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Archivio del Tag ‘Firenze’

  • Idea: votare Renzi per affondare il Pd, e poi scegliere Grillo

    Scritto il 30/10/12 • nella Categoria: idee • (5)

    Alle primarie voterò Renzi, ma alle elezioni (quelle vere) sceglierò Grillo: votare l’insopportabile Renzi è l’unico modo per affondare il Pd, e fare tabula rasa di questo centrosinistra-fantasma è l’unica speranza di rimettere in piedi l’Italia, costretta alla gogna dal tecno-governo Napolitano-Monti. Ragionamento ardito e non proprio lineare, sottoscritto dal direttore di “Micromega”, Paolo Flores d’Arcais, che lo anticipa sulle colonne del “Fatto Quotidiano”: «Il programma di Matteo Renzi è pessimo, il suo stile insopportabile. Il 25 novembre alle primarie voterò Matteo Renzi, firmando anche il “giuramento” per il centrosinistra alle elezioni di primavera. Nelle quali invece, hic stantibus rebus, voterò Grillo. Non mi sentirò in contraddizione e meno che mai disonesto».

  • Giannuli: primarie-caos, ma il vero vincitore sarà Grillo

    Scritto il 23/10/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Secondo recenti sondaggi, Matteo Renzi sarebbe in testa: un leggero vantaggio su Bersani lo piazza in pole position nelle primarie del centrosinistra, ma ancora al di sotto del 40%, soglia che assicura la vittoria al primo turno. Al secondo, ragiona Aldo Giannuli, un Bersani già politicamente azzoppato dalla falsa partenza dovrebbe prevalere con l’aiuto “straniero” di Nichi Vendola. Due ipotesi scomode: se vincesse il sindaco di Firenze, come farebbe il leader di Sel ad allearsi con un candidato ultraliberista? Il punto è che neppure l’asse Bersani-Vendola avrebbe via libera: non piace ai “poteri forti”, ai famosi “mercati” della Bce che aspirano ad un “Monti forever”, e nemmeno a Berlusconi e al Vaticano, che «considera con angoscia una sinistra al governo e magari con Sel e radicali dentro». L’ipotesi Bersani-Vendola non rassicura neppure Washington, che teme «bizze di Sel su missioni militari». Idem per la Fiat di Marchionne: in una maggioranza del genere potrebbe aver voce in capitolo anche la Fiom.

  • La grande crisi ha già rottamato le non-ricette di Renzi

    Scritto il 20/10/12 • nella Categoria: idee • (1)

    Tagli spietati, ancora più duri delle inaudite mutilazioni finora inferte dal governo Monti. La non-ricetta di Matteo Renzi è già stata ampiamente rottamata dalla crisi: lo sostiene Gad Lerner, dopo l’ultima sortita del sindaco fiorentino alla Fondazione Metropolitan: una serata di raccolta fondi con alcuni big della finanza milanese. “Sbloccare la crescita dell’Italia: un progetto rivoluzionario”. Incontro organizzato da Davide Serra, che è il fondatore di Algebris, «un hedge fund nato nel paradiso fiscale delle Cayman», come ricorda – piuttosto perfidamente – il “Corriere della Sera”. Presenti il numero uno di Deutsche Bank Italia, Flavio Valeri, il presidente di Lazard e Allianz Italia, Carlo Salvatori, nonché l’ex direttore generale di Bpm, Enzo Chiesa. Con loro Andrea Soro di Royal Bank of Scotland, l’uomo d’affari Francesco Micheli e l’amministratore delegato di Amplifon, Franco Moscetti.

  • Eutanasia della sanità italiana, e nessuno dice niente

    Scritto il 27/8/12 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    In sanità, prima della “spending review” appena approvata dal Parlamento, la situazione dei cittadini era già disastrosa. Lo confermano i dati resi pubblici dai principali e più autorevoli centri di ricerca, dall’Istat al Censis, dal Ceis a “Osserva salute”. E’ in atto da anni una crescente espropriazione del diritto alla salute. Secondo, avanza una forte privatizzazione del sistema pubblico: milioni di persone, per avere quello a cui hanno diritto, sono costrette a pagare di tasca propria, e chi non può “si arrangi”. Inoltre, le politiche di governance scaturite da ben tre riforme sanitarie e da una modifica della Costituzione, tutte varate dal centrosinistra (aziendalizzazione, titolarità delle Regioni, federalismo), si sono rivelate inadeguate ai cambiamenti sociali e ai condizionamenti economici del nostro tempo.

  • Bufera-Napolitano: anche lui teme la verità su Borsellino?

    Scritto il 23/6/12 • nella Categoria: segnalazioni • (7)

    «Credo che in via D’Amelio ci fosse qualcuno già pronto a prelevare la sua agenda: uccidere Paolo senza farla sparire non sarebbe servito a niente». Motivo: il 25 giugno, a meno di un mese dalla sua tragica fine, nell’ultima uscita pubblica Borsellino aveva detto di «aspettare di essere chiamato per raccontare quello che aveva scoperto su Capaci», dice il fratello Salvatore, che si schiera con Sonia Alfano: sì, Giorgio Napolitano «merita l’impeachment», per aver cercato di ostacolare le indagini sulla trattativa Stato-mafia avviata nel ’92 dopo l’omicidio di Falcone. Ne parlò Massimo Ciancimino: «Mio padre fu contattato dal capitano De Donno del Ros». Claudio Martelli, allora ministro della giustizia, conferma: furono cercati contatti con Vito Ciancimino e ne fu informato Nicola Mancino, allora ministro dell’interno. Mancino però nega. E non ricorda di aver mai incontrato Borsellino, che invece riferì dell’incontro. E Napolitano?

  • No alla dittatura dell’austerity: anche i tedeschi si ribellano

    Scritto il 10/5/12 • nella Categoria: segnalazioni • (4)

    Lo stolido Monti sfida l’intelligenza dell’opinione pubblica e ripete come un disco rotto che il “rigore” è l’unica medicina possibile, incappando persino nell’incresciosa gaffe delle responsabilità politiche per i sucidi a catena degli imprenditori esasperati dalla crisi. Ma la storia europea potrebbe all’improvviso cambiare segno, proprio a partire dalla capitale del “rigor montis”: Berlino. La notizia è clamorosa: resuscitata dall’entusiasmo per la vittoria di Hollande, sull’onda dei toni anti-Bruxelles della campagna elettorale francese, la sinistra tedesca ora tenta di fermare Angela Merkel, rimasta indifferente persino alla drammatica rivolta elettorale della Grecia. Peggio: di fronte alla minaccia di stracciare gli accordi-capestro, il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble è pronto all’espulsione di Atene dall’Eurozona, senza il minimo accenno all’inaudito “massacro sociale” creato proprio dall’élite finanziaria che ha speculato sull’imposizione della moneta unica, imponendo ad Atene i suoi virus mortali, titoli tossici e bilanci truccati.

  • No ai banchieri: un referendum contro il massacro sociale

    Scritto il 03/5/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    «Chiunque voglia affrontare le elezioni del 2013 in modo credibile, non può non dire come si correggono i disastri delle “riforme”, da quella delle pensioni a quella del mercato del lavoro». Spetta a Giorgio Airaudo, responsabile Fiom del settore auto, sintetizzare la vocazione del “soggetto politico nuovo”, provvisoriamente battezzato a Firenze il 28 aprile col nome di “Alba”: alleanza tra lavoro, beni comuni e ambiente. Un “work in progress” che raduna gli indignati e i delusi della non-politica: non tanto per creare l’ennesimo nuovo partito, quando per imporre un’agenda pubblica precisa. Primo obiettivo, dirompente: raccogliere da subito 500.000 firme per indire un referendum che sbarri la strada al Fiscal Compact, che impone il pareggio di bilancio e quindi la fine dello Stato sociale.

  • Gallino: un milione di posti di lavoro? Facile, basta volerlo

    Scritto il 30/4/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Sgravi fiscali, investimenti in grandi opere, incentivi alle imprese perché assumano, sono poco o punto efficaci per creare rapidamente occupazione. Occorre che lo Stato operi come datore di lavoro di ultima istanza, assumendo direttamente il maggior numero di persone. La proposta: primo, istituire un’Agenzia per l’occupazione simile alla Works Progress Administration del New Deal americano (works = opere pubbliche). L’Agenzia stabilisce i criteri di assunzione, il numero delle persone da assumere, il livello della retribuzione, i settori cui assegnarle. Le assunzioni vengono però effettuate e gestite unicamente su scala locale, da Comuni, Regioni, enti del volontariato, servizi del lavoro. Secondo: per cominciare, si dovrebbe puntare ad assumere rapidamente almeno un milione di persone.

  • La Germania frena l’alta velocità: costa troppo e non serve

    Scritto il 25/4/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Berlino frena i treni ad alta velocità: filare a 300 all’ora costa troppo e non serve. L’annuncio di Rüdiger Grube, presidente della Ferrovie tedesche, ha un contenuto fortemente simbolico: nell’era della Grande Crisi, segna la fine della folle corsa miliardaria all’inseguimento della velocità a tutti i costi. E naturalmente si parla di passeggeri, per i quali il treno superveloce rappresenta pur sempre un’alternativa all’aereo. Ma niente paura, l’Italia resta distante anni luce: insiste infatti nel voler creare una linea Tav, in valle di Susa, per far risparmiare mezz’ora, fra Torino e Lione, alle merci che impiegano settimane per arrivare via mare dalla Cina. Eppure le nostre Ferrovie non demordono: mentre sulla velocità ora frena persino la Francia, Trenitalia sogna bolidi da 360 chilometri orari, assolutamente inutili: farebbero risparmiare solo qualche minuto, in tutto, sulle uniche due tratte veloci della rete italiana, la Milano-Bologna e la Roma-Napoli.

  • Mafia, segreti e verità sepolte. Travaglio: fate schifo

    Scritto il 14/3/12 • nella Categoria: idee • (1)

    Ma interessa ancora a qualcuno sapere perché vent’anni fa è morto Paolo Borsellino con gli uomini di scorta? Sapere perché l’anno seguente sono morte 5 persone e 29 sono rimaste ferite nell’attentato di via dei Georgofili a Firenze, altre 5 sono morte e altre 10 sono rimaste ferite in via Palestro a Milano, altre 17 sono rimaste ferite a Roma davanti alle basiliche? Interessa a qualcuno tutto ciò, a parte un pugno di pm, giornalisti e cittadini irriducibili? Oppure la verità su quell’orrendo biennio è una questione privata fra la mafia e i parenti dei morti ammazzati? È questa, al di là delle dotte e tartufesche disquisizioni sul concorso esterno in associazione mafiosa, la domanda che non trova risposta nel dibattito (si fa per dire) seguìto alla sentenza di Cassazione su Marcello Dell’Utri e alle parole a vanvera di un sostituto Pg. O meglio, una risposta la trova: non interessa a nessuno.

  • No-Tav, Travaglio: Bersani e il silenzio dei tecnici cialtroni

    Scritto il 03/3/12 • nella Categoria: idee • (3)

    Il Tav Torino-Lione nasce ventuno anni fa, quand’era appena caduto il Muro di Berlino, al governo c’erano Andreotti e Cirino Pomicino e alle Ferrovie Lorenzo Necci. Poi, guardacaso, Tangentopoli li ha spazzati via tutti. Un’altra era geologica, quando i politici erano in preda a una supersonica “invidia del pene” e  come modello di sviluppo inseguivano ancora la Muraglia Cinese e la Piramide di Cheope. Poi sappiamo che cosa ci han lasciato di grosso, in eredità: il debito pubblico. Il primo studio di fattibilità commissionato dalla Regione Piemonte 21 anni fa stimava che i passeggeri fra Italia e Francia sarebbero aumentati da un milione e mezzo a 7 milioni e 700.000 in dieci anni. Invece adesso sono 700.000: un decimo del previsto. Infatti il vecchio treno diretto Torino-Lione è stato soppresso da un pezzo.

  • No ai cantieri: un piccolo prete ferma i giganti di Autostrade

    Scritto il 04/12/11 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Sono preti tosti quelli dell’Appennino. Tre di loro, trucidati dai nazifascisti nel 1944 a Marzabotto insieme a centinaia di parrocchiani, sono appena entrati in odore di beatificazione. Dall’altra parte della montagna, nel Mugello, negli anni Sessanta don Milani parlava di una Chiesa che si occupasse dell’istruzione degli ultimi, anche dei comunisti, e per questo fu “esiliato” tra i monti. Oggi un altro curato di queste montagne come un piccolo David sta sfidando un Golia chiamato Autostrade, che con i suoi scavi sta mettendo a rischio l’esistenza stessa di Ripoli, delle sue case e della sua chiesa: «Voi nella mia chiesetta non entrate. Non mi rendo complice di una mistificazione e di un finto monitoraggio solo per permettere allo scavo di proseguire nei suoi danni».

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