come canale di contatto con esponenti talebani. A rivelare i particolari è il New York Times, imbeccato da funzionari ai quali non piace la collaborazione con Wali.
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Narco-terrorismo dietro la strage dei Pasdaran in Iran
Anche se Teheran si affretta ad accusare «potenze straniere», in particolare Usa e Gran Bretagna, si profila l’ombra del narcotraffico dietro alla sanguinosa strage provocata il 18 ottobre nell’Iran sud-orientale dal kamikaze che ha colpito al cuore i Pasdaran, guardiani della rivoluzione khomeinista, uccidendo 29 persone tra cui il generale Nurali Shushtari, comandante vicario della formazione militare, e il generale Mohammad Zadeh, a capo dei Pasdaran nella provincia Sistan-Baluchistan, a due passi da Pakistan e Afghanistan. Il convoglio era diretto a un incontro con i leader tribali della zona.
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Stop al riconteggio-farsa, Afghanistan al ballottaggio?
Torna in campo l’eventualità di un ballottaggio tra Karzai e Abdallah dopo le proteste levatesi da tutto il mondo sui brogli delle elezioni presidenziali in Afghanistan. La commissione per i reclami elettorali (Eec), sostenuta dall’Onu e dal governo afghano e presieduta dal canadese Grant Kippen, ha deciso di rivedere le regole di riconteggio dei voti sospetti. In base al vecchio sistema, la commissione aveva stabilito che i due candidati si sarebbero visti annullare la stessa percentuale di voti a prescindere da chi avesse maggiormente beneficiato dei brogli.
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Karzai presidente, riconteggio-farsa dopo le elezioni-truffa
Hamid Karzai sarà il vincitore ufficiale, al primo turno, delle elezioni-truffa in Afghanistan, come deciso il 24 settembre, a tavolino, da Usa, Nato e Onu. Lo riferisce Enrico Piovesana, autore di un lungo servizio pubblicato su “PeaceReporter”. Anche se la commissione per i reclami sostenuta dall’Onu e presieduta dal canadese Grant Kippen ha iniziato il 5 ottobre la verifica dei voti contestati delle consultazioni presidenziali del 20 agosto, attribuite all’uscente Karzai (54,6%, contro il 27,8 dello sfidante Abdallah, si sa già che la “vittoria” sarà ufficializzata nel fine settimana.
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Gli italiani: perché restare ancora in Afghanistan?
Non sono solo Bossi e Ferrero a chiedere il ritiro del contingente italiano da Kabul. Se il leader leghista auspica una rapida via d’uscita e il segretario di Rifondazione comunista ribadisce che occorre lasciare l’Afghanistan perché l’invasione è figlia della politica di Bush e non ha saputo garantire neppure elezioni libere da brogli, sono gli italiani – secondo i sondaggi – a pretendere che i soldati tornino a casa. Prima ancora dell’ultima strage di Kabul, il 17 settembre, costata la vita a 6 paracadustiti della Folgore, la maggioranza chiedeva il ritiro delle truppe: percentuale, ora, destinata a salire. Lo rivela il “Corriere della Sera”, che cita alcuni tra i maggiori istituti demoscopici.
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Morire a Kabul, tra i signori dell’oppio e dell’uranio
Via le truppe dall’Afghanistan? Lo chiedono Umberto Bossi (Lega Nord) e Paolo Ferrero (Rifondazione comunista) dopo l’attentato a Kabul che il 17 settembre ha ucciso 6 parà della Folgore, ferendone altri 4 e infliggendo all’Italia il più grave lutto, dopo la strage irachena di Nassiriya. Mentre Bossi auspica che «i nostri ragazzi» tornino a casa «per Natale», Ferrero chiede il ritiro immediato: «La presenza del contingente italiano in Afghanistan è figlia di una politica assurda e sbagliata. Non è bastata neppure a garantire elezioni regolari, visti i colossali brogli da parte del governo-fantoccio di Hamid Karzai, denunciati dagli osservatori internazionali».
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Iraniani a Bruxelles: vittoria truccata, ecco le prove
Il regista iraniano Mohsen Makhmalbaf e la scrittrice-fumettista Marjani Satrapi (autrice di “Persepolis”) hanno presentato a Bruxelles un documento che proverebbe la vittoria elettorale di Mousavi. I due, che vivono da anni all’estro, hanno indetto una conferenza stampa al Parlamento europeo per mostrare un documento in fotocopia della Commissione elettorale iraniana, dal quale risulta che Mousavi avrebbe surclassato Ahmadinejad e sarebbe, pertanto, il nuovo presidente legittimo dell’Iran.