Archivio del Tag ‘dissenso’
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Barnard e l’Antico Ordine Mondiale, oggi ormai evidente
Chiedetevi come mai la politica fallisce sempre, i partiti fanno cilecca e i leader finiscono per deludere. Oggi la risposta è sulla bocca di tutti quelli che hanno smesso di dormire; ma una decina di anni fa era un giornalista come Paolo Barnard, in solitudine, a proporre la domanda: chi comanda davvero, lassù, al di là dei piccoli esecutori locali, fabbricati in serie con i sondaggi e destinati invariabilmente a sgonfiarsi, dopo aver assolto al piccolo compito che era stato loro assegnato? Da qualche decennio, il copione è invariato: da una parte i paracarri, i pretoriani ufficiali del sommo contabile, e dall’altra gli outsider professionali, con traiettoria pilotata. L’outsider spunta come un fungo e un giorno esplode, viene osteggiato ma poi conquista i suoi spazi, varca la soglia sacra della televisione e infine accede al governo, da cui poi abbandonerà – uno ad uno – tutti i suoi cavalli di battaglia, lasciando senza parole gli elettori che gli avevano dato fiducia nel solito modo, e cioè religiosamente. Sempre così: show must go on, avanti un altro.Tra il saggio “Il più grande crimine” e i Dpcm inaugurati con la cosiddetta pandemia da coronavirus è possibile tracciare una linea retta, addirittura imbarazzante, che porta dritti al distanziamento e alle mascherine, ai lockdown, al delirio orwelliano del coprifuoco basato sull’evocazione del senso di colpa, del contagio come imprudenza e come maledizione, in un orizzonte cupo in cui riecheggia una specie di peccato originale: l’essere nati, l’aver aspirato a essere liberi e dotati di diritti umani. Siamo diventati il paese della Dad, dello smart working e delle Regioni colorate, dove la semilibertà (concessa col contagocce) bisogna meritarsela, stando lontani dal prossimo come se fosse appestato. L’incubo si prolunga, per via sanitaria (o meglio, fanta-farmaceutica) con l’incombente obbligo vaccinale sostanziale, propiziato da un assedio anche fisico, geografico, come quello del lasciapassare neo-medievale per poter varcare il Rubicone, il Piave, il Tevere, l’Isonzo.L’avvocato Erich Grimaldi, uno dei tanti eroi di questa Italia in rottamazione, quasi supplica il suo pubblico affinché accorra in piazza a Roma, l’8 maggio, indossando magliette con sopra scritto “voglio essere curato con le terapie domiciliari”, oppure “sono guarito grazie alle cure precoci a domicilio”. Quei trattamenti terapeutici tempestivi rappresentano la soluzione, l’uscita dall’allucinazione collettiva: ma il Ministero della Paura ha osato opporvisi, ancora, nonostante l’auspicio unanime espresso dal Senato e i colloqui in corso tra lo stesso Grimaldi e il sottosegretario Sileri, per arrivare finalmente a un protocollo che metta i medici nelle condizioni di curare gli italiani, senza più costringerli a ricorrere all’ospedale quando ormai faticano a respirare. E’ come se qualcuno si ostinasse a sparare cannonate, sull’allevamento umano, forte di una certezza granitica: le mansuete bestiole non si ribelleranno nemmeno stavolta, resteranno al loro posto in attesa di essere decimate, dalle cure negate e dal martirio economico che il 1° Maggio 2021 costringe anche la grande stampa ad ammettere che, intanto, si sono perduti 900.000 posti di lavoro.Non deve stupire il silenzio agghiacciante dei sindacati, che anzi – per bocca dei loro burocrati coalizzati (Cgil, Cisl e Uil, in primis il Landini che contestò Marchionne) – hanno addirittura firmato una petizione a sostegno di Roberto Speranza, il burattino incaricato di infliggere il massimo danno possibile al sistema-paese, senza riguardo per i morti né per le vittime della catastrofe economica. Non deve stupire nemmeno il mormorio sommesso dei partiti meno allineati alla filosofia della strage, celebrata in omaggio alla religione epidemica: se non hanno mai invaso le piazze per protestare contro la quasi-dittatura in atto, né preteso fin dall’estate 2020 le misure sanitarie adeguate, invocate da centinaia di medici, significa che rispondono a poteri superiori, a sollecitazioni e consigli, magari ad oscuri avvertimenti come quelli che persuasero Boris Johnson, l’uomo che voleva evitare il lockdown puntando all’immunità naturale, senza neppure il poco rassicurante doping dei “vaccini genici” sperimentali.Nell’ultimo decennio, il superlclan denunciato da Paolo Barnard è assurto agli onori delle cronache con moltissimi nomi: una specie di foto di famiglia, a volte sfocata e a volte meno, che include cenacoli del grande business, poteri finanziari e massonerie, cluster industriali, cupole omertose, caste sacerdotali, dinastie e fantomatiche organizzazioni-ombra. Spesso il cosiddetto complottismo si rassegna a rincorrere spettri, perdendo di vista il complotto (meglio, il progetto) che ormai è sotto gli occhi di tutti, dentro una globalizzazione policentrica e smisuratamente ingovernabile se non in modo sommario e anche feroce. Un caos epocale, dal quale emerge l’Antico Ordine Mondiale delle dominazioni pure, a cui sembra opporsi – in modo non sempre leggibile – un rilevante segmento della leadership di ieri, in precario equilibrio tra compromesso e battaglia aperta, in ordine al tono da conferire al Grande Reset che nel frattempo avanza in modo inesorabile, sia pure a geometria variabile nelle sue infinite declinazioni tecnocratiche e geopolitiche.Mentre lo stupidario nazionale italiota procede imperterrito il suo show affollato di tamponi e indici Rt, terribili “varianti” alle porte e simpatici banchi a rotelle, i cadaveri politici dei partiti dall’encelalogramma piatto fingono che scorra ancora un po’ di sangue nelle loro vene, ai margini di una trattativa – tra la vita e la morte civile del paese – che viene condotta da sapientissimi mandarini, nell’alto dei cieli in cui (non da oggi) ci si giocano a dadi le percentuali di felicità o di angoscia da elargire o comminare a milioni di persone. L’Antico Ordine Mondiale è quello di cui parla a chiarissime lettere Paolo Rumor nell’esemplare libro “L’altra Europa”, che evoca – da carte riservate – la possibile esistenza di una linea pressoché dinastica, risalente addirittura a 12.000 anni fa, incaricata di governare la zootecnia umana con ogni sorta di espediente strumentale: imperi e regni, teocrazie ierocratiche, dittature e democrazie, ideologie e teologie, fino al recente aggregato euro-atlantico e vaticano.Gli scritti di Rumor – perfettamente consonanti con le recenti acquisizioni della cosiddetta “archeologia non autorizzata”, che parlano di tecnologie avanzatissime in tempi antichi – sembrano invitare a guardare con nuovi occhi alle continue, stranamente inarrestabili rivelazioni ufficiali sull’annosa “questione aliena”, sulla quale le stesse voci dell’establishment hanno smesso di scherzare, di negare l’evidenza. E’ la scala di grandezza, in questo caso, ad appaiare certe presunte leggende alla dimensione planetaria del catastrofico presente, in cui teoricamente si pretende ancora che un piccolo partito, in un minuscolo paese, possa davvero dire la sua in una dimensione letteralmente incommensurabile, in cui tre soli fondi d’investimento, soci l’uno dell’altro (Vanguard, State Street e BlackRock) sono azionisti di qualunque cosa rappresenti il minimo interesse economico, in ogni campo: banche e petrolio, informazione e web, armamenti e trasporti, aerospaziale, alta tecnologia e intelligenza artificiale, edilizia e farmaceutica, grande industria, agroalimentare e grande distribuzione, spettacolo e cultura, telecomunicazioni e ricerca scientifica.L’aspetto tragicomico del made in Italy pandemico è garantito dalla ritualità scadente di un paese sottomesso alla religione del virus, che riesce a irridere la Festa del Lavoro massacrando centinaia di migliaia di piccole aziende, e a dissacrare persino la Festa della Liberazione celebrando il 25 Aprile dei partigiani nei giorni del coprifuoco, in una sorta di squallida farsa, vagamente spettrale, che ricorda le note di Rosamunda inflitte ogni mattina ai prigionieri di Auschwitz. E’ la stessa Italia dei coatti che nella primavera 2020 cantavano Bella Ciao dai balconi, pavesati a festa con lo slogan religioso “andrà tutto bene”. L’altra Italia – quella “bannata” ogni giorno da Facebook e da YouTube – resiste davvero, a modo suo, veicolando informazioni. Ai più scoraggiati, c’è chi propone un pensiero semplice: tanto accanimento contro i dissidenti non può che confermare indirettamente il timore che incutono, nonostante tutto, ai gestori dell’Antico Ordine Mondiale.Non profonderebbero tante energie, fino a trasformare giornali e televisioni in barzellette, se non avessero paura di un possibile, ipotetico risveglio collettivo. Considerate se questo è un uomo: davvero vogliamo continuare a vivere così? E soprattutto: c’è qualcosa che possiamo fare, per cambiare il corso degli eventi, sia pure in un pianeta palesemente dominato dall’alto, come oggi appare vistosamente evidente? C’è qualcosa che dovremmo sapere, e che i dominatori conoscono benissimo? Cosa nasconde, in realtà, l’ossessione nazistoide per il distanziamento interpersonale, imposto per alimentare la diffidenza reciproca e spezzare ogni forma di solidarietà, isolando l’individuo e lasciandolo in compagnia delle sue paure? L’apocalisse in corso (il famoso bicchiere mezzo pieno) porta in regalo la rivelazione di un’enormità patente, indigeribile, e fino a ieri impensabile. A meno che non si fosse letto Paolo Barnard, ovvero la descrizione minuziosa del sadismo di cui è capace, all’occorrenza, l’Antico Ordine Mondiale.(Giorgio Cattaneo, 1° maggio 2021).Chiedetevi come mai la politica fallisce sempre, i partiti fanno cilecca e i leader finiscono per deludere. Oggi la risposta è sulla bocca di tutti quelli che hanno smesso di dormire; ma una decina di anni fa era un giornalista come Paolo Barnard, in solitudine, a proporre la domanda: chi comanda davvero, lassù, al di là dei piccoli esecutori locali, fabbricati in serie con i sondaggi e destinati invariabilmente a sgonfiarsi, dopo aver assolto al piccolo compito che era stato loro assegnato? Da qualche decennio, il copione è invariato: da una parte i paracarri, i pretoriani ufficiali del sommo contabile, e dall’altra gli outsider professionali, con traiettoria pilotata. L’outsider spunta come un fungo e un giorno esplode, viene osteggiato ma poi conquista i suoi spazi, varca la soglia sacra della televisione e infine accede al governo, da cui poi abbandonerà – uno ad uno – tutti i suoi cavalli di battaglia, lasciando senza parole gli elettori che gli avevano dato fiducia nel solito modo, e cioè religiosamente. Sempre così: show must go on, avanti un altro.
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La missione di Draghi e l’inferno dell’ipocrisia pandemica
Ristoranti riaperti ma solo se hanno tavoli all’esterno: per cenare come ai vecchi tempi, come se fossimo in un paese libero, bisognerà attendere un altro mese, fino al 1° giugno. Non solo: permane una “legge di guerra” come l’infame coprifuoco, nell’Italia delle Regioni “colorate”, dove – per passare da un territorio all’altro, se di diverso “colore” – i sudditi dovranno esibire un certificato che dimostri che sono stati vaccinati o che sono appena risultati negativi al tampone. C’è qualcosa di serio, in tutto questo? No: i non-cerebrolesi ormai sanno che i tamponi non sono attendibili, e che i cosiddetti “vaccini Covid” (terapie geniche ancora sperimentali) non garantiscono affatto che il soggetto vaccinato non sia più contagioso. E nonostante questo, il governo ne ha imposto l’inoculo al personale sanitario: violando la Costituzione, oltre che il Codice di Norimberga che vieta i Tso con farmaci non collaudati. E addio diritti umani, dunque. Ma il governo Draghi non doveva dire basta, a tutto questo? Non doveva farla finita, dopo un anno di “arresti domiciliari” imposti da Conte, Speranza, D’Alema e soci, in linea con i compagni di merende del potere cinese?
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La religione del Covid: così la menzogna diventa legge
Primo dogma: il Covid è invincibile, o quasi. Secondo dogma: il Covid è affrontabile solo in ospedale. Terzo: è prevenibile in un solo modo, con il vaccino. Tre falsità elevate a legge, scolpite in tutti i decreti che inchiodano la popolazione alla genuflessione penitenziale, alla condanna perpetua. Non isperate mai veder lo cielo, anime prave: state tutti a distanza, rintanati e muti. A voi penseremo noi, anzi lo stiamo già facendo: santificando il terrore a reti unificate, facendo in modo che arriviate all’ospedale troppo tardi, dopo esser stati abbandonati nelle vostre case in preda all’aggravarsi delle vostre condizioni, e infine sommergendovi di dosi vaccinali presentate come salvifiche, sicure, innocue, efficacissime. “E dacci oggi la nostra paura quotidiana”, recita il mantra della nuova religione: si prega tutti i giorni da oltre un anno, a reti unificate, perché dal male non si venga liberati mai, se non con la vaccinazione universale permanente, da qui all’eternità, inflitta a popolazioni sottomesse, disinformate, confuse e frastornate, ipnotizzate dal grande sortilegio e dai suoi riti untuosi, dai suoi cerimonieri che sembrano imbecilli, sembrano superstiziosi, ma sono solo squallidi bugiardi.La morte lenta procede come da programma, solo con qualche inevitabile variante: una grandiosa sceneggiata planetaria, a cui nessuno – tra quelli che comandano – pare che osi opporsi. Esistono, le cure: e sono normalissime. Dal Covid si guarisce stando a casa, se ben curati, e subito. Perché ricorrere ai vaccini, per una malattia così poco preoccupante, se non viene trascurata? E che vaccini, poi: sperimentali, non testati a sufficienza. Senza le necessarie garanzie: né sulla loro innocuità, né tantomeno sulla loro efficacia. Follia: il governo obbliga i medici a vaccinarsi, pur sapendo che un soggetto – benché vaccinato – può rimanere contagioso. Eppure, la religione da quell’orecchio non ci sente: già prepara i pass vaccinali, onde costringere tutti quanti, prima o poi – con le buone o le cattive, con l’arma del ricatto, con la discriminazione – a subire il cosiddetto inoculo, l’anomala pozione “genica” che, a detta degli stessi fabbricanti, non si può dire ancora quali effetti avrà, sull’organismo, nel medio e lungo termine. Eppure, prendere o lasciare: ti devi vaccinare, se non vuoi essere espulso dalla società, dai cinema, dai treni, dai concerti.«Vi prego, giuratemi che non è vero», direbbe un paziente risvegliatosi dal coma, entrato in letargo nel 2019. «Assicuratemi che è un sogno, un incubo terribile». L’elenco delle nefandezze, l’inventario dell’abominio, sta già riempiendo libri, dossier, scartoffie giudiziarie. L’inenarrabile: dalle autopsie vietate ai corpi inceneriti, dai medici radiati alle voci indipendenti censurate. E in questa insopportabile sozzura, in questa galera a cielo aperto, c’è chi continua a celebrare i riti democratici della politica, come se il regime religioso non esistesse neppure. La Terra è piatta, ripete la nuova teocrazia: non avrete altro dio all’infuori del Covid. E c’è un governo (perché un governo poi c’è sempre) che vara i suoi decreti, disciplina la sceneggiatura del presente e tenta di plasmare un ipotetico futuro. Ai morti parla come se fossero viventi: prefigura loro un avvenire nuovo, persino migliore del passato recente. Nazioni intanto si fiutano tra loro, come se nulla fosse, minacciando guerre: come avveniva prima, quando il pianeta ancora non era entrato nell’ombra cieca dell’impostura terminale, amministrata con sapienza dalla nuova religione sanitaria.Primo dogma: il Covid è invincibile, o quasi. Secondo dogma: il Covid è affrontabile solo in ospedale. Terzo: è prevenibile in un solo modo, con il vaccino. Tre falsità elevate a legge, scolpite in tutti i decreti che inchiodano la popolazione alla genuflessione penitenziale, alla condanna perpetua. Non isperate mai veder lo cielo, anime prave: state tutti a distanza, rintanati e muti. A voi penseremo noi, anzi lo stiamo già facendo: santificando il terrore a reti unificate, facendo in modo che arriviate all’ospedale troppo tardi, dopo esser stati abbandonati nelle vostre case in preda all’aggravarsi delle vostre condizioni, e infine sommergendovi di dosi vaccinali presentate come salvifiche, sicure, innocue, efficacissime. “E dacci oggi la nostra paura quotidiana”, recita il mantra della nuova religione: si prega tutti i giorni da oltre un anno, a reti unificate, perché dal male non si venga liberati mai, se non con la vaccinazione universale permanente, da qui all’eternità, inflitta a popolazioni sottomesse, disinformate, confuse e frastornate, ipnotizzate dal grande sortilegio e dai suoi riti untuosi, dai suoi cerimonieri che sembrano imbecilli, sembrano superstiziosi, ma sono solo squallidi bugiardi.
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Una dittatura è per sempre: nel baratro, grazie al Covid
Ogni giorno ci dicono che l’emergenza finirà domani, e invece questa emergenza non passa mai. Trascorso un anno, l’eccezione è diventata la nuova normalità, costringendo di fatto i cittadini a vivere dentro una dittatura sostanziale, mascherata da emergenza sanitaria. Il passaggio da Conte a Draghi, con l’ingresso nel governo della Lega, non ha cambiato di una virgola la situazione, aumentando soltanto il tasso di ipocrisia (già elevatissimo) che contraddistingue la nostra classe dirigente. L’ultimo decreto di Draghi, quello che dovrebbe consentire alla gente di tornare a respirare a partire dal 26 aprile, si muove in teoria nel solco di una continuità che mina la serenità mentale dei cittadini, quotidianamente ossessionati dal variare del colore delle Regioni e da una tambureggiante campagna mediatica di stampo terroristico, che va avanti senza soluzione di continuità.Misure come il coprifuoco (confermate, sembra, anche per il futuro), denotano – al di là di ogni ragionevole dubbio – il desiderio del governo Draghi, diretta emanazione di quei poteri che cavalcano il Covid per realizzare un nuovo ordine globale, di imporre un regime che utilizza le paure per comprimere le libertà, grazie soprattutto al sostegno complice di presunti esperti da salotto, che ipnotizzano masse rese opportunamente isteriche e insicure. Come in ogni dittatura che si rispetti, i pochi che ancora resistono vengono diffamati con regolarità e bollati quali inguaribili complottisti, dai soliti menestrelli al servizio dei padroni. Chi è le del mestiere le riconosce, queste tecniche: imprimere nella mente del cittadino la convinzione che la nuova normalità è questa. Si vede, la mano di uno stregone malvagio: non credo sia più peregrina, l’idea che si sia sedimentato un nuovo regime.Tra le misure più indegne, tra quelle immaginate dal governo per consentire aperture parziali, spicca quella che prevede l’utilizzo di un pass sanitario indispensabile, per spostarsi da una regione all’altra a seconda dei “colori”, necessario cioè per quelle “rosse” o “arancioni”. Questo pass dovrebbe essere rilasciato ai fortunati in grado di essere guariti dal Covid da almemo sei mesi, ai vaccinati e a quelli in possesso di tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. A breve, questo sistema potrebbe essere adottato da tutti i paesi dell’Unione Europea. Il livello di discriminazione raggiunto in danno di chi non intende vaccinarsi ha superato la soglia di guardia, nel silenzio incredibile di tutte le istituzioni di controllo, che dovrebbero in teoria vigilare sul rispetto di una Costituzione quotidianamente vilipesa e umiliata da un governo che ha accentrato tutti i poteri. Immaginare di riconoscere il diritto di muoversi liberamente solo a una ristretta élite di selezionati è qualcosa di così grave da non sembrare neppure vera.(Francesco Toscano, dichiarazioni rilasciate nella diretta “Una dittatura è per sempre”, su “Visione Tv” il 20 aprile 2021).Ogni giorno ci dicono che l’emergenza finirà domani, e invece questa emergenza non passa mai. Trascorso un anno, l’eccezione è diventata la nuova normalità, costringendo di fatto i cittadini a vivere dentro una dittatura sostanziale, mascherata da emergenza sanitaria. Il passaggio da Conte a Draghi, con l’ingresso nel governo della Lega, non ha cambiato di una virgola la situazione, aumentando soltanto il tasso di ipocrisia (già elevatissimo) che contraddistingue la nostra classe dirigente. L’ultimo decreto di Draghi, quello che dovrebbe consentire alla gente di tornare a respirare a partire dal 26 aprile, si muove in teoria nel solco di una continuità che mina la serenità mentale dei cittadini, quotidianamente ossessionati dal variare del colore delle Regioni e da una tambureggiante campagna mediatica di stampo terroristico, che va avanti senza soluzione di continuità.
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Covid: basta ritardare le cure, ed ecco la strage di Stato
Primo, non curare: evitare di somministrare farmaci appropriati, in modo tempestivo, a chi manifesta le avvisaglie del Covid. I sintomi sono chiari, dicono i medici: ed è possibile intervenire con successo, fermando sul nascere l’esplosione della malattia, attraverso il ricorso a medicinali opportuni, diversi per ogni singola fase della patologia. Lo spiegano bene i dottori, volontari, che – per colmare il vuoto devastante lasciato delle autorità sanitarie – si sono raccolti in associazioni come “Ippocrate”, che assistono le persone colpite dalla sindrome Covid: fondamentali, dicono, sono le cure precoci. Terapie domiciliari: letteralmente risolutive. Ormai a confermarlo sono le statistiche: in un anno, un medico romano come il dottor Mariano Amici ha curato a guarito il 100% del suoi pazienti (non meno di 2.000) senza doverne far ricoverare nemmeno uno. Che fine farebbe, l’emergenza pandemica, se l’Italia si decidesse finalmente a dotarsi di un protocollo nazionale per le cure domestiche? Che senso avrebbero le zone rosse, e la stessa corsa alla vaccinazione?Visto da questa angolazione, il dibattito sui vaccini (efficaci o meno, innocui o rischiosi, obbligatori o facoltativi) perde completamente di senso: se il Covid diventa una specie di super-influenza affrontabile da casa, sotto controllo medico e con l’impiego di farmaci assolutamente ordinari e collaudati, che senso ha vaccinarsi? E perché imporre ancora la sciagura nazionale del distanziamento (sciagura economica, sociale, psicologica e sanitaria) se dal Covid si può uscire con antinfiammatori, cortisonici e altri medicinali, evitando tranquillamente il ricovero in ospedale? La tragedia è proprio questa: a far esplodere il terrore generale, con l’aiuto dei grandi media, è stato lo stress inflitto alle strutture ospedaliere, letteralmente prese d’assalto da malati ormai in gravi condizioni, molti addirittura in pericolo di vita, essendo stati abbandonati per giorni nelle loro case, senza cure. L’indicazione sanitaria nazionale, infatti, parla ancora di “Tachipirina e vigile attesa”. Vigile attesa di cosa? Del fatale peggioramento: che costringerà il malato a essere ricoverato fuori tempo massimo, quando ormai nemmeno l’ospedale in alcuni casi potrà più salvarlo.Questa è la storia, infame, dell’emergenza Covid. I gestori politici della sanità continuano a ripetere che la Terra è piatta: non esistono cure, se non in ospedale (quando ormai è tardi), e non esistono misure di prevenzione che non siano il vaccino. Secondo le cifre ufficiali, questa tragica sceneggiata basata sull’impostura è già costata oltre centomila morti. Se il governo Conte ha avviato con zelo straordinario la procedura del terrore, il governo Draghi non accenna a interromperla. Certo, nel frattempo emergono le imprese dei “compagni di merende” che spegnevano le voci di dissenso e zittivano i funzionari onesti, pronti a denunciare l’assenza di un piano pandemico aggiornato (che avrebbe limitato il caos e, probabilmente, i morti). Ma il ministro della sanità – l’atroce Roberto Speranza – dopo un anno è ancora al suo posto: pronto a rinchiudere 60 milioni di italiani, per una malattia che ormai i medici hanno capito che è curabilissima da casa, rendendo irrilevante la vaccinazione. Strage di Stato, la chiamano Pasquale Bacco e Angelo Giorgianni: per quanto ancora verrà tenuta in piedi, questa farsa sanguinosa?Primo, non curare: evitare di somministrare farmaci appropriati, in modo tempestivo, a chi manifesta le avvisaglie del Covid. I sintomi sono chiari, dicono i medici: ed è possibile intervenire con successo, fermando sul nascere l’esplosione della malattia, attraverso il ricorso a medicinali opportuni, diversi per ogni singola fase della patologia. Lo spiegano bene i dottori, volontari, che – per colmare il vuoto devastante lasciato delle autorità sanitarie – si sono raccolti in associazioni come “Ippocrate”, che assistono le persone colpite dalla sindrome Covid: fondamentali, dicono, sono le cure precoci. Terapie domiciliari: letteralmente risolutive. Ormai a confermarlo sono le statistiche: in un anno, un medico romano come il dottor Mariano Amici ha curato a guarito il 100% del suoi pazienti (non meno di 2.000) senza doverne far ricoverare nemmeno uno. Che fine farebbe, l’emergenza pandemica, se l’Italia si decidesse finalmente a dotarsi di un protocollo nazionale per le cure domestiche? Che senso avrebbero le zone rosse, e la stessa corsa alla vaccinazione?
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Meluzzi: guerra mondiale, l’élite gnostica spegne l’umano
C’è una grande, potentissima élite intellettuale, che nasce intorno a un mondo a cavallo tra il ‘500 e il ‘600: nell’Inghilterra elisabettiana, nella Germania dei Rosacroce, nella Francia del pre-Illuminismo. Un’élite fondamentalmente gnostica, che pensa ci sia un sapere elitario che renda alcuni uomini “più uomini degli altri”, più liberi degli altri, e degni (per ragioni sapienziali, scientifiche o pseudo-scientifiche) di governare il mondo. Come i libri di storia ci insegnano, dall’Encyclopédie francese alla Rivoluzione Americana (passando anche per la massoneria e la rivoluzione scientifica), questa élite da luogo a quelle che io chiamo le quattro grandi rivoluzioni. La Rivoluzione Francese distrugge la classe dirigente di prima, composta da clero e aristocrazia, e dà luogo a un dominio del mondo della borghesia produttiva e capitalistica: e questo in America si accentua ancora di più.Poi c’è una seconda rivoluzione – quella industriale, ben analizzata da Marx – che si realizza soprattutto in Inghilterra, ma anche nell’Europa continentale, e distrugge la società contadina. Poi c’è una terza rivoluzione, che si compie immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, e attraverso la cultura della “società dell’Acquario”, del Sessantotto, della liberazione sessuale, distrugge la famiglia. E adesso siamo entrati nella quarta rivoluzione: quella che deve “algoritmizzare”, robotizzare, separare gli esseri umani attraverso una dimensione di distanziamento fisico e sociale. Deve distruggere le dimensioni della differenza tra i sessi, tra i popoli e le culture, le etnie, le religioni. E darci un unico uomo-monade, isolato come un atomo, collegato a un computer, “algoritmizzato” e “datizzato”, e proprio per questa ragione – in un mondo globalizzato – molto più facilmente governabile fa questa stessa élite gnostica che governa il mondo da molto tempo.E’ un’élite che in parte conosco, e di cui forse posso anche apprezzare alcuni aspetti. Naturalmente, mi fa orrore pensare che ci siano alcuni che negano agli altri la conoscenza della realtà, e che pensano che – se questo accadesse, nella democrazia – ci sarebbe un caos irrimediabile. Quindi adesso ci dev’essere il Great Reset, ci devono essere le cose che sono state dette a Davos, quelle presenti nella cosiddetta “Agenda 2030″, che prevedono la distruzione della proprietà privata, l’annilichilazione della famiglia tradizionale, l’algoritmizzazione dell’uomo, e questa classe – gnostica – che governa più facilmente la riduzione dei consumi, a partire da quello dell’energia, la cosiddetta “rivoluzione verde”, la denatalità (vera ossessione del malthusianesimo espresso dal Club di Roma). E ci arriveranno: basta vedere quest’anno quanto sono diminuite le nascite, in Italia e in Europa. Avranno ragione? Avranno torto? Saranno gli ecologisti di domani?Questi gnostici ci porteranno alla felicità, in un pianeta non più abitato da 6-7 miliardi di esseri umani ma, come dicono loro, da non più di un miliardo e mezzo? Staremo a vedere. Certamente, non possiamo fingere che tutto questo non sia in atto. E non possiamo fingere che tutto questo non si traduca in fatti economico-politici. E non possiamo pensare che quelli che in questo momento governano il mondo (e l’Italia, da Draghi in giù) non siano legati a questi poteri internazionali: se non lo fossero, semplicemente, non sarebbero lì. Chiunque tenti di discostarsi da questa linea è destinato all’annichilazione, o al tentativo di annichilazione. A costo di apparire troppo apocalittico, vorrei ricordare a tutti che ormai vengono annunciati i venti di una Terza Guerra Mondiale che, come Soros ha detto, deve partire dall’Ucraina. E ci stiamo avvicinando a questo, credetemi: le navi americane stanno entrando nel Mar Nero.Putin è sicuramente un ostacolo, a questi disegni, per il semplice fatto in una nazione ortodossa, che non vuole farsi calpestare. In qualche modo è un ostacolo persino Erdogan. La sconfitta di Trump negli Stati Uniti ha aperto le porte a un demone infinito, che è il mondo “dem”, “radical” e politically correct americano, che è pronto a schierare i missili per affermare la cultura gender. Non possiamo fingere che questa élite gnostica non stia governando il nostro mondo. La Cina ha già fatto patti stretti, con questa élite gnostico-globalista, mentre la Russia no. Il mondo islamico? E’ spezzato in almeno tre tronconi: uno è rappresentato dal “sultano” turco, un altro dal mondo arabo (quello che piace tanto a Renzi) e un terzo dal mondo iraniano. Poi c’è il resto del terzo mondo: l’Africa, ormai largamente comprata dai cinesi, e l’America Latina tributaria degli Usa. L’Europa è un vaso di coccio tra vasi di ferro, destinato in qualche misura a essere smembrato.Anche le attuali politiche economico-sanitarie vanno in questa direzione. Ma ripeto: la distruzione della proprietà privata, del ceto medio, della piccola economia degli artigiani e dei professionisti è ben programmata. Non si dovrà più andare a cena nella trattoria sotto casa, ma al fast food di un catena multinazionale. Il caffè non lo si prenderù più al bar sotto casa, ma in uno Starbucks di una catena internazionale. I bagnini non dovranno più fare i bagnini, ma dovrà esserci la direttiva Bolkenstein che svende le spiagge attraverso gare internazionali. Cioè: il potere dev’essere accentrato, dall’élite gnostica. Quindi non si può permettere che i bambini vedano altri bambini, devono stare a casa. Non si può permettere che l’artigiano tiri su la saracinesca. Non si può permettere che ognuno sia padrone di casa sua, perché la casa dovrà essere gestita “a uso”, con un reddito stabilito da un computer, in maniera tale che nessuno sia libero di fare quello che vuole.Questo è lo scenario che hanno in mente. Può darsi che sia uno scenario bellissimo. Hanno fatto uno spot, “Agenda 2030″, in cui una povera ragazza (danese, credo) dice: «Non posseggo più niente e non ho più la privacy, ma non sono mai stata così felice». Come dire: è già iniziata una campagna di preparazione, rispetto a questo disegno. Se noi non capiamo che l’obiettivo è questo, non potremo neanche provare a difenderci. Oppure, se ci piace, teniamocelo. Basta leggere quello che disse Schäuble al Forum di Davos, l’anno scorso, per capire che queste cose sono scritte su libri, non su semplici documenti: e fa impressione che non si voglia neppure provare a leggerli. Sia chiaro: quello che deciderà Draghi lo hanno già deciso a Davos. Il ministro leghista Giorgetti lo capisce, questo, o fa parte anche lui dello stesso giro? E’ funzionale anche lui a questo disegno? E Giorgia Meloni? Anche lei è funzionale al piano? E lo stesso Salvini? Voglio saperlo, dovendo scegliere chi votare. E’ difficile scostarsi dalla logica conformistica del potere.Le cose che racconto, credetemi, espongono a rischi inimmaginabili. Di vaccini non posso più parlare, perché temo di essere radiato dall’Ordine dei Medici (e ho ancora bisogno di lavorare, come medico). Se l’avete notato, in televisione non mi invitano più. Succede anche, per esempio, a Diego Fusaro. La linea, ormai, è di farci passare per pazzi. E adesso, preparatevi ai container: gli 8.000 container, per ogni regione, riservate ai dissenzienti (altra cosa che è sotto gli occhi di tutti: allestire campi profughi per chissà quale catastrofe; campi esattamente come quelli preparati in Canada e in Cina, e che probabilmente dovrebbero servire a isolare i contagi: l’idea che si stiano preparando campi di concentramento, in Italia, la trovo una prospettiva terrorizzante, e la cosa peggiore è che nessuno ne parli). La stessa Chiesa è governata dai gesuiti bergogliani, e quindi il mondo cattolico è azzerato. Io però confido nella fede, e anche in quella parte buona e santa di quel popolo eletto d’Israele, che nei “tempi ultimi” avrà un ruolo molto importante. La salvezza verrà dai giudei: quelli che invece hanno scelto il potere – la finta scienza, la finta sapienza, la finta gnosi, l’Arbatax e la potenza di Lucifero – saranno sprofondati, mi auguro, nelle fiamme del nulla.(Alessandro Meluzzi, dichiarazioni rilasciate a Roberto Maggi a “Radio Padania Libera” l’11 aprile 2021).C’è una grande, potentissima élite intellettuale, che nasce intorno a un mondo a cavallo tra il ‘500 e il ‘600: nell’Inghilterra elisabettiana, nella Germania dei Rosacroce, nella Francia del pre-Illuminismo. Un’élite fondamentalmente gnostica, che pensa ci sia un sapere elitario che renda alcuni uomini “più uomini degli altri”, più liberi degli altri, e degni (per ragioni sapienziali, scientifiche o pseudo-scientifiche) di governare il mondo. Come i libri di storia ci insegnano, dall’Encyclopédie francese alla Rivoluzione Americana (passando anche per la massoneria e la rivoluzione scientifica), questa élite dà luogo a quelle che io chiamo le quattro grandi rivoluzioni. La Rivoluzione Francese distrugge la classe dirigente di prima, composta da clero e aristocrazia, e dà luogo a un dominio del mondo della borghesia produttiva e capitalistica: e questo in America si accentua ancora di più.
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Hanno spento ByoBlu: oscurato mezzo milione di italiani
Mezzo milione di lettori? Possono solo sognarseli, oggi, i grandi quotidiani: anche se occupano militarmente la televisione a reti unificate, coi loro giornalisti ospiti degli info-talk 24 ore su 24. Giornalisti scambiati per esperti e intervistati da colleghi, a chiudere il cerchio di un cortocircuito informativo, basato su una regola d’oro: non infrangere mai il dogma della verità ufficiale, quella ammissibile. Lo disse apertamente l’allora neo-direttore della “Stampa”, Massimo Giannini, a proposito della tempesta Covid: per ragioni di sicurezza è giusto perderla, una quota di libertà. Ed è esattamente per questo – la rinuncia collettiva a dire le cose come stanno – che il maggior video-blog italiano, “ByoBlu”, dall’inizio della crisi pandemica ha visto letteralmente esplodere i suoi numeri: tutti italiani ansiosi di avere informazioni finalmente attendibili, sull’emergenza in corso. Numeri enormi: 525.000 iscritti, che hanno garantito oltre 200 milioni di visualizzazioni ai duemila video pubblicati, nel corso di ormai 14 anni. Troppa gente, troppe spiegazioni: per questo, Google ha deciso di chiudere il canale YouTube di “ByoBlu”, il mezzo di informazione indipendente più seguito dagli italiani.In pratica, uno schiaffo a mezzo milione di cittadini. Un atto d’imperio che ricorda lo stile di governo dell’alto medioevo: il sovrano punisce chi vuole, senza legge e senza processo. Su “Visione Tv”, Enzo Pennetta sintetizza: ecco che cosa sono, davvero, questi nostri social. Servono a monitorare il dissenso, scoprendo l’identità di chi veicola informazioni scomode. A una condizione: che quella platea non cresca troppo, perché allora finisce per costituire una massa critica che può dare veramente fastidio. I conti sono presto fatti: oggi, da soli, gli iscritti di “ByoBlu” equivalgono alla somma dei lettori di tutti i quotidiani italiani, messi assieme. E quindi: muoia, Claudio Messora. Venga strangolato in silenzio, il suo newsmagazine, anche se nel frattempo è diventato una regolare testata giornalistica, con un direttore responsabile in grado di rispondere, per legge, di qualsiasi eventuale reato. Che equivoco: la legge – come nel far west – è ormai Big Tech a dettarla, scavalcando lo Stato nonostante l’oceanica elusione fiscale (enormi introiti pubblicitari intascati, a fronte di una tassazione letteralmente ridicola).Già, lo Stato: dov’è finito? Non avrebbe il diritto-dovere di esercitare almeno un’ombra di sovranità, tutelando le libertà fondamentali garantite dalla Costituzione? E’ informato, Mario Draghi, dello scempio condotto ai danni di mezzo milione di cittadini? Perché certo, la prima vittima della implacabile, medievale “ghigliottina” di YouTube è Messora, il fondatore di “ByoBlu”, insieme alla sua giovane redazione; ma le vere vittime sono i 525.000 italiani che, dal 30 marzo 2021, non potranno più informarsi attraverso la fonte in cui riponevano fiducia. In un solo istante, scrive Messora in un messaggio, sono stati rimossi 14 anni di contenuti, tra i quali molti di altissimo livello, realizzati insieme a magistrati, presidenti della Corte Costituzionale, intellettuali, filosofi, economisti, politici, avvocati, scienziati. Messora definisce l’operato di ByoBlu «una fotografia cangiante delle trasformazioni che si sono avvicendate nella società da 14 anni a questa parte, viste con gli occhi dei cittadini e non con quelli dei media», spesso reticenti e sempre docilissimi con il potere.Scandaloso, anche in questo caso, il silenzio di un organo come l’obsoleto, anacronistico Ordine dei Giornalisti, residuato storico corporativo risalente all’epoca fascista (un organismo che ormai esiste solo in Italia). Scandaloso il silenzio dei grandi media: zitti, di fronte al massacro della libertà d’informazione, anche quando il governo di Giuseppe Conte fece istituire a Palazzo Chigi (sotto la guida di Andrea Martella, Pd) una orwelliana “task force contro le fake news”, cioè una commissione in grado di “depurare” il web da qualsiasi notizia scomoda, per il nuovo regime psico-terroristico di stampo sanitario. Scandaloso, a maggior ragione, lo stesso silenzio dei 5 Stelle, di cui Messora era stato portavoce parlamentare: e proprio sul web (il blog di Grillo) era nato, letteralmente, il movimento che si era candidato a mettere fine agli abusi della “casta” autoreferenziale di un potere politico stagnante, sottomesso al vero potere, che è economico-finanziario. L’abuso contro “ByoBlu” (e il mezzo milione di italiani che lo seguivano) è incommentabile: un atto barbarico, degno dei fasti dell’Inquisizione, sinistro come un monito minaccioso verso qualsiasi altra voce libera. Chiaro il messaggio: se superate una certa soglia di audience, il vostro destino è già scritto.In che girone infernale siamo finiti? Sul tema, la più celebre delle Cassandre italiane – Giulietto Chiesa – aveva condotto battaglie profetiche: ci faranno a pezzi, ripeteva, se non ci doteremo di mezzi di autodifesa, a livello di informazione, visto che il mainstream ha spento il radar, smettendo di raccontare quel che succede davvero. Caccerei dalle redazioni 9 giornalisti su 10, ha detto un cavallo di razza come Seymour Hersh, vincitore del Premio Pulitzer, all’epoca in cui il giornalismo esisteva ancora. Oggi siamo nel pianeta in cui Twitter “spegne” il presidente degli Stati Uniti (Donald Trump, quand’era ancora in carica), esibendo la sua onnipotenza impunita, che sta al di sopra di qualsiasi diritto. E’ un potere sfrontato, quello della menzogna: e si avvale della piena complicità di milioni di cretini, politicamente decerebrati, che semplicemente non capiscono che le vere vittime sono loro. Oggi tocca a Messora, ma domani toccherà a chiunque altro proverà a dire la verità proprio ai neo-sudditi “mascherati” che si piegano a qualsiasi diktat, ignari della sorte che li attende.L’ultima sfida di Messora – riparare sul digitale terrestre, acquistando un canale televisivo per mettersi al riparo della censura – è insieme titanica e perdente. Eroica, per l’impegno economico e la mobilitazione popolare che presuppone: possibile che “ByoBlu” riesca nell’impresa, se il suo mezzo milione di italiani darà una mano, offrendo un obolo di anche solo un euro a testa. Al tempo stesso, la “fuga” nella televisione classica (cioè nell’informazione unilaterale, monodimensionale, senza più le interazioni delle chat) rappresenta una clamorosa sconfitta: la rivelazione della reale identità del sistema web per come è oggi, interamente dominato dai grandi gruppi che – attraverso la globalizzazione mercantilista – hanno schiacciato le economie locali e plasmato, anche con l’aiuto del panico da virus, la nuova antropologia post-umana delle cavie da laboratorio, terrorizzate e distanziate, condannate a rassegnarsi a discutibili trattamenti sanitari obbligatori e alle strettoie quotidiane di una non-vita che fa tanto comodo ai padroni del discorso.Massimo Mazzucco, altro pioniere italiano dell’informazione libera, ragiona in questi termini: la platea del dissenso che si esprime sul web era letteralmente irrisoria, qualche anno fa. Oggi, invece – pur restando minoritaria – è diventata una maxi-nicchia in forte crescita: in un certo senso, i colpi di mannaia della censura (che prima non c’erano) oltre che “medaglie al valore” rappresentano un successo: dimostrano che l’informazione – quella vera – riesce a disturbare il sistema dominante. E’ un fatto: milioni di cittadini, finalmente, dispongono di conoscenze preziose, offerte in tempo reale dalla rete indipendente, che dà la parola a voci autorevoli e ormai escluse dal mainstream. Manca il punto di approdo (una piattaforma politica, in grado di rappresentare certe istanze) e manca anche una piattaforma informativa unificata, che possa fungere da moltiplicatore, incrementando l’impatto della diffusione di verità autentiche. Certo, il bavaglio a “ByoBlu” è una cannonata contro l’ammiraglia italiana della libertà di informazione. E’ il segno che la “guerra” non è più fatta solo di minacce (sospensioni, demonetizzazioni), ma ormai usa le maniere forti, il metodo antico della sopraffazione più plateale.E’ qualcosa di estremamente pericoloso, e al tempo stesso ambivalente: il potere oggi ha paura, persino di “ByoBlu”? E’ un potere così fragile, quello mediatico, se non sa più tollerare nemmeno la presenza di una semplice voce dissonante? C’è un che di apocalittico, negli sviluppi dell’attualità mondiale, a partire dalla sordida congiura del silenzio che ha coperto le sconcertanti manomissioni del risultato elettorale americano. Falsità a catena, a cascata, anche nella psico-narrazione del mostro epidemico che si è letteralmente impossessato del pianeta: uno spettro utilizzato come clava per imporre il cambiamento epocale delle abitudini delle persone, ancora ignare – in maggioranza – della vera posta in gioco. Diceva Giulietto Chiesa: senza informazione, non ci può essere nemmeno democrazia. Cosa aspettarsi, di buono, se la gente non sa quello che sta succedendo, davvero, perché i media hanno smesso di raccontarlo? Che fine abbia fatto, la democrazia, lo spiega il burocratese dei Dpcm. Al resto provvedono gli algoritmi di Google e Twitter, le censure di Facebook, gli oscuramenti medievali imposti da YouTube. E siamo solo all’inizio, a quanto pare. Se non altro, il re è nudo: il nemico si è dichiarato. E’ in guerra, contro di noi.(Giorgio Cattaneo, “YouTube spegne ByoBlu: oscurato mezzo milione di italiani”, dal blog del Movimento Roosevelt del 31 marzo 2021).Mezzo milione di lettori? Possono solo sognarseli, oggi, i grandi quotidiani: anche se occupano militarmente la televisione a reti unificate, coi loro giornalisti ospiti degli info-talk 24 ore su 24. Giornalisti scambiati per esperti e intervistati da colleghi, a chiudere il cerchio di un cortocircuito informativo, basato su una regola d’oro: non infrangere mai il dogma della verità ufficiale, quella ammissibile. Lo disse apertamente l’allora neo-direttore della “Stampa”, Massimo Giannini, a proposito della tempesta Covid: per ragioni di sicurezza è giusto perderla, una quota di libertà. Ed è esattamente per questo – la rinuncia collettiva a dire le cose come stanno – che il maggior video-blog italiano, “ByoBlu”, dall’inizio della crisi pandemica ha visto letteralmente esplodere i suoi numeri: tutti italiani ansiosi di avere informazioni finalmente attendibili, sull’emergenza in corso. Numeri enormi: 525.000 iscritti, che hanno garantito oltre 200 milioni di visualizzazioni ai duemila video pubblicati, nel corso di ormai 14 anni. Troppa gente, troppe spiegazioni: per questo, Google ha deciso di chiudere il canale YouTube di “ByoBlu”, il mezzo di informazione indipendente più seguito dagli italiani.
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Lockdown, medioevo nel 2021: i terrapiattisti del Covid
Uscire dal medioevo: lo chiedeva (in modo “gridato”) un giornalista come Paolo Barnard, co-fondatore di “Report”, almeno dieci anni fa. Nel saggio “Il più grande crimine”, denunciava il carattere neo-feudale dell’élite eurocratica ordoliberista, capace di coniugare neoliberismo economico e autoritarismo politico-sociale nell’adesione fanatica al dogma mercantilista dell’economia “neoclassica”, tra i fantasmi settecenteschi di David Ricardo (prima produco, poi risparmio: senza possibilità di investire a monte, scommettendo sull’economia), come se il denaro fosse ancora un bene materiale e limitato, paragonabile alle materie prime e ai prodotti agricoli come il grano. Al centro della polemica innescata da Barnard campeggiava la grande menzogna sulla “scarsità di moneta”, utilizzata (ormai in tempi di valuta “fiat”, virtualmente illimitata e a costo zero) da un oligopolio privatistico, pronto a imporre l’austerity per ottenere la più grande retrocessione sociale di massa della storia moderna: il debito pubblico come colpa e come handicap, non più interpretato in modo keynesiano come leva strategica destinata a produrre benessere diffuso attraverso investimenti lungimiranti.
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Covid, svolta: Piemonte, protocollo per guarire da casa
Il Piemonte rompe gli schemi: dal Covid si può guarire a casa, senza essere ricoverati. Prima in Italia, la Regione guidata da Alberto Cirio ha modificato il protocollo per la presa in carico a domicilio dei pazienti Covid: ora verrà effettuata dai medici di famiglia con l’appoggio delle Usca, speciali unità sanitarie territoriali. «Una svolta che, secondo diversi esperti, rappresenta il primo, imprescindibile passo verso il contrasto dell’emergenza sanitaria», sottolinea “Qui Finanza”. «A cambiare infatti è proprio il paradigma: non è più immaginabile (come non lo è mai stato: ci è voluto un anno, per arrivarci) che la malattia da Covid-19 venga affrontata nei reparti ospedalieri. Per chi arriva in ospedale spesso è troppo tardi. Il coronavirus va combattuto e gestito sin da subito a casa, all’insorgere dei primissimi sintomi: questa la strada». Stop quindi a Tachipirina e “vigile attesa”. Lo scorso dicembre, l’Aifa aveva pubblicato un documento nel quale raccomandava proprio il semplice paracetamolo per i pazienti Covid “lievi”, ancora a casa: spesso, significa lasciare che il malato si aggravi.A questa decisione, ricorda “Qui Finanza”, si è opposto il “Comitato Cura Domiciliare Covid-19” guidato da Erich Grimaldi e Valentina Piraino, entrambi avvocati, che hanno presentato istanza cautelare – vincendola – contro il ministero della salute e l’Aifa, per la libertà di scelta sui farmaci da adottare nella terapia. «Il Tar ha dunque dato ragione al gruppo di medici “dissidenti”, aprendo un vero e proprio squarcio, anche concettuale, sulle terapie domiciliari». Ora il Piemonte raccoglie questo prezioso testimone e va oltre. «Siamo convinti, perché lo abbiamo riscontrato sul campo fin dalla prima ondata, che in molti casi il virus si possa combattere molto efficacemente curando i pazienti a casa», spiega l’assessore regionale alla sanità, il leghista Luigi Icardi. «Non vuol dire limitarsi a prescrivere paracetamolo per telefono e restare in “vigile attesa”» (del peggioramento), ma «prendere in carico i pazienti a domicilio». Finalmente.L’obiettivo è chiaro: affrontare il Covid prima che il paziente possa aggravarsi, se lasciato senza cure, e al tempo stesso evitare che i ricoveri e le degenze prolungate (oltre l’effettiva necessità clinica dei pazienti che possono essere curati a domicilio) determinino una consistente occupazione di posti letto e l’impossibilità di erogare assistenza a chi si trova in condizioni più gravi e con altre patologie di maggiore complessità. Ed ecco allora la “rivoluzione” introdotta dal Piemonte: accanto a eparina, steroidi e antibiotici, la Regione guidata da Alberto Cirio introduce per la prima volta in Italia la vitamina D, insieme ai farmaci antinfiammatori non steroidei e all’idrossiclorochina. «Quest’ultima, dopo che il Consiglio di Stato ne ha consentito la prescrizione sotto precisa responsabilità e dietro stretto controllo del medico», precisa sempre “Qui Finanza”. «In più, come delineato da Icardi, si prevede la possibilità di attivare “ambulatori Usca” per gli accertamenti diagnostici altrimenti non eseguibili o difficilmente eseguibili al domicilio, ottimizzando così le risorse professionali e materiali disponibili».Questi ambulatori «sono pensati per consentire il controllo dei pazienti a cadenza regolare e offrire prestazioni adeguate per una diagnosi e una gestione più appropriata della malattia». In questi luoghi «si potranno eseguire visite mediche, prelievi di sangue, consegne e ritiro urine per esame completo», ma anche «monitoraggi della saturazione ed eventuale emogasanalisi, elettrocardiogrammi, ecografie toraciche, tamponi naso-faringei per test molecolari e antigenici, attivazioni di percorsi preferenziali con invio diretto in radiologia per eseguire radiografie e Tac al torace». Alle Usca è previsto anche l’affiancamento di un servizio psicologico, svolto da remoto, utilizzando le postazioni di telemedicina attivate in sede distrettuale e costituito da colloqui in videochiamata con il paziente e il nucleo familiare.Si tratta di una vera e propria rivoluzione, virtualmente contagiosa: non a caso, la Lombardia ha richiesto contatti con il Piemonte per valutare anche sul suo territorio l’estensione del protocollo domiciliare. Tra i protagonisti della svolta si segnala il professor Pietro Luigi Garavelli, infettivologo e primario all’Ospedale Maggiore di Novara, tra i primi in Italia a segnalare l’efficacia delle cure precoci, da prescrivere nelle prime fasi della malattia. Obiettivo: intervenire in modo tempestivo, scongiurando l’aggravarsi del paziente. Conseguenze: elevate possibilità di guarigione, nella maggior parte dei casi, evitando il ricovero. Tradotto: significa tagliare in modo drastico i numeri dell’emergenza, eliminando il preoccupante affollamento dei reparti ospedalieri. Uno “spettacolo” prolungatosi per un anno intero, in cui i malati sono stati “dimenticati” a casa per giorni, senza terapie, lasciando che loro condizioni si aggravassero. Spesso, infatti, gli insuccessi ospedalieri sono dipesi dal ritardo nelle terapie: malati ricoverati quando ormai le loro condizioni erano seriamente compromesse. Scandalosa, in questo, la latitanza delle autorità sanitarie nazionali.Colpisce, nel caso piemontese, anche il ricorso alla vitamina D, raccomandato già un anno fa dai migliori medici, spesso sbeffeggiati dai virologi “televisivi”. «A inizio pandemia proprio l’Accademia di Medicina di Torino aveva istituito un gruppo di lavoro, coordinato dal presidente Giancarlo Isaia, professore di geriatria, e da Antonio D’Avolio, professore di farmacologia all’università di Torino, composto da 61 medici di diverse città italiane con l’intento di fornire un contributo e un supporto scientifico alle istituzioni». Già mesi fa, scrive “Qui Finanza”, il gruppo aveva elaborato un documento inviato alle autorità sanitarie nazionali e regionali «ma per lo più inascoltato», che riporta «le più recenti e convincenti evidenze scientifiche sugli effetti positivi della vitamina D, sia nella prevenzione che nelle complicanze del coronavirus». Della vitamina D, infatti, «sono noti da tempo gli effetti sulla risposta immunitaria, sia innata che adattiva». Oggi è possibile reperire su “PubMed” almeno 300 lavori, editi nel 2020, che trattano il legame tra Covid-19 e vitamina D, che hanno confermato «la presenza di ipovitaminosi D nella maggioranza dei pazienti affetti da Covid, soprattutto se in forma severa, e di una più elevata mortalità ad essa associata».Da qui il suggerimento di intervenire con la somministrazione della vitamina D «soprattutto nella popolazione anziana, che in Italia ne è in larga misura carente». Proprio come ha fatto il premier inglese Boris Johnson in Gran Bretagna. Come spiega l’Accademia di Medicina nel suo documento, in uno studio osservazionale di 6 settimane su 154 pazienti, la prevalenza di soggetti con scarsa vitamina D è risultata del 31,86% negli asintomatici e del 96,82% in quelli che sono stati poi ricoverati in terapia intensiva. In uno studio randomizzato su 76 pazienti oligosintomatici, la percentuale di soggetti per i quali è stato necessario, successivamente, il ricovero in terapia intensiva è stata del 2% se trattati con dosi elevate di calcifediolo e del 50% nei pazienti non trattati. In 77 soggetti anziani ospedalizzati per Covid, la probabilità di sopravvivenza alla malattia è risultata «significativamente correlata con la somministrazione di colecalciferolo». Dunque, ora si cambia: dopo un anno di inerzia e centomila morti. Un fallimento catastrofico, a cui il Piemonte – prima Regione italiana – si incarica di rimediare, facendo da apripista. Crolla un tabù: dal Covid si può (e si deve) guarire restando a casa, senza più finire all’ospedale.Il Piemonte rompe gli schemi: dal Covid si può guarire a casa, senza essere ricoverati. Prima in Italia, la Regione guidata da Alberto Cirio ha modificato il protocollo per la presa in carico a domicilio dei pazienti Covid: ora verrà effettuata dai medici di famiglia con l’appoggio delle Usca, speciali unità sanitarie territoriali. «Una svolta che, secondo diversi esperti, rappresenta il primo, imprescindibile passo verso il contrasto dell’emergenza sanitaria», sottolinea “Qui Finanza“. «A cambiare infatti è proprio il paradigma: non è più immaginabile (come non lo è mai stato: ci è voluto un anno, per arrivarci) che la malattia da Covid-19 venga affrontata nei reparti ospedalieri. Per chi arriva in ospedale spesso è troppo tardi. Il coronavirus va combattuto e gestito sin da subito a casa, all’insorgere dei primissimi sintomi: questa la strada». Stop quindi a Tachipirina e “vigile attesa”. Lo scorso dicembre, l’Aifa aveva pubblicato un documento nel quale raccomandava proprio il semplice paracetamolo per i pazienti Covid “lievi”, ancora a casa: spesso, significa lasciare che il malato si aggravi.
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Non è stato un incidente: avanza un’agenda inesorabile
Un temporale fa dei gesti grigi, racconta Paolo Conte in una bella canzone di qualche anno fa, quando ancora le persone circolavano libere e a viso scoperto, sapendo di non dover temere niente più di quanto gli ordinari programmi dell’universo avessero in cantiere, quanto a imprevisti e inconvenienti. Le agende dell’epoca non avevano raggiunto il grado totalitario, elettromagnetico e satellitare della cyber-zootecnia di oggi: esistevano ancora menti pensanti e dissonanti, zone-rifugio, individui non armati di smartphone e non schedati sui social. Poi crollarono imperi e torri, terrorismi e guerre sbriciolarono le ultime sicurezze insieme alle cosiddette crisi finanziarie. E infine – come da copione – arrivò la grande peste, lungamente annunciata. Irruppe al momento giusto, su uno scenario sbilanciato: la narrazione totalmente ipnotica della leggenda climatica, la santificazione dell’esodo umano sui barconi come destino inevitabile e persino desiderabile, e poi il feudo atlantico momentaneamente fuori controllo, e il marchesato cinese ansioso di servire da clava, nella guerra santa del globalismo mercantile fatto solo di numeri e obbiedenza cieca.Il grande strappo era necessario, per l’agenda dei sommi pianificatori, che a loro volta hanno l’aria di essere meri esecutori, sia pure dotati di formidabile talento per la zootecnia antropologica. Non è stato un incidente, il vortice che ha spalancato il baratro del 2020. Non è stato un incidente, si suppone, nemmeno la disavventura in cui è incorso Boris Johnson, l’uomo che si era schierato contro la follia dei lockdown. Ad avanzare sospetti è Gioele Magaldi: ne parlerà nel suo prossimo libro, in uscita a ottobre, con risvolti allucinanti sulla genesi del grande strappo. Il premier inglese sarebbe stato prima spaventato a morte e quasi ucciso, e poi blandito con sapienza, perché non si sognasse di fare del Regno Unito un cattivo esempio, cioè un paese che esce dalla peste col minimo di vittime, senza devastare l’economia e l’esistenza stessa di milioni di persone. Qualcosa del genere, in piccolo, dice sempre Magaldi, era avvenuto nella Francia sconvolta dagli attentati terroristici: si trattava di piegare François Hollande, investito come leader anti-rigore (in opposizione alla nefasta leadership della Merkel) e poi ricondotto alla ragione, tra minacce e promesse.Piccolezze, forse, di fronte alla magnitudo planetaria del grande strappo in corso, il cui copione prevede l’attesa messianica di un vaccino anomalo, un preparato genico che agisce direttamente sul Dna, senza che si conoscano gli effetti dell’innesto, per poi passare – progettandola da subito – a una sorta di riconversione universale del vivere, pensata dall’alto, sulla base di calcoli riservati e proiezioni inconfessabili, fidando come sempre nella docilità della politica, ormai ridotta a intrattenimento imbarazzante, e nella lingua biforcuta della narrazione, parole e voci a cui la maggioranza dormiente non sa ancora staccare la spina. Le acuminate analisi dei non pochi eretici si spingono tra le nubi a bassa quota, nei cieli intermedi dove i globocrati esercitano il loro imperio incontrastato, affidato a volti rassicuranti che declinano parole d’ordine soavemente decantate a reti unificate. Rasoterra c’è chi ancora guarda alle scimmiette dei partiti; qualcuno riconosce addirittura gli ordini degli invisibili manovratori, ma poi non indovina da dove vengano, a loro volta, gli ordini che anche costoro ricevono. E intanto il temporale avanza, come ricorda Paolo Conte, e fa i suoi gesti grigi.Un temporale fa dei gesti grigi, racconta Paolo Conte in una bella canzone di qualche anno fa, quando ancora le persone circolavano libere e a viso scoperto, sapendo di non dover temere niente più di quanto gli ordinari programmi dell’universo avessero in cantiere, quanto a imprevisti e inconvenienti. Le agende dell’epoca non avevano raggiunto il grado totalitario, elettromagnetico e satellitare della cyber-zootecnia di oggi: esistevano ancora menti pensanti e dissonanti, zone-rifugio, individui non armati di smartphone e non schedati sui social. Poi crollarono imperi e torri, mentre terrorismi e guerre sbriciolarono le ultime sicurezze, con l’aiuto delle cosiddette crisi finanziarie. E infine – come da copione – arrivò la grande peste, lungamente annunciata. Irruppe al momento giusto, su uno scenario sbilanciato: la narrazione totalmente ipnotica della leggenda climatica, la santificazione dell’esodo umano sui barconi come destino inevitabile e persino desiderabile. E poi il feudo atlantico momentaneamente fuori controllo, e il marchesato cinese ansioso di servire da clava, nella guerra santa del globalismo mercantile fatto solo di numeri e obbedienza cieca.
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Il Virus del Terrore e il sottile alchimista Mario Draghi
Il Virus del Terrore ha le settimane contate? E’ quello che si augurano tutti: sia la maggioranza dei cittadini, ipnotizzati per un anno dalla sovragestione del panico, sia la vasta minoranza vigile che non ha smesso di porsi domande, ascoltando i medici indipendenti (quelli che al Covid hanno preso le misure a partire dall’aprile 2020, con farmaci in grado di disinnescarne l’evoluzione peggiore). Generalmente, dalle catastrofi si può uscire in due modi: con un Processo di Norimberga che metta alla sbarra i protagonisti delle scelte più sciagurate, oppure optando per un risanamento silenzioso e pragmatico, che faccia a meno della vendetta politica e affidi semmai alla storia il giudizio sugli errori commessi. Evidente la natura della scelta adottata da Mario Draghi: amnistiare i partiti che hanno partecipato al disastro direttamente, dai banchi del governo Conte, o anche indirettamente, attraverso Regioni che non si sono mai discostate dal delirio fobico-mediatico nazionale, basato sui numeri “impazziti” della pandemia e su una imbarazzante impreparazione del sistema sanitario, colonizzato da Big Pharma (a partire dalla ricerca scientifica) e falcidiato da decenni di tagli selvaggi e sconsiderati.A scagliare la pietra dello scandalo sono i sanitari estranei al circo televisivo del mainstream: medici in prima linea negli ospedali e, prima ancora, impegnati sul territorio nei loro ambulatori. La loro denuncia si basa ormai anche su evidenze statistiche: è rarissimo che possa incorrere in seri pericoli chi viene curato a casa in modo tempestivo, ai primi sintomi, ricorrendo a farmaci appropriati (di uso comune, collaudati, sicuri). La strage – dicono i sanitari, come quelli riuniti in modo volontaristico in associazioni come “Ippocrate” – sarebbe stata determinata proprio dalla rinuncia alle cure tempestive, domiciliari: gli ospedali, incluse le terapie intensive, sarebbero stati intasati da malati abbandonati a se stessi per giorni, lasciati a casa senza terapie, dando tempo al Covid di sviluppare le conseguenze più gravi. Questo, dicono, spiegherebbe anche l’elevata percentuale di insuccessi, nei centri ospedalieri, troppo spesso costretti ad assistere pazienti ormai gravemente compromessi.Devastante, in questo, l’assenza dello Stato: si commenta da sola la scelta, da parte di molti medici, di condividere un loro efficace protocollo terapeutico, da utilizzare per trattare i pazienti: l’invito, se si vuole guarire, è a saltare i passaggi ordinari (medico di famiglia, pronto soccorso) rivolgendosi direttamente a loro, i medici che sanno come guarire dal Covid. Medici – altro aspetto increscioso – che prestano la propria opera in modo gratuito, assistendo pazienti a cui il sistema sanitario, troppe volte, non offre risposte efficaci, cioè appropriate e tempestive. Di sfuggita, lo stesso Draghi ne ha accennato nel suo discorso al Senato, quando ha sottolineato l’assoluta necessità di riabilitare innanzitutto la medicina territoriale, lasciando agli ospedali solo i casi più gravi. Non una parola, in questo senso, si era sentita in tutto il 2020, quando l’unica preoccupazione di Conte e dei suoi tecnici sembrava quella di terrorizzare la popolazione, rinchiusa in casa a colpi di Dpcm, mentre il ministro della sanità – anziché mettersi al lavoro per proteggere gli italiani in vista dell’autunno – perdeva l’estate a scrivere un libro surreale sui suoi “successi”, che poi non ha neppure osato distribuire nelle librerie.Ogni Norimberga – la spada simbolica della giustizia – necessita di un esercito nettamente vincitore. Non è il nostro caso: nessuno, dei partiti italiani, può dirsi innocente. Tutti hanno ceduto alla tentazione della paura, collaborando in vario modo (sia pure con gradazioni diverse) alla Legge del Terrore, che – con Conte – ha messo l’Italia sul binario morto della depressione: sanitaria, sociale, economica e psicologica. A essere defunto è il peggior governo possibile, non contrastato da un’opposizione degna (capace cioè di avanzare proposte radicalmente alternative, anche sulla gestione della pandemia). E’ per questo, probabilmente, che tutti i partiti neo-governativi – nessuno escluso – oggi sono ricoverati in terapia intensiva, nello strano ospedale del dottor Draghi, sperando che l’illustre clinico li possa miracolare. Cosa che, evidentemente, non succederà: almeno, non nei termini auspicati dalle attuali, incolori dirigenze, tutte largamente impresentabili. La fedina in discussione non è penale, ma politica: non hanno saputo leggere il mondo, e tradurre i bisogni in risposte.Tra gli ousider, poi, non manca chi paventa – con Draghi – l’avvento di una sorta di sottomissione definitiva, post-democratica, all’insegna del cosiddetto post-umanesimo vaticinato dalle élite di Davos, quelle del Grande Reset: una riconversione globale (ecologistica ma anti-sociale), capace di rendere permanente la mutazione anche antropologica della società che l’irruzione del virus ha indotto, distanziando le persone e costringendole a un auto-isolamento infinito: a scuola, al lavoro, in ognuno dei luoghi in cui fino a ieri si esprimeva liberamente la socialità. Un incubo distopico, figlio – ancora e sempre – della paura: in questo, il coronavirus (presentato come minaccia invincibile) ha rimpiazzato ottimamente le fobie di ieri, scatenate con le crisi finanziarie e con il ricorso al terrorismo. Il virus è un nemico ancora più subdolo: può sempre colpire chiunque, ovunque. Per soccombere, basta fingere di non sapere che le cure esistono (e funzionano), rendendo quindi sostanzialmente superflua la stessa vaccinazione, presentata invece come unica possibile salvezza.Sembra la storiella dell’alleanza clandestina tra il vetraio e il monello con la fionda, se poi si scopre che i profeti della vaccinazione universale sono i medesimi soggetti che hanno a lungo maneggiato i virus, nei loro laboratori. L’enormità degli accadimenti del 2020 – lo scontro epocale con la Cina, la manipolazione delle presidenziali negli Usa – è stata in qualche modo preparata anche da fenomeni mediatici come la bolla-Greta, sostenuta da precisi settori della grande finanza mondiale per deformare la realtà e convincere miliardi di persone che le alterazioni del clima (sempre avvenute, e oggi gravi) dipendano dall’attività antropica. I creatori di Greta sono gli stessi protagonisti dell’inquinamento terrestre, che oggi hanno imposto la loro agenda “green” basata su suggestive interpretazioni (industriali, finanziarie) della pretesa riconversione ecologica del sistema, partendo dalla colpevolizzazione del singolo, mortificato nelle sue capacità di consumo anche “grazie” agli effetti devastanti della sovragestione terroristica della crisi epidemica, con la brutale imposizione degli inutili, disastrosi lockdown.E’ soverchiante, la narrazione (disonesta) che è stata imposta dal pensiero unico, nella sua dimensione inevitabilmente mondiale, sorretta dal grande potere onnipervasivo che nei decenni precedenti – anche a suon di ricatti e guerre – ha attuato una rivoluzione violenta, imposta dall’alto, come la globalizzazione finanziaria, sottomettendo interi popoli attraverso il regime dell’emissione monetaria “privatizzata”, che trasforma il debito in schiavitù. Sono bastate le mediocri fanterie giornalistiche, nei singoli paesi, a sbaragliare i cosiddetti sovranismi politici, intimiditi e neutralizzati con pochissima fatica, mentre si lascia volentieri al complottismo chiassoso il ruolo di opposizione solo virtuale, cioè verbosa e sostanzialmente innocua, nell’immensa deriva di società un tempo vitali e democratiche, oggi narcotizzate dalla digitalizzazione che trasforma l’individuo in uno spettatore apatico, ormai indifferente persino alle più feroci limitazioni della libertà personale.La verità è che nessun soggetto politico, in questi anni, ha saputo organizzare una risposta all’altezza dei pericoli, dopo aver elaborato un’analisi dei problemi. Ogni denuncia è rimasta circoscritta nel perimetro ristretto di sparuti gruppuscoli, di fronte alla storica diserzione di intellettuali, artisti e pensatori. Gli stessi partiti si sono ridotti a comitati elettorali, affidati a piccoli leader acefali e, di conseguenza, pronti a eseguire semplicemente direttive calate dall’alto, in un pianeta in cui tutti i grandi agglomerati – Big Tech, Big Money – sono riconducibili al controllo esercitato da una manciata di persone, sempre le stesse, che siedono a turno nei consigli di amministrazione dei tre maggiori fondi d’investimento (State Street, Vanguard e BlackRock) che dominano banche e multinazionali in ogni angolo della Terra.E’ questo, il pianeta in cui si muovono determinate élite che hanno cominciato in vario modo a mostrarsi dissonanti, rispetto alla narrazione corrente: per esempio, quelle che nel 2016 sostennero l’eretico tentativo di Donald Trump: proteggere la comunità nazionale dagli effetti più deteriori del globalismo. Già dopo le proteste di Occupy Wall Street, alcune voci autorevoli – Premi Nobel come Paul Krugman – iniziarono a denunciare il carattere calamitoso del capitalismo finanziarizzato. Oggi, con l’alibi del Covid e grazie a Christine Lagarde, la Bce si è trasformata in una vera banca centrale, teoricamente pronta a sostenere l’economia in misura virtualmente illimitata. In questo percorso fatto di autorevolissime voci di dissenso si è fatta notare quella di Mario Draghi: ieri spietato architetto dell’austerity, e oggi profeta di una possibile conversione post-keynesiana dell’economia, sia pure tenendo conto (inevitabilmente) delle disastrose condizioni di partenza, quelle di un pianeta che si è lasciato ipnotizzare dagli stregoni del virus, dopo aver tolto la parola persino al presidente degli Stati Uniti, mettendolo al bando, per mano di poteri oligarchci che pretendono di plasmare le vostre vite al punto da imporre un’unica verità, la loro.Non essendo ancora stata smantellata la democrazia formale, ed essendo lo Stato (o quel che ne rimane) l’unità-base su cui si articola l’esercizio del potere, pare evidente la necessità di calarsi nella dimensione politica, parlamentare e governativa, se si vuole agire direttamente nella materia, per provare a trasformarla. La fisionomia del governo Draghi – affollato di zombie e superstiti grotteschi – sembra dimostrare la volontà di intraprendere un procedimento tipicamente alchemico, partendo cioè dalla “nigredo” della putrefazione, la decadenza fisiologica di partiti-fantasma, nel tentativo di trasmutarne l’essenza attraverso un percorso virtuoso che possa portare un giorno all’oro filosofale, dopo una dolorosa e incessante revisione delle proprie devastanti manchevolezze. Se il sistema unico mondiale prescrive i vaccini per fermare il Covid, è scontato che Draghi si concentri nell’immediato proprio su quelli (garantendo però che vengano finalmente somministrati in tempi velocissimi), ma è fondamentale che non si fermi alla sola campagna vaccinale, sia pure depurata dalle impressionanti cialtronerie della gestione Conte.Nel neonato esecutivo sembra di poter ravvisare una notevole specularità, pratica e simbolica: al “nuovo” Mario Draghi, distanziatosi da un passato prestigioso ma funestato da immani, colpevoli tragedie (le privatizzazioni, l’euro-rigore finanziario) corrisponde, a vista, una pletora di parlamentari e di partiti che, in quasi trent’anni, non hanno saputo far altro che piegarsi ai diktat del potere sovranazionale ultra-privatizzatore, e che da oggi possono cogliere la prima vera occasione per emendare se stessi, verso una rigenerazione culturale e democratica da cui non si può prescindere, se si vuole uscire dall’autismo neoliberista del “non ci sono alternative”, pur in un mondo dominato dall’istinto totalitario di forze potentemente distruttrici, mimetiche e manipolatrici, veri e propri lupi travestiti da agnelli. In piccolo, sarà dirimente la stessa “prova del Covid”: rassicurati gli atterriti (e placata la bulimia di Big Pharma), dopo l’overdose vaccinale non ci saranno più alibi. Riuscirà il governo a resuscitare la sanità, mettendo i medici in condizione di intervenire tempestivamente, contro il Covid e qualsiasi altra minaccia? E soprattutto: riuscirà il sottile alchimista Mario Draghi a inaugurare una diplomazia della lungimiranza, che permetta all’Italia di distinguersi e tornare nella storia, come protagonista di una politica non-orwelliana, in questo fatidico millennio aperto da menzogne sanguinose, come quelle esplose insieme alle Torri Gemelle?Il Virus del Terrore ha le settimane contate? E’ quello che si augurano tutti: sia la maggioranza dei cittadini, ipnotizzati per un anno dalla sovragestione del panico, sia la vasta minoranza vigile che non ha smesso di porsi domande, ascoltando i medici indipendenti (quelli che al Covid hanno preso le misure a partire dall’aprile 2020, con farmaci in grado di disinnescarne l’evoluzione peggiore). Generalmente, dalle catastrofi si può uscire in due modi: con un Processo di Norimberga che metta alla sbarra i protagonisti delle scelte più sciagurate, oppure optando per un risanamento silenzioso e pragmatico, che faccia a meno della vendetta politica e affidi semmai alla storia il giudizio sugli errori commessi. Evidente la natura della scelta adottata da Mario Draghi: amnistiare i partiti che hanno partecipato al disastro direttamente, dai banchi del governo Conte, o anche indirettamente, attraverso Regioni che non si sono mai discostate dal delirio fobico-mediatico nazionale, basato sui numeri “impazziti” della pandemia e su una imbarazzante impreparazione del sistema sanitario, colonizzato da Big Pharma (a partire dalla ricerca scientifica) e falcidiato da decenni di tagli selvaggi e sconsiderati.
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Post antisemita: Torino, s’indigna l’impero delle bugie
Non una riga sulle grandi manovre della dinastia Agnelli-Elkann, ma fiumi di inchiostro per lo scivolone “antisemita” di una consigliera comunale di Torino, che veicola incautamente un post nel quale si associa l’antica spazzatura nazi-razzista alla (sacrosanta) denuncia della mega-concentrazione editoriale nelle mani del sempre più potente gruppo Gedi. Succede nell’Italia del 2021, reduce da un anno di lavaggio del cervello – teoria e pratica del terrorismo sanitario, grazie alla banda Conte – in cui, a parte il totalitarismo informativo sul virus, la casata torinese ha compiuto atti epocali, nel silenzio generale: la storica cessione dell’ex Fiat ai francesi e la trattativa per sbolognare anche Iveco (ai cinesi), dopo aver incassato i miliardi ottenuti da “Giuseppi” col pretesto della crisi pandemica, in realtà utilizzati da Exor per confluire in Stellantis. Da notare, soprattutto, la clamorosa requisizione del gruppo “Espresso”, a cominciare da “Repubblica”, senza il minimo accenno di allarme da parte della politica, o dallo stesso Ordine dei Giornalisti con le sue articolazioni sindacali, un tempo vigili di fronte alla creazione di trust dominanti come quello berlusconiano.