Archivio del Tag ‘cattedrali’
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Proclamato: nessun mistero, è l’Ottava a governare la vita
La Legge dell’Ottava? Io non ho inventato niente. Ho solo messo insieme quello che già c’era, per capire come e quanto fosse presente, ovunque, sul pianeta. Cos’è questa informazione? Di per sé è una legge, e l’amministrazione di questa legge è diventato il modo in cui tutti gli ambiti iniziatici si sono “allenati” ad essere “speciali”. Mi riferisco a tutti gli ambiti iniziatici: la Legge dell’Ottava non è solo un’interpretazione dei Rosacroce in Occidente; riguarda, nei millenni, tutto il mondo iniziatico, a tutte le latitudini. Perché questa grandissima diffusione di questa legge? Perché riguarda il modo in cui la natura si esprime, e a sua volta la natura va intesa come il modo in cui il divino si manifesta. Un ultimo passaggio: per questa legge, la natura è il divino. Con molta semplicità, bisogna immaginare che questa legge si basi su una struttura numerica che si ripete sempre e comunque, in tutti gli ambiti fisici e (cosa che sfugge alla maggior parte delle persone) soprattutto negli ambiti psichici. Esempio classico, la luce del sole: a noi appare come bianca, ma sappiamo tutti che – una volta “aperta” – ha dentro 7 colori; quindi, la summa di quei 7 colori (più uno: la luce bianca) è la sintesi di questa legge. Per cui, la legge è costituita da 7 momenti, più uno: ed ecco l’Ottava.Idem in ambito musicale: le 7 note, quando decidono di aumentare di frequenza, passano alle 7 note successive assorbendo immediatamente il “do” seguente (do, re, mi, fa, sol, la, si, più uno: do). E’ una legge che ha a che fare con la modalità aggregante dei cristalli, che sono 7. Ha a che fare con il modo in cui i gas si comportano, ha a che fare con la chimica. E’ una legge che la scienza conosce: la conosce, ma finora non ha avuto “voglia” di metterla insieme e definirla unica, presente a tutti i livelli. La cosa più importante? L’interpretazione di questa stessa legge diventa, dentro di noi, una modalità con cui “divenire”. O meglio: se è una legge che si interpreta a livello musicale, possiamo intendere noi stessi come degli “strumenti” che possono essere “suonati”, facendo dei salti. Da millenni, per “suonarsi” in modo diverso, tutti gli ambiti spirituali utilizzano le virtù. Chi è nell’ambito yogico definisce tutto ciò “chakra”. Potrei andare avanti all’infinito, ma tutto ha sempre a che fare con il 7, che viene inserito ovunque, nei contesti di tutte le religioni (comprese quelle bibliche) e in quelli delle “anatomie sottili” dell’Oriente. E’ sempre un uso interpretativo di questa legge che, a livello psichico, permette alle persone di cambiare le proprie “frequenze”, a loro volta intese come virtù, a loro volta intese come nostra capacità di apparire, in questa realtà, con determinate caratteristiche.Questo tipo di legge, interpretata nelle sue specifiche applicazioni, ha dato inizio alla possibilità di costruire edifici secondo questa legge, ma anche dipingere, scrivere e computare, sempre secondo questa legge. E tutti questi passaggi, fino a un certo periodo nella storia dell’umanità, sono stati compiuti da personaggi eccelsi, in ogni civiltà: personaggi che interpretavano l’Ottava. Quello che è successo sul pianeta, negli ultimi cinquemila anni, è esattamente questo. Possiamo aggiungere una chicca, che sono i cerchi nel grano: il loro è un linguaggio chiaramente simbolico (l’Ottava si esprime attraverso il simbolo); e quando i cerchi sono autentici, si esprimono attraverso quella simbologia. Com’è fatta, la simbologia dell’Ottava? Una cosa classica sono le “otto direzioni” (per dirne una, la ruota a 8 raggi del mondo buddista). Poi la legge acquista una complessità numerica, ma sappiate che questo nucleo (il 7+1) è il nocciolo duro di tutto il sapere iniziatico mondiale. Le interpretazioni sono all’ennesima potenza: Feng-Shui, Qi-Gong, Thai-Chi, il Palladio, Raffaello, Michelangelo… tutta gente che interpreta questa legge.Teoricamente, in Europa, l’interpretazione dell’Ottava e la sua amministrazione in ambiti precisi (come quello dei Rosacroce) si è interrotta in modo palese alla morte di Salvador Dalì. Da allora – e non è la prima volta – il mondo iniziatico sembra essere scomparso. Tutto quello che possiamo definire adesso “Rosacroce”, o massoneria, è fuffa. Ci saranno anche brave persone, ma sono assolutamento convinto che si possa escludere, da queste presenze associative, la capacità di intendere e di applicare questa legge come l’hanno avuta certi personaggi, perlomeno fino a Dalì in Europa. Questa cosa è andata avanti per cinquemila anni, e si è deciso di terminarla alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Subito dopo, la presa economica di certi sistemi è stata tale, per cui anche personaggi che dovevano amministrare interi Stati non ne sono rimasti indifferenti (prima, ad affiancare normalmente molti leader erano persone di quel tipo).Poi, certo, è esistito anche un certo Rol, per dire, ma si era ormai sfilacciata quella maglia di personaggi che avevano compreso la storia dell’umanità – con modalità spesso sotterranee – dettando i tempi per smettere di costruire le cattredali e iniziare a occuparsi di opere d’arte, smettere di occuparsi d’arte e iniziare a occuparsi di proto-scienza, per poi magare calarsi in forme architettoniche avveniristiche, eccetera. E lì dietro c’è questa spinta: è una forma decisionale dettata dai mondi iniziatici – chiamateli come volete: sono Sufi, sono Rosacroce qui da noi, sono Fedeli in Amore quando c’è Dante, sono Giordaniti quando c’è Giordano Bruno, si chiamano Radix Davidis (matrice ebraica) prima di arrivare in Europa. E’ un cambio di nomi, di intestazioni, ma anche un cambio di utilizzo di quella legge. La faccio breve: utilizzarla vuol dire cercare di assomigliare il più possibile a Dio, visto che Lui non si dà i limiti che ci diamo noi – perché noi i limiti non li abbiamo, ce li diamo. Ci sono dei limiti oggettivi dettati dalla nostra finitezza, certo, ma non abbiamo limiti a livello mentale, e soprattutto a livello emozionale: quelli ce li diamo noi. A questo livello, allora, si capisce quello che possiamo fare in questa tridimensionalità, perché l’Ottava è la suprema conoscenza delle dimensioni, che a loro volta sono la componente di tutto quello che è natura. E la natura, con le sue leggi, non è solo qui.Come la nostra scienza sa, la natura è presente in altre dimensioni: e lì si manifesta con caratteristiche che non sono le nostre. Si manifesta col tempo e senza lo spazio, con lo spazio e senza il tempo, senza il tempo né lo spazio. Non mi sto inventando nulla: è fisica. Già l’immensamente piccolo queste cose le mostra con una certa precisione. E questo ci dovrebbe far pensare che il lavoro fatto da quelle persone è eccezionale. Non c’è moltissimo interesse, da parte dell’ufficialità, a divulgare tutto ciò – o meglio: manca l’interesse a divulgarlo ufficialmente, mentre c’è grandissimo interesse nell’affrontarlo personalmente, per poi trarne ispirazione per fare poi quello che definiamo ufficialità scientifica. E’ sempre stato così. E questa è la sfumatura giusta, credo, con cui definire il modo attraverso cui, oggi, questa cosa non sembra avere diffusione. Ma il condizionale è d’obbligo: almeno negli ultimi anni, per quanto riguarda il mondo della simbologia, c’è stato un risveglio non da poco. Sta succedendo anche in Italia, dove i freni in questo senso sono maggiori, per via della Chiesa.All’estero è diverso: se i nostri simbologi potessero intervenire fuori dall’Italia, farebbero sfracelli, perché come al solito siamo i primi. Io mi sono confrontato – non lo dico per boria – e vi dico che è così. All’estero non ho ancora incontrato nessuno che ne sappia più di noi: mi farebbe piacere ascoltarlo. Noi in Italia potremmo tranquillamente vivere d’arte? Ma certo. Quando si comincia a capire che l’arte è una forma di agopuntura fatta per il cuore e per la mente, il modo in cui tu puoi presentare l’arte è un’altra cosa. Non è un semplice “è stato costruito da…”. Bisogna aggiungere: “E fa quest’effetto”. E quello è l’incipit di un percorso personale, che puoi fare anche a casa tua, e che comunque ti accompagnerà per tutta la vita. Su tutto il nostro territorio, noi abbiamo – spalmata – questa eredità, che non utilizziamo. Ovunque si abiti, in Italia, questa cosa è visibile, si coglie. A parte i luoghi che ormai sono stati conclamati come perfetti per fare un atto di turismo, come Roma e Venezia, abbiamo fin troppo, in questo senso. Soprattutto, perdiamo tempo. Non capiamo come vada interpretato, tutto ciò.(Michele Proclamato, dichiarazioni rilasciate a Michele Stedile nella diretta in web-streaming su Skype “Domande e risposte” del 14 marzo 2018, pubblicata su YouTube. Studioso ed esperto di simbologia, Proclamato ha pubblicato studi spesso illuminanti, come i libri su Arcimboldo e Newton, Cartesio e Giordano Bruno, l’architettura “sottile” partendo da Vitruvio e la mistica medievale Ildegarda di Bingen).La Legge dell’Ottava? Io non ho inventato niente. Ho solo messo insieme quello che già c’era, per capire come e quanto fosse presente, ovunque, sul pianeta. Cos’è questa informazione? Di per sé è una legge, e l’amministrazione di questa legge è diventato il modo in cui tutti gli ambiti iniziatici si sono “allenati” ad essere “speciali”. Mi riferisco a tutti gli ambiti iniziatici: la Legge dell’Ottava non è solo un’interpretazione dei Rosacroce in Occidente; riguarda, nei millenni, tutto il mondo iniziatico, a tutte le latitudini. Perché questa grandissima diffusione di questa legge? Perché riguarda il modo in cui la natura si esprime, e a sua volta la natura va intesa come il modo in cui il divino si manifesta. Un ultimo passaggio: per questa legge, la natura è il divino. Con molta semplicità, bisogna immaginare che questa legge si basi su una struttura numerica che si ripete sempre e comunque, in tutti gli ambiti fisici e (cosa che sfugge alla maggior parte delle persone) soprattutto negli ambiti psichici. Esempio classico, la luce del sole: a noi appare come bianca, ma sappiamo tutti che – una volta “aperta” – ha dentro 7 colori; quindi, la summa di quei 7 colori (più uno: la luce bianca) è la sintesi di questa legge. Per cui, la legge è costituita da 7 momenti, più uno: ed ecco l’Ottava.
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Summa Symbolica: conoscere i simboli per sfuggire al Mago
Ecco, arriva il mago e risolve tutto. Si chiama Macron? Libera i francesi dall’Uomo Nero,che in quel caso era una donna, Marine Le Pen – l’unica, peraltro, a denunciare le cause eurocratiche delle sofferenze sociali della nazione. Siamo in Italia e il mago si chiama Matteo Renzi? Ha in mano quei famosi 80 euro, che infatti gli valgono il 40% dei consensi alle europee. Ha poi risolto qualcosa, il mago Renzi? Assolutamente no: infatti, in capo a pochi mesi, l’Harry Potter di Rignano sull’Arno ha dovuto sloggiare dal palazzo, dove oggi altri ipotetici maghi – di diversa scuola – provano a loro volta a convincere l’opinione pubblica con analoghe trovate, sempre nel campo miracoloso del “tutto e subito”. E’ colpa loro, dei maghi? Sì e no, dice Gianfranco Carpeoro, esoterista coltissimo e dotato di un raro talento nel diffondere generosamente il suo sapere anche presso i non addetti, quelli che i massoni – bontà loro – chiamano profani, cioè rimasti fuori dalla porta del tempio dove si tramanda, “da bocca a orecchio”, la cosiddetta conoscenza iniziatica. Non sarebbe ora di farlo uscire dalle segrete stanze, quel benedetto corpus di informazioni e codici? E’ esattamente la missione che si prefigge Carpeoro con la pubblicazione, a puntate, dei volumi di “Summa Symbolica”, primo studio sistematico – destinato a tutti – sulla “scienza dei simboli”.Una disciplina oscura perché non svelata, che persino Umberto Eco – per poterla introdurre in ambito universitario – ha dovuto camuffare, chiamandola “semiotica”. Tuttora, la simbologia non è materia di insegnamento, da nessuna parte: lo è stata, solo per un certo periodo, nell’università statunitense di Princeton, nel New Jersey, da cui – non a caso – transitarono personaggi come Albert Einstein, il presidente americano Thomas Woodrow Wilson e il matematico John Nash, Premio Nobel per l’Economia come gli altri “princetoniani” Paul Krugman e Angus Deaton. Niente di strano, direbbe Michele Proclamato, allievo di Carpeoro ed eminente simbologo italiano, autore di libri straordinari sui “numeri dell’universo” che emergono, sempre gli stessi, dai rosoni delle cattedrali e dagli antichi zodiaci egizi, dai “sigilli ermetici” di Giordano Bruno e dalla fisica di Newton, dalla matematica “metafisica” di Cartesio e dalle opere di Leonardo, di Arcimboldo, di Vitruvio, di Bach e Mozart, e persino dai “cerchi nel grano”. «Se penetri il simbolo e ne impari a cogliere il messaggio, alla fine diventi più intelligente», sostiene Proclamato: «Il linguaggio dei simboli è fondato sull’analogia e stimola la nostra capacità di intuizione. E in fondo, anche ridotto alla sua essenza numerica, racconta sempre la stessa cosa: la dinamica delle emozioni, che mette gli esseri umani in relazione diretta con qualsiasi altra forma di vita, terrestre e celeste».Da Proclamato a Carpeoro, il passo è breve. Entrambi scrivono libri e animano appassionate conferenze. Tutte cose impensabili, vent’anni fa: «All’epoca – sorride Carpeoro – ad ascoltarmi c’era solo mia sorella, più il gestore della sala». Cos’è successo? Deluso dal consumismo e dalla politica post-ideologica, il pubblico ha scoperto la “new age”, «di cui si è prontamente impossessato il potere, quello che oggi sforna guru, corsi e libri che ti spiegano come avere successo, in modo istantaneo, in ogni campo della vita». Carpeoro presidia strade assai meno battute, quelle dei leggendari Rosacroce, regolarmente maltrattati: l’ufficialità nega ostinatamente la loro esistenza storica, mentre associazioni come l’Amorc – di marca statunitense – ne propongono una versione mistico-occultistica. Sono fuori strada, sostiene Carpeoro: la ricerca dei Rosacroce – fratellanza iniziatica “fantasma”, sempre in clandestinità per sfuggire al dominio cattolico – ha ben poco di mistico. Riguarda casomai la metafisica e soprattutto l’estetica, il codice della bellezza: «Attraverso i loro artisti, tra cui i massimi esponenti del Rinascimento italiano, i Rosacroce hanno creato innanzitutto un linguaggio, ben sapendo che soltanto l’estetica può alimentare l’etica, dal momento che ognuno di noi – pur non essendone consapevole – ha dentro di sé quella stessa bellezza che l’artista riproduce, emozionandoci».L’operazione? Sofisticata e decisiva: «Elevare tutto questo alla portata della nostra consapevolezza. Ecco a cosa serve conoscere il linguaggio simbolico: a non subire più il potere del mago». In materia, Carpeoro è categorico: «Siamo pieni di cosiddetti maestri, che rappresentano la nostra schiavitù psicologica. Nessuno può dirsi maestro, tantomeno io, perché ognuno di noi è maestro in qualcosa: insegnamo e impariamo gli uni dagli altri». Ed è quello che il mago, cioè il cattivo maestro, si guarda bene dall’ammettere: finirebbe disoccupato. «In realtà non ci serve nessun maestro», taglia corto Carpeoro. «Tutto quello che dobbiamo sapere è già dentro di noi. Abbiamo già tutto ciò che ci serve, per raggiungere i nostri obiettivi. La domanda, semmai, è questa: siamo proprio sicuri di sapere che cosa vgliamo? Perché in questo sta la libertà: non nel fare quello che si vuole, ma nel sapere di cosa abbiamo davvero bisogno». E questo, assicura Carpeoro, te lo “insegna” proprio il linguaggio dei simboli, i segni ricorrenti che popolano il mondo, spesso in incognito e a nostra insaputa: li subiamo, facendocene condizionare, ma senza coglierne il significato.Il potere – politico, economico, religioso – fa un uso massiccio dei simboli. Perché funzionano? Lo spiega benissimo il primo volume di “Summa Symbolica”: i simboli sono una traduzione degli archetipi, che sono eterni. Si tratta di eventi materiali (fatti) o immateriali (pensieri) che vivono, da sempre, in una dimensione impalpabile, che Carpeoro chiama “memoria ancestrale dell’universo”. «Entrano in contatto diretto con noi soltanto in un modo: attraverso i sogni che facciamo durante il sonno profondo. Sogni che non possiamo ricordare, perché il nostro linguaggio – limitato – non riesce a catturare l’assoluto archetipico». Ci restano due strade: quella del mito, che l’archetipo lo racconta, e quella – parallela – del simbolo, dove l’archetipo viene rappresentato: con un segno, un numero, una parola, un suono, un colore, persino un odore. In base una “legge” identificata dall’esoterista francese René Guénon, il simbolo è un microcosmo che allude a un macrocosmo: il piccolo contiene il grande, non viceversa. «Il simbolo ti interroga, ti costringe a pensare». E il “pensiero” del simbolo – che spinge a domandarsi “perché” – è il contrario esatto del non-pensiero del mago, che ti spiega solo il “come” (che è una semplice conseguenza del “perché”).Secondo Carpeoro, la nostra società – ormai interamente “magica” – ha saltato sistematicamente il “perché”, concentrandosi solo sul “come” (avere successo, fare soldi, conquistare una donna). Ed è proprio su questa nostra debolezza che il mago, anche politico, gioca facile. Traccia sempre lo stesso cerchio, nel quale ti rinchiude. Prima ti astrae dal tuo mondo reale, dettando le sue regole. Si chiama: astrazione. Poi ti ci trasloca mentalmente, nella nuova casa (estrazione). Ti insegna come abitarla (istruzione) ma fa in modo che tu non possa tornare indietro (ostruzione). Quando ti accorgi che hai vissuto in una bolla immaginaria, ormai è troppo tardi (distruzione). Oggi, oltre il 60% dei francesi reputa Macron una specie di cialtrone, deludente e addirittura pericoloso. E’ il finale perfetto di ogni parabola “magica” che si rispetti. Macron è un mago politico di prima grandezza. Viene da un’alta scuola di esoterismo finanziario. Lo conosce, eccome, il linguaggio dei simboli. Il guaio è che, a non conoscerlo affatto, sono le sue “vittime”.Non si sono accorte, dice Carpeoro, della simbologia – non islamica, ma templare – nascosta dietro ai più atroci attentati recenti, da Charlie Hebdo al Bataclan, all’epoca in cui Macron “studiava” da presidente in pectore. Né si sono accorti, i belgi, del terribile significato del doppio attentato di Bruxelles, dove stati colpiti l’aeroporto e la metropolitana. «Il messaggio? Come in Cielo, così in Terra. Che significa: noi siamo Dio». Puro delirio di onnipotenza, scrive Carpeoro nel saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, in cui svela la natura massonica della “sovragestione” occidentale che ha organizzato, in Europa, la strategia della tensione affidata a servizi segreti deviati e manovalanza islamista targata Isis. Risultato finale: ecco il mago Macron all’Eliseo. Veniva dalla Banca Rothschild, ma è stato presentato come outsider. Cerchio magico: uno slogan imbecille, “En Marche”. Et voilà, il gioco è fatto: il mago getta la maschera e annuncia di voler tagliare un terzo del pubblico impiego, di “tosare” il mitico welfare francese. Gli elettori gridano al tradimento? Troppo tardi: ostruzione, distruzione.Leggere “Summa Symbolica” non basta, ovviamente, per liberarsi dei Macron. Ma forse aiuta a non cadere in trappola così facilmente. Il primo volume, uscito nel 2017, svela il legame che unisce i simboli agli archetipi. Il secondo, da poco in libreria e già ottimamente piazzato nelle classifiche, si addentra in un viaggio affascinante: si parte dalla croce (l’Ankh egizio, il Tau ebraico, la croce cristiana, il Cardo e il Decumano dei romani nonché la “croce laica” di Cartesio) per arrivare al Cerchio, al Quadrato, all’Ottagono. Creazione e distruzione? Ecco la tradizione biblica, quella cristiana e quella islamica. Poi il millenarismo e l’alchimia, per verificare “tutte le volte che il mondo doveva finire”, incluso il mitico 2012 dei Maya. “Summa Symbolica” è un sentiero: tra nascita, vita, morte e resurrezione. Il Natale e Orione, le tante nascite “divine”. Stelle e divinità: Sirio e Iside. Il Cigno: la croce nelle stelle. Carpeoro si interroga sul ruolo archetipico di Thanatos e sulla morte di Mario Monicelli, preconizzata nel film “Brancaleone alle Crociate”. Cinema, arte e letteratura propongono anche i simboli (rosacrociani) della resurrezione, dal Pellicano alla Fenice. E poi ci sono gli schemi simbolici collegati a un archetipo fondamentale, quello dell’eroe, che si riverbera nelle maschere immortali create da Omero e Virgilio.«Dopo l’inatteso e imprevedibile successo della prima parte di quest’opera – scrive l’autore, in premessa – è con comprensibile timore che ci accingiamo alla pubblicazione della seconda, consistente nel primo volume della trattazione degli archetipi». Se infatti era insolita e originale la parte precedente (sulle dinamiche dei simboli e sui metodi d’analisi), questo intero volume dedicato a singoli archetipi di particolare rilievo affronta contesti di maggiore complessità. «Quindi – avverte Carpeoro – sicuramente questa lettura sarà più faticosa. Ma – aggiunge – non ci stancheremo mai di ripetere che la vera ricerca esoterica non può mai essere agevole». In altre parole: «Grande la ricompensa, maggiore è la fatica del percorso per ottenerla». Ovvero: questo libro non è per chi cerca risposte facili. Ovvio, ci vuole impegno: «Se voglio farti apprezzare la buona tavola posso cucinarti un’ottima cena», dice Carpeoro, che è anche gastronomo. «Ma se vuoi imparare a cucinare non c’è alternativa: posso darti istruzioni, ma il lavoro devi farlo tu». Socrate la chiamava: maieutica. Tradotto: meglio se ci arrivi da solo, alle conclusioni.E’ la “scuola”, senza tempo, del simbolo. E può portare molto lontano – fino al centro di se stessi – grazie alla regina delle domande: “perché”. Vanno bene tutte le risposte, concede Carpeoro, purché non siano definitive e non precludano la domanda successiva. Lo sanno bene i vari cercatori di Graal: la meta è il vaggio, il Graal è la ricerca stessa. Lo scopre, con struggente dolcezza, il grande Toma Alistar, musicista nomade, alla fine dei suoi giorni, dopo un’intera esistenza consacrata al vano inseguimento del grande amore della sua vita. Toma Alistar è il protagonista di un film che fece epoca, “I Lautari”, diretto dal moldavo Emil Loteanu, iniziato Rosacroce. La sua missione: commuovere il pubblico, costringedolo a specchiarsi nella purezza archetipica dell’eroe. “Bello di fama e di sventura”, scrive Foscolo di Ulisse. Quella bellezza – che il simbolo si incarica di trasferire intatta, alludendo all’archetipo sovrastante – ha un messaggio per ognuno di noi: ci rende più consapevoli di appartenere a un universo infinito e senza tempo, che frequentiamo soltanto in sogno. Proprio da lì viene il mondo sulle cui tracce si mette in cammino, la preziosa “Summa Symbolica” di Carpeoro.(Il libro: Giovanni Francesco Carpeoro, “Summa Symbolica. Istituzioni di studi simbolici e tradizionali. Vol. 2\1: Studi sugli archetipi”, edizioni L’Età dell’Acquario, 334 pagine, 28 euro).Ecco, arriva il mago e risolve tutto. Si chiama Macron? Libera i francesi dall’Uomo Nero, che in quel caso era una donna, Marine Le Pen – l’unica, peraltro, a denunciare le cause eurocratiche delle sofferenze sociali della nazione. Siamo in Italia e il mago si chiama Matteo Renzi? Ha in mano quei famosi 80 euro, che infatti gli valgono il 40% dei consensi alle europee. Ha poi risolto qualcosa, il mago Renzi? Assolutamente no: infatti, in capo a pochi mesi, l’Harry Potter di Rignano sull’Arno ha dovuto sloggiare dal palazzo, dove oggi altri ipotetici maghi – di diversa scuola – provano a loro volta a convincere l’opinione pubblica con analoghe trovate, sempre nel campo miracoloso del “tutto e subito”. E’ colpa loro, dei maghi? Sì e no, dice Gianfranco Carpeoro, esoterista coltissimo e dotato di un raro talento nel diffondere generosamente il suo sapere anche presso i non addetti, quelli che i massoni – bontà loro – chiamano profani, cioè rimasti fuori dalla porta del tempio dove si tramanda, “da bocca a orecchio”, la cosiddetta conoscenza iniziatica. Non sarebbe ora di farlo uscire dalle segrete stanze, quel benedetto corpus di informazioni e codici? E’ esattamente la missione che si prefigge Carpeoro con la pubblicazione, a puntate, dei volumi di “Summa Symbolica”, primo studio sistematico – destinato a tutti – sulla “scienza dei simboli”.
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“Di Maio avverte la massoneria: o con noi o contro di noi”
«O con noi o contro di noi: messaggio che Luigi Di Maio rivolge direttamente alla massoneria, che ha aiutato i 5 Stelle alle elezioni ma non ad andare al governo». Lo afferma Gianfranco Carpeoro, di fronte alla data proposta dal leader grillino per le elezioni anticipate, il 24 giugno, proprio mentre Beppe Grillo riesuma, dopo anni, lo pseudo-referendum sull’uscita dall’euro. «Fate una riflessione sul giorno che Di Maio ha indicato per tornare al voto, e capite che cos’è quella data e cosa c’è dietro: 24 giugno 1717, fondazione della massoneria moderna». Alla Taverna dell’Oca e della Graticola di Londra, quel giorno si riunirono le principali quattro logge inglesi, che rifondarono la massoneria: fine dell’antica massoneria “operativa”, quella che costruiva le cattedrali, e nascita della massoneria “speculativa”, vocata alla costruzione di ben altri progetti, molto più politici. Uno come Di Maio non lo poteva sapere? «Gliel’avranno detto, magari il figlio di Casaleggio», dice Carpeoro, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Saggista e simbologo, già a capo della più antica comunione massonica del Rito Scozzese italiano, Carpeoro interpreta il messaggio di Di Maio come «una specie di invocazione-estorsione», a metà strada tra la richiesta di soccorso e l’avvertimento, corredato appunto dall’evocazione dell’euro-referendum.Una velata minaccia, quella del ricorso allo strumento referendario (messo in freezer dopo il tentato trasloco, al Parlamento Europeo, tra le fila degli ultra-europeisti dell’Alde). Mossa che allora apparve sconcertante, data l’animosità della base grillina contro la gestione dell’Ue. Ma, sempre sottotraccia, i militanti ha dovuto digerire la “lunga marcia” di Di Maio verso i santuari di quel super-potere che ha architettato l’euro-sistema. «Il solo fatto che Di Maio sia stato ricevuto dalla finanza inglese era un messaggio, così come il fatto che gli sia stato organizzato il viaggio in America», insiste Carpeoro. «Ed è un messaggio che, nonostante quello che dice la maggior parte di loro, ai 5 Stelle ha portato voti». Come? «Creando il clima». Ovvero: «Diminuendo, all’interno della società italiana, l’ostilità pregressa nei confronti dei 5 Stelle». Niente di strano: «La massoneria, quando è attrezzata, agisce innanzitutto sul clima sociale, prima ancora di agire sulle leggi, sui condizionamenti e su tutte quelle cose a cui va appresso il 90% dei complottisti, che sono sono secondarie». Tutti, peraltro, ricorderanno infatti che, nelle ultime settimane di campagna elettorale, l’attenzione dei media e dell’establishment verso Di Maio si era fatta improvvisamente “amica”, per la prima volta dopo tanti anni di interdizione preconcetta.Poi però il tutoring-ombra della massoneria si è interrotto. E Di Maio è rimasto solo, nel suo tentativo di formare un governo. Il perché è presto detto, sempre secondo Carpeoro: «In tutto il resto dell’ambiente politico, questo ha comportato una reazione, del tipo: i garanti del sistema siamo noi». C’è chi si è affrettato, subito dopo il voto, a farlo sapere a chi di dovere: «Immediatamente dopo le elezioni ci sono stati migliaia di appelli: vedi Berlusconi, la proposta di fare primo ministro Tajani (che è molto più “del club” che non Di Maio). E, in termini di valutazione di forza e affidabilità – aggiunge Carpeoro – la massoneria reazionaria ha scelto gli altri». Per questo ora succede che Di Maio («o Casaleggio junior, fate voi») ha detto: no, io non ci sto, e scelgo proprio la vostra data più importante per darvi il segnale definitivo – o con noi, o contro di noi. Imprudente, per i 5 Stelle, mettersi contro quel mondo? «Beh, se li ha ostacolati, impedendogli di andare al governo, è quel mondo che è andato contro di loro». Che succederà? «Escludo che si voti il 24 giugno», chiarisce Carproro. «Sicuramente Mattarella darà l’incarico a qualcuno, perché deve “sfangarla” fino a novembre-dicembre». Un nuovo Gentiloni? «E’ irrilevante, il nome: tanto, chiunque riceva l’incarico, non sarà lui a comandare, perché l’Italia è “sovragestita” da poteri esterni», per l’appunto massonici: quelli ai quali lo stesso Di Maio si era rivolto, prima del voto, per ottenerne l’investitura.«O con noi o contro di noi: messaggio che Luigi Di Maio rivolge direttamente alla massoneria, che ha aiutato i 5 Stelle alle elezioni ma non ad andare al governo». Lo afferma Gianfranco Carpeoro, di fronte alla data proposta dal leader grillino per le elezioni anticipate, il 24 giugno, proprio mentre Beppe Grillo riesuma, dopo anni, lo pseudo-referendum sull’uscita dall’euro. «Fate una riflessione sul giorno che Di Maio ha indicato per tornare al voto, e capite che cos’è quella data e cosa c’è dietro: 24 giugno 1717, fondazione della massoneria moderna». Alla Taverna dell’Oca e della Graticola di Londra, quel fatidico giovedì si riunirono le principali quattro logge inglesi, che rifondarono la libera muratoria: fine dell’antica massoneria “operativa”, quella che costruiva le cattedrali, e nascita della massoneria “speculativa”, vocata alla costruzione di ben altri progetti, molto più politici. Uno come Di Maio non lo poteva sapere? «Gliel’avranno detto, magari il figlio di Casaleggio», dice Carpeoro, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Saggista e simbologo, già a capo della più antica comunione massonica del Rito Scozzese italiano, Carpeoro interpreta il messaggio di Di Maio come «una specie di invocazione-estorsione», a metà strada tra la richiesta di soccorso e l’avvertimento, corredato appunto dall’evocazione dell’euro-referendum.
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Sabotare l’armonia Est-Ovest: l’attacco ‘esoterico’ alla Siria
Fausto Carotenuto, analista politico internazionale, oggi formatore e insegnante spirituale, nel suo libro “Il mistero della situazione internazionale” tacconta di come le guerre siano in realtà fatte per ragioni esoteriche, non solo economiche o politiche. Vediamo quindi le ragioni esoteriche di questa guerra senza senso alla Siria, tra l’altro proprio da Trump, che nel 2013 aveva criticato Obama per la sua decisione di attaccare la Siria. Il mondo è spartito in due grandi aree: Oriente e Occidente. L’Oriente è la culla della spiritualità, l’Occidente del materialismo e della scienza. Tutte le religioni nascono da Oriente, mentre l’Occidente non ha mai visto nascere nessuna religione, ma solo il fenomeno dello studio, in forma scientifica, di queste religioni. Non a caso il verbo “orientare” deriva da Oriente, perché solo se si guarda, appunto, a Oriente, riusciamo a tracciare una corretta rotta spirituale. Le cattedrali gotiche erano perlopiù orientate verso sud est, ovvero verso Gerusalemme, su precise direttrici energetiche (ad esempio la cattedrale di Chartres è posizionata sulla cosiddetta “Linea di San Michele” che parte da Gerusalemme, e passa da Monte Sant’Angelo, Val di Susa, Chartres, Mont Saint-Michel). E la loro costruzione si basava su calcoli matematici che erano gli stessi del Tempio di Gerusalemme e delle piramidi.L’Oriente è anche ricollegato alla cintura di Orione, di cui Sirio è la stella più luminosa (la costellazione con cui sono allineate le piramidi). Il Grande Oriente, la più grande comunione massonica d’Italia e nel mondo, prende questo nome. Quando un fratello massone muore si dice che “va nell’Oriente eterno”. Il Medio Oriente è una fascia che si situa a metà, come uno spartiacque, tra Oriente e Occidente. E di queste due metà, l’epicentro è Gerusalemme. Gerusalemme è, quindi, un epicentro energetico-spirituale. Non a caso le tre principali religioni del mondo (Islam, Cristianesimo, Ebraismo) nascono proprio a Gerusalemme. Mentre la Siria, Damasco in particolare, è il luogo dove San Paolo incontrò il Cristo eterico (come ha sottolineato di recente il mio amico Piero Cammerinesi in un suo scritto). Il Medio Oriente è la zona di mezzo tra i due mondi, Occidente e Oriente; la riconciliazione e la fusione dei quali potrebbe arrecare un enorme beneficio all’umanità, fondendo la spiritualità orientale con la tradizione scientifica e razionale occidentale, e non a caso è la zona del mondo che, nei millenni, è sempre stata quella più martoriata da guerre di ogni tipo.Lo scopo della guerra in Siria, quindi, è sì politico, finanziario ed economico. Ma è anche una guerra spirituale, per abbassare sempre più le energie di quei luoghi e impedire l’elevazione spirituale dell’umanità. Non caso, la Siria è un paese dove da sempre convivono diverse religioni e tradizioni spirituali, in modo pacifico. Lo stesso Assad fa parte degli Alawiti, una corrente del mondo islamico tra le più pacifiche, in perfetta sintonia con il versetto del Corano secondo cui “se Allah avesse voluto una sola religione, ne avrebbe creata una”; le varie religioni sono quindi strade diverse per arrivare all’unica meta finale, comune a tutti. Dal punto di vista esoterico, le tradizioni spirituali occidentali vendono nella ricostruzione del Tempio di Gerusalemme il momento in cui tornerà la pace nell’umanità. Ovviamente, questo principio esoterico trova riscontro anche sul piano pratico e politico: immaginiamoci come sarebbe il mondo se tornasse la pace a Gerusalemme, e se israeliani e palestinesi trovassero finalmente l’armonia; ciò rappresenterebbe la fine del conflitto tra Oriente e Occidente e una nuova era di pace per l’umanità.Ovviamente, i potenti del mondo sono all’oscuro delle ragioni esoteriche di tutto questo; e lo stesso Trump non ha la capacità di capire cosa si celi, esotericamente, dietro alla sua decisione di attacco. L’esoterismo, si sa, è un altro piano di lettura della realtà, di cui la maggior parte della gente – politici compresi – è quasi completamente all’oscuro. Riportiamo qui un passo di “Morte sulla Terra e vita nel cosmo”, di Rudolf Steiner, sulla centralità di Gerusalemme sul piano spirituale: “Se il defunto guarda certi punti [della superficie terrestre] nel nostro attuale ciclo temporale, allora dal luogo che qui sulla Terra corrisponde alla Palestina, a Gerusalemme, gli giunge, al centro di un colore blu-violetto, una sorta di struttura dorata, come se vedesse una struttura di cristallo d’oro che poi prende vita: questa è Gerusalemme, vista dal piano spirituale! Questo è ciò nell’Apocalisse viene raffigurato come la “Gerusalemme celeste”. Queste non sono cose immaginarie, queste sono cose che possono essere realmente osservate. Spiritualmente, visto dal cosmo, l’evento del Golgotha era l’illuminarsi di una stella d’oro nell’aura blu della parte orientale della terra (l’occidentale è rossastra)».(Paolo Franceschetti, “Le ragioni esoteriche dell’attacco in Siria”, dal blog “Petali di Loto” del 17 aprile 2018).Fausto Carotenuto, analista politico internazionale, oggi formatore e insegnante spirituale, nel suo libro “Il mistero della situazione internazionale” tacconta di come le guerre siano in realtà fatte per ragioni esoteriche, non solo economiche o politiche. Vediamo quindi le ragioni esoteriche di questa guerra senza senso alla Siria, tra l’altro proprio da Trump, che nel 2013 aveva criticato Obama per la sua decisione di attaccare la Siria. Il mondo è spartito in due grandi aree: Oriente e Occidente. L’Oriente è la culla della spiritualità, l’Occidente del materialismo e della scienza. Tutte le religioni nascono da Oriente, mentre l’Occidente non ha mai visto nascere nessuna religione, ma solo il fenomeno dello studio, in forma scientifica, di queste religioni. Non a caso il verbo “orientare” deriva da Oriente, perché solo se si guarda, appunto, a Oriente, riusciamo a tracciare una corretta rotta spirituale. Le cattedrali gotiche erano perlopiù orientate verso sud est, ovvero verso Gerusalemme, su precise direttrici energetiche (ad esempio la cattedrale di Chartres è posizionata sulla cosiddetta “Linea di San Michele” che parte da Gerusalemme, e passa da Monte Sant’Angelo, Val di Susa, Chartres, Mont Saint-Michel). E la loro costruzione si basava su calcoli matematici che erano gli stessi del Tempio di Gerusalemme e delle piramidi.
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Il Re Cristiano: Alarico era giudeo, chi glielo spiega a Hitler?
Gettate la rete dall’altra parte della barca, e troverete. E’ una pesca miracolosa quella che il redivivo Gesù, nel Vangelo di Giovanni, promette agli apostoli increduli: se volete pesce, calate le vostre reti sul fianco destro dell’imbarcazione. Linguaggio cifrato: la verità ti attende dove mai avresti pensato che fosse – magari dentro di te, nell’emisfero destro del cervello? Tra le pagine (romanzesche) dedicate a un personaggio devotissimo all’uomo di Betlemme – il “Re Cristiano”, appunto, in azione trecento anni dopo gli eventi evangelici – Gianfranco Carpeoro avverte: li state cercando dalla parte sbagliata, i resti del mitico sovrano dei Visigoti, l’autore del primo Sacco di Roma. Lui, Alarico, recava scritto già nel suo nome il proprio destino: “Re di tutti”, in lingua norrena proto-germanica. “Re di tutti”, tant’è vero che non voleva affatto radere al suolo Roma: al contrario, ambiva a diventarne l’imperatore. Per questo, lasciata la città, si portò via l’augusta principessa discendente della “gens Flavia”, Galla Placidia, sua promessa sposa, insieme a cui si spinse in Calabria per poi attraversare il Mediterraneo: diretto in Africa o a Gerusalemme? Morì a Cosenza, di malaria o avvelenato. Fu sepolto insieme al suo tesoro, a lungo inultilmente cercato – anche da Hitler. E adesso chi glielo spiega, al Führer, che forse il suo Alarico era addirittura un giudeo?Avete sempre scavato dalla parte sbagliata, scrive Carpeoro, perché Alarico non era un barbaro germanico: era romanizzato e cristiano, sia pure di confessione ariana. E forse addirittura ebreo, discendente nientemeno che dalla Maddalena e da Giuseppe di Arimatea, il misterioso armatore che riscattò il corpo di Cristo da Pilato. L’oscuro Giuseppe di Arimatea, cioè l’uomo che poi, si racconta, nel Primo Secolo guidò la spedizione navale che portò in Europa il Cristianesimo, tramite lo sbarco in Provenza delle “Marie venute dal mare” guidate proprio da Maria di Magdala, il cui vero nome – Miriam – è quello che tuttora i Gipsy attribuiscono alla loro regina, consacrata ogni anno a Saintes-Marie-De-La-Mer, in Camargue. Ma che c’entrano, i Goti, con i profughi palestinesi di origine semitica, probabilmente giudei, che raggiunsero le coste meridionali della Francia dopo i fatti di cui parlano i Vangeli? C’entrano eccome, se è vero che i Goti discesi dal Baltico e spintisi a ovest del Danubio – i Derving – poi cambiarono nome, secondo l’abate calabrese Gioacchino da Fiore, adottando la “M” di Miriam per diventare Merovingi, dinastia regale. E’ così strano pensare che un popolo erratico di origine baltica, poi attestatosi in Francia, sia entrato in contatto con i proto-cristiani di Palestina? Certo che no, se si pensa che i Goti furono in gran parte cristianizzati, già nel Quarto Secolo. Ma attenzione: non erano cattolici, erano seguaci di Ario.Corrente gnostica, secondo cui Cristo è “figlio di Dio” esattamente quanto noi, ciascuno avendo in sé la propria quota di divinità, l’Arianesimo (bocciato nel 325 dal Concilio di Nicea insieme a tutti gli altri cristianesimi non cattolici) ebbe un vastissimo seguito, specie nell’Europa balcanica popolata dai Goti, all’epoca reduci dal Medio Oriente turco: il loro primo vescovo, Wulfila, a partire dall’anno 348 tradusse la Bibbia in lingua gotica. E’ proprio lui, Ulfila, che apre il romanzo meta-storico di Carpeoro, svelando al giovane Alarico il senso profondo e segreto della sua missione: conquistare la regalità nella giustizia, proprio nel nome della mitica antenata Miriam. Simbologo e studioso dei Rosacroce, Carpeoro fa discendere quel “mandato ancestrale” (il governo terreno illuminato dall’alto) direttamente dalla Bibbia: è il compito che Abramo riceverebbe dal misterioso Melchisedek, “Re di Giustizia”, al quale chiede di essere autorizzato a regnare sugli ebrei. E’ il mandato che poi Giuda riceverà a sua volta da Giacobbe-Israele, che descrive le doti del figlio con i tre colori della bandiera italiana. Nella tradizione, proprio il bianco, il rosso e il verde designeranno il contenuto simbolico della discendenza di Davide, fino a tradursi nelle virtù teologali cristiane (fede, speranza e carità). Valori che il potere del mondo ha bandito, ma che qualcuno – in nome di Cristo – ha provato a restaurare? Anche indossando i panni, germanici ma romanizzati, dell’inquieto sovrano dei Goti dell’Ovest?E’ la tesi attorno a cui si interroga Carpeoro, avvicinando il lettore ai primissimi secoli attraverso l’espediente letterario del noir, impersonato dall’anomalo ricercatore milanese Giulio Cortesi, appassionato di musica e soprattutto di cucina. Come già nel “Volo del Pellicano” e poi in “Labirinti”, Cortesi è vegliato dal suo ruvido angelo custode, il commissario Amedeo Bertossi, il cui mestiere non è inseguire fantasmi del passato, ma brutali assassini in carne e ossa. Killer contemporanei, che questa volta fanno fuori un professore – tedesco – che aveva scoperto qualcosa di sconcertante sulla vera identità di Alarico. Un’intuizione fondamentale, imbarazzante e molto pericolosa, che porta dritto anche alla precisa ubicazione della leggendaria sepoltura del condottiero. Se Cosenza è tuttora alla ricerca del Tesoro di Alarico su quella che era la riva pagana del Busento, Carpeoro – che è cosentino di nascita – cita il conterraneo Vincenzo Astorino per suggerire che le spoglie del sovrano vanno cercate sulla sponda opposta del fiumicello, quella che all’epoca era cristiana, dove sorgeva l’antichissima chiesetta di San Pancrazio, oggi interrata dai detriti alluvionali. Secondo la leggenda – e la poesia di August von Platen, tradotta da Carducci – quel piccolo corso d’acqua avrebbe addirittura sommerso il Re dei Goti, inumato (come poi Attila) insieme al suo cavallo nel letto del torrente, deviato per l’occasione.A decrittare anche quei versi ottocenteschi – scomponendoli, in un gioco enigmistico – provvede, nel romanzo, la favolosa équipe di cui si avvale Cortesi: il professore torinese e il suo amico simbologo, l’anziano architetto milanese che tiene in casa un Caravaggio non censito, e poi il vero “aiutante magico”, Fra’ Tommasino, il decano dell’Abbazia di Chiaravalle, “coadiuvato” (in sogno) da Cecilia, la ragazza amata dall’immenso pittore Giorgione, sulla cui “Tempesta” la critica non ha finito di arrovellarsi. Una trama agile e avvincente, piena di colpi di scena giocati tra Milano e la Calabria, riesce a trasportare il lettore tra le brume meno esplorate degli ultimi decenni dell’Impero Romano, dato già per morto quando invece era ancora enorme l’impronta di un grande imperatore come Teodosio. E’ proprio nella guerra di successione che si inserisce l’apparente outsider “germanico” Alarico, che contende Galla Placidia al figlio del suo altrettanto apparente antagonista, il generale Stilicone, accanto al quale ha anche combattuto per difendere Roma. Alarico? Era sì il Re dei germanici Dervingi, ma anche un cittadino romano, promosso addirittura governatore dell’Illiria. E non era pagano: era cristiano. Di più: era ariano, devoto al vescovo Ulfila.Se poi il termine “ariano” ha assunto tutt’altro significato, lo si deve all’Uomo Nero, Hitler, che – in nome del mito della purezza razziale – spedì a Cosenza gli archeologi di Himmler e cercare, inutilmente, le spoglie (e il tesoro) del loro presunto campione germanico. Quello è il modo in cui la lettura distratta della storia può deviare dalla verità, coniando stereotipi e luoghi comuni che poi innescano dinamiche che finiscono sempre nello stesso modo, cioè con una strage di massa. Ne sa qualcosa il sinistro Rudolf von Sebottendorff , il vero fondatore del nazismo “etnico”, il cui spettro si presenta puntuale all’appuntamento coi lettori di Carpeoro – che non è uno storico, ma un simbologo: nella storia, cerca quello che gli storici non dicono, e forse non sanno. Per esempio: perché Alarico, conquistata Roma, porta con sé Galla Placidia? E perché, se voleva dirigersi in Africa, non è salpato da qualsiasi porto tirrenico, spingendosi invece fino a Reggio Calabria, cioè verso la rotta ionica del Medio Oriente? Aveva forse con sé qualcosa di prezioso, che – come poi i Templari – doveva essere “rimesso al suo posto”, cioè nel Tempio di Salomone a Gerusalemme, simbolo dell’unità pacifica di tutti i popoli della Terra?“Il Re Cristiano” (l’acronimo è R+C, Rosacroce) è un romanzo per chi ama le domande, più che le risposte. E’ il sequel della storia che lo precede, “Labirinti”, e in fondo disegna un altro dedalo: come Teseo ha bisogno dell’amore di Arianna per uscire vivo dal labirinto del Minotauro, il valoroso Alarico deve avere al suo fianco Galla Placidia. Non riuscirà a portare a termine la missione, morendo ancora giovane senza poter instaurare il suo “regno di giustizia” a Roma? Ma la storia non finisce lì, avverte Carpeoro. Vi siete mai chiesti chi fosse, davvero, Galla Placidia? Perché era così ambita, importante, decisiva? Vi siete mai domandati perché si fece erigere lo spettacolare mausoleo funebre a Ravenna, poi scegliere di essere sepolta altrove? Cosa nasconde, allora, il Mausoleo di Galla Placidia? E perché proprio lì, a due passi – come fosse un “guardiano della soglia” – volle farsi seppellire Dante Alighieri, amico dei Càtari e dei Templari, nonché capo della confraternita iniziatica dei Fidelis in Amore? Sono solo domande, non risposte. Ma quelle, del resto, spesso mancano anche agli storici. E appunto, a proposito di Goti: qualcuno s’è mai chiesto perché si chiamino “gotiche” le meravigliose cattedrali che ornano le capitali europee, erette mille anni dopo Alarico? E cosa salterebbe fuori, a Cosenza, se qualcuno prima o poi si decidesse a gettare la rete “dall’altra parte”?(Il libro: Giovanni Francesco Carpeoro, “Il Re Cristiano”, Melchisedek, 272 pagine, 22 euro).Gettate la rete dall’altra parte della barca, e troverete. E’ una pesca miracolosa quella che il redivivo Gesù, nel Vangelo di Giovanni, promette agli apostoli increduli: se volete pesce, calate le vostre reti sul fianco destro dell’imbarcazione. Linguaggio cifrato: la verità ti attende dove mai avresti pensato che fosse – magari dentro di te, nell’emisfero destro del cervello? Tra le pagine (romanzesche) dedicate a un personaggio devotissimo all’uomo di Betlemme – il “Re Cristiano”, appunto, in azione trecento anni dopo gli eventi evangelici – Gianfranco Carpeoro avverte: li state cercando dalla parte sbagliata, i resti del mitico sovrano dei Visigoti, l’autore del primo Sacco di Roma. Lui, Alarico, recava scritto già nel suo nome il proprio destino: “Re di tutti”, in lingua norrena proto-germanica. “Re di tutti”, tant’è vero che non voleva affatto radere al suolo Roma: al contrario, ambiva a diventarne l’imperatore. Per questo, lasciata la città (non saccheggiata da lui, ma dai detenuti liberati) si portò via l’augusta principessa discendente della “gens Flavia”, Galla Placidia, sua promessa sposa, insieme a cui si spinse in Calabria per poi attraversare il Mediterraneo: diretto in Africa o a Gerusalemme? Morì a Cosenza, di malaria o avvelenato. Fu sepolto insieme al suo tesoro, a lungo inutilmente cercato – anche da Hitler. E adesso chi glielo spiega, al Führer, che forse il suo Alarico era addirittura un giudeo?
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Massoni pirati, poi corsari venduti al potere: come Gelli
Perché chiamo Gelli un pirata? La pirateria è stata un fenomeno massonico: i pirati erano quasi tutti massoni. Si imbarcavano, sulle navi, perché dal ‘600 in poi non si sono più costruite cattedrali, e guardacaso quel periodo coincide con l’entrata in scena della pirateria. Scalpellini, carpentieri e cavatori di marmo non avevano più lavoro. E nel ‘600, buona parte di loro diventano marinai: marinai che vengono da logge. Allora l’Inghilterra, che in queste cose è sempre all’avanguardia, consente a questi marinai massoni di fare delle logge tra di loro, sulle navi. E da lì nasce un rito massonico inglese, si chiama Ark Mariner, tuttora esistente. Dall’Ark Mariner nasce la pirateria, che è la prima battaglia di liberazione della massoneria – perché, contro chi lottavano, i pirati? Lottavano contro i monarchi assoluti che viaggiavano con galeoni pieni di ricchezze, alla faccia dei loro popoli. E quindi cosa fanno, i pirati? Le logge di pirati massoni organizzano la Tortuga, cioè la pirateria organizzata, dove i vari capi si conoscevano tra di loro, e cominciano questa guerra all’opulenza dei monarchi assoluti.Nell’iconografia di tutti i libri, il pirata è sempre raffigurato mentre lo seppellisce, il tesoro, mai mentre lo tira fuori. Il pirata, in realtà, non mirava ad acquisire la ricchezza: non se ne facevano niente, vivevano tutti alla Tortuga. L’oro, il denaro, lo seppellivano: proprio perché non circolasse più. Il problema qual è? Il solito: a un certo punto alcuni pirati si vendono al potere. E nascono i corsari, che sono quelli che fanno la guerra ai pirati, pur essendo pirati anche loro: sono i vari Pinochet che fanno la guerra ad Allende, “fratelli” nella stessa loggia. Gli schemi del potere non cambiano. Perché definisco Gelli un pirata? Perché Gelli è un pirata che diventa corsaro: è il pirata che si è venduto. E’ colui che del pirata ha il cinismo, l’ironia, l’allergia alle regole. Ma dei pirati gli manca una cosa: l’etica. E perché gli manca l’etica? Perché, dal ‘900 in poi, noi abbiamo perso l’estetica, quindi abbiamo perso anche l’etica. Non c’è etica senza estetica: siccome ci piacciono delle cose sempre più brutte, l’allontamento dalla bellezza è anche un allontanamento dai valori, dal bene. Chi non ama la bellezza non può vivere bene. Chi non la sente, chi non ha la sensibilità dell’arte, della bellezza, non può condurre una vita etica.L’etica è condizionata all’estetica. Lo aveva scritto Aristotele, in un libro che si chiama “Libro sull’estetica”, ma la Chiesa cattolica l’ha proibito: è il famoso libro che si cerca nel “Nome della rosa”. E il principio che si stabiliva in quel libro era qusto: il valore di premessa ontologica dell’estetica rispetto all’etica. Gelli è così. E’ un uomo che ha perso l’etica perché non riesce più a essere sensibile alla bellezza. E’ un massone che non costruisce più, è un massone che non fa altro che cospirare, in tutta la sua vita – con chiunque: cospira coi comunisti, coi democristiani, coi socialisti, coi finanzieri. Partecipa anche a trame quasi di complotto per uccidere delle persone. Io gli addebito, in pieno – e lui stesso se l’addebita – l’uccisione del leader svedese Olof Palme, che è stato il primo passo della massoneria reazionaria per eliminare ogni personaggio che potesse impedire che l’Europa fosse fatta nel modo in cui poi è stata fatta.(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Torino il 16 dicembre 2016 nell’ambito della presentazione del libro “Dalla massoneria al terrorismo”, Revoluzione-UnoEditori, ripresa su YouTube).Perché chiamo Gelli un pirata? La pirateria è stata un fenomeno massonico: i pirati erano quasi tutti massoni. Si imbarcavano, sulle navi, perché dal ‘600 in poi non si sono più costruite cattedrali, e guardacaso quel periodo coincide con l’entrata in scena della pirateria. Scalpellini, carpentieri e cavatori di marmo non avevano più lavoro. E nel ‘600, buona parte di loro diventano marinai: marinai che vengono da logge. Allora l’Inghilterra, che in queste cose è sempre all’avanguardia, consente a questi marinai massoni di fare delle logge tra di loro, sulle navi. E da lì nasce un rito massonico inglese, si chiama Ark Mariner, tuttora esistente. Dall’Ark Mariner nasce la pirateria, che è la prima battaglia di liberazione della massoneria – perché, contro chi lottavano, i pirati? Lottavano contro i monarchi assoluti che viaggiavano con galeoni pieni di ricchezze, alla faccia dei loro popoli. E quindi cosa fanno, i pirati? Le logge di pirati massoni organizzano la Tortuga, cioè la pirateria organizzata, dove i vari capi si conoscevano tra di loro, e cominciano questa guerra all’opulenza dei monarchi assoluti.
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Massoni terroristi, quella dell’élite è una religione segreta
C’era una volta il massone. Un giorno indossò il cappuccio ma dimenticò squadra e compasso, fino a diventare qualcos’altro. Un paramassone: non più un iniziato che cerca la divinità, ma un contro-iniziato che si crede Dio. Sembra una fiaba nera, ma sta dando spettacolo: la grande crisi e il grande terrorismo non sono che due facce, entrambi atroci, dello stesso show. Ed è così potente, l’incantesimo, da incrinare la storia, compromettendo la pace sin dal dopoguerra, già da Yalta, quando i massoni Roosevelt e Churchill – insieme a Stalin – non accordano ai palestinesi la nascita di un loro Stato, in equilibrio col futuro Stato ebraico, innescando così il provvidenziale focolaio da cui nascerà il primo terrorismo dell’Olp. Quando il miracolo economico travolge anche l’Italia, spalancando orizzonti impensabili, viene fermato e “sacrificato” l’uomo che meglio incarnava un possibile futuro democratico anche per gli arabi, Enrico Mattei. Se ancora l’Europa crede in un modello diverso, democratico, in Svezia viene prontamente ucciso l’apostolo del welfare, Olof Palme. E in Israele finisce assassinato Rabin, colpevole di aver costruito una vera pace geopolitica, che coincide con «una autentica pax massonica». Morte a Rabin, dunque, perché l’odio deve continuare a vincere. Fino a quando?Può sembrare incredibile, ma Gianfranco Carpeoro – l’autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, che denuncia la matrice massonica della “sovragestione” del terrorismo, attraverso élite che controllano servizi segreti – sostiene che, in fondo, la colpa è nostra. O meglio: la nostra ignoranza consente al super-potere di manipolarci indisturbato, costruendo mostri. Capeoro cita il suo antico maestro, Francesco Saba Sardi, grande intellettuale inserito dal Quirinale tra le più eminenti personalità culturali della storia italiana: nel mini-saggio “Istituzione dell’ostilità”, riportato testualmente nel libro di Carpeoro, Saba Sardi (traduttore di Borges, Simenon, Pessoa, Joyce e Garcia Marquez, nonché biografo di Picasso) sostiene che solo la nostra disponibilità all’odio ci rende inconsapevoli “soldati” della causa altrui, nient’altro che docili strumenti. Siamo pigri, non ci accorgiamo di vivere in un Truman Show. Prendiamo per buono perfino l’Isis, il cui capo – il “califfo”Abu-Bakr Al Baghdadi – fu stranamente liberato nel 2009 dal centro di detenzione di Camp Bucca, in Iraq, dopo esser stato affiliato alla Ur-Lodge “Hathor Pentalpa”, nella quale (secondo Gioele Magaldi, autore del libro “Massoni”) hanno militato George W. Bush e Condoleezza Rice, il politologo Michael Ledeen, Nicolas Sarkozy, Tony Blair, il leader turco Erdogan.Impressionante, nella ricostruzione di Carpeoro, l’affollamento dei messaggi simbolici che “firmano” i recenti attentati in Francia, affidati a manovalanza islamista: se la strage del Batalclan (13 novembre) è il “calco” della data-simbolo della persecuzione dei Templari, mentre quella di Nizza (14 luglio) colpisce al cuore i valori della Rivoluzione Francese, “sacri” per la massoneria democratica, devastando peraltro la città natale del massone progressista Garibaldi, anche gli attacchi di Bruxelles (aeroporto e metropolitana, “come in cielo, così in terra”) richiamano universi simbolici tutt’altro che islamici, «secondo un preciso schema operativo – scrive Carpeoro – che sceglie di utilizzare un linguaggio estraneo o addirittura “avverso” agli esecutori», giusto per inquinare le acque. Bruxelles, 22 marzo: stessa data del decreto di soppressione dei Templari, nel 1312. Giorno fatale, il 22 marzo: nel 1457, Gutenberg stampò la prima Bibbia. Nel 1831 venne fondata la Legione Straniera, in funzione anti-araba. Ancora: sempre il 22 marzo (del ‘45) nasceva la Lega Araba, «che l’Isis vede come il fumo negli occhi». E nel 2004 venne ucciso a Gaza lo sceicco Ahmed Yassin, leader spirituale di Hamas. Ma il fatidico 22 marzo “parla” anche ai cattolici osservanti: le letture liturgiche per la messa di quel giorno propongono la restaurazione del regno di Israele (Isaia), che abbreviato è “Is”, come “Islamic State”.Non è un gioco: per Carpeoro, la matrice massonica della “sovragestione” ricalca in modo quasi maniacale – ribaltandoli – gli insegnamenti di Vitruvio, «personaggio storico che ha avuto grande rilievo nella massoneria», perché nel “De Architectura” il grande architetto romano enuclea i principi-cardine, anche etici e spirituali, che devono orientare la scienza della costruzione, riflesso terreno della bellezza universale. Ebbene, i contro-iniziati che incarnano la “sovragestione” li ribaltano in modo puntuale e speculare, secondo lo stereotipo del satanismo: «Hanno utilizzato tutti gli strumenti descritti da Vitruvio: le lettere, per organizzare la disinformazione; il saper disegnare, per delineare il simbolismo dei loro atti; la geometria, per concatenare le distruzioni; l’ottica, per stabilire i punti di osservazione; l’aritmetica, per i tempi degli attentati; la storia, per il linguaggio simbolico delle date». I fantasmi della “sovragestione” «sono colti, sanno disegnare», padroneggiano matematica e filosofia, medicina e giurisprudenza, astronomia e astrologia». Chi sono, in realtà?Massoni, tutti. O forse no: si tratta di paramassoni, ma in fondo ormai «è solo questione di termini», ammette Carpeoro, che – massone lui stesso, già gran maestro dell’“obbedienza” di Palazzo Vitelleschi, poi dimissionario dopo aver disciolto la sua stessa loggia – accusa la massoneria di aver “perso l’anima”, riducendosi a mera struttura di potere. Nel suo libro accenna alle origini mistiche della libera muratoria (bibliche, egizie) come cemento culturale delle primissime corporazioni, quelle dei costruttori di cattedrali, gelosi custodi dei loro “segreti professionali”, basati sulla sacralizzazione del lavoro al servizio della bellezza. Poi, con la fine dei grandi edifici sacri, la nascita della massoneria “speculativa”, tra ortodossia metodologica e devianze, sbandamenti, infiltrazioni. Pietra miliare, il 1717: brucia Londra, ma l’architetto Chistopher Wren, leader della massoneria inglese, incaricato di riedificare la città, rifiuta di ricostruire il Tempio. «Il 1717 è considerato l’anno di nascita della massoneria moderna, ma in realtà segna l’inizio della fine della vera massoneria», network necessariamente cosmopolita che, come tale, faceva gola al potere: gli ex costruttori di cattedrali erano un’élite della conoscenza ben radicata in tutta Europa.Più che gli Illuminati di Baviera, il gruppo visionario creato sempre nel ‘700 da Jean Adam Weischaupt (nuovo ordine mondiale da costruire radendo al suolo il sistema, cominciando dall’abolizione della proprietà privata), secondo l’indagine di Carpeoro la malapianta della “sovragestione” che sta minacciando il pianeta va ricercata nel pensiero oligarchico di personalità più recenti e magari sconosciute ai più, come Joseph Alexandre Saint-Yves, marchese d’Alveydre, un medico francese di fine ‘800 che compare tra le figure di maggior rilievo dell’esoterismo del XIX secolo. Al sorgere del socialismo (e dell’anarchia), Saint-Yves contrappose la “sinarchia”: un modello di governo pre-ordinato, basato su schemi universali, con «ruoli e funzioni sociali secondo un ordine di strati e condizioni rigide, in una concezione piramidale della società». Il tutto, «legittimato da una mistica teocratica tipica delle società più antiche», Egitto e Persia, India. «Significa che alcuni sono naturalmente destinati a comandare». In altre parole, l’esoterista Saint-Yves (fervente cattolico, in strettissimi rapporti col Vaticano) «auspicava il governo di un’élite predestinata e piuttosto aristocratica».Pochissimi sanno “quel che si deve fare”, tutti gli altri devono sottostare alle indicazioni dell’élite. E’ qualcosa di davvero diverso dal pensiero che sembra promanare da Christine Lagarde del Fmi, che Magaldi dichiara affiliata alle Ur-Lodges “Three Eyes” e “Pan-Europa”? E’ tempo di sacrifici? Bisogna (“dovete”) soffrire? A parlare è il marchese Saint-Yves o Mario Monti (Gran Loggia di Londra e Ur-Lodge “Babel Tower”), o magari il “venerabile” Mario Draghi della Bce (“Edmund Burke”, “Pan-Europa”, “Compass Star-Rose”, “Three Eyes” e “Der Ring”)? La nascita delle superlogge internazionali era assolutamente ineluttabile, osserva Carpeoro: la stessa tensione civile e sociale che durante l’Illuminismo aveva condotto i massoni a battersi per «i valori democratici e libertari, propri della dottrina muratoria» condusse le logge di fine ‘800 a coordinarsi, «anche al di fuori dell’organizzazione rituale», affiliando – nelle Ur-Lodges – anche «presidenti, banchieri, industriali», non necessariamente passati per la tradizionale procedura iniziatica.Per quello spiraglio, sottolinea Carpeoro anche nell’articolata trattazione del capitolo italiano su Gelli e la P2 (dove emerge un’Italia di fatto tuttora “sovragestita” da una fantomatica P1, protetta da silenzi e omissioni), il potere avrebbe definitivamente svuotato il network massonico di ogni autentica valenza esoterica e libertaria. Tutto sarebbe ridotto a una piramide che parla una sola lingua, quella del denaro, imposta con la globalizzazione forzata del pianeta a beneficio di una casta di “eletti” che, della massoneria, mantengono solo il linguaggio cifrato, magari per “firmare” crisi, guerre e persino attentati terroristici, sanguinose tappe di una strategia della tensione progettata per imporre agli “inferiori” il dominio della paura. Cosa c’è nella testa dei fantasmi della “sovragestione”? Probabilmente, il verbo di Saint-Yves, la “sinarchia”, una filosofia addirittura mistica, secondo cui «l’élite è in armonia con le leggi universali è in pratica una classe sacerdotale». La “sinarchia”, conclude Carpeoro, è dunque «una forma di teocrazia, un governo di sacerdoti o di re-sacerdoti». Il dogma del rigore, imposto all’Europa, impossibile da discutere: «La “sinarchia” arriva a suggerire che quest’élite illuminata sia in diretto contatto con le intelligenze spirituali che governano l’universo e da cui riceve istruzioni». Per i comuni mortali, nessuna speranza. A meno che non si “risveglino”, nell’unico modo possibile: disertando, rifiutando la guerra che viene quotidianamente allestita.(Il libro: Giovanni Francesco Carpeoro, “Dalla massoneria al terrorismo”, sottotitolo “Come alcune logge massoniche sono divenute deviate e come con i servizi segreti vogliono controllare il mondo”, Revoluzione edizioni, 192 pagine, euro 13,90).C’era una volta il massone. Un giorno indossò il cappuccio ma dimenticò squadra e compasso, fino a diventare qualcos’altro. Un paramassone: non più un iniziato alla ricerca della divinità, ma un contro-iniziato che si crede Dio. Sembra una fiaba nera, ma sta dando spettacolo: la grande crisi e il terrorismo permanente non sono che due facce, entrambe atroci, dello stesso show. Ed è così potente, l’incantesimo, da incrinare la storia, compromettendo la pace sin dal dopoguerra, già da Yalta, quando i massoni Roosevelt e Churchill – insieme a Stalin – non accordano ai palestinesi la nascita di un loro Stato, in equilibrio col futuro Stato ebraico, innescando così il provvidenziale focolaio da cui nascerà il primo terrorismo dell’Olp. Quando il miracolo economico travolge anche l’Italia, spalancando orizzonti impensabili, viene fermato e “sacrificato” l’uomo che meglio incarnava un possibile futuro democratico anche per gli arabi, Enrico Mattei. Se ancora l’Europa crede in un modello diverso, socialista, in Svezia viene prontamente ucciso l’apostolo del welfare, Olof Palme. E in Israele finisce assassinato Rabin, colpevole di aver costruito una vera pace geopolitica, che coincide con «una autentica pax massonica». Morte a Rabin, dunque, perché l’odio deve continuare a vincere. Fino a quando?
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L’Italia è sovragestita dalla P1, massoni traditori e terroristi
Dietro la nascita del 5 Stelle ci sono degli equivoci, e dei personaggi equivoci. Chi sta dietro Grillo si è abbastanza impegnato, coinvolgendo i livelli più alti dei 5 Stelle, in una frequentazione abituale di luoghi, ambasciate e consolati americani dove ricevono indicazioni che purtroppo poi mettono in pratica. Quindi il problema è che noi in Italia siamo sovragestiti. Non mi riferisco a tutto il mondo americano, ma a delle massonerie reazionarie che sono specializzate nel controllo delle rivoluzioni: praticano le contro-rivoluzioni controllando le rivoluzioni. E’ una vecchia pratica, è un’operazione riuscita a grandissimi livelli. Se pensate che in questo momento, tramite ambienti americani piuttosto precisi, figure come Michael Ledeen e compagnia cantante sponsorizzano tanto Renzi che Di Maio, ho l’impressione che il voto del referendum per certi aspetti sia inutile. Perché se Renzi vince (Renzi, non la riforma) diventa forte e ce lo dobbiamo tenere. Se Renzi perde, e diventa debole, ce lo teniamo lo stesso. Non cambia niente: perché un Renzi debole viene gestito in un modo, un Renzi forte viene gestito in un altro.Tra l’altro, vorrei smentire che Renzi sia a tutt’oggi massone. Ha fatto più volte domanda, e non l’hanno mai fatto entrare: perché questa sua graziosa abitudine di “fottere” il prossimo e di non mantenere mai un impegno politico spinge tutti quanti a tenerlo sulla soglia. La prossima volta che Renzi vuol fare un accordo con una forza politica, deve ipotecare la casa dal notaio, perché tutti sanno che non mantiene mai nulla. E dopo aver “fregato” una pletora di persone con lo stesso metodo – Berlusconi, Enrico Letta, Bersani – capirai se qualcuno fa più accordi con lui… Il problema della nostra posizione politica attuale è che noi, in ogni caso, siamo sovragestiti – ma talmente sovragestiti che, ai suoi tempi, questo personaggio che vorrei far conoscere ai più, che si chiama Michael Ledeen, ha sponsorizzato diversi personaggi. Il primo, nell’ordine? Craxi. E siccome poi l’ha fregato in una straordinaria telefonata relativa a Sigonella, quando se ne parlava, poi a Craxi prendeva l’orticaria. Poi ha sponsorizzato Di Pietro. E poi ha sponsorizzato Grillo.Purtroppo noi siamo sovragestiti. Dobbiamo prescindere dai personaggi. Adesso tutta l’Italia è convinta che Renzi sia il male assoluto. E non sa che quello che prenderà il posto di Renzi è sovragestito. Se non smantelliamo la sovragestione, non abbiamo sovranità – non ce l’abbiamo più, da quarant’anni. E’ possibile abbatterla, la sovragestione? Se Galileo e Giordano Bruno si fossero posti il problema e avessero ragionato solo nei termini delle loro esistenze, noi saremmo ancora alla Controriforma. Anche se il gioco del potere pretende il contrario, noi dobbiamo prescindere dalla nostra esistenza: dobbiamo fare questa battaglia perché bisogna farla. Se uno non lotta per la sua libertà, per che cosa lotta? Poi non necessariamente raggiunge l’obiettivo relativamente alla sua libertà. Ma scopre, nel percorso, che la lotta è per la libertà. Ed è una lotta per gradi, perché il potere è uno schema astratto. Il potere ti compra, ti coinvolge, ti gestisce, magari a volte senza che neanche te ne accorga. Ha gestito personaggi di un’intelligenza straordinaria. Ma è una battaglia che dobbiamo fare, prescindendo dalle nostre esistenze. Guai se non la facciamo, pensando che, tanto, nell’arco della nostra vita non succede niente.Cos’è che ha smantellato il potere nel corso del XX Secolo, e c’è parzialmente riuscito? Le ideologie. Sono le ideologie che ti consentono di superare – con la speranza, la convinzione, la coerenza – l’arco breve della tua vita. Tutti coloro che iniziano una rivoluzione pensando di usufruire dei suoi effetti, in realtà sono destinati a non farla, la rivoluzione. E’ questo il problema: dobbiamo tornare ad avere progetti che prescindono anche da noi stessi. Serve un progetto nel quale si possa credere, non una tattica per la quale si possa vivere bene. La tattica prevede che tu debba magiare e star bene il giorno stesso, al massimo il giorno dopo. La strategia è quella che mira a costruire. E’ quello che la massoneria ha perso, negli anni. La catatteristica dei massoni medievali qual era? Costruivano cose che sfidavano i secoli – con un sistema, una filosofia, una dottrina di vita. Nel momento in cui la massoneria ha perso la “mission” del costruire, era inevitabilmente assoggettabile al potere, perché mancava il suo progetto. I Templari hanno perso Gerusalemme per colpa loro: e a cosa servivano, dei Templari, senza tempio? Erano destinati a morire, non potevano sopravvivere all’aver perso la loro “mission”. Poi sono stati sterminati, certo, ma era sopraggiunto anche un certo degrado presso di loro. Succede alle realtà, quando perdono il motivo per cui esistevano.La politica ha perso il suo motivo di esistere. Ieri, la politica fabbricava progetti, idee, modelli di società. Li pensava. Si scontrava, ma per quelli – non per chi si aggiudicava una maggior fetta di potere. Il potere non è una cosa negativa di per sé, ma quando diventa astratto, quando diventa un fine anziché un mezzo, dove vai? Le cose non sono mai come sembrano. In un recente studio ho provato – con ragionamenti e documenti – che c’è stato un periodo in cui Mussolini, da mangiapreti, è diventato l’uomo dei Patti Lateranensi. In quel periodo, prendeva uno stipendio dai servizi segreti inglesi – quelli che poi dicono di essere laici. La cultura anglosassone, in nome di un potere astratto, si allea con chi le conviene. E chi le conviene, in Italia? Il Vaticano, che è il suo contrario – è il contrario della massoneria illuministica. Il problema, quindi, è che il potere è diventato qualcosa di astratto. Non puoi più giudicarlo in funzione di appartenenze: non gli conviene avere appartenenze. Oggi bisogna prescindere dalle appartenenze, e valutare il potere per quello che è: non esiste più la religione, esiste la religione del potere.Il fatto che ci siano personaggi dei servizi segreti (anche esteri) che operano all’interno di istituzioni non mi meraviglia, perché noi, in realtà, servizi segreti nostri non li abbiamo mai avuti. Il Sismi ha sempre avuto una struttura sovragestita, che io ho chiamato P1, ammessa da tutti. Francesco Pazienza, attualmente ancora in carcere, è uno che si è salvato la pelle parlando a metà. C’è un suo memoriale che praticamente lo ammette: dice che c’era una struttura Super-Sismi, collegata a sovragestioni connesse con la P2 in maniera non ufficiale (quella che io chiamo P1, e di cui nessuno parla) e praticamente questo organismo era autorizzato a entrare in tutti i nostri ministeri, perché figuravano come pratiche di intelligence nazionali, e non lo erano. Chi si era indotto a smantellare questo tipo di struttura, collegata peraltro a una struttura finanziaria italiana che si chiama Banca d’Italia, era stato proprio Craxi. Il progetto di privatizzare la Banca d’Italia rispondeva a questa volontà. E difatti, l’attacco frontale a Craxi è iniziato – combinazione – quando ha mostrato ufficialmente questo progetto. Nel momento in cui Craxi ha detto “voglio smantellare, privatizzare la Banca d’Italia”, è stato organizzato l’assalto – assalto che lui si è andato anche a cercare con i suoi errori, per carità. Non voglio avviare impropriamente una mitizzazione del personaggio: lui ha favorito tutto questo. Ma è pratica costante del potere approfittare delle debolezze e degli errori altrui – se no come potrebbe, il potere, essere veramente un potere?Noi in Italia siamo tuttora gestiti tramite la P1. Il potere le cose le fa sotto gli occhi di tutti. Tutti i giornali e i media parlano tranquillamente della P2 (della P3, della P4, della P5, della P6), ma nessuno si è mai chiesto fino in fondo perché si chiamasse P2. L’avete mai letta la spiegazione della Commissione Anselmi sul perché la P2 si chiamasse così? E’ una spiegazione ridicola: la vecchia loggia “Propaganda” sarebbe stata ricostruita secondo la nuova numerazione delle logge del Goi. E’ stata accettata acriticamente una evidente bugia del Grande Oriente d’Italia sui suoi archivi. Che aspettarsi, se la situazione sta in questi termini? E’ solo con la connivenza di tante persone che il potere può realizzare progetti così ambiziosi. E noi in Italia ci teniamo tuttora la P1, esattamente come negli anni Sessanta, senza che nessuno faccia un fiato. La massoneria aveva una mission di libertà, di indipendenza, di tutela dei diritti. Da quando quella missione si è smarrita, le cose sono andate come sappiamo. Gelli? E’ stato uno strumento di poteri infinitamente più alti. Coinvolgendo rapporti internazionali e il Super-Sismi, in Italia c’era una struttura al di sopra di Gelli, che ha utilizzato la P2 solo per le “pulizie di casa”.Quando dagli archivi del Goi è emersa una ricostruzione della P2 che comincia dalla data in cui Gelli diventa “venerabile”, io francamente non ci ho creduto. E non ci credo tuttora. Anche perché nessuna documentazione è stata raccolta, dalla Commissione Anselmi, su cosa sia successo – in quella che il Goi dice essere P2 – fino al 1970. Chi era il “venerabile” della P2 prima del 1970? Quando è stata ricostituita la loggia? Dov’è la bolla che ha ricostituito la “Propaganda” come “Propaganda 2”? Tutte domande rimaste senza risposta. Non sappiamo chi era il “venerabile” prima di Gelli, non sappiamo dell’attività della P2 prima del 1970, non sappiamo nulla. E allora mi pongo questo interrogativo: non è che si comincia da Gelli perché, quando è stata costruita la vicenda P2, probabilmente bisognava nascondere qualcos’altro? Sicuramente c’era una sovragestione.Una sovragestione la vedo anche nella nascita del Movimento 5 Stelle – una sovragestione parallela all’operazione Di Pietro. Ma ho fiducia nel fatto che, con i giusti sviluppi e gli opportuni accorgimenti, il Movimento 5 Stelle possa essere un bene. Ho visto dirigenti capaci – molti li ho conosciuti anche personalmente. Hanno quello che serve nella politica: il progetto. Questo è un momento in cui la gente tende a disperarsi, a pensare che non ci siano soluzioni. E invece bisogna sempre sperare di poter cambiare le cose, perché altrimenti la vita diventa una cosa molto piccola – e rischiamo anche noi, inconsapevolmente, di essere il frutto di una sovragestione. Quindi in realtà il Movimento 5 Stelle io lo vedo come una grande speranza, anche nel senso di riuscire a portare un movimento nato in un certo modo in qualcosa di diverso. In questo c’è una visione alchimistica della massoneria: gli alchimisti veri non trasformano il piombo in oro, sanno perfettamente che nel piombo è già contenuto l’oro. Il Movimento 5 Stelle è una grande possibilità di rinnovamento del paese. E’ un grande movimento anche etico, che si sviluppa su basi etiche e progettuali.Nel libro “Dalla massoneria al terrorismo” parto dalle origini leggendarie e poi storiche della massoneria, cito questa sua vocazione a essere costruttrice di civiltà, e amaramente arrivo alla condizione attuale, dove la massoneria stessa è diventata strumento di chi vuole dedicarsi alla distruzione. La caratteristica della sovragestione terroristica – che non è un’idea massonica, ma putroppo passa in questo momento storico tramite la complicità di una serie di realtà massoniche o para-massoniche – evidenzia questo paradosso: qualcosa che storicamente ha regalato all’umanità bellissime cattedrali e bellissime realtà, è diventato sostanziale strumento organizzativo della distruzione: il terrorismo è qualcosa che distrugge. Un massone come me lo sottolinea con dolore. Ma era inevitabile, vista l’evoluzione che c’è stata rispetto al tradimento delle origini della massoneria. Quando una serie di persone tradiscono le loro origini e il posto da cui vengono, le conseguenze sono queste.Poi arrivo anche a descrivere come avviene, questa sovragestione, com’è cresciuta nel tempo, quali personaggi ne sono stati protagonisti – citavo prima Michael Ledeen, ma parlo anche di Gelli, che pure accettò il ruolo ancillare della P2. Nel libro parlo delle scorribande compiute dagli anni ‘60 agli anni ‘90. Ledeen è un personaggio di cui nessuno parla, ma è stato protagonista della vita pseudo-politica non solo del suo paese, ma anche del nostro: è la riprova del fatto che siamo un paese drammaticamente eterogestito. Per gli aspetti che vedono Gelli coinvolto nel tentato golpe Borghese ho attinto al mio archivio personale, all’archivio della “legittima e storica comunione di Piazza del Gesù”, e racconto un carteggio tra Caradonna e Di Tullio (che è stato il mio precessore), che comprova che – sia pure in buona fede – la massoneria nazionale era stata fortemente coinvolta nel golpe Borghese. E questo coinvolgimento – pensate, i paradossi della storia – non si è perfezionato perché è intervenuto Giulio Andreotti.Cioè, Andreotti è intervenuto quando già erano state occupate le sedi Rai di Roma e Milano, rispettivamente da Giulio Caradonna e dallo stesso Carlo Alberto Di Tullio, e il vice di Gelli, Francesco Cosentino (un ex magistrato) era già nell’ufficio del presidente della Repubblica per convincerlo a firmare i vari decreti di sospensione dei diritti costituzionali. Così arrivò la telefonata di Andreotti, che dice a Gelli (cosa che Gelli ha riferito sia a Caradonna che a Di Tullio). Me lo confermò poi Andreotti stesso, quando lavorai per lui. Andreotti giustificò questa cosa sostenendo che lo avevano chiamato dall’America perché il colpo di Stato non avesse alcun esito.E poi racconto la sovragestione del terrorismo. La verità vera è che in Italia l’ultimo soggetto che si è opposto a questi poteri e a questa realtà è stato Craxi. Dopo di lui, non si è opposto più nessuno – Berlusconi compreso – perché ognuno aveva degli interessi da tutelare: Berlusconi aveva le aziende, Monti comunque era uno della partita. Ognuno, sul prinicipio del “tengo famiglia”, che in Italia è assolutamente dominante, ha deciso di non opporsi più a nessuna manovra di sovragestione. Mentre fino ai tempi di Craxi almeno qualche tentativo di non subire la sovragestione c’era stato – e se pensate a Sigonella capite cosa intendo – da quel momento in poi non c’è stato più nessuno che abbia deciso che l’Italia dovesse prendere decisioni indipendenti. E questa è una realtà difficilmente discutibile, sfido chiunque a dire che non è vero. Nel libro dunque faccio questa “cavalcata”, confermata da una cosa che, una volta, per i massoni, aveva un significato di sacralità, e cioè la tavola sull’architetto di Vitruvio. Era un architetto romano, prestigiosissimo e tuttora studiato nelle università. Cosa fa, Vitruvio? Scrive quali devono essere le caratteristiche dei costruttori.Questi stessi strumenti vengono oggi usati per distruggere, da questi attuali pseudo-massoni reazionari di cui fin dal 2003 avevo percepito drammaticamente l’esistenza e la potenza, prima che arrivasse il libro “Massoni” di Gioele Magaldi, col quale condivido la speranza vivificatrice che queste cose possano essee combattute. Nel mio libro, ricordo i principi di Vitruvio e dimostro come vengano applicati per distruggere, come venga messo in discussione lo stesso nascere della massoneria. Non è una difesa della massoneria, che è una dottrina e non ha bisogno di essere difesa da me. E’ solo un grave attacco a certi massoni, quello sì. Io non attacco mai il Cristianesimo, ma certi cattolici mi permetto di attaccarli: il Cristianesimo è comunque un’ideologia nobile, una filosofia di vita, una fede. Ma di alcuni personaggi del Cristianesimo, anche storici, non ho stima. Il mio è un libro di 200 pagine e contiene una postilla finale di Francesco Saba Sardi, “L’istituzione dell’odio”, fondamentale per capire certe cose.(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a “Border Radio” il 4 ottobre 2016, trasmissione web-radio ripresa anche su YouTube. Il libro “Dalla massoneria al terrorismo” – Uno Editori, 189 pagine, 13 euro – denuncia la “sovragestione” di potere diretta dall’élite massonica internazionale utilizzando i servizi segreti anche per operazioni come quella che oggi porta il nome di Isis).Dietro la nascita del 5 Stelle ci sono degli equivoci, e dei personaggi equivoci. Chi sta dietro Grillo si è abbastanza impegnato, coinvolgendo i livelli più alti dei 5 Stelle, in una frequentazione abituale di luoghi, ambasciate e consolati americani dove ricevono indicazioni che purtroppo poi mettono in pratica. Quindi il problema è che noi in Italia siamo sovragestiti. Non mi riferisco a tutto il mondo americano, ma a delle massonerie reazionarie che sono specializzate nel controllo delle rivoluzioni: praticano le contro-rivoluzioni controllando le rivoluzioni. E’ una vecchia pratica, è un’operazione riuscita a grandissimi livelli. Se pensate che in questo momento, tramite ambienti americani piuttosto precisi, figure come Michael Ledeen e compagnia cantante sponsorizzano tanto Renzi che Di Maio, ho l’impressione che il voto del referendum per certi aspetti sia inutile. Perché se Renzi vince (Renzi, non la riforma) diventa forte e ce lo dobbiamo tenere. Se Renzi perde, e diventa debole, ce lo teniamo lo stesso. Non cambia niente: perché un Renzi debole viene gestito in un modo, un Renzi forte viene gestito in un altro.
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Tav occulto: val Susa, attentato al “chakra sacro” europeo
«Nessuno ne parla, ma questa aggressione è in corso da anni». Non si tratta di missili, veleni e cemento. «Vengono colpiti luoghi sacri naturali». In altre parole, è in pieno svolgimento una crociata – segreta – contro la geografia “invisibile” dei cosiddetti luoghi santi. E la prima linea del fronte sarebbe proprio la valle di Susa, investita dal progetto Tav. Che non sarebbe solo il consueto maxi-affare all’italiana. Molto peggio: un sortilegio malefico, per colpire a morte quello che è forse il più importante “chakra” terrestre europeo, il maggiore nodo energetico del continente. Per giunta situato sulla rotta che unisce, in linea retta, l’abbazia francese di Mont Saint-Michel al santuario di Monte Sant’Angelo, sul Gargano. Ombelico del “canale energetico”, l’abbazia medievale valsusina della Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte. Gli architetti occulti dell’operazione-Tav? «Sono innanzitutto esoteristi». A fare una simile affermazione, decisamente fuori ordinanza, è Fausto Carotenuto: non esattamente un visionario, ma un veterano dei servizi segreti italiani, per i quali ha lavorato come analista internazionale. Non ha dubbi: quella che è cominciata in valle di Susa è un’operazione “magica”, destinata a farci del male. Un atto di guerra, deliberato, contro il “drago” di uranio e amianto che dorme nel sottosuolo alpino. Un lavoro da stregoni, più che da gangster della politica.Parole che richiamano il coro di sgomento suscitato dall’imbarazzante cerimonia di inaugurazione del traforo del Gottardo, in Svizzera, celebrata il 1° giugno 2016 con uno strano rito di sapore tribale e sacrificale, in onore di un misterioso dio-caprone – forse simbolo dell’ancestrale paura della selva, “domata” oggi dalla tecnologia che perfora le Alpi? No, dice Carotenuto: quei tunnel sono un attentato contro le forze “spirituali” della Terra, per compromettere volontariamente la nostra possibilità di felicità. Ma l’intervento sulla valle di Susa, pubblicato su “Controinformazione”, risale a 5 anni prima della sinistra carnevalata del Gottardo. Quelle cose, Carotenuto – oggi apprezzato autore di saggi sulla spiritualità contemporanea – le scriveva nel 2011, quando sulla lotta contro il Tav Torino-Lione si stava affacciando anche il fantasma della violenza, «una trappola appositamente congegnata proprio dai fautori del progetto». Forze spirituali invisibili? Soprannaturale? «Il soprannaturale non esiste, è solo il “naturale” che non conosciamo ancora», sostiene un iniziato come il massone Gianfranco Carpeoro, esperto di simbologia. Quanto all’esoterismo, “che c’azzecca” col Tav? Se uno legge Gioele Magaldi, scopre che il vertice del potere mondiale è interamente massonico, iniziato al sapere esoterico (anche se ovviamente non lo ammetterebbe mai). E il Tav è classica operazione di potere. Anche “magica”?Carotenuto non ha incertezze: al di là del fatto che «i valligiani hanno ragioni da vendere», perché la maxi-ferrovia «non porterà “progresso” ma distruzione, devastazione e malattie», sostiene che «ad una indagine attenta dei valori spirituali in gioco emerge tuttavia un quadro ancora più fosco, di grande emergenza: non sono in gioco solamente i soldi degli ingordi, e l’ambiente e la salute degli abitanti della val di Susa». La posta, quella vera, è un’altra ancora: «Qualcuno sta cercando di portare avanti una operazione tendente a colpire direttamente le forze interiori di una grande fetta della popolazione europea: non solo quelle dei cari e simpatici valligiani, ma quelle di tutti i piemontesi, degli abitanti di un vasto arco delle Alpi, e delle regioni che si protendono attraverso tutta la Francia verso Nord, e tutta l’Italia verso Sud». Una operazione «che parte da molto in alto nelle gerarchie delle piramidi che portano avanti le strategie oscure». All’esistenza reale di “piramidi oscure”, in cui opererebbero “Maghi Neri”, Carotenuto ha dedicato il saggio “Il mistero della situazione internazionale” (Uno Editori), che offre una spiegazione in chiave “spirituale” del malessere che sta colpendo il pianeta.Non si parla solo di generiche “energie”, di stampo new age: l’ex stratega dell’intelligence italiana allude specificamente a vere e proprie ritualità di tipo magico, innominabili e inconfessabili, che sarebbero praticate in segreto da esponenti del massimo potere. Obiettivo: sabotare il “risveglio” della coscienza dell’umanità. A questo, dice, servirebbe anche la sgangherata progettazione della linea Torino-Lione, l’infrastruttura più incoerente e ridicola del pianeta. Ma in realtà c’è ben poco da ridere, visto che si tratta di «un qualcosa di così importante che il fronte del potere politico, finanziario, economico, dei mass media – largamente influenzato e diretto dai vertici “oscuri” – sostiene in modo insolitamente compatto e granitico, senza apprezzabili sbavature». Il che è verissimo. A nulla è valsa, finora, la sacrosanta protesta dei valsusini contro «menti oscure, schiere di mercenari del potere e del denaro, centurie di coscienze spente e freddamente calcolatrici». Anni di appelli, firmati da centinaia di tecnici universitari, per svelare che l’opera sarebbe devastante, costosissima e soprattutto inutile; e mai nessuna risposta, né da Palazzo Chigi né dal Quirinale. Come se quella futuribile infrastruttura fosse, semplicemente, un tabù. Un dogma intoccabile. Un mistero, appunto: forse per noi, ma non per “loro”, sostiene Carotenuto.Da alcuni anni, scrive l’autore, una enorme “operazione risvegli” è in corso sulla Terra, sulla quale ovviamente i “poteri oscuri” hanno fatto calare una vera e propria congiura del silenzio. «Le forze del Male, o per meglio dire dell’Ostacolo, sono quelle – sia spirituali che terrene – che fanno di tutto per bloccare i risvegli appena iniziati», cioè l’esplosione di consapevolezza che conduce alla riscoperta dei valori umani, la solidarietà, l’amore (non come “buonismo”, ma come necessità vitale razionale). «Questo è lo sfondo della grande battaglia in corso sulla Terra: guerre, distruzioni, genocidi, terrorismo, operazioni finanziarie, aggressioni farmacologiche e alimentari, tecnologie antiumane. Sono alcune delle manifestazioni di questa lotta». E uno dei tanti scenari sui quali si svolge sarebbe quello dei “luoghi santi”, sorti – non a caso – proprio sui “nodi vitali” del pianeta, che secondo Carotenuto “funziona” come il corpo umano, che «è attraversato da una rete di invisibili centri vitali uniti da infiniti canali di energie: quelli che le medicine orientali usano da millenni». Canali che la medicina occidentale aveva dimenticato, «ma è ora costretta a riscoprire un po’ alla volta, se vuole smetterla di combinare disastri».Nelle tradizioni orientali, questi centri si chiamano “chakra” e sono i vortici vitali, mentre i “nadi” sono i canali energetici che li uniscono. La Terra funziona allo stesso modo, scrive Carotenuto: «La crosta terrestre è costellata di importantissimi “chakra” e “nadi”». E aggiunge: «Gli spiriti più avanzati dell’umanità, gli “iniziati” di tutti i tempi, hanno sempre avuto la conoscenza, e spesso la visione, di questa geografia sottile, ma fondamentale, della Terra. Grotte sacre, montagne sacre, foreste sacre, laghi e fiumi sacri. E poi vari tipi di energie: positive, negative, ambivalenti». Non a caso, «lungo i canali e sui centri vitali sono sorti dolmen, menhir, cerchi di pietre, piramidi, templi, cattedrali: erano e sono luoghi speciali, che favoriscono il contatto tra gli uomini e le dimensioni superiori». Questa rete, «in gran parte dimenticata negli ultimi secoli di materialismo», si starebbe ora “riattivando”, man mano che gli uomini, “risvegliandosi”, riscoprono le particolarità di certi luoghi. «Sta già avvenendo in embrione, ma ben di più avverrà in futuro, quando sempre più uomini capiranno di avere a disposizione delle importanti reti di luoghi energetici di cui avvalersi per supportare la propria crescita spirituale».E allora le “forze oscure”, quelle che «vogliono ostacolare l’evoluzione interiore dell’umanità», cosa hanno deciso di fare? «Sono partite per tempo a cercare in tutti i modi di “spegnere”, di devitalizzare i chakra, di sclerotizzare le arterie delle energie vitali per lo spirito». Anche così Carotenuto spiega gli «interventi di tutti i tipi» a cui stiamo assistendo, «con tonnellate di metallo, colate di cemento, prodotti sintetici “morti” e ostili, gallerie, deforestazioni, selve di antenne, viadotti, perforazioni petrolifere, spesso appositamente indirizzate per depotenziare e deformare la geografia sacra». E aggiunge: «Vengono effettuati interventi per “spegnere” cattedrali, come Chartres o Santa Maria di Collemaggio, per annullare antichi luoghi di iniziazione. Vengono colpiti luoghi sacri naturali o costruiti dagli antichi iniziati. Viene persino usato il “martello” del turismo di massa per abbattere con folle inconsce e disattente il livello vibrazionale di certi luoghi, come le piramidi, le cattedrali gotiche, o i grandi templi». Si tratterebbe di «una strategia composita e ben studiata». E la valle di Susa? Nella “geografia sacra del mondo”, rappresenterebbe «un punto fondamentale degli equilibri energetici europei».Un “chakra” importantissimo, scrive l’autore, è situato all’ingresso della valle, da cui si dipartono diversi “nadi”, canali energetici che vanno a creare un asse importantissimo verso nord-ovest e verso sud-est. «Quali sono i punti “noti” di questo asse? I tre meravigliosi santuari dedicati a San Michele. In un allineamento pressoché perfetto, la Sacra di San Michele – lo splendido edificio sacro medioevale all’imboccatura della val di Susa – è al centro di una precisa direttrice che va dal santuario dedicato a Michele di Monte Sant’Angelo, sul Gargano, fino a quello sull’isola incantata di Mont Saint Michel, nel nordest della Francia». Sono tutti «luoghi sacri, luoghi di energie fortissime, che gli antichi conoscevano e usavano, e che gli uomini del “risveglio” torneranno ad usare». Non è casuale la ricorrenza del nome Michele, personificato in “arcangelo” con la cristianizzazione: il Michele della tradizione ebraico-cristiana, spiega Carotenuto, prima si chiamva Mercurio nell’antica Roma, Hermes in Grecia, Toth in Egitto. «E’ lo spirito guida dell’operazione “risvegli”», sostiene Carotenuto. Ed è ultra-presente nella fatidica valle di Susa, già bucherellata da mille infrastrutture e ora terrorizzata dallo spettro-Tav.«La crosta terrestre ha nelle sue profondità delle forze enormi, concentrate in certi luoghi, che gli antichi conoscevano bene e chiamavano forze della Dea Madre, della Madre Terra», argomenta l’analista. «Statue femminili nere, adorate in caverne o cripte, la rappresentavano: raffigurazioni sacre di tante divinità tra cui l’egizia Iside, e poi le madonne nere cristiane, a sancire l’alleanza positiva tra uomini e queste forze». Ma gli antichi, continua lo studioso, le chiamavano anche forze del “drago”, facendo riferimento al fatto che erano forze enormi, ma “selvagge”, utilizzabili sia per il bene che per il male, a seconda delle intenzioni umane. «In epoche antiche, gruppi di iniziati ispirati dal mondo spirituale decisero che per un lungo tratto dell’evoluzione umana bisognava che certe “forze del drago” di un importante asse energetico europeo fossero equilibrate, tenute sotto controllo e rivolte al bene. E che di questo equilibrio positivo si giovassero le popolazioni europee. Questo il motivo per cui degli edifici speciali, costruiti e “attivati” in modo del tutto particolare, furono eretti sopra montagne sacre piene di “forze del drago”, talvolta oscure. Santuari di Michele, che nella sua funzione tipica “tiene a bada le forze del drago”, per usarle in positivo e per lasciare liberi gli uomini di evolversi. Questo illustrano i quadri e le statue di San Michele».Il chakra centrale della valle di Susa, prosegue Carotenuto, non è fatto solamente del monte Pirchiriano su cui svetta la Sacra, ma di una serie di altri rilievi «carichi di forze importanti», e tra questi «uno in particolare assume un ruolo centrale nella geografia sacra: il monte Musinè», che è «un luogo dalle energie fortissime, uno dei principali in Europa». Lassù, le “forze spirituali del drago” hanno originato «un sottosuolo pieno di energie enormi, selvagge, che si manifestano in conformazioni rocciose insolite e piene di materiali “forti”, nocivi se liberati», che per l’analista «sono la manifestazione di forze spirituali altrettanto nocive su altri piani». Ma il Musinè, aggiunge, «è anche un’antenna volta verso incredibili energie positive cosmiche». Da sempre il monte è teatro di apparizioni continue di «luminescenze colorate, globi luminosi», custodisce «leggende di maghi e di draghi d’oro, di riti e di graffiti misteriosi fin dall’antichità più remota». Ed è un notissimo luogo di avvistamenti “Ufo” tra i più citati, fin dai tempi pionieristici di Peter Kolosimo. Persino la vegetazione che vi cresce è differente. «E’ il punto focale che probabilmente più di ogni altro ha creato quella base energetico-spirituale che ha fatto di Torino la città esoterica per eccellenza, nel bene e nel male. Come è tipico delle “forze del drago”».Per Carotenuto, la valle di Susa è dunque «una zona fortissima, al centro di un asse europeo spirituale fondamentale, forse il principale». Ed è stata «tenuta in equilibrio per secoli dalla spiritualità rappresentata da Michele, con le “forze del drago” domate e sepolte nel sottosuolo, in attesa della grande epoca dei “risvegli”». Da qui, secondo questa particolarissima visione, l’offensiva occulta delle “piramidi del Male”, attivate «dai livelli locali fino a quelli centrali europei». Una operazione strategica, «mirante ad alterare antichi equilibri per renderli inutilizzabili a fini positivi: scavare una enorme galleria nelle viscere della montagna sacra, per sconvolgere il “chakra” Musinè, portando alla luce forze oscure e potenti dalle profondità della Terra». Obiettivo segreto: «Liberarle dall’influsso positivo delle correnti cosmiche e della vicina presenza benefica della Sacra di San Michele. E poi affondare ulteriormente il bisturi di morte scavando un percorso di distruzione sul “nadi” che punta a Mont Saint Michel». In altre parole, in valle di Susa sarebbe in corso «il tentativo di portare un colpo al cuore della geografia sacra europea».Un vero e proprio attentato, stando a Carotenuto, «tale da appesantire le atmosfere psichiche, creare una cappa di piombo in una vasta zona del nostro continente: il tentativo di creare un vero e proprio “infarto” nella circolazione delle energie a disposizione di tutti noi per i nostri risvegli». Questo, conclude lo studioso, spiega la volontà granitica di «tutti i terminali politici, economici, finanziari e mediatici dei “poteri oscuri”, compatti nel sostenere l’operazione anche se la popolazione locale è solidale nel respingerla». I valsusini lo fanno «per la propria salute, messa a rischio dall’uranio e dall’amianto che verranno portati in superficie, e per salvare una natura già tanto colpita nel passato». Ma forse anche perché «il cuore dei valligiani, che è inconsciamente in contatto con la realtà spirituale delle cose, sa molto meglio della mente che bisogna resistere, opporsi con fermezza ed energia all’aggressione spirituale. E che bisogna farlo in modo consono alla nuova coscienza che si risveglia e si sviluppa: con la verità e la nonviolenza. Rispondere con la verità e la nonviolenza alla menzogna manipolatoria e alla violenza del fronte compatto che vuole sacrificarli: un fronte di poveri schiavi dei “poteri oscuri”, che hanno venduto pezzi della propria coscienza in cambio di tanti o pochi spiccioli; di grandi, ma anche di piccolissime poltrone».«Nessuno ne parla, ma questa aggressione è in corso da anni». Non si tratta di missili, veleni e cemento. «Vengono colpiti luoghi sacri naturali». In altre parole, è in pieno svolgimento una crociata – segreta – contro la geografia “invisibile” dei cosiddetti luoghi santi. E la prima linea del fronte sarebbe proprio la valle di Susa, investita dal progetto Tav. Che non sarebbe solo il consueto maxi-affare all’italiana. Molto peggio: un sortilegio malefico, per colpire a morte quello che è forse il più importante “chakra” terrestre europeo, il maggiore nodo energetico del continente. Per giunta situato sulla rotta che unisce, in linea retta, l’abbazia francese di Mont Saint-Michel al santuario di Monte Sant’Angelo, sul Gargano. Ombelico del “canale energetico”, l’abbazia medievale valsusina della Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte. Gli architetti occulti dell’operazione-Tav? «Sono innanzitutto esoteristi». A fare una simile affermazione, decisamente fuori ordinanza, è Fausto Carotenuto: non esattamente un visionario, ma un veterano dei servizi segreti italiani, per i quali ha lavorato come analista internazionale. Non ha dubbi: quella che è cominciata in valle di Susa è un’operazione “magica”, destinata a farci del male. Un atto di guerra, deliberato, contro il “drago” di uranio e amianto che dorme nel sottosuolo alpino. Un lavoro da stregoni, più che da gangster della politica.
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Città deserte e nuove cattedrali, l’architettura della paura
Nel giorno di Pasqua ho fatto due passi ed ho attraversato il nuovo Portello, fermandomi a guardare bene la piazza dove sorge “Casa Milan” che ho attraversato di corsa molte altre volte: un quadro del De Chirico metafisico di “Piazze d’Italia”. Un deserto in cui non si vedeva un passante. Ed anche le vie intorno (comprese quelle dell’altra parte del Portello) ripetono lo stesso copione: niente figure umane, panchine vuote, non esiste passeggio se non per poche persone nel parco che porta alla montagnola. C’è una netta separazione fra la zona commerciale (una quarantina di negozi ed un paio di bar che “girano” intorno all’ipermercato, in uno spiazzo che è l’unico dove si affollano i passanti) e la zona “residenziale”, nei cui viali non ci sono assolutamente negozi ma solo palazzi di 10-15 piani, recintati da robuste cancellate, con portinerie presidiate da vigilantes ed ai cui garage si accede direttamente dall’esterno, con saracinesche telecomandate).Non si tratta solo di questa zona: quartierini del genere li ho visti in altre zone di Milano ed in altre città italiane e, navigando in internet, se ne vedono in molte altre città europee ed americane: è una tendenza precisa dell’architettura che intende garantire la “sicurezza” dei cittadini (ovviamente di quelli che hanno il denaro per permettersi una casa in questi complessi abitativi). L’abitante accede direttamente in auto nel garage videosorvegliato e, con l’ascensore, raggiunge direttamente il suo appartamento senza rischiare alcun incontro sgradito o pericoloso. Se vuol fare due passi ha il piccolo parco recintato e sorvegliato intorno al suo palazzo ed, ovviamente, non è incoraggiato a fare due passi per i viali che dividono i vari complessi abitativi, perché non c’è nulla oltre loro, non un negozio, non una vetrina, non un essere umano che passeggi. Quando, poi, vuol fare la spesa, non ha che da uscire in auto, accedere dalla strada al parcheggio del centro commerciale, ugualmente videosorvegliato e con vigilantes, salire con le scale mobili o il tapis roulant sino alla zona commerciale dove troverà i negozi ed un po’ di gente, nello spazio rigorosamente privato dove ci sono i tavolini di un paio di caffè.Anche qui il rischio di fare incontri pericolosi è risotto al minimo, quando anche tutti i posti di lavoro, gli asili nido e le scuole saranno muniti di parcheggio sotterraneo videosorvegliato e con vigilantes, con ascensore. La vita del nostro amico sarà solo un passaggio in auto da un luogo protetto all’altro. Evviva: è il trionfo della sicurezza! Unica cosa: peccato che descriva un modello di vita tanto simile ad una autoreclusione. D’altro canto, i grattacieli sempre più alti, con decine di piani e migliaia di appartamenti, si ispirano allo stesso principio securitario, con in più la funzione di “stupire”: i grattacieli sono le cattedrali del presente, le opere destinate a celebrare la potenza e lo sfarzo delle nuove signorie. Queste nuove cattedrali celebrano la diseguaglianza sociale, sono isole assediate di ricchezza nel mare della povertà , basti pensare al Brasile con i suo “ninos de la rua” che assediano i grandi complessi residenziali presidiati da guardie armate. Tutto questo esige la fine dell’auto-percezione del popolo ridotto a mero insieme di consumatori, nella migliore delle ipotesi, o a turba miserabile e brigantesca nella peggiore.Qui nella ancora opulenta (ma per quanto?) società europea quel che residua della socialità extradomestica è la piazza commerciale o (quel che fa lo stesso) quella del grande evento (concerto, partita o altro evento sportivo). Quello che muore è la piazza sociale, quella del mercatino rionale (destinato ad essere soppiantato dalla grande distribuzione, quella del parco libero, della strada, ma soprattutto scompare la “piazza politica”, quella dove il popolo si riconosce come tale, nelle sezioni di partito, nei cortei, nelle manifestazioni, ed anche nei disordini di piazza che ne esprimano la protesta. Alla perdita del luogo identitario del popolo-soggetto politico, viene offerto il surrogato della piazza virtuale, che, però, talvolta può funzionare come innesco di quella reale (vedi le primavere arabe). A scongiurare il rischio di nuove rivolte è diretta questa martellante campagna contro le idee di classe e di nazione, cioè le principali identità collettive e per l’atomizzazione individualistica del corpo sociale. Un progetto ben servito da queste tendenze dell’architettura.(Aldo Giannuli, “Architettura, la scomparsa della piazza e le nuove cattedrali”, dal blog di Giannuli del 6 aprile 2016).Nel giorno di Pasqua ho fatto due passi ed ho attraversato il nuovo Portello, fermandomi a guardare bene la piazza dove sorge “Casa Milan” che ho attraversato di corsa molte altre volte: un quadro del De Chirico metafisico di “Piazze d’Italia”. Un deserto in cui non si vedeva un passante. Ed anche le vie intorno (comprese quelle dell’altra parte del Portello) ripetono lo stesso copione: niente figure umane, panchine vuote, non esiste passeggio se non per poche persone nel parco che porta alla montagnola. C’è una netta separazione fra la zona commerciale (una quarantina di negozi ed un paio di bar che “girano” intorno all’ipermercato, in uno spiazzo che è l’unico dove si affollano i passanti) e la zona “residenziale”, nei cui viali non ci sono assolutamente negozi ma solo palazzi di 10-15 piani, recintati da robuste cancellate, con portinerie presidiate da vigilantes ed ai cui garage si accede direttamente dall’esterno, con saracinesche telecomandate).
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Saba Sardi: il potere corrompe anche le migliori intenzioni
Sono un seguace di uno studioso di costume, letteratura e popoli, Francesco Saba Sardi, triestino d’origine, nipote del poeta Umberto Saba. E’ stato candidato quattro volte al Premio Nobel per la Letteratura, prima di morire è stato insignito da Napolitano tra le 50 autorità culturali e morali del paese. E’ stato il biografo ufficiale di Picasso, l’unico autorizzato da Picasso, nonché l’unico autorizzato da Simenon a tradurre il Commissario Maigret. E’ stato il traduttore di Borges, di Pessoa, di Garcia Marquez, nonché colui che scrisse la “Storia delle religioni” pubblicata da Mondadori nel 1974, che è tutt’ora la “storia delle religioni” più venduta – solo che gli hanno tolto la firma, e sapete perché? Perché nel ‘58 eta stato scomunicato. Aveva scritto un libro, “Natale ha 5.000 anni”, nel quale svelava qualche piccola cosa che non gli quadrava nella costruzione mitico-narrativa del Natale della Chiesa cristiana, ma soprattutto pubblicava una serie di dipinti che il Vaticano aveva nascosto. Il libro è stato messo all’indice, e da quel momento la Mondadori pose come condizione che non ci fosse la sua firma sulla “Storia delle religioni”. Ha subito pesanti conseguenze. Quando è morto, l’unico giornale che gli abbia dedicato due pagine è stata “L’Unità”. Nessun altro giornale ne ha parlato: capito, lo stato dell’informazione in Italia?In un libro fondamentale, “Dominio”, Francesco Saba Sardi spiega la logica del potere. Vi consiglio di leggerlo, è un libro davvero importante. “Dominio” dice che l’uomo era libero quando era cacciatore nomade, e quindi non si faceva carico di dover gestire in qualche modo una comunità. Nel momento in cui l’uomo diventa agricoltore, e quindi deve gestire le risorse umane, è costretto a farlo in maniera ideologica. Cioè, se tu devi gestire più persone, devi avere un’idea di come gestirle – che può essere più o meno condivisibile, e qui entriamo nel campo delle opinioni. Qual è il problema? E’ che tu quest’idea ce l’hai, poi crei una struttura che metta in pratica questa idea. E, nel momento in cui crei la struttura, muore l’idea. La struttura assume un’autonomia sua come meccanismo, per cui l’idea “sbianca”, ma “sbianca” anche la figura di riferimento del capo. E questa è la storia di tutte le strutture. Nel momento in cui Costantino ha preteso che la Chiesa cristiana diventasse una struttura, è impallidito il Cristianesimo. E’ assolutamente automatico, ma non è una colpa del Cristianesimo. E’ successo anche alla massoneria: nel momento in cui è diventata una struttura unica, mondiale, e ha eliminato la libertà individuale delle realtà locali, è scomparsa l’ideologia massonica.Questo succede anche sul piano del male, nel campo della criminalità. La mafia nasce come reazione alle mancanze dello Stato col cosiddetto brigantaggio – una reazione della gente a uno Stato che non era proprio dalla parte della ragione. Il brigantaggio poi sparisce, ma resta la mafia. La caratteristica delle strutture è che tagliar loro la testa è irrilevante. Alla mafia potete arrestare Liggio, Totò Riina, Provenzano; si riuniscono una notte e ne nominano uno nuovo. Chi la comanda è irrilevante, perché è la struttura che è autoconservativa, auto-assertiva. E l’Italia è andata avanti nello stesso modo. Tutte le colpe erano di Gelli? L’hanno messo in galera, ma non è cambiato niente. Poi le colpe sono diventate di Andreotti e Craxi. Li hanno archiviati, e l’Italia è rimasta uguale. Sapete perché? Perché la struttra funziona così. Ormai non ha più l’ideologia, la parte progettuale – qualunque ideologia, non è questione di colore, perché poi tutte le ideologie hanno del buono e del cattivo. Ma qualunque ideologia è il progetto: ti dico come voglio che tu stia fra trent’anni. Se mi togli l’ideologia, anch’io vivo alla giornata. Come si vincono le elezioni oggi? Ti prometto che domani ti tolgo le tasse. Qualcuno riesce a fare promesse decennali, venetennali? Non si permette più nessuno, perché non essendoci più l’ideologia non c’è più il progetto, la progettualità.La massoneria ha fatto questa fine qui. Come nasce, la massoneria? L’Europa proveniva da un mondo classico pagano, per cui il lavoro era sacro. Tutti quelli che facevano un determinato lavoro – non solo quello dei costruttori: quello dei fabbri, dei tessitori, dei sarti – erano radunati nelle corporazioni delle arti e dei mestieri, che avevano acquisito una sacralità nell’assimilare le conoscenze legate a quel lavoro; conoscenze sacre anch’esse, e a volte molto profonde: più c’era arte nel fare quel lavoro in quel luogo, e più quelle conoscenze erano profonde. Quindi c’erano le logge, non solo di massoni – massone viene dal francese “maçon”, costruttore. C’erano le logge dei tessitori, degli scalpellini, dei fabbri, dei carpentieri di barche. Di tutte queste logge, assolutamente nessun’altra è sopravvissuta all’alto e al basso medioevo. E’ sopravvissuta solo la loggia dei massoni, costruttori di cattedrali: perché i massoni viaggiavano, erano diventati delle piccole multinazionali, facevano una riunione annuale di tutti i costruttori di cattedrali a Colonia, si scambiavano le conoscenze – cosa che gli altri non facevano, perché il loro lavoro era più localizzato e parcellizzato. Ma se tu dovevi fare la cattedrale di Chartres, non potevi pensare di farla solo con gli scalpellini francesi.Morendo la sacralità del lavoro e morendo le persone che ne fanno quasi un centro di ricerca, di quel lavoro, dopo l’umanesimo e il Rinascimento muoiono queste tradizioni, mentre quella massonica non muore, anzi si trasforma: dopo il ‘600, quando non si costruiscono più le cattedrali, i massoni decidono di conservare quelle conoscenze, quelle ritualità, quella sacralità, e di trasformarle in discorso filosofico-simbolico, dove la squadra e il compasso, che hanno sempre avuto un significato simbolico, mantengono solo quello simbolico. I simboli della massoneria sono squadra e compasso: sono una cosa elementare, rappresentano la parte razionale e la parte animistica della persona umana. Noi siamo composti di mente ma anche di anima, che non necessariamente coincide con la mente, perché l’anima è il soffio della vita, le emozioni, cose che con la ragione c’entrano poco. Pascal le chiamava “le ragioni del cuore e le ragioni della geometria”. Il problema è che la massoneria, diventando speculativa anziché operativa, non costruisce più le cattedrali ma conserva le sue tradizioni a scopo simbolico, conoscitivo, evolutivo-spirituale.Prima, tutte le massonerie erano autonome: collegate tra loro, sì, ma non secondo un ordine gerarchico. Invece nel 1717, e più avanti nel 1810, nascono i Grandi Orienti, che sono un modo di creare una massoneria fintamente universale. La massoneria anglosassone, che ha asservito anche la massoneria americana, voleva che la massoneria diventasse uno strumento di potere: a questo serviva una struttura come quella dei Grandi Orienti. Al di là di poche realtà, come l’obbedienza di Palazzo Vitelleschi, la massoneria è diventata uno strumento del potere politico, del potere economico e del potere in generale, come lo è diventata la religione, la Chiesa. Le strutture si mettono sempre al servizio del potere, e perdono il loro riferimento iniziale.(Gianfranco Carperoro, estratti delle dichiarazioni rese il 13 maggio 2014 alla conferenza pubblica dell’associazione “Salusbellatrix” a Vittorio Veneto, ripresa integralmente su YouTube. Studioso di simbologia, esoterista, già avvocato e magistrato tributario, giornalista e pubblicitario, Carpeoro è autore di svariati romanzi ed è stato “sovrano gran maestro” della comunione massonica di Piazza del Gesù).Sono un seguace di uno studioso di costume, letteratura e popoli, Francesco Saba Sardi, triestino d’origine, nipote del poeta Umberto Saba. E’ stato candidato quattro volte al Premio Nobel per la Letteratura, prima di morire è stato insignito da Napolitano tra le 50 autorità culturali e morali del paese. E’ stato il biografo ufficiale di Picasso, l’unico autorizzato da Picasso, nonché l’unico autorizzato da Simenon a tradurre il Commissario Maigret. E’ stato il traduttore di Borges, di Pessoa, di Garcia Marquez, nonché colui che scrisse la “Storia delle religioni” pubblicata da Mondadori nel 1974, che è tutt’ora la “storia delle religioni” più venduta – solo che gli hanno tolto la firma, e sapete perché? Perché nel ‘58 eta stato scomunicato. Aveva scritto un libro, “Natale ha 5.000 anni”, nel quale svelava qualche piccola cosa che non gli quadrava nella costruzione mitico-narrativa del Natale della Chiesa cristiana, ma soprattutto pubblicava una serie di dipinti che il Vaticano aveva nascosto. Il libro è stato messo all’indice, e da quel momento la Mondadori pose come condizione che non ci fosse la sua firma sulla “Storia delle religioni”. Ha subito pesanti conseguenze. Quando è morto, l’unico giornale che gli abbia dedicato due pagine è stata “L’Unità”. Nessun altro giornale ne ha parlato: capito, lo stato dell’informazione in Italia?